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Chiesa e Stato


Cosgrove

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[modbreak=yrian]Questo topic è il risultato dell'unione di più topic ridondanti. Per questo motivo consiglio una attenta lettura, prima di intervenire: l'impostazione e l'interesse del topic non si possono dedurre solo dai primi post; quelli successivi offrono spunti più approfonditi.[/modbreak]Il boom delle fecondazioni assistite all'estero conferma l'opportunismo di buona parte degli italiani (non che non ci siano opportunisti spagnoli, canadesi o giapponesi, ma l'Italia è un caso a parte) Molti, se glielo chiedi, sono cattolici, fanno battezzare i propri figli, prima comunione, cresima, vogliono il matrimonio in chiesa, ecc; ma quando una norma della morale cattolica fa a pugni con il proprio interesse non contestano pubblicamente quella norma se a loro sembra ingiusta, ma la trasgrediscono quatti quatti, facendo quel che  vogliono, salvo poi, magari, scrivere lettere indignate per una fiction in cui si parla di matrimonio gay, per non parlare del film REINAS. Il cardinal Ruini dice di astenersi, per il referendum sulla procreazione assistita, e loro, ligi, si astengono, tanto conoscono qualcuno da cui andare senza che faccia domande. E ogni tanto si sente di medici obiettori di coscienza che praticano aborti nella loro clinica privata.  Italiani che dicono: non sono d'accordo con la morale cattolica, contesto assurdità come ildivieto di diagnosi preimpianto, ce ne sono molto pochi. E' per questo che la Chiesa ha ancora tutto questo potere: perchè si preferisce la trasgressione privata alla sconfessione esplicita di posizioni decotte come querlla contro i PACS.L'ipocrisia regna sovrana. E la Chiesa ne approfitta.Il Comune di Padova istituisce il registro delle Unioni di Fatto? Subito c'è chi delira di "conseguenze devastanti per la famiglia". Poi magari la sera torna dalla sua convivente.

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Guest SlowSuicide17

Beh cosa ci si aspetta da uno stato con il Vaticano a domicilio? Ovvio che prolifera ipocrisia riguardo all'argomento "valori cattolici". Ma non potrebbe essere altrimenti.

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Ed è per questo che l'Italia è quello che è.  Il Vaticano per me è uno Stato Estero,e  il Papa non ha più diritto di dire quello che i governi devono legiferare di quanti ne abbia il reggente di san Marino.

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Col male della società moderna credo francamente che il Vaticano c'entri solo in parte. In America sono pure più ipocriti e corrotti, per esempio. E' la società dell'omologazione, come diceva Pasolini. E' quello, secondo me.

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Guest SlowSuicide17

E aggiungerei anche i mass media, che riportano persino quante volte va al cesso il Santo Padre.

 

Giusto, dimenticavo quelli. Che poi sono anche i primi a dare eccessiva voce NON SOLO AL PAPA, ma anche ai Cardinal Tizio, Caio e Sempronio.

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Il papa non sta facendo bella figura, soprattutto in questi ultimi giorni. Egli dovrebbe praticare la tolleranza, fratellanza, e tutti questi bei valori, perchè è questo che dovrebbe fare la religione, invece il papa, pratica la discriminazione, l'odio e  l'intolleranza!

Sì, anche io penso che ci sia tanta ipocrisia! Spero tanto che per una volta riusiremo ad ottenere ciò che vogliamo, e il papa no!

 

:D

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Finalmente riesco a tornare dopo questo periodo di malattia.

 

Molto interessante come post si, davvero tautologico (anche fino alla nausea) e ben strutturato.

 

Comunque ritengo non sia certo questa ipocrisia! Anche volendo l'uomo non può compiere disinteresse, non è possibile e mai nella storia si è verificato ciò.

 

La vera ipocrisia è pensare che a qualcuno gliene possa vagamente interessare. Tutte quelle persone che devono andare in giro a dir che sono malate, per il rancore che nutrono per il mondo e la vita (le Tarantole nel libro Also Sprach Zarathustra, Nietzsche ovviamente). Dover solo pensare che a qualcuno possa interessare la storia di queste persone, ciò è vera ipocrisia. Guardiamo in rete quanta spazzatura sarebbe forsa cambiato qualcosa se non vi fossero stati siti su una tale attrice o su un tale modello? Oppure sono coloro che, non avendo una loro vita e pensiero autonomo, devono attaccarsi disperatamente a qualcosa per avere una loro storia? Ci si domanda: è la visione di certi eventi a dare spessore allo storico? E perché non piuttosto lo storico, abilissimo nel parlare, rende eventi fatti destinati ad essere dimenticati? Ogni eterno presente è un isola, un mondo forse, che ha origine ed argine nel mare e nel mondo del mare. L’isola, il mare e i mondi ipotizzati, sono anch’essi risultati di frammenti del passato ma gettati e progettati nell’avvenire e di tanto quell’avvenire sarà lontano dall’origine di quanto quell’origine sarà presente nella sua forza originaria. Nessuna presenza si manifesta di più nella pesantezza della sua assenza, nessuna presenza è vicina di quella contestata, d’altra parte il contestare è un con-te-stare. Il chi nella comprensione della sua libertà, comprendendo che più esercita la propria libertà più questa si disperde nei suoi risultati, comprende il proprio fondamento che è fine e principio insieme.

D’altra parte quante volte non ho detto che si può essere “ex” tutto, tranne essere ex figli. Ed in ciò si legge l’infinità del principio.

Quindi perché ciò dovrebbe vagamente importare?? Questa mi sembra ipocrisia, pura demagogia.....creata da sconfitti che vogliono diventare vincenti o sperano di divenirlo (come i cari Marxisti).

 

Mi si potrebbe accusare di acceso logicismo e fuoriuscita dal tema, invece io credo di essere prettamente nel tema.

L'ipocrisia e l'opportunismo sono strettamente legate alla storia, se la storia non si fosse basata su ciò non sarebbe mai nemmeno esista.

L'ipocrisia della chiesa sarà necessaria affinché prima o poi qualcosa ne nasca, l'opportunismo è inscindibile dalla storia, poiché nessuno di disinteressato ha mai fatto la storia (meno di tutti i grandi iniziati o illuminati).

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Ma il tuo punto qual è? E comunque l'opportunismo quando porta ad andare contro la propria natura e i propri veri sentimenti diventa follia, schizofrenia,  o apatia, aridità morale.

Moòte persone non hanno avuto paura di andare esplicitamente contro idee correnti.

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Ma il tuo punto qual è? E comunque l'opportunismo quando porta ad andare contro la propria natura e i propri veri sentimenti diventa follia, schizofrenia,  o apatia, aridità morale.

Moòte persone non hanno avuto paura di andare esplicitamente contro idee correnti.

 

Appunto. Molte persone non hanno paura di andare contro le idee correnti fino a diventare ciò che odiano, dover essere sempre ciò che è il buon senso comune e diffuso (poi potremmo discutere se questo buon senso è valido) solo perché dovevano ostentare la propria insicurezza nell'essere sempre e permanente dannatamente diversi. Che differenza c'è tra uno che segue ciecamente la propria corrente e uno che segue ciecamente la contro-corrente? Entrambi cadranno in un fosso, sono ciechi e non sono mai stati in grado di vedere.

 

Certo l'opportunismo porta anche a questo, ma se non fosse stato opportunismo pensi forse che Alessandro Magno avrebbe comquistato? Augusto si sarebbe proclamato Imperator? Con ciò che ne consegue sia esso positivo e negavito, poi certo un estremo da un lato o da un altro fa sempre danni, ma la colpa degli Italiani a mio parere non è tanto che siano opportunisti-egoisti, ma che nessuno gli insegni il polo positivo di ciò che è l'opportunismo.

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Il Comune di Padova istituisce il registro delle Unioni di Fatto? Subito c'è chi delira di "conseguenze devastanti per la famiglia".

 

 

Solito discorso: come se con le coppie di fatto all'improvviso tutte le famiglie italiane esplodessero. Io continuo a ripetere che se legalizzi un qualcosa non necessariamente quello che c'è prima perde significato. Se legalizzi le unioni gay, la famiglia etero non smette di avere valore né il suo valore diminuisce. Se legalizzi le unioni di fatto le famiglie che già esistono non hanno motivo di sentirsi minacciate. Se legalizzi l'aborto non significa che tutte le donne abortiranno e, per tornare al post sull'eutanasia, se permetti a Welby di morire non è che tutti quelli nella sua situazione seguiranno il suo esempio.

Però fa troppo comodo in Italia mostrare la faccia di persona "benpensante".

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  • 1 month later...

LA SEPARAZIONE FRA STATO E RELIGIONE, BASE DEL PENSIERO LAICO, è PROPRIO CIò CHE CI DOVREBBE DISTINGUERE DA QUEGLI STATI CHE DEFINIAMO CONFESSIONALI Non è forse buffo che la Lega i cui esponenti si sono sposati con rito celtico recuperino così ostinatamente la religione cattolica al momento di decidere le linee politiche dell'attività parlamentaremartedì 13 febbraio 2007 di LibertàPrendo spunto dall’ultima lettera a Libertà del Senatore della Lega Massimo Polledri per provare a evidenziare certe contraddizioni che dovrebbero balzare immediatamente all’occhio del lettore mediamente attento in tema di Pacs, Dico e legge naturale.Innanzitutto qualifico come grave attentato alla laicità dello Stato, principio ispirante la nostra carta costituzionale, l’utilizzo che viene fatto come parametro di legittimità dell’attività normativa del catechismo della Chiesa cattolica e delle dichiarazioni del Vescovo Luciano Monari. Ricordo infatti che “lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani” (art. 7 Cost.) e che “tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge” (art. 8 Cost.).La separazione fra Stato e Religione, base del pensiero laico, è proprio ciò che ci dovrebbe distinguere da quegli Stati che definiamo confessionali e fondamentalisti, sempre al centro di polemiche per il loro disprezzo nei confronti della libertà come teorizzata dalla nostra cultura occidentale, e nei confronti dei quali si progettano attività guerrafondaie di esportazione della democrazia (che in realtà nascondono sempre motivi economici ben più pregnanti). Quanto ai richiami alla Costituzione più volte utilizzati, vorrei far notare innanzitutto che l’articolo 2 tutela sì la famiglia, ma in verità si occupa di tutte le “formazioni sociali” dove si svolge la personalità dell’uomo, utilizzando un plurale che lascia intendere la non riferibilità ad una sola formazione, bensì ad una pluralità volutamente non meglio specificata.In secondo luogo, l’articolo 29 testualmente recita “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”, ma da questo non si può dedurre che è precluso allo Stato riconoscere tali diritti anche ad altre formazioni sociali, in quanto la norma crea solo un’area di inattaccabilità a favore della famiglia nei confronti della politica legislativa ordinaria, garantendo un corpus di diritti che nemmeno una maggioranza qualificata potrebbe legittimamente abolire. Altra questione sarebbe poi spingersi in dibattiti dottrinali a proposito della corretta interpretazione dei concetti di famiglia e di matrimonio, in quanto tali istituzioni civili non corrispondono necessariamente agli stessi istituti canonici, in quanto, volenti o nolenti, la nostra cultura giuridica ha fortunatamente recepito gli influssi rivoluzionari del codice napoleonico. Ma sarebbe una lunga storia, non affrontabile in questa sede.Premesso ciò, si può facilmente scardinare un assunto dei propugnatori della contrarietà alla regolamentazione delle convivenze di fatto: che sia incostituzionale la previsione di qualunque tipo di regolamentazione di tale genere. Il fine della regolamentazione è quello di garantire diritti a chi non li ha, di ampliare il corpo sociale dei soggetti potenzialmente interessati alla titolarità di certi diritti, non di portarli via a chi li ha già.Ma se è così semplice come si spiega tutto questo livore nei confronti di questa proposta di legge? Possiamo dire che è vista come un tentativo di ridurre il potere della Chiesa cattolica nei confronti di un istituto, il matrimonio, sua antica prerogativa, che garantiva una certa dose di controllo sociale nei confronti della generalità dei consociati. Analizzata sotto questo profilo, possiamo anche dire che la proposta, garantendo comunque una linea alternativa a quella tradizionale di politica della famiglia, non va assolutamente a intaccare la funzione sociale di controllo tipica, non modificando di conseguenza per esempio i rapporti di produzione della nostra società capitalista e neo-liberista.Ma seguendo questa linea non vorrei allontanarmi troppo dal fine ben più modesto che mi ero proposto. Faccio notare per inciso un’altra contraddizione, ben più frivola: non è forse buffo che un partito come la Lega, i cui più alti esponenti si sono sposati con rito celtico (quindi abbracciando un’usanza pagana e quindi anti-cristiana) recuperino così ostinatamente la religione cattolica al momento di decidere le linee politiche della propria attività di parlamentari? E non è sorprendente vedere richiamata la Costituzione repubblicana dopo avere assistito a spettacoli contro l’unità nazionale, comprensivi di vilipendio ai simboli repubblicani, in nome della Padania?Chiusa questa parentesi, che non necessita di alcun tipo di commento, passo al discorso sul diritto naturale, che a parere del Senatore Polledri e delle gerarchie cattoliche sarebbe incompatibile con previsioni di regolamentazione delle convivenze di fatto. L’argomentazione fa sorridere, in quanto riporta il dibattito interno alla disciplina della filosofia del diritto indietro di qualche secolo, riproponendo una visione immanentista del diritto naturale; sarebbe meglio sfatare certi miti, prendere atto delle evoluzioni del pensiero giuridico e antropologico, qualificando lo ius naturae come una costruzione sociale che non ha autonoma rilevanza al di fuori dell’uomo, che si innesta a livello dell’episteme (inteso come dispositivo di discorso attraverso cui si interpreta la realtà) e di cui si può seguire empiricamente l’evoluzione attraverso lo studio dell’antropologia culturale. Essendo quindi un fenomeno relativo (immagino già certi sobbalzare sulle loro poltrone alla lettura di questo termine) è inutilizzabile come parametro assoluto di giudizio.E per chiudere con l’argomento che funge da filo conduttore di questo intervento, ricordo che i nostri parlamentari godono da più di dieci anni dei diritti che oggi non vogliono concedere ai cittadini comuni in tema di convivenze di fatto: pensioni di reversibilità, estensione dell’assistenza sanitaria integrativa, diritto di visita in ospedale e tanti altri diritti si risolvono in privilegi per i cittadini di prima classe, i legislatori, i quali con una semplice dichiarazione e tre anni di convivenza (o in alternativa la nascita di un figlio) possono goderne. Ne vogliamo parlare?David SantiCapogruppo PRC in Consiglio ComunaleFiorenzuola d’Arda

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  • 4 weeks later...

Sono tornato ora da Roma dopo 4 lezioni di un ora e mezza ciascuna all'università e mi sono messo a ragionare sul perché la Chiesa sia tanto egemone in Italia. Non credo sia sufficiente spiegare questa egemonia con la presenza del Vaticano a Roma: al momento dell'unificazione lo stato era fortemente laicizzato a tal punto da proclamare Roma capitale d'Italia (una vera e propria provocazione per i cattolici dell'epoca). Credo che la radice del potere ecclesiastico sia da ricercarsi nella progressiva corruzione dei poteri statali e dall'apatia della società italiana nei confronti di questa lenta decadenza. Infatti, come scrive Marco Da Milano nel suo libro il partito di Dio la chiesa è l'ultimo potere forte rimasto in Italia e tutti si appoggiano a quel potere: quanti di noi hanno preferito una struttura sanitaria ecclesiastica ad un pubblica nel corso della vita? Quanti genitori mandano i bambini a giocare nell'oratorio dei salesiani invece di mandarli in strutture laiche? Secondo tutto questo è dovuto circolo vizioso corruzione-apatia di cui ho parlato prima in cui la Chiesa trova terreno fertile e si sostituisce a quelle strutture sociali che dovrebbero essere competenza dello stato. Tutto questo ha portato a lasciare di fatto intatta l'immagine della Chiesa nel corso degli anni.Bisogna dire che funzione primaria della Chiesa è quella di portare gli uomini verso la salvezza ed ha scelto di perseguire questo scopo attraverso una normazione morale di tipo generale ignorando il Concilio Vaticano II che invece concentrava l'attività pastorale nelle parrocchie (quindi un attività pastorale particolare). Il pericolo di questa impostazione dottrinale è il costante tentativo di trasformare la norma morale in norma giuridica attraverso un attività di lobby. Da qui la necessità di acquisire sempre più potere (tralascio le distorsioni di questo sistema e cioè la ricerca del potere per scopi personali) all'interno delle istituzioni e di conseguenza la sostanziale incompatibilità tra le forze laiche e le forze clericali. Il pericolo che lo stato laico corre è secondo me molto grave.La crisi dunque non è causata dallo strapotere della Chiesa ma dalla debolezza dello stato e dal distacco reale che c'è tra le sue attività e le reali necessità dei cittadini. Tutto questo porta lo stato a farsi sostituire da istituzioni parallele come quelle religiose. I precedenti storici ci sono: pensate a tutti quei territori colonizzati dagli europei attraverso l'instaurazione di governi fantoccio che ha portato la popolazione locale ad affidarsi totalmente alle autorità religiose. Naturalmente ci sono anche esempi che dimostrano che quando lo Stato è forte la religione perde influenza nella società pensate: ai paesi scandinavi dove lo stato ha messo in piedi un sistema di welfare estremamente efficiente dove i problemi sociali vengono affrontati senza ipocrisie e la classe politica è molto attenta alle richieste della società, oppure pensate alla Francia dove un vero e proprio super-stato accentratore soddisfa i bisogni dei cittadini ed infine pensate alla Spagna che grazie alla politica economica dello stato sta vivendo il suo primo boom economico della sua storia. Tutti questi stati sono tutti stati fortemente laici, hanno introdotto legislazioni per gli omosessuali e non solo e sono società carattrizzate dalla progressiva perdita d'influenza da parte delle religioni e da cittadini che partecipano attivamente alla vita pubblica come nel caso della Francia dove si manifesta anche per periodi prolungati e avvolte con episodi di violenza (Cpe e rivolta delle periferie). La classe politica italiana invece di reagire di fronte a questa minaccia (perché secondo me di minaccia si tratta) asseconda questo processo schierandosi ipocritamente dalla parte della famiglia, della vita ecc a destra, e si cerca di fare partiti democratici con una "mediazione" sui temi eticamente sensibili a sinistra. Come se la politica abbia perso completamente la sua progettualità e cerchi solo di accappararsi voti. Io capisco che la politica va di 5 anni in 5 anni e in Italia si vota una volta all'anno capisco anche che interesse personale del politico è essere rieletto ma se non s'inverte subito la rotta questa classe dirigente diventerà un cancro per la società e allora le vie d'uscita saranno due: o muore il cancro con tutto l'organismo ospite, o l'organismo reagisce ammazzando il cancro.

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Io non credo che lo stato italiano sia LAICO come viene descritto dalla Costituzione! Qualcuno ci crede ancora in questa laicità statale ma io veramente non riesco a vederla! :gha: :gha:

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  • 2 weeks later...
Credo che la radice del potere ecclesiastico sia da ricercarsi nella progressiva corruzione dei poteri statali e dall'apatia della società italiana nei confronti di questa lenta decadenza. La crisi dunque non è causata dallo strapotere della Chiesa ma dalla debolezza dello stato e dal distacco reale che c'è tra le sue attività e le reali necessità dei cittadini.
Bella riflessione la tua, Sugar, e stimolante. Io aggiungo solo tre considerazioni chespiegano come ci sia un circolo vizioso, storicamente, tra debolezza dello Stato e strapotere della Chiesa, purtroppo, e come quindi sia estremamente difficile spezzarlo:1. la debolezza dello Stato (unitario, forzatamente) dipende dal fatto che, rispetto ai grandi Stati europei che tu hai citato o che si potrebbero citare, è di recentissima costituzione. E l'esistenza dello Stato della Chiesa è stata la causa principale di questa tardiva unità: troppo forte per permettere la nascità di una Monarchia o Repubblica unitaria, troppo debole per realizzare essa stessa l'unità di'Italia (per fortuna!);2. La Chiesa possiede sul territorio della Repubblica ospedali, proprietà, conventi, gode di esenzioni e rendite (8 per mille); ed è essa stessa uno Stato, il che non va sottovalutato;3. il suo strapotere dipende anche dal fatto che in Italia non ci sono mai state religioni concorrenziali: l'ebraismo italiano è uno dei minori d'Europa, assenza praticamente totale di protestantesimo: ben diverse le condizioni della Francia e degli stati dell'Europa continentale e nordica.D'altra parte, lo Stato laico forte che tu giustamente ricordi, che pone la capitale a Roma e quando cade il II Impero francese, ultimo protettore dei papi, invade lo Stato della Chiesa, era lo Stato liberale, che è durato 63 anni. Il fascismo gli ha inferto un primo colpo, ma non sarebbe stato mortale (in fondo il fascismo è durato 20 anni) se lo Stato liberale si fosse ricostituito. Ora, dopo Yalta, e la spartizione delle zone d'influenza mondiale in due aree, Est/Ovest, gli equilibri politici italiani hanno reso impossibile l'alternanza, primo requisito di una democrazia liberale, e queste cose si pagano.
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Molte delle cose che qui sono state scritte sono largamente condivisibili.La Chiesa Cattolica in Italia ha un enorme ascendente perchè è capillarmente radicata nel tessuto sociale. Non c'è paese, anche piccolo, che non abbia il suo campanile.La Religione Cattolica si basa sui Sacramenti: sulla confessione, per esempio, che è e rimane un formidabile strumento di controllo delle coscienze.La Chiesa deve il suo potere spirituale al suo potere condizionatorio, che è il piu' subdolo e robusto dei poteri.Può sembrare ridicolo nel XXI secolo, tuttavia lo "spauracchio" della dannazione dell'anima porta ancora molte persone a compiere gesti "penitenziali" per la remissione dei propri peccati.Una anziana signora che ho conosciuto, che ha sempre vissuto una vità piu' che modesta, lontana dagli agi, in morte ha lasciato qualcosa come 420 milioni delle vecchie lire alla parrocchia ( e manco una lira ai parenti).Questo non è un "caso" isolato: la mia prozia ha lasciato la sua casa e i terreni alle suore Orsoline.La fortuna della Chiesa è stata costruita sulle indulgenze, i lasciti ( si pensi all'ospedale Ca' Granda di Milano o ai "Fatebenefratelli" i diritti di manomorta, i contratti allodiali che le leggi napoleoniche hanno in parte eradicato, senza tuttavia stroncare alla radice.Lutero, che per certi versi fu molto piu' bigotto e intransigente sul piano dottrinario di tanti altri dottori della Chiesa Cattolica ( Penso a Erasmo ) capì molto bene il meccanismo del potere condizionatorio basato sul rapporto salvezza/dannazione dell'anima.Lo capirono bene anche i principi tedeschi che sostennero il monaco eretico: rompere quel meccanismo, sostenere lo scisma significava sottrarsi al potere temporale della chiesa ed al suo abbraccio soffocante.Non è un caso che tutti i paesi riformati abbiano oggi un livello economico e civile molto piu' elevato di quello dei paesi della controriforma.Per venire ai tempi piu' recenti, quelli successivi all'Unità d'Italia, per esempio, il potere della Chiesa Cattolica è andato consolidandosi (dopo un certo periodo involutivo) anche grazie alla latitanza dello stato laico.Crispi, con la nota legge sulle "Classi sociali pericolose" scrive (cito a memoria)" I mendici dovranno essere tradotti dalla forza pubblica negli ostelli deputati al loro ricovero". La povertà, ai tempi in cui Bava Beccaris sparava sulla folla, era ritunuta una sorta di "malattia sociale" . In quella assenza di welfare, il solidarismo cattolico riprese vigore..per esempio contrapponendo alle IPAB ( Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficienza) Un proprio ruolo di "accoglienza" Accoglienza che significò enorme potere condizionatorio per il ruolo insostituibile di solidarietà sociale che andava proponendo.Ricordo che negli anni '70 La Chesa mosse il cielo, la terra e persino l'inferno per ostacolare lo scioglimento di enti assistenziali cattolici e il loro trasferimento, per competenza, ai Comuni.Questa ( ma non si finirebbe mai di enumerare) è il "brodo di cultura" su cui si fonda il potere cattolico.Un potere sfacciato che oggi piu' che mai sfida lo Stato Laico con una prova di forza.Erano decenni che un Papa non interveniva così pesantemente nelle questioni di uno stato sovrano ( al limite della violazione dei patti concordatari) E che un eminente cardinale, come Ruini, non scendeva in campo con una lettera pastorale indirizzata a tutti i parrocchiani contro i DICO.Quando noi, giustamente, lamentiamo una lentezza e una titubanza ( uso un eufemismo) della politica nel legiferare su questioni importanti riguardanti i diritti civili, non possiamo non considerare la complessità della frammentazione italiana.E' vero che questo è un paese che si va sempre piu' secolarizzando; ma è altrettanto vero che questa tendenza attiene piu' agli strati colti e piu' attenti della popolazione e non alla sua generalità.Quindi, come si dice, dobbiamo essere molto accorti a non gettare " il bambino con l'acqua sporca" e operare in modo da incalzare, certamente, ma anche sostenere chi sta dalla parte "giusta"

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Vorrei condividere il seguente articolo, di Stefano Rodota', apparso ieri su Repubblica:http://www.gaynews.it/view.php?ID=73018Volevo riportare qualche stralcio, giusto per evidenziarne alcune parti, ma non riesco perche' mi sembra tutto da leggere, parola per parola.I nostri legislatori in questo momento non stanno adempiendo al loro dovere, questa classe dirigente non ha rispetto della democrazia.

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Ho letto l'articolo di Rodotà: bello, intelligente, puntuale, come è nello stile di Rodotà.Tra le righe leggo una critica, neanche tanto mitigata, ad una sinistra un pò distratta e un pò sopita su questioni di principio di capitale importanza quali la sovranità e laicità dello Stato.Il "lassez faire" in nome di un falso pluralismo garantista ha prodotto, come effetto, una malintesa legittimazione , alla Chiesa, ad alzare i toni e a radicalizzare lo scontro.Ha ragione Rodotà: bisogna essere ciechi e sordi per non accorgersi come, da piu' di un decennio, le gerarchie ecclesiali stiano operando per recuperare quegli spazi di laicità conquistati con le battaglie sul divorzio e aborto.Non vorrei vedere lo scenario piu' a tinte fosche di quello che sia; tuttavia penso che un chiarimento con la "Margherita" si imponga e che non si possa procedere oltre nella costruzione del partito democratico senza avere chiarito, una volta per tutte, che la laicità e sovranità dello Stato è un valore comune che non può essere postposto ai desiderata della Chiesa.Senza questo chiarimento di fondo, a mio avviso, non esistono le seppur minime condizioni per la costruzione del Partito Democratico.C'è un altro elemento nel discorso di Rodotà che, a mio avviso, non va sottovalutato: anche la chiesa è divisa: sono molti gli interventi del cardinale Martini di segno ben diverso rispetto a quelli di Ruini e dello setsso Pontefice.Su questa diversità penso che si debba incalzare i cattolici piu' ragionevoli ( e sono tanti) a pronunciarsi, a schierarsi, se necessario; dal momento che l'ambiguità non giova a nessuno.

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Cavour parlava di libera chiesa e libero stato tantissimi anni fa. E' mai possibile che siamo tornati anche più indietro di Cavour?! :bah:Mi viene in mente comunque, per essere un pò leggeri :sisi: una battuta sentita ieri a Markette da Fuksia, la porta borsette di Luxuria :boh: che alla domanda chi è il politico con cui vuoi farti fotografare risponde Ruini... sarà pure scontata ma a me fa piacere sentirle ripetere anche 100 volte :asd:

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  • 2 weeks later...

Ho visto l'intervista in ginocchio di Lucia Annunziata a Mons Fisichella (chi vuole la può vedere su internet) 2 riflessioni1) Perchè il clero rilascia interviste sempre e dico sempre senza il contraddittorio? 2) Mons Fisichella afferma che quella della Chiesa non è ingerenza la domanda a questo punto sorge spontanea: cos'è l'ingerenza per la Chiesa? A questo punto credo che la Bagnasco la dovrebbe definire altrimenti non ne usciamo più

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