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Le 10 ragioni per dire no al matrimonio gay.


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Non sapevo se metterlo in off topic o in risate o addirittura in spunti&riflessioni.. mah..1. Essere gay non è naturale. I veri italiani rifiutano ciò che è innaturale, come gli occhiali, le scarpe, il poliestere e l'aria condizionata.2. Il matrimonio gay spingerà le persone a essere gay, allo stesso modo in cui far andare in giro persone alte vi fa diventare alti3. Legalizzare il matrimonio gay aprirà la strada a ogni tipo di stile di vita folle. Le persone vorranno sposare i propri animali domestici, perché ovviamente un cane ha una personalità giuridica e i diritti civili per sposarsi4. Il matrimonio eterosessuale esiste da moltissimo tempo e non è mai cambiato minimamente; le donne sono ancora una proprietà del marito, le nozze sono decise dai genitori, il padre ha diritto di vita e di morte sui figli, i neri non posso sposare i bianchi e il divorzio non esiste5. Il matrimonio eterosessuale perderà valore se sarà permesso anche ai gay di sposarsi. La santità dei sette matrimoni di Liz Taylor verrebbe distrutta6. I matrimoni eterosessuali sono validi perché sono fertili e producono figli. Le coppie gay, quelle sterili e le persone anziane non devono potersi sposare, perché i nostri orfanotrofi sono vuoti e il mondo ha bisogno di più bambini7. Ovviamente i genitori gay tirerebbero su figli gay, proprio come da genitori eterosessuali nascono soltanto figli eterosessuali8. Il matrimonio gay è vietato dalla religione.9. I bambini non saranno mai sereni ed equilibrati senza un modello maschile uno femminile a casa. Per questo nella nostra società quando un genitore è da solo, o perché è vedovo o perché è stato lasciato, gli vengono tolti anche i figli.10. Il matrimonio gay cambierà i fondamenti della nostra società e noi non potremmo mai adattarci alle nuove norme sociali. Proprio come non ci siamo mai adattati alle automobili, al lavoro in fabbrica e all'allungamento della vita media.

Propongo emendamento punto 8.Il matrimonio gay è vietato dalla religione, perché altrimenti la Chiesa Cattolica rimarrebbe senza sacerdoti. Ma è un falso problema, perché l'ammissione al sacerdozio garantisce automaticamente l'immunità dai sospetti di omosessualità e addirittura dai crimini di pedofilia.

Figo! ma dove lo avete scovato?Davvero arguto anche l'emendamento di yrian!Il tragico è che molti non sarebbero in grado di leggere il paradosso e l'ironia che ci sta dietro!Comunque sono dell'idea che queste osservazioni, che potrebbero apparire banali, scontate o soltanto utili a fae due risate, sono quelle che alla fine scardinano e infrangono certi luoghi comni e falsi assiomi considerate verità rivelate!

  • 3 months later...
  • 1 year later...

yrian, quasi quasi mi hai convinto con questo decalogo. Vado subito a confessarmi, spero Dio mi perdoni... ma come mi è saltato in mente di SCEGLIERE di essere lesbica?! Che fortuna che l'Italia preserva certi valori, bravo il papa, brava la destra bravi i miei genitori che in fondo l'hanno sempre detto che l'omosessualità è una malattia!  :asd:

il punto 3 ma anche il 9 sono tra i più comuni, perchè sono le motivazioni che le persone che non vogliono sembrare bigotte o timorate della "chiesa", dicendo che il matrimonio gay non è consentito dalla religione, danno senza riflettere un attimo e pensare che per un allucinato giudizio fanno del male a tante persone, rispetto alle quali si credono superiori, pur nella loro inconsapevole cocciutaggine e schizzofrenica intolleranza.

Mi piace questo topic perchè la forza della satira e del riso è sempre più efficace di quella delle lacrime e della disperazione.

Nessuno vuole essere compatito. Non deve essere la pietà a muovere gli animi alla tolleranza per rendersi conto solo dopo del proprio madornale sbaglio, ma la satira, capace di sfondare le certezze della massa basate sul pregiudizio e di denunciare con una sfrontatezza che nasconde rabbia e sofferenza che, a differenza della rivolta aperta e delle urla, è concessa, accettata perchè coerente con la natura stessa della satira.

La satira è capace di far riflettere, di lasciare gli interlocutori senza diritto di replica, non perchè chi fa satira è un dittatore, ma perchè è l'interlocutore stesso che, stremato, incapace di trovare espedienti di dialogo diversi dal furore e dalla violenza verbale -o fisica- bigotta, sceglie di non evocarlo. E fugge vilmente o rimane in silenzio al buio a pensare. A scoprire che anche a lui, forse, quella vita sarebbe potuta piacere.

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