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All'estero?


Bhethar

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  Volevo chiedere , quanti di voi finito magari le superiori vogliono andare all'estero per studiare?E dove vorreste andare? Io una volta finita la quinta dovrei andare negli stati uniti a studiare , ho una zia disposata ad ospitarmi , ed il mio sogno è sempre stato di studiare negli U.S.A. ...Spero solo di riuscire a prendere il diploma visto che è un requisito fondamentale per fuggire da questo paesino triste e sperduto nella campagna...  :beer:

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Io sono emigrato dalla Sicilia al "Continente" per l'Università... ormai quasi 10 anni fà. Roma è diventata la mia seconda città e la amo tantissimo perché qui ho costruito la mia vita e mi sono scelto un mio tortuosissimo percorso. I Siciliani mi capiranno, per noi la nostra terra è una vera madre e io sono legatizzimo alla mia città, alla mia famiglia e ai miei amici lì. Il "Continente" è l'estero!!! :beer:Parigi è la città europea che più amo, dove avrei voluto fare un Erasmus e che cisito quasi ogni anno... L'anno scorso sono risucito ad andarci ben due volte!A Oslo ho una seconda famiglia "adottiva" fatta di amici carissimi che voglio molto bene e che mi vogliono moltissimo bene. Il mio cuore è rimasto a Gerusalemme da quando ci sono andato per amore nel 2002. Da allora ci sono ritornato altre due volte e ogno volta il distacco è più difficile. Forse studierò lì qualche mese per il mio dottorato...Adoro i Paesi del Mediterraneo, e non mi dispiacerebbe visitare gli USA... avevo anche fatto il TOEFL per iscrivermi ad una università amricana nella east coast, ma poi ho rinunciato per il dottorato qui a Roma. Partire è sempre un po' morire: da un lato sono molto attratto dal Mondo e mi piace stare a lungo fuori, fare importanti esperienze estere, studiare altrove e conoscere altre culture. D'altro canto ho una certa paura di lasciare la mia casa e dover ricominciare daccapo. Partire è anche come rinascere  :look:forse non ho risposto alla domanda... ma questo è quello che mi ha ispirato... Scusate!

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Volevo andare in spagna a studiare.. ma in fondo lo spagnolo lo so già.. :sisi:OT per curiosità .. l'ERASMUS è quando vai a studiare all'estero con l'università no..?Io andrò molto probabilmente a fare un corso d'inglese .. poi vedrò...

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OT per curiosità .. l'ERASMUS è quando vai a studiare all'estero con l'università no..?
sì, passando un esame, generalmente della lingua standard del paese in cui vorresti andare
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Partire è anche come rinascere  :eek:
Questa frase per me è legge... :asd:Ho passato praticamente la mia vita all'estero sin dalla seconda elementare... :sisi:Adesso son 6 anni che sono in "patria"... ma se devo essere sincero a furia di viaggiare e viaggiare mi stufo in fretta di stare fermo e ho bisogno di muovermi questo posto in cui vivo poi.. è così.. chiuso e soffocante , non rieesco a essere me stesso qua... :(Questo è sopraatutto il motivo per cui vorrei tanto andare all'estero per studio.. :beer:
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A furia di viaggiare (e io adoro viaggiare) si cresce e ci si lascia anche tanto alle spalle: amici, ricordi, esperienze, amori, sensazioni, cibi, culture, paesaggi... a me questo dà molto ma a volte mi rattirsta anche. Ogni volta che lascio un luogo ne sento il distacco e ne comincio a sentire la mancanza. Così sono a Roma e mi manca Catania, Parigi, Madrid, Gerusalemme, Tunisi... e ho voglia di fare un nuovo viaggio e conoscere nuovi luoghi. Sto a Catania e mi sento ripiombare nel passato, sto bene ma mi sento soffocare e voglio tornare a Roma. sono a Gerusalemme e sto benissimo ma sento che devo andare a casa e riprendere la mia vita tutte le cose che ho lasciato a metà, gli impegni che mi attendono. Capisco il tuo senso di asfissia se stai in un posto dove ti senti compresso e prigioniero... tuttavia ritengo che questa sensazione sia dovuta più a una dimensione personale che alla realtà esterna. Ci si può sentire liberi in un paesino di 3 case 10 abitanti e 20 pecore e prigionieri in un grattacielo con 100 famiglie al centro di NY.

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Io in realtà me ne vorrei andare dopo la laurea specialistica... :look:Pensavo di chiedere l'erasmus, ma ogni volta lo rimando...magari l'anno prossimo, dopo la laurea di primo livello :sisi:Mi piacerebbe andare almeno qualche mese in Austria, o in Spagna o in Irlanda...L'Irlanda mi ispira molto, ci sono stata quest'estate e devo dire che ho adorato le persone, affabili, gioviali e sempre gentili... Per quanto mi han detto che se sei residente e non turista, ti trattano peggio... Ma tra l'altro so che dalle parti di dublino c'è una nutrita comunità italiana, quindi... :PPoi in realtà mi andrebbero bene quasi tutti gli stati, tranne gli Usa, la polonia e gli UK (non mi inspirano molto)... E' che spesso mi ritrovo a odiare la società italiana e il modo di pensare degli italiani, quando per "fare i furbi" nuocciono poi al resto della società...E odio tutta questa ingerenza del Vaticano nei nostri affari :bah:

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penso inoltre che sia una cosa utilissima anche a livello psicologico, andarsene, via lontano dal proprio 'mondo' per conoscerne un altro... sempre che si sia sufficientemente adattabili all'avventura e agli imprevisti :bah:ùper quanto mi riguarda infatti sto pensando da diverso tempo di fare un viaggio verso il Canada e gli Usa.

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  • 4 weeks later...

Finite le superiori mi piacerebbe un mondo fuggire e andare a studiare in U.S.A!(Juilliard) oppure andare in Inghilterra!Cmq, per frequentare una università all'estero bisogna passare il TOEFL!! :DBeh, son sulla buona strada se penso che ho già passato il FIRST! :asd:

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La mia intenzione è tornare negli Stati Uniti dopo la laurea magistrale, per qualche master.. Mi sono trovato benissimo a vivere là, e mi sono promesso di ritornarci e stabilirmici.

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Per tutti quelli che sono già stati o intendono andare all'estero, con l'Erasmus o in altri modi...La domanda è davvero spontanea: al dilà dei problemi burocratici, economici, nostalgici, eccetera...potreste raccontare la vostra esperienza (anche ancora da farsi) con la lingua straniera? cosa si prova a vivere ventiquatto ore al giorno immersi in una folla che non parla come te e con cui si deve in qualche modo interagire?Ci si prepara molto prima? ci si arrangia?si frequentano sopratutto conterranei? o interviene un meccanismo di sopravvivenza per cui prima o poi si impara per forza l'altra lingua?

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Dunque... Come già scritto altrove, sono stata a Lisbona sei mesi (proprio l'altro ieri era un anno dalla partenza :rotfl:) per l'Erasmus.La mia situazione però sulla carta era un po' diversa, perché studiando lingue e proprio il portoghese in un certo senso ero già preparata a quello che mi aspettava. O almeno così pensavo... I primi giorni sono stati uno shock tremendo, perché i miei coinquilini mi parlavano e io non capivo NULLA, quando ero partita sicura di riuscire a mettere assieme almeno l'indispensabile per la convivenza.Comunque si trattava soprattutto di facri l'orecchio... Dopo un mesetto riuscivo a capire anche i discorsi che faceva la gente in metropolitana. Qualche volta si utilizzava l'inglese in caso di necessità, per esempio se i miei coinquilini volevano dirmi qualcosa e io non conoscevo la parola, me la dicevano in inglese.Questo a casa. Mi ritengo fortunata perché ho vissuto praticamente solo con portoghesi, e trovandomi benissimo con loro non avevo neanche troppo il bisogno di cercare altre persone. All'università è stato diverso. Innanzitutto era pieno di italiani, quindi si tendeva a formare il gruppone dei soli italiani, cosa che io volevo evitare come la peste. Poi purtroppo nessuno era molto interessato ad imparare il portoghese, tant'è che quasi tutti dopo 6 mesi di permanenza sono tornati a casa con il vuoto in testa. Anche gli altri ragazzi non avevano grandi conoscenze: magari avevano studiato, ma spesso venivano da realtà linguistiche molto distanti (tipo l'olandese o l'ungherese) che quindi impedivano di parlare bene, mentre gli italiani e gli spagnoli bene o male riuscivano a farsi capire. Insomma, quando si usciva tutti assieme si passava continuamente dall'inglese al portoghese all'italiano, col risultato che non riuscivo a stare appresso a nessuno.Stare sempre a contatto con un'altra lingua è faticoso, ma ci si fa l'abitudine. Quando i miei sono venuti a trovarmi a Pasqua, un paio di volte mi è capitato di rivolgermi a loro in portoghese, prima di rendermi conto di quello che dicevo. Viceversa, a volte parlavo in italiano ai miei inquilini, soprattutto se mi prendevano di sopresa, tipo facendomi domande a bruciapelo.

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Io sono stato a Houston per un anno durante la quarta superiore. Ero sicuro che non avrei avuto grandi difficoltà con l'inglese poichè l'avevo sempre studiato con molto interesse, non solo a scuola. Ovviamente essere catapultati in una realtà nella quale tutti parlano una lingua che non ci è propria non è come guardarsi il film americano in lingua originale nel salotto di casa, ma non ho comunque avuto molte difficoltà. Essendo un perfezionista, inizialmente mi dava fastidio non avere eccellenti proprietà nel modellare l'inglese alle mie necessità: avevo un dizionario abbastanza limitato che mi obbligava a strani giri di parole per spiegare un concetto che, con maggiori conoscenze, sarebbe stato facilissimo da spiegare. Inutile dire che quindi inizialmente ero abbastanza riservato e odiavo parlare e far sentire il mio accento straniero di fronte a tutti durante presentazioni in classe o cose del genere.. Sono bastati però quasi due mesi per rendere il mio modo di parlare perfetto; l'accento italiano non era scomparso (e rimarrà per sempre, guardiamo Heather Parisi in Italia dal 1856), ma il lessico era ormai molto più vasto ed ero in grado di intrattenere conversazioni di ogni tipo con chiunque.E' stato strano notare come chi sia arrivato con me negli States con un livello d'inglese bassissimo o nullo abbia impiegato circa un mese per riuscire a farsi spiegare, mentre i miei progressi partendo da un livello medio sono stati più lenti; probabilmente la spiegazione sta nel fatto che i primi si sentivano molto più costretti, e un ambiente linguistico ostile li ha spinti ad applicarsi e ad apprendere più in fretta..Una cosa è certa: frequentare conterranei durante la propria permanenza in un paese straniero è nocivo per il corretto apprendimento della lingua; inoltre è davvero da cafoni parlare in italiano in un contesto in cui nessuno può capire ciò che dici... E' come parlare sardo in metropolitana a Milano, e mette a disagio la gente intorno. Dopo aver capito ciò, con la ragazza italiana che era nella mia scuola ho parlato inglese tutte le volte in cui fossimo in compagnia di americani.

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Io sono stato in America per un anno, durante la quarta superiore.E' stata un'esperienza unica, all'inizio abbastanza dura ambientarsi ma è stato l'anno piu' bello della mia vita. Manda pure un pm se ne vuoi parlare :heart:

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La domanda è davvero spontanea: al dilà dei problemi burocratici, economici, nostalgici, eccetera...potreste raccontare la vostra esperienza (anche ancora da farsi) con la lingua straniera? cosa si prova a vivere ventiquatto ore al giorno immersi in una folla che non parla come te e con cui si deve in qualche modo interagire?Ci si prepara molto prima? ci si arrangia?si frequentano sopratutto conterranei? o interviene un meccanismo di sopravvivenza per cui prima o poi si impara per forza l'altra lingua?
Lasciatemi fare come al solito l'esterofila e commentare che, dalla mia esperienza, gli italiani sono un popolo che quando è in "vacanza studio" si aggrega e continua a parlare la propria lingua madre, imparando un bel fico secco...Quando ho fatto la mia prima vacanza studio in Germania, ammetto di aver parlato nel tempo libero soprattutto inglese e di aver legato in modo particolare con i finlandesi che c'erano... ora questi finlandesi quando erano tra loro non parlavano finlandese ma INGLESE per far sì che tutti capissero e potessero partecipare e legare con loro... Lo stesso facevano i messicani... Gli italiani invece non solo si chiudono a riccio, ma fanno l'opposto cioè parlano italiano anche IN PRESENZA di persone che non parlano la loro lingua madre cosa che io trovo vergognosa e indice di estrema ignoranza...Alla mia seconda vacanza studio è successo lo stesso, solo che stavolta sono andata con persone che conoscevo e ho potuto constatare come queste siano tornate indietro avendo imparato poco e niente, mentre io che avevo parlato tedesco tutto il tempo con la mia coinquilina polacca e le sue amiche avevo fatto dei passi da gigante...Per il resto non direi che c'è da prepararsi prima, a parte quello che si è studiato a scuola... quello fa da base e il bello è proprio arrangiarsi e rendersi conto da soli del proprio progresso... per me, almeno, c'è sempre stato un "periodo iniziale di imbarazzo" dove ti impappini con le parole e poi arrivi senza rendertene conto a un punto di svolta dove diventi più disinvolto, e più spesso vai, più questo periodo di imbarazzo iniziale si accorcia...Questa è la mia allegra esperienza con il tedesco. Sull'inglese non mi pronuncio perché lo parlavo perfettamente anche prima di mettere piede su suolo americano per la prima volta :P
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  • 5 months later...

se riesco in questi anni a convincere mio padre che non farò mai il suo lavoro (notaio) e vado in architettura, sicuramente studierò in Italia, farò l'eramus in una università all'estere ( da scegliere) in cui poi ritorneròdopo la laurea per continuare gli studi. il mio sogno e diventare come Renzo Piano. Troppo forse :ok:

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  • 10 months later...

io punterei sui paesi baschi,Bilbao in particolare poi mi piacerebbe anche andare per un pò negli stati uniti ma in erasmus non per tutta la durata della laurea..

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Mike in the Breeze

Io vorrei andare in America a studiare.

Ma sono un po' in bilico, non so se mi convenga o meno.

E manca poco all'università T_T cosa faccio cosa faccio cosa faccio.

Crisi. :bah:

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AngelFire_86

Io vorrei andare in America a studiare.

Ma sono un po' in bilico, non so se mi convenga o meno.

E manca poco all'università T_T cosa faccio cosa faccio cosa faccio.

Crisi. :bah:

 

Per l'America non so, però per l'Europa magari ti converrebbe finire gli studi e poi chiedere info sul programma Leonardo;

Se ho capito bene è una specie di Erasmus ma più professionalizzante  :cry:

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Ho già studiato in Austria e in Olanda (In austria un corso solo, in olanda l'erasmus a eindhoven), a settembre mi sono iscritto per la specialistica a Amsterdam (non in scambio, proprio iscritto direttamente come studente là).

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AngelFire_86

che grande che sei!!!! :asd:

anch'io spero di fare la specialistica fuori, mi accontento anche dell'Italia, basta che non sia Napoli... :D

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  • 1 month later...

Sono già all'estero!

In ogni caso, quando finisco il bachelor ed inizio il master, mi piacerebbe fare un erasmus di un semestre a Berlino o a Londra.

Ma ho ancora un anno per decidere :D

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