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P. Paterlini, "Ragazzi che amano ragazzi"


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Avete letto questo libro?me l'hanno regalato ieri (anzi, me lo sono fatto regalare...se lo sgama mia madre...ehmmm... :doubt: )!!!...cmq, che ne pensate?ancora non l'ho letto tutto, ho letto qualcosina, e sembra interessante...l'autore ha raccolto le storie di ragazzi gay dai 15 ai 20 anni!!!

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https://www.gay-forum.it/topic/423-p-paterlini-ragazzi-che-amano-ragazzi/
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Se volete leggerlo, pero', dovete tener a mente che parla di ragazzi dai 15 ai 20 anni del 1990 o intorno a quella data. Direi che e' un po' superato ora, mentre "allora" non ne avevo mai sentito parlare (forse mi sarebbe stato utile leggerlo allora ... forse).

Cmq non risulta per nulla superato se a leggerlo e' un etero ...

 

hao hao

Takuya ha ragione: fu un libro importante, ma ormai è datato; la realtà che descrivono quei ragazzi non è più quella attuale. Se volete leggerlo, è comunque un bel documento, ben strutturato. :look:

 

Chiarisco comunque che NON è un romanzo, solo una serie di confessioni di vari ragazzi gay, che oggi saranno tutti sulla quarantina, ormai. Uno di loro è mio amico, ma non vi dirò mai chi è di quelli. :P

non l'ho ancora letto .. ma grazie per l'idea..

se non lo hai ancora letto leggiti love generations..

una storia autobiografica nella quale per la maggior parte di noi non sara' difficile identificarsi..

 

love generations?interessante... 8)

NorwegianWood

Almeno come documento e testimonianza di una generazione (che poi è quasi la mia), lo leggerò appena posso. È importante conoscere il proprio il passato, perché è lì che il presente affonda le radici prima di slanciare i suoi rami nel futuro.

Anch'io sono d'accordo sul fatto che chi lo legge dev'essere ben consapevole di come le cose siano cambiate. Il rischio è quello di farsi cullare dall'appiccicosa autocommiserazione che può essere alimentata da tutti quei racconti deprimenti.

Il rischio è quello di farsi cullare dall'appiccicosa autocommiserazione che può essere alimentata da tutti quei racconti deprimenti.

 

No, dài: non erano tutti deprimenti, anzi figuravano molte esperienze positive e visioni ottimistiche.

 

Il vero pregio del libro fu di puntare per la prima volta l'attenzione su gay adolescenti: all'epoca "gay" era sinonimo di spettacolare checca isterica di mezza età dedita all'arte e alla depravazione; nessuno pensava all'omosessuale come a un individuo essenzialmente non diverso da ogni altro, tanto meno teenager.

Son d'accordo per quanto riguarda il quadro storico - datato - nel quale il libro è ambientato. D'altra opinione invece per quanto riguarda le sensazioni dei ragazzi intervistati: credo che quelle siano rimaste inalterate nel tempo e che si possano trovare in ognuno di noi. Alcune testimonianze ti lasciano un qualcosa dentro: chi di noi non ha pianto per la lettera di Luca all'arcigay?. Inoltre, nell'edizione rinnovata, Paterlini ha raccolto anche le testimonianze arrivate in forma cartacea dei ragazzi e delle ragazze che hanno letto il libro, e che hanno voluto far sentire la loro voce. E il bello è che non tutti sono gay.

  • 2 weeks later...
.............................................................

 

Chiarisco comunque che NON è un romanzo' date=' solo una serie di confessioni di vari ragazzi gay, che oggi saranno tutti sulla quarantina, ormai. Uno di loro è mio amico, ma non vi dirò mai chi è di quelli. :D [/quote']

 

Mi e' venuto un colpo "sulla quarantina" ?????????? diciamo dai 28 in su :D.

 

Cmq questi libri sono importanti ma ......... ma fin dove arrivano ( o forse voglio dire "arrivavano") ? Cioe' fisicamente arrivavano alle persone per cui erano stati scritti?

 

La risposta e' no, arrivavano di sicuro negli ambienti e nelle famiglie culturalmente avanzate aperte e dinamiche con buone disponibilità economiche. Di certo ci voleva molta fortuna per arrivare in ambienti poveri culturalmente. Ci si deve rassegnare, piove sul bagnato, e' una legge naturale.

 

Da qualche parte ho letto termini come "racconti deprimenti" e "appiccicosa autocommiserazione" ...... LarryLurex il libro contiene testimonianze, confessioni e se sono deprimenti era perche' la realta' era deprimente, forse volevi che tutti raccontassero la gioia di essere gay in ambienti che umiliavano i gay?

 

Uff volevo citare un pezzo particolare del libro ma e' tardi e non lo trovo ..... in pratica un ragazzo diceva che aveva visto il film "il vizietto" e che non voleva diventare cosi' come i protagonisti del film ........

Nel'89-90 in una trasmissione domenicale vidi una parodia di "007 operazione goldfinger", la scena era quella del laser che rischia di tagliare in due 007 (sob ^_^''''''') solo che qui non c'e' 007 ma 00gay (zero zero gay) con la sua voce in falsetto isterica ............. mi inca**ai e pensai "non voglio diventare cosi'".

 

Notteeeeeeeeeeeeeee (spero di non aver scritto un post da sclero :D sob ^_^'''''' )

[sì, temo tu abbia scritto un "post da sclero"... :D]

 

In effetti l'obiezione la condivido, almeno in parte: pioveva sopratutto sul bagnato. Ma è anche vero che certi libri è meglio che esistano, comunque. Se non altro laimentano il dibatitto. Oppure possono tornare istruttivi anche molti anni dopo: io, che fino ai diciotto anni ho vissuto in un posto sperduto, appena sono andato a vivere in città sono corso in biblioteca e mi sono fatto una bella scorta di libri gay, compreso questo.

  • 1 month later...

Venerdì 17 Marzo 2006, presso la libreria "Feltrinelli" di Modena, alla presenza di un pubblico composto in parte (ma non solo) di iscritti alla locale Arcigay (il cui presidente Giorgio Dell'Amico faceva da moderatore), Piergiorgio Paterlini ha presentato il suo nuovo libro "Matrimoni gay" - o meglio: la nuova edizione dello stesso, edito da Einaudi in formato tascabile.

 

Si tratta di una raccolta di testimonianze di coppie gay e lesbiche che raccontano la propria esperienza di vita "matrimoniale": di tale si tratta, anche se non ufficialmente riconosciuta. Il libro, naturalmente, tocca tutti gli argomenti di scottante attualità (PACS, adozioni, eccetera...) ma non è un libro politico. Paterlini dichiara di aver voluto semplicemente "fotografare" la realtà italiana attraverso queste dieci storie; non pretende un rigore scientifico, ma sostiene al tempo stesso di aver solo raccolto le testimonianze degli intervistati, senza sovrapporre la propria visione. E' arrivato addirittura al punto di togliere i nomi propri agli intervistati, che chiama semplicemente "Uno" e "Due".

 

A me tornano i dubbi che già ebbi quindici anni fa, all'epoca di "Ragazzi che amano ragazzi". Non credo che sia possibile per chicchessia farsi puro e semplice sguardo obiettivo e "fotografare" la realtà. In questo caso, poi, le "visioni" che confliggono non sono solo due (quella oggettiva e quella soggettiva dell'autore), ma molte di più: la realtà oggettiva (ammesso che la si possa descrivere) e quella soggettiva (ciò che si crede sia la realtà, ciò che si crede dovrebbe essere la realtà, ciò che si vuole che si dica a proposito della realtà, eccetera...) che va moltiplicata per gli intervistati e per l'intervistatore... Insomma, le premesse metodologiche di questo libro mi sembrano non del tutto convincenti. Anche perché lo stile inevitabilmente asettico finisce per relegare questo tipo di letteratura nell'ambito delle "curiosità di facile consumo", dal quale solo in parte riescono ad assolvere alla loro funzione di interessare la gente comune alla problematica trattata.

 

Dico tutto questo con intenzioni costruttive, in quanto ho scoperto che Paterlini (che incontravo per la prima volta) è persona dalle notevolissime capacità.

La prima parte dell'incontro, dedicata alla presentazione del libro, mi ha quasi annoiato, ma... quando le domande del pubblico hanno costretto simpaticamente l'ospite a pronunciarsi sui temi scottanti che tutti sappiamo, è venuto fuori un Paterlini dai modi cordiali, dalla comunicativa immediata, dalla dialettica incisiva, dalle idee stimolanti, dalle cognizioni estese, dalla mentalità pratica: una persona, insomma, cui - se entrasse in politica - darei senz'altro il mio voto.

 

Entusiasmato, dunque, dal Paterlini che si lascia andare più che da quello che cerca di trattenersi tra le righe, mi accingo a leggere questo nuovo libro. Sicuramente continuerà a farmi pensare un po' a una "occasione mancata", almeno in parte, ma ferma resta la convinzione che libri di questo tipo COMUNQUE è meglio che si pubblichino, piuttosto che niente. Convinzione ulteriormente alimentata dagli interventi di questo Forum, che testimoniano l'utilità che ha avuto "Ragazzi che amano ragazzi"... E continua ad averla ancora oggi, dato che viene continuamente ristampato.

 

Mi viene allora da chiedere: Piergiorgio, dato che coi tuoi libri hai toccato il mondo degli adolescenti gay e quello dei gay maturi, perché non pensare anche a un "Pensionati gay", nel quale far parlare coloro che hanno vissuto la loro omosessualità in anni ancora più difficili di questi e a cui, probabilmente, noi gay di oggi dobbiamo parte della libertà di cui adesso godiamo? (E che, aggiungo, spesso sprechiamo all'insegna di stili di vita frivoli e disimpegnati?) Credo che qualcosa del genere, caro Piergiorgio, avrebbe un suo senso e che, nonostante le mie perplessità su elencate, tu sia, tra gli intellettuali gay, la persona più qualificata per occupartene. Magari anche col coraggio di sbilanciarti un po' di più in prima persona... e magari senza farci aspettare altri quindici anni per un nuovo libro! Con stima!

E' con molto piacere che pubblico la rispsota di Paterlini alla mia piccola recensione. Piergiorgio si conferma persona aperta alle critiche e al dialogo. Solo i troppi impegni gli impediscono di buttarsi con me e con voi in una disquisizione letteraria. :rotfl:

 

_____________________________________

 

Caro Pyer,

hai il mio permesso per la pubblicazione ma non avevi bisogno di chiederlo. Libertà di parola e di opinioni, prima di tutto...

Scrivi cose stimolanti, è chiaro. Ma non mi basterebbero due righe per motivare le mie scelte su una cosa così complessa e sulla quale ho lavorato e riflettuto anni. Molte cose non ho detto alla presentazione su ciò che scrivi - non c'era il tempo, non mi sembrava il luogo adatto - ma tutti i punti che tocchi li avevo ben analizzati durante il lavoro.

Ho fatto un milione di scelte molto particolari, molto ponderate e anche molto criticabili: nella selezione delle storie, nella scrittura... Ci vorrebbe un seminario di un giorno, credimi, per spiegarle e discuterle.

Ti ringrazio molto e di cuore per le cose belle che dici di me. Un abbraccio Piergiorgio

P.S. - Ai "pensionati gay" ho pensato in effetti. E anche, e di più, ai "figli degli omosessuali". Non escludo nulla. Ho troppe cose da scrivere e per certi versi - lungo da spiegare - mi verrebbe da considerare chiuso il mio ciclo di libri "a tematica omosessuale", poi chissà. L'anno prossimo pubblico un libro molto particolare, diverso dagli altri, sul "bullismo". Nel frattempo usciranno un libro intervista a Gianni Vattimo, e per cinque anni - uno all'anno - un romanzo uscito solo all'estero, cinque testi teatrali, tutti i racconti, tutte le poesie...

Poi seguo per lavoro altri autori e i loro libri... Insomma, sono strapieno fino al 2010...

  • 1 month later...

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