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Siete omosessuali "solo" su Internet?


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Oggi ragionavo sulla differenza che c'è tra il mondo gay di internet e quello "reale".Frequento da quasi sei mesi un'associazione gay romana(di cui fanno parte anche Rei e Milziate), il circolo Mario Mieli, e ho partecipato anche a qualche appuntamento del Dìgayproject.Quello che ho notato, è che nonostante i forum gay siano pieni di utenti che partecipano attivamente alle discussioni, le associazioni GLBT sono praticamente a secco.Mi chiedo è perchè ci sia questa disuguaglianza numerica tra i forum e le associazioni.So che la mia domanda puo' sembrare ingenua, ma pensandoci affondo non posso fare a meno di chiedermi dove siano gli omosessuali. Siamo il 5% della popolazione? Sembra niente, ma siamo tantissimi! E allora perchè in piazza ne scendono solo 20.000, nelle associazioni, tutte, partecipano in 20 o 30, mentre su internet è pieno di gay di tutte le età che dibattono di politica, omofobia e diversità?Voi come vivete il vostro essere omosessuali fuori da internet? Dibattete con le persone come fate in internet o vi sentite più frenati?

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https://www.gay-forum.it/topic/4840-siete-omosessuali-solo-su-internet/
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Brava!!! Ci voleva un topic così...Ti dico come la penso.... Internet è più comodo e sopratutto non espone le persone così come potrebbe fare un'associazzione o una manifestazione.Penso che la maggior parte delle persone di questo forum per esempio abbiano fatto coming out con poche persone fidate... io compreso!!però comunque i locali gay da quel che so sono sempre pieni... forse spaventa il fatto di confrontarsi apertamente su tematiche importanti e che ci possono procucare diversi nemici omofobi..Personalmente fuori dal forum e da internet io sostengo la mia causa, litigo col mio prof idiota di religione quando dice che i gay sono malati, discuto in classe e dico la mia sul perchè sono a favore dei matrimoni gay... Però, cosa succede? Che in classe i ragazzi mi hanno già catalogato come il GAY della situazione nonostante io non abbia mai detto esplicitamente quali fossero i miei gusti... e a molti questo potrebbe dare fastidio. Io sinceramente me ne sbatto dei mie compagni di classi... quelli che sanno di me sono fidati, gli altri potrebbero non esistere... ma non sono tutti come me! ;)ciauz

Anche se nella vita reale non evito discorsi sui diritti dei gay, sull'atteggiamento che la Chiesa ha, e non nascondo l'ammirazione per personaggi omosessuali del passato e contemporanei (quanti artisti!), solo in maniera virtuale con amici o quì nel forum ho modo di parlarne liberamente..

cambiapelle

credo che internet sia non solo immediato, ma anche ci permette (a cchi lu vuole) di mantenere l'anonimato.Onetamente non ho mai pensato di visitare queste associazioni.... a dire il vero non so bene nemmeno dove siano...anche qui in francia la cosa non mi sembra molto diversa visto che non conosco nessuno che frequenti associazioni gay.Non sottovalutiamo pero' l'importanza dei forum e delle chatt! (non quelle porno che non hanno come fine ultimo di proporre il meglio dei gay...)Chattando, confrontandoci e discutendo qualcuno di noi puo' aumetare la propria sicurezza, e vergognarsi giorno dopo giono sempre di meno di quello che e'.

[modbreak=yrian]

Brava!!! Ci voleva un topic così...
... E invece di topic così ce n'era già più di uno: Identità omosessuale, Quanto l’omosessualità influenza la vostra vita?, La lotta contro la discriminazione comincia nel quotidiano?...Sinceramente non mi sembra che la riflessione proposta presenti specificità tali da giustificare un topic a se stante.Facciamo così. Intanto - scusandomi con cin1895 - modifico leggermente il titolo del topic, poi aspetto per vedere cosa ne viene fuori. Se si sviluppa una discussione solida, lascio le cose immutate; se invece il topic muore in fretta, lo unisco ad uno dei su citati.[/modbreak]

Sono omosessuale qua, al sicuro e nascosto dietro i cancelli della mia Barad-dûr, così come in Piazza del Duomo. La stragrande maggioranza della gente però è evidentemente omosessuale solo quando è nascosta, altrimenti di coppie di ragazzi e ragazze che se ne girano tenendosi per mano se ne vedrebbero certamente di più, e questo mi riempie di tristezza.Quanto al discorso delle associazioni, c'è da dire che un'associazione o circolo GLBT che si voglia non è affatto la stessa cosa di un forum: spesso si tratta di un'organismo impegnato politicamente etc. etc. etc., senza considerare il fatto che per tutti è comodo accendere il PC standosene comodamente seduti dietro la scrivania, mentre non è altrettanto comodo prendere uscire e andare.

Per un po' di tempo ho frequentato attivamente il gruppo giovani del circolo torinese Maurice facendone anche un po' pubblicità in giro. Purtroppo non è servito a nulla, e me ne son andato. Quel circolo qui a Torino ha la nomea (purtroppo mica tanto lontana dal vero) di "ritrovo di sfigati" ed è dura cancellare un pregiudizio; il mio scopo era rinfrescare un pò la frequentazione spronando gente nuova in modo da fare qualcosa, conoscersi,organizzare qualcosa di carino tutti assieme ma qua a Torino l'associazionismo a quanto pare non è gradito e, aggiungendo il fatto che l'80% dei frequentanti il posto erano delle sorte di freak (macchiette anni '70 che si dan del femminile, impediti che si avvicinano facendoti le domande più assurde, e pseudo maniaci), la cosa non è andata in porto. Pazienza.

Vampire88

bè logico che ci sono più gay in internet che in giro... internet è immediato, anonimo, facile, invece andare in giro per locali, non tutti se lo possono permettere, come me, qd esempio, ho gli amici gay, che non andiamo mai per locali a tema, per colpa della lontanaza e quelli più vicini abbiamo saputo che sono pessimi... :P

non sento il bisogno di partecipare ad associazioni :look:ma non perche' abbia qualcosa di cui vergognarmi figuriamocidagli apertivi alle serate gaie qui son tutte mie :rotfl:in genere l'attivismo non mi incuriosisceforse in futurocambiera' l'andazzo ma per mo cosi' non e'intrallazzi gheis su intronet aborro :rotfl:tant'e' chesu intronetoltre a questo foro ,di gaio apro solo del porno :P

Guest Irish Dragon

Uhm... come lesbica dichiarata ormai da 7 anni, posso ben dire che su Internet non mi sono mai posta il problema della "visibilità", dato che ho incontrato non poca gente di forum e il mio nick è riconducibile ad indirizzi email che utilizzo\utilizzavo per scuola\lavoro\amici. In "real", a parte un'eccezione, non ho mai "nascosto" o tergivisato sulla mia sessualità... nonostante tutto però, neanche ho mai sentito il bisogno di frequentare associazioni\locali a tema. Non mi piace il "relegarmi" ad un determinato ambiente che il più delle volte, certo non favorisce i discorsi seri o non mi crea i presupposti per dei discorsi realmente costruttivi. A me piace confrontarmi, ma certo lo preferisco se davanti mi ritrovo una persona che non la pensa come me. Detto questo... da anni vado dicendo che il segnale inquietante del mondo GLBT certo non è l'assenza dalle associazioni o dai locali a tema, ma dalla mancanza di "palle" che tante persone si ostinano a mantenere nella vita di tutti i giorni.Non parlo di chi si ritrova a dover scendere a patti con la propria sessualità per non rovinarsi la vita in famiglia o che, ma di persone che al di là del piccolo, non vogliono vedere altro perché stanno bene. Non fare CO è un diritto, come il decidere di non spargere in giro i propri affari. Purtroppo però, non capirò mai il voler fare orecchie da mercante quando si potrebbe contribuire in qualche modo, uscendo magari fuori dal "io sto bene così e non mi importa se la situazione generale verte troppo spesso a 90°".Non si è omosessuali solo se etichettati come tali o in luoghi che ci creano automaticamente questa etichetta... lo si è anche fuori e come possibile, forse è questo che troppo spesso non si vuole considerare. Alla fine appoggio l'idea di forum\chat\discorsi in real che possano migliorare la situazione in qualche modo... li trovo più efficaci di tanti discorsi che all'atto pratico, fanno poco e niente.

Silver Reflex

Be.. è proprio uno dei vantaggi di internet: poter dire ciò che vuoi senza metterti troppo in gioco.Ammiro chi ha il coraggio di esporsi in società, chi ha le palle per dichiararsi globalmente gay sia con gli amici, che sul lavoro, coi vicini..insomma, chi mette i manifesti.Fanno benissimo, sicuramente rispecchiano un ideale.. tuttavia non tutti si trovano nella posizione di poterlo fare, o magari non tutti sono abbastanza motivati e forti di carattere.Io, ad esempio, non ho questo coraggio.

DaveKawena82

In effetti personalmente ho sempre pensato all'omosessualità come ad un qualcosa di globale, ma come una cosa che mi riguardasse personalmente e non esistesse al di fuori di me.Personalmente non ho sentito dire troppo bene di queste associazioni, appunto per questo mi incuriosiscono. Non penso si possa criticare un qualcosa che non si conosce, nè positivamente nè negativamente...

Guest Irish Dragon

(Dave, mi sfugge qualcosa in questa tua frase :P : "In effetti personalmente ho sempre pensato all'omosessualità come ad un qualcosa di globale, ma come una cosa che mi riguardasse personalmente e non esistesse al di fuori di me.")Io non penso che si tratti del criticare un qualcosa che non si conosce nello specifico, bensì di un rendersi conto che tanto la situazione non migliora in maniera sensibile... troppo spesso ci si rinchiude nel proprio mondo, finendo col non battersi per dei diritti che dovrebbero esistere a priori. Non possiamo sperare di trovare visibilità, se per primi pensiamo a curarci solo dei nostri interessi o al calcolare la nostra presenza in virtù di cartine tornasole quali i locali e le associazioni.E' un po' come il manifestare al Pride vestiti stile Muccassassina... si stabiliscono dei confini troppo netti, che poi gli altri utilizzano per classificare chi fa parte del determinato "ambito".Il nostro Gay-Forum ad esempio, non è aperto solo a gay\lesbiche\bisex, ma a tutti... in tantissimi altri forum generici si parla di omosessualità o di attualità... sono tutti confini più labili e in grado di garantire una maggiore eterogeneità delle opinioni (cosa che in real troppo spesso non accade e certo, non si sviluppa in situazioni dove i partecipanti hanno un fattore comune quale l'omosessualità)

Fanno benissimo, sicuramente rispecchiano un ideale.. tuttavia non tutti si trovano nella posizione di poterlo fare, o magari non tutti sono abbastanza motivati e forti di carattere.Io, ad esempio, non ho questo coraggio.
Infatti dovrebbe partire da chi può, non da chi è impossibilitato per motivi suoi... se poi si può e ci si preoccupa unicamente del proprio orticello, beh, allora non ci si rende troppo diversi da chi afferma: "A me i PACS\le adozioni non interessano, quindi decido a nome di altri che non ci devono essere".Il considerarsi "attivisti" per un qualcosa, significa anche preoccuparsi di garantire la stessa possibilità a tutti e non solo a noi stessi.
DaveKawena82

L'altra settimana stavo parlando appunto di questo con un etero: lui mi diceva che se fosse dipeso da lui avrebbe chiuso tutti i locali gay, ma nemmeno ammetteva che due uomini si potessero baciare in pubblico. Ora se la seconda cosa fosse possibile senza mobilitare la polizia, e mi è successo, non credo che locali o organizzazioni avrebbero più un significato, purtroppo però mi accorgo che non è così...questi diritti DOVREBBERO esistere a priori, ma da quel che vedo non è proprio così...

 

Il fatto che il nostro forum sia cosmopolita è una cosa che mi ha affascinato molto, io per primo vorrei sperare che ciò avvenisse anche nel mondo reale, ma se, ripeto, nell'ottica eterosessuale si arriva a questi estremismi non so che strada intraprendere per iniziare ad aprire gli occhi a chi non vuole farlo...

Anch'io penso, come Irish Dragon, che una prima alternativa è Io/gli Altri. Si può avere una buona vita come gay o lesbica e decidere che il discorso finisce qui. A questo livello non c'è nemmeno bisogno di fare CO, al limite. Ma come reagisce una persona che pensa così di fronte alle conversazioni o asserzioni omofobe e discriminanti di cui si troverà inevitabilmente a essere testimone? Si chiude le orecchie - si chiude il cuore: si anestetizza, se ne infischia? D'altra parte, come si fa a trovare compagni, amici, una socialità, se non si punta anche a un'emancipazione collettiva? anche un discorso individualista (non dico ancora egocentrico, perché separocon chiarezza i due concetti) trova qui il suo limite. Certo, si può decidere di accettare questo limite, di darlo per scontato, di decidere che per quest'età storica la partita è perduta, e convogliare tutte le proprie energie nel costruire la propria privata felicità, o serenità. Ma io penso che a parte rari casi di personalità molto forti e quasi eccezionali, una parte della nostra forza non ci deriva solo dalla nostra riuscita personale, ma dal potersi rispecchiare anche in una riuscità più ampia, che coinvolga altri, che diminuisca la «separatezza», strutturale, storicamente, tra persone omosessuali. Pensate che quando ero io al Liceo io non conoscevo nemmeno un gay. L'isolamento era assoluto. Per ritornare più dentro il topic, tutto serve a comunicare omosessualità e esistenza di omosessualità, in modo, anche, che le orribili persone omofobe e totalitariste etero di cui parla Dave siano sempre di meno. Credo anche che in Italia si prepari un periodo buio, per il riconoscimento della dignità, dei diritti e delle richieste delle persone omosessuali. Di fronte allo stato attuale, e a quello che si prepara, io non ce la farei mai a considerare la mia omosessualità un fatto solo privato.

ma se, ripeto, nell'ottica eterosessuale si arriva a questi estremismi non so che strada intraprendere per iniziare ad aprire gli occhi a chi non vuole farlo...
Parlare di "ottica eterosessuale" in questi termini è scorretto e anche leggermente offensivo, concedimelo... quasi a dire che tutti gli eterosessuali siano imbecilli, cosa che non è. Sarebbe invece giusto parlare di "ottica omofoba", se proprio vogliamo. E francamente, dell'opinione di imbecilli non dovrebbe calerci. @ Isher: senza andare a tirare in ballo i discorsi omofobi che si potrebbero venire a sentire, e il fatto dell'anestetizzarsi, che pur calza perfettamente, io non riuscirei a star bene se non potessi parlare normalmente alle persone che mi circondano. E per parlare normalmente intendo non essere costretto ad omettere particolari o cambiare il genere degli articoli, per dire - id est, non riuscirei a star bene se non avessi fatto e continuassi a fare C.O. con chiunque mi chieda. Poi, sarà forse la mia 'Ubpis a suggerirmi che così come io in quelle condizioni non potrei starci bene, allora per chiunque altro dovrebbe essere lo stesso. Ma tant'è.
Hinzelmann

Per mia esperienza, quando ho conosciutopersone, magari giustificate pure dall'età, cioè che hanno passato una giovinezza in anni in cui il rinchidersi nel privato era pureuna legittima difesa, persone "forti" e affermateper intenderci ( non la cui vita è andata alla deriva )ho ricavato l'impressione di un enorme prezzopagato alla vita. Intendiamoci, può essere unaproiezione mia, ma ho avuto l'impressione di unamonumentalizzazione del proprio privato, moltocompensativa e per me, inquietante.Faccio questo esempio perchè in quei casi il mioapproccio è molto indulgente, per questionegenerazionale e quindi non giudicante

Sonnenritter, Hinzelmann e io rappresentiamo tre generazioni diverse e siamo tutti e tre d'accordo: al fondo, vivere pubblicamente la propria omosessualità è semplicemente vivere la propria verità, cosa che ci dobbiamo e alla quale non è possibile rinunciare almeno come dimensione di fondo (qualcuno ha scritto che ogni omosessuale emancipato si trova comunque, in un momento della propria giornata, o settimana, ad autocensurarsi - ovvio, non siamo mica in una società libera). Poi vengono tutti gli altri discorsi, aggiuntivi in un certo senso anche se egualmente validi. Tornando a internet, facilita la comunicazione tra persone anche di età diverse, che nella realtà avrebbero minori occasioni di conoscersi e parlarsi: la parola è più vera e più democratica dell'immagine. Ha anche il grande vantaggio di privilegiare appunto la parola, nella quale hanno sede emozioni più profonde - e si potrebbe continuare.Quanto alla monumentalizzazione del proprio privato di cui parla Hinzelmann, io penso poi che oggi non sia nemmeno più veramente possibile, perché tutto il contesto sociale è cambiato. Poi forse rinchiudersi nel proprio privato significa oggi anche un eccesso di drammatizzazione della differenza dell'omosessualità, che per tanti versi non è giustificata, oltre che una mancata percezione dell'evolversi delle mentalità.

Nino Quincampoix

Entrare a far parte di associazioni, circoli significa AMMETTERE e per molti é difficile, specialmente di fronte a chi si ha intorno. Potrebbe aiutare forse se questi circoli fossero aperti a tutti, cosa che non sarebbe tanto sbagliata: aiuterebbe l'etero ottuso a comprendere che spesso COMPRENDERSI o ESSERE COMPRESI non è semplice. Sui locali non so...la scritta "gay-friendly" mi sa tanto di "anch'io posso entrare" (il cartello che di solito si mette con i cani)

due uomini si potessero baciare in pubblico. Ora se la seconda cosa fosse possibile senza mobilitare la polizia, e mi è successo,
ma ancora stiamo a sto punto? (sono curioso: sta storia però la devi raccontare...o riraccontare se l'hai già fatto)
DaveKawena82

Sonnenritter, so bene che non tutti gli etero sono così, ne conosco di fantastici(e per fortuna che le conosco perchè altrimenti la tentazione di cadere nell'eterofobia sarebbe stata grossa. appunto per questo parlavo di "estremi")!la mia frase "In effetti personalmente ho sempre pensato all'omosessualità come ad un qualcosa di globale, ma come una cosa che mi riguardasse personalmente e non esistesse al di fuori di me." è spiegata dalla "emancipazione collettiva" di cui parla Isher. Emancipazione necessaria per non cadere nella "monumentalizzazione del proprio privato"...Nino, qui sarebbe fuori luogo, posto su "amore e relazioni"

  • 2 years later...

Di solito non vedo troppo di buon occhio questo tipo di forum, però questo non mi sembra malaccio leggendo in qua e in là i thread. Sono omosessuale prima di tutto nella mia vita reale, e in più lo sono anche in internet. Non ho bisogno e non mi sento di dovermi nascondere o di avere una doppia identità!

Io purtroppo conduco una vita etero quasi con chiunque all'infuori di internet. Tuttavia, fare CO la prima volta mi ha aiutato tantissimo psicologicamente, anche perchè sono fortunatamente circondato da persone che mi vogliono bene e mi accettano. Perfino il ragazzo che mi ha dato la cantonata non ha nessun problema con me. Anzi, si è fatto molto premuroso  :asd: Ma il punto è che probabilmente ci metterò ancora un annetto o due a uscire totalmente allo scoperto.

 

Nel frattempo, non mi dispiacerebbe iscrivermi a qualche circolo d'attivismo. Invece, non sono il tipo che andrebbe in un bar per gay. Cioè, sicuramente è un'esperienza che farò, ma sto tanto bene per le vie della città o per negozi :asd:

Concordo anche sul fatto che i circoli magari dovrebbero aprirsi: non vedo perchè un etero non possa sostenere attivamente la causa lgbt. Un paio di mie amiche lo farebbero XD

 

Comunque, penso che internet sia un luogo troppo diverso dalla vita reale per metterlo a confronto con essa. La domanda è giusta: se internet pullula di gay outtati, uno si aspetterebbe di trovarli anche nella vita reale. Il fatto è che se per molti versi internet ha aperto la strada al confronto e al raggruppamento, e quindi anche alla solidarietà, di fatto la vita reale va gestita con una sana sovradose di criterio. Io non ho intenzione di vivere la vita nascosto, e un primo passo l'ho fatto, però so che ci vorrà del tempo: è così per molti  ;)

Aggiungiamoci poi che non tutti i gay, così come non tutte le persone, sono portate verso l'attivismo o comunque verso questi tipi di raggruppamenti.

secondo me non è solo una caratteristica degli omosessuali esprimere le proprie idee in modo diverso a seconda che si parli di persona o dietro uno schermo.... in fondo la realtà virtuale, oltre ad alterare la percezione della realtà stessa, porta sicurezza, e permette, in un certo senso, di "togliersi a maschera" (che può consistere nel semplice orientamento sessuale, o nella personalità intera della persona ). E'ovvio perciò che non potremmo mai aspettarci di poter paragonare il numero dei sostenitori di una certa idea su un forum e quello dei partecipanti ad una manifestazione in cui si difende la stessa. Anche perchè nel caso specifico qui non siamo affatto esposti ad alcun rischio di violenza fisica.

Quando Lo Decido Io

Oggi ragionavo sulla differenza che c'è tra il mondo gay di internet e quello "reale".

Frequento da quasi sei mesi un'associazione gay romana(di cui fanno parte anche Rei e Milziate), il circolo Mario Mieli, e ho partecipato anche a qualche appuntamento del Dìgayproject.

Quello che ho notato, è che nonostante i forum gay siano pieni di utenti che partecipano attivamente alle discussioni, le associazioni GLBT sono praticamente a secco.

Mi chiedo è perchè ci sia questa disuguaglianza numerica tra i forum e le associazioni.

So che la mia domanda puo' sembrare ingenua, ma pensandoci affondo non posso fare a meno di chiedermi dove siano gli omosessuali. Siamo il 5% della popolazione? Sembra niente, ma siamo tantissimi! E allora perchè in piazza ne scendono solo 20.000, nelle associazioni, tutte, partecipano in 20 o 30, mentre su internet è pieno di gay di tutte le età che dibattono di politica, omofobia e diversità?

 

Voi come vivete il vostro essere omosessuali fuori da internet? Dibattete con le persone come fate in internet o vi sentite più frenati?

 

teoricamente sono bisex solo su internet...ma ormai lo sanno in tanti....anche quelli del mio paesino... :sisi:

Guest I_am_igor_stravinskij

Prima ero omosessuale solo su internet, ma, come ho già scritto in un altro topic, dopo aver conosciuto un gruppo di ragazzi del forum, mi sono sentito più libero di essere me stesso senza dover nascondere niente a nessuno. Tratto ancora la mia omosessualità con molta riservatezza, questo si, però, mentre prima avevo il panico di venire scoperto, ora credo non me ne importerebbe niente (a seconda delle persone, certo. Piccola parentesi, per farvi capire che intendo: dovevo fare l'ammissione al conservatorio e bisognava inserire il nome del professore col quale sarei voluto andare. La mia allora insegnante mi sconsigliò uno che era stato con una pianista e poi l'aveva lasciata per mettersi con un uomo, perchè credeva che potesse abusare di me (non sto esagerando la cosa, giuro.) Se lei lo scoprisse, ad esempio, mi troverei un po' in difficoltà, anche perchè con lei ho avuto sempre un ottimo rapporto.)

 

In internet mi sono sempre sentito più libero di dire le peggio cretinate, infischiandomene di come avrebbe potuto reagire la gente, tanto loro non vedevano me e io non vedevo loro. Invece, quando mi trovo faccia a faccia con persone reali, ho sempre il terrore di venire giudicato per quello che dico/quello che faccio/come mi comporto ecc.

Sto generalizzando, è vero, era giusto per dire che la rete, per me, ti permette di far sapere meno cose possibili su di te (usare un nick, un avatar, ecc.) e quindi permetterti un anonimato tale da far si che ci si possa sentire liberi di dire ciò che si vuole. Tanto il massimo che possono fare è bannarti!  :sisi:

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