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Elezioni presidenziali negli USA del 2020


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https://www.cnbc.com/2020/07/14/minimum-wage-workers-cannot-afford-rent-in-any-us-state.html

In USA la situazione è piuttosto critica: la paga media di un lavoratore non consente di affittare una casa in nessuno Stato dell'Unione. @Bullfighter4

Edited by Serpente
Bullfighter4
44 minutes ago, Serpente said:

https://www.cnbc.com/2020/07/14/minimum-wage-workers-cannot-afford-rent-in-any-us-state.html

In USA la situazione è piuttosto critica: la paga media di un lavoratore non consente di affittare una casa in nessuno Stato dell'Unione. @Bullfighter4

La paga media di un lavoratore che fa un lavoro poco qualificato ( il  minimum wage varia da stato a stato, a volte da citta' in citta', ed e' la paga minima per lavori di basso livello), non esattamente la paga media di tutti i lavoratori.

Il costo della vita e' milto alto in lacune zone degli Stati Uniti ( specialmente nelle grandi citta'), ma professioni come il cassiere al supermercato dovrebbero essere entry level jobs ( per studenti, o pensionati che arrotondano, o per individui con nessuna esperienza, educatione , o particolari abilita'), non per gente che mette su famiglia e sforna 3 o 4 figli.  

Una lunga intervista del presidente degli Stati Uniti Donald Trump andata in onda domenica sta facendo discutere più del solito, per il tono e il contenuto di alcune risposte e soprattutto per il piglio tenace e incalzante delle domande. A rendere l’intervista più sorprendente è anche il fatto che sia stata trasmessa sul canale Fox News, network di orientamento conservatore e tradizionalmente vicino al Partito Repubblicano, che però da alcuni mesi sta avendo un rapporto complicato con Trump. A fare l’intervista è stato Chris Wallace, un famoso giornalista e conduttore del programma Fox News Sunday notoriamente molto indipendente e rispettato, e poco allineato con il suo network. Nel giardino della Casa Bianca, per circa 40 minuti Wallace ha fatto domande assai critiche e puntuali a Trump, sulla gestione dell’epidemia da coronavirus e sul movimento Black Lives Matter, sulle prossime elezioni presidenziali e sugli ambiziosi e poco realistici progetti annunciati per gli ultimi mesi del suo primo mandato. Wallace ha poi chiesto conto a Trump di diverse dichiarazioni controverse delle ultime settimane. In molti casi, Trump è apparso in difficoltà e ha dato risposte poco pertinenti. Wallace, per esempio, ha chiesto a Trump perché i casi di coronavirus negli Stati Uniti continuino ad aumentare. Trump ha dato la colpa agli eccessivi test, sostenendo che in Europa – dove i casi sono tendenzialmente in calo da mesi – non se ne facciano. Wallace ha obiettato che l’incremento dei casi è molto superiore a quello dei test, e che quindi non c’è una diretta correlazione. «Ho sentito che abbiamo il miglior tasso di letalità del mondo», ha risposto Trump chiedendo ai suoi assistenti un documento che lo provasse. Gli Stati Uniti continuano ad avere un tasso di letalità basso rispetto ad altri paesi come Italia e Regno Unito, ma non è affatto il più basso del mondo. Sempre per quanto riguarda l’epidemia, Trump ha detto che «alla fine avrò ragione» rispondendo alle domande sulle sue affermazioni secondo cui il coronavirus a un certo punto «scomparirà da solo», e ha detto di non essere contrario alle mascherine ma di voler concedere un certo livello di libertà perché «causano anche problemi», un’affermazione che ormai è smentita dalla comunità scientifica. «Penso di avere avuto ragione più di chiunque altro», ha detto Trump, dando tra le altre cose dell’allarmista ad Anthony Fauci, il principale consulente della Casa Bianca sulle malattie infettive, poco dopo aver detto però che anche Fauci aveva sottovalutato il virus. Wallace ha poi incalzato Trump sui sondaggi che lo danno molto indietro rispetto al suo sfidante alle elezioni Joe Biden: Trump ha detto che sono falsi, come lo erano nel 2016, e si è rifiutato di dire chiaramente se accetterà il risultato delle elezioni in caso di sconfitta: «Dovrò vedere». Ha poi sostenuto che Biden voglia togliere i finanziamenti alla polizia e abolirla: Wallace ha obiettato che non è così, e Trump ha chiesto di nuovo di controllare su un documento firmato insieme all’ex candidato alla presidenza Bernie Sanders. Quando li ha avuti, Trump non ha trovato il passaggio in cui si parlava di definanziare o abolire la polizia: perché non c’era, ha spiegato Wallace.

 

Nonostante la maggior parte dei programmi di Fox News continuino a essere piuttosto magnanimi con Trump, se non apertamente dalla sua parte, nell’ultimo anno il network ha ospitato sempre più spesso opinioni critiche nei confronti del presidente. Per questo, da tempo Trump si lamenta pubblicamente su Twitter del trattamento che gli riserva Fox News, confrontandola con One America News, un canale di destra che lo sostiene piuttosto acriticamente, mandando in onda per altro molte notizie false e complottiste. I normali conduttori di Fox News, comunque, non sono nemmeno lontanamente combattivi e critici come Wallace. Wallace ha anche chiesto conto a Trump del fatto che dopo tre anni e mezzo di presidenza non ha un vero piano per la sanità pubblica e per l’immigrazione: Trump ha risposto che saranno preparati e firmati nelle prossime settimane, una previsione giudicata ampiamente irrealistica dagli esperti per la complessità e le dimensioni che dovrebbero avere e per le grandi difficoltà avute fin qui. Rispondendo a come valuti il suo primo mandato, Trump ha detto di essere stato trattato molto ingiustamente, e di essere stato sottoposto a indagini da parte di «criminali e corrotti».

  • 2 weeks later...

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, con un tweet inviato giovedì 30 luglio, ha ventilato l'ipotesi di un rinvio delle elezioni presidenziali Usa, previste per il 3 novembre prossimo. «Con il voto universale per posta — non il voto per corrispondenza per chi non può votare, che va bene — quelle del 2020 saranno le elezioni meno accurate e più fraudolente della storia. Saranno una enorme fonte di imbarazzo per gli Stati Uniti. [Perché non] rinviare le elezioni fino al giorno in cui i cittadini potranno votare in modo sicuro?», ha scritto su Twitter.

Va precisato che Trump distingue tra «voto per corrispondenza» (universal mail-in vote) — cioè schede inviate a casa dalle autorità locali a tutta la popolazione — e «voto per assenza» (absentee vote), che viene previsto solo per chi non possa andare alle urne a causa di un comprovato impedimento (servizio militare, viaggi all’estero, malattie gravi eccetera).

Gli osservatori fanno notare come quella del leader americano — che l'aumento del voto per corrispondenza porti a frodi diffuse — sia una teoria senza prove. Lo stesso Trump ha votato via posta, nelle elezioni del 2016 (da lui vinte).

Ma al netto di questo, sarebbe tecnicamente possibile, per il presidente degli Stati Uniti, decidere il rinvio delle elezioni? La risposta è no. Trump non può farlo per decreto. La data delle elezioni presidenziali — che si tengono «il martedì che segue il primo lunedì di novembre, ogni 4 anni» — è fissata dal 1845 da una legge federale, e occorrerebbe una decisione del Congresso per modificarla. Uno dei due rami del Congresso, e precisamente la Camera, è però controllata dai Democratici: ed è fuori discussione che la Camera possa approvare un rinvio della data del voto.

La Costituzione non prevede poi eccezioni né all'inizio del mandato del nuovo Congresso (che deve giurare il 3 gennaio) né alla fine del mandato del presidente — a mezzogiorno del 20 gennaio. Cambiare queste date sarebbe impossibile, con una legge federale.

È vero che sedici Stati e due Territori hanno rinviato il voto nelle primarie: ma la flessibilità, per quella tornata elettorale, è molto più ampia.

È vero anche, come scrive il New York Times, che nel 2004 alcuni membri dell'Amministrazione Bush considerarono l'ipotesi di mettere in funzione un meccanismo in grado di consentire la possibilità di spostare le elezioni in caso di attacco terroristico. Condoleezza Rice, che ricopriva allora il ruolo di consigliere per la sicurezza nazionale, spiegò che negli Usa «si è votato quando si era in guerra, e persino quando si era nel mezzo di una guerra civile».

https://www.corriere.it/esteri/20_luglio_30/trump-puo-decidere-rinvio-elezioni-usa-359a093a-d279-11ea-9ae0-73704986785b.shtml

Per gli ultimi 75 anni – ma anche qualcuno di più – gli Stati Uniti sono stati considerati come un paese unico e indispensabile per gli equilibri mondiali, e punto di riferimento culturale e politico per i sistemi democratici occidentali. Nel corso dei decenni i governi americani hanno costruito alleanze politiche e militari di enorme rilevanza, come la NATO, hanno stretto solidi rapporti commerciali con gli altri paesi occidentali e hanno partecipato da protagonisti a guerre e crisi in mezzo mondo. Da un po’ di tempo, però, le cose sono cambiate. Gli Stati Uniti hanno cominciato a “ritirarsi”, come si dice, cioè a guardare sempre più al loro interno e occuparsi sempre meno di quello che succede fuori, lasciando spazio ad altri paesi – altre “grandi potenze” – come la Cina e la Russia.

Questo processo – che alcuni definiscono “declino”, altri “disimpegno” – sembra essere iniziato diversi anni fa, già con Barack Obama, come conseguenza dell’ascesa della Cina ma anche della crisi economica del 2008 e delle fallimentari operazioni militari in Iraq e in Afghanistan. Ma è accelerato in maniera significativa durante la presidenza di Donald Trump, forse quella che ha segnato la maggiore discontinuità nella storia della politica estera americana dalla Seconda guerra mondiale a oggi, e che si è basata su un concetto non sempre decifrabile, quello di “America First” (“L’America prima di tutto”).

Trump ha ribaltato molti dei paradigmi che erano stati alla base delle politiche dei presidenti che lo avevano preceduto, e che avevano permesso di fare degli Stati Uniti quello che sono oggi: ha rinunciato al multilateralismo, cioè la struttura su cui è basato un pezzo dell’attuale sistema internazionale e che favorisce accordi molto ampi tra paesi, ed è entrato in conflitto in maniera sistematica con diversi paesi tradizionalmente alleati, come la Germania. A scelte quanto meno spericolate, e approcci raramente visti prima, si sono aggiunte politiche disastrose, come la gestione dell’epidemia da coronavirus: durante la crisi Trump ha fatto male – e lo dicono tutti, al di fuori dei suoi sostenitori più incalliti – e gli Stati Uniti sono diventati ancora meno un paese che possa presentarsi come un modello. È cambiata la loro posizione nel mondo, ed è cambiato soprattutto il modo in cui sono visti dagli altri, con conseguenze enormi per tutti.

«Come cittadini del mondo che gli Stati Uniti hanno creato, ci siamo abituati a sentir parlare quelli che detestano l’America, quelli che l’ammirano e quelli che ne hanno paura (a volte tutti nello stesso momento). Ma avere pietà dell’America? Questa è una cosa nuova», ha scritto il giornalista dell’Atlantic Tom McTague.

Come siamo arrivati fin qui?

http://ilpost.it/2020/08/01/declino-stati-uniti-trump/

L'ex vicepresidente Joe Biden non si recherà a Milwaukee in Wiscosin per accettare la nomination del Partito Democratico in occasione della Convention Democratica Nazionale.

Il discorso sarà fatto dal Delaware, il suo Stato anche se è nato in Pennsylvania, e trasmesso online. Il presidente Donald Trump ha detto che neanche lui andrà alla convention, ma farà tutto dalla Casa Bianca.

"Fin dall'inizio di questa pandemia, abbiamo messo al primo posto la salute e la sicurezza del popolo americano", ha detto il presidente del Comitato Nazionale Democratico Tom Perez.

Edited by Serpente

Joe Biden ha scelto la senatrice Kamala Harris come sua candidata alla vicepresidente in vista delle elezioni del 3 novembre. 

Harris, 56 anni, è una delle due senatrici della California dal 2017. In precedenza era stata procuratrice generale della California dal 2011 al 2017 e prima ancora procuratrice di San Francisco.

Kamala Harris si era candidata alle primarie del Partito Democratico, ma a dicembre dello scorso anno a causa dei brutti sondaggi aveva deciso di ritirarsi ancora prima che iniziassero le vere e proprie primarie. Durante la campagna aveva cercato di mantenere un equilibrio tra posizioni progressiste e più centriste.

Durante un dibattito dell'estate scorsa la senatrice aveva duramente attaccato Joe Biden per la sua presunta passata opposizione al busing, il programma che prevedeva di trasportare gli studenti afroamericani in scuole di studenti bianchi e superare così la segregazione razziale scolastica.

Edited by Serpente
Paedicator1987

Sembra che Trump se la stia giocando - male - sull'epidemia che aveva preso troppo sottogamba e soprattutto sulla crisi economica conseguente che ha già fatto e farà ancora di più nei prossimi mesi un grande numero di morti e feriti.

https://www.open.online/2020/08/12/kamala-harris-biden-vicepresidente-commento/
 

Due foto molto significative: i genitori di kamala e la coppia democratica: il vecchio ricurvo pronto a dare il comando alla sua vice alle esezioni presidenziali successive.

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Edited by marco7
Bullfighter4
3 hours ago, Paedicator1987 said:

Sembra che Trump se la stia giocando - male - sull'epidemia che aveva preso troppo sottogamba e soprattutto sulla crisi economica conseguente che ha già fatto e farà ancora di più nei prossimi mesi un grande numero di morti e feriti.

Purtroppo lo zoccolo duro Trumpiano oramai accetterebbe qualsiasi cosa. Tanto e’ sempre colpa di qualcun altro.

Bullfighter4
Just now, Serpente said:

Cosa pensi della vice di Biden? Com'è?

Mi piacciono le sue posizioni su molti temi importanti come educazione, ambiente, diritti civili e sanità pubblica. E’ stata un po’ troppo liberal in passato su immigrazione, ma mi piace il fatto che ci sia stata un’evoluzione nelle sue posizioni in molti ambiti.

Sarò’ un vecchio parruccone, ma io voglio al governo gente preparata. Non palazzinari, venditrici di scarpe, etc, etc. 

 

Sarà Kamala Harris la donna di colore che affiancherà Joe Biden nella sua corsa per sostituire Donald Trump alla Casa Bianca. I nomi in lizza si erano ridotti a ben pochi, e gran parte dei commentatori politici la indicavano come la candidata più adatta a ricoprire un ruolo difficile e cruciale.

Già a un primo, superficiale giudizio, Kamala rispetta tutte le promesse che Biden aveva fatto durante la sua campagna elettorale: è una donna, è di colore, è figlia di due immigrati di origine diversa, visto che il padre è giamaicano e la madre è indiana, ha solo 56 anni e è quindi abbastanza giovane per affiancare un uomo politico che molti considerano troppo anziano.

”E’ intelligente, tosta e pronta per essere leader”, ha detto Biden nel confermare la sua scelta.

”Sono onorata di unirmi a lui e di fare tutto il possibile per farlo diventare il nostro Commander in Chief” gli ha risposto in un twitter Kamala Harris.

In realtà, è soprattutto a uno sguardo più approfondito che la scelta di Biden è apparsa a gran parte dei commentatori non soltanto coraggiosa ma anche probabilmente vincente.

Nel presentarsi all’elettorato durante durante la sua breve corsa alla presidenza, durante la quale si era scontrata con Joe Biden e che aveva poi interrotto per mancanza di fondi  a dicembre del 2019, Kamala si era infatti identificata con fermezza come rappresentante della comunità nera. Le sue origini, in verità, raccontano una storia più complessa. Suo padre, infatti, è professore emerito di economia a Stanford, sua madre è una endocrinologa specializzata in cancro al seno. Malgrado una giovinezza sicuramente al riparo dalle difficoltà di gran parte della comunità nera, però, la carriera della Harris è stata definita da innumerevoli battaglie legali e politiche a favore delle minoranze. Già negli anni dell’Università e in seguito come procuratore distrettuale di San Francisco e poi come procuratore generale della California dal 2011 al 2017, le sue azioni decise contro la pena di morte e a favore dei diritti degli omosessuali l’avevano fatta notare. Tant’é vero che già nel 2013 il settimanale Time l’aveva inclusa tra le 100 persone più influenti del mondo.

Decisa e aggressiva, Kamala non aveva mancato di farsi apprezzare dai colleghi di partito dopo il suo ingresso al Senato come rappresentante della California nel 2017. Malgrado fosse uno dei senatori più giovani, la seconda afroamericana e la prima asiatica, le sue battaglie per la riforma sanitaria, la legalizzazione degli immigranti illegali, il bando delle armi pesanti e la legalizzazione della marijuana non erano passate inosservate, come non era passata inosservata la decisione con cui aveva posto le sue domande ai rappresentanti dell’amministrazione Trump durante le udienze in Senato.

Durante la sua campagna elettorale per la presidenza, Kamala Harris era stata anche spesso criticata per certe sue durezze nei confronti dei suoi collaboratori. Come in passato era stata criticata la sua mano dura nel ruolo di procuratore generale.

Adesso, però, la sua nuova posizione le darà una sicura forza. Proprio per smentire una certa immagine di intransigenza e di aggressività Joe Biden ha fatto circolare ieri una commovente foto che la mostra sorridente accanto a Beau Biden, il figlio morto di tumore e di cui Kamala era amica e collega.

Donald Trump, non c’è dubbio, cercherà di attaccarla in tutti i modi (e lo ha già fatto mercoledì durante la sua conferenza stampa). A difenderla, però, si alzeranno probabilmente non soltanto la comunità nera, ma anche quel mondo femminile moderato di cui il candidato democratico ha bisogno per imporsi e quella sinistra del partito che ha comunque apprezzato le sue battaglie progressiste. E dietro a un sorriso disinvolto, Kamala ha già mostrato molte volte di sapersi muovere anche durante i più accesi dei dibattiti e tra le insidie di una campagna elettorale diversa da tutte le altre. Non farà le gaffes di Biden, e non si lascerà scappare le occasioni.

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https://www.lavocedinewyork.com/news/primo-piano/2020/08/12/donna-di-colore-figlia-di-immigrati-e-non-anziana-non-poteva-che-essere-kamala-harris/

Bullfighter4

Questo articolo è di un paio di anni fa, ma vale la pena di leggerlo se si vuole approfondire quanto sia complessa la situazione sociale in USA.

https://www.theatlantic.com/magazine/archive/2018/06/the-birth-of-a-new-american-aristocracy/559130/

su twitter uno della pennsylvania ha detto che il governatore ha chiuso forse causa covid boh due delle sei cose per smistare la posta e questo potrebbe mettere a rischio il voto postate tipo, Illustraci la situazione Bull !!!! Sei mai stato in pennsylvania, si chiava molto o no? il governatore è uno di fratelli d'Italia della meloni? 

l'ha definita "swing county" di uno "swing state" 😮  

Bullfighter4
4 hours ago, SabrinaS said:

su twitter uno della pennsylvania ha detto che il governatore ha chiuso forse causa covid boh due delle sei cose per smistare la posta e questo potrebbe mettere a rischio il voto postate tipo, Illustraci la situazione Bull !!!! Sei mai stato in pennsylvania, si chiava molto o no? il governatore è uno di fratelli d'Italia della meloni? 

l'ha definita "swing county" di uno "swing state" 😮  

Ma quante domande mi fai?

 

Paedicator1987
On 8/13/2020 at 1:19 PM, Bullfighter4 said:

Purtroppo lo zoccolo duro Trumpiano oramai accetterebbe qualsiasi cosa.

Però lo zoccolo duro non è sufficiente a farlo vincere, credo.

Tanto è vero che nelle elezioni del 2016 Trump prese complessivamente meno voti della Clinton.

Bisognerà vedere come si distribuiranno i voti in più oltre lo zoccolo duro.

On 8/13/2020 at 1:27 PM, Bullfighter4 said:

E’ stata un po’ troppo liberal in passato su immigrazione,

Nel senso che era favorevole ad una maggior larghezza nel concedere l'immigrazione?

Tu sei contrario?

Bullfighter4
11 minutes ago, marco7 said:

Ma anche no. Se la gente non è responsabile abbastanza da andare a votare senza essere trascinata, si merita qualsiasi cosa gli succeda. Se la gente per svegliarsi ha bisogno di altri 4 anni di  amministrazione Trump, ben  venga. Mi dispiace per la povera gente che ne subirà le conseguenze in maniera pesante in termini economici, di copertura sanitaria, etc. 

Non e' solo la gente povera a subire le conseguenze dell'avere un presidente cretino. L'america e' passata dal sogno americano al cesso americano. Dal sogno all'incubo americano. 

guarda i morti totali da covid per milione di abitanti

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solo il brasile fa peggio degli usa.

l'economia usa a causa del covid ha perso il 30% del pil. Nessun altro paese industrializzato va cosi' male.

Edited by marco7
Bullfighter4
3 minutes ago, marco7 said:

Non e' solo la,gente povera a subire le conseguenze dell'avere un presidente cretino. L'america e' passata dal sogno americano al cesso americano. Dal sogno all'incubo americano. 

Sono un po’ di anni che va così. Non che vada poi molto meglio in molti altri paesi nel mondo, tra l’altro. Molti paesi manco il sogno hanno mai avuto. Comunque quello che intendevo è che se sei messo decentemente in termini lavorativi, alla fin fine la tua vita non cambia di molto con Trump o Biden. Se sei in una posizione disagiata, invece  cambia molto.

 

  • 3 weeks later...

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