Serpente Posted August 5, 2020 Share Posted August 5, 2020 Garbageland è un romanzo del 2001 di Juan Abreu. Nel XXVI secolo, l'antica isola di Cuba è ridotta ad una discarica, è Garbageland, è la terra dell’immondizia, dove la Terra Ferma, ossia gli ex USA, gettano i suoi rifiuti. Come in molte altre distopie, la popolazione è confinata nel sottosuolo e vive in maniera quasi ferina, cercando di proteggersi dagli occidentali e dal sole che è diventato radioattivo. Il consumismo è il nuovo dio della Terra e il Quarto Vertice per la Salvezza Mondiale auspica lo sterminio delle razze inferiori che non consumano. La paradossale e bizzarra Era del Riordino è fondata su un potere autoritario di stampo capitalistico-teocratico che sacralizza acquisto, possesso e multinazionali, che prega personaggi Disney, che esalta l’edonismo e la falsificazione delle emozioni e del piacere, che rende con perversa soddisfazione ancora più squilibrato e ingiusto il già doloroso ed iniquo rapporto tra i paesi sviluppati e il Terzo Mondo. C’è un’utopia che possa essere opposta a questa distopia? C’è una possibilità di riscatto per gli ultimi, per i reietti, per quelli che l’intellettuale terzomondista Frantz Fanon chiamava “i dannati della Terra”? “Garbageland” ci mette di fronte al punto di vista dell’altro, alle sue paure e alle sue speranze e ci spiega, in maniera lacerante, come lo sguardo dell’alterità, nonostante tutto il rifiuto e l’odio che riversiamo contro il concetto di “diverso”, osservi nella nostra stessa direzione, sempre. Quando feriamo, marginalizziamo, abusiamo, annichiliamo il dissimile, il discordante, attacchiamo anche noi stessi. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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