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Perché non riesco a lasciarlo?


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Ciao forum, 

uso questo account usa e getta per postare questo sfogo anonimo, nella speranza che una delle eventuali risposte possa far scattare quel qualcosa nella mia mente, darmi quel coraggio necessario a riprendere in mano la mia vita

Probabilmente non riuscirò nemmeno stavolta a pubblicarlo

Come da titolo, non riesco a capire perché esito ormai da oltre un anno a porre fine a una relazione che, felice nei primi tempi, ora mi fa stare male, di un male che non ha ragione d'esistere e che potrebbe finire solamente prendendo coraggio, smettendo di avere paura di ferirlo, pensando alla mia vita, e al tempo che mi rimane prima dei trenta e che vorrei sfruttare a pieno, facendo cose che non ho mai fatto

invece mi sono condannato a qualcosa che non porta più felicità a nessuno dei due

mi chiedo quanto tempo sarà necessario prima che ceda lui, ormai sa che sono infelice, lo è anche lui, ma ci amiamo... e allora va avanti così.

vi siete mai trovati in una situazione simile? 

Link to comment
https://www.gay-forum.it/topic/43752-perch%C3%A9-non-riesco-a-lasciarlo/
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3 hours ago, throwaway said:

vi siete mai trovati in una situazione simile? 

Sì, col mio ex ragazzo

Alla fine ha deciso di mollarmi lui dopo 3 anni, era nell'aria da mesi e io ero un pavido che non voleva recidere il rapporto perché dire "basta" per alcuni è dura.

Era giusto che accadesse, si litigava spesso e si soffriva, e dire "ma in fondo ci amiamo" è accettare di vivere con una ferita che ti sanguina 24/7. 'Na merda insomma.

 

Stai perdendo del tempo che nessuno ti ridarà mai più indietro, solo perché hai paura di ritornare solo.

 

Una relazione non può funzionare solo a momenti: se qualcosa non va o si è rotto ed è impossibile riaggiustare le cose, non fate i masochisti: chiudetela lì.

La sensazione di libertà e sollievo che avrete dopo non potete nemmeno immaginarla, ma vi garantisco che sarà impareggiabile.

 

 

Non ti giudico perché non è facile abbandonare un amore e una routine su cui tutto sommato ci si appoggia, ma rendi onore al tuo nick (forse non casuale): THROWA AWAY sta relazione, in primis perché finirete proprio per odiarvi e inoltre è giusto così, per tutti e due.

4 hours ago, throwaway said:

Come da titolo, non riesco a capire perché esito ormai da oltre un anno a porre fine a una relazione che, felice nei primi tempi, ora mi fa stare male, di un male che non ha ragione d'esistere e che potrebbe finire solamente prendendo coraggio, smettendo di avere paura di ferirlo, pensando alla mia vita, e al tempo che mi rimane prima dei trenta e che vorrei sfruttare a pieno, facendo cose che non ho mai fatto

Non si capisce quale sia il problema; perché la relazione ti fa soffrire? In che modo intenderesti sfruttare alternativamente il tempo prima dei trenta e quali cose vorresti fare che da fidanzato non puoi fare? 

Saramandasama
6 hours ago, throwaway said:

Ciao forum, 

uso questo account usa e getta per postare questo sfogo anonimo, nella speranza che una delle eventuali risposte possa far scattare quel qualcosa nella mia mente, darmi quel coraggio necessario a riprendere in mano la mia vita

Probabilmente non riuscirò nemmeno stavolta a pubblicarlo

Come da titolo, non riesco a capire perché esito ormai da oltre un anno a porre fine a una relazione che, felice nei primi tempi, ora mi fa stare male, di un male che non ha ragione d'esistere e che potrebbe finire solamente prendendo coraggio, smettendo di avere paura di ferirlo, pensando alla mia vita, e al tempo che mi rimane prima dei trenta e che vorrei sfruttare a pieno, facendo cose che non ho mai fatto

invece mi sono condannato a qualcosa che non porta più felicità a nessuno dei due

mi chiedo quanto tempo sarà necessario prima che ceda lui, ormai sa che sono infelice, lo è anche lui, ma ci amiamo... e allora va avanti così.

vi siete mai trovati in una situazione simile? 

Tesoro lascialo!

La vita è breve! 

 

Beh comprendo l'anonimato, sicuramente il fidanzato sarà un altro forumista e non è il forum il modo migliore per venire a sapere di questa crisi. E non è carino il toto-fidanzato. 

A risponderti :sì, mi successe la stessa cosa, dopo tre anni è dura lasciarsi, fortuna che ci pensò lui togliendomi un grosso peso. Io l'avrei fatto ma mi facevo remore temendo che lui, come mi faceva apparire, non potesse reggere la cosa. E invece tutto è bene ciò che finisce! 😄

Se da oltre un anno pensi di dover troncare tutto sarebbe il momento di farlo. Da quel poco che si intuisce mi sembra un scelta probabilmente sofferente ma condivisa nel profondo da entrambi. 

Non posso dire che mi sia capitata una situazione simile. Mi è successo dopo quasi un anno di relazione di pensare che dalla mia parte ci fosse qualcosa che non andava. Quando ha deciso di lasciarmi lui ci sono rimasto male ma non ho sofferto come in altre situazioni. E' brutto dirlo ma ho un po' colto la palla al balzo. Se non l'avesse deciso lui probabilmente l'avrei fatto io a breve. Quando ho ricominciato ad uscire con qualcuno questo ragazzo voleva tornare con me, ma ho chiaramente detto di no. Non è stata una decisione facile però mi sono sentito pienamente soddisfatto di come mi sono comportato e di come ho capito che avrei preso in giro una persona a cui ho voluto bene. 

Se senti che hai bisogno di fare altro in questo momento della tua vita dovresti essere sincero con te stesso e con lui. 

 

8 hours ago, davydenkovic90 said:

Tengo a precisare che non è un mio account fake e nemmeno di Layer (spero!) xD

Excusatio non petita, accusatio manifesta. 

Se non ricordo male amavi le espressioni in latino, no? Magari questa non la conoscevi. Fatti una risata mi raccomando che sto scherzando. 

eh...

siccome qsa del genere (ma con tutta una serie di concause diverse) mi sta capitando in questi mesi,

per stavolta m'azzitto,

Ah, potrebbe essere superfluo dirlo, però anch'io

14 hours ago, davydenkovic90 said:

Tengo a precisare che non è un mio account fake

 

Se proprio vi è didonicamente intollerabile l'idea di lasciarvi, potreste provare a "lasciarvi momentaneamente". Cioè vi accordate che per tipo un mese o due mesi a partire dal giorno x smettete di completamente frequentarvi e vi fate gli affari vostri, e poi fra 30 o 60 giorni fate un briefing sulla situa.

On 10/23/2019 at 3:38 PM, throwaway said:

smettendo di avere paura di ferirlo

Questa è la retorica del "vorrei ma non posso".
Cioè, ti stai rifacendo ad uno degli immaginari narrativi tossici, quello del dolore che avrei nel partire, avrei nel restar.
Fuggi. Libera te stesso e lui da tutta questa tossicità. Tornate a godervi una vita di asserzioni e non più di negazioni.

  • 2 weeks later...

Sono in una situazione simile, sicuramente peggiore. Sto con un ragazzo da un anno e so che non andremo mai da nessuna parte nonostante tutta la mia buona volontà e i miei immensi sacrifici.
Aggiungo che siamo stati sul punto di lasciarci più volte ma io ho sempre cercato di mettere assieme i pezzi e di salvare il rapporto calpestando ogni pezzetto della mia dignità.
Lui ha un problema con la gestione delle emozioni e ha un bisogno costante di attenzioni, appena gli mancano o qualcosa va storto è capace di mandare a fanculo anche la madre e di non farci pace nemmeno se si trovasse improvvisamente in condizioni di salute critiche (e non esagero). Inoltre gli manca l'autocritica.
So che un addio sarebbe un addio per sempre, nemmeno possiamo concederci la pausa che ti proponeva Sampei. E so che questo non è affatto sano e che denota la mancanza di basi solide.

Ma mi aggrappo ai bei momenti: guardarlo, sentire la sua voce, essergli d'aiuto nella sua vita... tutte cose di cui non riuscirei mai a fare a meno. 
E penso di esserne innamorato. Amo anche la sua famiglia, che comprende benissimo i suoi problemi ma non riesce ad aiutarlo.
Amo lui, mi manca quando siamo distanti, pur essendo stato sempre conscio, da subito, anche quando eravamo felici e spensierati, della sua mediocrità, dei suoi problemi che non ammetterà mai e della sua incapacità di avere un confronto sano. Incapacità di argomentare le proprie opinioni e di capire la diversità di punti di vista. Quindi, infine, anche di amare. È un delirio, non trovi?

Tutto ciò mi mette un caos nella mente incredibile, porto lo stesso avanti il mio amore e la mia storia fino in fondo, cercando di migliorargli la vita, di essergli vicino e prendermi cura di lui, ma lucidamente so che siamo due mondi totalmente incompatibili. E spesso penso che dovremmo lasciarci. Forse me lo dico almeno una volta a settimana, poi nego a me stesso questi pensieri.
Finisce che lo lascio libero di vedere la realtà in maniera distorta, nonostante i miei tentativi di fargli vedere le cose diversamente.
Ne soffro, ne soffro tanto.
Ormai non chiedo nemmeno più consigli a nessuno vicino a me, nemmeno è opportuno che parli di lui e dei nostri screzi perché conosco già i consigli e le risposte.
Mi aggrappo ai momenti di affetto, ai pochi momenti felici e subisco le sofferenze.
So che è sbagliato, anche lui non vive con serenità il rapporto. E so anche perché faccio così, so quali sono le ferite antiche non risolte che mi portano a essere in una simile situazione e nel non averla chiusa dopo la prima settimana di frequentazione nella quale avevo già capito un sacco di cose.
Non accetto l'idea di perderlo, non è tanto la paura della solitudine, sono più le piccole cose.
E queste piccole cose mi fanno vivere spessissimo anche nell'illusione che le cose si possano sistemare, che si possa raggiungere una pace, una stabilità, una comunicazione che forse non c'è mai stata e mai ci sarà.
Sto scrivendo delle cose tristissime, forse spinto dai pensieri negativi che ho questa sera e che non riesco a scacciare.  E spero che questo mio resoconto così sofferente ti possa far svegliare e far riprendere in mano la tua vita.

Dire "evita un accanimento terapeutico e lascialo" non ti servirà. Non è quello che vuoi o che sei pronto a fare.
Ho pochi elementi per aiutarti, non conosco il vostro rapporto ma soprattutto non conosco te. Non conosco la tua storia e il tuo carattere, quindi non saprei da dove partire. Per questo ho pensato di riassumerti la mia situazione, sperando possa servirti di sprone.

Edited by Lor24

In genere si dice che le persone che soffrono di dipendenza affettiva, inconsciamente cercano fin dall'inizio una persona che li possa far soffrire, negandogli una relazione

Dopo un anno - o oltre un anno - di una relazione di questo tipo, se l'altro partner non lascia la persona dipendente ( il partner dipendente non ci riesce di default quindi deve tendenzialmente essere lasciato ) significa che si è instaurata una dinamica di co-dipendenza tale per cui la "sofferenza" di uno è benzina sul fuoco del "narcisismo" dell'altro

Non c'è niente di male in questi casi, a riconoscere di aver bisogno di un aiuto psicologico, magari una maschio etero si vergogna perchè è un po' contrario alla logica patriarcale che un maschio soffra per una donna narcisista, quindi maschera la sua dipendenza affettiva in vari modi, rifiuta diciamo di farsi aiutare perchè nega l'esistenza del problema ( laddove non lo farebbe per altre forme di dipendenza: gioco alcol droga etc ) Per noi gay questo problema non esiste, dovrebbe essere più facile farsi aiutare da chi ovviamente è capace di farlo, i consigli degli amici purtroppo non sempre possono bastare

 

 

 

16 hours ago, Hinzelmann said:

In genere si dice che le persone che soffrono di dipendenza affettiva, inconsciamente cercano fin dall'inizio una persona che li possa far soffrire, negandogli una relazione

Dopo un anno - o oltre un anno - di una relazione di questo tipo, se l'altro partner non lascia la persona dipendente ( il partner dipendente non ci riesce di default quindi deve tendenzialmente essere lasciato ) significa che si è instaurata una dinamica di co-dipendenza tale per cui la "sofferenza" di uno è benzina sul fuoco del "narcisismo" dell'altro

Non c'è niente di male in questi casi, a riconoscere di aver bisogno di un aiuto psicologico, magari una maschio etero si vergogna perchè è un po' contrario alla logica patriarcale che un maschio soffra per una donna narcisista, quindi maschera la sua dipendenza affettiva in vari modi, rifiuta diciamo di farsi aiutare perchè nega l'esistenza del problema ( laddove non lo farebbe per altre forme di dipendenza: gioco alcol droga etc ) Per noi gay questo problema non esiste, dovrebbe essere più facile farsi aiutare da chi ovviamente è capace di farlo, i consigli degli amici purtroppo non sempre possono bastare

 

 

 

Dici il vero, io nella mia relazione ho sempre sostenuto di soffrire di dipendenza affettiva, ne ho parlato anche al mio partner che ha negato di ritrovare in me una simile dinamica, ma perché ha il paraocchi.

Sono anche andato da una psicoterapeuta, alla quale ho descritto la mia situazione di dipendenza e della co-dipendenza tra dipendente affettivo (me) e narcisista (lui), mi ha aiutato andarci e parlarci, ma non mi ha aiutato a chiudere i ponti.

Sì è preoccupata di farmi fare dei nuovi tentativi con lui, dato che era ciò che volevo, alla fine alcuni di essi sono stati fallimentari. Dopo le vacanze non ho continuato il percorso con lei.

Tuttavia, non è stato un auto-sabotaggio inconscio, forse è stato piuttosto il fatto che lui è un figo della madonna e che inizialmente, pur sapendo che non sarebbe stata la persona per me, nel complesso ero stupito dai suoi lati positivi e dalla sua storia (che fa rientrare la mia relazione anche in un archetipo) e non ho dato peso a quelli negativi.

Nel tempo anche io ho sbagliato e appena sono sopraggiunte le prime difficoltà si è rivelato essere narcisista e il nostro rapporto è cambiato completamente, lui mi distanziava pur stando insieme e io ho instaurato dinamiche di dipendenza incredibili.

17 hours ago, Hinzelmann said:

In genere si dice che le persone che soffrono di dipendenza affettiva, inconsciamente cercano fin dall'inizio una persona che li possa far soffrire, negandogli una relazione

Dopo un anno - o oltre un anno - di una relazione di questo tipo, se l'altro partner non lascia la persona dipendente ( il partner dipendente non ci riesce di default quindi deve tendenzialmente essere lasciato ) significa che si è instaurata una dinamica di co-dipendenza tale per cui la "sofferenza" di uno è benzina sul fuoco del "narcisismo" dell'altro

Ecco, questa è una lettura del fenomeno che proprio non mi va giù. Sarà che mi riconosco un po' nel ruolo del "dipendente", o che mi terrorizza l'idea d'essere quello che cerca il partner che lo lascerà...da incapace quale sono trovo comunque fastidiosamente boriosi i ragazzi come Lor che quasi si sentono indispensabili alla felicità del fidanzato a loro modo di vedere emotivo ed immaturo (è così...?). Io una relazione ora non saprei comunque con chi iniziarla, la vita con me è di certo più noiosa che con molti altri ragazzi più carini e più realizzati, nondimeno ho fatto sforzi enormi per vincere la mia emotività, la mia tendenza alla gelosia e le mie esigenze di esclusività.

17 minutes ago, Lor24 said:

Dici il vero, io nella mia relazione ho sempre sostenuto di soffrire di dipendenza affettiva, ne ho parlato anche al mio partner che ha negato di ritrovare in me una simile dinamica

M'ero convinto che riservassi a lui il ruolo del dipendente, ovvero credevo leggessi la dinamica del vostro rapporto all'esatto opposto. Apprezzo che tu riconosca che parte del problema è che lui sia, parole tue, un figo della madonna.

Edited by schopy
7 hours ago, Lor24 said:

non mi ha aiutato a chiudere i ponti.

Sì è preoccupata di farmi fare dei nuovi tentativi con lui, dato che era ciò che volevo,

Beh, tu capisci che noi come gay - come impostazione generale - non possiamo che approvare

Se ciò che inizialmente volevi era gestire meglio la tua dipendenza, o fare dei tentativi per vedere se era possibile gestirla meglio, sei stato posto di fronte ad un fallimento e ad una scelta, potevi dire : ci ho provato, non mi è riuscito quindi prendo atto del fatto che non è possibile gestirla meglio e devo cambiare io o potevi interrompere il percorso  (perchè in realtà non vuoi cambiare)

Non è questione di "autosabotaggio inconscio" è che sono scelte non facili, ma devono maturare in te, non è che altri possono decidere al posto tuo puoi solo essere aiutato a prendere coscienza piena del problema, evidentemente non eri pronto.

8 hours ago, schopy said:

trovo comunque fastidiosamente boriosi i ragazzi come Lor che quasi si sentono indispensabili alla felicità del fidanzato

E' il contrario, semmai in questa posizione si mette il narcisista, il problema è che laddove ognuno di noi regirebbe dicendo : ca**o quanto è figo, ma è veramente insopportabile, il dipendente ridimensiona la cosa a fastidio sopportabile.

Ovviamente di gente figa, ma insopportabile, ci siamo invaghiti superficialmente tutti

Qui invece c'è una reazione opposta a quella fisiologica, più si scopre che il figo è insopportabile, una "brutta persona", più l'ebbrezza ed il piacere di stare con lui aumentano laddove per chiunque altro comincerebbe il processo di "smosciamento" ( il famigerato discorso quanto sei bello, ma mi smosci veramente...)

Questa "ebbrezza" ( che io chiamo tale per evidente assonanza all'ebbrezza alcolica o ad altri effetti di dipendenze da sostanze ) si alimenta poi in un secondo momento attraverso la coazione a ripetere di comportamenti di "sacrificio" personale ( se mi sacrifico il fastidio diventerà più sopportabile, lui cambierà etc )

 

 

 

Prima di questa che sto vivendo, avevo avuto un'altra relazione dove ero emotivamente molto più distaccato e non soffrivo di dipendenza affettiva, né ne soffriva il mio partner. 

Sono stato sempre single, stavo bene così. Ora se dovessi lasciarlo sentirei un vuoto enorme e forse proverei a colmarlo provando con altri, stando poi ancora peggio.

Stavolta ho vissuto la mia prima relazione mettendo in gioco tutto. Durante la quale ho completato il mio coming out, con i miei genitori inclusi.

Con lui forse ho dato molto spazio alla mia debolezza estetica inizialmente, dando valore alle nostre differenze che mi hanno fatto sentire anche utile verso di lui, per quanto non sia tanto riconoscente. Attribuisco il suo narcisismo e anche i suoi problemi di affettività alla sua infanzia, è quasi un cliché. Tuttavia, il mio è sempre tutto un modo di giustificarlo.

Ci sono stati momenti in cui l'ho giudicato insopportabile, in cui mi sono stufato e sono stato anche pesante nei suoi confronti, ma poi ho sempre fatto un passo indietro sentendo un enorme vuoto. È evidente che verrò lasciato io da lui, ogni volta ritorno al "sacrificio". Un eterno ritorno.

 

Comunque ho coscienza del problema, ma non voglio cambiare. Pago la psicologa, ma comunque non voglio cambiare. Ci proverò ancora, riseguirò il percorso non appena saremo nuovamente sul punto di lasciarci, immagino a breve visto come stanno procedendo le cose.

Edited by Lor24

@schopy

Sia detto per inciso, io non sono del tutto sicuro che nelle tue due relazioni passate tu cercassi inconsciamente qualcuno che ti lasciasse, anche perchè mi è parso di capire che questi partner che hai avuto fossero stati abbastanza chiari sui limiti del loro coinvolgimento e l'idea di relazione che avevano, il problema tuo è sempre stato  che :

10 hours ago, schopy said:

 ho fatto sforzi enormi per vincere la mia emotività, la mia tendenza alla gelosia e le mie esigenze di esclusività.

Dovevi cambiare per loro, non ne eri capace e quindi meritavi di essere "punito"

4 minutes ago, Lor24 said:

Stavolta ho vissuto la mia prima relazione mettendo in gioco tutto. Durante la quale ho completato il mio coming out, con i miei genitori inclusi.

Hai detto niente...noi gay dobbiamo cambiare per noi stessi, non ha senso continuare a sacrificarsi ancora, magari per un partner invece che per un padre

10 hours ago, Lor24 said:

Tuttavia, non è stato un auto-sabotaggio inconscio, forse è stato piuttosto il fatto che lui è un figo della madonna e che inizialmente, pur sapendo che non sarebbe stata la persona per me, nel complesso ero stupito dai suoi lati positivi e dalla sua storia (che fa rientrare la mia relazione anche in un archetipo) e non ho dato peso a quelli negativi.

 

19 minutes ago, Lor24 said:

Con lui forse ho dato molto spazio alla mia debolezza estetica inizialmente, dando valore alle nostre differenze che mi hanno fatto sentire anche utile verso di lui,

 

In queste circostanze però non necessariamente ci si deve addentrare in dinamiche psicologiche di codipendenza, narcisismo e traumi infantili all'asilo.

Può essere anche tutto molto più semplice, e limitarsi a dover ammettere che si è persone estremamente "superficiali" nel relazionarsi col mondo esterno. Intendo dire che uno va al negozio e compra, entusiasta e avido, quello che ritiene il top di gamma, ma poi dopo un mese di prova proprio non si vuol capacitare che ha cannato in pieno con i propri parametri di scelta delle persone-oggetti.

Lo schema elitarista nello scegliere le persone porta a questo: ci si rende schiavetti del belloccio perché questi corrisponde ad un criterio di estetica commerciale da ritenersi idoneo e legittimante dal punto di vista sociale. C'è per esempio chi lo fa anche con gli intellettualoidi, o con i palestrati, o con i danarosi. Dipende da tuo criterio superficiale di scelta. In definitiva ci si innamora di (o meglio ci si ossessiona per) una caratteristica socioeconomica, non di una persona.

A ciò si unisce la paranoia latente (questa, curiosamente, di stampo non consumistico) del pensare che una relazione attuale sia insostituibile, quando in realtà c'è un oceano di persone assatanate di relazioni.

Ed ecco costruito l'attaccamento tossico, senza nemmeno il bisogno di scomodare la codipendenza.

Nel consumismo tutto è consumabile, fungibile e sostituibile...quindi per spiegare comportamenti contrastanti devi far ricorso ad una "paranoia latente"

In realtà consumismo e superficialità non si attagliano a nessuno dei due ( intendo Schopy e Lor24 come caratteristiche ) ma potrebbero essere atteggiamenti socialmente assai diffusi in altri. Tuttavia chi si sdraia sulla attualità adotta il modello socialmente vincente della monogamia seriale nonostante non sia innamorato mai, o eventualmente sostituisce alla attivazione di desideri profondi, il mero desiderio di godere.

Il primo modello è più convenzionale, il secondo più anticonvenzionale o queer

Però ripeto, usciamo dall'ambito di questo topic

 

 

 

Edited by Hinzelmann

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