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Cosa pensavate dell'omosessualità prima di riscoprirla dentro di voi?


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Alternativamente non sapevo esistesse e nel breve ma intenso periodo di non accettazione che fosse una cosa orrenda, ma non pensavo fosse una malattia, sapevo solo fosse una cosa di cui vergognarsi. Ora penso che non vorrei rinascere etero per niente al mondo.

ma scusate state parlando degli anni '50, al limite '60  ????

a parte Mario1944 e Isher  , ma chi è cresciuto, chi è stato adolescente in quegli anni ?  :D :D :D 

la mia adolescenza sono stati gli anni Ottanta,

molto più liberal anche degli anni attuali!    Musica, cinema, spettacolo, letteratura, moda, attualità…..

( anni magari più avari in materia di diritti codificati rispetto ad oggi, in Italia!)

35 minutes ago, Serpente said:

Ora penso che non vorrei rinascere etero per niente al mondo.

                   Mo toccatemelo!  Ma non è adorabile questo ragazzo ??!!!   :asciidity:

10 hours ago, marce84 said:

non dico mai ad un ragazzo "la sua partner" ma sempre "la persona con cui ha rapporti sessuali"

La locuzione "persona con cui ha rapporti sessuali" è pessima...troviamo alternative meno imbarazzanti. Comunque, io da adolescente pensavo che non ci fosse nulla di male ad essere gay fintantoché non lo fossi stato io. Quando ho capito che lo ero, inizialmente pensavo di farmi prete o frate, poi mi è sembrata una soluzione ottocentesca per sbrigare la faccenda, quindi ho iniziato a dirlo a qualche amica...con molta difficoltà😁 

Edited by schopy
On 2/17/2020 at 10:09 AM, marce84 said:

non dico mai ad un ragazzo "la sua partner" ma sempre "la persona con cui ha rapporti sessuali"

A parte l'improprietà oggettiva:

uno od una può avere un od una partner senza perciò avere con lui o con lei rapporti sessuali, ad esempio perché vuole conservarsi vergine fino al matrimonio od a qualcosa di simile;

per il resto mi pare una locuzione che ai miei tempi sarebbe stata giudicata una violazione della buona educazione ed oggi può essere giudicata una violazione della "privacy" 😉

 

19 hours ago, marce84 said:

Di grazia, suggeriscimene tu di alternative.

Cioè tu senti il tuo collega Giorgio parlare al telefono prima con Francesca e poi con Franco, e per paura di fare una gaffe a proposito dell'orientamento sessuale di Giorgio gli chiedi "eri al cellulare con la persona con cui hai rapporti sessuali?" 😂 la trovo un'espressione infelice perché non riesco ad immaginare una comunicazione in cui al posto di "partner" si usi "persona con cui hai rapporti sessuali"

Edited by schopy
6 minutes ago, Tyrael said:

Avrebbe più senso dire: "eri al telefono con la tua dolce metà?"

No, non avrebbe più senso, anzi, ne avrebbe meno.

Sarebbe invece più educato e meno impiccione dei fatti intimi altrui.

2 minutes ago, Mario1944 said:

Sarebbe invece più educato e meno impiccione dei fatti intimi altrui.

Esattamente :aha:  tra possibili alternative meglio essere educati che sfacciati :sisi: 

Che poi dire dire persona con cui hai rapporti sessuali è molto inquietante :uhsi:

D'altronde in un tempo dove tutti vogliono sapere tutto di tutti, non è meraviglia che siano palesati urbi et orbi anche i fatti più intimi, spesso a mal grado degli interessati:

bisognerebbe ricordare che la buona educazione è soprattutto dissimulazione, anche se molti oggi la direbbero ipocrisia....

 

3 minutes ago, Mario1944 said:

dove tutti vogliono sapere tutto di tutti,

Mio nonno spesso diceva: chi si fa i fatti propri campa 100 anni 🤔  chissà se la vita media si è ridotta o allungata 🤣

3 hours ago, schopy said:

Cioè tu senti il tuo collega Giorgio parlare al telefono prima con Francesca e poi con Franco, e per paura di fare una gaffe a proposito dell'orientamento sessuale di Giorgio gli chiedi "eri al cellulare con la persona con cui hai rapporti sessuali?" 😂 la trovo un'espressione infelice perché non riesco ad immaginare una comunicazione in cui al posto di "partner" si usi "persona con cui hai rapporti sessuali"

 

3 hours ago, Tyrael said:

Avrebbe più senso dire: "eri al telefono con la tua dolce metà?"

ovviamente non tutti sono omoromantici, anzi 🙂

Parlate senza manco porvi il problema di conoscere qual è il contesto/la cornice: l'insostenibile superficialità dei più.

36 minutes ago, marce84 said:

Parlate senza manco porvi il problema di conoscere qual è il contesto/la cornice: l'insostenibile superficialità dei più.

Uhm 🤔  parlo per me eh :aha: 

Ci sono pochi elementi per comprendere la vicenda. Mi sono limitato a far presente l'alternativa meno inquietante e più consona,imho. 

Non si tratta di superficialità ma di pochi elementi. :sisi:

3 hours ago, marce84 said:

qual è il contesto/la cornice: l'insostenibile superficialità dei più.

Dubito che il rimedio contro una superficialità insostenibile sia una profondità insostenibile, se non altro perché, se un atteggiamento è insostenibile, è insostenibile qualunque sia la direzione cui si volga.

D'altronde, essendo l'insostenibilità difficilmente misurabile in sé per sé, almeno dovremmo prima informarci quale sia l'opinione del paziente in merito alla nostra profondità perscrutante, affinché non siamo maledettamente importuni sperando d'essere benettamente profondi.... 😉

In ogni caso, per quel che mi riguarda, meglio una superficialità indifferente che una profondità importuna:

ma si tratta di gusti.

 

 

7 hours ago, Mario1944 said:

Dubito che il rimedio contro una superficialità insostenibile sia una profondità insostenibile, se non altro perché, se un atteggiamento è insostenibile, è insostenibile qualunque sia la direzione cui si volga.

D'altronde, essendo l'insostenibilità difficilmente misurabile in sé per sé, almeno dovremmo prima informarci quale sia l'opinione del paziente in merito alla nostra profondità perscrutante, affinché non siamo maledettamente importuni sperando d'essere benettamente profondi.... 😉

In ogni caso, per quel che mi riguarda, meglio una superficialità indifferente che una profondità importuna:

ma si tratta di gusti.

 

 

Ti auguro di trovare persone con tali caratteristiche, allora. 

3 hours ago, marce84 said:

Ti auguro di trovare persone con tali caratteristiche, allora. 

Grazie dell'augurio.

Peraltro da quelle importune basta stare alla larga, mentre quelle indifferenti alla larga da noi ci stanno per virtù propria.... 😉

1 hour ago, Mario1944 said:

Grazie dell'augurio.

Peraltro da quelle importune basta stare alla larga, mentre quelle indifferenti alla larga da noi ci stanno per virtù propria.... 😉

Ma comunque ti auguro quello che il tuo cuore più intimamente desidera.

Io pensavo "come fanno a non avere schifo a toccare altri uomini", quando ero piccolo e stavo sulla spiaggia... Li vedevo tutti brutti e mi focalizzavo sulla bruttezza degli uomini. Tipo le panzone, i peli nelle orecchie e mi saliva lo schifo, poi fa niente che c'erano anche uomini belli, ma io i gay li vedevo tutti brutti... E pensavo che le donne fossero più pulite e profumate come le principesse Disney. Poi da piccolo imitavo i gay effeminati ma senza troppa cattiveria, solo li vedevo come personaggi grotteschi e caricatureschi.

  • 4 weeks later...

Ho cominciato a riflettere seriamente sull'omosessualità proprio quando ho capito di essere gay, intorno agli 11-12 anni. La cosa mi spaventava, pensavo di dovermi correggere in qualche modo. Per tanto tempo ho tenuto tutto dentro di me, mi sentivo come sdoppiato. Poi mi sono preso una cotta per un ragazzo, e ho cominciato a dichiararmi con gli amici perché sentivo proprio il bisogno di parlare con qualcuno di questa infatuazione. Adesso razionalmente ho accettato la cosa, ma ho sempre questo vago e sotterraneo senso di paura, come se dalla mia sessualità non possano che venire problemi, probabilmente perché non ho ancora fatto coming-out in famiglia, e questo mi fa sentire vulnerabile a non so nemmeno io cosa.

Io mi sono sempre sentito Gay fin da giovane,  purtroppo  sono arrivato tardi  alla consapevolezza ed accettazione e a vivere liberamente me stesso . Non ho mai avuto un sentimento di avversione o osteggiamento dell'omosessualità , ma non ho mai avuto occasione di poterne parlare perchè ero in un giro di amici che toccavano l'argomento con la solita ignoranza, quindi preferifo lasciare perdere 🙂

Io non pensavo niente, solo che percepivo, fin da piccolino, un atteggiamento di generale rirpovazione verso di essa e non ne capivo il motivo

Ad oggi non è cambiato molto: non ne penso niente di particolare e non capisco il motivo della contrarietà, laddove ancora persista, ad essa

A me questo atteggiamento di riprovazione verso l'omosessualità

ma la face apparire sotto una luce positiva.

Purtroppo il primo gay dichiarato che ho conosciuto (a sedici anni, in sala giochi)

era un mio coetaneo molesto, effeminato e leghista

che aveva come unica dote quella di essere veramente bravo nei videogiochi picchioni.

Era piuttosto disturbato ed è finito all'ospedale psichiatrico dopo aver accoltellato la nonna.

A volte mi chiedo come sarebbe andata la mia accettazione se lui non fosse stato il mio primo modello:

credo che per un anno non ho capito di essere gay perché per me lui era l'unico gay concreto avessi mai incontrato.

On 2/17/2020 at 9:30 AM, Hinzelmann said:

Il topic non tratta il tema : come vi siete scoperti gay

tratterebbe il tema

cosa pensavate dell'omosessualità in generale PRIMA di aver realizzato che vi piacevano gli uomini?

Non sono mai stato omofobo. Per niente al mondo. (E ci ho messo anche del tempo per provare attrazione fisica per gli uomini). È un mio merito? Chissà, forse l’omofobia ha bisogno anche di una certa pubblicità dell’omosessualità per esprimersi. Al Liceo tra i maschi della mia e non solo mia classe l’atteggiamento verso l’omosessualità non era, come si direbbe oggi, omofobo. Semmai tutti temevano di essere omosessuali e ne parlavano molto per scongiurare il pericolo di esserlo, pericolo pur avvertito come reale. La domanda era: come reagiresti se fossi omosessuale, cosa faresti? (naturalmente non lo sei e non lo siamo, ma...) Ricordo un mio compagno che affermava che lo sarebbe stato tranquillamente, suscitando una certa ammirazione. Io credo che l‘atteggiamento fosse non di deplorare l’omosessualità, ma di scongiurarla. Il messaggio inconscio, secondo me, era: si può evitare di esserlo, anche se lo si è. Basta mettersi d‘impegno. Chi aveva avuto esperienze omosessuali, le aveva durante il Liceo, ma si guardava bene dal dirlo (in ogni caso smetteva con i 18-19-20 anni), e lo avrebbe detto solo qualche anno dopo, da adulto. 

Da ragazzino, il mio approccio con l’omosessualità avvenne attraverso i libri. Le amicizie tra compagni maschi erano fortissime, in alcuni casi veri amori. Ma per l’appunto bisognava imparare il messaggio di cui sopra. Il che non vietava – anzi! – tutta una serie di comportamenti intuibili del rapporto sublimato tra maschi.

 

A me non serviva la riprovazione sociale 🙂 , ho sempre considerato l'amore un sentimento positivo a prescindere, istintivamente, suppongo,

penso di aver gia raccontato un episodio che risalirà a quando avevo circa 6-7 anni: in casa arrivò, non so come, una rivista che riportava, con tanto di foto in copertina, il”caso”, molto raro per l'epoca, di una coppia gay olandese che aveva adottato dei bambini: spalancati cielo! apriti terra! Mio padre iniziò ad inveire con anatemi vari ed in quel frangente scoprii, inaspettatamente, che era anche peccato per la religione, questo mi lasciò ulteriormente basito perchè mi avevano sempre fatto credere che per essa l'amore fosse cosa buona e giusta, quindi mi pareva anche logico dedurre che fossero peccatori coloro che osteggiavano i gay, non il contrario!!!!:shok:

delusione colossale :azz:

Successivamete, crescendo, ho dovuto prendere atto, più approfonditamente, di una cultura eteronormativa, omofobica vasta, articolata su più livelli, le cui manifestazioni (una fra mille la negazione di modelli positivi) sarebbero oggetto di elencazione infinita

...ed infatti siamo ancora qui a dibatterne :sisi:

19 minutes ago, prefy said:

A me non serviva la riprovazione sociale 🙂 , ho sempre considerato l'amore un sentimento positivo a prescindere, istintivamente, suppongo

Perché sei privo di romanticismo.

La riprovazione sociale - lo insegna Romeo e Giulietta e qualunque cartone della Disney -

è la condizione essenziale del romanticismo.

Tutti siamo cresciuti con Paolo e Francesca e con storie di amore avversato.

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