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Sapere usare o no ad un certo metro (riflessioni su Sanremo '19)


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Sapere usare o no ad un certo metro (riflessioni su Sanremo '19)

PREMESSA: io sono un vero radical chic, e sono anche un codino. Non ho mai seguito la musica di tendenza né ho mai visto Sanremo, ovviamente.  Quest'anno però il festivàl è cascato proprio nei giorni in cui stavo preparando un esame,  cioè in un periodo in cui vivo con la radio costantemente accesa, ergo l'ho bene o male seguito.

Ho sentito, più o meno distrattamente e spocchiosamente, le canzoni in gara e mi hanno dato quasi tutte l'impressione di non essere chiaramente in metro. Ho trovato quasi sempre i testi zoppicanti dal punto di vista della versificazione, molto poco musicali di per sé, a tutti i livelli della classifica, peraltro. Ho notato pure uno scarso uso della rima, che abdica in favore di ripetizioni, allitterazioni e assonanze. 

Non avendo letteralmente pietre di paragone mi chiedevo se la mia percezione è esatta, se veramente c'è un cambio di gusto (o un calo di attenzione)  verso la metrica del testo. Se si sta consumando, magari non a livello italiano, un superamento di una certa estetica poeticheggiante della canzone leggera. Se c'è un marginalizzazione delle forme chiuse a favore di forme più duttili e "espressioniste".

NOTE CONCLUSIVE; vorrei sottolineare che non voglio fare alcuna polemica, non leggete queste mie righe come una cripto-apologia del cantautorato degli anni '70, vi prego. Nonostante la parrucca incipriata, sono mosso da una sincera volontà di capire.

Questione molto, molto interessante.
Spero che non venga travisata (che non venga, cioè, ritenuta una semplice geremiade sui bei tempi andati o una critica alle tematiche delle canzoni o ancora alla qualità artistica dei testi), ché mi farebbe molto piacere leggere una simile disamina.
Vorrei poter contribuire in qualche maniera ma confido negli utenti più gggiovani.

PS: a proposito, perché non far aggiungere testi esemplificativi di questa trasformazione percepita?

Ci vorrebbe un paragone, altrimenti è dura risponderti. 

Ti posso dire che quella che hai sentito a sanremo è la norma,in quanto a ritmica, già da qualche anno abbondante. 

Per avere qualcosa di old style dovresti ascoltare gente come (argh) Brunori SAS e quei fari fricchettoni che se la credono un po', ma tanto vale a quel punto sentire direttamente De Gregori. 

Paragone con cosa Ghost? Col passato, col recente passato o con la contemporaneità?

Comw ho detto, i paragoni.io posso farli (in maniera seria) solo con roba di 30 anni fa, quindi non faccio testo. 

Edited by Bloodstar
1 hour ago, Bloodstar said:

Paragone con cosa Ghost? Col passato, col recente passato o con la contemporaneità

Non saprei, io non le trovo fuori metro o stridenti, per quello ti chiedevo un confronto con canzoni che per te sono in quadro. Sento solo quella che è una moda stilistica di questi tempi.

30 anni sono tanti, l'evoluzione é stata graduale. Mi viene in mente 6 1 mito, che come ritmica non era proprio tutta questa perfezione (un seno che così non s'era mai visto prima).  Per volare più alti anche il Battiato di Bandiera Bianca e di Voglio vederti danzare non era ben visto poiché fuori canone. Solo ora si idolatra Battiato, mentre all'epoca era considerato un bizzarrone. 

Sulle ripetizioni e  assonanze: sono figlie del rap che è stato purtroppo troppo sdoganato, ma quello vende e tant'è. 

Ho una collega che è anche autrice nel giro del pop italiano e c'è più lavoro oggi che ieri dietro un pezzo, poiché deve funzionare e vendere. Probabilmente quindi è solo una questione di gusto personale. 

1 hour ago, Ghost77 said:

Per avere qualcosa di old style dovresti ascoltare gente come (argh) Brunori SAS e quei fari fricchettoni che se la credono un po', ma tanto vale a quel punto sentire direttamente De Gregori. 

oppure i crossover di The Andrè e/o dolcenera (che rivisitano i testi dei trappisti con sonorità cantautorali)

3 hours ago, Ghost77 said:

Non saprei, io non le trovo fuori metro o stridenti, per quello ti chiedevo un confronto con canzoni che per te sono in quadro. Sento solo quella che è una moda stilistica di questi tempi.

Infatti, infatti. Io proprio questo volevo chiedere: se quello zoppicare del testo che io avverto non sia invece una cifra stilistica, e che quindi non risalta poi così tanto alle orecchie avvezze.

"Sei un mito" rende bene l'idea di un passaggio: un messaggio chiarissimo, un ritmo ben percepibile e una versificazione che  diventa tutto salvo che impeccabile. Effettivamente si percepisce la china.

davydenkovic90

Io non seguo mai Sanremo, lo seguii solo una volta nel 2003 perché ero a casa malato e poi l'ho seguito per caso quest'anno per il tuo stesso motivo e perché c'erano più cose che mi interessavano molto (Virginia Raffaele, Loredana Bertè e Patty Pravo).

Devo dire che a me la qualità musicale è sembrata più alta rispetto al 2003, e questo credo sia dovuto alla reazione di certi cantanti e musicisti nei riguardi della "musica inutile" che vende e spopola negli ultimissimi anni (Fedez, Allevi, Volo, Maria de Filippi) e dei talent che fanno ricordare solo Mara Maionchi come personaggio e che si servono dei talenti non per fare buona musica ma per lanciare singoli e album usa e getta da abbinare alla giusta giacca di Fendi a Che tempo che fa o a C'è posta per te... ma del resto anche questo festival m'è sembrato più uno spot incessante per Baglioni (mal riuscito peraltro, penso che la gente non ne possa più di "Questo piccolo grande amore"), come il programma "quattro ristoranti" è uno spot per Alessandro Borghese e nessuno ricorda veramente i ristoranti.

Ovviamente il discorso sulla qualità musicale esclude i primi tre classificati, che rispecchiano magistralmente  tutto questo orribile mondo. Ma si era già visto in passato con Gabbani (chi cavolo è, direte voi? Ecco l'esempio di "musica inutile").

Sui testi concordo che non c'era niente di molto forte,  io ho notato soprattutto la scelta delle parole, tutte un po' banali... forse traduce un po' la stanchezza da parte del pubblico in testi un pochino più interessanti. I primi tre classificati il nulla più totale. Testi piacioni e insignificanti, nel caso di Ultimo e Volo tutto il pacchetto piacione e insignificante, musica e voci incluse. Almeno quella di Mahmood ha qualcosa di interessante a livello musicale. 

Ma anche Bertè e Patty Pravo hanno tirato fuori dei testi che non sono tanto da loro (Vogliamo ricordare, giusto per voler essere in tema, ricordo, questo non è etero-repressi forum, "ANGELI & angeli" del 1995 oppure "...E dimmi che non vuoi morire" (1997) ma anche "Il vento e le rose" (2011) oppure "Musica e parole" 2008, senza contare una delle canzoni per me più belle in assoluto "Luna" (1997)

Comunque, Blood, dovresti farci degli esempi tu, almeno un paio di brani che vorresti confrontare. Perché ne fai un discorso molto specifico di metrica, su cui nessuno di noi probabilmente è esperto come te. 

Edited by davydenkovic90
1 hour ago, davydenkovic90 said:

Comunque, Blood, dovresti farci degli esempi tu, almeno un paio di brani che vorresti confrontare. Perché ne fai un discorso molto specifico di metrica, su cui nessuno di noi probabilmente è esperto come te. 

Io effettivamente non volevo fare un discorso tecnico sulla metrica, anche perché l'unico  veramente ferrato in materia, mi pesa ammetterlo, è @LocoEmotivo. Io volevo fare delle considerazioni più generali, circa la "riuscita" musicale di un pezzo.  

On 2/21/2019 at 1:24 AM, Almadel said:

Paragoniamo "L'Avvelenata" che dà il titolo al thread con "Soldi" che ha vinto Sanremo.

E' un paragone abbastanza improprio, propongo piuttosto di mettere a confronto Argentovivo, che mi si dice essere la canzone che ha avuto il plauso della critica, con, mettiamo, una canzone del Venditti commerciale post-Buona Domenica, diciamo con Giulio Cesare.

Confrontiamo la resa dei due testi.

Giulio Cesare (che è la versione disimpegnata di Compagno di Scuola) ha un testo liscio, con rime regolarissime, che ben si lasciano accompagnare dalla musica. A mio vedete ci sono anche (ancora) un paio di guizzi verbali degni di nota.

Argentovivo ha invece un testo frammentato, senza un metro avvertibile,con rime e assonanze usate liberamente e senza cadute di accento definite. Oltretutto musica e testo vanno ognuno per conto suo, le parole sono sovrapposte ad una base di suono ma non la seguono né tanto meno la assecondano.

Svusatemi per l'analisi un po' rozza ma avevo poco tempo e volevo comunque rispondere.

Edited by Bloodstar
49 minutes ago, Bloodstar said:

Oltretutto musica e testo vanno ognuno per conto suo, le parole sono sovrapposte ad una base di suono ma non la seguono né tanto meno la assecondano.

voler trovare qualche forma di metrica nell'era dell'autotune e del (mono)ritmo sincopato è come cercare ghiaccio nel sahara: stai paragonando le mele con le melanzane, sor maè..

Edited by freedog
davydenkovic90

Il brano di venditti è pop, quello di silvestri è hip hop - rap.  Forse il rap perfettamente in rima e in musica suona un po' ridicolo? Azzardo.

L'unico paragone che mi viene di fare tra i due è che il testo di silvestri è molto bello è per niente banale. Venditti, come sempre, costruisce canzoni infilando un cliché dietro l'altro (non è nemmeno facile, merita un plauso per questo) e fa canzoni tutte uguali perché la gente si identifica nelle banalità che dice. Ai miei tempi (ma penso anche ora, ahimè) andava di moda la canzone della notte prima degli esami, terribile...e poi la partita dei mondiali i calcio, e la matematica non sarà il mio mestiere, e Sara svegliati è primavera, e poi tutto il filone delle canzoni italiane sulle mamme che ce ne sono 800 mila e una più brutta dell'altra, e margherita, e 4 stagioni. 

Mahmood è una boccata d'aria fresca, ma anche Ornella Vanoni.

Edited by davydenkovic90

So benissimo che sono imparagonabili: sono andato a pescare un mediocre brano di Venditti proprio per non dover affrontare paragoni ancora meno sopportabili.

Il punto sta proprio nel fatto che il testo di Silvestri è interessante, e se vogliamo anche bello, ma, per le mie orecchie, anche poco musicle e tremendamente al di fuori di qualsiasi metro. Il testo di Venditti è piatto e la canzone  scontata (la musica è pure mezza scopiazzata dai Police) ma la versificazione è buona e "musicale", regge il confronto coi classici. 

Quello che mi chiedo (o forse che mi chiedevo, visto che ho ricevuto rosposte esautroenti) è se questa uscita dal metro fosse un segno di disinteresse, di mutamento o di, passatemi il termine, modernità. 

Ripeto, non voglio fare polemica o attestare una presunta superiorità del passato (anche per qesto ho volutamente scelto un mediocre Venditti) ma solo togliermi qualche dubbio circa un campo che non consoco e che non ho mai frequentato. 

5 hours ago, freedog said:

voler trovare qualche forma di metrica nell'era dell'autotune e del (mono)ritmo sincopato è come cercare ghiaccio nel sahara: stai paragonando le mele con le melanzane, sor maè..

Permettimi freedog, ma questa è una uscita da vecchio, una cripto-apologia dei bei tempi andati. 

1 hour ago, Saramandasama said:

Dai come si può paragonare Venditti con Silvestri.

A pare che ormai sono entrambi semi sconosciuti, sono due mondi differenti.

Se avessi saputo fare paragoni azzeccati manco avrri aperto la discussione, su. 

1 hour ago, Bloodstar said:

Permettimi freedog, ma questa è una uscita da vecchio, una cripto-apologia dei bei tempi andati

ehm.. sai dirmi esattamnte dove avrei "difeso" Venditti?

tecnicamente volevo fare esattamnte il contrario, anche perchè per Danielino ho un'antica ammirazione, da quando 20 e fischia anni fa suonava al Locale di trastevere e, quando scendeva dal palco, si fermava a farsi un chicchetto cogli astanti, quorum ego...

Non avevo notato questa peculiarità delle canzoni di essere costantemente "fuori metro".  Oggi certo mi pare che vada di moda lo "spontaneismo" al tecnicismo (mi pare in moltissimi campi), però magari non è necessariamente un male...è come la fine del dominio delle forme vincolate (che ne so, il sonetto con tutti i suoi vincoli) sancito dal verso libero. Però poi se vado a fare un bilancio in generale mi pare che musicalmente parlando ci sia un grosso impoverimento, quindi non è questione di passaggio metrico, è che si propongono - e forse si impongono- certi sound e certe tematiche trite per essere anche solo passati ed essere presi in considerazione da radio e tv.

Fra Silvestri e Ventiddi ci può essere un paragone forse boh...con il primo Venditti? Ma neanche forse. Il problema è che "Argento vivo"...trovo che...non rimanga impressa. C'è qualcosa che non la fa ricordare, mo non me voglio mette a fa l'esperto di psicologia della musica, ma non resta appiccicata e te ce devi mette per ricordarla. La canzoni di Venditti, quelle storiche, sono tremendamente immediate. E dirò di più, ad mi ritrovo ad esserci quasi affezionato! Specie quelle degli anni 70.

2 hours ago, Fred said:

Oggi certo mi pare che vada di moda lo "spontaneismo" al tecnicismo

In linea di massima, il miglior tecnicismo è sembrare spontaneo.

Edited by LocoEmotivo
davydenkovic90
20 hours ago, Bloodstar said:

Quello che mi chiedo (o forse che mi chiedevo, visto che ho ricevuto rosposte esautroenti) è se questa uscita dal metro fosse un segno di disinteresse, di mutamento o di, passatemi il termine, modernità.

Paragoniamo Silvestri al Tranqui Funky degli Articolo 31 o giù di lì, però, non a Venditti.

Nota a margine: una volta ho sentito un'intervista a una grande cantautrice americana, Linda Perry,  la quale raccontava di aver composto e scritto il testo di un brano famosissimo che ha venduto milioni di copie semplicemente provando dei nuovi strumenti (quelli che erano la novità per i primi anni 2000, saranno stati sintetizzatori e cose del genere) e mettendosi al tavolino e pensando a ogni banalità e cliché che le veniva in mente da infilare nel testo. Ne è uscito "Get the party started" di Pink.

16 hours ago, Fred said:

Il problema è che "Argento vivo"...trovo che...non rimanga impressa. C'è qualcosa che non la fa ricordare

Il problema è che non ha la struttura molto classica e vera, col ritornello, e tutto... tipicamente sanremese, se vogliamo,  "Vola colomba" (ma vale per la maggior parte delle canzoni pop, anche "Dark Horse" di Katy Perry ha questa struttura molto semplice per "farsi ricordare", appunto). Ma quello di Silvestri è un brano rap (e neanche pop-rap tipo Boomdabash), quindi ha un'altra attrattiva che non è quella d'essere canticchiato sotto la doccia o rimanere impresso.

Edited by davydenkovic90
1 hour ago, davydenkovic90 said:

Il problema è che non ha la struttura molto classica e vera, col ritornello, e tutto... tipicamente sanremese, se vogliamo,  "Vola colomba" (ma vale per la maggior parte delle canzoni pop, anche "Dark Horse" di Katy Perry ha questa struttura molto semplice per "farsi ricordare", appunto). Ma quello di Silvestri è un brano rap (e neanche pop-rap tipo Boomdabash), quindi ha un'altra attrattiva che non è quella d'essere canticchiato sotto la doccia o rimanere impresso.

Io non sono un grande esperto di musica, non so...a me viene in mente "Quelli che benpensano" di Frankie NRG che a me è rimasta da subito incollata (complice forse la tematica o il ritornello martellante). C'è proprio qualcosa nella struttura di quella canzone, che pure ho sentito più volte, che non me la fa ricordare. Ma anche altri brani rap rimangono più facilmente impressi...Argentovivo mi sembra proprio ostica, pur avendola ascoltata più volte. Forse è un tipo di rap nudo e crudo, proprio "grezzo", che non cerca assolutamente la ricordabilità...io l'ho sentita più volte ma il mio cervello non la incamera. Poi parlo di me, eh.

Silvestri non è nuovo a parlare anziché cantare, ma non c'entra nulla con il rap. 

Il fatto che i rapper parlino non fa valere la regola che chi parla faccia rap. 

Lo definirei un recitativo su una base musicale, alla Cristicchi. Come non ricordare Aria, di qualche sanremo addietro? D'altronde Silvestri non ha un'identità chiara e riconoscibile e si porta dietro quest'ombra anche nelle sue canzoni. Come puoi, dopotutto, presentare Salirò e dopo qualche anno proporre una roba oscena come La Paranza? 

1 hour ago, freedog said:

guarda che quel pezzo aveva anche un sottotesto bello strong, mica era solo il ritornellino da filastrocca

Purtroppo, per come è fatta la mia testa, quando ascolto una canzone non riesco a sentire i testi, infatti non me ne ricordo uno. Tutto si basa sulla reazione emotiva data dalla melodia e l'arrangiamento, per il testo in genere io sento un blablabla, è per questo che dico che la Paranza è oscena ?

davydenkovic90
6 hours ago, Ghost77 said:

Silvestri non è nuovo a parlare anziché cantare, ma non c'entra nulla con il rap. 

Il fatto che i rapper parlino non fa valere la regola che chi parla faccia rap. 

In questo brano è rap, ed è diverso da Cristicchi. E' la base musicale ad essere rap-hip hop, pure se ci togli le parole.

Fare un testo su quella base musicale lì perfettamente in metro e in rima, secondo me, dà una resa banale e quasi ridicola o caricaturale, cosa che nemmeno si adatta al significato del brano... almeno, questa è la mia sensazione. E l'ho paragonato al  Tranqui FFunky che è un brano rap, totalmente diverso nelle intenzioni e nel testo, che però è perfettamente in rima e in metro, per quanto ne capisco io. Cito:

"Sono l'intrattenitore

che viene dal quartiere

tu muovi il tuo sedere

e fammi fare il mio dovere" .

Il pezzo di Silvestri è bellissimo imho, e non sono mai stato un suo grande ammiratore. "Salirò" non m'è mai piaciuta.

Edited by davydenkovic90
  • 4 weeks later...
Silverselfer

Sì, ho notato anch'io questa china che sicuramente non è nuova, ma a me pare che sia per la prima volta voluta e non involontaria. Penso che si debba attribuire alla nuova ondata trap che è meno illetterata di quanto si possa credere. 

I termini di paragone in questi termini non si possono cercare negli anni novanta o ottanta. Bisogna andare a ritroso fino ai San Remo degli anni sessanta per trovare i primi esempi di sgrammaticatura sul registro tradizionalista. 

Bisogna anche tenere conto che la canzone italiana nel mondo è quella tradizionale e questo non lo cambierà mai nessuno. Resta il fatto che fin dagli anni sessanta con lo swing degli strilloni, anche il mondo classico della musica nostrana si è aperto alle influenze del jazz e poi del reggae. Sicuramente l'italiano è una lingua incardinata al do re mi fa, quindi può stridere nella sua poca malleabilità. Tuttavia, la lingua degli angeli ha dimostrato di saper trovare dei compromessi accettabili e quando non si trovano, rimane sempre l'opzione delle lingue dialettali che a mio avviso, dovrebbero essere più valorizzate. 

Mahmood non è certo paragonabile a Modugno, ma non è che a Modugno furono risparmiate critiche meno avvelenate ... 

18 hours ago, Silverselfer said:

fin dagli anni sessanta con lo swing degli strilloni, anche il mondo classico della musica nostrana si è aperto alle influenze del jazz e poi del reggae

beh no dai, 

ci sono anche i pezzi anni 50 del quartetto cetra che erano tanto ma tanto swing/cold jazz,

e a risentirli ora non è che sono così reperto archeologico tipo un Latilla o un Claudio Villa

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