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11 hours ago, Uncanny said:

Esiste un fenomeno di chemsex nella comunità lesbica a livello internazionale? Dark room lesbo? Crociere lesbo del sesso? Coppie aperte lesbo? No, non esiste niente di tutto ciò anche nel paese più femminista del mondo. Sono "casualmente" fenomeni e trend propri della comunità gay, cioè solo uomini che fra loro si relazionano. 

Le darkroom lesbiche esistono. 

Il chemsex? Non ne sono certa, ma in uk nelle discoteche erano sempre tutte strafatte. 

Le coppie aperte lesbo esistono. Tendenzialmente però son formate da bisessuali e non da lesbiche 100%

Non buttate in mezzo le lesbiche se non avete la certezza di averne conosciute almeno una larga fetta, grazie. 

davydenkovic90
2 minutes ago, nowhere said:

Non buttate in mezzo le lesbiche se non avete la certezza di averne conosciute almeno una larga fetta, grazie. 

Il problema è che la sessualità femminile (e quindi anche l'omosessualità femminile) non sono mai stati ritenuti argomenti interessanti, e per questo vengono dati per scontati e trattati superficialmente. Esattamente come l'eterosessualità. Sono cose ovvie e monolitiche, sui cui c'è poco da dire.

L'omosessualità maschile, invece, è sempre sotto la lente di ingrandimento e spesso criticata. Cosa che, credo, sia sbagliata, in quanto ognuno di noi (o almeno, quelli di noi che qualche esperienza l'hanno avuta) ben sanno che c'è una grande varietà di gusti e opinioni e che non è assolutamente difficile incontrare chi ha gusti che combaciano coi nostri.

5 minutes ago, nowhere said:

Le darkroom lesbiche esistono. 

Il chemsex? Non ne sono certa, ma in uk nelle discoteche erano sempre tutte strafatte. 

Le coppie aperte lesbo esistono. Tendenzialmente però son formate da bisessuali e non da lesbiche 100%

Non buttate in mezzo le lesbiche se non avete la certezza di averne conosciute almeno una larga fetta, grazie

Che esistano è ovvio per la legge dei grandi numeri, ma non costituiscono un fenomeno rilevante e hanno diffusione assai minore rispetto che fra i gay.

1) Studio sul numero di partner sessuali in un anno: https://contexts.org/blog/an-unequal-distribution-of-partners-gays-versus-straights/

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Come si può vedere il 31% dei gay ha avuto 4+ partner sessuali nell'ultimo anno, il triplo rispetto a uomini etero e lesbiche. I gay che hanno avuto un solo partner sessuali sono il 28%, circa la metà rispetto agli uomini etero e le lesbiche. E' ovvio che gli uomini etero non abbiano in sé qualcosa di diverso rispetto ai gay, semplicemente hanno meno disponibilità sessuale da parte della controparte femminile. 

2) Studio sulle coppie aperte del 2005 riportato in questo articolo: https://www.theguardian.com/lifeandstyle/2016/jul/22/gay-dating-open-relationships-work-study
Più del 40% delle coppie gay sono in relazione aperta a differenza di quelle etero e lesbiche che stanno sotto il 5%. 

3) Altro studio sempre sulle coppie aperte: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5958351/
Il 33% degli uomini gay è in una relazione aperta, solo il 5% delle lesbiche lo è. Fra uomini bisex e donne bisex invece il dato è simile al 22-23%, ma comunque inferiore rispetto che fra uomini gay.  

4) Altro studio di review sulla hookup culture che conferma quanto appena detto: https://www.apa.org/monitor/2013/02/sexual-hookup-culture.pdf

5) Le darkroom sono talmente diffuse fra le lesbiche che quando è stata organizzata una sola serata del genere qualche anno fa, il più famoso sito di notizie a tema lesbo ha ripreso la cosa descrivendola come novità con frase: "Noi donne lesbiche, invece, non ne abbiamo mai fatto uso, né abbiamo mai provato." 
https://www.lezpop.it/dark-room-per-donne-sabato-31-ottobre-a-milano-sexy-halloween/

E questi sono solo alcuni dei dati e delle informazioni che posso riportare a riguardo.

LocoEmotivo
8 minutes ago, Uncanny said:

Che esistano è ovvio per la legge dei grandi numeri, ma non costituiscono un fenomeno rilevante e hanno diffusione assai minore rispetto che fra i gay.

Manfatti glielo dicevo io, a @nowhere, che non ne sapeva abbastanza :sisi:

LocoEmotivo
3 minutes ago, nowhere said:

Mancano i dati sui bisessuali sia maschietti che femminucce.

Meglio, altrimenti potresti scoprire che le lesbiche (dati alla mano) sono solo un'invenzione di Soros :sisi:

Edited by LocoEmotivo
9 minutes ago, nowhere said:

Mancano i dati sui bisessuali sia maschietti che femminucce.

Sulle coppie aperte li ho riportati nel punto 3, sul resto non ci sono. Fra le donne bisex chi sta in relazione aperta è il 22%, molto più rispetto alle donne lesbiche col 5%, ma comunque meno rispetto agli uomini gay al 33%. 

Il motivo del gap fra lesbiche e bisex immagino sia dovuto al fatto che le bisex in una relazione eterosessuale possono voler sperimentare con lo stesso sesso e questo venga loro concesso. Discorso che non vale per le lesbiche e neanche per i gay, per cui invece la percentuale del 33% va ricercata nella tendenza maschile alla promiscuità. 

Edited by Uncanny
FreakyFred

Dai, ragazzi, finiamola co' sta cagata che per sapere di un argomento bisogna intervistare tutti gli interessati del pianeta. Le statistiche ci sono, le lesbiche le hanno già intervistate i ricercatori, non serve che lo rifacciamo ad ogni discussione. Quelli di cui si parla sono dati molto noti, acclarati. I dati non si negano, si spiegano, volendo se ne fa una teoria.

I dati sono che il maschio gay ha, in media, più partner sessuali sia degli etero che delle lesbiche, e ha in media relazioni più brevi, oltre ad essere in media meno soddisfatto della propria vita di relazione rispetto agli etero (non so rispetto alle lesbiche perché non mi è mai capitato il dato sottomano). Se si vuole ci si può riflettere sopra. Poi che non siano tutti così i maschi gay è una sublime ovvietà. Dopo averla ripetuta una sessantina di volte penso possiamo anche darla per assodata: non tutti i maschi gay hanno quelle inclinazioni o quelle difficoltà. Ciò detto, molti sì, più che gli etero, più che le lesbiche. 

La teoria che ciò sia semplicemente perché è inclinazione del maschio e manca qui il contrappeso femminile la trovo, ahimè, seducente. Un po' perché sostanzialmente ho perso la fiducia nella nostra capacità di "scegliere ciò che siamo", un po' perché ultimamente, con la palestra, sto avendo molto più di quanto non mi sia capitato prima contatti ravvicinati con gruppi composti esclusivamente di maschi etero. 

Quello che ho riscontrato è un quadro abbastanza squallido, dei rapporti fra i sessi, soprattutto a livello di immagine della donna che trapassa. Fra maschi etero è spesso del tutto normale parlare di donne alla stregua di animali domestici o oggetti da collezione. Quante me ne sono fatte io, quante te ne sei fatte tu; facciamo una festa, io porto le bibite, tu porti l'erba, lui porta le patatine e le fighe... la mancanza di rispetto verso il sentimento femminile è cosa normalizzata, nella mia esperienza degli etero almeno, ed è del tutto normale usarle, tradirle, ferirle in vario modo; si ride di quella volta che le tue tre amanti si sono incontrate, si ride di quella volta che la moglie ti ha cacciato di casa ma poi ti ha riaccolto... Con pratica normalizzata non intendo che lo fanno tutti e neanche una maggioranza, ma che chi lo fa trova del tutto normale parlarne, perfino vantarsene, e gli altri maschi etero non lasceranno trasparire riprovazione alcuna. Probabilmente non è pratica predominante, ma rientra in un range di normalità. L'immaginario dell'harem, quello della scena di Fellini che ho visto nell'altro topic... ecco, mi sembra dannatamente vivo nel maschio etero.

Mi guardo dal fare delle generalizzazioni rigorose qui, ma sono oserei dire affascinato da quanto tutto ciò sia... ordinato, mettiamo così, equilibrato. Percepito da tutte le parti in gioco come, appunto, una parte del gioco. Boys will be boys, girls will be girls, e dal fatto che i boys sono boys e le girls sono girls, da questo conflitto continuo fra Sandra e Raimondo, emerge un equilibrio stabile anche un po' buffo, da sitcom. 

E se il problema fosse proprio che nelle coppie omosex abbiamo rimosso quel conflitto? Se la causa (o una causa) del nostro eccesso di difficoltà fosse proprio quella cosa che invece dovrebbe facilitare, ovvero il fatto che non c'è la guerra dei sessi?

 

37 minutes ago, FreakyFred said:

non c'è la guerra dei sessi?

va anche detto che la guerra dei sessi implica la disparità – uso un termine assolutamente generico e non-connotato – di situazioni, mentre nella coppia gay c’è la parità, io maschio tu maschio, io uomo tu uomo, e questa parità può generare un altro 'tipo' di conflitto.

FreakyFred
5 minutes ago, Isher said:

va anche detto che la guerra dei sessi implica la disparità – uso un termine assolutamente generico e non-connotato – di situazioni, mentre nella coppia gay c’è la parità, io maschio tu maschio, io uomo tu uomo, e questa parità può generare un altro 'tipo' di conflitto.

certamente, ma come credo tu stesso stia implicando, la disparità è cosa diversa dal disequilibrio. Il conflitto fra maschio e femmina nasce dal fatto che esprimono esigenze opposte; dunque da quel conflitto si originerà il classico compromesso, o uno stato di tensione dinamica costante.

Il conflitto fra maschio e maschio è invece un conflitto fra due interessi che sono esattamente identici, e dunque non permette una tensione dinamica e non permette un esercizio del compromesso. Resta l'alternativa che è quella di non avere bisogno del compromesso, perché si è uguali e dunque ci si capisce perfettamente e ci si fa le stesse identiche reciproche concessioni. 

Ma questa è una situazione ideale, molto rara nella pratica.

E per di più, quando si realizza... sorge il rischio noia. E in effetti fra maschi gay sembra proprio la noia il peggior nemico della relazione, laddove nelle coppie etero sono tipicamente tradimenti, abusi, violenze fisiche o psicologiche... tensioni eccessive, insomma. 

31 minutes ago, FreakyFred said:

Se la causa (o una causa) del nostro eccesso di difficoltà fosse proprio quella cosa che invece dovrebbe facilitare, ovvero il fatto che non c'è la guerra dei sessi?

La causa più probabile dell'insoddisfazione sentimentali dei gay secondo me sono gli standard troppo elevati.

Siamo tutti - per dirla alla redpill - ipergamici e per una relazione puntiamo sempre a qualcuno migliore di noi.

(Di norma superdotati maturi maschili dominanti alti pelosi e ricchi per i passivi,

giovanissimi efebici sottomessi e glabri per gli attivi; con criteri ancora più stretti per i versatili 🙂 )

Anche i miei amici più fortunati - che possono permettersi ragazzi veramente carini -

o si lamentano di difetti fisici poco rilevanti nel complesso

o si mettono con degli stronzi o dei cretini, purché rispettino certi standard.

FreakyFred

Questo sposterebbe solo il problema sul "perché" sono ipergamici. 

E d'altro canto mi sfugge anche un pochetto la gerarchia estetica che proponi, visto che contestualmente dai anche l'esempio di quanto tali gusti estetici siano differenziati e non lineari e si ordinino su scale non commensurabili.

Che so, a me piacciono i twink, ma decisamente non sono twink, quindi potremmo dire che mi piacciono solo più belli di me... ma rispetto ad una scala diversa, per esempio di uno che ami il pelo, io sono molto più attraente di un twink. Sono ipergamico? Boh. Mi pare più che il punto sia l'incastro... 

E infatti mi fila di più invece il discorso sulla "ristrettezza" del canone (estetico o che dir si voglia). Ma anche qui a me par di scorgere la stessa inettitudine al compromesso di cui parlavo più sopra: incastro meraviglioso e perfetto o niente.

46 minutes ago, FreakyFred said:

Mi pare più che il punto sia l'incastro... 

 

Questa però - se permetti - è la solita cosa che noi gay felicemente fidanzati (o felicemente single)

diciamo a quei gay che si lamentano di non trovare l'anima gemella:

"Eh, il punto è l'incastro! Vedrai che c'è una persona che è proprio il tuo tipo e tu sei proprio il suo!"

 

Forse il termine "ipergamia" non rende proprio l'idea, sembra quasi che si punti semplicemente "più in alto"

come se i gay brutti si accontentassero degli accettabili, quando invece puntano tutti proprio al "top" (no pun intended).

Il guaio è che il "top" magari non è davvero compatibile con noi e anche "l'incastro perfetto"

- finito l'innamoramento - si rivela solo un incastro e ci ritroviamo con una persona non così amabile come ci sembrava all'inizio.

Io sono sempre stato scettico verso i "buoni incastri": le persone perfettamente compatibili sono una bella fantasia romantica/sessuale,

ma un buon fidanzato è quello che con cui vorremmo stare anche se tale incastro venisse meno.

davydenkovic90
3 hours ago, Almadel said:

La causa più probabile dell'insoddisfazione sentimentali dei gay secondo me sono gli standard troppo elevati.

Siamo tutti - per dirla alla redpill - ipergamici e per una relazione puntiamo sempre a qualcuno migliore di noi.

(Di norma superdotati maturi maschili dominanti alti pelosi e ricchi per i passivi,

giovanissimi efebici sottomessi e glabri per gli attivi; con criteri ancora più stretti per i versatili 🙂 )

Secondo me questo discorso è marginale e trasversale (vale anche per gli etero). L'insoddisfazione sentimentale della maggior parte dei gay (come si vede bene in questo topic) nasce più spesso dal fatto che non sono dichiarati, che covano omofobie e complessi, che non incontrano altri gay, che sono abituati a relazionarsi per la maggior parte del tempo fra avatar,  in un mare di interazioni che però sembrano non portare mai a nulla di buono, e sempre per colpa degli altri. E su questi fallimenti si mette in piedi una retorica molto comoda, come fanno ad esempio gli incel, che sono omofobi perché sono incel, e così il problema raddoppia, perché non solo si lamentano che non hanno il ragazzo, ma coltivano anche un pessimo rapporto con la comunità lgbt sentendosi esclusi anche da questa e da potenziali interazioni soft e amichevoli, oltre che dal "mercato".

Io non capisco che vuol dire che  "siamo tutti ipergamici e cerchiamo qualcuno migliore di noi". Avere a disposizione grindr, per esempio, non significa essere ipergamici, e nemmeno illudersi di esserlo. Specialmente se uno abita a Castelfranco Veneto provincia di Treviso e non si chiama Rettore. E in tal caso uno dovrebbe vedere Demò come un piatto di carbonara dopo sei mesi di dieta. Non credo avrà bisogno di mettersi a cercare Eliad Cohen che nemmeno c'è.

Probabilmente sono un caso limite anche io, ma non riesco più di tanto a considerare le persone in termini di "meglio", "peggio", come se fosse una valutazione di Quattroruote. Mi sfugge l'algoritmo e me ne sfugge l'utilità pratica.

Edited by davydenkovic90
FreakyFred
5 hours ago, Almadel said:

 

Questa però - se permetti - è la solita cosa che noi gay felicemente fidanzati (o felicemente single)

Non è una cosa che sostengo io. Io sostengo che la nostra comunità si sia affetta da squilibri strutturali di varia natura che portano a rigettare l'impegno sentimentale o di fatto a renderlo impossibile o sconveniente. Sostengo Inoltre da anni che gli stessi squilibri si siano insinuati anche nel resto della società. Ho iniziato a pensarla così nel vedere il triste dato di fatto che anche quando trovi "l'incastro" spesso e volentieri la cosa non funziona lo stesso o non dura, per tutta una serie di altre ragioni/nevrosi.

Quella di sopra era piuttosto un'applicazione del principio di carità a ciò che tu hai detto, dunque non può sorprendere che sia proprio ciò che tu dici di solito. Hai parlato di ipergamia e confermi ora il concetto parlando di una specie di gerarchia estetica. Un concetto secondo me che lascia il tempo che trova, data l'esistenza nella comunità gay maschile di una varietà praticamente sconfinata di gusti estetici e annesse gerarchie. Ma hai parlato anche di questioni concernenti la compatibilità, un punto più solido, quindi invece di rispondere alla formulazione più debole che hai espresso ho preso quella che mi pareva più forte.

6 hours ago, Almadel said:

Io sono sempre stato scettico verso i "buoni incastri": le persone perfettamente compatibili sono una bella fantasia romantica/sessuale,

ma un buon fidanzato è quello che con cui vorremmo stare anche se tale incastro venisse meno.

quotone

37 minutes ago, FreakyFred said:

Io sostengo che la nostra comunità si sia affetta da squilibri strutturali di varia natura che portano a rigettare l'impegno sentimentale o di fatto a renderlo impossibile o sconveniente. Sostengo Inoltre da anni che gli stessi squilibri si siano insinuati anche nel resto della società. Ho iniziato a pensarla così nel vedere il triste dato di fatto che anche quando trovi "l'incastro" spesso e volentieri la cosa non funziona lo stesso o non dura, per tutta una serie di altre ragioni/nevrosi.

mah.. come visione mi pare troppo "utilitaristica": detta così pare che si sta con qualcuno solo se e quando se ne può ricevere qsa in cambio (dal sesso spettacolare ai dindini del daddy, o un tetto sopra la testa).

Poi, le buriane, le crisi di coppia, le rotture eccetera possono avere millemila concause accumulatesi, con una che diventa la miccia che fa esplodere tutto il bidone di tritolo: così quello che sembrava l'incastro perfetto va in mille pezzi e non esiste colla che possa riattaccarlo.

non dimenticarti infine che anche se e quando sei nella fase occhi a cuoricino, trottolino amoroso e du du du da da da eccetera, sotto traccia cmq qualche motivo di frizione c'è sempre, fisiologicamente, anche se in quel momento non gli dai importanza. Per il banale motivo che non siamo tutti uguali.

Per fortuna

Hinzelmann
7 hours ago, FreakyFred said:

E d'altro canto mi sfugge anche un pochetto la gerarchia estetica che proponi, visto che contestualmente dai anche l'esempio di quanto tali gusti estetici siano differenziati e non lineari e si ordinino su scale non commensurabili.

Noi come gay siamo "preordinati" a dire che ciò che conta non è la rappresentazione erotica, ma la modalità relazionale che al di là di questa si può instaurare

Al fondo dire questo significa dire che siamo uguali agli eterosessuali anche se il nostro immaginario erotico è diverso, oltrechè come detto molte volte variegato ed articolato al suo interno, un'atteggiamento gerarchico però può esprimere già una modalità relazionale se vogliamo è il contrario esatto di quella "parità" che a parole celebriamo

Il primo dato che salta agli occhi è il contrasto fra il gusto e la parola, di per suo questo non ci dice molto è soltanto evidente

Si tratta di vedere se l'atteggiamento gerarchico, si giustifica o si spiega semplicemente come esigenza che nasce dalla natura delle relazioni oggettuali che si instaurano, o se invece si insinua in esso del narcisismo o ci sono delle nevrosi che dilavano sulla qualità delle relazioni ( fuori dal letto )

Il discorso già complicato di suo, si aggrava per l'oppressione che abbiamo subito ( chi hanno dato dei narcisisti e dei nevrotici a tutti in quanto gay )

Per dire ci hanno detto che eravamo gay perchè "mammoni", quando semplicemente potevamo esprimere più facilmente l'affetto per la madre perchè gay

 

 

A me il perché i gay siano mediamente più insoddisfatti della loro vita di relazione, una volta appurato che il sesso maschile tende maggiormente alla promiscuità, pare ovvio. Semplicemente la monogamia sta stretta e la tendenza alla promiscuità rimane frustrata dal vivere in coppia chiusa e subentra quindi il fattore noia nominato da @FreakyFred.

Per questo motivo poi spesso fra gay si procede all'apertura della coppia: per appagare la propria "esuberanza" sessuale aumentando in questo modo la soddisfazione complessiva per la relazione. 

Il problema sta quindi nel fatto che il più delle volte inizialmente si imposta la relazione come monogama, impostazione che nel medio-lungo termine porta spesso insoddisfazione e si può risolvere poi con un'impostazione di non monogamia consensuale. 

Sarebbe interessante uno studio sulla soddisfazione di coppia media fra gay che sono in coppia chiusa, gay che sono in coppia aperta fin dall'inizio e gay che sono in coppia aperta in seguito all'apertura di una coppia inizialmente chiusa. 

Edited by Uncanny
LocoEmotivo
2 hours ago, FreakyFred said:

Io sostengo che la nostra comunità si sia affetta da squilibri strutturali di varia natura che portano a rigettare l'impegno sentimentale o di fatto a renderlo impossibile o sconveniente

"Strutturali"? Cioè connaturati, inevitabili, praticamente ontologici? 

FreakyFred

@freedog, È ovvio che l'incastro perfetto non esista. Cercarlo a tutti i costi è una scusa per non mettere impegno nelle conoscenze e frequentazioni, tipo quelli che non vogliono studiare la matematica e allora dicono di "non esserci portati".

Dire che il problema è che si cerca l'incastro perfetto equivale a dire che il problema è che non ci si vuole impegnare. Poi perché non si voglia, bella domanda, dipende. Io mi sono reso conto che in certi periodi divento assurdamente choosy e perfezionista anche solo nel decidere di uscire per un caffè; ma la ragione è che in certi non ho semplicemente voglia o energia per mettermi in gioco, visto e considerato che sono energie quasi sicuramente buttate nel cesso comunque.

Avete presente il gioco del prigioniero? Se non c'è cooperazione fra i due prigionieri la strategia vincente è sempre "tradisci". 

6 minutes ago, LocoEmotivo said:

"Strutturali"? Cioè connaturati, inevitabili, praticamente ontologici? 

No.

Diffusi, pervasivi, radicati, autoalimentantisi e che trascendono la possibilità del singolo individuo di correggerli con la sua sola azione personale.

11 hours ago, FreakyFred said:

Dai, ragazzi, finiamola co' sta cagata che per sapere di un argomento bisogna intervistare tutti gli interessati del pianeta. Le statistiche ci sono, le lesbiche le hanno già intervistate i ricercatori, non serve che lo rifacciamo ad ogni discussione. Quelli di cui si parla sono dati molto noti, acclarati. I dati non si negano, si spiegano, volendo se ne fa una teoria.

I dati sono che il maschio gay ha, in media, più partner sessuali sia degli etero che delle lesbiche, e ha in media relazioni più brevi, oltre ad essere in media meno soddisfatto della propria vita di relazione rispetto agli etero (non so rispetto alle lesbiche perché non mi è mai capitato il dato sottomano). Se si vuole ci si può riflettere sopra. Poi che non siano tutti così i maschi gay è una sublime ovvietà. Dopo averla ripetuta una sessantina di volte penso possiamo anche darla per assodata: non tutti i maschi gay hanno quelle inclinazioni o quelle difficoltà. Ciò detto, molti sì, più che gli etero, più che le lesbiche. 

Il problema non è astrattamente il metodo statistico, che può pur essere correttamente applicato ed avere perciò connotati scientifici, in forza dei quali s'assume che non sia necessario domandare a tutti "gli interessati del pianeta" per dedurre le probabili risposte anche di coloro cui non siano state fatte domande.

Il problema è concretamente che il campionario statistico vien fatto valere per tutti i maschi gay, quando necessariamente gli interrogati non possono che essere i "maschi gay dichiarati":

infatti e necessariamente in una cultura ambiente ancora sostanzialmente omofoba, nel senso che l'omoerotismo nel migliore dei casi è culturalmente considerato un quid minus rispetto all'eterorotismo, qualunque deduzione statistica fatta sulla base delle interrogazioni e delle risposte di alcuni maschi gay, non può che essere riferita solo ed esclusivamente a questi, cioè ai "maschi gay dichiarati", in tanto in quanto anche l'intervista concessa ad uno sconosciuto possa essere assimilata ad una dichiarazione di sé.

Non mi pare dunque corretto estendere deduzioni statistiche valenti solo per i "maschi gay dichiarati" a tutti i maschi gay senza specificazioni, tanto più perché anche il numero dei maschi gay senza specificazioni è incerto, potendosi pur dare, sempre in forza dell'omofobia ambiente, che essi siano molto più numerosi di quanto alcuni s'azzardano a certificare.

 

3 minutes ago, FreakyFred said:

Dire che il problema è che si cerca l'incastro perfetto equivale a dire che il problema è che non ci si vuole impegnare. Poi perché non si voglia, bella domanda, dipende

chiamalo incastro perfetto, chiamalo desiderio del Principe Azzurro perfettissimo o come ti pare, ma che sia qsa di utopico mi sembra acquisito e pacifico.

Certo, la poca voglia di impegnarsi nel metter su una coppia può essere un problema, però non mi pare nè l'unico nè il principale.

spesso ho visto che quel che fa più paura è la routine, che non vuol dire (solo) noia, ma più la paura di essere senza filtri davanti all'altro. Perchè? eh, bella domanda!

Che la quotidianità sia fatta di stress, lavoro, bollette, (s)cazzi & mazzi lo sappiamo tutti, e non sempre c'è la voglia di accollarsi quelli altrui, anche quando l'altrui è quello con cui condividi il letto.

Esempio concreto e banale: sai quale può essere un buon test per capire se si ha un futuro insieme? Vedere qual è il grado di "sopportazione"/gradimento reciproco col partner appena svegli la mattina, quando siamo tutti degli zombies un filo psicopatici, altamente inguardabili & irritabili

FreakyFred

Cerco di spiegarmi meglio: supponiamo di vivere in un mondo in cui il furto di biciclette è considerato pratica sostanzialmente accettabile, roba di tutti i giorni.

Tipo Bologna insomma, magari meno estremo di Bologna ma ci siamo capiti.

In un sistema del genere la gente tenderà a non comprare biciclette di qualità, tanto te la rubano; ti conviene di più fottertene una da quattro soldi. La qualità delle biciclette è destinata a calare.

E mettiamo che io stoicamente ed eroicamente decida di non rubare biciclette e di comprarne sempre di nuove e di alta qualità. 

È quasi sicuro che le ruberanno una dopo l'altra e prima o poi mi scoccerò di fare l'uomo retto e puro. La mia personale rivolta verso il sistema è destinata (quasi) sempre a fallire se il furto è strutturale.

In questo senso i problemi della nostra comunità sono strtturali. Gli sforzi correttivi di uno sono ininfluenti rispetto al sistema, il sistema si basa su una dinamica di massa. Il singolo in genere ha una scelta che si riduce alla dicotomia fra adattarsi e soccombere.

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