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Governo M5S-Lega: il programma


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Corriere della Sera

Dovrebbe essere quello di Giuseppe Conte il nome condiviso che Luigi Di Maio e Matteo Salvini proporranno al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Voci sempre più insistenti provenienti da entrambi i fronti indicano nel professore esperto di Diritto amministrativo, già indicato dal capo politico del Movimento 5 Stelle come possibile ministro alla Pubblica amministrazione, la figura più adatta a guidare il cosiddetto «governo del cambiamento». In un comizio a Fiumicino Salvini ha detto: «Per Palazzo Chigi abbiamo scelto un nome equilibrato che soddisfa noi e loro».

I ministri
Quanto invece alla squadra dei ministri, pare attendibile l’indiscrezione che vedrà coinvolti in prima persona i due leader. Per Di Maio si parla del ministero del Lavoro, mentre a Salvini dovrebbe toccare il ministero degli Interni. Sul resto della squadra, si prevede il coinvolgimento di molti dei papabili ministri indicati in campagna elettorale da Di Maio. A Giancarlo Giorgetti, braccio destro di Matteo Salvini, potrebbe essere affidato il ministero dell’Economia. Anche il dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti potrebbe essere stato assegnato a un leghista, confermati anche l’Agricoltura e il Turismo (Nicola Molteni per il primo e Gian Marco Centinaio per il secondo). In un comizio a Teramo il capo politico del M5S ha detto: «Abbiamo chiesto che il ministero dello Sviluppo economico con dentro quello del Lavoro sia un super ministero per risolvere i problemi degli italiani vada al Movimento 5 Stelle insieme a tanti altri e alla possibilità di guidare questo cambiamento». Intanto la Lega ha reso noto l’esito del referendum ai gazebo sul contratto di governo: hanno votato in 215 mila, con il sì che ha raggiunto il 91%.

Il Post

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito a Giuseppe Conte, avvocato e docente universitario senza precedenti esperienze politiche, l’incarico di formare un nuovo governo. Conte ha accettato con riserva, come da prassi: condurrà le sue consultazioni, dopodiché andrà al Quirinale per comunicare a Mattarella se intende sciogliere la riserva ed eventualmente proporre i ministri per la nomina. Il nome di Conte era stato proposto a Mattarella dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega, che la scorsa settimana avevano trovato un accordo per allearsi e sostenere insieme un governo. Al termine del colloquio con Mattarella, Conte ha detto:

«Se riuscirò a portare a compimento l’incarico, esporrò alle camere un programma basato sulle intese intercorse tra le forze politiche di maggioranza. Con il presidente abbia parlato della fase impegnativa e delicata che stiamo vivendo e delle sfide che ci attendono, di cui sono consapevole, così come sono consapevole di dover confermare la posizione europea e internazionale dell’Italia. Il governo dovrà cimentarsi da subito con i negoziati in corso sul diritto d’asilo e sull’unione bancaria, ed è mio intendimento impegnare a fondo l’esecutivo su questo terreno costruendo le alleanze opportune e operando affinché la direzione di marcia protegga gli interessi nazionali.

Fuori da qui c’è un paese che giustamente attende la nascita di un esecutivo e attende delle risposte. Quello che si appresta a nascere sarà il governo del cambiamento. Il contratto sui cui si fonda questa esperienza di governo, a cui anche io ho dato il mio contributo, rappresenta in pieno le aspettative di cambiamento dei cittadini italiani. Lo porrò a fondamento dell’azione di governo, nel pieno rispetto delle prerogative che la Costituzione assegna al presidente del Consiglio e al Parlamento.

Il mio intento è di dar vita a un governo dalla parte dei cittadini, che tuteli i loro interessi. Sono professore e avvocato, nel corso della mia vita ho perorato le cause di tante persone. Mi accingo ora a difendere gli interessi di tutti gli italiani in tutte le sedi, europee e internazionali. Mi propongo di essere l’avvocato difensore del popolo italiano, senza risparmiarmi, con il massimo impegno e la massima responsabilità.

Nei prossimi giorni tornerò dal presidente della Repubblica per sciogliere la riserva. In caso di esito positivo, per sottoporgli le proposte relative alle nomine dei ministri. Non vedo l’ora di iniziare a lavorare sul serio».

L’incarico di governo prelude alla fine della lunga fase di incertezza politica seguita alle elezioni del 4 marzo, durata più di 70 giorni. Nessuno dei tre principali schieramenti in Parlamento aveva ottenuto da solo abbastanza voti e seggi da poter governare, e i negoziati per arrivare ad alleanze tra il centrodestra e il Movimento 5 Stelle, o tra il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico, erano falliti. Soltanto quando il presidente Mattarella aveva annunciato la formazione imminente di un “governo neutrale”, per arrivare il prima possibile alle elezioni anticipate, Silvio Berlusconi aveva concesso una specie di lasciapassare a Matteo Salvini per trattare con il Movimento 5 Stelle senza che questo compromettesse la coalizione di centrodestra.

Conte ha 54 anni, è nato a Volturara Appula, in provincia di Foggia, è un avvocato civilista e professore di diritto, e non ha mai fatto politica. Dal 2013 è componente del Consiglio di presidenza della Giustizia Amministrativa, scelto dal Parlamento. Tra lunedì e martedì sono emerse diverse incongruenze contenute nei curriculum vitae di Conte, che non aveva nessuna notorietà nazionale prima di qualche giorno fa, oltre ad alcune perplessità più politiche: Conte sarà un presidente del Consiglio senza alcuna esperienza politica; “esecutore” di un programma non scritto da lui e senza un consenso e un seguito personale, cosa che lo renderebbe particolarmente debole. Altre critiche sono state rivolte a Conte per il suo ruolo nella complessa vicenda sul caso Stamina.

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La Repubblica

Un premier 'tecnico' con due vicepremier che sono i leader dei partiti che sostengono il governo; diciotto ministri, di cui 5 donne; un sottosegretario targato Lega. È nato dopo quasi tre mesi il governo M5s-Lega guidato dal professor Giuseppe Conte, che ha accettato stavolta senza riserve dopo la rinuncia di Carlo Cottarelli e giurerà alle 16 di sabato 1° giugno 2018. 

Vicepresidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo economico, Lavoro e politiche sociali: Luigi Di Maio. Vicepresidente del Consiglio e ministro dell'Interno: Matteo Salvini. Sottosegretario alla presidenza del Consiglio: Giancarlo Giorgetti.

Economia: Giovanni Tria (Lega). Esteri: Moavero Milanesi. Giustizia: Alfonso Bonafede (M5S). Politiche comunitarie: Paolo Savona. Rapporti con il Parlamento e democrazia diretta: Riccardo Fraccaro (M5S). Pubblica amministrazione: Giulia Bongiorno (Lega). Affari regionali: Erika Stefani (Lega). Sud: Barbara Lezzi (M5S). Famiglia e disabili: Lorenzo Fontana (Lega). Difesa: Elisabetta Trenta (M5S). Politiche agricole: Gian Marco Centinaio (Lega). Infrastrutture: Danilo Toninelli (M5S). Istruzione: Marco Bussetti (Lega). Beni culturali: Alberto Bonisoli (M5S). Salute: Giulia Grillo (M5S). All'ambiente Sergio Costa.

In tutto i ministri sono 18: nove quelli dei Cinquestelle, sei delle Lega, tre i tecnici. Cinque le donne. Ecco i ministeri chiave.

• GIOVANNI TRIA, ECONOMIA: SI ALLA FLAT TAX, NO AL REDDITO CITTADINANZA
Giovanni Tria, presidente della Scuola nazionale dell'amministrazione e professore ordinario di economia politica all'università di Tor Vergata. Favorevole alla flat tax, ma non ostile al reddito di cittadinanza, se "correttamente inteso". Giovanni Tria, 69 anni, laurea in giurisprudenza, presidente della scuola di amministrazione e docente di politica economica alla facoltà di economia di Tor Vergata, è un economista collaboratore di Renato Brunetta del quale è stato consulente all'epoca in cui Brunetta era ministro della pubblica amministrazione. È stato anche alla scuola di formazione politica dell'allora Pdl. Di recente - su Formiche - ha analizzato criticamente il contratto di programma tra M5s e Lega. Sul reddito di cittadinanza ha sospeso il giudizio "in attesa di sapere cosa sarà" e quali saranno "quindi, le risorse richieste e l'ampiezza del pubblico dei beneficiari.

• PAOLO SAVONA, AFFARI EUROPEI: L'ECONOMISTA DEL NO EURO
Paolo Savona cominciò in Bankitalia con Guido Carli, ma la sua cifra in quegli anni fu quella del tecnico di area repubblicana, come si diceva una volta. Uno dei suoi primi incarichi fu quello di consigliere economico di Ugo La Malfa, nel governo Rumor IV, circa mezzo secolo fa, era 1974-1975, poi un cursus che lo portò a conquistare le maggiori posizioni nel Paese, favorito anche dalla rendita di posizione del suo partito.

Nel 1976 approda alla direzione generale della Confindustria, quindi una lunga carriera di incarichi tra pubblico e privato: presidente del Credito Industriale, del Fondo interbancario di tutela dei depositi, della Gestifondi, delle società Impregilo, di Gemina, Aeroporti di Roma e del Consorzio Venezia Nuova.

• ENZO MOAVERO MILANESI, ESTERI: SPECIALIZZATO IN ANTITRUST
Avvocato, esperto di diritto, e politico. Enzo Moavero Milanesi è stato ministro senza portafoglio agli Affari europei nel governo di Mario Monti dal 16 novembre 2011 al 28 aprile 2013. È stato ancora ministro nel'esecutivo di Enrico Letta dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014. Ha ricoperto l'incarico di giudice presso la Corte europea di Giustizia di Lussemburgo. La sua specializzazione è l'antitrust: è stato fino al 2006 direttore generale del Bureau of European Policy Advisors della Commissione europea.

Poi ha svolto l'incarico di vicesegretario generale dell'esecutivo Ue dal 2002 al 2005, prima era stato direttore del Servizio antitrust (2000-2001) e capo di gabinetto dell'allora commissario Ue alla Concorrenza Mario Monti (1999-2000). Nel suo trascorso politico, tra il '92 e il '94 fu consigliere dei governi Amato e Ciampi. È docente di Diritto dell'Unione Europea alla Luiss di Roma. Il 30 marzo 2013, in seguito alle infruttuose consultazioni per la formazione di un governo, è stato chiamato da Giorgio Napolitano a far parte del gruppo ristretto incaricato di avanzare proposte programmatiche in materia economico-sociale ed europea.

• ALFONSO BONAFEDE, GIUSTIZIA: Il "MR WOLF" DEL M5S
Spesso in contrasto con le politiche della Giustizia del suo predecessore (Andrea Orlando, Pd), siciliano di Mazara del Vallo ma fiorentino d'adozione, classe 1976, Alfonso Bonafede è senza dubbio una delle persone più vicine a Luigi Di Maio. Deputato del M5S al secondo mandato, avvocato con studio legale nel capoluogo toscano, è unanimemente considerato il Mr Wolf del Movimento. Tra gli incarichi svolti - si legge nel curriculum - ha fatto anche il "conciliatore tra imprese e clienti finali dei servizi elettrico e gas".

Domani - venerdì primo giugno, alle 16 - il giuramento. Subito dopo il ricevimento per la festa della Repubblica. Il voto di fiducia la prossima settimana. "Si è concluso un itinerario complesso", dice alle dieci di sera Sergio Mattarella, stanco ma finalmente più rilassato.

A 88 giorni dal voto si chiude la crisi più lunga e drammatica della storia repubblicana. 

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