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La solitudine degli omosessuali


Pensate che la solitudine sia maggiormente presente nei gay rispetto agli etero?  

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  1. 1. Pensate che la solitudine sia maggiormente presente nei gay rispetto agli etero?

    • si
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    • non saprei
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A me sembra alquanto improbabile poter soddisfare i propri bisogni comunicativi in una discoteca dove la maggior parte delle persone va semplicemente per divertirsi. Mi sembrano altri i contesti più idonei per dialogare.

Però se ci riflettiamo le famiglie eterosessuali tendono progressivamente a sgretolarsi.
A me non sembra che le cose siano proprio così. Se prendo come esempio degli amici eterosessuali (più o meno trentacinquenni) che conosco fin da bambino, osservo che sono quasi tutti sposati e con almeno un figlio. Di coppie gay con questa età con cui potrei fare il paragone ne conosco solo una. Ora le probabilità che un omosessuale con l'avanzare dell'età rimanga da solo sono molto alte, perché non avendo costruito una famiglia non potrà contare sui legami di sangue che sono i più forti in assoluto. Affidarsi invece solo al patner è un rischio molto alto, perché questo legame può improvvisamente mancare e con esso l'eventuale sostegno.
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  • LanX

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funeralblues
Funeral è esattamente la critica che rivolgevo al tuo discorso.Non esiste un ambiente ideale.
Su questo sono d'accordo. Ma da qui al concetto che vi si oppone - poichè non esiste un ambiente ideale tutti gli ambienti sono uguali -  deve pur esistere una posizione intermedia sulla quale sia possibile ragionare, non trovi?
Esistono però dei passaggi e delle esperienze necessarie.In questo senso soltanto le possiamo ritenere determinanti.
Determinanti per che cosa? Per il superamento di quel disagio che sembra legarsi al concetto di solitudine sul quale stiamo ragionando? Se ho capito bene, la frequentazione della comunità gay può essere utile proprio per raggiungere questo obiettivo (anche se io non riesco a definirlo un vero e prorpio antidoto). Seguendo questo ragionamento non è possibile distinguere ambiente da ambiente? E' sufficiente cioè la connotazione gay per ottenere il beneficio da perseguire o ci sono aspetti peculiari che si possono mettere in evidenza nel definire l'ambiente? (in questo non voglio criticare il tuo pensiero; vorrei approfondirlo)
Più in generale poi, farei attenzione a questi slanci enfatici ( darsi, mostrare la propria anima,donarsi...) nel senso comune vengono interpretati come sinonimo di generosità e sincerità,che sono cose indubbiamente positive, ma non è necessariamente vero.Direi che valgano nella misura in cui si intenda la cosa come superamento del livello piùconvenzionale o banale di comunicazione. La cd. "conversazione da bar" può essere purela cd. "conversazione da cruising-bar" o da "discoteca gay".
Sono consapevole della pericolosità lirica del mio discorso, forse anche un poco superato dai tempi, ma ti assicuro che non sono schierato contro un "certo" livello convenzionale... sono proprio schierato contro il concetto stesso di convenzione come impedimento alla comunicazione.

Macchè prerogativa gay... la solitudine è nel DNA di chi se la cerca volutamente, di chi ha difficoltà a comunicare e di chi si ritrova solo suo malgrado (come alcuni anziani).Chi vuole rimanere solo per scelta, sicuramente non è una persona particolarmente espansiva, che ha il suo piccolo e fragile "ecosistema" nel quale vive più che bene, allontanando e ripudiando il più possibile le fonti di disturbo esterne.Chi ha difficoltà a comunicare è sicuramente colui che soffre maggiormente: vorrebbe farlo, vorrebbe riuscirci, ma il timore di essere giudicato, additato e scartato lo attanaglia al punto da vivere nell'ombra piuttosto che rischiare di essere rifiutato.Chi si ritrova solo suo malgrado, può essere una persona estremamente espansiva e gioviale, che a causa di limitazioni e problemi potrebbe ritrovarsi in difficoltà ad approcciarsi agli altri; ma potrebbe anche essere una persona appartenente alle due precedenti categorie.In tutto questo, l'essere gay o meno, credo c'entri poco.Personalmente, sono gay e talmente solare, iperattivo, chiacchierone, espansivo, amante della compagnia, che difficilmente mi ritrovo ad essere solo... ma ammetto che se dovessi ritrovarmi in questo stato per cause di forza maggiore, preferirei morire che continuare a vivere disperandomi nella solitudine.

 

Chi ha difficoltà a comunicare è sicuramente colui che soffre maggiormente: vorrebbe farlo, vorrebbe riuscirci, ma il timore di essere giudicato, additato e scartato lo attanaglia al punto da vivere nell'ombra piuttosto che rischiare di essere rifiutato.

 

In tutto questo, l'essere gay o meno, credo c'entri poco.

 

invece c'entra eccome, per i motivi che hai scritto poco più in alto, un etero si diverte a sbandierare le sue conquiste sessuali (avete mai avuto amici/parenti che parlano sempre e solo di figa ovunque si trovino e qualunque cosa facciano?), un gay non credo, il tutto riferito a un contesto normale

Certo XSI che hai una concezione della solitudine alquanto insolita e tutto sommato divertente.MAGARI il percepire solitudine fosse una questione solamente legata allo sbandierare ai quattro venti le proprie prodezze in campo sessuale!!!Purtroppo, però, la solitudine è qualcosa di ben diverso, di molto più articolato, e che esula (almeno in parte) dalla semplice e banale ostentazione della propria sessualità.A parte il fatto che nel 2007, dopo qualche milione di anni di evoluzione di specie mammifere sessuate, che hanno trombato e procreato allegramente senza porsi alcuno stupore, è sconvolgente notare che proprio ora che ci definiamo una "società evoluta" siamo costantemente a porre l'accento su una cosa così naturale, a ricamarci sopra ogni malizia possibile, a sbatterla in prima di copertina di ogni rivista... si tromba, embeh?C'è chi ha il pisello piccolo e chi l'ha grande... embeh? C'è chi ha più tette e chi meno... e quindi?? C'è chi è etero e chi è omosex... e dunque?!?!Comunque, tornando a noi, secondo te non ci sono gli etero timidi e riservati che si fanno i cavolacci loro, cercando di non dare troppo nell'occhio e di non essere coinvolti in queste goliardate?Secondo te non ci sono i nonnetti brontoloni, che stanno dietro le loro finestre a spiare l'andirivieni dei vicini e a giudicarli, piuttosto che andar loro incontro e salutarli cordialmente con un sorriso?E via così... decine e decine di esempi che potrei sottoporti, di persone che più o meno consciamente, più o meno volontariamente, tendono ad isolarsi e a muoversi nell'ombra diventando sempre più sole.Per non parlare di quelli che si ritrovano infermi e vorrebbero tanto un po' di compagnia: quelli sono sicuramente i più sofferenti.Se poi ritieni che il muro della tua solitudine sia abbattibile solo emulando le gesta di certi etero talmente disinibiti da essere addirittura stomachevoli, nessuno ti vieta di far sapere al mondo intero che tu pensi, vivi e respiri solo per il cazzo, il cazzo, il cazzo... agli occhi miei non sembreresti una persona disinvolta, ma semplicemente scurrile.Io sono gay e lo sanno pressochè tutte le persone che conosco: c'è chi lo accetta di buon grado, chi fa finta di accettarlo ma mi fa gli sberleffi alle spalle, chi mi prende per i fondelli direttamente... ma sai quanto me ne può fregare??Vado avanti, tranquillo ed imperturbabile per la mia strada: sorrido a tutti, saluto tutti, rispetto tutti, rido, scherzo e faccio molta autoironia, e sono felice così.Qualcun altro, magari meno determinato di me, potrebbe non avere il mio stesso temperamento e preferire defilarsi, passare in secondo piano, muoversi in sordina... ma ci sono anche tanti etero che lo fanno, per mille e più ragioni.

Io sono stato sempre un solitario di natura! Non so da cosa dipende questo. Però mi sono accorto che da quando inizio a frequentare gente del mio stesso orientamento sessuale mi sento un pò più parte del mondo e meno solo di quanto potessi immaginare. Forse perchè scambio più apertamente le mie idee e sono libero di parlare di quello che sono senza pregiudizi vari. Boh non saprei. Comunque credo che la solitudine faccia parte dell'uomo in generale senza distinzione di sesso o età. Forse potrebbe prevalere tra gli omosessuali, ma anche gli etero si fanno avvolgere dall'alone della solitudine! :(

Certo XSI che hai una concezione della solitudine alquanto insolita e tutto sommato divertente.

davvero?  :(

tieni presente che non sono tanto capace a descrivere esattamente quello che provo, cmq solo mi ci sento lo stesso, poi il perchè magari sapresti dirmelo tu

 

Se poi ritieni che il muro della tua solitudine sia abbattibile solo emulando le gesta di certi etero talmente disinibiti da essere addirittura stomachevoli, nessuno ti vieta di far sapere al mondo intero che tu pensi, vivi e respiri solo per il cazzo, il cazzo, il cazzo...

magari  :(

non so se abbatte la mia solitudine ma mi farà sicuramente bene, almeno mentre lo dichiaro davanti a chi x anni mi ha sbattuto in faccia discorsi sulla figa e io dovevo sopportare facendo finta di essere etero, io non sono dichiarato come te

Mah... guarda, per esperienza personale posso dirti che quando decidi di dichiararti devi avere due palle grandi come come mongolfiere e non sentirti in difetto, ma fiero di essere uguale a tutti gli altri.Occorre essere pienamente sicuri di se: non basta mettercela tutta per non far trapelare i tuoi punti deboli e le tue piccole vulnerabilità, perchè i malintenzionati saprebbero scovarli comunque e strumentalizzarli ad uso e consumo del loro sadismo.Devi proprio essere determinato, pienamente orgoglioso di te stesso ed avere la capacità di uccidere con uno sguardo, ancor prima che con le parole.Questo ti permette di trasmettere un'immagine di persona imperturbabile, che viene accuratamente evitata dagli inguaribili imbecilli, ed avvicinata dalle persone minimamente civili, che di norma sono curiose di comprendere meglio il "meccanismo" che si cela dietro al nostro "fenomeno", più di quanto vogliano far credere.Equipararti al livello di idiozia degli etero "vaginomani" non è che serva a molto, se non a farsi disprezzare almeno il doppio. Diciamo, piuttosto, che devi sapere incutere un certo "timore riverenziale" facendo capire chi sei, ma senza concedere loro troppi elementi su cui poter giocare. :look:

Guest Lover_Of_Darkness

Secondo me si...Molti ragazzi gay sono chiusi e timidi, e si fanno problemi al riguardo del giudizio della gente..Poi comunque la cosa è sempre soggettiva, ognuno ha il proprio carattere e può essere anche la persona piu estroversa al mondo.Ma io per dire da piccolo, ero davvero molto molto molto chiuso, non parlavo mai...avevo paura di qualsiasi cosa..poi crescendo beh sono cambiato.

Sì, certo... capisco cosa intendi dire, cambiapelle.Però, se ci pensi bene, qualsiasi persona ha qualche "complesso d'inferiorità" che la spinge a tentare di isolare, di nascondere, di camuffare queste insicurezze.Alcuni gay, magari, si sentirebbero a disagio ad affrontare la mole considerevole del pregiudizio altrui, e quindi di riflesso si chiudono in se stessi, soffrendo di solitudine.Ma nè più, nè meno, di quanto un qualsiasi etero possa sentire il peso dei commenti, dei bisbiglii, delle frecciatine perchè è grasso, brutto, basso, leccaculo, antipatico, asociale e chi più ne ha, più ne metta.Perfino i più spavaldi degli etero possono essere soli, sai?Non illudiamoci che tutti quelli che sproloquiano in materia di figa-figa-figa-figa-figa siano poi grandiosi latin lover, sicuri di se, orgogliosi e con una vita ricca di gioie e soddisfazioni.Molti di loro lo fanno solo per esorcizzare l'infantilità e l'insicurezza che sanno benissimo di avere, ma ritornati nel silenzio della loro cameretta, sono molto più soli di qualsiasi gay represso.

cambiapelle

non saprei..io mi rifaccio alla mia solitudine di ragazzino negli anni 80... forse (mi auguro) le cose sono cambiate ma questo senso di ''diversita'' e di ''inferiorita'' a volte me lo sento ancora dentro. difficile che un ragazzino etero di 13 anni pensi gia' al suicidio...io ci pensavo invece... ma ora c'e' internet, e forse anche questo forum ha fatto la sua parte per salvare alcune anime che si sentivano troppo sole

Guest Lover_Of_Darkness
non saprei..io mi rifaccio alla mia solitudine di ragazzino negli anni 80... forse (mi auguro) le cose sono cambiate ma questo senso di ''diversita'' e di ''inferiorita'' a volte me lo sento ancora dentro. difficile che un ragazzino etero di 13 anni pensi gia' al suicidio...io ci pensavo invece... ma ora c'e' internet, e forse anche questo forum ha fatto la sua parte per salvare alcune anime che si sentivano troppo sole
che cosa triste...mi fai pensare a quando ankio avevo 13 anni...Ero cosi chiuso, non sapevo nulla...pensavo di essere l'unico gay....poi crescendo ho potuto vedere che siamo davvero in tanti...comunque ripeto, dipende da persona a persona...come può esserci qual ragazzino etero che viene schernito perchè è uno sfigato....può esserci anke il gay...Magari il ragazzino gay può sentirsi maggiormente isolato perchè magari può preferire giocare con le ragazzine al posto che a calcio con i maschietti....e di conseguenza viene preso in giro...La discriminazione è sempre presente, non dobbiamo pensare di essere gli unici...Sta di fatto che in un modo o nell'altro bisogna saper riuscire a tirarsi fuori dalla crisi...dalla solutidine...Io in prima superiore ero solo...e comunque ero gia piu grandicello..ma comunque sempre solo....e venivo preso in giro continuamente...Poi ho conosciuto Aky, e da li è nata una splendida amicizia....insieme siamo cresciuti...e adesso siamo dei pazzi scatenati...e sinceramente ora come ora...non mi vedo piu come ero un tempo...Ammetto che qualke volta qualke momento di restia timidezza può ancora comparire....ma ormai la sto reprimendo quasi tutta...A volta bisogna buttarsi e rischiare...e fregarsene....

Sentire che qualcuno medita il suicidio mi fa sempre venire i brividi, specialmente se ad una così tenera età.Forse hai ragione: Internet è una buona valvola di sfogo, perchè permette di esprimere pareri e trovare consensi e risposte pur rimanendo in una sorta di limbo, in una forma di anonimato che fa sentire in qualche modo protetti.Prima o dopo, però, bisogna uscire dal guscio... ed è lì che, purtroppo, arrivano i problemi.Devo sottolineare, tuttavia, che nel corso degli anni siamo un po' tutti diventati "stronzetti" e tendenzialmente asociali: perdiamo un sacco di tempo a disquisire sui forum, a spettegolare al cellulare, a chattare, ma dedichiamo poco tempo a socializzare e a mantenere un rapporto, seppur basilare, persino con i vicini di casa.Ricordo che, quando ero bambino, nelle sere d'estate era tutto un ritrovarsi nei giardini e nei cortili condominiali, ognuno con la propria sedia, e rimanere a chiacchierare sino a tardi, tra un caffè e una rinfrescante granita.Oggigiorno quasi tutti se ne stanno rintanati in casa propria, e a malapena ci si saluta lungo le scale o in ascensore.Non trovi che sia una forma di solitudine autoindotta ed immotivata?

Oh, pian piano viene fuori quello che dicevo io.Ovvero un discorso, che quantomeno prende in considerazione le fasce di età.E' ovvio fare a questo punto il passo ulteriore: chi è grasso può dimagrire, chi sicomporta in un certo modo, sa che potrebbe cambiare...chi è gay ,no.Ma poi c'è un passo ulteriore da sottolineare, mentre chi è brutto sa cosa è la bellezzachi è omosessuale sa cosa è l'eterosessualità, ma non sa affatto cosa sia l'omosessualitàal più sa soltanto cosa ne pensano gli eterosessuali. Ovvero la omosessualità vien vissutapotenzialmente come bruttura.Queste differenze non sono mica da poco!Quindi mi confermate che quanto meno esiste una specificità per gli adolescenti gay, ovvero per lafase di sviluppo di tale orientamento. In questo senso io collocherei il discorso sulle esperienze necessarie, ovvero il confronto con altri gay.

Certo il carattere e il contesto sociale influenzano notevolmente...ma credo che gli omosessuali si sentano molto ma molto più soli...e nn certo tale cosa è una prerogativa degli adolescenti.....conosco molte persone che seppur più mature si soffrono di solitudine. E poi pensandoci bene la solitudine è una cosa che ti senti dentro...nn si è soli solo quando nn si hanno amici....io ne ho a bizzeffe ma mi sento comunque così.

chi è omosessuale sa cosa è l'eterosessualità, ma non sa affatto cosa sia l'omosessualitàal più sa soltanto cosa ne pensano gli eterosessuali. Ovvero la omosessualità vien vissutapotenzialmente come bruttura.
Verissimo. Io ci ho messo una vita ad accettare di essere gay perchè vedevo questo come un mondo di brutture, di rapporti di una sera. Non aiutò il fatto che a 16 anni i primi gay che conobbi come tali erano due depravati del peggior tipo.Detto questo non era questo il motivo della mia solitudine. Non mi piaceva il mondo che mi circondava e non mi ci volevo assolutamente adattare. Ora non so se feci bene a non adattarmi o meno.
chi è omosessuale sa cosa è l'eterosessualità, ma non sa affatto cosa sia l'omosessualità
Questa mi sembra una affermazione paradossale. Scusa Lanx, ma cosa c'entrano i complessi d'inferiorità con la solitudine? Fitte di solitudine possono venire a chiunque, anche a persone con una vita sociale varia. Ci sono persone che la solitudine la cercano e non si sentono per questo sole. Quindi il senso di solitudine non è legato all'essere più o meno animale sociale o soffrire di qualche complesso d'inferiorità.

bside a me sembra palese che se vivi male la tua natura anche il rapporto con gli altri ne risulta ovviamente compromesso, soprattutto non sei un cosidetto "animale sociale". Che poi non sia l'unica causa è sicuro, però che non sia un vantaggio per la vita sociale di una persona mi sembra evidente.

ho messo nessuna differenza semplicemente perchè fino ad ora mi son dimostrat etero e sto unamme**a comunque. Ci sono due punti di vista : l'essere gay che porta all'allontanamento dei conoscenti e l'essere gay che porta all'avvicinamento di chi lo è altrettantol'etero se non sta bene così che fa ? ^^ ( diventa gay eheh)ci sono altri modi per uscirne lo so lo so, ma trattandosi di connubio fra solitudine e omosessualità la domanda (forse stupida) m'è sorta spontanea .Sia chiaro non voglio sminuire le discriminazioni/difficoltà che subiscono/vivono i gay, semplicemente la differenza tra solitudine etero e omo c'è se la si vuol vedere... o no? ( non ne sono nemmeno sicur )

ForbiddenLove

sono convinto che un ragazzo gay sia molto più solo di un ragazzo etero, a parità di situazione sociale... un ragazzo gay deve guardarsi bene le spalle e indubbiamente nei rapporti con persone del suo sesso incontra maggiori problemi... :salut::ghgh:

Ovviamente a livello soggettivo non vi dovrebbe essere alcuna differenza, la solitudine è un sentimento, e come tale può essere provato in egual modo da qualsiasi persona...in realtà non è così, viviamo in un mondo "etero", dove tutto è fatto è in funzione degli "etero" fin dal passato, e per questo che ho risposto "si", i gay spesso si sentono più soli degli etero, no perchè sia una loro particolare indole, ma a causa di ciò che ci circonda...

Secondo me non ci sono differenze sostanziali. Si può essere gay ed avere milioni di amici, si può essere etero e stare da soli, si può essere etero ed avere miliardi di amici e sentirsi comunque soli.etc La solitudine non è una condizione ma uno stato d'animo. Se usciamo a fare la spesa non siamo soli. C'è gente. Questo è  un punto che non si può contraddire. La solitudine è uno stato, e siamo noi, etero o gay a decidere se essere soli oppure vivere la vita e cercarci la compagnia. Ammetto che per un gay può essere piu' difficile trovare delle amicizie salde e mature, visto che per noi l'amicizia richiede piu' tempo ed attenzioni rispetto che agli eterosessuali...però essere gay non implica la solitudine.Quella è uno stato che possiamo provare tutti, per un periodo, o per tutta la vita, gay o etero non cambia. La possiamo cambiare e vivere, ma non perchè gay o etero.

Nel topic le nostre paure, molti citano anche la solitudine.Questo non significa affatto che la solitudine, sia un destino.Tantomeno un dato di fatto rispetto al quale le nostre personee quindi anche la nostra omosessualità, siano passive.Tuttavia evidentemente qualcosa c'è, se emergeuna paura di solitudine proprio nei termini di "paura" :ovverocome qualcosa che magari in questo momento neanche c'è,ma interiormente si avverte come un pericolo latente, se appuntoviene poi citata quando vengono interrogate le paure.

Vi giro, senza commenti, una parte del testo illustrativo della campagna "Va bene così" indetta dalla AGeDO.

A causa dello scarso sostegno sociale e familiare, il rischio suicidario per un giovane omosessuale è piu alto di due o tre volte rispetto ad un altro ragazzo della stessa fascia di età.
Personalmente non sono molto d'accordo, ma dagli occhi di un'associazione di genitori questo è il rischio.

Neanche io sono molto d'accordo, ma il fatto è che anche UNA SOLA VITA rovinata a causa dell'omofobia è comunque un prezzo troppo altro da pagare, visto che l'unico sforzo che la nostra società dovrebbe fare per evitarlo è TOLLERARE la diversità; il che non costa niente.

Eeeeh, caro yrian... hai citato una parola che compare solo sui dizionari: TOLLERARE.Comunque io sono convinto che neppure la tolleranza sia la giusta chiave per aprire la porta della diffidenza: mi dà un senso di "sopportazione forzata", come se fosse un'imposizione a sopportare qualcosa di non conforme ai propri gusti in nome di una civiltà da dimostrare.Quasi come se un volontario dicesse alle persone che soccorre: "vedi, io sono così magnanimo che ti tollero e quindi ti do il mio aiuto".Raccapricciante, no?Io credo che l'eventuale senso di emarginazione e la conseguente solitudine, possano scemare non tanto con la tolleranza, ma con la presa di coscienza e la convinzione che siamo tutti uguali.Anche in questo caso, comunque, lo sforzo non costa niente... tranne lubrificare qualche neurone arrugginito.

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