Jump to content

[Film] Gli anni amari


Recommended Posts

Just now, schopy said:

Questo è il genere di precisazione che farebbe un ricco che tema di non sembrare sufficientemente di sinistra.

Beh loro ritennero di farla e certamente di sinistra lo erano

Va detto che se la sinistra ti espelle dal partito socialista, piuttosto che ti fischia al Parco Lambro e lo fa in ragione della tua omosessualità, il motivo di non sembrare sufficientemente di sinistra e l'orgoglio di avere invece fidanzati operai, si spiegano abbastanza da soli

  • Replies 86
  • Created
  • Last Reply

Top Posters In This Topic

  • freedog

    17

  • schopy

    14

  • Hinzelmann

    12

  • Uncanny

    10

In un passaggio molto autoironico Mieli scriveva d'aver smesso di desiderare i palazzi quand'è diventato comunista, visto che la manutenzione delle tenute avrebbe comportato l'assunzione di personale di servizio, il che si accordava male con le sue nuove idee progressiste. Altrove scriveva anche d'essersi sentito punto nel vivo quando un gayo amico in visita alla villa di famiglia s'era permesso di notare che la tromba delle scale "sembrava quella di un condominio". Consiglio davvero la lettura del romanzo perché fa molto ridere :D

Beh certo i Mieli erano all'epoca forse il cliente principale della Repubblica Popolare cinese, credo che oramai si siano piegati alle Joint-ventures in Cina insomma la classica storia dell'intermediario internazionale ebreo, che diventa industriale ed infine si piega alla necessità di venire a patti con una concorrenza cinese sempre più agguerrita per sopravvivere sul mercato, ora credo che in Italia si progettino solo i macchinari industriali per la lavorazione. Mario Mieli però era solo uno di sette figli, decisamente non necessario.

  • 4 months later...

Il trailer, esce il 2 luglio.

Un ragazzo al liceo, nei primi anni '70. Un tema per parlare di sé e uno svolgimento che stupisce la classe: “Mi chiamo Mario. O se preferite, Maria”.
Figlio di ricchi imprenditori comaschi della seta, di origine ebraica, e penultimo di sette figli, Mario Mieli vive un rapporto complicato con il padre Walter e la madre Liderica a causa della sua esuberanza e della sua omosessualità. Il liceo classico Parini di Milano, la vita notturna segnata dal sesso e dalla droga, il gruppo dei giovani poeti, e improvvisamente la scoperta di un’altra possibilità: in un viaggio a Londra scopre l’attivismo inglese del Gay Liberation Front, la possibilità di fare attivismo politico per i diritti degli omosessuali, con forza e senza rinunciare al travestimento, anzi usando il travestimento proprio come arma politica.
Con questa consapevolezza, a soli 20 anni, partecipa a Sanremo nel 1972 alla prima manifestazione pubblica del Fuori – Fronte Unitario Omosessuali Rivoluzionari Italiani, contro un congresso di sessuologia, diventando ben presto un punto di riferimento nelle riunioni a casa di Fernanda Pivano, con il fondatore del movimento Angelo Pezzana, Alfredo Cohen, Marc de Pasquali e l’architetto Corrado Levi con cui nasce una profonda amicizia. Al punto che la rivista del “Fuori” porta come recapito della redazione milanese l’indirizzo di casa Mieli, cosa che provoca un ennesimo scontro in famiglia. Tornato a Londra, in mezzo ai continui viaggi all’estero di cui parla nella rivista, conosce il pittore Piero Fassoni, con cui ha una intensa storia d’amore, rafforzata anche dalla sua origine egiziana, che rafforza in Mario la convinzione di essere un discendente dei Faraoni. Intanto conosce anche Ivan Cattaneo, aspirante cantante, per il quale scrive una canzone in vista dell’esibizione al Festival dei giovani proletari organizzato dalla rivista “Re Nudo” al Parco Lambro di Milano nel 1976.

Ma la malattia psichica è in agguato in attacchi sempre più frequenti, che lo portano al ricovero. Cosa che non gli impedisce di laurearsi e di riuscire nel 1977 a pubblicare la sua tesi con il prestigioso editore Einaudi, con il titolo “Elementi di critica omosessuale”, portando alla luce le sue teorie sulla transessualità e sulla liberazione sessuale come via per la liberazione totale dell’Uomo. Un libro che lo porta immediatamente alla ribalta, anche in trasmissioni televisive nel canale pubblico della Rai. Parallelamente all’impegno come attivista omosessuale, che lo vede sempre più allontanarsi dal Fuori, Mario si impegna nel teatro, portando in scena “La Traviata Norma ovvero vaffanculo… ebbene sì!”, primo esempio di teatro politico gay.
Intanto, nella vita privata entra con prepotenza il rapporto con il giovanissimo Umberto Pasti: un amore in cui a momenti di grande passione succedono le intemperanze e gli sbalzi di umore di Mario che portano a scontri. Sempre più lacerato dai suoi fantasmi, Mario alterna l’immagine pubblica di provocatore, anche in trasmissioni della Rai, e la scrittura di un romanzo autobiografico nel quale vuole svelare i segreti della sua vita e della famiglia. Ma la scrittura è tormentata dai dubbi, dai conflitti familiari, finché Mario decide di annullare il contratto con Einaudi. E poco dopo si suicida a neanche 31 anni, nel 1983. Sarà Umberto a ottenere dal fratello maggiore di Mario la bozza inedita del romanzo prima della distruzione voluta dalla famiglia.

Edited by Serpente
  • 1 year later...
12 hours ago, Krad77 said:

Eh lo so lo avevo segnalato io in shout
credo sia stato reso disponibile sul sito dal giorno successivo o qualcosa del genere

Visto 😊 non è un film molto riuscito. Troppo difficile da trattare, sono stati anche coraggiosi, ma servivano più soldi e una maggior durata. Magari in una serie poteva funzionare, fatto così è incomprensibile per chi già non conosca il personaggio.

secondo me, è la versione (edulcorata) dei ricordi di Cossolo & Pezzana sul personaggio.

forse il quadro sarebbe migliorato coi ricordi di Dario (ossia Bellezza), citato molto spesso nel film; anche se non so quanto si siano effettivamente frequentati, essendo stato Dario più stanziale a Roma

Visto 
Ho trovato che la regia abbia dei guizzi ma poi sia rimasta imbrigliata nella biografia con i suoi vincoli
La Ceccarelli particolarmente brava nel secondo tempo

In tutto il film ho avuto ondate di tristezza ma forse era inevitabile... del resto erano gli anni amari

5 hours ago, Krad77 said:

Ho trovato che la regia abbia dei guizzi

Dici?

Mah... a me invece e' sembrata abbastanza piatta su un classico cliche' narrativo; gli unici (semi) guizzi che ho visto son quando vorrebbe scandalizzare con le chiappe in bella mostra, a volte anche inutili ai fini narrarivi

2 hours ago, Bloodstar said:

La cosa peggiore però sono i dialoghi a mio modesto parere. Poco chiari, fuori stile se non proprio anacronistici. 

La gente parlava e ragionava in altro modo, occorreva un ritmo più disteso per farci capire le cose.

9 hours ago, Krad77 said:

La Ceccarelli particolarmente brava nel secondo tempo

È una brava attrice, ma è il suo personaggio che è scritto male secondo me; non so come fosse realmente la famiglia di Mario Mieli, ma mi sarebbero piaciute interpretazioni meno intimiste...i ricchi saranno stati forse più superficiali, ma secondo me erano meno scialbi di così 😃

20 minutes ago, schopy said:

La gente parlava e ragionava in altro modo, occorreva un ritmo più disteso per farci capire le cose.

Il problema è che chiunque ha visto un certo tipo di film degli anni '70 ha un'idea di come parlava e ragionava la gente. Almeno al cinema.

Quindi trovarsi davanti a dei dialoghi che oltre ad essere spesso confusi non tengono conto del loro "modello", non può che essere stridente. 

 

Vorrei menzionare, giusto all'inizio, la scena al bar con le monache perché me ne ricorda molto una di Amore tossico. Spero non sia un omaggio del regista a Caligari, perché veramente si avverte molto la differenza fra un film che ha qualcosa da dire e lo dice in maniera piuttosto spontanea e uno in cui gli episodi sono costruiti maluccio e sempre in maniera piuttosto scialba.

Edited by Bloodstar
5 minutes ago, Bloodstar said:

Il problema è che chiunque ha visto un certo tipo di film degli anni '70 ha un'idea di come parlava e ragionava la gente. Almeno al cinema.

Avrei voluto un film euforico, con un protagonista patentemente folle, e attorno dei comprimari che avessero un po' un'idea di cosa fossero quegli anni...mentre già dal titolo qui s'è scelta un'impostazione sbagliata, e la sceneggiatura è scritta malino. Dovevano studiare di più, così è come voler fare un film su Carmelo Bene senza aver capito nulla di Carmelo Bene.

9 minutes ago, schopy said:

Avrei voluto un film euforico, con un protagonista patentemente folle

Per me potevi pure fare un film tristissimo, pieno di disillusione e amarezza. Quando si parla degli anni '70 ci sta tutto. 

Però devi studiare, perché non basta mettere dentro due cose deprimenti e adottare un supposto tono crepuscolare. 

1 hour ago, Bloodstar said:

non basta mettere dentro due cose deprimenti e adottare un supposto tono crepuscolare. 

Su questo siamo d'accordo; a questo punto non capisco perché non hanno interpellato noi del gay forum per scrivere il film 😊

8 hours ago, freedog said:

Dici?

Si dico, c’è qua e là qualche spunto di regia originale… in mezzo a una piattezza che, comunque, ho interpretato come gabbia della biografia che il regista si trova addosso. Non parlo di glutei comunque.

 

4 hours ago, schopy said:

mi sarebbero piaciute interpretazioni meno intimiste

Concordo, non solo sulle interpretazioni, ma anche sul tono intimista generale della pellicola. In italia sono stati fatti troppi film intimisti, di solito riusciti poco o per niente.

Edited by Krad77

Create an account or sign in to comment

You need to be a member in order to leave a comment

Create an account

Sign up for a new account in our community. It's easy!

Register a new account

Sign in

Already have an account? Sign in here.

Sign In Now

×
×
  • Create New...