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Cosa significa per voi la parola "casa"?


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Non lo so. Sarà che da piccolo cambiai 3 case, più una quarta a 23 anni che lasciai per trasferirmi in città per almeno dieci anni per poi ritornarci, prima di vendere e trovarmi nella casa attuale. 

Casa è dove ci sono i miei, dove c'è il mio ragazzo, dove ci sono io. Non è un luogo,è un modo di essere. 

Casa è un posto dove provo pace nei giorni piovosi, dove posso rilassarmi dopo una lunga giornata faticosa e dove posso togliermi molte mie maschere quotidiane, magari in compagnia delle persone a cui voglio bene.

Ma non è solo un luogo, è anche una sensazione, anche se rara. E può spostarsi in mille luoghi diversi.

Lo spot della Barilla con la sciura Mariuccia elegantissima che lascia a malincuore il suo attico nella Roma bene, prende l'aereo e in taxi osserva xenofobicamente disgustata le strade del paesino nipponico e poi si scopre che sta andando a trovare il figlio immigrato schifoso che è andato a rubare il lavoro agli ingegneri giapponesi e già che c'è insegna alla nuora-Kaori a fare la pasta al dente è TOP, ne avevo perso memoria

davydenkovic90
8 hours ago, Sampei said:

Lo spot della Barilla con la sciura Mariuccia elegantissima che lascia a malincuore il suo attico nella Roma bene, prende l'aereo e in taxi osserva xenofobicamente disgustata le strade del paesino nipponico e poi si scopre che sta andando a trovare il figlio immigrato schifoso che è andato a rubare il lavoro agli ingegneri giapponesi e già che c'è insegna alla nuora-Kaori a fare la pasta al dente è TOP, ne avevo perso memoria

Io lo vedo per la prima volta adesso.  Mi accodo ricordandovi di quest'altra perla:

che poi rappresenta il mio incubo ricorrente: il gruppo di amici etero burini e ragazze con maglioncini a collo alto.

Sul video della barilla, devo dire niente di più lontano dalla mia esperienza: intanto non sono un modello e non vivo in un paradiso terrestre con la moglie geisha che cura il giardino in modo maniacale, ma poi sono stato tirato su a sofficini findus e wurstel, dietro casa avevo un ristorante cinese (dove ho pure festeggiato la cresima, minacciando  i miei di non farla... per la serie "momenti top della mia infanzia"), mia nonna andava a mangiare da McDonald's e non l'ho mai vista cucinare. Per me i sapori di casa erano questi: ravioli di cristallo e riso al curry, oppure sofficini.

Poi, io da piccolo non ho MAI fatto colazione a casa. Per me è un'usanza completamente aliena quella di mettere la tovaglietta con la tazza, i cereali dentro, scaldare il latte, ecc. Io venivo portato ogni giorno al bar, dove prendevo tramezzino (tonno e pomodoro, oppure tonno e uovo oppure prosciutto cotto e funghi) e cappuccino.

I cereali ho iniziato a mangiarli da adulto, ma rigorosamente a pranzo o a cena.

Ritornando alla discussione generica e interpretandola a mio modo, io mi sento a casa su un qualsiasi campo da tennis. Quando ne vedo uno vorrei subito entrare e giocare e, quando entro, mi sento a mio agio. Credo sia anche legato alla sensazione fisica o a particolari rumori che ci fanno sentire a nostro agio. 

Edited by davydenkovic90

Per me la sensazione di "casa" è più qualcosa di legato alla città che all'abitazione, al ritorno in città, a Firenze ( ovviamente dopo una certa assenza )

Con lo scoglio dell'omosessualità il luogo dell'identità potrei averlo proiettato fuori dalla famiglia e quindi dalla casa familiare, anche in modo inconsapevole

Certo è un po' banale come spiegazione

cmq, serio:

se intendiamo "casa avita", come mi pare di avervi già abbondantemente detto, è in zona rossa dopo il terremoto del 24 agosto 2016, anche se non è lesionata.

per cui, al momento è inabitabile.

in compenso, sto bello comodo nella mia/nostra tana attuale

La "Casa" è qualcosa che deve ancora arrivare.

Il paesello l'ho abbandonato e spero di non doverci più tornare. Roma anche spero di lasciarla, chissà se definitivamente, fra qualche anno. 

Edited by Bloodstar

Sì può immaginare che esista un luogo in cui una persona sente e percepisce di essere come a "casa" nel senso che è un luogo a vario titolo "abitato" ma acquisisce un significato identitario particolare, per cui quando lo si rivede ci si sente come "a casa"

Il campo da tennis può essere una risposta adeguata, ha dei confini delimitati è un luogo intermedio fra il totalmente privato ed il totalmente pubblico, su un campo da tennis ci si può sentire protetti riconosciuti ( ovviamente l'identità è una costruzione della memoria quindi dobbiamo pensare che per questa persona il tennis sia stato importante ma le declinazioni sono pressoché infinite ) insomma ti dà delle sensazioni positive

Per me direi sia la stazione di Firenze

Chiaro che se uno percepisce la casa avita come la gabbia nel paesello da cui scappare, questa sensazione deve necessariamente spostarsi verso altro

Per tutti i gay che sono scappati a gambe levate dalla provincia, o la casa è un costrutto della memoria che si focalizza su qualcosa di molto specifico, che per certi versi costituiva una evasione, un realizzazione ed una protezione in un contesto sfavorevole o forse la sensazione di casa è qualcosa che la propria memoria costruirà in futuro a partire dal trasferimento ( il primo quartiere in cui si è abitato nella città universitaria una associazione etc )

Altrimenti detto, il nido d'amore con il proprio partner non può essere "casa" se non nella misura in cui sia stato realmente abitato e quindi possa essere ricordato con piacere

  • 5 months later...

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