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Eia eia Cirinnà! Con fotine...


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9 hours ago, LocoEmotivo said:

Congratulazioni, ragazzi miei! Siete bellissimi! E mi avete strappato qualche lacrimuccia di partecipazione 😅

Menagramo d'un menagramo :sisi:

Oh,mamma...che superstizioso! :roll:

 

9 hours ago, Krad77 said:

Che carini!
Mi aspettavo vestiti più eccentrici. Però approvo la folta barba da hipster-bear-daddy. Diciamo hibaddy

Nota però i colletti sbottonati e la cravatta un po' allentata...per dire ci avete costretto in questi abiti. :lol:

2 hours ago, Almadel said:

Oggi partiamo per il viaggio di nozze,

quindi le prossime fotine saranno di lemuri

dal bioparco di Valencia (vi risparmierò quelle della paella 🙂 )

Andatevi a mangiare i fartòns con una tazza di cioccolata calda (o un bicchiere di "orzata") alla Horchateria de Santa Catalina!

Edited by marce84
  • 2 weeks later...

Sono stato sollecitato a scrivere qui il resoconto del nostro viaggio di nozze.

Ed è un bene, dal momento che abbiamo tenuto un diario per non dimenticare i particolari più assurdi e scabrosi.

Innanzitutto abbiamo deciso di andare a Valencia per unire tre nostre grandi passioni: la zoologia, la cucina di pesce e i gay

e nessuna altra meta ci sembrava all'altezza di soddisfare queste nostre aspettative.

Così partiamo l'otto di ottobre, qualche giorno dopo il nostro matrimonio per un viaggio gentilmente offerto dai miei genitori

(dopo l'unione civile mio padre è diventato praticamente un militante dell'AGEDO, tanto era contento).

Tanto contento da portarci all'aereoporto di Treviso con tre ore di anticipo, col rischio di concludere prematuramente la luna di miele con un suicidio per noia.

Sull'aereo - Ryanair - abbiamo subito la fortuna di sederci vicino all'unica coppia con bambini piccoli

e il maschio per i cinque minuti successivi al decollo prorompe come da copione in un pianto disperato.

All'atterraggio farò i complimenti al giovane papà per avere dei figli tanto buoni e lui mi guarda sbalordito chiedendomi se sono ironico.

"No" rispondo "Alla fine pensavamo sarebbe andata molto peggio". E lui "Bene, l'importante è tenere basse le aspettative".

Prendiamo un taxi, visto che ancora non conosciamo il trasporto pubblico valenciano e arriviamo al nostro appartamento.

Questo è ubicato nel quartiere di Russafa (in arabo "giardino") a sud del centro, che negli anni Novanta era il quartiere degli immigrati

e dopo essersi spopolato con la crisi del 2008 è rinato negli ultimi cinque anni, riempiendosi di barbieri hipster, locali alternativi e bar gay.

E una quantità imbarazzante di asili nido minuscoli che si alternano ai localini della movida.

Il nostro appartamento è un minuscolo monolocale, sulla sinistra del patio di un edificio rinascimentale.

La facciata del palazzo sembra di stucchi barocchi ed è decorata in modo inquietante da pipistrelli,

quasi fosse un palazzo transilvano, ma solo più tardi capiremo perché.

Davvero una collocazione molto suggestiva, se non fosse che oltre al bidet (che non ci aspettavamo)

non c'è neppure il lavandino e saremo costretti a lavarci i denti per dieci giorni nel lavabo della cucina.

Veniamo accolti dalla cugina povera della nostra misteriosa padrona di casa:

la prima non parla una parola che non sia in valenciano e fa le pulizie negli appartamenti della parente

e la seconda ci dà indicazioni in inglese su whatsup e non la incontreremo mai.

Prima di uscire per il nostro primo giro in centro proviamo a capire (con un certo successo)

come funzioni il lavandino della cucina, fornito di una sola leva completamente anti-intuitiva

e proviamo a farci un caffè con la moka e la piastra elettrica, ma senza alcun risultato:

nessuna combinazione di tasti o bestemmie sembra avere effetto.

Per andare in centro mio marito ha la felicite idea di passare per il parco cittadino e ci dirigiamo quindi al monumentale Palazzo della Musica.

Dovete sapere che nel 1957 Valencia ha subito una grave inondazione e hanno così deciso di disseccare completamente il fiume Turia, deviandone il corso verso sud.

Il risultato è che Valencia è ora incorniciata a nord e a ovest da un meraviglioso parco ottenuto dal letto del fiume, ancora attraversato dai ponti storici della città.

Si tratta di un'opera davvero mozzafiato: un lunghissimo giardino pieno di valenciani che ci fanno jogging, aperto giorno e notte.

Da qui risaliamo fino all'altezza del centro e ci dirigiamo alla Puerta del Mar, il locale prescelto per la nostra prima paella ai frutti di mare.

Ottima. La migliore che mangeremo per tutta la vacanza. E un paio di ostriche piatte galiziane come aperitivo.

 

Soddisfatti decidiamo di continuare il nostro giro in centro, visitando l'unico locale gay della zona: il centralissimo Maratin 7.

Ci immaginiamo un raffinato cocktail bar con fenicotteri rosa nei Martini, ma da fuori sembra tutt'altro.

Le finestre sono oscurate come se si trattasse di un cruising bar, che non era proprio la nostra prima scelta per la prima serata a Valencia.

Dalla porta - protetta da un corpulento guardiano - scivola fuori un ragazzetto tatuato che sembrava uscito dalle professionali di Scampia.

Trovandolo un inizio promettente decidiamo di entrare anche noi.

Il locale è piccolo e scuro: sulla destra ci sono delle slot machine e un ragazzo effeminato coi capelli lunghi che sorbisce pigramente qualcosa.

Il massiccio barista latino con un gesto fa alzare due ragazzi che erano al bancone per farci sedere e beviamo due mediocri vodka lemom molto cari.

Mio marito è ottimista: a parte un sessantenne all'angolo opposto, gli avventori hanno la metà dei nostri anni...

Io invece mi dimostro scettico - ed essendo cresciuto nei peggiori bar dell'Arcella - gli dico all'orecchio dove in realtà ci troviamo.

Invece di andarcene di corsa decidiamo di andare alla porta in fondo allo stretto bar e vedere il resto del locale.

Da qui si arriva a una scala che procede forte per tre piani verso l'alto e arriva a una sorta di chill-out oscuro.

C'è un porno sullo schermo, dei divanetti e degli stanzini con altri divani in pelle e posaceneri.

Non è una darkroom: è evidente che quegli stanzini non sono fatti per farci sesso.

Sotto al porno un aitante ragazzo nero parla col sessantenne visto in precedenza e poi quest'ultimo sparisce in un'altra stanza.

C'è un certo via vai di ragazzi giovani che vanno dal piano inferiore alla misteriosa zona sulla sinistra.

Andiamo così anche noi in quella direzione e intravediamo come un appartamento illuminato,

in netto contrasto col buio del chill-out: un bellissimo ragazzo alto e tatuato ci intima di allontanarci.

Torniamo così a sederci davanti al porno: il ragazzo alto discute animatamente col nero riguardo a un certo Venezuelano,

un giovane mulatto intanto ci guarda di sottecchi con un misto di desiderio e preoccupazione.

"Hai visto? Avevo ragione" Dico a mio marito. "Non è un cruising bar, siamo finiti in un bordello". "Già" replica lui. "Scappiamo".

Da quel momento in poi controlleremo su Tripadvisor tutti i locali prima di entrarci...

2 hours ago, Almadel said:

dopo l'unione civile mio padre è diventato praticamente un militante dell'AGEDO, tanto era contento).

Tanto contento da portarci all'aereoporto di Treviso con tre ore di anticipo

non sarà che non vedeva l'ora che ti levassi dai coglioni?

---

cmq chi altro oltre a te poteva finire in un bordello la prima sera del viaggio di nozze?🙄

 

Edited by freedog

Queste sono le fotine in allegato alla prima giornata.

La facciata della nostra casa.

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Il patio dove si trova il nostro appartamento (notate il barattolo al centro e la simmetria con l'appartamento di fronte, torneranno utili più avanti)

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E questa è la misteriosa serratura a forma di pipistrello del vecchio portone esterno.

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Puoi sempre azzardare un cosplay da Loredana Bertè 🙂

43 minutes ago, davydenkovic90 said:

A me più che la storia del bordello, ha incuriosito la scelta degli abiti formali.

Quando e se mai toccherà a me prima o poi, nessuno mi costringerà a indossare il completo con la cravatta.

In verità nessuno mi ha costretto, anche se la cravatta è stata una scelta dell'ultimo minuto.

Ovviamente la tradizione vuole che il passivo indossi il farfallino e l'attivo la cravatta,

ma noi abbiamo voluto trasgredire alle solite regole omonormative.

Inizialmente pensavamo di portare un ascot, ma l'amico gay di mia madre si è messo a strillare

dicendo che era assolutamente fuori moda e che si trattava di una cosa da vecchi (mai contraddire le vecchie checche).

Un mio amico trans (perché la tradizione vuole che ai matrimoni gay ci sia un esponente per ciascuna delle lettere LGBTI)

ha proposto di festeggiare la mia prima cravatta tagliandola in pezzi per gli invitati a mo' di bomboniera.

Mio padre - essendo sua la cravatta - però non ha mostrato molto entusiasmo.

3 hours ago, Almadel said:

Ovviamente la tradizione vuole che il passivo indossi il farfallino e l'attivo la cravatta,....

Inizialmente pensavamo di portare un ascot, ...

Fonti che comprovano la tradizione cravatta = attivo, farfallino = passivo ?

ho guadato parecchie foto di matrimoni gay e nella stragrande maggioranza portano entrambi la cravatta o entrambi il farfallino.

che cosa e' un 'ascot' ?

5 hours ago, davydenkovic90 said:

A me più che la storia del bordello, ha incuriosito la scelta degli abiti formali.

Eh, anche io sono rimasto un po' sorpreso, lo ammetto. 

Io, se avrò una posizione contrattuale sufficientemente forte, cercherò di mettere almeno una camicia col collo alla coreana.

1 hour ago, marco7 said:

ho guadato parecchie foto di matrimoni gay e nella stragrande maggioranza portano entrambi la cravatta o entrambi il farfallino.

Ciò non confuta la tesi ma indica solo una cosa, palese e cristallina, mio bel marcòn. 

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