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Un falso storico duro da estirpare: la caccia alle streghe


Aarwangen

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Uno dei più grossi falsi miti storici nella collettività è credere che la persecuzione della stregoneria in Europa appartenga all'epoca medievale, in realtà questa avvenne in modo sistematico e documentato solo dal Tardo Medioevo, probabilmente per voci erronee e interpretative da parte di illuministi francesi e inglesi (le famose "9 milioni di donne bruciate" sono un dato del tutto inventato e gonfiato). L’Europa del Seicento, in particolare la zona caratterizzata dalla Riforma protestante, si distinse per una guerra sanguinaria, continua e senza sosta proprio contro le "streghe". Sia chiaro, la stregoneria ha ispirato diffidenza fin dall’antichità. Donne fattucchiere, capaci di utilizzare erbe e pozioni per curare e uccidere non sono mai piaciute. Ma mai si registrò un periodo di repressione più violento. Le stime degli storici si aggirano tra le 40mila e le 60mila streghe uccise nel corso di mezzo secolo. Il centro della repressione fu la Germania meridionale. La caccia alle streghe qui cominciò più tardi rispetto ad altre aree d’Europa. In Svizzera e in Francia, per fare un esempio, i processi alle fattucchiere erano cominciati già nel Quattrocento, ma andarono avanti per diversi secoli. In Germania però la lotta fu molto più dura. L’apice fu raggiunto tra il 1561 e il 1670 e il più truce episodio avvenne nel 1563, a Wiesensteig, dove in una volta sola furono catturate, processate, condannate e bruciate 63 streghe.

Anche la Danimarca non scherzò: dopo la conversione al protestantesimo del 1536, e in particolare su impulso del re danese Cristiano IV, centinaia di persone vennero catturate e condannate per stregoneria. In Inghilterra, addirittura, si conosce il nome di uno dei più importanti cacciatori di streghe: Matthew Hopkins, che tra il 1644 e il 1647 riuscì a scovare e condannare ben 300 "streghe". Hopkins, fiero del suo lavoro, lasciò anche un libro di memorie, in cui spiega i suoi metodi per riconoscere le streghe, tra cui il classico test dell’annegamento.

Le streghe erano un problema: avevano facoltà soprannaturali sospette. Presto, per facilitare la persecuzione, si pensò che fossero emanazioni del demonio. Colpirle e condannarle divenne più semplice. In realtà i nuovi governanti avevano la necessità di sradicare le precedenti convinzioni nella popolazione. Oltre alla fede cattolica, andava eliminato anche il bagaglio culturale pagano che era sopravvissuto fino a quel periodo e che, con la Chiesa, era riuscito a tenersi in vita. Nei paesi della Controriforma cattolica del resto, in cui l’autorità centrale religiosa non ebbe bisogno di riaffermare la propria forza, non ci fu nessuna caccia alle streghe di vasta scala come, invece, è usuale credere. La famosa Inquisizione medievale portoghese e spagnola non perseguitò le streghe, ma piuttosto ebrei, omosessuali ed eretici, mentre quella di epoca moderna, quella romana ad esempio che operava negli Stati italiani, continuò a fasi alterne questa persecuzione, ma sulle streghe aveva i timori che si andavano diffondendo nel mondo della cultura laica. Per questo i tribunali del Sant’Uffizio furono responsabili solo di una piccola parte dei roghi accesi in Italia (su tutto l'arco alpino soprattutto).

La caccia alle streghe italiane fu meno lunga e cruenta rispetto ad altri Paesi europei e – nonostante gli inquisitori ne rivendicassero la giurisdizione – gestita perlopiù dai magistrati secolari. Infatti nei processi per stregoneria veniva usata una particolare cautela perché gli inquisitori erano consapevoli della forte problematicità della materia.

In realtà, gli inquisitori non prendevano facilmente in considerazione le accuse di stregoneria perché ne conoscevano l’origine dovuta spesso all’odio e al pregiudizio verso persone emarginate.

Le garanzie procedurali furono inoltre ampliate con l’Instructio di inizio Seicento che – tra le altre cose – prevedeva il supporto scientifico: le indagini non potevano nemmeno essere avviate «senza il parere preventivo di un medico che escludesse cause naturali nei malanni addebitati ad atti di stregoneria».

Gli inquisitori italiani volevano evitare le ondate di sospetto che talvolta affliggevano le comunità e – non riconoscendo valore alle parole delle imputate – impedivano il crearsi degli effetti domino tipici della caccia alle streghe dell’Europa centro-settentrionale. Lo stesso avveniva in Spagna dove gli inquisitori attribuivano le credenze magiche all’ignoranza e non avvertivano questo tipo di superstizione come una seria minaccia.

Le “streghe” erano donne marginali nella società. Solitamente, a essere accusate erano curatrici, ma anche prostitute e perfino ostetriche. Raramente venivano interessate dal fenomeno persone benestanti: in quel caso, il loro patrimonio era espropriato e utilizzato dalla “causa”. Parliamo quindi di donne normalissime – anche se, appunto, in gran parte emarginate – ma ben lontane da come sono state ritratte a beneficio dell’immaginario collettivo. A Roma, sede del Papato, non ci fu mai una caccia alle streghe e nessuno venne mai mandato al rogo con l'accusa di stregoneria. Le persecuzioni più note in Italia si svolsero, ad esempio, in Val Camonica (1518-1521), dove vi furono tra i 62 e gli 80 roghi, oppure a Triora, in Liguria, (1587-1589) dove decine di donne furono imprigionate e alcune morirono per le torture subite: fu il più grande processo italiano per stregoneria della fine del XVI secolo, così feroce da far soprannominare il paese la "Salem d'Italia".

Alcune fonti:

Tommaro Soldati.Confutazione degli errori e calunnie contro la Chiesa e la Sovranità sparse, Tomo II ,cap.XIV, 1794

Del Col Andrea, 2010, L’Inquisizione in Italia. Dal XII al XXI secolo, Mondatori 2006.

Garuti Adriano, 1998 La Santa Romana e Universale Inquisizione, in L’Inquisizione. Atti del Simposio internazionale (Città del Vaticano, 29-31 ottobre 1998), a cura di Borromeo Agostino (Città del Vaticano 2003).

Perez Joseph, 2006, Breve storia dell’Inquisizione Spagnola, Corbaccio.

Prosperi Adriano, 2003, L’inquisizione romana. Letture e ricerche, Edizioni di Storia della Letteratura, Roma.

Romeo Giovanni, 2003, Inquisitori, esorcisti e streghe nell’Italia della Controriforma, Sansoni.

William Monter, Riti, mitologia e magia in Europa all'inizio dell'età moderna, Il Mulino, Bologna, 1987

P. Di Gesaro, Streghe. L'ossessione del diavolo, il repertorio dei malefizi, la repressione, Bolzano, 1988

Enciclopedia della Stregoneria, a cura di Richard M. Golden, ABC-Clio, 2007
 

Edited by Aarwangen
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