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Gli interessi economici del Vaticano


Rigoletto

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Rigoletto

Spero di aver rispettato il regolamento.Sarebbe utile aprire un thread dove pubblicare tutti gli interessi economici del Vaticano.Una vera multinazionale, che oltre a sfruttare ignoranza e superstizione per fini politici e di potere (e di piacere rivolto spesso ai minorenni) utilizzando anche figure ipocrite di Pietralcina o di Calcutta, non disdegna il vile denaro.Inaudite sono le ricchezze riconducibili alla chiesa, ancora maggiori sono quelle indirettamente riconducibili alla chiesa.Vaticano multinazionaleL'inchiesta fatta da Panorama Economy del gennaio 2004 sullo Stato del Vaticano, a parere del presidente del gruppo parlamentare europeo radicale Maurizio Turco intervistato da Radio Radicale, è un lavoro in cui si cerca di valutare, a quanto è dato sapere, quale sia la situazione economico-finanziaria della Chiesa Cattolica partendo da dei dati di fatto. Questi espongono cifre relative al patrimonio dello Stato, al giro d'affari e al reddito pro-capite dell'esiguo numero di cittadini vaticani e mettono in evidenza situazioni anomale, come quella che vuole la Banca centrale vaticana non sottoposta a controlli internazionali; quegli stessi previsti invece per le altre istituzioni economico-finanziarie internazionali. Le istituzioni vaticane, ricorda Turco, seppur utilizzando ampiamente i meccanismi internazionali di trasferimenti di denari e fondi, non sono sottoposte a nessuna legge anti-riciclaggio, tanto che, secondo il parlamentare europeo «questa situazione è molto peggio dei cosìddetti paradisi fiscali» tanto da poter dire di essere «di fronte a una potenziale centrale di riciclaggio internazionale». Uno Stato insomma, a detta del segretario di Anticlericale.net, che sovverte regole di un gioco di cui fa parte senza pagare alcuno scotto, come le possibili sanzioni cui gli altri paesi vanno incontro. Nell'inchiesta si ricorda inoltre come lo Stato Vaticano «batta moneta, l'euro», facendo parte del sistema di pagamento europeo ma anche qui, a detta di Turco, è riuscito a trovare il modo di non sottoporsi a controlli. «Da parte dell'Unione europea - sostiene Turco - non c'è nessuna ragione di escludere il Vaticano dai controlli se non forse una qualche motivazione morale, come un occhio di riguardo verso una religione». A quel punto, però, si incorrerebbe in una palese violazione: «quella della libertà religiosa, visto che ad una fra le tante religioni vengono date privilegi e immunità che sono negate alle altre».Il VaticanoLa Città del Vaticano si estende su 44 ettari di terreno. Ha 911 residenti di cui 532 cittadini, il cui reddito pro-capite ammonta a 407.095 euro. Non produce beni e i suoi servizi sono per lo più gratuti. La sua economia (con i suoi profitti) si basa sugli investimenti, mobili e immobili, sul patrimonio esistente, le rendite e sulle rimesse delle diocesi sparse nel mondo; sono 4649 riunite in 110 Conferenze Episcopali. Il bilancio di tutto questo è tenuto dall'Apsa (Amministrazione patrimonio sede apostolica) e la Prefettura per gli Affari economici, guidata dal cardinale Sergio Sebastiani, lo controlla. A quest'ultima è anche demandato il compito di controllare i bilanci dello Ior (l'Istituto per le opere religiose), la banca Vaticana. Ogni diocesi inoltre gestisce un patrimonio a sé. Fatto di immobili, titoli e offerte dei fedeli. La Città del Vaticano è composta da tre parti (a volte considerate personalità giuridiche altre no). Lo Stato, la Santa Sede e la Curia. Il primo è l'entità territoriale, la seconda è il vertice della Chiesa e la Curia è la struttura organizzativa. Tutte le istituzioni vaticane spesso rivendicano l'extraterritorialità e la non rispondenza alle leggi degli altri Stati-Nazione.L'ApsaL'Apsa è in pratica la Banca Centrale della Città del Vaticano. Essa svolge funzioni di tesoreria e gestisce gli stipendi dello Stato. Fra i suoi compiti c'è anche quello di coniare moneta. Nel 1998 infatti, l'Ue ha autorizzato l'Apsa ad emettere 670mila euro l'anno. Con la possibilità di emetterne altri 201mila in occasione di Concili ecumenici, Anni Santi o in occasione di un'apertura della Sede vacante. Secondo quanto riportato dai dati ufficiali della Prefettura per gli Affari Economici, per il 2002 il Vaticano e la Santa Sede sarebbero in deficit. 29,5 milioni di euro. Nel bilancio però non figurano strutture come le università pontificie, gli ospedali cattolici (Bambin Gesù di Roma, ad esempio), i santuari (Loreto, Pompei). Ma soprattutto non figura l'obolo. Una pratica che ha portato nel solo 2002 un gettito nella casse della Città del Vaticano di 52,8 milioni di euro.Lo IorE' la banca della Città del Vaticano. Dopo le vicende legate al banco Ambrosiano, al crac e al cardinale Marcinkus, nel 1990 papa Giovanni Paolo II lo ha riformato. Ora la responsabilità è stata affidata a persone laiche ma di credenze cattoliche; lo presiede infatti Angelo Caloia, professore dell'università Cattolica di Milano, ex presidente del Medio Credito Lombardo e attualmente a capo di due società di Banca Intesa. Lo Ior ha sede unica in Vaticano. Non ha filiali in nessun altro luogo. Non ha accesso diretto ai circuiti finanziari internazionali. Non aderisce alle norme antiriciclaggio sulla trasparenza dei conti. Il riferimento è la segreteria di Stato vaticana di monsignor Angelo Sodano. Oggi lo Ior amministra un patrimonio di circa 5 miliardi di euro. Ai suoi clienti (dipendenti del Vaticano, membri della Santa Sede, ordini religiosi, benefattori) garantisce un tasso annuo del 12%. Poco si sa sulle attività della banca; dove investa, a chi dia crediti. Nel 2002 il dipartimento del Tesoro americano ha segnalato che il Vaticano ha 289 milioni di dollari in titoli Usa. L'advisor inglese Guthrie Group ha reso nota una joint venture tra Ior e partner americani per un valore di 273,6 milioni di euro. Ultimamente, si sa che le isole Cayman, il noto paradiso fiscale internazionale, sono passate dal controllo della diocesi giamaicana, guidata dal cardinale Adam Joseph Maida, membro del collegio di vigilanza dello Ior, a quello diretto del Vaticano.L'8 per milleSecondo i meccanismi fissati dal Concordato del 1984 fra Stato italiano e Chiesa Cattolica, nonotante soltanto l'8% degli italiani versi direttamente l'8 per mille al Vaticano, gli italiani che pur non facendo nessuna firma sulla dichiarazione Irpef danno ugualmente soldi alla Chiesa sono circa il 67%. Il motivo risiede nel comma 3 dell'art. 46 del Nuovo Concordato firmato il 20 febbraio 1984, che recita in questo modo: «...in caso di scelta non espressa da parte dei contribuenti la destinazione si stabilisce in proporzione alle scelte espresse». Cioè, quale che sia la percentuale delle scelte espresse, anche la quota su cui non è stata effettuata nessuna scelta viene distribuita alla Chiesa Cattolica o allo Stato, in percentuale alle scelte a loro favore. Un esempio a questo proposito lo troviamo sul libro di Mario Staderini, «Otto per mille»: «Nel 2000 - scrive Staderini - la percentuale degli italiani che non hanno espresso una scelta è stata del 64%, mentre il gettito complessivo derivante dall'8 per mille Irpef ha superato il miliardo di euro. Se non fosse esistito questo escamotage, solo il 36% (coloro che hanno espresso una scelta nella dichiarazione dei redditi) di 1 miliardo di euro sarebbe stato ripartito tra le chiese; un trucco legislativo senza precedenti nel mondo, che consente alle chiese di prendere 630 milioni di euro all'anno da cittadini che non vorrebbero darglieli! Al tempo stesso però colui che indicherà la sua preferenza per una confessione religiosa, ad esempio la Chiesa Valdese, non otterrà il risultato che crede, ovvero versare la sua quota interamente alla 'sua' chiesa: infatti, se l'87% di coloro che hanno espresso una scelta avrà indicato la Chiesa cattolica, vorrà dire che l'87% della quota di ciascun contribuente (di quello che ha 'firmato' per i valdesi come di quello che ha firmato per la Ciesa cattolica e così come di quello che non ha firmato affatto) andrà alla Chiesa cattolica».I soldi destinati alla Chiesa Cattolica vanno alla Cei, la Conferenza episcopale italiana guidata dal cardinale Camillo Ruini. Per il 2003 si è avuto un gettito superiore al miliardo di euro. Nel 2002, i soldi sono stati ripartiti in questo modo: 425 milioni di euro per le esigenze di culto, 308 per il sostentamento del Clero, 175 per gli interventi caritatevoli, 120 per costruire nuove case canoniche e chiese nel sud Italia, 70 per il terzo mondo, 50 per beni artistici e culturali. Secondo l'articolo pubblicato da Adista invece l'Otto per Mille versato alla Chiesa Cattolica serve maggiormente a finanziare il clero; solo una parte delle entrate sarebbe destinata agli interventi caritatevoli preventivati. La "roba clericale"Fin dalla sua ricostituzione nel 1955, il Partito Radicale rivolge la sua attenzione alle strategie economico-finanziarie della Chiesa Cattolica. Sul primo numero della Prova radicale dell'autunno del 1971 Silvio Pergameno pubblica la prima parte di una ponderosa ed approfondita inchiesta su quella che i radicali, sfruttando la sintesi coniata da Ernesto Rossi, chiamano la "roba clericale". Si tratta di un'analisi delle proprietà immobiliari, del regime fiscale di favore, dei finanziamenti al culto a carico dello stato italiano. Pergameno traccia una mappa delle proprietà immobiliari, delle attività bancarie, delle imprese industriali e del monopolio dell'assistenza sul "soglio di Pietro". Incalcolabile risulta il valore dei beni immobilizzati nelle aree di proprietà degli enti ecclesiastici, mentre sembra in continua ascesa in quell'inizio degli anni Settanta lo sviluppo del capitalismo clericale. Seguendo lo sviluppo storico dei rapporti Chiesa-stato l'autore dell'inchiesta segue la linea delle attività assistenziali gestite dal Vaticano dall'unità d'Italia fino a quel momento. Si parte dalla legge delle Guarentigie del 1862 per passare ai lavori della Costituente nel '46-48. L'analisi prende in esame anche il contesto del primo centro sinistra del 1963, quando si tentò di modificare lo stato dell'assistenza sociale attraverso alcune iniziative sia della DC che del PSI. L'indagine, anche se riguarda un momento ormai lontano della storia del paese risulta comunque molto utile, dato il suo carattere di approfondimento, per farsi un'idea dell'arcipelago degli interessi di "oltre Tevere".Il testo integrale dell'InchiestaLe informazioni presenti in questa pagina sono state prese e riassunte dallo speciale di Marina Marinetti uscito su Panorama Economy l'8 gennaio 2004. [modbreak=yrian]OK, ma permettimi di cambiare il titolo! :pop::D[/modbreak]

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Rigoletto

Un altro apsetto che ci costa quattrini è quello degli insegnanti di religione.C'e' tutto un iter privilegiato che permette alla chiesa (a livello di curie) di inserire loro amici (o ruffiani) nelle scuole come insegnanti di mitologia cristica, e questi dopo un po di tempo riescono facilmente a passare di ruolo e pure ad insegnare altre materie.Se qualcuno di voi sta cercando lavoro può essere una soluzione (AVVISO IMPORTANTE: vi chiederanno se siete gay o avete simpatie per le persone gay).Magari qualche forumista insegnante potrebbe dirci qualcosa di più e con piu competenza http://liberoblog.libero.it/politica/bl6188.phtmlNotizia del 14 febbraio 2007 - 08:45Prof di religione, troppi privilegiSono i docenti che guadagnano di più e non fanno veri concorsi pubblicidi Teresa CelestinoNel prossimo post parlerò dell'iniziativa della Rosa nel Pugno finalizzata a eliminare i privilegi degli insegnanti di religione (qui un articolo di Alessandro Giuliani de La Tecnica della Scuola).Intanto vi invito a leggere questo post che ho scritto mesi fa, indignata per le 3077 immissioni in ruolo dei docenti di religione durante il ministero Moratti. Ora Fioroni, per non essere da meno, vuole procedere con altre 3000 immissioni. Nel post potete trovare notizie sulle modalità di reclutamento degli insegnanti di religione e sui loro privilegi, inconcepibili in uno Stato laico come l'Italia.PS: scrive Giuliani nel suo articolo che I politici intervenuti hanno ricordato come gli insegnanti di religione godano di uno stato di favore sia prima che dopo le immissioni in ruolo: prima, perché scelti non in base ai meriti e da graduatorie pubbliche, ma solo sulla base delle indicazioni del vicariato; dopo, perché anche da supplenti maturano scatti di anzianità e di retribuzione che conservano quando passano di ruolo (trattamento invece negato a chi nella scuola pubblica non insegna religione). Per il momento non si conoscono i dettagli del programma, ma in ogni caso "si tratta - ha detto Boselli - di un'iniziativa molto importante, una battaglia che non mira a cancellare diritti, ma a eliminare privilegi e farli diventare diritti per tutti". Dello stesso avviso è Marco Pannella, secondo cui "è tempo di superare questa discriminazione scandalosa". In effetti quella dei prof di religione è un'anomalia davvero tutta italiana: scelti dal vicariato, vengono infatti pagati e assunti dallo Stato. Al punto che laddove dovesse venire meno l'annuale "benedizione" ecclesiastica, il docente si ritroverebbe comunque confermato nei ruoli dello Stato (anche nella carriera) e trasformato in docente di un'altra materia in cui è abilitato (scavalcando i tanti docenti neo immessi in ruolo o pronti per farlo a seguito di anni e anni di attesa e concorsi vinti).Tengo a precisare che in quest'ultima parte riportata in neretto c'è una piccola imprecisione; infatti il docente di religione immesso in ruolo che vuole insegnare un'altra materia, può anche fare a meno di essere abilitato nella materia di interesse: basta infatti la semplice laurea. In altre parole, se insegno religione e sono di ruolo mi basterà prendere una laurea - ad esempio in filosofia - per effettuare il passaggio di cattedra senza mai aver vinto il concorso pubblico per insegnare filosofia. In questo modo scavalcherò tutti coloro che hanno vinto un concorso e maturato anni di servizio insegnando filosofia. Inutile precisare che la laurea può essere conseguita anche in università di dubbio valore, tanto nessuna commissione d'esame valuterà la mia reale preparazione nell'insegnamento della filosofia.Altro fatto da rimarcare: dal 1999 tutti coloro che vogliono diventare docenti devono frequentare una scuola di specializzazione post-lauream a numero chiuso (SSIS), alla quale si viene ammessi per superamento di un concorso per esami e titoli. Per i prof di religione tale specializzazione non è prevista. Evidentemente si crede che questo tipo di formazione iniziale non servirebbe a persone che tanto, in fondo, non insegneranno una vera e propria materia (e non mi si venga a raccontare che insegnano storia delle religioni! Perchè in tal caso sarebbe più utile un laureato in storia di un teologo, il quale presenterebbe le altre religioni come un capitalista convinto parlerebbe della storia del comunismo...). O semplicemente si suppone che abbiano il dono della didattica per intervento divino.Tratto da: http://ascuoladibugie.blogosfere.it/

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Matteo897

Tratto da qui: http://www.nahila.splinder.com/post/11871830VATICANO: ARMI E CREDITO (10/04/2007) Le banche del circuito della carta servizi data a vescovi e cardinali guadagnano dal traffico di armi.60mila carte servizi (tipo bancomat, credito al consumo ecc.) destinate agli ecclesiasti italiani e che da metà febbraio sono state distribuite a cardinali, vescovi, vicari, superiori ed economi (e in futuro anche a parrocchie e istituti religiosi), hanno convenzioni con un circuito di banche, la maggior parte delle quali traggono i maggiori profitti dalla riscossione dei pagamenti per le aziende produttrici di armi. Lo rivela L’Espresso nella sua rubrica ‘Riservato’, in un trafiletto a pagina 14 del numero 14 anno LIII (in edicola in questi giorni). L’idea di dotare gli ecclesiastici di una carta servizi è stata concepita per dare una risposta concreta alle esigenze della Chiesa. La carta si chiama ‘Carta Re’. Il Gruppo Re che la gestisce ha dichiarato di operare nell’etica ‘interpretata secondo la morale cattolica’. Sì, quella del commercio delle armi.- - - - - - - -che schifo :pop:

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Rigoletto

Sto rintracciando tutto sul vecchio computer.Ricordo che la società avrebbe lo stabilimento dove producono anche altre cose farmaceutiche, nel Lazio.Da dire c'e' parecchio, fino a sbugiardare e mostrare l'ipocrisia di gente come Teresa di Calcutta, Francesco Forgione, il papa "buono" ecc.ecc.

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Matteo897

Cavolo Rigoletto se ritrovi quelle cose magari riesco a mettere insieme un piccolo dossier sul mio blog/sito... è abbastanza letto... ovviamente citando il "produttore delle fonti"... cioè te! :look:

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Rigoletto

intanto sbizzarrisciti con questo.http://laici.forumcommunity.net/?t=4822892Certo che sto papa è un paradosso: si circonda di gay e lesbiche ma quelli che non sono amici suoi li attacca.

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Rigoletto

magari la usava per rallegrare qualche incontro con Jessica . se scoprono che era tagliata, potrebbe esserci un nesso con tante affermazioni che da quello staterello provengono. Comunque 87 grammi a 70 euro al grammo di media fanno una bella sommetta.(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 6 MAG- Per la prima volta un dipendente del Vaticano viene condannato per droga perche' trovato in possesso di 87 grammi di cocaina. Si tratta di un addetto del Palazzo del Governatorato condannato dal Tribunale della Citta' del Vaticano a quattro mesi di reclusione col beneficio della sospensione condizionale. L'uomo era stato gia' licenziato nei giorni scorsi a causa di un'altra condanna inflittagli dal Tribunale italiano per presunti reati fuori dalle mura vaticane.

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DemonedellAurelio

e che ne parliamo ora di queste cose? benvenuti nel 2007, anzi benvenuto a secoli e secoli fa....

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Rigoletto

Saremmo noi i perversi.Detto da loro, adoratori di un cadaverino macabro e moltestatori di bambini.--------------------------------------------------------------------------Questo documentario della BBC, sottotitolato in italiano, è stato trasmesso in Inghilterra il 1 ottobre 2006. In Italia non è mai andato in onda, nè i giornali nè gli altri mezzi di informazione vi hanno fatto accenno.Parla degli scandali dei preti responsabili di reati di pedofilia. Chiama in causa il Crimen Sollicitationis, un documento di Ratzinger che rinnova il divieto a testimoniare in tribunali civili (pena la scomunica) per reati di abusi sessuali che avessero coinvolto religiosi.http://video.google.com/videoplay?docid=3237027119714361315

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[modbreak=yrian]Attenzione! Il topic parla degli "interessi economici del Vaticano", non altro. Di omofobia e pedofilia all'interno della Chiesa si parla abbondantemente altrove.Vi prego inoltre, per una pura questione di rispetto, di non usare espressioni del tipo "adoratori di un cadaverino macabro": questa non è una risposta ai torti della Chiesa, è una irrisione gratuita a tutto il Cristianesimo. OK?[/modbreak]

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Rigoletto

Giusto. Obbedisco.intanto se volete sconti su luce, telefono ecc. ecco come procedere.(prima però dovete dare i voti)http://www.rinascita.info/cogit_content/rq...rmia...e_.shtmlIl Vaticano risparmia...e io pago| Sabato 24 Febbraio 2007 - 15:59 | Tatiana Genovese |Sarà un certo un caso. L’inizativa era sicuramente in cantiere da molto tempo e non avranno influito le chiacchiere tra Prodi e i vertici del Vaticano dell’altro giorno, quando le parti si sono incontarte in occasione delle celebrazioni del Concordato.Se però la Chiesa era agitata per le ultime decisioni del governo Prodi (leggi Dico) ha subito trovato un modo per essere risarcita con tutti gli interessi.Stavolta la novità riguardante il Vaticano e i suoi adepti, non proviene dal fronte politico, che la sua parte l’ha già fatta, ma da quello economico. La novità si chiama Re card ed è una carta servizi riservata esclusivamente al mondo religioso ed ecclesiastico che assicura notevoli risparmi e condizioni particolarmente vantaggiose sull’acquisto di beni e servizi grazie alla collaborazione con importanti aziende.La carta è stata concepita e realizzata dalla Re Spa, un’azienda che da oltre venti anni è al servizio della Chiesa Cattolica, e questo la dice lunga sui suoi introiti. La Re Spa ha fatto inoltre sapere che questo nuovo servizio è nato dopo oltre due anni di intenso lavoro, ed è stato ideato per “soddisfare bisogni espressamente manifestati dalle massime cariche religiose italiane”. Sembra ridicolo, un paradosso, ma è una verità il fatto che la Chiesa, con la sua faccia tosta, la abbia richiesta per soddisfare chissà quali suoi assurdi bisogni, che il già tanto denaro che possiede e che s’ingurgita attraverso l’otto per mille, non riesce a soddisfare.I risparmi cui dà diritto la carta servizi riguardano in particolare bollette di luce e riscaldamento, costo di trasporti e viaggi e acquisti di alimentari e altri prodotti. Sono stati addirittura attentamente selezionati dei partner, con una capillare presenza sul territorio che fossero disposti a concedere ai titolari della Re Card convenzioni, in continuo aggiornamento, per offrire le migliori condizioni di mercato. E non è stato assolutamente difficile trovare chi volesse aderire a questa iniziativa “aiutami tu che ti aiuto anch’io”. E infatti ecco che compaiono tra le aziende partners nomi eccellenti: l’Enel, prima fra tutti garantisce prezzi bloccati per due anni per la fornitura di elettricità e gas; l’AirOne assicura sconti dell’8% sui biglietti e sulle tariffe flat per nazionali e internazionali; l’Europcar elargisce convenzioni per il noleggio a breve termine di auto; la Savarent, guarda caso facente parte del Gruppo Fiat, fa sconti per il noleggio di autoveicoli di lungo termine (da due a cinque anni); la San Pellegrino offre prezzi vantaggiosi per la fornitura di acqua e bibite. Non potevano poi mancare le agevolazioni, nel settore della distribuzione dei carburanti, prontamente offerte da Ip e Api, e nel settore bancario, dove la Convenzione Bancaria Re ha proposto condizioni vantaggiose ai religiosi, disponendo anche la trasformazione della Re Card in carta di credito anche ricaricabile. A completare il tutto c’è Metro che si è dichiarata disposta per l’offerta di panieri di beni selezionati. Ebbene sembra proprio che non manchi più nulla per apportare questo importante aiuto al bilancio degli enti religiosi (istituti, polisportive, parrocchie) ma anche delle singole persone, religiosi e laici che lavorano all’interno di queste strutture.Quindi non è uno scherzo, anzi a rincarare la dose c’è il fatto che “giustamente”, dato che l’erario del Vaticano sembra oramai proprio vuoto” è stato anche deciso che la Re Card non comporti alcun costo: non sono previste spese per la sua attivazione o per la fruizione dei vantaggi; non si deve pagare alcun canone e i costi di gestione sono sostenuti dai partner del progetto che garantiscono così prodotti e servizi complementari di assoluta qualità.Inoltre il fatto più sconcertante, per chi pensava che si trattasse di una burla, è che già sono stati creati sessantamila esemplari; e, affare ancora più inquietante, già dall’undici febbraio sono state distribuite 3600 tessere ai più bisognosi, quindi ai vertici della Chiesa Italiana, cardinali, vescovi ed economi. La distribuzione proseguirà con altri ventimila esemplari che saranno recapitati ai correntisti della Convenzione Bancaria Re e alle parrocchie delle principali città italiane. Si proseguirà con altre ventimila carte per le restanti parrocchie e infine, a metà marzo, si concluderà con la distribuzione di quattordicimila esemplari agli istituti religiosi.Non è possibile, non è accettabile che un normale cittadino debba essere oberato di tasse e bollette da pagare quando, i rappresentanti di quel mondo ecclesiastico, che oltre alla gestione del potere spirituale e temporale, usufruiscono di un’ingente e incalcolabile quantità di beni mobili e immobili, possano anche usufruire di ulteriori benefici, come lo sconto sulle bollette. È necessario che qualcuno interrompa questa favola di cui sono la chiesa è protagonista.

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Rigoletto

Ed eccovi l'ultima acquisizione in campo bancario.http://www.quaderniradicali.it/agenzia/ind...=read&nid=12414Cattolici: Carige che banca!News del 18-01-2007La Stampa di martedì 16 gennaio 2007 ha informato che il presidente della Fondazione Carige, espressione dell'omonima banca genovese, il 74enne opusdeista Vicenzo Lorenzelli si è dimesso da presidente. In disaccordo con i criteri patteggiati tra Claudio Scajola, esponente di spicco di Forza Italia e Claudio Burlando per giungere alla designazione del nuovo consiglio d'amministrazione.In esso l'arcivescovo di Genova ha designato mons. Giorgio Noli, parroco di Arenzano e vicario episcopale per la carità della diocesi genovese. (Mons. Noli ha anticipato che lui rinuncerà ai gettoni di presenza nel consiglio di amministrazione e li farà giungere alla diocesi). Tra i nuovi nominati, testuale da La Stampa, "Marco Simeon (Opus Dedi) responsabile per Capitalia delle relazioni istituzionali (con la Santa Sede), monsignor Mauro Piacenza responsabile della consulta per la pastorale dei beni culturali ecclesiastici della Santa Sede, direttore della cooperativa sociale sanremese 'Il Cammino' che si è aggiudicata la cura dei giardini Vaticani".Curiosamente il breviario delle 999 massime dello spagnolo fondatore dell'Opus Dei si chiama "Cammino". Sempre nel nuovo consiglio d'amministrazione della Fondazione Carige - ha riferito ancora La Stampa - "Pier Luigi Vinai (Opus Dei) commercialista".Da notare che da qualche tempo, sia pure in forma blanda, il nome di mons. Mauro Piacenza circola come nuovo sostituto alla segreteria di stato vaticana, una volta che l'attuale l'argentino mons. Leonardo Sandri, sarà approdato a un'altra destinazione.

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Matteo, di al tuo parente di chiedere un aumento di stipendio, ai preti i soldi non mancano e fanno prima a incassarne che a spenderne.Tanto per proseguire l'argomento, vi segnalo questo lunghetto ma esaudiente articolo sulle proprietà immobiliari del vaticano (solo in Roma).Altro dettaglio interessante, il Vaticano gestisce 200 mila posti letto (alberghi, ostelli, hotel, ecc.)[link rimosso]l'articol è lungo ma merita di essere letto fino in fondo.

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  • 2 weeks later...

Ma a che servono i preti negli ospedali, se non a speculare sul dolore altrui? Se un adoratore di cadaveri ha bisogno dello stregone può sempre farlo chiamare dalla parrocchia.Intanto ciucciano soldi anche da li.21/05/2007 16.41SANITA': SSN PAGA PIU' SACERDOTI CHE DENTISTI, DATI MINISTERO SU DIPENDENTIRoma, 21 mag. (Adnkronos Salute) - Il Servizio sanitario nazionale paga più sacerdoti che dentisti. Sono 417, infatti, gli 'assistenti religiosi', 389 uomini e 28 donne, che percepiscono uno stipendio dal Ssn, in base a convenzioni stipulate fra la diocesi e le Aziende sanitarie. Il numero degli odontoiatri del servizio pubblico si 'ferma' invece ad appena 163, su un totale di 105.652 camici bianchi. I 'numeri' dei dipendenti Ssn sono contenuti nell'ultimo Rapporto della Direzione statistica del ministero della Salute. ( ... )(Fei/Adnkronos Salute)

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