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[Film] Io sono l'amore


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Io sono l'amore è un film del 2009 di Luca Guadagnino.

Emma è la moglie "straniera" e composta di Tancredi Recchi, influente esponente dell'alta borghesia industriale lombarda. Sposati senza amore, Emma e Tancredi vivono tra agi e ipocrisie in una grande villa nel cuore di Milano insieme ai loro tre figli: Elisabetta, Edoardo e Gianluca. Prossimo al padre per cinismo e concretezza, Gianluca si distingue dai suoi fratelli, sensibili e idealisti come Emma, che veglia amorevole sulla loro felicità precaria. Edoardo, orgoglio della madre, delude invece le aspettative del padre ripiegando sulla gestione di un ristorante bucolico in società con Antonio, un giovane chef di talento e di bassa estrazione sociale. L'ingresso in scena di Antonio sovvertirà equilibri e destini con la forza e la "portata" dell'amore.
L'orrore di molto cinema italiano sta nel mettere frequentemente in scena la borghesia come unica depositaria dell'umano: middle class compiaciuta e paga di sé. Correva questo rischio Io sono l'amore di Luca Guadagnino, invece, pur partendo da quell'angolo limitato di osservazione e attraverso le vicende umane e professionali di una famiglia di industriali milanesi, racconta la borghesia senza assolverla. Il regista palermitano, ben prima della fama di Call Me By Your Name licenzia adolescenti pruriginosi e prove di immaturità, muovendosi con proprietà estetica ed eleganza formale nella Milano decadente degli dèi caduti di Visconti, coperta da una romantica coltre di neve e da un'opulenza che le danno il giusto respiro europeo.

 

Edited by Serpente
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10 anni fa lo definii claustrofobico, gelido, dal ritmo ecessivamente lento e soporifero, ennesima -e dimenticabile- versione del vecchio detto "vizi privati e pubbliche virtù" dell'alta borghesia lombarda;

non credo di aver cambiato idea

Edited by freedog
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3 minutes ago, freedog said:

10 anni fa lo definii claustrofobico, gelido, dal ritmo ecessivamente lento e soporifero, ennesima -e dimenticabile- versione del vecchio detto "vizi privati e pubbliche virtù" dell'alta borghesia lombarda;

non credo di aver cambiato idea

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Film che ho apprezzato molto, molto milanese (meno Roma nei film!) oltretutto e non solo per l'ambientazione. Fin dall'apparire del logo Mikado veniamo introdotti nella magia e nella sensualità di questo bellissimo film di L. Guadagnino per mezzo delle note vorticanti ed aeree di The Chairman Dances del grande John Adams , un presagio e un filo rosso che attraversa tutto Io sono l'amore, tramite l'assemblaggio calibrato e intelligente di altre composizioni dell'autore statunitense.
La storia è tutto sommato semplice, anche convenzionale, ma la bellezza sta nell'intreccio armonioso che si instaura tra la suddetta colonna sonora, la regia vivace ed emozionante con quei sinuosi movimenti di macchina, quelle inquadrature liriche, l'attenzione ai particolari degli oggetti, degli ambienti, delle architetture, dell'atmosfera e dei corpi, il montaggio sia frammentato che espanso, i rumori, i suoni e le parole ovattati, naturali, volteggianti (nell'aria anche la magnifica e decadente Sinfonia n. 4 di Gustav Mahler, per pochi secondi, all'arrivo dei nonni), i colori caldi, i chiaro-scuri degli interni, le luminescenze attraverso i vetri che risaltano il candore della pelle di Tilda Swinton poco prima che l'eros inondi lo schermo all'aria aperta e che venga aggrovigliata dal corpo flessuoso di Edoardo Gabbriellini, in una sequenza che per freschezza della luce e mosaico di particolari ricorda abbastanza certi idilli alla Walerian Borowczyk. Bravi gli attori, spontanei e del tutto motivati, in particolare, oltre alla Swinton, anche Alba Rohrwacher, che guarda caso interpreta il ruolo d'ideale appoggio per la madre stessa, una figlia artista e lesbica (notevole e ingannevole la somiglianza), mosca bianca che è elemento determinante per la rottura dei cardini della tradizione familiare patriarcale. Certo i legami di una famiglia si spezzano, ma ognuno, come nella vita, fa le proprie scelte, anche dolorose. 

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3 minutes ago, Serpente said:

Film che ho apprezzato molto, molto milanese (meno Roma nei film!) oltretutto e non solo per l'ambientazione. Fin dall'apparire del logo Mikado veniamo introdotti nella magia e nella sensualità di questo bellissimo film di L. Guadagnino per mezzo delle note vorticanti ed aeree di The Chairman Dances del grande John Adams , un presagio e un filo rosso che attraversa tutto Io sono l'amore, tramite l'assemblaggio calibrato e intelligente di altre composizioni dell'autore statunitense.
La storia è tutto sommato semplice, anche convenzionale, ma la bellezza sta nell'intreccio armonioso che si instaura tra la suddetta colonna sonora, la regia vivace ed emozionante con quei sinuosi movimenti di macchina, quelle inquadrature liriche, l'attenzione ai particolari degli oggetti, degli ambienti, delle architetture, dell'atmosfera e dei corpi, il montaggio sia frammentato che espanso, i rumori, i suoni e le parole ovattati, naturali, volteggianti (nell'aria anche la magnifica e decadente Sinfonia n. 4 di Gustav Mahler, per pochi secondi, all'arrivo dei nonni), i colori caldi, i chiaro-scuri degli interni, le luminescenze attraverso i vetri che risaltano il candore della pelle di Tilda Swinton poco prima che l'eros inondi lo schermo all'aria aperta e che venga aggrovigliata dal corpo flessuoso di Edoardo Gabbriellini, in una sequenza che per freschezza della luce e mosaico di particolari ricorda abbastanza certi idilli alla Walerian Borowczyk. Bravi gli attori, spontanei e del tutto motivati, in particolare, oltre alla Swinton, anche Alba Rohrwacher, che guarda caso interpreta il ruolo d'ideale appoggio per la madre stessa, una figlia artista e lesbica (notevole e ingannevole la somiglianza), mosca bianca che è elemento determinante per la rottura dei cardini della tradizione familiare patriarcale. Certo i legami di una famiglia si spezzano, ma ognuno, come nella vita, fa le proprie scelte, anche dolorose. 

da chi hai copiato sta marchetta stavolta?

all'epoca manco l'ufficio stampa arrivò a ste vette di leccaculaggine...

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3 hours ago, freedog said:

ok,

fonte della leccaculata, plz?

E' una recensione di un utente di FilmTv, nick Kotrab
https://www.filmtv.it/film/40976/io-sono-l-amore/recensioni/526639/#rfr:none

 

Quote

 

Emma è la moglie "straniera" e composta di Tancredi Recchi, influente esponente dell'alta borghesia industriale lombarda. Sposati senza amore, Emma e Tancredi vivono tra agi e ipocrisie in una grande villa nel cuore di Milano insieme ai loro tre figli: Elisabetta, Edoardo e Gianluca. /cut/ Il regista palermitano, ben prima della fama di Call Me By Your Name licenzia adolescenti pruriginosi e prove di immaturità, muovendosi con proprietà estetica ed eleganza formale nella Milano decadente degli dèi caduti di Visconti, coperta da una romantica coltre di neve e da un'opulenza che le danno il giusto respiro europeo.

questa invece porta la firma Marzia Gandolfi
http://www.cinemalia.it/commedia/io-sono-lamore-5.html
 

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