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Vi capita mai di sentirvi soli mentre siete in compagnia?


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gingerbreadman
Vi capita mai di sentirvi soli mentre siete in compagnia?

A me capita in ogni momento, tanto da sentirmi in un certo senso ignoranto da tutti. A volte mi chiedo: “forse sono io che non riesco a instaurare una conversazione con le persone?” Ma poi mi rendo conto che non è così. Vedo persone molto più timide di me conoscere nuove persone, parlare. Vedo persone che si avvicinano agli altri per parlare. Da me non viene nessuno. Alcune volte penso che ci sia una sorta di alone che mi circonda che respinge le persone. O forse sono io che non so approcciarmi. Forse gli anni della mia adolescenza passati a sentire insulti su insulti, essere preso di mira pur non avendo mai dato retta a nessuno, hanno sviluppato in me una sorta di paura nel relazionarmi con nuove persone. Forse hanno sviluppato in me la fobia del giudizio degli altri. Sono andato via dal mio piccolo paese con la speranza di non sentirmi più così, di sentirmi più libero, di dimenticare definitivamente tutto quello che ho sentito in tutti questi anni. E a poco a poco mi sento un po’ più libero. Questa è la prima volta che rivelo questa cosa, ma ne avevo un estremo bisogno di parlarne. E lo sto facendo qui perché sento ormai che soltanto il mondo LGBT può capirmi perché io sono come voi. Quel piccolo ragazzo delle medie che veniva etichettato come gay, si è rivelato veramente questo e ne sono fierissimo. Non smetterò mai di riuscire a recuperare tutta la fiducia in me che ho perso. Vorrei tanto un giorno poter conoscere qualcuno appartenente a questo mondo, anche solo per avere del supporto. Grazie a chiunque abbia speso un attimo del suo tempo per ascoltarmi. Grazie veramente.

davydenkovic90

Che vuol dire "vorrei conoscere qualcuno appartenente a questo mondo"? Intendi, altri gay? Niente di più semplice, qui dentro è pieno, e da tutte le parti d'Italia, quindi puoi facilmente partecipare a qualche raduno o comunque contattare gente in privato (se dici di dove sei è più semplice.) E sennò ci sono le care vecchie app, o associazioni, o locali (Se ti piacciono).

Purtroppo l'unico inconveniente dell' essere gay è che siamo pochi, in qualunque contesto, perciò per incontrarne più di due o tre (come sicuramente ce ne saranno nel tuo corso di studi o posto di lavoro o cerchia di conoscenze, su un centinaio di ragazzi) devi per forza rivolgerti a metodi di aggregazione un po' forzati. E non è detto che sia una difficoltà in più, anzi. Siamo tutti più pratici, non abbiamo bisogno dei cenoni di capodanno a casa dell'amica del cuore che ci presenti la dolce metà. 

Per tornare al tuo topic, io mi sono sentito tante volte solo, anche in un gruppo di amici. Mi è capitato anche di recente di non sentirmi più parte di un certo gruppo, tanto che ho deciso di lasciarlo correre, senza di me. 

Anch'io sono molto timido e parlo poco, anche se a volte sono all'opposto, quando sono ubriaco o molto stanco divento un rompipalle, per esempio. Ma genere mi ammutolisco se non sono interessato o sto riflettendo per i fatti miei, oppure non trovo di aver niente di interessante da dire. Se siamo solo in due, parlo. (forse anche tu ti puoi trovare meglio in situazioni "a due"). Ma se si è in un gruppo, e specie se la discussione va per la tangente su cose che non mi interessano, elettroencelfaogramma piatto. Per esempio credo di aver fatto, da bambino, un corso di catechismo dove non ho mai aperto bocca per dire "A" in sei o sette anni, anche perché a casa mia non è che si parlasse mai di religione o si pregasse, né si andava alla messa, per cui per me quei discorsi erano totalmente insensati. All'epoca un po' soffrivo, perché quei bimbetti andavano tutti agli scout, all'ACR (azione cattolica), la catechista era molto dura e venivo bullizzato perché non partecipavo a quelle discussioni folli ... ma io avevo tutt'altri interessi, giocavo a tennis, ai videogiochi, non andavo mai e poi mai alla messa perché - giustamente - i miei la domenica mattina la volevano libera. 

Al liceo ero una specie di pastorello, in una classe di tutte ragazze passavo gli schemi e le versioni a tutte. Avevo qualche reietta come amica, ci andavo a fare anche qualche giretto per librerie o musei ogni tanto, ma poi ritornavo ad essere fondamentalmente solo.

C'è voluto qualche anno prima di incontrare davvero persone affini a me e ritrovarci la sera per giocare a Super Mario Odyssey. Ma è successo alla fine, e questo conta. Il passato ora mi fa solo ridere. (e intendo ridere di gusto, non con disprezzo o stizza. Non cambierei per nulla al mondo i sette anni passati da muto al catechismo, gli anni reietti delle superiori o quando mia madre mi obbligava a vestirmi di blu e bianco e non di arancione e verde come volevo io.)

E qui scatta la citazione del mio scrittore preferito:

"Che resta di tutto il dolore che abbiamo creduto di soffrire da giovani? Niente, neppure una reminiscenza. Il peggio, una volta sperimentato, si riduce col tempo ad un risolino di stupore, stupore di essercela presa per così poco, e anch’io ho creduto fatale quanto poi si è rivelato letale solo per la noia che mi viene a pensarci. A pezzi o interi non si continua a vivere ugualmente scissi? E le angosce di un tempo ci appaiono come mondi talmente lontani da noi, oggi, che ci sembra inverosimile aver potuto abitarli in passato"

Aldo Busi, Seminario sulla gioventù.

Edited by davydenkovic90
3 hours ago, davydenkovic90 said:

"Che resta di tutto il dolore che abbiamo creduto di soffrire da giovani? Niente, neppure una reminiscenza. Il peggio, una volta sperimentato, si riduce col tempo ad un risolino di stupore, stupore di essercela presa per così poco

Verissimo, nel caso in cui il dolore provato da piccoli si possa riassumere in "ho avuto un'infanzia orribile perché i miei non mi hanno comprato le scarpe firmate". 

Anche io mi sono sempre sentito solo anche in compagnia perché non ho mai avuto veri amici. 

Non so cosa dirti perché di fatto la mia situazione non é cambiata. Ho cambiato città e ora vivo da solo ma devo dirti che sto abbastanza bene anche così. 

@gingerbreadman

per come io vedo lo sviluppo psicologico delle persone credo che quello che abbiamo vissuto da bambini resta come un'impronta che ci accompagnera' per tutta la vita. Importante e' riuscire a conviverci e per fare questo a volte serve un aiuto psicologico professionale, a volte ci si riesce da soli o grazie all'aiuto di qualcuno con cui ci si sente a proprio agio e di cui ci si fida.

potrebbe anche darsi che se trovi qualcuno con cui avere una relazione e con cui tu ti senti a tuo agio questo ti aiuta a sentirti meno solo. Questo e' quello che e' capitato a me.

Edited by marco7
11 hours ago, gingerbreadman said:

Vorrei tanto un giorno poter conoscere qualcuno appartenente a questo mondo, anche solo per avere del supporto.

conosci il proverbio "chi cerca trova"?

beh, comincia a metterlo in pratica!

Non ho avuto tempo negli ultimi anni di coltivare relazioni amicali profonde perché le reputo inutili e distraenti dagli obiettivi professionali. 

 Ho una visione opportunistica delle relazioni interpersonali e sono fortemente scettico circa la possibilità che si possa davvero simpatizzare con gli altri (oltre la cortesia di facciata). 

Parlo così perché non ho tempo libero nella maniera più assoluta però se dovessi provare noia sarei sicuramente sopraffatto dalla solitudine in cui vivo. Tutti gli amici a poco a poco allontanatisi...

Mi dispiace? No

Mi dovrebbe dispiacere? Forse... ma d'altronde non è colpa mia se sono un perfezionista, se ho una media di 29,40 dopo 6 anni di università, se passo le giornate a studiare o in palestra.  

Sono stato educato a non accontentarmi mai, di niente e di nessuno e di esigere sempre il meglio da me stesso e dagli altri. 

Le emozioni non sono né giuste né sbagliate: le si classificano in questo modo per abitudine e uso comune. In realtà ogni emozione è niente più che un prodotto della mente; tutte sono ugualmente il risultato di una reazione limbica e ugualmente preziose.

Prendi la solitudine che senti come momento per ricongiungerti all'universo dei tuoi valori e rifletti. 

On 10/19/2018 at 10:49 AM, freedog said:

conosci il proverbio "chi cerca trova"?

beh, comincia a metterlo in pratica!

Magari il topic starter è un quindicenne: potrebbe avere quindi poco da cercare e da trovare. 

Magari vive in ambiente rurale e non ha possibilità di contatti, magari è molto dipendente dai genitori anche se vive in una grande città....

43 minutes ago, BerryJuice said:

Magari il topic starter è un quindicenne: potrebbe avere quindi poco da cercare e da trovare. 

Magari vive in ambiente rurale e non ha possibilità di contatti, magari è molto dipendente dai genitori anche se vive in una grande città....

ehm..

cito

On 10/18/2018 at 11:22 PM, gingerbreadman said:

Sono andato via dal mio piccolo paese con la speranza di non sentirmi più così, di sentirmi più libero, di dimenticare definitivamente tutto quello che ho sentito in tutti questi anni.

magari non sta più al paesello?

gingerbreadman

No, non sto più nel paese da cui provengo. Adesso da circa un mese mi trovo a Torino ed ho appena iniziato l’università.  Per quanto riguarda la citazione “chi cerca trova” è già da un bel po’ che cerco di metterla in pratica nonostante la difficoltà per me di fare il primo passo, perché diciamocelo chiaramente: nel fare nuove conoscenze sono abbastanza timido, ma sono andato e sto ancora andando oltre i miei limiti nonostante la difficoltà che provo nel farlo. Circa una settimana fa sono stato pure in un posto, una sorta di associazione in cui si facevano dibattiti su temi come coming out, ecc... Ma anche lì non è andata diversamente. So che la prima volta non posso aspettarmi di instaurare amicizie durature, ma il vedere tutti gli altri parlare e conversare a lungo nonostante si comportino come me, mi porta a sentirmi come ho descritto precedentemente. 

E inoltre ho cercato in tanti altri modi di fare conoscenze. Quando ancora mi trovavo nel mio paese, sono andato su un numero infinito di chat, gruppi WhatsApp e Telegram, ma tutte le persone che mi hanno contattato  volevano soltanto una cosa. L’unico scopo di tutte le persone online era quello sessuale. Quindi con le chat e i siti online ho chiuso definitivamente.

Edited by gingerbreadman
3 hours ago, gingerbreadman said:

Quindi con le chat e i siti online ho chiuso definitivamente.

E questo, a mio avviso, potrebbe essere un errore.

Su chat, app e dintorni si può imparare umanamente tanto.

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