Guest liverpool Posted August 4, 2008 Share Posted August 4, 2008 Cause e nomi. Caro Liverpolita, tra i molti possibili, perciò ho assunto il nome d'Anacreonte, perché primamente di lui lessi un carme dedicato da un adulto al giovinetto amato: frequentavo il Ginnasio ed il carme era trascritto nel mio libro di letteratura Greca. Perché anch'io allora ardevo per la beltà adolescente d'un mio condiscepolo, il quale tuttavia così di me non si curava, come Cleobulo negligeva Anacreonte; in quei versi riconobbi specchiato il vano desiderio mio. Anakreon. Ciò non ti rende meno sofista di Gorgia o Protagora Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Anakreon Posted August 4, 2008 Share Posted August 4, 2008 Sofismi. Forse; ma i sofismi sono dimostrabili e confutabili: aspetto la dimostrazione e la confutazione. Anakreon. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Fry Posted August 4, 2008 Share Posted August 4, 2008 Non vorrei aprire un altro topic, perché il mio post riguarda sempre la prostituzione maschile, anche se non le motivazioni che spingono un ragazzo a prostituirsi, bensì il problema su come si debba giudicare la prostituzione (e se sia giusto farlo). Ho letto poco tempo fa un articolo su un sito frequentato da gay nel quale parlavano degli escort come fenomeno in espansione in italia, e la persona che scriveva riconduceva la disapprovazione generale a questo tipo di attività in Italia a una cultura bigotta. Non nego che la leggerezza dell'articolo nel trattare la questione mi abbia colpito negativamente, ma mi ha fatto riflettere: la mia difficoltà ad accettare la prostituzione come una normale attività commerciale è segno di bogottismo o di buon senso? Dove finisce uno e comincia l'altro? Ho sempre prensato che vendere il proprio corpo fosse una soluzione estrema, perché la trovo una cosa degradante per una persona... ma forse sbaglio e l'educazione e la cultura che mi hanno dato sono ormai superate. Voi cosa ne pensate? Per me è degradante (per usare un eufemismo) se si è costretti, se lo si fa di propria sponte non ci vedo nulla di male. E' un modo facile per far soldi, sarò venale all'inverosimile ma capisco benissimo chi lo fa con questo scopo. La cosa negativa è che devi farti chiunque, anche i roiti più vomitevoli, altrimenti non sarebbe male Sono superfiviale? Fa nulla! Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Albi Posted August 4, 2008 Share Posted August 4, 2008 Per me è degradante (per usare un eufemismo) se si è costretti, se lo si fa di propria sponte non ci vedo nulla di male. E' un modo facile per far soldi, sarò venale all'inverosimile ma capisco benissimo chi lo fa con questo scopo. La cosa negativa è che devi farti chiunque, anche i roiti più vomitevoli, altrimenti non sarebbe male Sono superfiviale? Fa nulla! Finalmente qualcuno che vede la cosa per quella che effettivamente è: semplice. D'accordissimo con Fry (d'altra parte come si fa a non essere d'accordo con uno con un nick del genere?!?! Ehehehe) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
nevischio Posted August 4, 2008 Share Posted August 4, 2008 Signori filosofi e non, credenti e non: per un credente come il sottoscritto, Dio ci ha creato LIBERI e quindi, appunto, LIBERI di far ciò che si vuole, anche del proprio corpo. Io non mi scandalizzo per la prostituzione in sé, sia questa maschile o femminile, ma per chi, invece, costringe qualcuno alla prostituzione contro la sua volontà! Questo sì è da condannare! Ma se una persona per qualsivoglia motivo (soldi o altro) decide LIBERAMENTE di vendere il proprio corpo, ha tutto il diritto di farlo e la sua decisione merita rispetto! Io, certo, non riuscirei mai a prostituirmi perché ho un mio codice morale, ma tale codice può non valere per chi mi sta vicino semplicemente perché non credente, perché ha una diversa visione della morale o perché di cultura diversa, ecc. ed io non posso essere assolutamente autorizzato a criticare o addirittura cercare di cambiare le scelte di questa persona! Questo è vivi e lascia vivere? E sia! Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Albi Posted August 4, 2008 Share Posted August 4, 2008 Nevischio il saggio ha parlato. Lo dico un po' troppo spesso ultimamente?!?! Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Fry Posted August 4, 2008 Share Posted August 4, 2008 Finalmente qualcuno che vede la cosa per quella che effettivamente è: semplice. D'accordissimo con Fry (d'altra parte come si fa a non essere d'accordo con uno con un nick del genere?!?! Ehehehe) Muauhauhauhau Non posso non andar d'accordo con un fan del Bianconiglio "Alice nel Paese delle Meraviglie" è il mio Disney preferito, lo conosco a memoria Scusate l'OT -.-' Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
nevischio Posted August 4, 2008 Share Posted August 4, 2008 Nevischio il saggio ha parlato. Lo dico un po' troppo spesso ultimamente?!?! Ehhh, che c'e devo fa'? ... Già te lo dissi: ha volte c'ho ste sparate!!! :) Grande Bianconiglio!!! :) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guest liverpool Posted August 5, 2008 Share Posted August 5, 2008 Gentile Nevischio, uomo sensibile e amante dell'arte...questa da te non me la sarei proprio aspettata! Non sto qui a disquisire sul concetto di libertà, che nella tua formulazione equivale ad un totale disinteresse per i vincoli sociali che uniscono gli individui, e ti ricordo così di passaggio che la prostituzione è reato; quindi tanto innoqua e indifferente non è. Le tue distinzioni poi tra chi esercita e chi approfitta non tengono conto della legge economica della domanda e dell'offerta. Certo: chi schiavizza costringendo alla prostituzione è un criminale; ma chi si prostituisce per far soldi, quanto meno offende chi si guadagna il pane con il sudore della fronte oltre ad offrire inevitabilmente un modello negativo. Da che mondo è mondo solo i ladri, i truffatori e i furbastri guadagnano (guadagnano???) con estrema facilità. Non vorrei darti l'idea di essere uno che giudica il suo prossimo da bacchettone o da bigotto: è solo che credo nella dignità della persona, valore in cui consiste la libertà, quella vera, e quella bellezza che tu come artista non puoi non amare. Non sono un don Benzi, ma posso dirti di conoscere il mondo della prostituzione maschile e femminile e che è un mondo di sofferenza e di infelicità. Quante volte mi son sentito dire: "Se potessi tornare indietro!" Sfatiamo la leggenda del prostituto d'alto bordo, autentica rarità! Anakreon nei suoi post sostiene non esserci grande differenza tra gli organi genitali ed altre parti del corpo, per cui un muratore che impiega il proprio corpo per la costruzione di una casa, non sarebbe molto diverso da chi mette in vendita le proprie grazie per distribuire piaceri. Senonchè in base ad una visione che rappresenta una delle migliori conquiste dell'intelligenza umana, il corpo non è un assemblaggio di membra di uguale valore -se così fosse stuprare, mutilare e uccidere equivarrebbero ad un pugno volato in una rissa- ma è il modo di essere dell'uomo nel mondo, lo strumento necessario -seppure insufficiente- per rivelare se stesso e costruire la propria realizzazione; per andare incontro all'altro, per amare e dare la vita...Secondo questa visione la sessualità non si decide dalla cintola in giù, ma proviene dal desiderio di offrire liberamente se stesso all'altro; se stesso e non soltanto delle parti del corpo. Se poi uno ritiene di fare della propria sessualità l'uso che più gli aggrada, bene; ma non venirmi a parlare di libertà che è ben altra cosa, e lo sanno tutti coloro che hanno lottato e lottano per conquistarla per sè e per gli altri, pagando di persona. Un ultima cosa: la prostituzione maschile non contribuisce di certo a riscattare l'immagine che in troppi hanno dell'omosessuale: un vizioso, un corrotto, un pervertito. Un cordiale saluto, Daniele Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Anakreon Posted August 5, 2008 Share Posted August 5, 2008 Differenze e voci. Caro Liverpolita, affermi: "Anakreon nei suoi post sostiene non esserci grande differenza tra gli organi genitali ed altre parti del corpo, per cui un muratore che impiega il proprio corpo per la costruzione di una casa, non sarebbe molto diverso da chi mette in vendita le proprie grazie per distribuire piaceri." Anzi, so bene che grande è la differenza ed io non mi tolgo dall'opinione comune, se non per altro, perché, fuori del giudizio morale, reputo tuttavia questa cosa, che cioè un uomo permetta che innumeri ignoti usino delle proprie membra genitali, non solo per compenso, ma anche senza; assai più disgustosa che quest'altra, che cioè un uomo illustre permetta che innumeri ignoti gli stringano la mano. Posso tuttavia domandarmi perché sorga in noi tale opinione?; quale ne sia la causa ?. Forse per Te è facile reperirla, perché riferisci la morale umana alle leggi rivelate da un dio; per me, il quale dubito che gli dei siano o, se sono, che si diano pena di dar leggi ai mortali, l'investigazione delle cause è più difficile e dubbia. Continui: "Senonchè in base ad una visione che rappresenta una delle migliori conquiste dell'intelligenza umana, il corpo non è un assemblaggio di membra di uguale valore -se così fosse stuprare, mutilare e uccidere equivarrebbero ad un pugno volato in una rissa". Ma le opinioni, circa ciò che sia pregio sommo, sono differenti tra gli uomini, non solo tra uomini di secoli e di culture umane diverse, ma anche tra uomini del medesimo secolo e della medesima cultura umana: alcune donne stuprate reputarono necessario uccidersi, per purificare il proprio corpo contaminato; altre no; un uomo può uccidere l'offensore per un pugno ricevuto, un altro per un insulto, un altro per una derisione, un altro ancora può indulgere ad ogni offesa, pur gravissima, un altro in fine condonare nessuna pur levissima offesa. Dichiari: "Secondo questa visione la sessualità non si decide dalla cintola in giù, ma proviene dal desiderio di offrire liberamente se stesso all'altro; se stesso e non soltanto delle parti del corpo." Consento pienamente, ma rimane la questione: perché è lecito offrire altrui liberamente la propria mano, senza ritegno d'inverecondia, ma non il pene o la vagina ?. Non forse perché questi sono gli strumenti della generazione di noi stessi e della perpetuazione della nostra specie e sono dunque universalmente stimati preziosi, non perché parti del tempio d'un dio, ma perché utensili della conservazione del genere umano ?. Ammonisci: "Se poi uno ritiene di fare della propria sessualità l'uso che più gli aggrada, bene; ma non venirmi a parlare di libertà che è ben altra cosa, e lo sanno tutti coloro che hanno lottato e lottano per conquistarla per sè e per gli altri, pagando di persona." In vero io non ho trattato di libertà o di servitù, ma di cause delle nostre opinioni circa la verecondia o l'inverecondia di alcune membra del nostro corpo. Per altro, convengo che la nostra libertà, in una società civile, anzi in un consorzio umano, non possa non avere il limite della libertà altrui: ma, capisci bene, dobbiamo pur sempre definire che cosa sia libertà, quanto la nostra libertà sia conculcata da ciò, che stimiamo inverecondo in altri, e quali siano le fonti della verecondia e dell'inverecondia. Concludi: "Un ultima cosa: la prostituzione maschile non contribuisce di certo a riscattare l'immagine che in troppi hanno dell'omosessuale: un vizioso, un corrotto, un pervertito.". Ti ricordo che la voce di "omosessuale", invenzione della medicina del secolo trascorso, significa un morbo della mente che perverte l'inclinazione naturale d'un uomo maschio pubere a desiderare la congiunzione venerea con una femmina pubere della specie umana: sarebbe quindi singolare se questo vocabolo non portasse seco i segni della perversione. E' sufficiente usare della locuzione d'amor Greco e nessuno potrà deturpare l'onore di coloro, i quali s'accendano per il desiderio amoroso della giovine beltà d'un maschio, per ciò solamente che alcuni maschi si prostituiscono ad altri maschi; se al meno quegli non voglia parimenti deturpare l'onore di coloro, i quali s'accendano per il desiderio amoroso delle femmine, adducendo a pretesto che alcune femmine si prostituiscono ai maschi. Anakreon. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
nevischio Posted August 5, 2008 Share Posted August 5, 2008 Ehh daje ke la polemica continua!!! :) Ma volemoseee bèèènneee, che è meglio! :) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Ghost77 Posted August 5, 2008 Share Posted August 5, 2008 Non è forse il piacere fisico il bandolo di tutto questo discorso? Condividendo appieno il discorso di Anakreon mi permetto di aggiungere all'interessante discussione che nessuno si scandalizzerebbe se un uomo pagasse un altro uomo per insaponarsi le mani a vicenda, tanto per cadere nell'assurdo; quando invece il fine del servizio è legato alla stimolazione delle zone erogene, scatta l'occhio severo della morale. C'è da chiedersi, prima di giudicare e schierarsi : perchè? Considerando che l'orgasmo nasce come salvaguardia delle specie ricalcando i classici riflessi Pavloviani ( se mi accoppio provo piacere, ergo cerco di accoppiarmi il più possibile), allo stesso modo il gusto serve per discernere il cibo e assicurarci un'adeguata nutrizione garantendo anche in questo caso la sopravvivenza della specie. Per quale motivo il gourmet non prova un piacere così intenso, gustando le sue "galuperie", rispetto a chi commette l'atto sessuale? Semplice deduzione ci porta a comprendere che il cibo, tutto sommato, ci serve per sopravvivere e anche fosse alquanto insipido non cesseremmo di nutrirci. Ciò non accadrebbe per il sesso, se non avesse adeguato "premio". Ora, per quale motivo non è moralmente discutibile provare piacere nel cibarsi di portate inutili al nostro fabbisogno (senza entrare nel merito dei peccati capitali ovviamente dato che cerchiamo di tenere un punto di vista equidistante dalle religioni) e invece l'atto sessuale rischia sovente di cadere in accezioni estremamente negative? Posso ipotizzare : quale arma migliore per tenere in mano uno o più popoli se non quella di porre veti su istinti a cui è difficile fare a meno? Non è forse più facile controllare il sesso implicandolo in connotazioni morali e peccaminose, anzichè, per ritornare all'esempio precedente, condannare la gola ? E così facendo questi " ideali" sono giunti immutati fino a noi e nel bene o nel male ne veniam travolti già dalla nascita, talmente si sono radicati nel costume. Ve lo immaginereste, in un mondo parallelo in cui l'orgasmo è provocato dal cibo, un grande chef accusato poichè si prostituisce preparando goduriose leccornie in cambio di soldi? Ci pare assurdo ma tutto sommato, se ci guardassimo con occhio alieno e ci spogliassimo di tutti i costrutti che ci son stati edificati addosso generazioni su generazioni, e ci vedessimo per quel che siamo, sorrideremmo quasi imbarazzati di fronte a tutte queste arzigogolature che ci siamo creati per complicarci la vita. Per tirare le somme condivido il "vivi e lascia vivere" qualora vi sia il consenso e la volontà. Trovo sia da stroncare invece lo sfruttamento di persone che compiano la prostituzione non per propria volontà, che è ben diverso da condannare l'atto in sè. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guest liverpool Posted August 6, 2008 Share Posted August 6, 2008 Per tirare le somme condivido il "vivi e lascia vivere" qualora vi sia il consenso e la volontà. Trovo sia da stroncare invece lo sfruttamento di persone che compiano la prostituzione non per propria volontà, che è ben diverso da condannare l'atto in sè. Forse bisognerebbe chiedere a chi si prostituisce se i suoi orgasmi (ammesso e non concesso che li provi) siano originati dal piacere erotico o dal compenso in denaro per le sue prestazioni... Peccato poi che chi si prostituisce di sua volontà e pienamente consenziente appartenga ad una èlite molto ristretta rispetto alle schiere di chi invece è in vari modi costretto a farlo. E infine mi chiedo: come mai se dico a qualcuno "fijo de na mignotta" quello si offende, mentre se gli dico: "figlio di chef" magari lo faccio contento? Sarà colpa della morale che ha discriminato le mignotte? Mah... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Albi Posted August 6, 2008 Share Posted August 6, 2008 Peccato poi che chi si prostituisce di sua volontà e pienamente consenziente appartenga ad una èlite molto ristretta rispetto alle schiere di chi invece è in vari modi costretto a farlo. Sì ma noi stiamo dicendo che non abbiamo niente in contrario verso quelli che lo fanno di loro spontanea volontà, no? Poi se questi son pochi è un altro discorso. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Anakreon Posted August 6, 2008 Share Posted August 6, 2008 Cuochi e lenoni. Caro Liverpolita, annoti: "Peccato poi che chi si prostituisce di sua volontà e pienamente consenziente appartenga ad una èlite molto ristretta rispetto alle schiere di chi invece è in vari modi costretto a farlo.". Ma la costrizione contro l'agente non coonesta né deturpa l'atto in sé stesso: se uccidere il nemico in un conflitto è cosa lecita, sarà lecita sia quando il milite uccida spontaneamente sia quando uccida costretto dal suo duce che lo minacci di castigo, se evita il nemico; se, vice versa, uccidere un cittadino innocente è cosa illecita, sarà illecita sia quando l'omicida uccida spontaneamente sia quando uccida minacciato da un delinquente che lo minacci di morte: in questo caso muterà, se previsto dalla legge, la colpa dell'agente, ma l'atto sarà illecito pur sempre. D'altronde, contro donne che si concedono spontaneamente e pur senza mercede a molti maschi, è comune usare della voce ingiuriosa di puttane, non altrimenti che se fossero prostitute, le quali s'offrissero a tutti in un postribolo per mercede. Concludi, domandando: "E infine mi chiedo: come mai se dico a qualcuno "fijo de na mignotta" quello si offende, mentre se gli dico: "figlio di chef" magari lo faccio contento? Sarà colpa della morale che ha discriminato le mignotte? " Innanzi tutto osservo che, a rigore, la comparazione dovrebbe piuttosto essere tra la locuzione di figlio di puttana e quella di figlio di golosa, essendo evidente che il cuoco non è colui che pecca, ma piuttosto colui che offre occasione al peccatore. Sarebbe dunque meglio comparare la locuzione di figlio d'un cuoco con quella di figlio d'un lenone: per altro, anche in questo caso la diversità dell'infamia non si può negare. E veramente, appare chiaro che l'incontinenza negli appetiti venerei sia sempre stata e sia ancora stimata peggiore, che l'incontinenza negli altri appetiti naturali, ancorché, come ben sai, anche la gola sia stata condannata dal magistero Cristiano quale peccato capitale. Non di meno, l'incontinenza nell'apertura agli altri delle proprie parti intime è universalmente giudicata, senza dubbio, più immonda, che sia giudicata l'incontinenza nel divorare cibi oltre le necessità quotidiane del corpo: perché ?. Permetti ch'io non sia sodisfatto dall'argomento che il nostro corpo sia tempio del Tuo dio ?: non perché io dubiti che gli dei siano o, se pur siano, che si diano pena dei casi nostri mortali, ma perché, se l'argomento fosse probante, come Tu stesso acutamente osservi, alcuno dovrebbe parimenti offendersi così se fosse appellato figlio d'una golosa, come se fosse appellato figlio d'una puttana, non discernendosi ragione per cui uno stomaco, farcito oltre la misura del nutrimento quotidiano, sia meno sacrilego d'una vagina, penetrata oltre la misura della fecondazione. La risposta, dunque, alla domanda perché la stima sia diversa, neppure per un Cristiano, a mio giudizio, può essere semplicemente che il nostro corpo sia tempio del dio; ma bensì dev'essere razionalmente che le membra, le quali hanno utilità per la generazione della nostra specie, sono più stimate che siano quelle, le quali hanno di contro utilità solo per la vita o la salute singolare di ciascuno di noi. Anakreon. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guest liverpool Posted August 6, 2008 Share Posted August 6, 2008 Questo topic è diventato una conversazione da salotto buono davanti a thè e pasticcini. Ciò che volgarmente dicesi cazzeggio. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Wolf Posted August 7, 2008 Share Posted August 7, 2008 Questo topic è diventato una conversazione da salotto buono davanti a thè e pasticcini. Ciò che volgarmente dicesi cazzeggio. E' possibile intervenire solo per i pasticcini ? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
nevischio Posted August 7, 2008 Share Posted August 7, 2008 E' possibile intervenire solo per i pasticcini ? Sì, sì, ecco ... specie se sono con il cioccolato! :asd: Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Anakreon Posted August 7, 2008 Share Posted August 7, 2008 Offese e censure. Se qualche commento dispiace, è sufficiente non leggerlo e trascorrere oltre; se l'argomento è ingrato, è sufficiente occuparsi d'altro: mi pare facile cosa, che evita l'offesa del lettore e la censura dello scrittore. Anakreon. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Guest liverpool Posted August 8, 2008 Share Posted August 8, 2008 Sì, sì, ecco ... specie se sono con il cioccolato! :asd: Probabilmente la fauna estiva che popola questo forum non tollera le discussioni di un certo livello, o magari non tollera e basta. Ma è altrettanto probabile che io sia un reperto archeologico e come tale sarebbe bene che non mi avventurassi fuori dal museo. Per questo rivolgo un cordiale saluto a tutti. Tante belle cose! Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Andre Posted August 8, 2008 Share Posted August 8, 2008 Cuochi e lenoni. D'altronde, contro donne che si concedono spontaneamente e pur senza mercede a molti maschi, è comune usare della voce ingiuriosa di puttane, non altrimenti che se fossero prostitute, le quali s'offrissero a tutti in un postribolo per mercede. L'uso delle parole dipende anche dalla sensibilità e dall'umore delle persone, spesso fatto solo per offendere in maniera del tutto gratuita. Per me, prostituto è colui che vende se stesso (non necessariamente fisico, ma anche morale) in cambio di qualcosa. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Anakreon Posted August 8, 2008 Share Posted August 8, 2008 Conoscenze e facilità. Caro Andrea, osservi: "L'uso delle parole dipende anche dalla sensibilità e dall'umore delle persone, spesso fatto solo per offendere in maniera del tutto gratuita." Ma perciò, che nessuno può conoscere perfettamente ciò che sia molesto ovvero grato a tutti ed a ciascuno, è più facile che il lettore s'astenga dal leggere commenti ingrati, che lo scrittore s'affatichi a scrivere, se pur sia possibile, commenti grati a tutti. Concludi: "Per me, prostituto è colui che vende se stesso (non necessariamente fisico, ma anche morale) in cambio di qualcosa.". Suppongo che molti di coloro, i quali definisci prostituti, stimino il vocabolo ingiurioso. Anakreon. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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