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L'emergenza coronavirus


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17 minutes ago, FreakyFred said:

Sembra confermare quello che avevo sentito qualche settimana fa (mi pare a dirlo fosse Burioni da Fazio) 

Cioè che si comincia ad essere effettivamente trasmissivi nei giorni appena precedenti lo sviluppo della malattia in cui se si hanno sintomi sono talmente leggeri da non essere identificabili come dovuti al coronavirus 

Edited by Uncanny
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In realtà se parliamo non di persone che nel giro di 4 giorni muoiono, può apparire cinico ma ricevono assistenza e liberano il letto anche se l'esito è infausto, ma di persone che occupano letti e posti in rianimazione l'età si abbassa

L’assessore regionale lombardo Giulio Gallera conferma che il 22 per cento di chi è in terapia intensiva in Lombardia ha più di 75 anni, il 37 per cento ha tra i 65 e i 74 e l’8 per cento tra i 25 e i 49 anni. Non ci sono pazienti sotto i 25 anni.

Anche i dati del Veneto parlano chiaro: non c’è alcun ricovero sotto i 24 anni, mentre nella fascia d’età tra i 25 e i 44 anni i ricoveri sono 9, di cui due in terapia intensiva. Anche in Veneto, c’è invece un problema per gli adulti: tra i 45 e i 64 anni i ricoveri sono 70, di cui 16 in terapia intensiva. Poi si passa alla fascia degli anziani: tra i 65 e i 74 anni i ricoveri sono 45, di cui 14 in terapia intensiva; tra i 75 e gli 84 anni i ricoveri sono 76 (18 in terapia intensiva), e sopra gli 85 anni i ricoveri sono 37 (uno in terapia intensiva)

 

Il presidente della Lombardia Fontana ha chiesto al Governo la chiusura di tutte le attività produttive lombarde per quindici giorni:

ma forse non ha ben chiaro che cosa vuole serrare!

Dal Sole24Ore odierno, articolo di Paolo Bricco, peraltro riferito al decreto dell'8 Marzo:

"In gabbia una manifattura da 100 miliardi di fatturato.

L’Italia manifatturiera è ostaggio del Corona Virus. L’identikit è preciso. I contorni sono nitidi. L’immagine è inquietante. Sono cinquantanove i distretti industriali censiti e monitorati dall’ufficio studi di Intesa Sanpaolo confinati nella zona arancione. Nessun economista sa ancora quantificare gli effetti del combinato disposto di tre fattori potenzialmente destrutturanti: gli ultimi provvedimenti di salute pubblica, l’impatto recessivo del Covid 19 sulle catene globali del valore a cui – dall’inizio degli anni Novanta - è agganciata la nostra industria e il deterioramento del posizionamento del Made in Italy sul mercato della reputazione internazionale, alimentato con senso di strategia o in maniera ferocemente istintiva da qualunque concorrente ambisca a prendersi una commessa o una quota di mercato oggi in mano ad una azienda italiana. Di sicuro, sappiamo che la componente nazionale entrata da sabato notte nella bolla della zona arancione costituisce uno dei cuori strategici e una delle anime identitarie dell’industria italiana. Secondo l’ufficio studi di Intesa Sanpaolo, questi 59 distretti sviluppano ogni anno 60,6 miliardi di euro di export: la metà delle esportazioni complessive dei sistemi distrettuali. Le unità locali – l’unità produttiva e commerciale che rappresenta l’atomo di ogni impresa – sono poco meno di 32.600. Si contano circa 405mila occupati. Un numero che restituisce bene l’importanza sociale e civile di queste fabbriche. Nel canone del distretto elaborato dall’ufficio studi di Intesa-Sanpaolo, ogni addetto genera 58mila euro. E, dunque, si potrebbe stimare che la zona arancione abbia preso in ostaggio un sistema produttivo capillare e diffuso che, ogni anno, produce 25miliardi di euro di valore aggiunto e sviluppa un centinaio di miliardi di euro di fatturato. Con questi 59 distretti, siamo veramente al centro dell’industrializzazione – e, anche, dello sviluppo civico e sociale – del nostro Paese. In qualche maniera, non vengono soltanto messe a rischio le basi tecno-industriali e i livelli occupazionali. In qualche modo, si scalfiscono il mito più profondo della nostra storia economica e la constituency psico-emotiva dell’Italia come Paese delle fabbriche. Questi distretti sono i motori che – al di fuori dell’antico Triangolo industriale novecentesco – hanno per un secolo alimentato la crescita export-led. E, molti di essi, sono i tasselli che compongono il nuovo mosaico dell’economia italiana più avanzata formato dalla Lombardia, dall’Emilia Romagna e dal Veneto. Ci sono le piastrelle di Sassuolo (il primo a scoprirle fu, nel 1966, un giovane economista di nome Romano Prodi con lo studio “Modello di sviluppo di un settore in rapida crescita: l’industria della ceramica per l'edilizia”) e l’arredamento della Brianza (l’Adalgisa, protagonista dell’omonimo capolavoro di Carlo Emilio Gadda, pensa soltanto alla “stansa de Lissòn”, la camera da letto di Lissone), la meccatronica di Reggio-Emilia (generata dalla fertilizzazione del vecchio spirito imprenditoriale da parte del drammatico fallimento, nel 1951, delle Officine Meccaniche Reggiane) e le calzature di Vigevano, raccontate nel 1962 da Lucio Mastronardi nel romanzo “Il calzolaio di Vigevano”. La bolla della zona arancione investe la manifattura pura: fra gli altri distretti, le macchine agricole di Padova e Vicenza, la meccanica strumentale del Bresciano e della Bergamasca, la metalmeccanica di Lecco , la rubinetteria e il valvolame del Cusio-Valsesia. Nella manifattura pura, gli operai e i tecnici “devono” andare sulle linee di montaggio e di fabbricazione. Non esiste, per questa parte d’Italia, la possibilità del telelavoro. Inoltre, le merci “devono” viaggiare: vanno stoccate, vanno messe sui tir o sui treni o sulle navi, vanno recapitate al destinatario. Per queste imprese che fanno parte delle Global Value Chains, ogni rallentamento, ogni mancata consegna e ogni stop creano un vuoto. E, nel capitalismo e nella manifattura internazionali, i vuoti si riempiono: li riempiono i tuoi concorrenti. Fra questi 59 distretti sottoposti allo stesso tempo allo shock e al rallentamento da diffusione massiccia di Corona Virus e alla paura e alla afasia da recessione incipiente, non c’è però soltanto la manifattura pura. Si trovano anche territori posti sul crinale fra industria e agricoltura, in quella terra un tempo felice – e, oggi, sottoposta alla calunnia e alla confusione quale strumenti di marketing da parte della concorrenza – che è l’agroalimentare e il wine business: fra questi 59 distretti, infatti, si trovano per esempio i salumi del Modenese e di Parma (fra le ragioni economiche della vita febbricitante – in senso né medico né virologico – che si forma e attecchisce nella Via Emilia di uno scrittore oggi dimenticato come Gianni Celati), i vini di Langhe-Roero-Monferrato raccontati da Mario Soldati e il prosecco di Conegliano-Veneto, le colline amate dal poeta Andrea Zanzotto. E, davvero, oltre che il tema degli spostamenti della manodopera e della consegna delle merci, in questi mercati finali – segnati così tanto da comportamenti intimi e biologici quali il mangiare e il bere – è difficile dubitare che l’attuale passaggio non provochi incalcolabili danni di posizionamento sui mercati internazionali. Oltre, naturalmente, a colpire nel profondo specializzazioni e territori, imprese e persone che non sono soltanto fenomeni economici, ma che rappresentano anche la lunga durata di un Paese. Che cosa siamo e che cosa vogliamo.".

Se non sappiamo, ma voglio credere sia ridicolo non solo dirlo, ma anche pensarlo, costruire in tempi brevissimi strutture ospedaliere recettive dei malati da coronavirus, convochiamo urgentemente i CInesi e chiediamo che lo facciano essi qui per noi:

li pagheremmo profumatamente, ma ci costerà immensamente meno che fermare Lombardia ed adiacenze.

Edited by Mario1944
1 hour ago, Mario1944 said:

costruiscano ospedali da campo, riadattino quelli dismessi.

I posti in terapia intensiva si stanno aumentando infatti...mò dirai che si doveva far prima, perché non perdi occasione d'essere fastidiosamente bastian contrario.

1 hour ago, Mario1944 said:

La Regione Lombardia vorrebbe serrare tutte le attività produttive ed i negozi, eccettuati gli alimentari, ed impedire i trasporti pubblici e privati, chiudendo tutti in casa per quindici giorni!:

Forse non è un'idea pessima, se può realmente servire a rallentare i contagi.

Il parere di @Iron84

" DOVETE STARE A CASA e ch sfaccimm ma nnu capite? Add a sta a casa. E che cazz... nnu capite? Ma ca figur e mmerd facimm a napulej ca e in italiaj. Dovete sstare a casa, mo basta, ci avete rotto il cazzo, ma ca furz nin tinit i cas? nooo.... nin tinit i cas? e cas'rj puzzn? Qua c'è in pericolo il mondo, Ragazzi mettete il cervello, andate tutti a casa. C'è tempo per fare baldorie, avete capite? E con questo ho chiuso."

 

"

20 minutes ago, Mario1944 said:

In qualche modo, si scalfiscono il mito più profondo della nostra storia economica e la constituency psico-emotiva dell’Italia come Paese delle fabbriche. (...) Inoltre, le merci “devono” viaggiare: vanno stoccate, vanno messe sui tir o sui treni o sulle navi, vanno recapitate al destinatario. Per queste imprese che fanno parte delle Global Value Chains, ogni rallentamento, ogni mancata consegna e ogni stop creano un vuoto. E, nel capitalismo e nella manifattura internazionali, i vuoti si riempiono: li riempiono i tuoi concorrenti.

Se la comunicazione fosse chiara e si specificasse che le merci italiane non possono veicolare alcun pericolo....perché, diciamocelo, se dall'estero c'è difficoltà ad acquistare italiano visto come van le cose, non è che allora possiamo fingere che il problema non ci sia per evitare la concorrenza. Poi non sarei drastico, si possono fare distinzioni, perché se evidentemente bar e ristoranti son luoghi in cui rispettare le distanze fisiche raccomandate è quasi impossibile, non è detto che non sia possibile rispettarle in un capannone dove si immagazzinano mattonelle.

Io sarei per la chiusura della Borsa, o almeno per il divieto della vendita allo scoperto.

32 minutes ago, Mario1944 said:

Se non sappiamo, ma voglio credere sia ridicolo non solo dirlo, ma anche pensarlo, costruire in tempi brevissimi strutture ospedaliere recettive dei malati da coronavirus, convochiamo urgentemente i CInesi e chiediamo che lo facciano essi qui per noi:

li pagheremmo profumatamente, ma ci costerà immensamente meno che fermare Lombardia ed adiacenze.

io mi meraviglio che tu possa essere così infantile.

Quando ti troverai pronato e intubato ne riparliamo, ok?

 

* la cina ha vinto il virus fermando wuhan, non con l'ospedale, che è servito a rimediare alle deficienze del sistema sanitario. Che noi al momento non abbiamo.

19 minutes ago, schopy said:

I posti in terapia intensiva si stanno aumentando infatti...mò dirai che si doveva far prima, perché non perdi occasione d'essere fastidiosamente bastian contrario.

Veramente l'ho già scritto:

poiché il problema fin dall'inizio non è stato il tasso di letalità del virus, ma l'incapacità delle strutture sanitarie di sostenere l'affluso di malati per una diffusione troppo celere del contagio, si sarebbe dovuto procedere subito al rafforzamento di quelle strutture, invece di rincorrere i fantasmi serrando luoghi dove il virus neppure poteva diffondersi celermente, data la struttura dei paesi del contado suburbano lodigiano;  infatti la serrata codognese non è servita a nulla, come non servirà o servirà a poco quella lombarda e nazionale, perché il virus è evidentemente già diffuso.

19 minutes ago, schopy said:

Forse non è un'idea pessima, se può realmente servire a rallentare i contagi.

Usa pure il periodo dell'irrealtà:

"se servisse", ma è evidente che non serve, perché il contagio è già diffuso, dunque tanto vale attrezzarsi e spendere per curare i malati.

Certo bisogna raccomandare, anzi comandare comportamenti che non favoriscano i contagi, ma non ha senso paralizzare tutto e tutti, serrando tutti in casa, eccettuati gli ospedali ed i medici ed infermieri, perché l'interconnessione è tale che anche gli ospedali ed i medici e gl'infermieri sarebbero indirettamente paralizzati, senza contare i danni gravissimi al sistema produttivo  indicati nell'articolo sopra citato del Bricco.

 

 

4 minutes ago, schopy said:

Se la comunicazione fosse chiara e si specificasse che le merci italiane non possono veicolare alcun pericolo

Va bene:

aspettiamo che la comunicazione sia chiara;  intanto contribuiamo ad affossare tutto....

5 minutes ago, schopy said:

perché, diciamocelo, se dall'estero c'è difficoltà ad acquistare italiano visto come van le cose, non è che allora possiamo fingere che il problema non ci sia per evitare la concorrenza

Certo che hanno ragione e dunque non è il caso d'aggiungere ai loro giusti timori anche l'impossibilità d'acquistare i nostri prodotti perché non glieli potremo fornire....

7 minutes ago, schopy said:

Poi non sarei drastico, si possono fare distinzioni, perché se evidentemente bar e ristoranti son luoghi in cui rispettare le distanze fisiche raccomandate è quasi impossibile, non è detto che non sia possibile rispettarle in un capannone dove si immagazzinano mattonelle.

Perfettamente d'accordo, ma io contesto appunto quanto pare abbia richiesto il Fontana lombardo al Governo:

serrata di tutte le attività PRODUTTIVE lombarde per quindici giorni, in aggiunta ai divieti governativi estesi ieri a tutt'Italia e già molto gravi per l'economia non solo lombarda, ma per fortuna interpretati ragionevolmente finora dalle Prefetture.

12 minutes ago, schopy said:

Io sarei per la chiusura della Borsa, o almeno per il divieto della vendita allo scoperto.

Rompere il termometro può servire a non impaurire ancor più il paziente gravemente ammalato, ma certo non rimedia al suo morbo....

Edited by Mario1944
2 minutes ago, FreakyFred said:

LA Cina ha vinto il virus?! Quando?! Perché nessuno mi dice mai niente?!

Perché non capisci un beato c...o....  😉    

D'altronde noi al momento non abbiamo deficienze nel sistema sanitario: 

infatti l'assessore lombardo alla sanità vorrebbe destinare i capannoni della Fiera di Rho ai malati gravi di virus coronato non per poterli curare, ma per esporli risanati alla prossima mostra del grande successo anticoronario italiano!

17 minutes ago, Mario1944 said:

Rompere il termometro può servire a non impaurire ancor più il paziente gravemente ammalato, ma certo non rimedia al suo morbo....

Se viene contenuto un rischio speculativo sulle nostre aziende la cosa non è indifferente.

Guarda che le aziende, almeno in Italia, della borsa se ne fregano assai:

la borsa interessa soprattutto ai risparmiatori, quelli almeno che vogliono investire in azioni in momento di tassi quasi nulli, se non negativi.

Certo che ribassi ingenti significano perdite in conto capitale, almeno temporanee, ma d'altronde è la natura dell'investimento, non solo borsistico.

Peraltro se n'è già parlato:

suppongo che le autorità stiano a vedere che accadrà nei giorni prossimi.

 

2 minutes ago, marce84 said:

Ti posso assicurare che non è così, e di più non voglio e non posso dire.

Ne sono persuaso, infatti quello che ho aggiunto sotto:

"l'assessore lombardo alla sanità vorrebbe destinare i capannoni della Fiera di Rho ai malati gravi di virus coronato non per poterli curare, ma per esporli risanati alla prossima mostra del grande successo anticoronario italiano!"

era ironico.... 😉

Strano che tu non l'abbia capito.

1 minute ago, marce84 said:

No, non è strano: la tua ironia è così raffinata che a volte può sfuggire alla comprensione delle menti semplici.

Cioè, lasciami capire:

scrivere "l'assessore lombardo alla sanità vorrebbe destinare i capannoni della Fiera di Rho ai malati gravi di virus coronato non per poterli curare, ma per esporli risanati alla prossima mostra del grande successo anticoronario italiano!"

è ironia raffinata?

Grazie per il giudizio, ma francamente mi sembra esagerato!

O forse sei ironico anche tu.... 😉

52 minutes ago, SabrinaS said:

Pare che Berlusconi abbia lasciato i palazzi di Arcore per ritirarsi nei suoi possedimenti in campagna 

Anch'io sto per ritirarmi nei miei possedimenti di campagna (un feudo Rospigliosi), appena arriva il jet che ho prenotato, prendo armi e bagasce e me ne vado leggiadro. Comincio ad annoiarmi, tutti con ste facce scure manco ce foss' er colera...

Passo a prendere qualcuno? Ho sempre con me il famoso Guanto di Pitone, l'ho passato con l'Amuchina...

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Edited by ldvrsp

ma se finita sta pagliacciata poi arriva una cinese minchiona - superstite infetta - o un americano positivo che Trump se ne frega del crownvairus e infettano di nuovo tutti che cambia? Si ricomincj n'alta volt? Comunque le mie proposte nei post precedenti dovreste iniziare a prenderle seriamente e rifletterci, perché a me paiono le uniche sensate. Friki conferma. 

Edited by SabrinaS
4 minutes ago, SabrinaS said:

ma se finita sta pagliacciata poi arriva una cinese minchiona - superstite infetta - o un americano positivo che Trump se ne frega del crownvairus e infettano di nuovo tutti che cambia? Si ricomincj n'alta volt? Comunque le mie proposte nei post precedente dovreste iniziare a rifletterci seriamente, perché a me paiono le uniche sensate. 

Molte epidemie hanno avuto un andamento a poussée.

@Bloodstar, Le Monde titola: Coronavirus: l’Espagne prend conscience avec retard de l’ampleur de l’épidémie. 🙉

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