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Giovanni Tria scioc: "L'Italia rischia di diventare il Venezuela", nessuno se lo sarebbe aspettato dopo la sua esperienza come ministro economico del governo del cambiamento Conte I


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"Se l'Italia diventa il Venezuela, chi investirà?". Intervista a Giovanni Tria

“La comunità internazionale avverte il rischio legale di fare investimenti da noi" dice l'ex ministro dell'Economia allarmato per la gestione del caso Autostrade. "Statalizzazione? Aspi non diventerà proprietà dello Stato e anche Cdp è sottoposta a regole"

“La comunità internazionale avverte ormai il rischio legale di fare investimenti in Italia”. L’ex ministro dell’Economia, Giovanni Tria fa suonare l’allarme rosso sulla gestione del dossier Autostrade da parte del Governo. E mentre tutti festeggiano e cantano vittoria per la soluzione trovata in Cdm, lancia l’altolà sul pericolo che nel nostro Paese ci sia una “gestione venezuelana” dell’economia e che si facciano annunci troppo prematuri su questioni che hanno una risonanza difficilmente controllabile, con ripercussioni anche sulle tasche dei risparmiatori e dei contribuenti.

Professor Tria, come giudica la soluzione trovata sul dossier Autostrade?

Quello che vedo, ed è preoccupante, è il modo in cui si sta procedendo in questo accordo. Il titolo Atlantia vola oltre il 20 per cento, mentre l’altro giorno era crollato del 15%. Lei si immagina cosa vuol dire questo sui mercati? Stiamo parlando di società quotate, sono cose che lasciano perplessi. Una volta si muovevano controllori per valutazioni di responsabilità di queste oscillazioni di mercato.

Si riferisce alle recenti dichiarazioni di Conte contro la famiglia Benetton? 

Interventi della politica, che addirittura parla degli azionisti, mi pare siano fuori dalla normalità. Credo che ci sia un problema di sistema. Poi su quale sarà la soluzione futura, siccome stiamo parlando di società quotate, Atlantia nel caso specifico, le responsabilità sono delle società. Gli azionisti si nominano solo se ci sono profili penali. Qui c’è un problema di reputazione italiana per gli investitori internazionali e ne usciremo certamente danneggiati, al di là di quello che accadrà ad Autostrade.

Ci spieghi meglio, non dovevano essere tirati in ballo i Benetton?

Se c’è una società che risponde dei danni fatti, cioè Autostrade, c’è la magistratura che può accertare se ci siano effettivamente queste responsabilità e ancora non è stato accertato niente da questo punto di vista, quindi non è che la politica può ordinare, in modo diretto o indiretto, se una società può avere un azionista piuttosto che un altro. Poi io con i Benetton non ho nulla a che fare e non mi interessa questo, ma noto il modo anomalo con cui questa vicenda è stata gestita, tanto che ha fatto oscillare i mercati, forse facendo anche guadagnare qualcuno. Ci sono perplessità espresse anche da vari fondi internazionali sul modo in cui è stata condotta la vicenda.

Dentro Autostrade entrerà Cdp, di fatto diventerebbe una public company.Ci aiuta a capire tecnicamente cosa significa?

L’importante è come ci si arriva. La Cdp, all’86 per cento di proprietà del Ministero dell’Economia, cioè dello Stato, deve rispondere anch’essa a delle regole. Essa utilizza il risparmio postale e uno dei suoi problemi è che deve rimanere fuori dal perimetro delle amministrazioni pubbliche. Quindi l’uso di Cdp deve sempre tener conto di questo.

E se Cdp venisse inclusa nell’ambito delle amministrazioni pubbliche?

Be’, in quel caso sarebbero guai per l’Italia e anche per le visure del debito italiano. Se accadesse questo, Cdp dovrà comprare azioni e ci sarà un costo di esse che dipende dalle sue valutazioni di mercato e che a loro volta dipendono dal rendimento di Autostrade, che a sua volta dipende dal tipo di concessioni e di modifiche che verranno fatte alla concessione di cui usufruisce attualmente Autostrade. Quel che è certo è che Autostrade usufruiva di concessioni eccessivamente favorevoli, ma questa è una responsabilità di chi ha firmato quelle concessioni. Così come ci sono responsabilità sui controlli sull’operato dell’azienda da parte dei ministeri competenti. Sono cose che verranno accertate dalla magistratura, noi non possiamo dire nulla. 

In definitiva dal Cdm niente revoca.

C’è un accordo consensuale quindi nulla da dire. Se l’azionista che controlla Autostrade accetta un accordo, essendo una società privata è libera di farlo. Quello che rilevo, come già detto, è che bisogna stare attenti quando si parla.

Il passaggio che segna l’avvio della nuova fase, con l’ingresso dello Stato, avverrà attraverso un aumento di capitale dedicato che gli garantirà il controllo. Soci graditi a Cdp potranno comprare quote da Atlantia.

Io ricordo che Atlantia è una società quotata a cui non si possono dare ordini. Con Autostrade è diverso, però finora il controllo è di Atlantia, quindi è Atlantia che deve decidere cosa fare e lì dentro ci sono grandi fondi internazionali, non solo i Benetton. Qui non si sta parlando di persone ma di società.

Ci aiuti a capire se l’ingresso di Cdp è di fatto una statalizzazione.

Statalizzazione significa che è proprietà dello Stato. La Cdp è di proprietà dello Stato all’86 per cento, quindi se ne controlla il 51 per cento, Autostrade è una partecipata con controllo pubblico. Non c’è però lo Stato direttamente dentro, perché comunque Cdp non è l’amministrazione pubblica.

Il secondo passaggio, secondo l’intesa, sarà lo scorporo, cioè tirare fuori Autostrade dal perimetro di Atlantia. Ogni socio di Atlantia avrà la sua quota direttamente in Autostrade. Così i Benetton, che hanno un terzo di Atlantia, si ritroveranno ad avere in mano meno del 10% di Autostrade.

Il processo è discutibile solo se queste decisioni non sono prese attraverso il Cda di Atlantia, ma attraverso pressioni che devono per forza avere una base giuridica, altrimenti significa che grandi investitori che stanno dentro Atlantia si trovano a dover affrontare una sua crisi. Se si smettesse di parlare di Benetton, ma delle società, sarebbe meglio e sarebbe più chiaro da un punto di vista delle norme e delle regole che governano i mercati azionari.

Quindi una volta fatto il patto dell’alba in Cdm, poi si risponde alle regole del mercato.

Be’, non siamo il Venezuela, anche se per certi aspetti a volte sembra. Gli investitori internazionali si sentono molto esposti e poco sicuri nel nostro Paese.

Sono a rischio i soldi dei risparmiatori postali che utilizza Cdp in questa operazione?

Se vengono utilizzati bene e in modo redditizio non sono a rischio, se sono utilizzati male, sono utilizzati male.

Se fosse ancora ministro, cosa avrebbe fatto? Qui si vendono grandi battaglie in nome del popolo che poi rischia di pagare il popolo stesso.

Sarei stato più prudente nel parlare perché le dichiarazioni, gli attacchi politici, provocano danni o benefici nel mercato azionario artificialmente.

 

secondo voi è vero o sono solo menzogne del complotto troiko - ruttiano neomerkeliano-sorosiano?

(huffington post)

Rischiamo di diventare come il Venezuela? 

Sì, la direzione che il paese ha preso è quella. 

E la colpa non è della politica, chiaramente. 

2 hours ago, marco7 said:

L'italia e' gia' il venezuela dell'europa.

In realtà non è così, Marco. Il tenore di vita dell'italiano medio è (ancora) molto elevato, in linea e persino un po' superiore a quello di diverse nazioni occidentali.

9 hours ago, marco7 said:

L'italia e' gia' il venezuela dell'europa.

L'Italia ha un tasso d'inflazione a 1% mentre il Venezuela è circa 200 volte lo stesso, in Italia c'è una instabilità politica mentre in Venezuela c'è un Presidente dittatore da anni.

A Caracas la notte c'è il coprifuoco mentre noi andiamo al ristorante, in Venezuela ha un tasso di criminalità addirittura esponenziale rispetto all'Italia.

In cosa l'Italia sarebbe il Venezuela?

9 hours ago, ldvrsp said:

Rischiamo di diventare come il Venezuela? 

Sì, la direzione che il paese ha preso è quella. 

E la colpa non è della politica, chiaramente. 

Fatemi capire poichè leviamo un monopolio de facto regalato ad un privato siamo il Venezuela?

Se cade un ponte di migliaia di tonnellate in testa ai cittadini di una delle più popolose città d'Italia di chi è la responsabilità?

Inoltre ricordo che la Edizione Holding controlla, TUTTE ma dico TUTTE le stazioni dei capoluoghi italiani, controlla l'aeroporto di Roma Fiumicino, le autostrade e addirttura anche tutte le sue stazioni di servizio. Stranamente in questo regime di grande "Concorrenza", i signori Benetton hanno guadagnato una barca di soldi. Sai qual è l'unica azienda che va male nella galassia Benetton? la United Colors, troppa la concorrenza di Zara e HeM, abituati ad agire da monopolisti.

Questa situazione sta per finire, se l'Italia non cresce è grazie a questi PRENDITORI, che sfruttano i monopoli, limitano la concorrenza e con i soldi che guadagnano vanno a fare compere all'estero, vedi Atlantia Abertis.

Quindi più che imprenditori i Benetton stanno allo Stato italiano come gli oligarghi russi stanno a Putin. Queste figure non producono più ricchezza, un pò come gli Agnelli che da quando sono stati motore di sviluppo, adesso prendono anche soldi in prestito dall'Italia per foraggiare le loro società in Usa e in Olanda.
Abbiamo bisogno di valorizzare una nuova classe imprenditoriale e riportare almeno sulla terra quelli storici.

In tale contesto, spiace dirlo, ma i Berlusconi sono gli imprenditori più "seri" forse perchè legati alla politica.

Edited by Iron84
2 hours ago, Iron84 said:

Questa situazione sta per finire, se l'Italia non cresce è grazie a questi PRENDITORI, che sfruttano i monopoli, limitano la concorrenza e con i soldi che guadagnano vanno a fare compere all'estero, vedi Atlantia Abertis.

Un'analisi semplice di un problema complesso quale il nostro tracollo finanziario. Che le tue tesi siano corrette o meno, il tuo atteggiamento è certamente parte del problema. Senza sforzarmi troppo, riesco a pensare a una dozzina di altre sfaccettature:

  • costanti operazioni di sterile compravendita di voti/ assistenzialismo; 
  • incapacità politica di progettualità sul lungo termine a causa della perenne instabilità politica;
  • crollo delle nascite, accompagnato dall'emigrazione di cittadini altamente qualificati e da sentimenti anti-immigrazione; 
  • politiche che scoraggiano gli investimenti esteri; 
  • proliferazione dell'analfabetismo funzionale causato da un apparato dell'istruzione fossilizzato;
  • perpetuo supporto a fragilissime aziende di infime dimensioni che non investono in innovazione e ricerca;
  • incapacità culturale di lavorare in modo sistematico e preventivo, in un costante stato di emergenzialismo.

Non voglio necessariamente associarti al fenomeno perché non ti conosco, ma il modo in cui ti esprimi è riconducibile alla classica invettiva populista del "noi contro le elite", rassicurante proprio perché semplice e capace di proiettare esternamente tutte le responsabilità, che sono dei poteri forti, di Soros, della Libia, dell'UE. E questo è ciò che mi trova d'accordo con l'affermazione alla base del topic, perché non solo siamo sommersi da problemi, ma chi urla più forte che "i problemi non esistono, è colpa dei mulini a vento" trionfa in politica. La nave sta affondando.

Edited by wwspr
2 hours ago, Iron84 said:

In cosa l'Italia sarebbe il Venezuela?

Sul fatto che l'italia e' l'ultima d'europa per crescita del pil. Se tu togliessi l'italia dall'EU l'inflazione in italia schizzerebbe a due cifre.

Sul fatto che l'italia e' l'ultima d'europa per crescita del pil. Se tu togliessi l'italia dall'EU l'inflazione in italia schizzerebbe a due cifre.
Si dice dalle mie parti che se mio nonno avesse cinque palle sarebbe un flipper
Un'analisi semplice di un problema complesso quale il nostro tracollo finanziario. Che le tue tesi siano corrette o meno, il tuo atteggiamento è certamente parte del problema. Senza sforzarmi troppo, riesco a pensare a una dozzina di altre sfaccettature:
  • costanti operazioni di sterile compravendita di voti/ assistenzialismo; 
  • incapacità politica di progettualità sul lungo termine a causa della perenne instabilità politica;
  • crollo delle nascite, accompagnato dall'emigrazione di cittadini altamente qualificati e da sentimenti anti-immigrazione; 
  • politiche che scoraggiano gli investimenti esteri; 
  • proliferazione dell'analfabetismo funzionale causato da un apparato dell'istruzione fossilizzato;
  • perpetuo supporto a fragilissime aziende di infime dimensioni che non investono in innovazione e ricerca;
  • incapacità culturale di lavorare in modo sistematico e preventivo, in un costante stato di emergenzialismo.
Non voglio necessariamente associarti al fenomeno perché non ti conosco, ma il modo in cui ti esprimi è riconducibile alla classica invettiva populista del "noi contro le elite", rassicurante proprio perché semplice e capace di proiettare esternamente tutte le responsabilità, che sono dei poteri forti, di Soros, della Libia, dell'UE. E questo è ciò che mi trova d'accordo con l'affermazione alla base del topic, perché non solo siamo sommersi da problemi, ma chi urla più forte che "i problemi non esistono, è colpa dei mulini a vento" trionfa in politica. La nave sta affondando.
Il problema sono anche le persone come te che per ogni opinione espressa tirano fuori una tiritera di deduzioni che non la si finisce più. Siamo persone non figurine e anche tu lo sei non fare la sensitiva.

É come se io dicessi sono favorevole ai crocifissi a scuola e tu da questa idea deduci che io sia cattolico,omofobo sessuofobico, democristiano ecc.

Calmi! Qui parliamo della storia del Benetton o dei Collanino,della razza bresciana, parliamo di tutti quella gente che ha fatto affari con le privatizzazioni Italiane con i risultati che vediamo.

Questi sono fatti, semmai difendimi i Benetton, i Collanino o altri. Tutte le tue deduzioni sul mio pensiero tienitele per te , magari parlandone potrai confutare o meno i tuoi pregiudizi.

Sul discorso di tenere in piedi aziende decotte con me sfondi una porta aperta figurati ma ripeto tutti i problemi da te elencati c erano prima e ci sono ancora.
Perché prima si cresceva e adesso no? Io più volte ho dato una mia teoria voi datemi la vostra .


2 hours ago, Iron84 said:

Perché prima si cresceva e adesso no?

COVID. A parte il fatto che non so di quale crescita parli, siccome mi sembra che da decenni rasentassimo il +0% di PIL, e che comunque fossimo fra i fanalini di coda europei.

Ho già specificato che le mie non volevano essere insinuazioni, come non vorrei insinuare che l'ottimismo sia un lusso che soltanto i vecchi e i dipendenti pubblici possono permettersi. Gli altri devono convivere con le conseguenze di tanta leggerezza.

Edited by wwspr

Naturalmente serve più Stato, più assistenza, più pensioni, più socialismo, ed ovviamente è tutta colpa della UE, del libberismo, della finanza ammericana, dei crukki. 

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Non ho capito cosa c'entri il Venezuela con la nazionalizzazione - la chiamo così per semplicità - delle autostrade 

È il solito paragone da liberisti ideologici per cui ogni forma di protagonismo dello Stato è socialismo. Un po' come i repubblicani americani che vedono il Venezuela nella sanità pubblica e universale

Le autostrade sono un asset strategico che opera in regime di monopolio, non di libera concorrenza. La nazionalizzazione è doverosa 

Il principio di libera concorrenza, in un quadro regolamentato e controllato, è sacrosanto. Ma in questo caso mancano proprio i presupposti

I Benetton poi andavano estromessi a prescindere vista la loro gestione scandalosa nonostante le condizioni contrattuali favorevolissime. Continuo a chiedermi di che droghe si facesse d'Alema 

5 hours ago, wwspr said:

COVID. A parte il fatto che non so di quale crescita parli, siccome mi sembra che da decenni rasentassimo il +0% di PIL, e che comunque fossimo fra i fanalini di coda europei.

Ho già specificato che le mie non volevano essere insinuazioni, come non vorrei insinuare che l'ottimismo sia un lusso che soltanto i vecchi e i dipendenti pubblici possono permettersi. Gli altri devono convivere con le conseguenze di tanta leggerezza.

Cerco di spiegarmi meglio allora.
Lo sviluppo economico dell'Italia, il boom è stato guidato da alcune grandi famiglie di imprenditori, dai Falck agli Agnelli, passando per gli Olivetti fino ai Pirelli. Indubbiamente esisteva una presenza molto forte dello Stato con l'IRI ma è stato un sistema che ha funzionato.

QUalcosa si è rotto, oguno può dire la sua, ma qualcosa si è rotto e di certo quella classe imprenditoriale che , per sua convenienza beninteso, ha investito in Italia tramite anche rapporti politici e clientelari (quindi non sto dicendo "si stava meglio quando si stava peggio") garantiva uno sviluppo.
Oggi quegli stessi "grandi" imprenditori hanno spesso delocalizzato produzioni, spostato sede legali all'estero pur mantenendo gli stessi rapporti e le stesse sovvenzioni.

Ecco, io in personaggi come i Benetton ci vedo non il problema ma di certo un aspetto del problema.

credo che nelle nazioni civili si facciano prima i processi, poi si da la colpa a qualcuno e poi magari levi le concessioni. Poi tra Alitalia, Atac, Autostrade, Trenitalia, Trenord.... c'è un conflitto di interesse grandissimo dato che tutte queste cose dovrebbero andare in concorrenza tra loro per proporre i migliori voli, i migliori treni e i migliori percorsi su gomma a prezzi convenienti invece così c'è da giocare parecchio a piacimento. Che poi quella non fu una liberalizzazione ma un passaggio di potere dal governo alla famiglia vassalla Benetton, così come avviene in altri campi. Meno male che Conte è professore di diritto. Poi il Movimento Cinque Stelle che fa riferimento a una società privata, fa ridere quando vuole nazionalizzare. 

Edited by SabrinaS
1 hour ago, Iron84 said:

Cerco di spiegarmi meglio allora.
Lo sviluppo economico dell'Italia, il boom è stato guidato da alcune grandi famiglie di imprenditori, dai Falck agli Agnelli, passando per gli Olivetti fino ai Pirelli. Indubbiamente esisteva una presenza molto forte dello Stato con l'IRI ma è stato un sistema che ha funzionato.

QUalcosa si è rotto, oguno può dire la sua, ma qualcosa si è rotto e di certo quella classe imprenditoriale che , per sua convenienza beninteso, ha investito in Italia tramite anche rapporti politici e clientelari (quindi non sto dicendo "si stava meglio quando si stava peggio") garantiva uno sviluppo.
Oggi quegli stessi "grandi" imprenditori hanno spesso delocalizzato produzioni, spostato sede legali all'estero pur mantenendo gli stessi rapporti e le stesse sovvenzioni.

Ecco, io in personaggi come i Benetton ci vedo non il problema ma di certo un aspetto del problema.

L'azienda municipalizzata dei trasporti di Salerno è penosa!

1 hour ago, SabrinaS said:

credo che nelle nazioni civili si facciano prima i processi, poi si da la colpa a qualcuno e poi magari levi le concessioni. Poi tra Alitalia, Atac, Autostrade, Trenitalia, Trenord.... c'è un conflitto di interesse grandissimo dato che tutte queste cose dovrebbero andare in concorrenza tra loro per proporre i migliori voli, i migliori treni e i migliori percorsi su gomma a prezzi convenienti invece così c'è da giocare parecchio a piacimento. Che poi quella non fu una liberalizzazione ma un passaggio di potere dal governo alla famiglia vassalla Benetton, così come avviene in altri campi. Meno male che Conte è professore di diritto. Poi il Movimento Cinque Stelle che fa riferimento a una società privata, fa ridere quando vuole nazionalizzare. 

In realtà questo è vero ma come è vero che è sempre stato chiarissimo che i Benetton sono stati foraggiati da diversi gruppi politici, trasversali, per godere di posizioni di favore.

Allora vi faccio due esempi di quello che dico e documentatevi su internet correggendomi se ho detto delle inesattezze. Io non trovo di per sè sbagliato che una forza politica abbia imprenditori di riferimento, di principio lo è, ma per concetti di realpolitik ci può anche stare, purchè gli imprenditori che vengono contattati siano persone quantomeno affidabili. Ti faccio il bando ad hoc però tu il lavoro lo finisci nei tempi opportuni ecc.

Esempio1

Il caso Benetton Aeroporti di Roma. I Benetton entrano di forza nell'azionariato di Gemina azienda che controlla gli ADR, nel frattempo acquistano i terreni non edificabili vicino l'aeroporto per poi proporre un piano di ingrandimento di Fiumicino che si estenda proprio su quei terreni. Il problema è che quei terreni non sono edificabili quindi vanno resi come tali, una volta diventati appetibili, vengono ceduti dai Benetton agli Aeroporti di Roma ad un prezzo giustamente molto elevato. Furberie simili non solo sono eticamente scorrette e giuridicamente al limite della legalità ma hanno il problema di fondo di rallentare lo sviluppo dell'unico scalo aeroportuale italiano intercontinentale. Poi iniziano i processi, che già di per sè sono lenti e via così, una nazione che vive anche di turismo si trova ad avere un'infrastruttura strategica non pienamente sfruttata a dovere o che deve subire rallentamenti perchè gli azionisti di turno devono fare affari.

Esempio 2

La privatizzazione della Telecom Italia. Telecom Italia era una multinazionale che fino a 20 anni fa operava in 46 paesi del mondo. Era un'azienda che fatturava 27 miliardi di euro operativa in tutto il mondo.
Il governo di allora la privatizza per 100.000 miliardi di lire ad un gruppo di (Im)prenditori bresciani e Collanino che si riuniscono in un gruppo lussemburghese che aveva la maggioranza di un'azienda che aveva la quota di controllo di Olivetti che aveva alla fine il controllo di Telecom ITalia in un sistema di scatole cinesi. Collanino vendette per 15.000 miliardi la Omnitel al gruppo Vodafone e insieme ad altri soci mise circa 25.000 miliardi gli altri se li fece finanziare dalla banche.

L'Olivetti era già un'azienda che senza Omnitel non fatturava nulla, in pratica l'Olivetti si indebitò per una cifra di circa 70 volte il suo fatturato. QUale banca ti finanzia tanto? Molte in quanto la Telecom era ricca e grazie agli utili avrebbero potuto ripagare il debito.
Però se tutti gli utili dell'azienda ripagavano il debito loro cosa ci guadagnavano? Ecco che negli anni si è proceduto allo spezzatino dell'azienda che ora resta solo in Italia e Brasile.

Morale della favola? Mentre tutti i grandi paesi del mondo hanno grandi gruppi di telecom, la Spagna con Telefonica, France Telecom, British Telecom e VOdafone per gli UK, Detusche Telecom ecc. Telecom Italia adesso fattura poco più della metà di 30 anni fa, e grande un terzo delle sue competitor europee e soprattutto è oggetto di appetito di aziende straniere per cui lo Stato è dovuto intervenire.

Ecco quando parlo di classe imprenditoriale. Esiste un problema? A mio avviso si, è l'unico? Ovvio che no, lo Stato è la risposta? Se dicessi si sarei antistorico.

27 minutes ago, Serpente said:

L'azienda municipalizzata dei trasporti di Salerno è penosa!

DI Salerno? E non hai visto l'Anm di Napoli, tolte metro e funicolari a confronto l'Atac è la municipalizzata dei trasporti di Londra.

Non voglio addentrarmi nei dettagli tecnici della gestione del dossier Autostrade perché non ne ho le competenze, posso solo rilevare alcune criticità nelle modalità di comunicazione scelte dal governo. 

Anzitutto si è voluto creare un capro espiatorio nei Benetton. I quali, secondo me, non sono nemmeno i maggiori colpevoli dei problemi che sono emersi. Essi sono solo imprenditori senza etica, impegnati ad estrarre tutto il denaro possibile da qualsivoglia situazione (rendita), disinteressati delle conseguenze del loro modo di agire. Non conosciamo i contratti, i dettagli, ma: qualora i contratti consentissero in qualche modo ai concessionari di agire nel modo verificatosi, la colpa ultima è dei funzionari, e relativi ministri, che hanno formalizzato gli accordi; qualora non lo consentissero, è oltremodo grave che tali condotte illegali non siano state prontamente stroncate dalle pubbliche autorità competenti e preposte. Questo, solo per significare come gli azionisti di Atlantia non dovrebbero essere denunciati all'opinione pubblica quali principali (quando non esclusivi) responsabili della situazione. Naturalmente con questo non voglio difenderli. **

Il fatto è che i Benetton hanno da subito costituito il bersaglio perfetto contro cui la politica ha potuto dirigere la rabbia: antipatici, ricchi, imprenditori, dal profilo internazionale, quindi non legati alla realtà provincialotta del microcosmo italico, e via discorrendo.

Il governo ha mostrato al pubblico una vittoria (vera o presunta) della politica sul ricco imprenditore, di una determinazione politica che sopravanza, anticipa e scavalca il funzionamento (opinabile, per carità) della giustizia, verso il privato, presunto colpevole. lo ha fatto mediaticamente, con frequentissime dichiarazioni, incitazioni, bracci di ferro spettacolari e spettacolarizzati, e prove muscolari, facendo leva sull'astio popolare, sul desiderio di giustizia sommaria purché rapida, sull'invidia sociale.

Il problema è che, tra gli spettatori, non vi sono solo gli elettori con la bava alla bocca, ma anche tante altre entità, forse un pochino più determinanti per l'economia del paese, che contestualmente osservano anche le modalità di gestione della questione acciaierie, Alitalia, gestione economica delle fasi a venire, e simili. E purtroppo notano che alcune delle ideologie che si sono palesate nella gestione Autostrade sono profondamente radicate in ampia parte della politica italiana, bipartisan, che vengono messe in pratica senza timore per le conseguenze, e naturalmente che sono sempre più diffuse ed abbracciate dalla popolazione, che di fatti vota per certi partiti e per questi elegge certi specifici leader, quando possibile.

Qualche giorno fa sono usciti i dati del saldo Target2 a giugno 2020, e mostrano un valore negativo per 536,7 miliardi.

** ergo, se non impedisci che venga fatto qualcosa di male, qualcuno, fino a prova contraria, potrebbe farlo e/o lo farà.

Peraltro, ho anche l'impressione che molti imprenditori italiani non sappiano fare impresa, ovvero siano ingabbiati in una mentalità corporativista-monopolista, latifondista, familistica e relazionale che li induce ad un atteggiamento "estrattivo" verso l'attività, approccio che forse può reggere in realtà autarchiche, ma destinato all'insuccesso in un'economia aperta.

@SabrinaS scusami eh, ma si scrive shock, choc o schock, non scioc. Quest'ultimo è meglio se lo lasciamo alla signora Mariapìa, nota casalinga di Voghera.

Edited by ldvrsp

Esempio 2

Telecom Italia venne privatizzata nel 1997 dal gov Prodi creando un cd nocciolo duro intorno alla tanto decantata famiglia Agnelli.

Colaninno venne un paio di anni dopo.

 

 

17 hours ago, Iron84 said:

L'Italia ha un tasso d'inflazione a 1%

Grazie al famigerato EURO e alla BCE,

che "qualcuno" vorrebbe cancellare...

 

 

17 hours ago, Iron84 said:


In tale contesto, spiace dirlo, ma i Berlusconi sono gli imprenditori più "seri" forse perchè legati alla politica.

Che non sono mai stati sul libero, e concorrenziale , mercato

Prima fatti i soldi con le licenze edilizie e le cessioni immobiliari agli enti di assistenza;

poi diventati miliardari con le CONCESSIONI PUBBLICHE dell'etere. E sappiamo come ottennero quegli spazi, per trasmettere.

PS: ah, sfondarono anche nella editoria, Mondadori (e quasi il gruppo Espresso), grazie alla corruzione di magistrati.

Edited by castello

nazionalizzo i termini e non uso parole importate dal lessico straniero per cui al limite le adatto alla fonetica della lingua italiana! E poi è una scelta stilistica, perché volevo trasmettere un senso di finto scandalo retorico e poi "scioc" ricorda anche la parola "sciocco per sottolineare quanto paraculo fosse Tria

9 hours ago, ldvrsp said:

 

@SabrinaS scusami eh, ma si scrive shock, choc o schock, non scioc. Quest'ultimo è meglio se lo lasciamo alla signora Mariapìa, nota casalinga di Voghera.

" per mostrare quanto paraculo fosse il protagonista della storia. 

9 hours ago, castello said:

Esempio 2

Telecom Italia venne privatizzata nel 1997 dal gov Prodi creando un cd nocciolo duro intorno alla tanto decantata famiglia Agnelli.

Colaninno venne un paio di anni dopo.

 

No no, attenzione ai termini, privatizzare nel linguaggio comune si intende come vendere ai privati, mentre nel linguaggio giuridico è trasformare un ente pubblico in una spa.
Da un punto di visto organizzativo cambia tutto ma da quello economico no.
Nel 97 Telecom Italia divenne una spa ma le quote di controllo e maggioranza restavano allo Stato, con l'arrivo di Collanino avemmo la vendita completa dell'azienda ai privati.

 

10 hours ago, ldvrsp said:

Peraltro, ho anche l'impressione che molti imprenditori italiani non sappiano fare impresa, ovvero siano ingabbiati in una mentalità corporativista-monopolista, latifondista, familistica e relazionale che li induce ad un atteggiamento "estrattivo" verso l'attività, approccio che forse può reggere in realtà autarchiche, ma destinato all'insuccesso in un'economia aperta.

 

E' quello che dico io, per me la tua non è un impressione ma è un dato di fatto.Il problema è che a questi "molti imprenditori" che nei decenni hanno coltivato importanti rapporti con la politica gli vengono riservati i bocconi pregiati. Ti faccio un esempio i Benetton hanno messo a capo di alcune loro controllate ex politici come Cirino Pomicino, coltivando rapporti e tessendo fila molto fitte.
Il punto non è il come il punto è che poi questi imprenditori dimenticano cosa vuol dire stare sul mercato, non è un caso che dove c'è concorrenza i Benetton cadono come con la loro azienda di abbigliamento.

Accanto a loro esistono altri che sul mercato ci stanno stare eccome, vedi i Del VEcchio, i De Agostini, i Ferrero o quel genio Caprotti. Ecco sono loro gli imprenditori da valorizzare e soprattutto va abbattuto il familismo economico della piccola e media impresa. Vanno creati campioni nazionali, va incentivato la creazione di grandi imprese. La pmi è il ventre molle della nostra economia, in  un mondo globalizzato, piccolo è brutto.

Danilo Toninelli ci fa sapere che è felice che una azienda stia perdendo soldi degli azionisti anche italiani in un post su Facebook. Un successo. Che poi sia "grazie" a loro è tutto dire.

 

7 hours ago, Iron84 said:

No no, attenzione ai termini, privatizzare nel linguaggio comune si intende come vendere ai privati, mentre nel linguaggio giuridico è trasformare un ente pubblico in una spa.
Da un punto di visto organizzativo cambia tutto ma da quello economico no.
Nel 97 Telecom Italia divenne una spa ma le quote di controllo e maggioranza restavano allo Stato, con l'arrivo di Collanino avemmo la vendita completa dell'azienda ai privati.

A me risulta che quando è comparso il capitano coraggioso Colaninno lo Stato italiano detenesse ormai una quota irrisoria del capitale. In realtà ancor prima del 1997, lo Stato italiano aveva solo la maggioranza azionaria, non il pieno capitale, essendo la società già quotata in Borsa, con azionisti privati; nel 1997, il governo Prodi decide appunto di perdere anche  il controllo, cedendolo al nocciolino intorno agli Agnelli.

2 hours ago, SabrinaS said:

Danilo Toninelli ci fa sapere che è felice che una azienda stia perdendo soldi degli azionisti anche italiani in un post su Facebook. Un successo. Che poi sia "grazie" a loro è tutto dire.

e'  l'anima giacobina  dei 5stelle;

lasciagli amen quella!  :D 

 

Io cmq ho l'impressione che abbiano fatto un ottimo affare, dal punto di vista finanziario. Si sono tolti una società che tra beghe, risarcimenti, revisioni tariffarie, e contingenza covid, era diventata poco profittevole, ORA!   Il prezzo di cessione sarà congruo, anche perché ci sono investitori internazionali; tanto paga Pantalone. Pantalone- Stato italiano, che dopo Alitalia e Ilva, avrà un altro dossier i cui occuparsi.

Ma di che stiamo a parlare????????

Edited by castello
Mi fate rimpiangere davy che diceva che noia per topic così
Ma che noia sti topic di innamorati di etero, cornificati o chi immagina di sposarsi già al terzo appuntamento!
2 hours ago, Serpente said:

L'immagine può contenere: il seguente testo "1995 2020 Higher or Lower GDP per capita than Italy Italy Lower GDP per capita Higher GDP per capita Higher since 2021 (projection)"

Ma dove hai preso questi dati? Non è assolutamente così nemmeno per la Spagna, qui sicuramente si parlerà di GDP in considerazione al potere di acquisto che ha una valenza ma a livello monetario è relativo perchè dipende appunto dal tasso d'inflazione.

I dati del 95 sono gonfiati mentre sicuramente sono veri quelli di oggi.

Edited by Iron84
35 minutes ago, Iron84 said:

Ma dove hai preso questi dati? Non è assolutamente così nemmeno per la Spagna, qui sicuramente si parlerà di GDP in considerazione al potere di acquisto che ha una valenza ma a livello monetario è relativo perchè dipende appunto dal tasso d'inflazione.

I dati del 95 sono gonfiati mentre sicuramente sono veri quelli di oggi.

Invece sì, la Lira negli anni '90 era carta straccia, stacce.

1 hour ago, Iron84 said:
1 hour ago, Serpente said:
Invece sì, la Lira negli anni '90 era carta straccia, stacce.

Appunto quindi sti dati non reggono

Invece sì, mi spiace che il tuo mondo nostalgico pre-Euro non sia mai esistito.

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