marco7 Posted January 30, 2019 Share Posted January 30, 2019 I dati statistici non li ho sottomano.... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
nowhere Posted January 30, 2019 Author Share Posted January 30, 2019 7 hours ago, Almadel said: il maschio eterosessuale italiano non ha l'opzione di farsi mantenere, mentre la donna etero italiana sì. Io non ho mai conosciuto maschi etero come me o il marito di marco7, mantenuti dalle loro donne. In questo io ammetto di essere un privilegiato e di poter fare cose che un etero non può fare. Tu pensi che sia perché le donne non guadagnano abbastanza per farlo io penso invece che sia perché la società non lo tollererebbe, come nell'Ottocento non tollerava le donne che lavoravano. Ripeto, quello che tu chiami privilegio io lo chiamo obbligo. Se mi vengono messi i bastoni fra le ruote per trovare un lavoro, se il mio poter rimanere incinta viene visto come un "problema" per fare carriera, se abbiamo un governo che sostanzialmente ci tratta come vacche da monta sgrava marmocchi ed è più che intenzionato a rimuovere qualsiasi tipo di possibilità di svincolarci da situazioni matrimoniali del cazzo, allora sto ammettendo la stessa cosa che stai ammettendo tu, e cioè che è la società che non vuole che le donne lavorino. Il fatto che si facciano affermazioni come "privilegio" nella scelta di potersi far mantenere, dimostra che sono riusciti pienamente a farci il lavaggio del cervello, indicando nella donna mantenuta una privilegiata. Ti svelo un segreto: a meno che le suddette donzelle non si sposino un tizio che guadagna i fantasoldi al mese, allo stato attuale situazioni in cui è altamente necessario che entrambi lavorino sono altamente più diffuse rispetto alla situazione de il mio compagno lavora mentre io faccio la casalinga. Intanto però, col cazzo che il congedo genitoriale è paritario per un padre ed una madre. Indovina su chi ricade nel 90% la cura del bambino? Occhio a rispondere qui, perché se vedo una sola singola testa annuire, mi iscrivo ad arcilesbica e inizio a dire che due padri non fanno una madre ? 7 hours ago, Almadel said: Quando noti che nelle relazioni etero si accettano disparità economiche superiori a quelle delle coppie omo, semplicemente ti accorgi che i maschi hanno l'abitudine di mantenere facilmente il proprio partner. Le donne che scelgono di mantenere un partner sono viste come ninfomani vecchie e disperate e il loro compagno come uno scroccone e un parassita; Assolutamente no. O meglio, o sarò io ad avere avuto contatti con degli agglomerati etero particolari, ma posso portare come esempio molte coppie in cui la differenza di mansione e di guadagno era evidentissima e non sempre pendeva a favore dell'uomo. A meno che non parliamo di vecchie riccastre che si scelgono giovani toyboy da mantenere, ma mi pare che questa dinamica sia tranquillamente presente anche fra i gay e moralmente accettata senza grossi problemi. Ritornando al discorso sugli etero, in vita mia penso di aver avuto a che fare solamente con un paio di ragazze felici di volersi far campare perché il loro scopo nella vita era quello esclusivamente di sfornare figli, molte di più invece quelle che col senno del poi si sono amaramente pentite di aver dovuto fare la scelta fra carriera e famiglia (specialmente quando nel momento in cui un matrimonio fallisce, nel 99% dei casi è sulla madre che ricade il doversi prendere cura dei figli, non citarmi poi il discorso dell'assegno di mantenimento perché sappiamo perfettamente che esso è l'ammissione categorica di come sia universalmente riconosciuto che la donna rinuncia al guadagnare dei soldi per fare da moglie/madre sottomessa, tant'è che il nostro caro ddl Pillon che sta cercando di toglierci qualsiasi possibilità di autonomia decisionale rispetto al potersi divorziare). 6 hours ago, marco7 said: se mollo mio marito ho piu' soldi da spendere solo per me ma poi sono solo. Non so quanti anni ci metterei a trovare un altro partner. Questo dipende dal tipo di persona che si è nel privato. Intendo dire, per te l'eventuale possibilità di trovare un altro partner in anni potrebbe essere una remora, per altri è preferibile stare soli piuttosto che in una condizione socio-economica comunque sfavorevole per un qualsiasi tipo di progettualità. In quest'ultimo caso, però, sembra che gli etero abbiano molte più remore nel mandare tutto all'aria, gli omosessuali che sono più individualisti se ne possono altamente fregare. Proprio perché ci facciamo molti meno problemi nel cambiare e cercare altro e la facilità con cui è possibile farlo aiuta sicuramente, non dovendo neanche dar più di tanto spiegazioni a livello sociale, come invece è in un certo senso costretto a dare un eterosessuale. Suvvia, una donna single che ha superato i 30 e non ha figli subisce molte più pressioni sia dal parentame che dalla società attorno per la sua condizione esistenziale. Una lesbica single che supera i 30 non fa né caldo né freddo né a loro né tanto meno a noi, visto che in un certo senso è dato per assodato che abbiamo più difficoltà a mantenere delle relazioni in generale. 7 hours ago, marco7 said: In svizzera si e' visto che 50 anni fa i medici maschi sposavano una donna che non aveva fatto l'universita' e che faceva poi la casalinga. Oggi i medici giovani spesso sposano una donna medico coetanea e non desiderano piu' aprire un loro studio in cui lavorare 60 ore ogni settimana ma invece desiderano lavorare meno anche come medico impiegato e non come libero professionista e avere piu' tempo libero da passare in famiglia coi figli ad esempio. Interessante l'esempio della svizzera. Guardando il trend italiano, si fanno meno figli e ci si butta più sul lavoro disperatamente proprio perché si guadagna ormai di meno e, per quanto ripeto vogliano farci credere che non si fanno figli per colpa degli immigrati o delle donne che abortiscono, l'unico vero motivo per cui non si fanno è la mancanza di soldi. Il vecchio concetto del "dove mangiano in tre possono mangiare pure in quattro" che apparteneva ad un paio di generazioni nostre fa, non è più applicabile alla nostra condizione attuale, visto che sostanzialmente fra un po' anche per andare a pulire i cessi servirà una laurea, vista ormai come un pezzo di carta (a meno di dovute eccezioni e lauree di un certo tipo) atto a rimandare l'entrata nel mondo del lavoro nella speranza che cambi sostanzialmente qualcosa. 7 hours ago, marco7 said: i gay forse proprio perche' in minoranza hanno meno scelta sui candidati partner e per questo si mischiano di piu' con persone diverse socialmente. Se sono gay e studio all'uni la maggioranza dei miei compagni non sono gay e sono esclusi dall'inizio per una relazione, cosa che invece per gli etero non accade e si formano le coppiette etero tra gente che studia la stessa materia. Ecco, su questo esempio concordo appieno, almeno riguardo alla selezione dell'eventuale partner e bacino di frequentazione. Ma anche se due omosessuali laureati alla medesima università dovessero incontrarsi, non significa che entrambi possano raggiungere il medesimo status professionale e potrebbe tranquillamente crearsi la dinamica da me supposta ad inizio discussione. Con la successiva affermazione: la situazione professionale e lo status sociale quanto influisce all'interno della coppia omosessuale? Io son stata sia con laureate che con non laureate e sinceramente negli esempi da me riportati non ho detto che la differenza di istruzione o provenienza ha creato problemi in campo relazionare. Quello che ha fatto la differenza è stato l'esito professionale ed il prestigio raggiunto. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted January 30, 2019 Share Posted January 30, 2019 In realtà le statistiche ci dicono che le famiglie monoreddito costituiscono un dato rilevante negli strati sociali inferiori, dove esiste un operaio o un tecnico-impiegato che lavora Il reddito si attesta sui 1.300 e certamente sono più maschi che femmine ( anche perchè il 43% delle donne guadagna meno di 1000€ ) Ho dei dubbi però che queste donne abbiano esercitato una sorta di opzione per non lavorare, perchè un reddito integrativo a queste famiglie farebbe comodo, mentre la % di donne che lavora cresce in relazione al reddito del marito, il ché significa che la donna mediamente preferisce lavorare anche se ha il marito benestante, magari farà un part-time o un lavoro che le consente una relativa indipendenza economica senza impedirle di occuparsi della casa. La donna che non lavora e si fa mantenere può farlo per la difficoltà ad accedere al mercato del lavoro, una famiglia alle spalle che non la sostiene-raccomanda per ottenerlo e certamente per fattori sociali e culturali che giustificano il fatto che possa rimanere in casa lei in quanto donna e madre, fattori che però dobbiamo ritenere recessivi, perchè una cultura dominante in una società è una cultura condivisa dai ceti medio-alti, mentre qui si tratta di medio-bassi. La donna privilegiata è una donna che lavora, a cui il marito o la famiglia d'origine ha procurato una occupazione, compatibile coi suoi ruoli di madre e moglie Deve essere chiaro che io rispetto le opinioni di tutti, però se mi approcciate la discussione con idee così granitiche : le donne sono privilegiate, la comunità LGBT è attraversata da una furia cieca ed irrazionale che impone di fidanzarsi a tutti i costi...chiaramente mi rivolgo a Sampei ed Almadel, difficilmente sarà possibile un confronto Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
freedog Posted January 30, 2019 Share Posted January 30, 2019 9 hours ago, Sampei said: , l'essere single e collezionare partners è abbondantemente ostracizzato anche nella comunità LGBT italiana. ? non mi pare proprio... 8 hours ago, Almadel said: il maschio eterosessuale italiano non ha l'opzione di farsi mantenere, sicuro? e allora perchè vanno tanto di moda i toy boy tra le VIPs? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
nowhere Posted January 30, 2019 Author Share Posted January 30, 2019 19 minutes ago, Hinzelmann said: La donna privilegiata è una donna che lavora, a cui il marito o la famiglia d'origine ha procurato una occupazione, compatibile coi suoi ruoli di madre e moglie Amen. Come già detto, non mi pare che siamo nella situazione economica nazionale tale per cui è auspicabile che una donna rimanga a casa a fare la casalinga piuttosto che lavorare, a meno che appunto il marito non guadagni i fantasoldi per mantenere lei, pagare il mutuo (qualora non sia già benestante di suo con una casa già di proprietà), campare i figli e mandarli a studiare. E, pure in quel caso, possiamo anche ipotizzare che queste creature mammifere sgrava marmocchi che a volte hanno fatto l'università, possano aspirare a trovarsi un lavoro piuttosto che farsi campare, perché sai, i figli poi crescono e si fanno i fattacci loro (come la vita giustamente insegna) e le mamme non più necessarie alla cura dei pargoli in molti casi vivono malissimo la separazione (se non c'hai una vita al di fuori dei tuoi figli, i tuoi figli diventano il tuo lavoro). Ed ecco che tutti si ritrovano a lamentarsi del fatto che le mamme son troppo attaccate e premurose nei confronti dei pargoli, poiché proiettano su di loro le proprie aspettative un po' come un uomo proietta le proprie nei confronti del proprio lavoro. Di esempi di persone eterosessuali che non si sposano e non hanno figli perché al momento non hanno possibilità economiche per farlo, ne conosco tantissime. Anche perché ormai moltissime persone sono costrette a spostarsi per il lavoro e non sempre si ha l'appoggio dei nonni per badare ai pargoli. Una baby-sitter costa svariati soldi e, essendosi alzata l'età media dei genitori ed allungata la vita in generale, bisogna anche aggiungere che spesso bisogna pagare bandanti o case di riposo per i genitori già anziani (od utilizzare la loro pensione, impedendo loro così di poter dare una mano ai propri figli). Però questa ansia della disparità di reddito e status sociale io non la vedo fra gli etero. Forse nelle generazioni più recenti, non lo so, ma dai 25 anni in su continuo a vedere coppie che fanno scudo comune e progetti in comune, perché consapevoli che la situazione attuale lavorativa non è causata da un difetto del partner. Mai sentito veramente mezza persona dire "Ah il mio compagno non trova lavoro e non avremo mai futuro assieme e questa relazione non potrà decollare". Se dovessi far la lista delle frasi sentite pronunciate dalle mie (ex) gentil pulzelle, da me medesima e da altre, sarebbe seriamente la sagra del cinismo. Ho mollato la presa quando mi ero resa conto che in coppia la persona dall'altra parte metteva la sua ossessione lavorativa al di sopra della coppia, mettendo come principale fonte di realizzazione l'appagamento economico e del prestigio e, ammetto, di essermi spaventata quando i miei appelli sono rimasti totalmente inascoltati e la paura di venir presto soppiantata da una possibilità di realizzazione personale ha avuto la meglio. Decisione che sul lungo termine mi ha dato ragione, visto la strada professionale intrapresa dalla suddetta persona, per cui era evidente che determinati tipi di decisioni non le avrebbe potute prendere con me come zavorra fra le ovaie. Sono stata mollata quando in crisi lavorativa io, la mia ex m'ha mollato senza tanti complimenti nel momento in cui ha avuto una promozione sul lavoro e la mia presenza era diventata ingombrante per via della mia situazione psicologica non propriamente rosea e per il suo bisogno ora di esplorare situazioni diverse (in altre parole, aveva raggiunto un'indipendenza economica sufficientemente tale per cui non doveva più preoccuparsi per il proprio futuro, quando la parola d'ordine fino a quel momento era riuscire ad organizzarsi per respingere le problematiche lavorative/economiche nel nome di una progettualità comune). Anche in quel caso, c'è stato un netto miglioramento delle condizioni della donzella. Di recente sono stata mezza mollata (si sta attuando la tecnica del ghosting a piccole dosi) perché la condizione lavorativa di entrambe non permette alcun tipo di pianificazione per il futuro e la possibilità dall'altra parte di fare persino coming out, a cui si aggiunge che la mia sfiducia per il periodo affrontato non mi rende un partner ideale per chi invece ha sogni di una vita benestante (....sogni fatti in singola persona, visto che per ogni volta che solamente mi azzardavo ad immaginare un qualcosa per due, mi veniva risposto con un "cazzo vuoi fare se non ci sono le basi per fare niente? Pensa ad una soluzione per te") In un lontano passato, la mia storia più lunga ha subito la stessa problematica, poiché l'assenza di una situazione lavorativa stabile non permetteva di far progetti, vuoi anche la più giovane età di entrambe. Poi potrei citare esempi di coppie etero a distanza per via lavorativa che ha comunque tentato e resistito finché ha potuto alla distanza, mentre coppie omosessuali sono morte nel giro di un mese. Gente che non prosegue una frequentazione perché si sposta a massimo un centinaio di km di distanza e data la situazione precaria oh, ma chi me lo fa fare se trovo un altro più bello che problemi non ha. Ora, possiamo parlare di casualità perché becco solo gente esclusivamente stakanovista. Oppure qualcosa di vero c'è nel fatto che per noi una relazione fra realizzazione professionale e status sociale ci sia. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Almadel Posted January 30, 2019 Share Posted January 30, 2019 31 minutes ago, freedog said: sicuro? e allora perchè vanno tanto di moda i toy boy tra le VIPs? A parte che un toy boy è più un prostituto che un marito, quello che fanno i VIP non è rilevante; i maschi mantengono le compagne anche se guadagnano meno di mille euro; perché una donna faccia altrettanto deve essere appunto una VIP e il compagno casalingo viene relegato al rango di "toy boy" 1 hour ago, Hinzelmann said: La donna privilegiata è una donna che lavora, a cui il marito o la famiglia d'origine ha procurato una occupazione, compatibile coi suoi ruoli di madre e moglie Una persona privilegiata è una persona che può scegliere. E le donne fino agli anni Settanta non potevano scegliere di essere qualcosa di diverso da una casalinga. Io chiedo solo che questa stessa possibilità sia riconosciuta anche ai maschi, magari senza venire chiamati mantenuti o toy-boy. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
marco7 Posted January 30, 2019 Share Posted January 30, 2019 A me come si viene chiamati dagli altri importa poco @Almadel. L'importante per me non e' quel che pensano gli altri ma come si vive noi. @nowhere ci sono diversi tipi di persone: chi vive bene da single, chi vive bane in coppia, chi vive bene in altre forme diverse da single e coppia, se sono una persona che aspira a vivere in coppia devo scegliere un/una compagno/a che pure aspira a vivere in coppia e che mette questo suo desiderio davanti alla carriera professionale o al guadagno effettivo in soldi. se ti scegli una avvocatessa o una banchiera tra i quadri di una banca e' abbastanza probabile che questa persona riterra' piu' importante la sua carriera della relazione con te. prima di iniziare una relazione devi cercare di capire un attimo che tipo di persona hai di fronte. Se sbagli a scegliere la persona poi non cambi le priorita' di questa persona e questo avra' ripercussioni sulla vostra relazione. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted January 30, 2019 Share Posted January 30, 2019 2 hours ago, Almadel said: Una persona privilegiata è una persona che può scegliere. Sì certo è una persona che può scegliere...e se c'è la possibilità di trovare una lavoro decente sceglie di lavorare Nessuno dei miei colleghi di Università ha una moglie che non lavora e questo è un dato di fatto, ci può essere la moglie del ricco avvocato che si diverte a fare la guida turistica a tempo perso, ci può essere la moglie del bancario che fa l'architetto e magari in entrambi i casi il loro contributo economico è modesto o simbolico tuttavia lavorano tutte. ho tre cugini sposati e le loro mogli lavorano ( una fa l'odontotecnico essendo i genitori dentisti, un'altra è maestra d'asilo etc ) Le statistiche ci dicono che ci sono circa 800.000 casalinghe under 35, sono solo il 20% delle casalinghe totali, ma esistono. Il fatto che io non le conosca dipende dal fatto che l'età media della casalinga italiana è 60 anni, ma oltre il 40% è over 65 ed il 75% ha come titolo di studio la licenza media inferiore e quindi ragionevolmente sono fuori dal range delle mie conoscenze universitarie D'altronde tu hai questa singolare attitudine a pensare che le donne che non avrebbero potuto scegliere fino agli anni '70....siano tutte morte (?) ebbene no molte sono ancora viventi complice un'età media femminile che mi pare stia sugli 85 anni Basta incrociare questi dati con quelli delle famiglie monoreddito, il cui reddito è pari ad €1.300, per capire che sono donne che appartengono ai ceti medio-bassi, che non possono contare sul sostegno delle famiglie di origine né per prendersi cura dei figli, né per trovare lavori compatibili con i ruoli familiari etc Questa è la situazione Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
marco7 Posted January 30, 2019 Share Posted January 30, 2019 Io ricordo che durante un'escursione sulle dolomiti feci una breve amicizia con un padre docente universitario di fisica in italia e suo figlio ragioniere (?). Il padre mi racconto' della situazione del figlio che aveva la moglie col problema che avrebbe dovuto lavorare in futuro in ticino perche' la sua ditta si trasferiva parzialmente in ticino e il figlio e sua moglie non sapevano bene che fare per questa nuova situazione lavorativa della moglie. Se vivere due vite a distanza, se lei licenziarsi con la difficolta' in seguito a trovare un altro lavoro o che fare. il padre mi disse che in italia una donna che non lavora viene considerata come una che non vale nulla. Io trovai alquanto strana la cosa. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
BerryJuice Posted January 30, 2019 Share Posted January 30, 2019 A me è successa la stessa cosa e probabilmente succederà sempre... Non importa quanto possa essere affine ad un ragazzo ma al primo posto metterò sempre e comunque la carriera... Per non creare incomprensioni tendo a scegliere solo ragazzi con queste stesse mie priorità. La differenza di status sociale è più frequentemente causa di rottura in una coppia gay perché le coppie gay sono più fragili. Le ragioni di ciò sono molteplici. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted January 30, 2019 Share Posted January 30, 2019 (edited) Magari il 40% delle casalinghe che sono over 65 e con la licenza media inferiore, è anche soddisfatto di ciò che è e se ne sbattono di ciò che pensa un docente universitario. Una parte ( non saprei dire quante ) delle nate dopo il 1970 sentirà di essersi dovuta "adattare" ad un marito tradizionalista. E tutto il 20% delle under 35 percepirà il fatto di essere casalinga come una costrizione o una rinuncia dettata da scarse prospettive. Edited January 30, 2019 by Hinzelmann Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
marco7 Posted January 30, 2019 Share Posted January 30, 2019 La mia impressione e' che quel docente universitario non condividesse quell'opinione ma riteneva che la maggioranza degli italiani pensasse cio'. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Sampei Posted January 30, 2019 Share Posted January 30, 2019 14 hours ago, nowhere said: Lasciare un partner che zoppica o è in crisi dal punto di vista economico/sociale, permette sostanzialmente di migliorare la propria condizione da single ed eventualmente concentrarsi sulla ricerca di un partner più compatibile per eventuali progettazioni future. Però io sono confuso da quello che mi racconti. Da un lato dici di essere stata lasciata perché l'altra voleva una che fosse affermata e in carriera, e dall'altro lato mi dici che anche tu hai lasciato perché volevi che l'altra fosse affermata e in carriera. E poi mi dici che è successo diverse volte allo stesso modo. Ma non è che, prima di parlare della società fetente (che un po' lo è, ok) e dei lgbt disgraziati (che un po' lo sono, ok) questa cosa è primariamente una tua convinzione personale, che applichi metodicamente alle tue relazioni? Ho un amico (etero, per quel che vale) che è andato a vivere nella Grande Metropoli. Studi prestigiosi, lavoro prestigiosissimo. Ambizione alle stelle. Le rarissime volte che si rifà vivo col gruppo e che riesce a smettere di far finta che tutto sia top, mostrando un lato un po' più umano e almeno teoricamente vulnerabile, si lamenta, sinceramente, del fatto non trovare mai l'anima gemella. Cito testualmente: "Tutte che non si accontentano mai" "Appena trovano uno migliore di te se ne vanno" "Non si riesce mai a essere abbastanza" "tanto appena si sono divertite vanno da quelli che hanno il lavoro più prestigioso/lo stipendio più alto/le conoscenze più fighe" ecc. Però poi è lui stesso che quando ci parla delle ragazze che incontra le descrive non per come sono, ma per il fatto che hanno conoscenze nell'ambiente X, che lo hanno portato alla festa Y, che hanno come vicino di casa il tizio famoso Z, che fanno il tal supermegalavoro. Della serie a stento sappiamo come sono fatte fisicamente, se hanno un hobby, se sono gentili ecc. Insomma lui è calato in una spietata competizione col nulla, ne soffre, ma è lui che ha pianificato di vivere in questa competizione in ogni dettaglio, per anni. E non lo sa. E' una cosa di cui mi sono accorto di recente, e mi è dispiaciuta molto. Mi è impossibile parlargli, è troppo suscettibile perchè io possa anche solo accennare questo argomento, e ormai la confidenza si sta affievolendo. Però posso dirlo a te. Quello che pensiamo, lo penseranno gli altri di noi. Altro che oroscopo: le persone con cui stiamo (male) sono lo la risposta più precisa che ci possa essere a come noi vediamo le cose e il mondo. Quello che dice @Marco7 è molto semplificato ma sono d'accordo, e si ricollega con quello che dicevo io sulla tendenza a "parificare i punti di vista socio-economici" che verso i 25-30 molte persone iniziano ad attuare. E' una questione di priorità, e se uno cerca di stare con persone che hanno priorità diverse dalle proprie alla fine va a prendersi batoste almeno in parte piuttosto prevedibili. Ed è per questo che io penso che ci si debba prendere un attimo per ripensare a se stessi e per "discutere con se stessi", perché se uno tende a ritrovarsi così sistematicamente e inesorabilmente in coppia con persone che hanno priorità lontane o addirittura opposte alle proprie, evidentemente è lui il primo a non avere ben chiare le proprie priorità, cosicché non riesce a renderle rilevanti ed evidenti nel momento in cui inizia la conoscenza degli altri. Cioè non conoscendole, non può usare le proprie priorità COME CRITERIO DI VALUTAZIONE di una relazione con una persona che gli/le piace. Va da sé che è del tutto legittimo non avere le idee chiare, la società presenta una quantità di variabili straordinaria e può servire moltissimo tempo per farsi un'idea non solo di come vanno le cose, ma anche di come funzioniamo noi stessi. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted January 30, 2019 Share Posted January 30, 2019 (edited) 2 hours ago, marco7 said: La mia impressione e' che quel docente universitario non condividesse quell'opinione ma riteneva che la maggioranza degli italiani pensasse cio'. Può essere e non ho motivo di smentirti io contestavo che dal 1970 le donne abbiano acquisito un diritto di scelta in forma privilegiata Affermazione clamorosamente falsa per tutte le donne nate in precedenza, ed ancora viventi, che sono la stragrande maggioranza delle casalinghe, ma anche per coloro la cui scelta è stata una forma di adattamento al volere di mariti cattolici o tradizionalisti in data successiva o di costrizione sociale determinata da scarsezza di prospettive lavorative in date ulteriormente successive Lo status giuridico della casalinga in Italia è stato riconosciuto da una sentenza della corte Costituzionale del 1995 e quasi ogni governo della seconda repubblica ha piazzato una rappresentante delle casalinghe da qualche parte, tanto è vero che le casalinghe italiane hanno ottenuto l'assicurazione antinfortunistica all'INAIL ( pagando un premio simbolico di circa 12 euro l'anno ) e la possibilità di versare contributi previdenziali per una pensione Credo peraltro che non siano forme di tutela molto diffuse all'estero...ovviamente si è molto ironizzato su personaggi come la Federica Rossi Gasparini ( che ha praticamente militato in ogni partito e cercato di insinuarsi in ogni governo...) e niente esclude che alla bassa considerazione sociale possano corrispondere dei diritti sociali o previdenziali Inoltre han goduto di un appoggio, forse scontato ma certamente a noi poco gradito, dai vertici ecclesiastici ( che non vanno esenti da accenti familistici e paternalistici ). Pare infine che il voto delle casalinghe sia sociologicamente rilevante per Forza Italia ed il PD...e questo da solo possa spiegare il risultato finale La situazione a livello descrittivo è questa, più o meno L'elemento @marco7 che nel tuo racconto è decisivo è che delle difficoltà del figlio con la moglie te ne ha parlato IL PADRE cioè quella coppia etero avendo una difficoltà ha avuto immediatamente una struttura di supporto morale e se del caso di appoggio economico e materiale ( se anche il padre si fosse inventato tutto...per giustificare una certa decisione o spingere ad un certo esito poco rileva se ha operato per mantenere l'unione dei due o giustificare il dissidio ) Edited January 30, 2019 by Hinzelmann Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
freedog Posted January 30, 2019 Share Posted January 30, 2019 3 hours ago, marco7 said: in italia una donna che non lavora viene considerata come una che non vale nulla. Io trovai alquanto strana la cosa. ? di che zona era sto tipo? chè con la disoccupazione che c'è, stare senza lavoro non è certo fonte di onta & disdoro manco per gli uomini. Piuttosto sta creando torme di depressi e/o rancorosi col mondo, ma quella è un'altra storia Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
nowhere Posted January 30, 2019 Author Share Posted January 30, 2019 28 minutes ago, Sampei said: Da un lato dici di essere stata lasciata perché l'altra voleva una che fosse affermata e in carriera, e dall'altro lato mi dici che anche tu hai lasciato perché volevi che l'altra fosse affermata e in carriera. Perché come già detto, mi è capitato sia di trovarmi a lasciare che essere lasciata per lo stesso motivo. Parlo appunto di storie differenti. In alcuni casi mi son trovata appunto lasciata per motivi inerenti al lavoro, dall'altra parte ho lasciato io per motivi sempre inerenti al lavoro. Se sono confusionaria è perché per mia remore personale non mi piace scendere troppo in dettagli. 31 minutes ago, Sampei said: Le rarissime volte che si rifà vivo col gruppo e che riesce a smettere di far finta che tutto sia top, mostrando un lato un po' più umano e almeno teoricamente vulnerabile, si lamenta, sinceramente, del fatto non trovare mai l'anima gemella. [...]Però poi è lui stesso che quando ci parla delle ragazze che incontra le descrive non per come sono, ma per il fatto che hanno conoscenze nell'ambiente X, che lo hanno portato alla festa Y, che hanno come vicino di casa il tizio famoso Z, che fanno il tal supermegalavoro [...] Della serie a stento sappiamo come sono fatte fisicamente, se hanno un hobby, se sono gentili ecc. Insomma lui è calato in una spietata competizione col nulla, ne soffre, ma è lui che ha pianificato di vivere in questa competizione in ogni dettaglio, per anni. Non ho questo problema, come detto son stata con non laureate, non occupate, laureate in fase tirocinio, laureate con lavoro ed anche con chi non aveva finito le scuole superiori ma già lavorava. Insomma, non è che mi son fissata con le mega dirigenti galattiche con la poltrona in pelle umana o con le outsider della società che vivono di assistenza sociale. Quindi non mi sento in competizione sotto quel punto di vista con la partner. Anche se sto iniziando seriamente a pensare che non sono più portata per stare con qualcuna, se il risultato è che, alla fine, questa eterna incertezza realizzativa mi uccide la coppia e se, di base, non me la sento neanche di selezionare la partner in base al bisogno professionale del momento o a seconda di quale sia il periodo che sto attraversando. 35 minutes ago, Sampei said: Quello che dice @Marco7 è molto semplificato ma sono d'accordo, e si ricollega con quello che dicevo io sulla tendenza a "parificare i punti di vista socio-economici" che verso i 25-30 molte persone iniziano ad attuare. E' una questione di priorità, e se uno cerca di stare con persone che hanno priorità diverse dalle proprie alla fine va a prendersi batoste almeno in parte piuttosto prevedibili. Sia chiaro, nella mia analisi io non ho mai detto "sono tutte delle brutte bottane con un portafoglio al posto del cuore :-(" non mi sono mai permessa a dare un giudizio di merito sulla questione specifica e, anzi, ti dico anche che mi sono meritata di venir lasciata ed ho fatto bene a lasciare per le motivazioni da me citate. Ma non penso che sia un discorso di priorità nella vita, mi spiego meglio: sono abbastanza certa che non fossero persone interessate alla carriera, o meglio, questo aspetto è subentrato in un secondo momento perché, di base, mancavano i presupposti di una progettualità generica per la mancanza di carriera, non perché la carriera era giunta ed aveva distrutto la progettualità. Detta in maniera meno contorta? No, non credo/evo fossero persone stakanoviste fino a quando l'assenza di una progettualità ha inciso talmente tanto che improvvisamente è diventata una questione di vitale importanza ai fini del rapporto di coppia. Oppure sono una testa di cazzo che, dopo anni che conosce una persona, non s'accorge di un dettaglio del genere e finisce per andarci a vivere assieme. Ma non c'ho 20 anni e vorrei essere un po' più ottimista quando giudico la mia capacità di giudizio verso le persone. 3 hours ago, BerryJuice said: Per non creare incomprensioni tendo a scegliere solo ragazzi con queste stesse mie priorità. La differenza di status sociale è più frequentemente causa di rottura in una coppia gay perché le coppie gay sono più fragili. Le ragioni di ciò sono molteplici. Inizio a pensarla nello stesso modo, ma vorrei solo specificare una cosa: non è che avere le stesse priorità significa che entrambi possiate raggiungere la stessa posizione o gli stessi risultati. E chiunque vi convinca del fatto che tutti possono raggiungere tutto basta che ci credano davvero, è una minchiata new age. Perché quello che non vi viene mai raccontata, è cosa sia successo agli altri 999 dopo che quell'1 ce l'ha fatta. Quindi piuttosto che guardare alla stessa priorità, assicurati anche che quella priorità sia riuscita a concretizzarla, altrimenti è tutta una perdita di tempo. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
freedog Posted January 30, 2019 Share Posted January 30, 2019 52 minutes ago, Sampei said: Ho un amico (etero, per quel che vale) che è andato a vivere nella Grande Metropoli. Studi prestigiosi, lavoro prestigiosissimo. Ambizione alle stelle. Le rarissime volte che si rifà vivo col gruppo e che riesce a smettere di far finta che tutto sia top, mostrando un lato un po' più umano e almeno teoricamente vulnerabile, si lamenta, sinceramente, del fatto non trovare mai l'anima gemella. Cito testualmente: "Tutte che non si accontentano mai" "Appena trovano uno migliore di te se ne vanno" "Non si riesce mai a essere abbastanza" "tanto appena si sono divertite vanno da quelli che hanno il lavoro più prestigioso/lo stipendio più alto/le conoscenze più fighe" ecc. Però poi è lui stesso che quando ci parla delle ragazze che incontra le descrive non per come sono, ma per il fatto che hanno conoscenze nell'ambiente X, che lo hanno portato alla festa Y, che hanno come vicino di casa il tizio famoso Z, che fanno il tal supermegalavoro. Della serie a stento sappiamo come sono fatte fisicamente, se hanno un hobby, se sono gentili ecc. Insomma lui è calato in una spietata competizione col nulla, ne soffre, ma è lui che ha pianificato di vivere in questa competizione in ogni dettaglio, per anni. mi è noto sto tipo di fauna umanoide, di solito MOLTO instagram-addicted: troppo presi a coltivare la propria immagine, manco cercano di instaurare dei rapporti che non siano di una superficialità disarmante. Che si tratti di amicizia, amore, relazione, matrimonio eccetera non fa differenza. Sono di un piattume & di un vuoto cosmici! Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
marco7 Posted January 30, 2019 Share Posted January 30, 2019 14 minutes ago, freedog said: di che zona era sto tipo? Credo di ricordare emilia romagna. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted January 30, 2019 Share Posted January 30, 2019 Sì ma non è rilevante....quel che conta è che il padre si è fatto carico del desiderio di lavorare della moglie del figlio, che poi se la racconti come una situazione in parte necessitata da un giudizio sociale che in realtà viene di molto drammatizzato è accessorio. Se la moglie si licenzia dirà al figlio che lei ha fatto un grosso sacrificio per lui, se invece si trasferisce gli dirà che deve comprenderla ed in ambedue i casi la situazione viene spinta verso una riappacificazione Noi abbiamo fatto degli esempi di genitori che hanno letteralmente scaricato i figli ed in quel caso la cosa può diventare paradossalmente un collante, vedi @freedog etc Ma è un effetto paradosso...per il resto io forse ho udito una mezza frase di consolazione di mia madre dopo una rottura a 26 anni e questo è tutto l'appoggio morale che posso dire di aver ricevuto alla mia veneranda età Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Saramandasama Posted January 30, 2019 Share Posted January 30, 2019 7 minutes ago, Hinzelmann said: Sì ma non è rilevante....quel che conta è che il padre si è fatto carico del desiderio di lavorare della moglie del figlio, che poi se la racconti come una situazione in parte necessitata da un giudizio sociale che in realtà viene di molto drammatizzato è accessorio. Se la moglie si licenzia dirà al figlio che lei ha fatto un grosso sacrificio per lui, se invece si trasferisce gli dirà che deve comprenderla ed in ambedue i casi la situazione viene spinta verso una riappacificazione Noi abbiamo fatto degli esempi di genitori che hanno letteralmente scaricato i figli ed in quel caso la cosa può diventare paradossalmente un collante, vedi @freedog etc Ma è un effetto paradosso...per il resto io forse ho udito una mezza frase di consolazione di mia madre dopo una rottura a 26 anni e questo è tutto l'appoggio morale che posso dire di aver ricevuto alla mia veneranda età Hinzy tu hai ricercato lo status sociale nei tuoi compagni o ti è stato indifferente ? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Sampei Posted January 30, 2019 Share Posted January 30, 2019 7 hours ago, Hinzelmann said: Deve essere chiaro che io rispetto le opinioni di tutti, però se mi approcciate la discussione con idee così granitiche : le donne sono privilegiate, la comunità LGBT è attraversata da una furia cieca ed irrazionale che impone di fidanzarsi a tutti i costi...chiaramente mi rivolgo a Sampei ed Almadel, difficilmente sarà possibile un confronto Non esageriamo non è una convinzione granitica, è solo una generale sensazione, espressa in modo scherzoso, secondo cui è molto forte l'idea assolutamente teorica di doversi ansiogenicamente sottrarre dalla immonda e deplorevole condizione di non essere in coppia. Ovviamente sto parlando di una pressione psicologica autogenerata, non una pratica concreta che si realizza. Una traccia di questa pressione la possiamo vedere in tutti quegli infiniti casi di fanciulli che dichiarano fedeltà eterna allo sconosciuto con cui hanno bevuto una coca cola 15 minuti prima. E' un approccio inconsapevole, che però in molti casi purtroppo continua a restare intatto nel gay rodato anche dopo le prime esperienze, di solito sotto forma di cristallizzazione di atteggiamenti passivo-aggressivi del tipo "ah i gay sn tti degli psikopatici", "ki nn mi risponte hal saluto e 1 maledukato" "nn kontatatemi se nn siete sani di mente" "le perzone sn tte falze sn melio i kanniolini!" legati ad una mancata accettazione del fatto che la realtà esiste e basta e non è strutturata per realizzare le tue fantasie di controllo. Ne abbiamo parlato tanto, l'inibizione delle sperimentazioni affettive adolescenziali, lo step identitario del coming out, la religione cattolica e i sensi di colpa, l'idea di dover espiare l'omosessualità nel sacro vincolo dell'ammore idealizzato ecc sono tutti fattori molto presenti del succo distillato in cui si forma il nostro buon lgbt medio italiano. Riguardo a ciò che dice Almadel sulla donna italiana non saprei, però penso che il fenomeno delle Mamme Pancine, vero o fake che fosse, possa essere un'allegoria grottesca ma verosimile e riammodernata della categoria feroce e combattiva della Casalinga di Voghera, categoria che parte da una posizione di "privilegio" da intendersi però non come forse Nowhere ha inteso, cioè di "benessere femminile post-sessantottino", ma, all'esatto contrario, proprio come "arroccamento corporativo" della donna che HA RIFIUTATO (o ha scansato inconsapevolmente?) l'emancipazione e la parificazione sessuale per restare nel comodo matriarcato latente vetero-megalogreco della massaia che dice la sua in romanaccio dal pubblico di forum. Il problema è che questo secondo discorso non può essere di grande aiuto a Nowhere se non si cerca di calarlo nella realtà lesbo. E ahimé io ho ben pochi strumenti per poter argomentare, solo tante domande: come si riflette nelle ragazze lesbiche italiane il tema della dipendenza economica della "custode del focolare"? Che effetto ha? C'è una pressione a che entrambe siano indipendenti o è concepibile la dipendenza di una delle due? E se sì, in che termini? E detto questo, cosa ne pensano al giorno d'oggi le ragazze lesbiche italiane della dicotomia carriera-famiglia? Si riesce a distinguere nettamente ragazze career-oriented e ragazze family-oriented o la duplice pressione di riscatto impedisce di avere il secondo profilo? Fammi pensare, delle coppie che conosco in una lei è nelle assicurazioni e l'altra ha il negozio, in un'altra coppia (maggior differenza d'età) una ha appena finito un master e penso che insegni mentre l'altra fa la pratica come architetto, e in un'altra coppia mi sembra che una sia operaia e l'altra non ricordo bene, forse impiegata. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted January 30, 2019 Share Posted January 30, 2019 10 minutes ago, Saramandasama said: Hinzy tu hai ricercato lo status sociale nei tuoi compagni o ti è stato indifferente ? Ricercato no, tanto è vero che ho avuto fidanzati e compagni assai dissimili fra loro Dire che lo status sociale sia stato indifferente è un altro paio di maniche...come fai ad essere indifferente ad un trasferimento all'estero, ad un momento di difficoltà lavorativo o professionale o di salute ( chiaramente sono cose che non capitano ai fanciulli, come è giusto che sia, sono problemi più da adulti ) ? Tuttavia io appartengo ad un'altra generazione era abbastanza normale per noi pensare che la realizzazione lavorativa fosse tutto, o molta parte, della vita di un gay, certamente l'ansia si proiettava più su una realizzazione individuale compensativa, che su l'idea di dover trovare un fidanzato Non solo l'idea di dipendenza economica era una parolaccia, ma direi che anche i margini di adattamento reciproco erano estremamente ristretti Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
nowhere Posted January 30, 2019 Author Share Posted January 30, 2019 21 minutes ago, Sampei said: Una traccia di questa pressione la possiamo vedere in tutti quegli infiniti casi di fanciulli che dichiarano fedeltà eterna allo sconosciuto con cui hanno bevuto una coca cola 15 minuti prima. E' un approccio inconsapevole, che però in molti casi purtroppo continua a restare intatto nel gay rodato anche dopo le prime esperienze, di solito sotto forma di cristallizzazione di atteggiamenti passivo-aggressivi Quella traccia di pressione la hanno anche i fanciulli e le fanciulle etero e sono i primi passetti che muovono nel magico mondo dell'affettività. Successivamente, riguardo ai gay nello specifico (e guardate, ne ho conosciuti e ne conosco veramente tanti eh, probabilmente molti di più rispetto alle lesbiche) si innesca un meccanismo che non solamente è stato esposto qui sul forum svariate volte (...seppur ripeto, il forum ha talmente pochi utenti nuovi che lo ritengo un campione veramente quasi trascurabile) ma ho sentito dire dal vivo almeno un triliardo di volte, per cui tutti si lamentano delle uscite legate esclusivamente al sesso ed allo stesso tempo affermare che "se non riesco ad avere una storia perché quello che mi viene offerto è altro, mi ritrovo ad accettare altro perché altrimenti sarei totalmente fuori dai giri e dalla possibilità di conoscere gente" AKA: dato che non riesco a trovare quello che cerco, critico quello che c'è ma faccio lo stesso per non stare da solo AKA2: si usa il sesso come surrogato per mancanza di affettività. Grazie che poi ti trovi davanti gente che ha superato i 20 con l'affettività di un 14enne paranoico, se già in età adolescenziale è difficilissimo per un omosessuale essere al passo con gli etero e se poi si viene catapultati in una realtà del genere, come pensi che faccia una persona a sviluppare una maturità se totalmente privata dell'esperienza che necessita per ottenerla? Questo per aggiungere quanto già detto in mio precedente reply, cioè che io queste remore puritane da parte degli omosessuali (lesbiche o gay che siano) le vedo praticamente o nei non dichiarati o in chi vive nei paesini e non ha accesso al fantastico mondo arcobalenoso nel suo completo. 30 minutes ago, Sampei said: da intendersi però non come forse Nowhere ha inteso, cioè di "benessere femminile post-sessantottino", ma, all'esatto contrario, proprio come "arroccamento corporativo" della donna che HA RIFIUTATO (o ha scansato inconsapevolmente?) l'emancipazione e la parificazione sessuale per restare nel comodo matriarcato latente vetero-megalogreco della massaia che dice la sua in romanaccio dal pubblico di forum. Si, ma parliamo sempre di che categoria di donne? di che età? di che estrazione sociale? Quante ragazze dai 25 in poi conosci che consapevolmente affermano di voler fare la casalinga? Se mettiamo per buono che il fenomeno delle mammine pancine non sia un fake, quelle che postano le proprie storie sono per lo più disagiate con storie terribili alle spalle che manco sanno distinguere una violenza da un dovere coniugale, che hanno partorito giovani e non sono scolarizzato e non riescono manco a concepire una frase di senso logico senza contraddirsi. E quelle tu le chiami persone che scelgono ragionevolmente quello stile di vita o vittime della propria condizione di disagio sociale? Se prendiamo per buone invece solo le testimonianze di gente vera in carne ed ossa, io ho sentito solamente da una trentenne fare la scelta "perché entro i miei tot anni, devo avere figli e voglio una famiglia numerosa di cui prendermi cura mentre il mio compagno lavora" A tutto questo, invito nuovamente a riflettere sul costo per avere una famiglia, sposarsi, avere un mutuo e sulle oggettive difficoltà nel trovare un lavoro come donna e alle paghe disparitarie. 37 minutes ago, Sampei said: l problema è che questo secondo discorso non può essere di grande aiuto a Nowhere se non si cerca di calarlo nella realtà lesbo. E ahimé io ho ben pochi strumenti per poter argomentare, solo tante domande: come si riflette nelle ragazze lesbiche italiane il tema della dipendenza economica della "custode del focolare"? Che effetto ha? C'è una pressione a che entrambe siano indipendenti o è concepibile la dipendenza di una delle due? E se sì, in che termini? E detto questo, cosa ne pensano al giorno d'oggi le ragazze lesbiche italiane della dicotomia carriera-famiglia? Si riesce a distinguere nettamente ragazze career-oriented e ragazze family-oriented o la duplice pressione di riscatto impedisce di avere il secondo profilo? Sai, quando ho deciso di aprire questo topic ero pienamente consapevole di essere l'unica lesbica praticamente ancora attiva su questo forum. Ed ho scelto consapevolmente di interagire con degli uomini perché vi ritengo più oggettivi in taluni contesti nel dire apertamente come stanno le cose. Ho totalmente evitato di interagire con un pubblico femminile perché, seppur frequento comunità virtuali di lesbiche, già mi son fatta un'ampia idea delle risposte della platea. E perché fra quelle virtuali, quelle reali e le mie esperienze personali ne ho le ovaie piene delle risposte di quelle che ben pensano. Quindi in realtà non sto cercando da voi esempi lesbici, solo di avere un parere in un mondo di maschi per maschi. Per carità, mi fa più che piacere sentire anche esempi vostri su altre lesbiche che conoscete, però ecco non ti preoccupare se non potete darmi delle risposte sotto il punto di vista femminile, è gradita anche la vostra opinione come uomini che vedono il mondo come degli uomini. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted January 31, 2019 Share Posted January 31, 2019 14 hours ago, nowhere said: Grazie che poi ti trovi davanti gente che ha superato i 20 con l'affettività di un 14enne paranoico, se già in età adolescenziale è difficilissimo per un omosessuale essere al passo con gli etero e se poi si viene catapultati in una realtà del genere, come pensi che faccia una persona a sviluppare una maturità se totalmente privata dell'esperienza che necessita per ottenerla? Io su questo punto volerei basso, diciamo che come gay e come lesbiche possiamo avere il problema specifico di avere relazioni con persone la cui identità gay non è ancora formata o non del tutto formata In linea teorica, se ragioniamo secondo stereotipi, le lesbiche manifesterebbero la tendenza a precipitare in relazioni per la caratteristica femminile di coniugare sesso ed intimità emotiva, ma l'intimità emotiva non equivale né significa affettività, i maschi tendono a scindere il sesso dall'intimità emotiva che è una dimensione che viene confinata nella sfera del corteggiamento. In entrambi i casi pur atteggiandosi in modo diverso, l'interferenza esisterebbe e se una relazione nasce sarà condizionata dal diverso grado di formazione di questa identità dei partner. Ovviamente io conosco a fondo i problemi legati alla costruzione di una intimità emotiva fra maschi, nelle sue varianti e meno la dinamica lesbica di trasformazione dell'intimità in affettività, tuttavia l'origine del problema è lo stesso. 22 hours ago, nowhere said: Di recente sono stata mezza mollata (si sta attuando la tecnica del ghosting a piccole dosi) perché la condizione lavorativa di entrambe non permette alcun tipo di pianificazione per il futuro e la possibilità dall'altra parte di fare persino coming out, a cui si aggiunge che la mia sfiducia per il periodo affrontato non mi rende un partner ideale per chi invece ha sogni di una vita benestante Tu hai citato questo esempio, quindi pare che con questo problema ci stai avendo a che fare....giusto? Stiamo parlando di una persona che non ha fatto CO, che sente di non avere i mezzi per poterlo fare e proietta su di te un bisogno di rassicurazione economica, che tu in questo momento non ti senti in grado di poter soddisfare ( se non ho capito male ) e questa situazione vi allontana emotivamente e quindi sessualmente. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
faby91 Posted January 31, 2019 Share Posted January 31, 2019 Il mio ragazzo non lavora però vive con la madre quindi nessuno dei due mantiene l altro. A livello di relazione non é mai stato un problema. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
nowhere Posted January 31, 2019 Author Share Posted January 31, 2019 5 hours ago, Hinzelmann said: Io su questo punto volerei basso, diciamo che come gay e come lesbiche possiamo avere il problema specifico di avere relazioni con persone la cui identità gay non è ancora formata o non del tutto formata Beh dai, nonè che voglio ragionare per stereotipi, ma mi sembra che sia abbastanza evidente che noi tardiamo nelle interazioni sentimentali ed in generale per le altre mille problematiche derivate dal minority stress e affini. 5 hours ago, Hinzelmann said: Tu hai citato questo esempio, quindi pare che con questo problema ci stai avendo a che fare....giusto? Stiamo parlando di una persona che non ha fatto CO, che sente di non avere i mezzi per poterlo fare e proietta su di te un bisogno di rassicurazione economica, che tu in questo momento non ti senti in grado di poter soddisfare ( se non ho capito male ) e questa situazione vi allontana emotivamente e quindi sessualmente. Allora l'aggiornamento dell'ultima ora è che son stata proprio lasciata. Non proiettava su di me il bisogno di rassicurazione economica, perché diciamo che lei al momento ha fatto una scelta di carriera che non la porterà a guadagnare denaro per svariato tempo e a non avere una propria indipendenza. L'allontanamento è stato prettamente fisico vista la distanza geografica ed emotivo dal momento in cui è andata a peggiorare la mia preoccupazione data da altri fattori, poiché ha pesato anche molto il peso del non poter pianificare nulla, in virtù del fatto che dall'altra parte vigeva il silenzio tombale su questo argomento affrontato da coppia. Ma il fatto che non mi sia stata data la possibilità di fare un tentativo di avvicinamento perché tanto del tutto inutile data la mancanza cronica di lavoro dalle sue parti (non certa al 100%, sia chiaro), a detta sua, era comunque inutile già solo il fare un tentativo o provare a trovare una soluzione analoga in zona limitrofa. Quindi l'unica soluzione da parte sua è stata quella del "io mi faccio la mia vita, tu fatti la tua" In altre parole, evitandovi tutta la cialtroneria femminile del caso, l'unica soluzione silenziosa applicabile sarebbe stata quella di trovare entro oggi un lavoro nella sua zona, retribuito benissimo che mi desse la possibilità di trovarmi un'appartamento (...e 'na fetta de culo panata), seppur con delle remore perché comunque lei non vuole neanche rimanere nella città dove sta. E' possibile che a questo punto qualcuno possa dirmi "Nowhere, razza di vecchia lesbica rincoglionita che non sei altro, non ti rendi conto che questa t'ha fregato accampando scuse inutili semplicemente perché s'era scocciata di fa le amanti a distanza e non era minimamente disposta a fare il passo successivo?", io vi potrei anche dar ragione. Solo che ad un certo punto, quando raggiungi una certa età, un certo quantitativo di storie che durano un certo numero di anni, una certa quantità di tentativi nel fare delle convivenze, la vaghissima sensazione che se alla fine della fiera quando tutto va all'aria il minimo comun denominatore rimane quello, una qualche domanda se la fa. E quindi apre un post per capire se: - Può capitare anche ad altri - Quando capita salta tutto o c'è la possibilità di intervento - Mi ritrovo persone davanti che sanno perfettamente dove andare a parare per lasciarmi o per autosabotarsi la relazione nella speranza che sia io a lasciarle - E' tutto frutto del caso, e a questo signor caso devo aver steso per sbaglio il gatto con la macchina se s'è impuntato. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Saramandasama Posted January 31, 2019 Share Posted January 31, 2019 29 minutes ago, nowhere said: Beh dai, nonè che voglio ragionare per stereotipi, ma mi sembra che sia abbastanza evidente che noi tardiamo nelle interazioni sentimentali ed in generale per le altre mille problematiche derivate dal minority stress e affini. Allora l'aggiornamento dell'ultima ora è che son stata proprio lasciata. Non proiettava su di me il bisogno di rassicurazione economica, perché diciamo che lei al momento ha fatto una scelta di carriera che non la porterà a guadagnare denaro per svariato tempo e a non avere una propria indipendenza. L'allontanamento è stato prettamente fisico vista la distanza geografica ed emotivo dal momento in cui è andata a peggiorare la mia preoccupazione data da altri fattori, poiché ha pesato anche molto il peso del non poter pianificare nulla, in virtù del fatto che dall'altra parte vigeva il silenzio tombale su questo argomento affrontato da coppia. Ma il fatto che non mi sia stata data la possibilità di fare un tentativo di avvicinamento perché tanto del tutto inutile data la mancanza cronica di lavoro dalle sue parti (non certa al 100%, sia chiaro), a detta sua, era comunque inutile già solo il fare un tentativo o provare a trovare una soluzione analoga in zona limitrofa. Quindi l'unica soluzione da parte sua è stata quella del "io mi faccio la mia vita, tu fatti la tua" In altre parole, evitandovi tutta la cialtroneria femminile del caso, l'unica soluzione silenziosa applicabile sarebbe stata quella di trovare entro oggi un lavoro nella sua zona, retribuito benissimo che mi desse la possibilità di trovarmi un'appartamento (...e 'na fetta de culo panata), seppur con delle remore perché comunque lei non vuole neanche rimanere nella città dove sta. E' possibile che a questo punto qualcuno possa dirmi "Nowhere, razza di vecchia lesbica rincoglionita che non sei altro, non ti rendi conto che questa t'ha fregato accampando scuse inutili semplicemente perché s'era scocciata di fa le amanti a distanza e non era minimamente disposta a fare il passo successivo?", io vi potrei anche dar ragione. Solo che ad un certo punto, quando raggiungi una certa età, un certo quantitativo di storie che durano un certo numero di anni, una certa quantità di tentativi nel fare delle convivenze, la vaghissima sensazione che se alla fine della fiera quando tutto va all'aria il minimo comun denominatore rimane quello, una qualche domanda se la fa. E quindi apre un post per capire se: - Può capitare anche ad altri - Quando capita salta tutto o c'è la possibilità di intervento - Mi ritrovo persone davanti che sanno perfettamente dove andare a parare per lasciarmi o per autosabotarsi la relazione nella speranza che sia io a lasciarle - E' tutto frutto del caso, e a questo signor caso devo aver steso per sbaglio il gatto con la macchina se s'è impuntato. Tu l’amavi? scusa la franchezza Sembra che tu sia più scocciata dell’ennesimo fallimento relazionale che della perdita della persona amata. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
nowhere Posted January 31, 2019 Author Share Posted January 31, 2019 2 minutes ago, Saramandasama said: Tu l’amavi? scusa la franchezza Sembra che tu sia più scocciata dell’ennesimo fallimento relazionale che della perdita della persona amata. Metti pure il verbo al presente. E si, sono ancora innamorata, seppur comprenda tutte le ragioni per cui sono stata lasciata. Non sono solita lasciarmi andare a sentimentalismi, anche perché tendenzialmente ho sempre accettato le rotture in maniera molto filosofica. Certo, dirai "eh ma hai aperto questo topic parlando dei tuoi fallimenti relazionari" ed è vero, ma non me la sono mai presa con la persona che ho lasciato / mi ha lasciato, perché mi sono sempre presa la mia responsabilità e so perfettamente che nel momento in cui la posizione economica non permette di proseguire una relazione, si fallisce. E fallisco io nel caso in cui non sono in grado di essere una partner adatta per fare progetti. Ma erano almeno 15 anni che non mi sentivo così viva e così disposta a rischiare andandomi a mettere in situazioni complesse. Perché ti assicuro che questa situazione era realmente complessa. Solo che posso accettare che una relazione finisca perché finisce l'amore, perché ci si innamora di un'altra persona, perché si litiga, pure che una si possa scoprire etero guarda. Però, per quanto continuo a ritenere la questione economica fondamentale per far funzionare una coppia omosessuale, alludere ad una questione del genere come causa della rottura, mi ferisce perché non vengo lasciata perché non sono la persona adatta, ma perché la mia vita (o quella dell'altra persona) non è compatibile con un progetto di vita duraturo. Insomma, selezione della specie. E mi sto seriamente interrogando sul fatto che, se gira che rigira quella sia la motivazione che aleggia sempre come un'ombra sulla rottura, se effettivamente allora io debba chiaramente smetterla di frequentare la gente senza guardare al mio status o a quello altrui, onde evitare di condannare al fallimento ancor prima di iniziare qualsiasi relazione futura. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Bloodstar Posted January 31, 2019 Share Posted January 31, 2019 24 minutes ago, nowhere said: E mi sto seriamente interrogando sul fatto che, se gira che rigira quella sia la motivazione che aleggia sempre come un'ombra sulla rottura, se effettivamente allora io debba chiaramente smetterla di frequentare la gente senza guardare al mio status o a quello altrui, onde evitare di condannare al fallimento ancor prima di iniziare qualsiasi relazione futura. Il problema, secondo me e la mia limitatissima esperienza, sta nelle aspettative sociali. Imbastendo una relazione bisognerebbe subito discutere circa cosa si vuole, cosa ci si aspetta dalla vita, cosa si possa considerare essere realizzati, e se non c'è terreno comune non c'è futuro. E ad ogni mutamento di condizioni questi discorsi andrebbero ripresi e andrebbero tirate nuove somme. Ti faccio il mio esempio: io per vocazione e per pigrizia ho scelto una strada che non mi darà mai una buona retribuzione e forse, visti gli attuali chiari di luna, nemmeno l'agognata stabilità. So benissimo non potrò mai stare assieme ad un carrierista e ad un ambizioso con aspettative sociali esagerate perché so bene che non sarò mai alla sua altezza, né tanto meno con qualcuno che questi problemi tende a non affrontarli. Potrò accasarmi solo con un ragazzo senza enormi aspettative, che aspiri alla tranquillità come meta e che sia disposto a mettere in conto che io potrei essere l'elemento debole. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Saramandasama Posted January 31, 2019 Share Posted January 31, 2019 18 minutes ago, Bloodstar said: Il problema, secondo me e la mia limitatissima esperienza, sta nelle aspettative sociali. Imbastendo una relazione bisognerebbe subito discutere circa cosa si vuole, cosa ci si aspetta dalla vita, cosa si possa considerare essere realizzati, e se non c'è terreno comune non c'è futuro. E ad ogni mutamento di condizioni questi discorsi andrebbero ripresi e andrebbero tirate nuove somme. Ti faccio il mio esempio: io per vocazione e per pigrizia ho scelto una strada che non mi darà mai una buona retribuzione e forse, visti gli attuali chiari di luna, nemmeno l'agognata stabilità. So benissimo non potrò mai stare assieme ad un carrierista e ad un ambizioso con aspettative sociali esagerate perché so bene che non sarò mai alla sua altezza, né tanto meno con qualcuno che questi problemi tende a non affrontarli. Potrò accasarmi solo con un ragazzo senza enormi aspettative, che aspiri alla tranquillità come meta e che sia disposto a mettere in conto che io potrei essere l'elemento debole. Non sottovalutare l’aspetto Che a molti piace mantenere. I cosiddetti “sugar”. A molti carrieristi, tutto il giorno indaffarati, piace ritornare a casa e trovare la pappa pronta, un letto caldo, un buco pronto, etc. Di solito sono più maturi però. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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