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24 minutes ago, marco7 said:

E‘ una cartina che avevo salvato sul tablet parecchio fa e ora ho cercato di ritrovarla su reddit ma non ci sono riuscito. Le carte di mapporn possono essere fatte da chiunque e non sempre danno la fonte dei dati.

Si dice carta

La fonte e l'anno del dato è importante

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https://www.gay-forum.it/topic/37142-notizie-lgbt/page/47/#findComment-1627605
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È morta all’età di 84 anni Anita Bryant, cristiana evangelica passata alla storia d’America per le sue battaglie contro i diritti LGBTQ+. A darne notizia un necrologio condiviso dalla sua famiglia. Secondo l’annuncio funebre, Bryant è morta il 16 dicembre 2024, nella sua casa di Edmond, Oklahoma.

Prima che le sue posizioni omofobe la rendessero la beniamina dei conservatori religiosi, Bryant era famosa per i suoi spot pubblicitari, per il periodo trascorso tra le truppe d’oltremare con il tour di Bob Hope e per aver cantato “The Battle Hymn of the Republic” al Super Bowl nel 1971. Bryant cantò sia alle convention nazionali repubblicane che a quelle democratiche, alla Casa Bianca quando Lyndon B. Johnson era presidente e al servizio funebre di Johnson nel 1973.

Bryant, nata in Oklahoma nel 1940, è stata una reginetta di bellezza e una popstar di successo con 20 album pubblicati solo negli anni ’60 prima di tornare alle sue radici cristiane negli anni ’70. E diventare un’attivista anti-gay nel 1977, quando lanciò l’idea di abrogare un’ordinanza antidiscriminazione nella contea di Miami-Dade. Il governo della contea di Miami-Dade aveva adottato un’ordinanza che proibiva la discriminazione in ambito lavorativo e abitativo basata sull’orientamento sessuale. Bryant si indignò per la sua approvazione e creò il movimento cristiano fondamentalista chiamato “Save Our Children“, con il sostegno della National Association of Evangelicals, per convincere gli elettori ad abrogarla. Fu un trionfo.

“Mi sono fatta coinvolgere solo perché chiedevano privilegi speciali che violavano la legge statale della Florida, per non parlare della legge di Dio“, disse Bryant di gay e lesbiche in un’intervista con Playboy. E fu in quel momento che Anita divenne la beniamina dei suoi compagni cristiani conservatori, nonché una nemica della comunità queer e dei suoi alleati. In quel 1977 un attivista le tirò una torta in faccia durante una conferenza stampa. Anita Bryant era ovunque, in tv e sui giornali, e non faceva altro che demonizzare la comunità LGBTQIA+.

I cittadini di Miami-Dade abrogarono effettivamente l’ordinanza, con oltre il 70 percento di voti favorevoli. Il governo della città-contea ha poi ripristinato l’ordinanza nel 1998, aggiungendoci l’identità di genere nel 2014.

Fuori dalla Florida e con il vento in poppa Bryant provò a salire di livello sostenendo la Briggs Initiative della California, nel 1978, che voleva impedire a gay e lesbiche di insegnare nelle scuole pubbliche. La famigerata Proposition 6 del senatore John Briggs. Che naufragò senza riuscire ad ottenere la maggioranza dei voti grazie anche alla fortissima opposizione di Harvey Milk, dell’allora governatore della California, Jerry Brown e di Jimmy Carter, allora presidente degli Stati Uniti, che si espresse contro. Uno scontro, quello tra Milk e Bryant, raccontato anche nel bellissimo film di Gus Van Sant con Sean Penn negli abiti dell’indimenticato attivista e politico.

Anita Bryant era dichiaratamente convinta che gli omosessuali fossero “un pericolo per la società“. In tv precisò: “Io non odio gli omosessuali, ma come madre, devo proteggere i miei figli dalla loro influenza negativa”. Non contenta fondò la Anita Bryant Ministries, che offriva una terapia “ex-gay”, confondendo spesso le persone LGBTQ+ con i pedofili.

Bryant non ha mai ritrattato le sue opinioni anti-LGBTQ+, seppur le siano costate tantissimo da un punto di vista professionale. Singer, l’azienda di macchine da cucire che aveva pianificato di sponsorizzare uno show televisivo tutto per lei, si ritirò dopo la violenta campagna “Save Our Children”. Ad abbandonarla fu anche l’industria delle arance della Florida. Musicalmente parlando la sua carriera non si è mai più ripresa. La sua carriera politica, che sembrava pronta ad esplodere, affondò con la Proposition 6.

“La signora Bryant è andata in bancarotta, ha lottato per provvedere ai suoi figli, ha detto di aver contemplato il suicidio e ha ammesso che per un periodo è diventata dipendente da pillole e vino, una sorprendente conclusione rispetto alla sua prima parte di carriera, quando si rifiutava di esibirsi in locali in cui servivano alcolici“, si legge sulle pagine del Post. Il divorzio dal primo marito, Bob Green, nel 1980, portò alcuni cristiani conservatori a perdere il rispetto nei suoi confronti. Ma lei non abbandonò mai la sua ideologia anti-LGBTQ+. “Non mi sono mai pentita di quello che ho fatto”, disse a The Oklahoman nel 2011. Da 50 anni Anita Bryant è l’immagine simbolo dell’omofobia negli Stati Uniti d’America, la strega cattiva che ha provato in tutti i modi a discriminarci, da decenni volto dei drag show a stelle e strisce.

Bryant si è risposata nel 1990 con Charlie Dry, con cui era uscita al liceo, deceduto lo scorso anno. Lascia 4 figli e una nipote, Sarah Green, lesbica e fidanzata con una donna.

https://www.gay.it/e-morta-anita-bryant-per-mezzo-secolo-reginetta-dellomotransfobia-usa

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https://www.gay-forum.it/topic/37142-notizie-lgbt/page/47/#findComment-1627607
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Se hai insta @Pugsley forse trovi qualche info supplementare su quella cartina.

https://www.instagram.com/geo.universe/

io non ce l‘ho e non so se ci sono altre info nel link sopra.

Forse anche qui

https://www.threads.net/@geo.universe?hl=it

se ti iscrivi al sito.

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https://www.gay-forum.it/topic/37142-notizie-lgbt/page/47/#findComment-1627609
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