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Elezioni presidenziali negli USA del 2020


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2 hours ago, Serpente said:

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SE questa fosse la distribuzione definitiva dei grandi elettori, la partita sarebbe già chiusa: anche se Pannocchione vincesse in tutti gli stati incerti,  non lo raggiungerebbe più

e toccherebbe vedè se, pur di non ammette la batosta, s'inventerà maneggi strani in carta bollata alla Corte Suprema

Edited by freedog

L'immagine può contenere: una o più persone, persone sedute, tabella e spazio al chiuso

Il candidato democratico alla presidenza degli Stati Uniti Joe Biden ha pubblicato una foto di lui e sua moglie, l'ex Second Lady Jill Biden, al seggio elettorale situato a Wilmington, in Delaware, mentre compilano le schede per votare.

Saramandasama

 kween, e non ha esplicitamente detto chi ha votato anche se lo sappiamo. Questa è una cosa positiva.

La queen ha detto che bisogna andare a votare, non importa chi, @Bullfighter4 sei andata?

Edited by SabrinaS
1 hour ago, marce84 said:

@Bullfighter4, ma ancora si può votare per posta, ma i voti non vengono poi ricevuti in tempo?

Ma quante volte mi quoti?

no, non si può più per posta. Ma si può andare a votare prima del 3 novembre, basta presentarsi al seggio “ alternativo” che ti viene assegnato. Domenica scorsa abbiamo provato a votare ma la fila era tipo 6 isolati ( non siamo a casa, ma nel New Jersey da mia cognata dato che stiamo aspettando le ristrutturazioni), perciò abbiamo rinunciato. Ieri mio marito ha votato, e c’era solo 5 minuti di fila ( ma era nel primo pomeriggio)

 Io ci riprovo Domenica, per cui la quale ( 😀) se c’è ancora fila a sto punto vado il giorno prestabilito presto alla mattina prima del lavoro. 

Edited by Bullfighter4
24 minutes ago, Bullfighter4 said:

Ma quante volte mi quoti?

no, non si può più per posta. Ma si può andare a votare prima del 3 novembre, basta presentarsi al seggio “ alternativo” che ti viene assegnato. Domenica scorsa abbiamo provato a votare ma la fila era tipo 6 isolati ( non siamo a casa, ma nel New Jersey da mia cognata dato che stiamo aspettando le ristrutturazioni), perciò abbiamo rinunciato. Ieri mio marito ha votato, e c’era solo 5 minuti di fila ( ma era nel primo pomeriggio)

 Io ci riprovo Domenica, per cui la quale ( 😀) se c’è ancora fila a sto punto vado il giorno prestabilito presto alla mattina prima del lavoro. 

Che sistema strano per noi.

The Economist, famoso settimanale britannico, ha deciso di dare il suo endorsement all'ex vicepresidente Joe Biden in vista delle elezioni.
"Joe Biden non è la cura miracolosa per ciò che affligge l'America. Ma è un brav'uomo che restituirebbe stabilità e dignità alla Casa Bianca. Sa cosa bisogna fare per ricominciare il lungo e difficile compito di rimettere insieme un paese diviso. Ecco perché se avessimo un voto andrebbe a Joe". "Nel suo primo mandato, Trump è stato un presidente distruttivo. Un suo secondo mandato porterebbe alla luce i suoi peggiori istinti. Biden è la sua antitesi. Se fosse eletto il suo successo non sarebbe garantito, e come potrebbe essere? Ma entrerebbe alla Casa Bianca con la promessa del regalo più importante che le democrazie possono fare: il rinnovamento". È dal 2004 che l'Economist sostiene candidati Democratici. In precedenza aveva dato il suo endorsement a Repubblicani come George W. Bush e Ronald Reagan.

5 minutes ago, marce84 said:

Che sistema strano per noi.

è una mentalità del "mi sposto per affari in tutto il territorio per cui voglio avere la possibilità di votare ovunque anche se non ho la residenza lì" per cui votano per posta, o il giorno stesso al seggio in cui fai richiesta di voler votare. 

mentre in italia i fuorisede per votare tornano a casa da mammà :uhsi: dove solitamente hanno ancora la residenza :uhsi: 

1 minute ago, SabrinaS said:

ma anche gli altri anni si poteva votare per posta e si faceva la richiesta prima o no? 

Ma non era come questa volta. Sopratutto tutti i seggi provvisori per votare prima. Comunque vada, moltissima più gente del normale ha già votato e sarà un record penso. 

Just now, Bullfighter4 said:

Ma non era come questa volta. Sopratutto tutti i seggi provvisori per votare prima. Comunque vada, moltissima più gente del normale ha già votato e sarà un record penso. 

grazie a lady gaga e le puttan pop che stanno facendo promozione per le elezioni.

Trump aveva promesso di espellere 11 milioni di «clandestini» che vivevano da anni negli Stati Uniti, di costruire un muro di cemento armato lungo 1.600 km al confine meridionale e farlo pagare al 100% dal Messico. Dopo un duro scontro al Congresso, nel luglio 2020 la Corte Suprema ha dato il via libera al prelievo di 6 miliardi di dollari dal bilancio del Pentagono e finora sono state costruite 371 miglia (quasi 600 km) di muro. Una barriera di acciaio alta in media tra i 6 e i 9 metri, e il Messico non ha sborsato nemmeno un centesimo.

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Per quel che riguarda la lotta all’immigrazione irregolare, nel settembre 2017 l’amministrazione Trump ha abrogato il programma Daca (Deferred Action for Childhood Arrivals) voluto da Obama a protezione degli immigrati entrati illegalmente quando non avevano ancora compiuto 16 anni. Il 18 giugno scorso la Corte Suprema ha stabilito che non si può annullare un provvedimento grazie al quale 700 mila persone già frequentano scuole americane o si sono integrate nel mondo del lavoro. Trump non ha mai messo sotto sorveglianza le moschee come dichiarato in campagna elettorale, ma nel 2017 ha emesso due ordini esecutivi noti come «Muslim Ban», poi trasformato in «Travel Ban», per negare l’ingresso ai cittadini di sette Paesi a maggioranza musulmana: Somalia, Sudan, Iran, Iraq, Siria, Yemen e Libia (Sudan e Iraq sono stati cancellati successivamente dalla lista). Nel corso del tempo il Travel Ban è stato esteso prima a Ciad, Yemen, Corea del Nord e Venezuela e lo scorso 31 gennaio ai cittadini di Eritrea, Kirghizistan, Myanmar, Nigeria, Sudan e Tanzania.

Una delle sconfitte più sonore è arrivata dall’Obamacare. Trump aveva promesso di abrogare la riforma Obama che aumenta la platea delle persone tutelate dal sistema sanitario (32 milioni in più). In pratica si tratta di agevolazioni fiscali per incentivare le persone ad assicurarsi, e del divieto per le compagnie assicurative di negare l’assistenza ai pazienti con patologie gravi. Tra maggio e luglio del 2017 la proposta di cancellare la norma, prima completamente e poi parzialmente, è stata respinta dal Senato a maggioranza repubblicana.

Trump ha sempre definito il riscaldamento globale «una fantasia». Durante la campagna elettorale ha dichiarato di voler sciogliere la «Environmental Protection Agency» (EPA), l’agenzia per la tutela ambientale. Non ha osato farlo una volta diventato presidente, ma ha nominato amministratori dell’EPA due noti «negazionisti»: il primo, Scott Pruitt, è stato costretto a dimettersi nel 2018 sotto il peso di ben 15 inchieste federali. Il secondo, Andrew R. Wheeler, è l’attuale capo dell’agenzia. Secondo i dati del «Climate Deregulation Tracker» della Columbia University l’amministrazione Trump ha varato 162 atti e provvedimenti per ridurre le misure contro il riscaldamento climatico, ritenute troppo gravose per l’industria dei combustibili fossili. Tra i provvedimenti più significativi l’abrogazione del «Clean Power Plan» (il piano di Barack Obama per l’abbattimento delle emissioni di CO2 da parte delle centrali elettriche a carbone), la cancellazione dei controlli sugli sversamenti di arsenico e mercurio in acqua e il congelamento dell’obbligo per l’industria automobilistica di produrre auto che consumano meno carburante entro il 2025 . Nel novembre 2019 ha notificato all’Onu il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo di Parigi sul clima siglato nel 2015.

Per rilanciare l’economia Trump aveva promesso di tagliare le tasse alle imprese (flat tax al 15%), e niente imposte per chi guadagna meno di 25 mila dollari l’anno. Una politica che avrebbe consentito di «raggiungere una crescita annua del 6%, azzerando in 8 anni il debito pubblico di 18 trilioni di dollari». Nel dicembre 2017 il Congresso ha approvato la sua riforma fiscale: nessuna flat tax al 15% , ma l’aliquota per le imprese di tutte le categorie e dimensioni scende in modo permanente dal 35% al 21%. Per chi guadagna meno di 25 mila dollari restano due percentuali d’imposta: 10% sotto i 9.525 dollari e 12% sotto i 38.700 dollari. A beneficiare della riforma sono soprattutto i ricchi: le tasse scendono dal 39,6 al 37% per chi guadagna più di 300 mila dollari. Trump ha mantenuto la promessa di donare il suo stipendio annuale (400 mila dollari) alle agenzie governative, ma – a differenza di quanto dichiarato – non ha mai reso pubbliche le proprie dichiarazioni dei redditi. Ci ha pensato il New York Times, che a fine settembre ha pubblicato i documenti del tycoon dal 2000 al 2017: Trump ha pagato appena 750 dollari di tasse federali nei primi due anni di presidenza e zero nei 10 anni precedenti.

Il protezionismo di Trump ha portato una fase di crescita, ma non ha permesso di raggiungere gli ambiziosi (forse impossibili) obiettivi annunciati. La dura presa di posizione sui temi ambientali rende difficile la lotta ai mutamenti climatici, dove è indispensabile una cooperazione globale per la sopravvivenza del pianeta. In politica estera il presidente è stato «di parola», ma la strategia del pugno duro contro i principali avversari (Iran e Cina) ha esacerbato i rapporti, isolato Washington e destabilizzato la scena mondiale. Le divisioni interne e lo scontro con le minoranze hanno reso l’America più debole. Poi è arrivata la pandemia: la pessima gestione ha aumentato le tensioni e le disuguaglianze.

Qui altri punti mancati dell'amministrazione Trump: https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/elezioni-usa-2020-trump-promesse-non-mantenute-quattro-anni-amministrazione-presidente/bd0a1c42-1a1e-11eb-bdd5-3ce4cb03ccdf-va.shtml

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