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Essere costretti a studiare un libro con esplicite affermazioni omofobe


gu1197

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Ciao a tutti.

Vi scrivo perche ho bisogno di sfogarmi un po'. Sono ormai prossimo alla laurea in psicologia, e tra gli ultimi esami ce ne sta uno di etica di derivazione cattolica (e personalista).

 

Ebbene, andando avanti con la lettura, sono giunto al capitolo sulla sessualità.

Il libro rimarca il ruolo del maschio e della donna, riferendosi alle manipolazioni artificiose del sesso come qualcosa di abnorme, che non può essere tollerato 

Lette queste affermazioni fastidiose e assolutamente fuori luogo in una facoltà di psicologia, vado avanti e mi imbatto nella più terribile e antiscientifiche delle affermazioni:

" L'omosessualità si può configurare ad un certo stadio di esercizio, più come una malattia da trattare - peraltro ormai con incoraggianti risultati - attraverso la psicoterapia, che come un vizio deliberato " 

(E. Sgreccia)

Un colpo allo stomaco per me, non tanto per aver letto qualcosa di così anacronistico e contro ogni norma di deontologia professionale, quanto piuttosto per il fatto che sono costretto a studiare e a leggere un libro che fa di me un malato. Il dovermi confrontare quotidianamente con tali affermazioni, il dover studiare per forza certe cose, il doverle ripetere ad un esame è una cosa snervante. Mi irrita, mi fa arrabbiare, soprattutto per le ripercussioni che ciò può avere su uno studente gay che ancora si trova in una fase di incertezza, insicurezza e difficoltà di auto-accettazione. Uno studente che magari trova nei genitori super cattolici, un ostacolo, e che può pensare "ma allora mamma e papà mi considerano malato, e forse lo sono davvero".

 

In tutto ciò tralascio i chiari riferimenti che tale affermazione può avere con Mengele, ovvero io medico nazista che credeva di poter curare l'omosessualità con tecniche disumane 

 

Adesso sinceramente non so cosa fare, vorrei scrivere al rettore, vorrei denunciare questo fatto, vorrei che la gente capisca quanto l'istruzione universitaria possa polarizzarsi su posizioni inaccettabili per chi ha il compito sacrosanto di trasmettere insieme al sapere, anche principi di convivenza e di rispetto reciproco.

 

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hai diverse possibilità:

1. scrivi al prof e chiedi perché ha scelto quel libro

2. scrivi al rettore

3. scrivi al ministro dell'educazione

4. scrivi ai giornali

5. scrivi ad arcigay

6. studia il libro e ripetilo all'esame

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In che università vai? 

Se vai alla Cattolica o comunque un'università di ispirazione religiosa non credo ci sia molto di cui stupirsi e molto da fare

Se è una pubblica statale allora certamente bisognerebbe segnalare la cosa, anche perché in una pubblica non dovrebbero essere tenuti corsi di matrice confessionale con libri scritti da cardinali

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13 minutes ago, Uncanny said:

In che università vai? 

Se vai alla Cattolica o comunque un'università di ispirazione religiosa non credo ci sia molto di cui stupirsi e molto da fare

Se è una pubblica statale allora certamente bisognerebbe segnalare la cosa, anche perché in una pubblica non dovrebbero essere tenuti corsi di matrice confessionale con libri scritti da cardinali

Purtroppo la mia università è di stampo cattolico, tuttavia il MIUR da delle direttive ben precise alle università. Le università private sono accreditate, pertanto comunque devono rispettare le stesse regole delle università pubbliche, soprattutto quando si tratta di regole imposte anche da regolamenti comunitari.

Per non parlare del codice deontologico imposto dall'ordine degli psicologi, che ovviamente non può tornare certe esternazioni.

Il fatto di essere privata a stampo cattolico non la esime dal rispettare le stesse regole imposte alle università private, e di certo non la pone al disopra della legge.

È una cosa veramente frustrante, il libro è lungo (comunque abbastanza semplice e ripetitivo), e leggere quasi 900 pagine di tiritera è stressante.

19 minutes ago, marco7 said:

hai diverse possibilità:

1. scrivi al prof e chiedi perché ha scelto quel libro

2. scrivi al rettore

3. scrivi al ministro dell'educazione

4. scrivi ai giornali

5. scrivi ad arcigay

6. studia il libro e ripetilo all'esame

Sono tutte opzioni valide, e l'idea di rivolgermi alle Autorità chiedendo provvedimenti mi stuzzica alquanto, visto che ciò potrebbe anche rappresentare un precedente per le altre università.

Tuttavia ciò mi potrebbe in una situazione scomoda, nel senso che io ho una buona media e sono nei tempi che mi ero prefissato per la laurea. Una eventuale causa o comunque una denuncia, potrebbe compromettere la mia carriera secondo voi? 

 

Le scelte si riducono a:

 

- alzo un polverone

- faccio pippa e finta di nulla 

 

Entrambe hanno i pro ed i contro

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28 minutes ago, prefy said:

Vorrei sentire il parere di Ghost  a proposito

Io cercherei di capire se il professore del corso queste cose le abbia anche spiegate a lezione o se questo capitolo faccia parte di una zona d'ombra . Magari il professore è di tutt'altra idea ma (per sua colpa) non si è mai reso conto dell'esistenza di quelle definizioni .

In caso il prof fosse realmente di quel pensiero chiederei una consulenza all'Ordine degli Psicologi, mettendo in CC anche un eventuale comitato etico qualora ci sia (e se non lo sai telefona e spiega). D'altronde sarai un futuro membro dell'Ordine, loro ti pareranno le spalle non lasciandoti solo in questa partita .

Mettiamo caso che l'ordine fa orecchie da mercante per non pestare i piedi all'università, allora contatterai il Rettore .

Qualora anche il rettore faccia finta di nulla, lì parte la battaglia tramite Arcigay . Ci penseranno sicuramente loro a smuovere la stampa .

@gu1197 hai tutto il diritto di sentirti leso nella tua persona nel dover studiare un testo che denigra il tuo essere, ed è per quello che devi muoverti secondo giusti binari . 

E i giusti binari partono sempre dal presupposto che la controparte abbia fatto uno sbaglio in buona fede lasciandogli la possibilità di correggerlo. Constatato che non è così (ci vuole poco a scoprirlo) si può andare più battaglieri .

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45 minutes ago, gu1197 said:

quanto piuttosto per il fatto che sono costretto a studiare e a leggere un libro che fa di me un malato

Abbi pazienza:

dover legger un libro per studio non implica doverne condividere le tesi e, per sé, neppure implica che le condivida chi t'ha imposto di leggerlo.

Non è che, se ad un corso di storia tedesca del '900 un professore imponga la lettura del Mein Kampf di Hitler, si possa perciò solo dedurre che ne condivida le farneticazioni o che chi lo legga debba approvarle.

 

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in effetti come dice ghost bisognerebbe sapere cosa ha raccontato il prof a lezione. se ha seguito il libro a lezione o se ha tralasciato il tema o se ha altre opinioni sull'omosessualità.

se ha altre opinioni bisognerebbe fargli notare la discrepanza tra la sua lezione e il libro, se ha tralasciato il tema a lezione boh. forse condivide il libro o forse non lo condivide.

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7 minutes ago, Ghost77 said:

Io cercherei di capire se il professore del corso queste cose le abbia anche spiegate a lezione o se questo capitolo faccia parte di una zona d'ombra . Magari il professore è di tutt'altra idea ma (per sua colpa) non si è mai reso conto dell'esistenza di quelle definizioni .

In caso il prof fosse realmente di quel pensiero chiederei una consulenza all'Ordine degli Psicologi, mettendo in CC anche un eventuale comitato etico qualora ci sia (e se non lo sai telefona e spiega). D'altronde sarai un futuro membro dell'Ordine, loro ti pareranno le spalle non lasciandoti solo in questa partita .

Mettiamo caso che l'ordine fa orecchie da mercante per non pestare i piedi all'università, allora contatterai il Rettore .

Qualora anche il rettore faccia finta di nulla, lì parte la battaglia tramite Arcigay . Ci penseranno sicuramente loro a smuovere la stampa .

@gu1197 hai tutto il diritto di sentirti leso nella tua persona nel dover studiare un testo che denigra il tuo essere, ed è per quello che devi muoverti secondo giusti binari . 

E i giusti binari partono sempre dal presupposto che la controparte abbia fatto uno sbaglio in buona fede lasciandogli la possibilità di correggerlo. Constatato che non è così (ci vuole poco a scoprirlo) si può andare più battaglieri .

Sono totalmente d'accordo, in effetti non avevo pensato (forse perché accecato dalla rabbia), che il professore possa avere idee diverse dal libro. O meglio, ho fatto un ragionamento del tipo "se il professore assegna un libro allora ne condivide le idee".

 

Seguirò il tuo consiglio, e cercherò di aprire un dibattito costruttivo e civile con il docente, dando quindi modo alla controparte di chiarire le proprie posizioni e le proprie idee in merito. Sarebbe uno spunto utile per affrontare il tema anche nei dibattiti che siamo soliti fare.

Qualora tali posizioni collimassero con quelle del libro, e qualora si venisse a creare una situazione in cui vi è una manifesta espressione di disprezzo dei confronti degli omosessuali, bisognerà valutare il da farsi, vista anche la delicatezza del tema e l'oggetto di studi del corso di laurea (uno psicologo non dovrebbe nemmeno pensare certe cose) 

Cercherò di fare ciò in maniera del tutto imparziale, chiedendo semplicemente delucidazioni, con la scusa di non aver capito il libro.

 

15 minutes ago, Mario1944 said:

Abbi pazienza:

dover legger un libro per studio non implica doverne condividere le tesi e, per sé, neppure implica che le condivida chi t'ha imposto di leggerlo.

Non è che, se ad un corso di storia tedesca del '900 un professore imponga la lettura del Mein Kampf di Hitler, si possa perciò solo dedurre che ne condivida le farneticazioni o che chi lo legga debba approvarle.

 

Giusta argomentazione, tuttavia sono sicuro che in quel caso il professore di storia, nel chiedere di leggere il Mein Kampf, affronterebbe il tema da una prospettiva più storica (e quindi asettica), esponendo anche la follia che di cela in quel libro, e le conseguenze derivanti da tale follia. 

Storicamente il professore ideale, parlerebbe del Mein Kampf come monito e come prova di quanto la follia possa essere disastrosa .

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Non capisco quale sia il problema, non hai scelto tu l'università "cattolica" ? E' come andare al festival vegano e lamentarsi che non c'è l'arrosto. A me i gay out che scelgono le università private cattoliche e si professano atei/agnostici in genere mi stanno sulle palle, detto sinceramente.

Edited by SabrinaS
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Mi sono capitati innumerevoli episodi di questo tipo. Di recente ho studiato su di un libro (facoltà scientifica!) nel quale si parla, riporto verbatim ac litteratim, di "razza negra" e "negro". Adesso, per carità, non voglio dire che gli autori, pure numerosi, del testo fossero tutti ammiratori dell'Apartheid, però, considerando che c'è sempre qualche studente di colore, forse sarebbe stato più opportuno un utilizzo prudente delle parole, negri, negro, razza negra e simili si possono anche dire in modo diverso. (Università pubblica statale)

Comunque mi sono capitati altri episodi, d'altronde viviamo in un paese con radicata cultura cattolica e spiccato conservatorismo sociale, siamo piuttosto cristallizzati, rispetto agli altri paesi occidentali.

Piuttosto, è giusta l'osservazione fatta da @SabrinaS: non puoi frequentare una Università cattolica privata e pretendere particolare apertura mentale. In teoria potresti, ma la realtà è sempre altra cosa.

Per parte mia, ti suggerirei di sondare il terreno con estrema prudenza, chiedendo consigli al docente senza prendere troppo apertamente una tua posizione; se dovrai far partire una giusta e sacrosanta battaglia contro la grettezza dello stesso professore, assolutamente fallo dopo aver sostenuto e verbalizzato l'esame.

Edited by ldvrsp
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3 hours ago, gu1197 said:

(E. Sgreccia)

era -è morto- un cardinale esperto di bioetica o qsa del genere.

ed era uno dei più livorosi contro l'eutanasia all'epoca del caso Englaro

https://www.lastampa.it/vatican-insider/it/2019/06/06/news/addio-al-cardinale-elio-sgreccia-tra-i-massimi-esperti-di-bioetica-del-mondo-1.36538768

da uno così, non mi sarei aspettato niente di diverso

Edited by freedog
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Non è la prima volta che sento questo cose dalla Cattolica, anzi pare sia la norma così come diffondere l'antiabortismo e obbligare gli studenti ad essere obiettori 

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2 hours ago, gu1197 said:

Giusta argomentazione, tuttavia sono sicuro che in quel caso il professore di storia, nel chiedere di leggere il Mein Kampf, affronterebbe il tema da una prospettiva più storica (e quindi asettica), esponendo anche la follia che di cela in quel libro, e le conseguenze derivanti da tale follia. 

Storicamente il professore ideale, parlerebbe del Mein Kampf come monito e come prova di quanto la follia possa essere disastrosa .

Giusta osservazione, ma è anche vero che il Mein Kampf è un libro interamente condannabile per chi non aderisca all'ideologia nazionalsocialista dell'autore, mentre il trattato de quo, a quanto si capisce da quel che scrivi, offre solo alcune tesi discutibili:

pertanto l'urgenza confutatoria preventiva potrebbe non apparire parimenti necessaria, posto pure che il professore che ne ha esatta la lettura non consenta con quelle singole tesi.

Per il resto, premesso che l'insegnamento è libero,  una cosa sono le affermazioni antiscientifiche, altra le obbedienze a certe dottrine etiche cattoliche o no.

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A me disturba  che dei futuri psicologi si formino anche su di un testo che propone simili teorie

ma non puoi dire di che testo si tratta?

Edited by prefy
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Così, giusto per farmi del male, mi sono andato a vedere vita e opere del suddetto autore e ho trovato il quadro grottesco: laureato in Lettere e Filosofia, diviene assistente spirituale (??) alla Facoltà di Medicina e Chirurgia (???), insegnante di Bioetica alla Facoltà di Medicina e Chirurgia, direttore dell'Istituto di Bioetica e autore della rivista "Medicina e Morale"... ripeto, il tutto senza essere medico né avere alcuna formale preparazione in ambito scientifico o sanitario. Per completare, l'autore del post ci riferisce che avrebbe anche scritto un libro o un suo capitolo destinato a studenti di psicologia.

Ripeto, un laureato in Lettere e Filosofia.

Allucinante.

Come mi disse un altissimo papavero proprio di quell'ambiente: "Nella vita non si smette mai di imparare di persone o cose".

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A complemento del precedente post, non voglio certo sminuire la dignità della laurea in Lettere e Filosofia, ma piuttosto sollevare problemi di pertinenza e competenza.

1 hour ago, prefy said:

Vabbè Sgreggia è molto conosciuto

ma non ho capito se è l' autore del volume o è solo citato

Il problema sta nel fatto che un filosofo ed esperto di lettere insegni a dei medici e degli psicologi tematiche che richiedono conoscenze medico-scientifiche, sanitarie e simili.

Non puoi scrivere in un libro universitario che x, y, z sono patologie se non hai titolo per farlo. E' gravissimo. 

E' come quando Vittorio Sgarbi si mette a disquisire in televisione di CoV-SARS-2 alias Coronavirus, cacciando fuori svarioni a raffica, forte di una straordinaria autorevolezza in un campo completamente differente.

Edited by ldvrsp
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...molto conosciuto per la sua intransigenza su questi temi , sempre in supporto delle correnti culturali e politiche piu oscurantiste, uno di quelli molto in sintonia con la vecchia ratzy, insommahttps://www.lafedequotidiana.it/monsignor-sgreccia-ragione-al-ministro-fontana-le-famiglie-arcobaleno-non-esistono/

7 minutes ago, ldvrsp said:

Non puoi scrivere in un libro universitario che x, y, z sono patologie se non hai titolo per farlo. E' gravissimo. 

E' come quando Vittorio Sgarbi si mette a disquisire in televisione di CoV-SARS-2 alias Coronavirus, cacciando fuori svarioni a raffica, forte di una straordinaria autorevolezza in un campo completamente differente.

completamente d'accordo, ovviamente

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Comunque dubito fortemente che l'insegnante fosse inconsapevole dell'identità dell'autore. Per questo, rinnovo il consiglio a @gu1197: prudenza, preparati l'esame, prendi un buon voto, verbalizzalo, e poi contesterai quanto vorrai nelle sedi opportune e con le modalità opportune.

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1 hour ago, ldvrsp said:

"Esperto di bioetica"

???

Ma di che

me lo ricordavo con sta (auto?) qualifica all'epoca del caso Englaro, come ho detto prima.

cmq non mi stupisce fosse referente dei cattotalebani

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6 hours ago, SabrinaS said:

Non capisco quale sia il problema, non hai scelto tu l'università "cattolica" ? E' come andare al festival vegano e lamentarsi che non c'è l'arrosto. A me i gay out che scelgono le università private cattoliche e si professano atei/agnostici in genere mi stanno sulle palle, detto sinceramente.

Io ho scelto questa università, perché si professava aperta e moderna, e lasciavano intendere che le ingerenze della chiesa sarebbero state minime.

Inoltre, tra le scelte che avevo, era anche la migliore, e quando ho passato il test, non ci ho pensato due volte.

 

Ho avuto professori che hanno esposto (seppur con timore) le loro posizioni anticattoliche, quindi comunque mi ha sempre dato l'impressione di essere un'università aperta al dialogo.

Ripeto, magari il libro non rappresenta il pensiero del docente, e sarà mia cura accertarmene.

3 hours ago, ldvrsp said:

Comunque dubito fortemente che l'insegnante fosse inconsapevole dell'identità dell'autore. Per questo, rinnovo il consiglio a @gu1197: prudenza, preparati l'esame, prendi un buon voto, verbalizzalo, e poi contesterai quanto vorrai nelle sedi opportune e con le modalità opportune.

Grazie del consiglio 😊, darò l'esame, e finirò la sessione, dopodiché chiederò in modo educato ed imparziale (senza espormi) spiegazioni e delucidazioni al docente.

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5 minutes ago, gu1197 said:

Ripeto, magari il libro non rappresenta il pensiero del docente, e sarà mia cura accertarmene.


Facci sapere i risultati degli accertamenti.

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3 hours ago, freedog said:

me lo ricordavo con sta (auto?) qualifica all'epoca del caso Englaro, come ho detto prima.

cmq non mi stupisce fosse referente dei cattotalebani

Sgreccia è uno dei maggiori esponenti della bioetica personalista, che ha impostato il suo manuale tentando di dimostrare agli atei, che le prescrizioni della bioetica sono dimostrabili empiricamente senza dover ricorrere alla fede cristiana (tentativo che non gli è molto riuscito, poiché citando continuamente le encicliche e la letteratura cattolica, dimostra che la sua impostazione è puramente cattolica)

 

Inoltre ha tentato di smontare (in modo alquanto sommario e con deboli argomentazioni) Singer, il quale si è approcciato ad una bioetica laica.

Per carità, grandissimo rispetto per Sgreccia e per i cattolici, ma a mio avviso in bioetica non può esistere un riferimento continuo al dogmatismo cattolico, poiché sarebbe anacronistico. Secondo il mio personalissimo parere, ci sono posizioni che andrebbero riviste alla luce delle conquiste in fatto di diritti civili, come ad esempio il diritto all'autodeterminazione che giustifica l'aborto e il cambio del sesso.

L'aborto in particolare, in determinate circostante (pur essendo una scelta sofferta), resta l'unico modo per evitare diversi problemi che si ripercuote tennero sulla madre e sul figlio.

4 hours ago, prefy said:

Vabbè Sgreggia è molto conosciuto

ma non ho capito se è l' autore del volume o è solo citato

Sgreccia è l'autore del volume.

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4 hours ago, ldvrsp said:

 

A complemento del precedente post, non voglio certo sminuire la dignità della laurea in Lettere e Filosofia, ma piuttosto sollevare problemi di pertinenza e competenza.

Il problema sta nel fatto che un filosofo ed esperto di lettere insegni a dei medici e degli psicologi tematiche che richiedono conoscenze medico-scientifiche, sanitarie e simili.

Non puoi scrivere in un libro universitario che x, y, z sono patologie se non hai titolo per farlo. E' gravissimo. 

E' come quando Vittorio Sgarbi si mette a disquisire in televisione di CoV-SARS-2 alias Coronavirus, cacciando fuori svarioni a raffica, forte di una straordinaria autorevolezza in un campo completamente differente.

Esatto, io non prendo lezioni di psicologia da uno che di psicologia sa ben poco, così come non pretendo di dare lezioni di teologia ad un teologo.

 

Ormai è un fatto assodato che nell'omosessualità non ci sta assolutamente nulla di patologico. Tutte le massime autorità mondiali concordano su questo fatto. 

L'omosessualità egodistonica può determinare ricadute patologiche (una persona che non accetta la propria condizione, ma che allo stesso tempo prova attrazione verso persone dello stesso sesso, priverà uno stato di dissonanza cognitiva che può provocare ansia e/o depressione, oltre che altri disturbi), ma è tutta un'altra questione, perché non è l'omosessualità ad essere patologica, bensì le conseguenze che derivano dal non accettarsi.

Inoltre autorità come l'APA (American Psychological Association) , si sono espresse a favore delle adozioni gay, andando quindi oltre la questione omosessualità patologica o non patologica.

Il DSM V non annovera l'omosessualità tra le patologie, e le scale "mascolinità/femminilità" del MMPI sono state eliminate perché obsolete.

 

Alla luce di tutte le evidenze dire che l'omosessualità è una malattia, è una enorme cavolata, e il fatto che sia un teologo a dirlo, dimostra solo che il soggetto in questione è un ciarlatano fanfarone che parla senza essersi documentato.

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3 minutes ago, Serpente said:

l'editore del libro, il tuo docente e uno dei saggisti e si risolve tutto, ciao.

L'epurazione degli estremisti cattolici in Università nel terzo dopoguerra. 

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