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Uomini che hanno, come idoli, delle donne.


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On 5/26/2020 at 11:27 PM, davydenkovic90 said:

Purché questo ragazzo sia aperto e ben disposto ad accogliere questa diversità e a non derubricarla e sminuirla a priori perché la cultura circostante gli ha insegnato che si fa così.

Secondo me ti sei risposto: "perché la cultura circostante insegna che si fa così". Qualora un ragazzo fosse disincentivato ad avere un modello femminile sarebbe perché donna=debolezza/uomo=forza, il modello deve essere più forte di chi lo vuole emulare, quindi: 

- donna con modello donna (più forte) è ok;

- donna con modello uomo è ok;

- uomo con modello uomo (più forte) è ok;

- uomo con modello donna non è ok.

 

Hinzelmann

Il divismo non è un fenomeno di costume a senso unico

Magari i più giovani non sanno che dopo una prima fase di divismo teatrale, quello cinematografico nacque durante la belle epoque in Italia ( Francesca Bertini, Lyda Borelli ) all'epoca del cinema muto. Il termine lo abbiamo coniato noi italiani.

Ecco, magari si può riscontrare una sorta di "ingiustizia" di genere nel fatto che laddove il pubblico ti diceva Garbo, Monroe etc. i critici cinematografici ed i professionisti dell'industria cinematografica, trattavano le donne peggio degli uomini fino al punto che la classifica dei 10 maggiori divi  del XX secolo, fatta nel 1999 a chiusura di secolo era

Top 10 dell'AFI ( american film institute )

  1. Humphrey Bogart
  2. Cary Grant
  3. James Stewart
  4. Marlon Brando
  5. Fred Astaire
  6. Henry Fonda
  7. Clark Gable
  8. James Cagney
  9. Spencer Tracy
  10. Charlie Chaplin

Una classifica di soli maschi....ecco questo mi pare francamente ingiusto ma per certi versi anche non corrispondente al fenomeno di costume reale che ha visto un protagonismo anche e soprattutto femminile ( e non certo limitato al pubblico gay...) insomma il messaggio che passa è che il divismo femminile non merita un riconoscimento sul piano della bravura professionale

3 minutes ago, Hinzelmann said:

Magari i più giovani non sanno che dopo una prima fase di divismo teatrale, quello cinematografico nacque durante la belle epoque in Italia ( Francesca Bertini, Lyda Borelli ) all'epoca del cinema muto. Il termine lo abbiamo coniato noi italiani.

Credo non sia una questione di età, ma di cultura camp.

Non credo tu conosca la Bertini per questioni anagrafiche.

 

3 minutes ago, Hinzelmann said:

Vabbe, se vuoi posso correggere in "forse i più ignoranti" però non mi pareva un modo gentile di introdurmi nella discussione

 

In effetti tacciare di ignoranza chi non conosca la Bertini o Myss Keta

suonerebbe strambo ancora più che arrogante 🙂

Hinzelmann

Appunto, tanto più che la mia era una nota di colore, non vorrei però si perdesse il senso del mio intervento, la discriminazione non va ricercata in un presunto divismo a senso unico per una Bertini c'è un Rodolfo valentino etc

La discriminazione se c'è stata ( e c'è stata ) è stata una discriminazione sulla bravura, la professionalità

 

18 hours ago, davydenkovic90 said:

perché una donna, in virtù non solo delle capacità e della sua unicità come persona, ma anche del fatto che sia una donna, è raro che sia presa a modello o come esempio per un ragazzo che vorrebbe lavorare nello stesso campo o, comunque, la apprezza?

esempio banale: quanti maschi fanno cover di canzoni "al femminile"?

a me viene in mente solo questo

(oltre a Marinelli in Jeeg Robot, ovviamente)

3 minutes ago, freedog said:

esempio banale: quanti maschi fanno cover di canzoni "al femminile"?

E chi lo sa?

Bisognerebbe vedere se ci sono più maschi che fanno cover di canzoni pensate per donne

o donne che fanno cover di canzoni scritte per uomini.

Io mi immagino più Achille Lauro che canta "Gli Uomini non cambiano"

rispetto a Giusy Ferreri che canti "Teorema".

Come ho già scritto è più facile che un maschio etero si metta il rossetto

piuttosto che una donna etero si lasci crescere i baffi.

Saramandasama
1 hour ago, Almadel said:

E chi lo sa?

Bisognerebbe vedere se ci sono più maschi che fanno cover di canzoni pensate per donne

o donne che fanno cover di canzoni scritte per uomini.

Io mi immagino più Achille Lauro che canta "Gli Uomini non cambiano"

rispetto a Giusy Ferreri che canti "Teorema".

Come ho già scritto è più facile che un maschio etero si metta il rossetto

piuttosto che una donna etero si lasci crescere i baffi.

Eppure non si diceva in epoche passate - donna barbuta sempre piaciuta-

 

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