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Garbageland è un romanzo del 2001 di Juan Abreu.

Nel XXVI secolo, l'antica isola di Cuba è ridotta ad una discarica, è Garbageland, è la terra dell’immondizia, dove la Terra Ferma, ossia gli ex USA, gettano i suoi rifiuti. Come in molte altre distopie, la popolazione è confinata nel sottosuolo e vive in maniera quasi ferina, cercando di proteggersi dagli occidentali e dal sole che è diventato radioattivo. Il consumismo è il nuovo dio della Terra e il Quarto Vertice per la Salvezza Mondiale auspica lo sterminio delle razze inferiori che non consumano. La paradossale e bizzarra Era del Riordino è fondata su un potere autoritario di stampo capitalistico-teocratico che sacralizza acquisto, possesso e multinazionali, che prega personaggi Disney, che esalta l’edonismo e la falsificazione delle emozioni e del piacere, che rende con perversa soddisfazione ancora più squilibrato e ingiusto il già doloroso ed iniquo rapporto tra i paesi sviluppati e il Terzo Mondo. C’è un’utopia che possa essere opposta a questa distopia? C’è una possibilità di riscatto per gli ultimi, per i reietti, per quelli che l’intellettuale terzomondista Frantz Fanon chiamava “i dannati della Terra”? “Garbageland” ci mette di fronte al punto di vista dell’altro, alle sue paure e alle sue speranze e ci spiega, in maniera lacerante, come lo sguardo dell’alterità, nonostante tutto il rifiuto e l’odio che riversiamo contro il concetto di “diverso”, osservi nella nostra stessa direzione, sempre. Quando feriamo, marginalizziamo, abusiamo, annichiliamo il dissimile, il discordante, attacchiamo anche noi stessi.

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https://www.gay-forum.it/topic/54828-garbageland/
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