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George Floyd e #BlackLivesMatter


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Un esempio per i romani del forum, l'EUR è un monumento bellissimo, che mi piace molto, degno esempio di architettura razionalista fascista e che imita i templi e la monumentalità della Roma augustea come antenata dell'Italia mussoliniana. Secondo l'iconoclastia BLM bisognerebbe demolirlo proprio per questo.

Alcuni tentativi di iconoclastia li abbiamo avuti anche noi negli anni comunque 

Boldrini che voleva cancellare le scritte dagli obelischi fascisti e le femministe che vogliono la rimozione delle statue di Montanelli 

Voci molto marginali però, i diverbi di solito ci sono stati sulla toponomastica e l'intitolazione delle vie

Edited by Uncanny
1 minute ago, Uncanny said:

Alcuni tentativi di iconoclastia li abbiamo avuti anche noi negli anni comunque 

Comunque su questioni molto più recenti, eh. Non è che ci scaldiamo su Giolitti o Mazzini.

Eccetto i neoborbonici, che sono più che altro pittoreschi, danno un tocco di colore. 

Ritengo semplicemente idiota distruggere tutto quello a portata di mano solo perché costruito in periodo fascista, come ritengo totalmente idiota valutare un periodo storico in maniera totalmente faziosa in modo da rileggere ogni singolo avvenimento esclusivamente con una lente di ingrandimento ideologizzata anche dove non c'è "colpa".

Anche perché se ad ogni passaggio "storico" si fosse sempre distrutta qualsiasi creazione fatta precedentemente, a quest'ora vivremo ancora sulle palafitte disegnando pupazzetti stilizzati nelle caverne.
 

Che poi è un tipo di mentalità decisamente pericolosa anche per la nostra comunità lgbt che ogni volta si trova a dover dire agli altri di dover contestualizzare Mario Mieli nel periodo storico nel quale è vissuto, dato che è un argomento sul quale veniamo attaccati sistematicamente. 
Ci si aspetterebbe la medesima onestà intellettuale applicata nel medesimo modo quando si trattano argomenti storici controversi.

1 minute ago, FreakyFred said:

Comunque su questioni molto più recenti, eh. Non è che ci scaldiamo su Giolitti o Mazzini.

Eccetto i neoborbonici, che sono più che altro pittoreschi, danno un tocco di colore. 

Neoborbonici e sinistra extraparlamentare 

Ho sentito più di una volta tizi da centro sociale inneggiare all'abbattimento delle statue dei Savoia 

Fortunatamente non se li caga nessuno

1 hour ago, Uncanny said:

Ho sentito più di una volta tizi da centro sociale inneggiare all'abbattimento delle statue dei Savoia 

Sicuramente terrona, peccato che i terroni abbiano votato al 70% per i Savoia nel 1946. Pure un sito milanese voleva la rimozione della statua di Vittorio Emanuele II da Piazza Duomo, Madonna che municipalismo.

27 minutes ago, SabrinaS said:

scusa, volevo scrivere la storia, maledetto t9

pensa solo che a settembre vogliono americanizzà (ancor di più) la scuola italica e comincia a metterti paura...

https://www.tecnicadellascuola.it/rientro-tutti-in-presenza-piu-ore-settimanali-per-i-docenti-e-meno-per-gli-alunni-il-compromesso-della-task-force?fbclid=IwAR3usHWxuloejpRX0eMKH3S5Vi3zsrJT0tIzwrO6mEiN-wiDiwyUmcSKQ0w

 

29 minutes ago, Bullfighter4 said:

Come materia esiste😉

Serpente dice che in USA si studia solo la storia americana e pure male a loop in ogni scuola di ordine e grado e le cartine in classe hanno l'america al centro. Solo all'università si studiano cose di altre nazioni o tipo il medioevo, dice lui. 

--------------------------

al cazzo quadrato dell'eur ci vanno gli instagay e le case di moda poracce a fare i set fotografici a tema "city urban post apocalittici minimal". una cosa molto sexy che ho trovato in quel parchetto è l'assenza di ogni qualsivoglia tipo di panchina tanto che a un certo punto mi sono seduto con mio fratello sulle scale zozze vicino al ponte, però c'erano le paperelle. O forse c'erano due panchette ma nascoste per non far accorgere nessuno della loro presenza. Che significa?

comunque un altro esempio di questa moda di cancellare tutto si ha anche nella musica pop tipo Lady Gaga aveva fatto una canzone con R Kelly poi accusato e credo condannato per molestie e robe del genere alla fine molti anni dopo la canzone ufficiale è sparita da Spotify Itunes e compagnia belle e l'album è stato ristampato senza la canzone. 

Edited by SabrinaS
5 minutes ago, SabrinaS said:

al cazzo quadrato dell'eur ci vanno gli instagay e le case di moda poracce

case di moda poracce tipo Fendi? no, perchè l'ha comprato e c'ha la sede legale lì...

8 minutes ago, SabrinaS said:

una cosa molto sexy che ho trovato in quel parchetto è l'assenza di ogni qualsivoglia tipo di panchina tanto che a un certo punto mi sono seduto con mio fratello sulle scale zozze vicino al ponte, però c'erano le paperelle. O forse c'erano due panchette ma nascoste per non far accorgere nessuno della loro presenza. Che significa?

se parli del parchetto sotto il colosseo quadrato (quello vicino al bar Palombini per capirci) è da sempre un posto di battuage & tossici vari abbastanza pericoloso, specie di notte, che ho sempre evitato volentieri;

non mi stupisce abbiano tolto le panchine

Bullfighter4
8 minutes ago, freedog said:

Io sono molto confuso in tutto questo. Gli americani sanno a malapena dove sia l’Italia sul mappamondo, e a parte la pizza, la moda e l’arte se ne fottono altamente di tutto il resto. Gli italiani schifano gli USA ( il cibo fa schifo, la scuola fa schifo, nessun gusto artistico). Ma questa voglia di americanizzazione da dove viene? Non è un tentativo di polemica, ma veramente non capisco perche’ tutte le mode e trends del cazzo che nascono qui dopo qualche mese arrivano inesorabilmente in Italia...

12 minutes ago, SabrinaS said:

Serpente dice che in USA si studia solo la storia americana e pure male a loop in ogni scuola di ordine e grado e le cartine in classe hanno l'america al centro. Solo all'università si studiano cose di altre nazioni o tipo il medioevo, dice lui. 

Il futuro di una nazione dipende dalla qualità delle sue scuole. Non se ne parla molto nei giornali, ma oggi è in corso una battaglia silenziosa a proposito della scuola italiana del futuro, in cui uno dei probabili perdenti sarà il latino. Io ho fatto gli studi secondari al liceo classico perché quello scientifico, che allora era da poco iniziato, non dava ancora molto affidamento. Vi imperava il latino: per otto anni ho dovuto dedicargli anch’io molte ore della settimana. Non l’ho mai amato; mi sono state imposte opere letterarie noiose, di scarsa importanza artistica o storica, invece di altre molto più stimolanti. La sintassi è veramente difficile, e non sempre ben spiegata. Perciò durante quasi tutta la vita ho considerato un handicap di essere stato costretto a studiare tanto latino invece che matematica e fisica, materie su cui ho dovuto faticare più tardi quando mi sono accorto di quanto fossero importanti.

Ventitré anni fa mi sono trasferito in Usa, ed ero all’inizio entusiasta delle scuole secondarie americane. Mi piaceva il fatto che vi si insegnassero materie come economia, psicologia, sociologia, che nel nostro liceo non esistevano. Ma nel seguito ho dovuto rimangiarmi pian piano tutto l’entusiasmo. In realtà, con l’eccezione della storia degli Stati Uniti, quasi tutto il resto viene insegnato in modo estremamente superficiale; e ho dovuto concludere che nelle scuole secondarie americane si impara veramente troppo poco. Vi sono aspetti positivi, ma sono altri.

I ragazzi americani vengono incoraggiati a discutere, e non a restare passivi ad ascoltare, o fingere di ascoltare il professore come avviene da noi, senza esprimere le proprie idee e le proprie critiche. Molto tempo viene dedicato allo sport e ad attività all’ aria aperta, specie di gruppo, che promuovono la cooperazione ed anche la competizione. In alcune scuole di élite esistono corsi speciali, “avanzati”, in cui si possono imparare bene scienze dure, e questi corsi hanno una validità sufficiente da permettere di evitare di seguire, più tardi, corsi equivalenti all’ università.

I corsi veramente obbligatori sono assai pochi. In alcune scuole più ricche vi sono molte possibilità di scelta di corsi facoltativi, di solito di natura pratica (di calcolatori, meccanica di motori, elettronica, cucito, cucina e così via). Intellettualmente però la scuola secondaria americana è assai poco stimolante. Nei confronti internazionali gli studenti americani risultano tra i più arretrati specie in matematica, la materia principe per la tecnologia del futuro.

Il loro quoziente intellettuale è di undici punti più basso dei giapponesi, le cui scuole primarie e secondarie sono le più impegnative del mondo, e sono rese ancor più dure dalla pressione della famiglia sugli studenti, pressione che invece è quasi assente in America. La scuola secondaria americana tende a dare un minimo assoluto di educazione che possa essere acquisito da chiunque, ed il risultato medio è così poco brillante che il primo, e talora anche il secondo anno di quasi qualunque università americana sono dedicati a por rimedio all’ ignoranza degli studenti.

Il successo è solo parziale, ma le conoscenze specializzate acquisite all’università americana sono, in compenso, decisamente superiori a quelle ottenute nelle nostre. Copiare in Europa e in Italia la scuola secondaria americana è quindi un assurdo. Sottrarre lo studio in profondità anche se di una sola materia come il latino, per impartire invece in modo superficiale qualche nozione di psicologia, sociologia ed economica, come viene ora proposto, è una decisione priva di senso. Si può e si deve apprendere che cosa sono gli assegni, i conti correnti in banca, le società per azioni e così via, ma prima, nella scuola media dell’obbligo.

Nella scuola secondaria la scienza non deve essere di qualità deteriore; non bisogna correre il rischio di insegnare una psicologia ed una sociologia di livello paragonabile a quello dei settimanali illustrati. Molto meglio estendere lo studio della scienza dura, la fisica, accompagnata dalla necessaria quantità di matematica. Oggi si può insegnare anche la biologia come materia ricca di idee intelligenti invece che come in passato, quando era una lista di nomi di piante ed animali, di muscoli e di ossa.

La scienza va insegnata come metodo per arrivare alla conoscenza, una lunga e difficile ma spesso emozionante strada alla soluzione di problemi, con una chiara visione dei dubbi e delle incertezze che restano e sempre resteranno. Naturalmente questo richiede professori in media più preparati, libri migliori di quelli esistenti, e la possibilità di fare con le proprie mani degli esperimenti semplici ma interessanti. Il calcolatore offre modi di insegnamento completamente nuovi, orizzonti straordinari.

Una sociologia trita, spesso ridotta alla scienza dell’ ovvio, alla conferma di quello che già tutti sanno, o una psicologia che può risultare di estrema ingenuità per ragazzi smaliziati sono controproducenti. Non è in queste materie che si trovano facilmente occasioni ed esempi per fare della scienza moderna e interessante, se non in certi (rari) esperimenti od osservazioni di psicologia sociale o di etologia che non sono abbastanza numerosi da costituire, da soli, una “materia” da mettere in programma. Meglio insistere soprattutto su discipline veramente ricche di applicazini di quei modelli teorici che sono alla base dei nostri ragionamenti scientifici.

L’ unico vantaggio che vedo in un insegnamento a livello secondario della sociologia o della psicologia, è che possono dare esempi di applicazioni di calcolo della probabilità e di pensiero statistico, di cui vi sarebbe molto bisogno. Ma occorrerebbe un insegnamento raffinato. Un’arte difficile.

Torno al latino. Mi sono reso conto, con qualche ritardo, che la mia reazione di antipatia era sbagliata, dovuta in parte all’amarezza per il mancato insegnamento a un buon livello della matematica e della fisica. Ho avuto nel corso della mia vita anche qualche occasione di fare professionalmente uso delle conoscenze di lingua latina, ma soprattutto ho capito che se ho imparato veramente a ragionare e risolvere problemi difficili nel corso del ginnasio e liceo è stato grazie all’ esperienza di traduzione dal latino.

La traduzione in genere è ancora un’arte molto difficile. Con tutta la ricerca sull’intelligenza artificiale che si fa nel mondo dell’informatica, il problema della traduzione in calcolatore è ancora lungi dall’essere risolto soddisfacentemente. Posso dire che, fra tutte le mie esperienze scolastiche, la traduzione dal latino è stata l’attività più vicina alla ricerca scientifica, cioè alla comprensione di ciò che è sconosciuto. Proprio questo è l’importante: esercitarsi nel procedimento logico-induttivo che è necessario in qualunque ricerca, quel che gli inglesi chiamano l’inferenza scientifica. Il processo di base è lo stesso in tutto il sapere.

Resta poi a fare, per noi italiani, un’altra considerazione. Anche se il fascismo ci ha reso allergici alla rettorica dell’Impero Romano, è sempre vero che una parte importante della cultura europea è di origine latina, e noi italiani ne siamo i discendenti più diretti. La storia politica dell’Italia post-romana non ci ha dato motivi di orgoglio nazionale, o una identità di cui essere fieri come è successo a quasi tutte le altre nazioni europee. Ma la cultura latina è stata di importanza fondamentale per una frazione notevole dell’Europa, e per quella parte della storia culturale italiana di cui possiamo essere più orgogliosi, il Rinascimento, che ne è una filiazione diretta.

Vi è abbastanza “noblesse” nella cultura latina che essa ci “oblige” a non dimenticarla. E’ bene quindi continuare lo studio della sua lingua in profondità non solo per il suo apporto intellettuale, ma anche per quello di natura emotiva. Sostituirlo con materie di nessun impegno è come togliere lo scheletro a un organismo che deve reggersi in piedi e camminare.

Sono convinto che nel mondo del Duemila diventeranno sempre più importanti gli orientali, non perché si riproducono molto – per fortuna stanno smettendo – ma perché sono forti lavoratori e hanno un elevato livello intellettuale, come mostrano i test di intelligenza, per quanto grossolani ed imperfetti essi siano. E non credo ciò sia dovuto a una superiorità genetica degli orientali, ma semplicemente al fatto che, a differenza della maggioranza degli occidentali, studiano moltissimo a scuola.

Vi è poi un altro motivo che io ritengo determinante, e che è simile a quello che ho discusso per il latino: la difficilissima scrittura cinese li impegna a dedicare molto tempo e fatica per imparare migliaia di caratteri. Alcuni popoli orientali l’hanno sostituita con alfabeti di tipo occidentale. Ma i più forti e importanti, i cinesi e i giapponesi hanno preferito persistere nel grosso investimento intellettuale necessario per imparare la scrittura tradizionale. Così possono anche continuare a tener viva una cultura ricchissima di cui sono profondamente e giustamente orgogliosi.

La Repubblica, 27 novembre 1993

 

 

sappiamo che l'italia fa schifo e quindi siamo esterofili ma noi importiamo dagli altri paesi tutto ciò che fa schifo in genere o che giustificano i nostri difetti così non dobbiamo mai farci i conti e metterci in discussione quindi è una esterofilia fine a se stessa,

per esempio Putin, il sovranismo di Trump, il debito pubblico anni 80 (quanto erano belli...gioia) i queer, marine le pen, mcdonald, la cina (ma non sempre, dipende) mai che copiamo tipo la merkel o la scalata nei diritti sociali e civili, il welfare state del canada o nord europa.

è come se io fossi nato col cazzo piccolissimo e invece di prendere atto del fatto che ho un cazzetto e puntare su altre qualità, creassi tutta una narrazione in cui mi dico e dico agli altri che i cinesi ce l'hanno piccolo e che forse io ce l'ho piu grosso di almeno un cinese. Per cui non è io che ho un difetto, anzi ce l'ho lungo.

Edited by SabrinaS
Bullfighter4
9 minutes ago, Serpente said:

Il futuro di una nazione dipende dalla qualità delle sue scuole. Non se ne parla molto nei giornali, ma oggi è in corso una battaglia silenziosa a proposito della scuola italiana del futuro, in cui uno dei probabili perdenti sarà il latino. Io ho fatto gli studi secondari al liceo classico perché quello scientifico, che allora era da poco iniziato, non dava ancora molto affidamento. Vi imperava il latino: per otto anni ho dovuto dedicargli anch’io molte ore della settimana. Non l’ho mai amato; mi sono state imposte opere letterarie noiose, di scarsa importanza artistica o storica, invece di altre molto più stimolanti. La sintassi è veramente difficile, e non sempre ben spiegata. Perciò durante quasi tutta la vita ho considerato un handicap di essere stato costretto a studiare tanto latino invece che matematica e fisica, materie su cui ho dovuto faticare più tardi quando mi sono accorto di quanto fossero importanti.

Ventitré anni fa mi sono trasferito in Usa, ed ero all’inizio entusiasta delle scuole secondarie americane. Mi piaceva il fatto che vi si insegnassero materie come economia, psicologia, sociologia, che nel nostro liceo non esistevano. Ma nel seguito ho dovuto rimangiarmi pian piano tutto l’entusiasmo. In realtà, con l’eccezione della storia degli Stati Uniti, quasi tutto il resto viene insegnato in modo estremamente superficiale; e ho dovuto concludere che nelle scuole secondarie americane si impara veramente troppo poco. Vi sono aspetti positivi, ma sono altri.

I ragazzi americani vengono incoraggiati a discutere, e non a restare passivi ad ascoltare, o fingere di ascoltare il professore come avviene da noi, senza esprimere le proprie idee e le proprie critiche. Molto tempo viene dedicato allo sport e ad attività all’ aria aperta, specie di gruppo, che promuovono la cooperazione ed anche la competizione. In alcune scuole di élite esistono corsi speciali, “avanzati”, in cui si possono imparare bene scienze dure, e questi corsi hanno una validità sufficiente da permettere di evitare di seguire, più tardi, corsi equivalenti all’ università.

I corsi veramente obbligatori sono assai pochi. In alcune scuole più ricche vi sono molte possibilità di scelta di corsi facoltativi, di solito di natura pratica (di calcolatori, meccanica di motori, elettronica, cucito, cucina e così via). Intellettualmente però la scuola secondaria americana è assai poco stimolante. Nei confronti internazionali gli studenti americani risultano tra i più arretrati specie in matematica, la materia principe per la tecnologia del futuro.

Il loro quoziente intellettuale è di undici punti più basso dei giapponesi, le cui scuole primarie e secondarie sono le più impegnative del mondo, e sono rese ancor più dure dalla pressione della famiglia sugli studenti, pressione che invece è quasi assente in America. La scuola secondaria americana tende a dare un minimo assoluto di educazione che possa essere acquisito da chiunque, ed il risultato medio è così poco brillante che il primo, e talora anche il secondo anno di quasi qualunque università americana sono dedicati a por rimedio all’ ignoranza degli studenti.

Il successo è solo parziale, ma le conoscenze specializzate acquisite all’università americana sono, in compenso, decisamente superiori a quelle ottenute nelle nostre. Copiare in Europa e in Italia la scuola secondaria americana è quindi un assurdo. Sottrarre lo studio in profondità anche se di una sola materia come il latino, per impartire invece in modo superficiale qualche nozione di psicologia, sociologia ed economica, come viene ora proposto, è una decisione priva di senso. Si può e si deve apprendere che cosa sono gli assegni, i conti correnti in banca, le società per azioni e così via, ma prima, nella scuola media dell’obbligo.

Nella scuola secondaria la scienza non deve essere di qualità deteriore; non bisogna correre il rischio di insegnare una psicologia ed una sociologia di livello paragonabile a quello dei settimanali illustrati. Molto meglio estendere lo studio della scienza dura, la fisica, accompagnata dalla necessaria quantità di matematica. Oggi si può insegnare anche la biologia come materia ricca di idee intelligenti invece che come in passato, quando era una lista di nomi di piante ed animali, di muscoli e di ossa.

La scienza va insegnata come metodo per arrivare alla conoscenza, una lunga e difficile ma spesso emozionante strada alla soluzione di problemi, con una chiara visione dei dubbi e delle incertezze che restano e sempre resteranno. Naturalmente questo richiede professori in media più preparati, libri migliori di quelli esistenti, e la possibilità di fare con le proprie mani degli esperimenti semplici ma interessanti. Il calcolatore offre modi di insegnamento completamente nuovi, orizzonti straordinari.

Una sociologia trita, spesso ridotta alla scienza dell’ ovvio, alla conferma di quello che già tutti sanno, o una psicologia che può risultare di estrema ingenuità per ragazzi smaliziati sono controproducenti. Non è in queste materie che si trovano facilmente occasioni ed esempi per fare della scienza moderna e interessante, se non in certi (rari) esperimenti od osservazioni di psicologia sociale o di etologia che non sono abbastanza numerosi da costituire, da soli, una “materia” da mettere in programma. Meglio insistere soprattutto su discipline veramente ricche di applicazini di quei modelli teorici che sono alla base dei nostri ragionamenti scientifici.

L’ unico vantaggio che vedo in un insegnamento a livello secondario della sociologia o della psicologia, è che possono dare esempi di applicazioni di calcolo della probabilità e di pensiero statistico, di cui vi sarebbe molto bisogno. Ma occorrerebbe un insegnamento raffinato. Un’arte difficile.

Torno al latino. Mi sono reso conto, con qualche ritardo, che la mia reazione di antipatia era sbagliata, dovuta in parte all’amarezza per il mancato insegnamento a un buon livello della matematica e della fisica. Ho avuto nel corso della mia vita anche qualche occasione di fare professionalmente uso delle conoscenze di lingua latina, ma soprattutto ho capito che se ho imparato veramente a ragionare e risolvere problemi difficili nel corso del ginnasio e liceo è stato grazie all’ esperienza di traduzione dal latino.

La traduzione in genere è ancora un’arte molto difficile. Con tutta la ricerca sull’intelligenza artificiale che si fa nel mondo dell’informatica, il problema della traduzione in calcolatore è ancora lungi dall’essere risolto soddisfacentemente. Posso dire che, fra tutte le mie esperienze scolastiche, la traduzione dal latino è stata l’attività più vicina alla ricerca scientifica, cioè alla comprensione di ciò che è sconosciuto. Proprio questo è l’importante: esercitarsi nel procedimento logico-induttivo che è necessario in qualunque ricerca, quel che gli inglesi chiamano l’inferenza scientifica. Il processo di base è lo stesso in tutto il sapere.

Resta poi a fare, per noi italiani, un’altra considerazione. Anche se il fascismo ci ha reso allergici alla rettorica dell’Impero Romano, è sempre vero che una parte importante della cultura europea è di origine latina, e noi italiani ne siamo i discendenti più diretti. La storia politica dell’Italia post-romana non ci ha dato motivi di orgoglio nazionale, o una identità di cui essere fieri come è successo a quasi tutte le altre nazioni europee. Ma la cultura latina è stata di importanza fondamentale per una frazione notevole dell’Europa, e per quella parte della storia culturale italiana di cui possiamo essere più orgogliosi, il Rinascimento, che ne è una filiazione diretta.

Vi è abbastanza “noblesse” nella cultura latina che essa ci “oblige” a non dimenticarla. E’ bene quindi continuare lo studio della sua lingua in profondità non solo per il suo apporto intellettuale, ma anche per quello di natura emotiva. Sostituirlo con materie di nessun impegno è come togliere lo scheletro a un organismo che deve reggersi in piedi e camminare.

Sono convinto che nel mondo del Duemila diventeranno sempre più importanti gli orientali, non perché si riproducono molto – per fortuna stanno smettendo – ma perché sono forti lavoratori e hanno un elevato livello intellettuale, come mostrano i test di intelligenza, per quanto grossolani ed imperfetti essi siano. E non credo ciò sia dovuto a una superiorità genetica degli orientali, ma semplicemente al fatto che, a differenza della maggioranza degli occidentali, studiano moltissimo a scuola.

Vi è poi un altro motivo che io ritengo determinante, e che è simile a quello che ho discusso per il latino: la difficilissima scrittura cinese li impegna a dedicare molto tempo e fatica per imparare migliaia di caratteri. Alcuni popoli orientali l’hanno sostituita con alfabeti di tipo occidentale. Ma i più forti e importanti, i cinesi e i giapponesi hanno preferito persistere nel grosso investimento intellettuale necessario per imparare la scrittura tradizionale. Così possono anche continuare a tener viva una cultura ricchissima di cui sono profondamente e giustamente orgogliosi.

La Repubblica, 27 novembre 1993

 

 

Pur essendo d’accordo su moltissime cose...ma questa lettera/articolo e’ del 1993?

per esempio io che al liceo ho fatto greco e latino ma per fortuna era PNI quindi avevo anche tutto il programma delle scienze dello scientifico con fisica, biologia, chimica e geografia astronomica base, in USA uscito dal liceo sarei stato praticamente un post bachelor in ancient languages and history (trovami un americano che sa tradurre dal greco e dal latino in italiano/inglese) con una infarinatura di ingegneria del primo anno rispetto agli altri students delle high school, in italia invece il diploma del classico è cosi inutile che mia madre l'ha perfino perso qualche anno fa quando ha tinteggiato il soggiorno 

perche da noi alla fine contano i pezzi di carta e le raccomandazioni e non quanta conoscenza hai per esempio nei concorsi. 

Edited by SabrinaS

Saltata un'altra statua di Colombo a Boston 

Prima decapitata, poi rimossa

"Mayor Marty Walsh said it will be put in storage and there will now be conversations about the “historic meaning” of the incident and whether it will ever go back up"

columbus.thumb.jpg.0971cc543467ed3921f10c2e7ac2ce4c.jpg

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https://boston.cbslocal.com/2020/06/10/christopher-columbus-statue-beheaded-boston-massachusetts/

Edited by Uncanny

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