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Il vostro rapporto con altri gay.


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5 hours ago, davydenkovic90 said:

E anche nel caso della socializzazione, possono certamente servire come validi pretesti per delle conoscenze da approfondire, magari, fuori da lì. Stesso discorso vale per le birrette in piazza e anche per i raduni del forum. Non è che devi fare quello a vita, ma tramite quello puoi conoscere qualcuno con cui fare quell'altra cosa che ti piace fare.

 

Il punto è che in genere si conoscono persone che bene o male passano il loro tempo libero (già poco in una città come Milano) in quel determinato modo o comunque, ripeto, forse per colpa mia, non mi è mai capitato di conoscere gruppi di ragazzi gay che facessero altro. Insomma se conosco uno che la maggioranza delle sue serate le passa tutte o in parte a fare certe cose più di tanto non avrò nemmeno occasione di frequentarlo.

Però attenzione io non ho nulla contro la birretta in piazza, che probabilmente è la cosa più sana che si possa fare in assoluto per socializzare, il punto è il contesto ed il motivo.
Se devo fare amicizia magari posso frequentare il teatro, un partito politico, la squadra di calcetto, il club dei tifosi, il cineforum, il gruppo di Nordic, il gruppo di Sci, il gruppo degli amanti del taglio e cucito ecc. se ci pensi in ognuno di queste situazioni si può andare per fare amicizia e non è necessario che i componenti siano gay.

I gay hanno la necessità di riunirsi quando devono accoppiarsi , conoscere qualcuno con fine amoroso oppure per far valere i propri diritti, in tal caso gli ambienti esclusivi gay hanno ragione d'essere, fuori da questi campi non esiste una socialità gay organizzata intendo. In molti casi certi gay la rifiutano anche perchè la ritengono ghettizzante e tutto sommato hanno delle ragioni che io non condivido ma rispetto. Ecco che, per il mio carattere diventa difficile entrare in certi ambienti ma non perchè abbia conosciuto persone sgradevoli, anzi, ma perchè sono io che preferirei fare cose diverse. E' incredibile, ad esempio qui a Milano, provare a trovare luoghi di incontro diversi dai soliti ma anche proporre una semplice pizza viene liquidata perchè la serata modello è il ci vediamo alle 11 li e per l'una ci si muove. Ora a prescindere dai miei problemi di aerofagia data dal consumo di alcol cui dico al buon @LocoEmotivo che non sono i sintomi di una quarantennite precoce ma della mia colita spastica (comunque già che parliamo degli acciacchi significa che viaggiamo velocemente verso gli anta), le mie sono valutazioni fatte dall'osservazione di vita vissuta e sono uno che tutto si può dire meno che passi le sue serata a casa a guardarsi la De Filippi.
 

Certo qualcuno potrebbe dirmi ma per quale motivo vorresti amici gay per fare un pic nic o per andare ad un museo? Molti giustamente questa necessità non la sentono, forse non ha nemmeno senso, per questo dico che questo presunto mondo in realtà è solo un riflesso dell'osservazione del mondo etero ma nella realtà si riduce a quanto su detto.

Eppure, il sesso ma anche l'appuntamento amoroso lo trovo sulle app dove ho conosciuto anche persone bellissime, il mio desiderio di una comunità gay è quello della condivisione a 360 gradi di tanti aspetti ma è una necessità meno comune di qInsert other media uello che sembra e tutto sommato non è nemmeno detto che sia un male.

Edited by Iron84
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12 minutes ago, Iron84 said:

Il punto è che in genere si conoscono persone che bene o male passano il loro tempo libero (già poco in una città come Milano) in quel determinato modo o comunque, ripeto, forse per colpa mia, non mi è mai capitato di conoscere gruppi di ragazzi gay che facessero altro. Insomma se conosco uno che la maggioranza delle sue serate le passa tutte o in parte a fare certe cose più di tanto non avrò nemmeno occasione di frequentarlo.

Però attenzione io non ho nulla contro la birretta in piazza, che probabilmente è la cosa più sana che si possa fare in assoluto per socializzare, il punto è il contesto ed il motivo.
Se devo fare amicizia magari posso frequentare il teatro, un partito politico, la squadra di calcetto, il club dei tifosi, il cineforum, il gruppo di Nordic, il gruppo di Sci, il gruppo degli amanti del taglio e cucito ecc. se ci pensi in ognuno di queste situazioni si può andare per fare amicizia e non è necessario che i componenti siano gay.

I gay hanno la necessità di riunirsi quando devono accoppiarsi , conoscere qualcuno con fine amoroso oppure per far valere i propri diritti, in tal caso gli ambienti esclusivi gay hanno ragione d'essere, fuori da questi campi non esiste una socialità gay organizzata intendo. In molti casi certi gay la rifiutano anche perchè la ritengono ghettizzante e tutto sommato hanno delle ragioni che io non condivido ma rispetto. Ecco che, per il mio carattere diventa difficile entrare in certi ambienti ma non perchè abbia conosciuto persone sgradevoli, anzi, ma perchè sono io che preferirei fare cose diverse. E' incredibile, ad esempio qui a Milano, provare a trovare luoghi di incontro diversi dai soliti ma anche proporre una semplice pizza viene liquidata perchè la serata modello è il ci vediamo alle 11 li e per l'una ci si muove. Ora a prescindere dai miei problemi di aerofagia data dal consumo di alcol cui dico al buon @LocoEmotivo che non sono i sintomi di una quarantennite precoce ma della mia colita spastica (comunque già che parliamo degli acciacchi significa che viaggiamo velocemente verso gli anta), le mie sono valutazioni fatte dall'osservazione di vita vissuta e sono uno che tutto si può dire meno che passi le sue serata a casa a guardarsi la De Filippi.
 

Certo qualcuno potrebbe dirmi ma per quale motivo vorresti amici gay per fare un pic nic o per andare ad un museo? Molti giustamente questa necessità non la sentono, forse non ha nemmeno senso, per questo dico che questo presunto mondo in realtà è solo un riflesso dell'osservazione del mondo etero ma nella realtà si riduce a quanto su detto.

Eppure, il sesso ma anche l'appuntamento amoroso lo trovo sulle app dove ho conosciuto anche persone bellissime, il mio desiderio di una comunità gay è quello della condivisione a 360 gradi di tanti aspetti ma è una necessità meno comune di qInsert other media uello che sembra e tutto sommato non è nemmeno detto che sia un male.

Io credo siano invece ancora in molti a cercare amicizie disinteressate con persone dello stesso orientamento sessuale: per me è  una questione di sintonia, poter condividere con qualcuno un modo di essere che purtroppo credo tanti etero potrebbero non comprendere o fraintendere. 

davydenkovic90

Io a 22-23 anni (fino ai 26 circa) ero esattamente come quelli che descrivi delle birrette in piazza, del ci si vede alle 23 e all'1 ci si muove, perché tutti facevano così e anche io. A essere onesto lo trovavo noioso già allora, ma all'epoca rappresentava un diversivo alla mia noiosa vita precedente. 

Oggi (e sono passati pochi anni) mi sembra fantascienza, non bevo neanche più.

La cosa più assurda che non mi spiego era come potevamo prendere 2,3,4 birre di seguito.

Non mi piace neanche il tipo di divertimento che intuisco piaccia a te, cene organizzate e attività di vario tipo. Faccio già uno sport e devo farlo con gente che sa giocare (al momento ragazze e ragazzi etero, di cui comunque non sono amico), ho un fidanzato... il resto lo lascio all'anarchia (entro mezzanotte va bene tutto)

 

Ma certo che ci sono, quasi tutti a dire il vero, ho tanti amici gay tantissimi e non c'è mai stata tensione erotica ma solo sano cameratismo ricchionesco.
Non dico il contrario ma la necessità di creare un socialità più strutturata gay si crea in determinati contesti nella maggioranza dei casi, al momento è così.

Just now, davydenkovic90 said:

Io a 22-23 anni (fino ai 26 circa) ero esattamente come quelli che descrivi delle birrette in piazza, del ci si vede alle 23 e all'1 ci si muove, perché tutti facevano così e anche io. A essere onesto lo trovavo noioso già allora, ma all'epoca rappresentava un diversivo alla mia noiosa vita precedente. 

Oggi (e sono passati pochi anni) mi sembra fantascienza, non bevo neanche più.

La cosa più assurda che non mi spiego era come potevamo prendere 2,3,4 birre di seguito.

Non mi piace neanche il tipo di divertimento che intuisco piaccia a te, cene organizzate e attività di vario tipo. Faccio già uno sport e devo farlo con gente che sa giocare (al momento ragazze e ragazzi etero, di cui comunque non sono amico), ho un fidanzato... il resto lo lascio all'anarchia (entro mezzanotte va bene tutto)

 

Io dopo tre quattro birre inizio a levitare (oltre che lievitare)

Posso dire la mia, anche se sono all'inizio del mio percorso, non sono dichiarato e non ho amici gay (ed in generale ne ho assai pochi)?

Allora, anche a me non piacerebbe quel tipo di serata: alcol, balli, musica a volume improbabile, orari da turnista. Ma questo tipo di serate non sono appannaggio degli omosessuali, o sbaglio?

Altro capitolo. Avere amici gay. A primo acchito, si potrebbe dire - e a me stesso viene da pensarlo - che equivale a ghettizzarsi, che non è necessario che gli amici siano omosessuali, che è bene rapportarsi anche con gli eterosessuali. Poi noto una cosa: gli amici vengono scelti anche perchè hanno esigenze simili. Avete presente le persone sposate con figli che frequentano i propri pari perchè le esigenze sono le stesse? Ecco, allora forse una coppia omosessuale può avere esigenze più simili a quella di un altra coppia omosessuale. Che ne pensate?

9 hours ago, Iron84 said:

Se devo fare amicizia magari posso frequentare il teatro, un partito politico, la squadra di calcetto, il club dei tifosi, il cineforum, il gruppo di Nordic, il gruppo di Sci, il gruppo degli amanti del taglio e cucito ecc.

Ecco che, per il mio carattere diventa difficile entrare in certi ambienti ma non perchè abbia conosciuto persone sgradevoli, anzi, ma perchè sono io che preferirei fare cose diverse.

Esistono gruppi/associazioni gay che si si riuniscono attorno a una passione. Se a Bologna c'è il gruppo arcigay dei nerd, il coro gay e l'associazione di sport gay, devono esserci opportunità simili anche a Milano.

4 minutes ago, wwspr said:

Esistono gruppi/associazioni gay che si si riuniscono attorno a una passione.

Ne esistono di organizzati ( escursionisti sciatori etc ) ma esistono anche i cd "giri" spontanei ( melomani cinefili etc )

Chiaramente la grande città favorisce la loro formazione ma anche la dispersione, per cui bisogna vedere all'atto pratico quanto siano attivi in un dato momento

La dimensione di gruppo è fondamentale, altrimenti una frequentazione di due coppie per una pizza, in una realtà come quella italiana in cui non esiste un quartiere gay è un po' destinata all'invisibilità ( ci sono ma non ci si vede disperdendoci fra 1000 pizzerie )

 

9 hours ago, marce84 said:

Allora, anche a me non piacerebbe quel tipo di serata: alcol, balli, musica a volume improbabile, orari da turnista.

Ma è normale, è roba che mediamente si vive attorno ai vent'anni. Con un innalzamento forse della media tra i gay (l'etero medio a trent'anni "tiene famiglia" e al massimo va ad ammazzarsi a calcetto).

 

9 hours ago, marce84 said:

Ecco, allora forse una coppia omosessuale può avere esigenze più simili a quella di un altra coppia omosessuale. Che ne pensate?

 Vero ma in parte. Forse le motivazioni di base possono essere differenti. Noto che gli sposati eterosessuali tendono a fare uscite con altre coppie anche per questioni di orari sui figli (le orribili cene alle sette e mezza) e perche sarebbe sconveniente avere da parte di entrambi un'amica o un amico single. Spiego : l'attrazione sessuale è fatto di natura e quindi molto plausibile in questi casi, ma sarebbe totalmente asimmetrica poiché il rischio coinvolgerebbe solo un membro della coppia.

Tra gay si è tutti maschi per cui la componente erotica del proibito verso un terzo amico viene a smorzarsi perché non c'è spazio per la fantasia solitaria di uno dei due. Al massimo è una fantasia a due verso il terzo, ma spesso proprio non c'è neppure . Perché quando hai il tiramisù in frigo hai meno voglia di quando non ce l'hai. 

Se poi le coppie gay cercano altre coppie è per evitare di far reggere la candela al terzo, o per confrontarsi con altre realtà (ammettiamolo, stiamo meno omologati di un coppia etero ed ognuna ha delle particolarità da cui imparare). E, correggetemi con le vostre esperienze, io ho notato che le coppie etero tra loro fanno uscite molto formali. Ci si racconta di cosa sia successo nel mese precedente, si parla di aneddoti di lavoro, si ascoltano le vicende legate al figlioletto che ovviamente e il più bello e bravo, tutto però molto con distacco. Tutta quella componente che abbiamo con i nostri amici gay in coppia manca, anche solo la voglia di organizzare vacanze assieme o vedersi per capodanno (in effetti loro ci chiedono, siamo noi che fuggiamo😵) o scherzare. Non ho amici etero a cui poter dire "sei una vacca con la diarrea" senza che si offendano a morte, ma nemmeno cose molto molto molto più leggere 🤔

11 minutes ago, Ghost77 said:

E, correggetemi con le vostre esperienze, io ho notato che le coppie etero tra loro fanno uscite molto formali.

Qui chiaramente dipende molto da età, ambiente sociale etc

Certo la presenza di "signore" tradizionalmente porta i maschi per un verso a "civilizzarsi" ( rispetto alle vette della stupidità maschile del cazzeggio perchè a volte anche noi maschietti tendiamo a fare un po' i cretini...) per un altro verso però ANCHE ad autocensurarsi ( cioè non è stimolo di un miglioramento ma solo cancellazione in negativo e qui hai la pissera che è sposata con l'omino, figura tipica del teatro vernacolare fiorentino ) Il risultato può essere in effetti noioso...

41 minutes ago, Ghost77 said:

ammettiamolo, stiamo meno omologati di un coppia etero ed ognuna ha delle particolarità da cui imparare

E il cielo ci benedica per questo!
Ognuno di noi sperimenta una sua nuova via per la felicità in quanto non abbiamo alcun modello stereotipato da portare avanti: l'attivissimo della coppia (tanto per fare un esempio) può essere quello che adora fare le pulizie con lo stereo a tutto volume, mentre questa inversione di ruoli è stata un po' sdoganata ma fa ancora inorridire moltissime coppie etero.
Per non parlare poi di come cerchiamo di impostare la coppia, come cerchiamo di far quadrare questo cerchio che sembra non star fermo mai: esploriamo tutta la gamma delle possibilità perché siamo liberi, non abbiamo alcun obbligo di "amare e onorare" e possiamo sperimentare e capire e vivere in un punto qualsiasi tra gli estremi "fedeltà assoluta" e "zoccolamento istituzionalizzato".
La bandiera arcobaleno è la più azzeccata del mondo.

davydenkovic90

La differenza più grande tra etero e gay, nel socializzare, è che per gli etero avere amici (etero) e avere una vita sociale è, molto spesso, la norma, e la danno per scontata.

Non sanno cosa vuol dire non averla e rimboccarsi le maniche per fare qualcosa e ottenerla perché semplicemente quasi tutti loro ce l'hanno sempre avuta. Non sanno cosa vuol dire curare un rapporto per mantenerlo vivo o andarsi a cercare persone affini a sé perché ci sono nati in quella bambagia mista a noia perenne delle classiche uscitine di sabato sera e i classici capodanni.

Proprio recentemente mi hanno inserito in un gruppo per una festa di compleanno che si terrà fra due settimane.  La festeggiata è etero, come il 99% dei numerosi invitati. Ogni tanto mi cade l'occhio su questo tragico gruppo e su quello del regalo e osservo scene ai limiti della realtà. Da gente che si scusa in arabo di non poter venire, fintamente leziosa, "sai mi dispiace tantissimo ma non poso venire. Mi dispiace tanto, sai?" a gente che scrive che "da anni ormai non faccio più regali" e giù altri che si scatenano con le critiche e si crea una polemica da 500 messaggi sul tema dei regali. Io me ne sbatto, ho scritto "sì, vengo con A." e nel gruppo del regalo "partecipo al regalo, ho inviato i 10 euro tramite paypal" e amen. Questi passano le giornate a scrivere, scrivere, gif, fiumi di cazzate, intervallate da "scusa ma quel weekend non sono ancora tornata da Stoccolma"

Purtroppo questo scenario a me fa pensare, per l'ennesima volta, cose molto negative, e cioè che ormai consumiamo i rapporti come consumiamo il telefonino, che non solo abbiamo perso quelli che una volta si chiamavano "valori" (per esempio, l'amicizia) ma anche il buon gusto, ma che dico, l'educazione di base e il rispetto di alcune norme sociali che si imparano all'asilo.

Numerose volte trovo davvero meglio fare come Mina: non apparire e non far parte.

Tuttavia, ritengo vitale la ricerca incessante  di altri rapporti, che non dev'essere però spasmodica né superficiale. Chi cerca trova, mentre chi non cerca significa che ha già trovato o che si è un po' impigrito su certe dinamiche, il che ci può stare.

Come ho scritto tante volte, un amico (o un fidanzato) non sono trofei di caccia e non bisogna andarli a cercare col fucile. Sono pur sempre rapporti liberi e reciproci che si creano mettendo in campo altre doti che riguardino la sfera della sensibilità. E non sono nemmeno auto superaccessoriate che acquisti al concessionario o oggetti che trovi su amazon e ti arrivano comodamente a casa. 

Edited by davydenkovic90

Scusa @davydenkovic90, non voglio contrastare la tua eterofobia,

ma non credo che le dinamiche per le coppie gay che frequentano molti gay

siamo molto diverse da quelle delle coppie etero che frequentano molti etero.

Te lo dico perché non mi pare che tu abbia una nutrita compagnia omosessuale

paragonabile a quella dell'amica che farà il compleanno tra due settimane.

Forse vuoi dire che è un bene che i gay non abbiano compagnie tanto numerose

perché nel numero è difficile selezionare la qualità.

Questo però non è sempre vero: spesso la comunità gay è già un forte collante

e ci troviamo a frequentare persone che se fossero etero non calcoleremmo minimamente.

Col risultato che le nostre compagnie di amici sono molto più eterogenee di quelle etero.

1 hour ago, Almadel said:

ma non credo che le dinamiche per le coppie gay che frequentano molti gay siamo molto diverse da quelle delle coppie etero che frequentano molti etero.

Bravo! Gli essere umani si assomigliano tutti e - ma qui forse si alzerà un polverone - non concordo affatto con chi, ad esempio Loco - proclama che l'omosessualità è una condizione più fortunata, più vantaggiosa, migliore. E non è neanche una condizione di cui essere orgogliosi, ma ovviamente neanche di cui vergognarsi. Come, d'altronde, sarebbe ridicolo essere orgogliosi di essere eterosessuali. E se si parla di Orgoglio omosessuale non è perchè c'è motivo di sentirsi migliori, di considerarsi dei privilegiati: è perchè - per un fatto storico - dopo secoli di disparità e di discriminazioni, il termine Orgoglio vuole ricordare che non c'è nulla di cui vergognarsi, cosa che invece accomuna molti di noi. Siamo UGUALI, perchè si può essere uguali - molto più uguali di quanto si pensi - anche a fronte della diversità.

Edited by marce84
40 minutes ago, marce84 said:

Siamo UGUALI

Devo dissentire, anche perché questa affermazione la pronuncia una persona che si sta liberando adesso e non può avere una visone ancora completa . Per capire quanto possiamo essere diversi anche all'interno di noi stessi e quante tipologie di relazioni possano esserci non basterebbe l'intera lettura del forum ma ci vorrebbe una prova dal vivo, sul campo. 

Non sto dicendo che non hai diritto di esprimerti, ma che per ora la visione è ancora quella di un esterno, che col tempo spero si formerà contro le esperienze amicali e sentimentali. 

Concordo sul discorso dell'orgoglio ma se un po' vogliamo sentirci migliori, dopo tante legate sociali, lasciaci sognare 😁

 

Anche se a 22 anni quando mi sono scoperto la pensavo più drasticamente di te eh. 

 

2 hours ago, marce84 said:

non concordo affatto con chi, ad esempio Loco - proclama che l'omosessualità è una condizione più fortunata, più vantaggiosa, migliore.

è che noi c'abbiamo culo ad essere così.

per questo ci chiamano culi!

2 hours ago, Ghost77 said:

questa affermazione la pronuncia una persona che si sta liberando adesso e non può avere una visone ancora completa .

beh, sai bene che le nuove suffraggette frocie sono quelle che hanno più entusiasmo & passione per LA Causa;

noi vecchi bucanieri, in confronto a loro, siamo più disincantati

Beh,sul discorso dell'amicizia credo sia normale cercare persone un po' affini a sé, per i gay forse un po' di più perché spesso da adolescenti hanno percepito riguardo alla propria condizione un sentore di rifiuto, e quindi una volta usciti allo scoperto vogliono qualcuno che li capisca. Anche secondo me l'omosessualità può fare da collante,però con certi limiti perché ognuno ha i suoi gusti; se conosco un gay a cui piace sempre ballare e che mi canta a squarciagola lady gaga nelle.orecchie,tendo comunque a non frequentarlo più, non vedo perché dobbiamo a tutti i costi focalizzarci su delle persone in particolare. Certo,poi uno idealmente vorrebbe un migliore amico gay con interessi affini ai propri e magari qualche altro amico random non per forza gay e non per forza simile per interessi.Poi vabbè, io parlo per me,per quelli a cui piace uscire con carovane di amici è più difficile,soprattutto se lì cercano solo gay. Comunque,è una questione che riguarda pure gli etero; che poi,non mi fido tanto quando la gente parla di amici,perché oggi averne pochi equivale ad essere sfigati, quindi se uno saluta un altro in palestra perché lo vede spesso lì,alla domanda:"chi era quello?" risponderà:"un mio amico" quando in realtà si dicono solo "ciao" in palestra,come quando ,appunto,si invita tanta gente alle feste per sentirsi più fighi,ma poi,nella realtà dei fatti,quanti sono quelli che tengono a te? Tante volte ho visto gente scegliere feste di persone semisconosciute solo perché c'era più alcool. Oppure amici etero che si conoscono da una vita e continuano ad uscire quasi per inerzia,perché il gruppo è quello e che fai? Non esci con quello che ti conosce da anni?vabbè ma qui ci sarebbe da fare un discorso generale su "vita fissa" e "vita movimentata",per me siamo in una fase di transizione ma non mi dilungo ulteriormente su questo.

2 hours ago, Ghost77 said:

 

Concordo sul discorso dell'orgoglio ma se un po' vogliamo sentirci migliori, dopo tante legate sociali, lasciaci sognare 😁

 

 

 

È sempre il discorso della sessualità. Per gli esseri umani,volenti o nolenti,è un aspetto fondamentale. Per gli etero è scontato, per i gay la strada è più tortuosa perché ci reprimiamo. L'accettazione altro non è che i raggiungimento di un equilibrio interiore su un aspetto della vita fondamentale,e quindi è un po' come tornare a vivere, mentre gli etero "hanno sempre vissuto"e sotto questo aspetto,hanno una vita piatta,più facile ma piatta. Da qui l'orgoglio gay,perché capiscono quanto sono stati forti,quanto sono combattenti e hanno tirato fuori le palle(altro che debolezza). Sulla questione uguaglianza ho in serbo per voi un topic che aprirò prima o poi,che a questo punto si preannuncia  piccante.Non vedo l'ora.

31 minutes ago, Pix said:

Davvero gli omosessuali sono diversi dagli eterosessuali in quanto amicizia? Io ho notato lo stesso snobismo.

pure in me?

ah, pixettino mio adorato, qual duol mi rechi!!!

Edited by freedog
59 minutes ago, Pix said:

Io ho notato

Tutti noi abbiamo sensazioni soggettive, legate quindi alla nostra esperienza. Io posso dirti il contrario. Dipende da chi hai incontrato, non credo mai al "tutti buoni tutti cattivi". 

31 minutes ago, IlFinnico said:

Beh,sul discorso dell'amicizia credo sia normale cercare persone un po' affini a sé, per i gay forse un po' di più perché spesso da adolescenti hanno percepito riguardo alla propria condizione un sentore di rifiuto, e quindi una volta usciti allo scoperto vogliono qualcuno che li capisca.

Direi di no, nel senso che questo "sentore di rifiuto"  che indichi tu è una esperienza comune anche a persone non affini ed è un catalizzatore di incontri

Ovvio che da solo non basta, soprattutto in prospettiva...cioè se io ho l'età di tuo padre, parliamo linguaggi diversi, abbiamo interessi diversi io posso diventare un tuo conoscente perchè magari sono quello che ti ha introdotto nella comunità gay, ma poi giustamente tu cerchi le persone più affini a te per età, interessi etc

Tuttavia una situazione del genere tra gay può esistere, fra etero no.

Allo stesso modo la frequentazione di una associazione o di un bar gay può avvicinare, il sentimento di appartenenza ad una certa comunità ci può rendere, non dico amici ma conoscenti che in alcuni casi si aprono anche a delle confidenze ( meno di un tempo perchè oggi molta gaylife corre sul telefono )

Poi è chiaro a @Pix mi sembra sia andata male, o cmq non ha esperienze positive da riferire ad altri è andata bene, in generale non sono le affinità a fare la differenza ma la reazione a quel sentore ( dire mi hanno snobbato significa a torto o ragione non essersi sentito accettato )

Ripeto poi l'amicizia con persone molto affini, la grande amicizia si costruisce dopo

@Ghost77 fai bene a non credere che siano tutti buoni o tutti cattivi, tuttavia io ho incontrato solo persone non solo snob ma completamente folli:

  • ho frequentato vari gruppi, i cui membri non si sopportavano a vicenda. In alcuni di essi sono arrivati a lanciarsi le pietre o a colpirsi con gli ombrelli, tanto per dirne due. Si ricompattavano solo per fare bullismo sul "diverso" o contro chi non la pensava come loro;
  • ho frequentato un tizio che dopo essersi laureato alla triennale (triennale, sottolineo) ha cominciato a insultarmi perché: "Non sopporto gli universitari";
  • ho frequentato una persona che dopo un po' è letteralmente uscita di senno, entrando in una setta. Voleva tirarmi dentro ma quando ha constatato che provavo a tirarla fuori, mi ha segnalato al suo "maestro", che le ha ordinato di troncare i rapporti (e mi ha minacciato, tra l'altro);
  • ho conosciuto un "buddhista" molto propenso a fare amicizia con me, che ha provato ad introdurmi nella sua "scuola". Credevo di aver finalmente trovato il mio posto, all'interno di un gruppo molto affiatato ma poi ho scoperto che anche quella "scuola" funzionava in modo molto simile ad una setta: frequentazione costante e spesso inopportuna tra membri, gerarchia piramidale e nessuna libertà di opinione. Appena ne sono uscito hanno fatto finta di non conoscermi; 
  • ho frequentato per 15 anni una persona, credendola la mia migliore amica, salvo poi scoprire essere una bigotta: quando ha scoperto del mio sbattezzo mi ha tolto il saluto e va screditandomi in giro dicendo che sono satanista (credo anche che abbia detto a tutto il mondo che sono gay ma vabbè, almeno questo è vero).

I protagonisti di questa lista sono sia etero che gay, ecco perché penso che tra i due orientamenti in fatto di amicizia non ci sia molta differenza. Dopo queste esperienze non credo più nell'amicizia e nelle persone. Poi ognuno ha il suo bagaglio di esperienze.

@freedog parlo di persone che ho frequentato quasi quotidianamente. Se vivessi a Roma, uscirei volentieri. 😊

3 minutes ago, IlFinnico said:

Da qui l'orgoglio gay,perché capiscono quanto sono stati forti,quanto sono combattenti e hanno tirato fuori le palle(altro che debolezza).

tesò, non hai ancora capito che se si tratta di tirar fuori le palle, come i froci nessuno mai!

9 minutes ago, Pix said:

Poi ognuno ha il suo bagaglio di esperienze.

Non c'è dubbio, una concentrazione di religioni di tal fatta io l'ho solo vista in TV quando facevano vedere al TG Giovanni Paolo II che giocava a fare l'ecumenico

13 minutes ago, Hinzelmann said:

Non c'è dubbio, una concentrazione di religioni di tal fatta io l'ho solo vista in TV quando facevano vedere al TG Giovanni Paolo II che giocava a fare l'ecumenico

Solo nel mio quartiere conosco una decina di buddhisti, un neopagano e alcuni induisti. Direi che non me li sono andati a cercare col lanternino. 😅 

davydenkovic90
12 hours ago, Almadel said:

Scusa @davydenkovic90, non voglio contrastare la tua eterofobia,

ma non credo che le dinamiche per le coppie gay che frequentano molti gay

siamo molto diverse da quelle delle coppie etero che frequentano molti etero.

Te lo dico perché non mi pare che tu abbia una nutrita compagnia omosessuale

paragonabile a quella dell'amica che farà il compleanno tra due settimane.

Forse vuoi dire che è un bene che i gay non abbiano compagnie tanto numerose

perché nel numero è difficile selezionare la qualità.

Questo però non è sempre vero: spesso la comunità gay è già un forte collante

e ci troviamo a frequentare persone che se fossero etero non calcoleremmo minimamente.

Col risultato che le nostre compagnie di amici sono molto più eterogenee di quelle etero.

No, non volevo dire che "è un bene che i gay non abbiano compagnie numerose ma di qualità"

Volevo umilmente dire che, da gay, non capisco le dinamiche di socalizzazione del cazzo degli etero e i problemi del cazzo che si fanno all'interno di questi gruppi. (Come non capisco i problemi di quelli che ogni anno vogliono festeggiare il capodanno...)

Sbagli quando affermi che le loro siano compagnie omogenee, quando devono fare una fatica immane nel far combaciare lo Yin e lo Yang dei loro sabati sera, ovvero la partita della Juve e la fidanzata che è un mese che pensa a come truccarsi. Forse solo Fedez e la Ferragni (e sarà per questo che piacciono tanto) sono la coppia etero perfetta, nel senso che entrambi hanno l'abbigliamento come priorità e interesse fondante le loro esistenze.

Volevo sommessamente dire che gli etero - in media - sono abituati a relazionarsi fra di loro molto di più, fin da adolescenti, e a relazionarsi "tanto per", cioè annoiandosi, perché va fatto, con gruppi di cosiddetti amici e conoscono queste dinamiche a menadito. Noi gay siamo molto più abituati ai periodi di magra, a simulare o dissimulare all'interno di gruppi etero, appunto, facendo da tappezzeria, oppure non relazionarci affatto con altri gay... Stiamo benino anche senza compagnie, se abbiamo un fidanzato o anche se non lo abbiamo, e se intendiamo relazionarci con altri gay dobbiamo solitamente impegnarci un po' per andarli a cercare e smuoverci non poco dal paesino d'origine. Cosa che da un lato può essere una ricerca sana e crea di sicuro rapporti un pochino più "interessanti", da un altro invece ci fa un po' idealizzare la ricerca, forse, e certe interazioni (come dice Iron e come dico anch'io nel primo post).

Io a un certo punto ho pensato di poter fare amicizia o trovare un punto in comune con ogni gay che conoscevo, e invece anche avvenimenti recenti me l'hanno confutata, quest'idea, che mi rendo conto essere un po' troppo ottimista.

Tuttavia frequento e parlo molto più con gay che con etero, ultimamente, ed effettivamente anche cercando poco qualcuno che abbia una personalità e dei gusti molto vicini ai miei l'ho trovato più facilmente in quei pochi giorni di Romeo nel 2013 che non dopo anni e anni di tennis, per esempio. Giusto pochi giorni fa parlavo con un amico di Mara Venier che domenica scorsa ha resuscitato una donna a Domenica In. Difficilmente avrei potuto parlarne con il ragazzo etero con cui gioco a tennis, al quale voglio bene, che mi invitava all'interrail per farsi tutte le foto negli stadi di Francia, Portogallo e Spagna.

 

 

Edited by davydenkovic90
6 hours ago, davydenkovic90 said:

per gli etero avere amici (etero) e avere una vita sociale è, molto spesso, la norma, e la danno per scontata.

32 minutes ago, davydenkovic90 said:

non capisco le dinamiche di socalizzazione del cazzo degli etero e i problemi del cazzo che si fanno

Infatti credo che le due cose siano correlate. Non hanno la prospettiva di chi, avendone sofferto la mancanza, sa quanto la socialità sia importante. L'abbondanza li rende noncuranti, quindi il rapporto sociale perde la sua natura di fine e diventa un mezzo verso altro: festeggiare i capodanni, gonfiare il proprio ego, compiacersi nel provocare discordia...

Concordo con @Almadel sul fatto che potenzialmente lo stesso possa avvenire fra gay, però probabilmente con meno frequenza. Non che parli per esperienza diretta, comunque.

Edited by wwspr
1 hour ago, davydenkovic90 said:

Volevo sommessamente dire che gli etero - in media - sono abituati a relazionarsi fra di loro molto di più, fin da adolescenti, e a relazionarsi "tanto per", cioè annoiandosi, perché va fatto, con gruppi di cosiddetti amici e conoscono queste dinamiche a menadito

Io penso che le compagnie, gay o etero, siano una forma di aggregazione sociale tipica dell'età giovanile. E non c'è molta differenza fra compagnie gay o etero. A vent'anni ci trovavamo al bar del mio paese per decidere cosa fare, che poi la maggior parte delle volte voleva dire andare in discoteca. Con le compagnie gay era lo stesso, cambiava il luogo d'incontro, ma la sostanza era quella: andare a divertirsi e possibilmente rimorchiare. Probabilmente le compagnie etero sono più numerose non perché, come dici, sono abituati a relazionarsi “tanto per”, ma perché si formano in contesti e modi differenti.

 

davydenkovic90
6 hours ago, Gondo said:

A vent'anni ci trovavamo al bar del mio paese per decidere cosa fare, che poi la maggior parte delle volte voleva dire andare in discoteca. Con le compagnie gay era lo stesso, cambiava il luogo d'incontro, ma la sostanza era quella: andare a divertirsi e possibilmente rimorchiare. Probabilmente le compagnie etero sono più numerose non perché, come dici, sono abituati a relazionarsi “tanto per”, ma perché si formano in contesti e modi differenti.

 

Coi tuoi amici gay ti incontri l bar del paese? Dove, a Gaylandia? 

No, gli etero solitamente hanno il problema quando si accoppiano, i più tragici escono col fratello e la cognata, sennò con amici e rispettive fidanzate appresso, anche perché molto spesso, fra etero, anche il fidanzarsi è una pressione sociale e le uscite sono semplicemente appagamento voyeuristico di essere coppia in mezzo alle coppie.

Edited by davydenkovic90

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