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Del più e del meno


Laura

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Nel mio topic di presentazione stavo andando sempre più fuori tema.Chi ha voglia di fare 4 chiacchiere qui è il benvenuto!Per le richieste di adozione che mi avete fatto in "Sono qui per colpa di mio figlio",aspettate domenica che torna Claudio. Chiedete a lui se è disposto ad avere una mamma in multiproprietà! :asd:

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intanto io prendo il numeretto e mi metto in coda tra quelli che vogliono essere adottati :kiss: (ho litigato proprio poco fa con i miei =_=)

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Ciao Laura, sono una mamma anch'io e praticamente tua coetanea... Mi sono iscritta al forum proprio dopo aver letto la tua presentazione, diciamo che mi hai indirettamente incoraggiato... Mi hai invitato in questo tuo spazio con un messaggio privato ed eccomi qui! Prendo il mio lavoro a maglia e mi accomodo su una sedia con una bibita fresca a portata di mano... :)Qui si può chiacchierare liberamente, vero? Allora ti dico che ho trovato molto originale il tuo modo di far capire a tuo figlio che eri pronta ad ascoltarlo: TU che "dimentichi" in camera SUA il libro "Figli diversi": a quanto ne so, finora di quel libro era stato fatto soprattutto l'uso inverso: i figli che lo "dimenticano" in modo che cada sotto gli occhi dei genitori... :asd:Ma ci devi raccontare il seguito, se vuoi... soprattutto cosa hai pensato, quali reazioni hai avuto, come/se è cambiato il vostro rapporto dopo il coming out di tuo figlio... Sono un po' indiscreta, non trovi?, ma immagino che siamo in molti a voler conoscere il seguito della vostra storia di mamma e figlio...a presto,clara

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Ciao Clara!Scusa se non ti ho risposto prima,non è mal posta la domanda che mi fai non preoccuparti.Ho notato che siamo online a orari diversi,e oggi dall'ufficio non ho potuto. Nel tuo messaggio privato mi suggerisci di cambiare il titolo del topic. Sinceramente non so se sia possibile e tra l'altrosono piuttosto imbranata coi computer. Comunque,vediamo se la discussione va avanti e in caso si può chiederedi spostarla in una sezione più adatta. Per risponderti in un modo esauriente dovrei raccontarti un bel po' della mia vita,ma non vorrei annoiare qualcuno.Il mio voler vedere le cose in generale con una mentalità aperta è nato con tutta probabilità dal rapporto con mia mamma,alla quale voglio un bene dell'anima ma è di una limitazione sconcertante. Capisco tutto,è rimasta vedova a 33 anni con me che ne avevo 6 e mia sorella 4 e non ha avuto una vita facile. Però con tutto il dispiacere che puoi avere non puoi farti vedere in lacrime 24 al giorno e diventare di un iperprotettivo ossessionante. Io mi sentivo soffocare,sta di fatto che a 16 anni sono andata a lavorare per poter andare fuori casa appena possibile. La tattica di mia mamma è far finta di non vedere quello che secondo il suo metro di giudizio sta al di fuori delle cose che lei considera giuste. E non c'è verso di farla ragionare,non dico di farle cambiare idea ma almeno di valutare che c'è anche chi considera "normale" quello che per lei non lo è. E che a un certo punto i figli crescono e non puoi più liquidarli con "non sono discorsi per te",quando sarebbe il caso invece di considerare che le mamme non sono eterne e che prima o poi le situazioni della vita te le devi risolvere. Da qui,io mi sono sempre riproposta che se mai avessi avuto figli avrei fatto il possibile per non cadere nello stesso errore.L'accettazione dell'omosessualità prima di sapere di Claudio è venuta da un mio ex collega gay che aveva in casa una situazione orrenda. Buttato fuori casa,i suoi che andavano in giro a testa bassa per la vergogna finchè il padre è stato male quindi si è sentito dire che era colpa sua. Io stavo ad ascoltarlo e mi chiedevo come si potesse arrivare a tanto. Comunque,Claudio conosce bene questa persona che ogni tanto vedo ancora. Quando mio figlio aveva sui 13 anni ha cominciato a sondare il terreno per capire quali sarebbero state le mie reazioni. Una sera dopo che Davide era andato via mi ha chiesto cosa avrei fatto se un giorno mi avesse confidato di essere omosessuale. Ho risposto che l'avrei accettato,che sarebbe stato un controsenso accettare un collega o un amico e rifiutare un figlio aggiungendo che mai l'avrei messo alla porta. Poi lui ha chiuso il discorso e conoscendolo non sono andata oltre,so che quando deve parlare lo fa senza grossi problemi. Probabilmente era nel suo percorso di accettazione ed era ancora piccolo per essere sicuro e affrontare l'argomento.Il resto te lo scrivo domani perchè è tardissimo!Ciao!

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Ciao Clara,eccomi qui! Spero di riuscire a finire di risponderti per evitare di fare una specie di romanzo a puntate.Come ho già scritto,avevo già la sensazione che l'orientamento di Claudio fosse omosessuale ma nello stesso tempo non ne ero sicurissima perchè avrebbe potuto anche essere un atteggiamento dovuto alla mancanza di una figura maschile in casa. Ipotesi che poi ho scartato quando ho visto che man mano che cresceva i segnali diventavano più chiari,ad esempio quando stava ore sul balcone a guardare con occhi sognanti il figlio dei dirimpettai.Credo,ma è solo un mio pensiero,che se gli fosse effettivamente mancata una figura paterna avrebbe rivolto le attenzioni a persone più adulte invece che a suoi coetanei. Forse questa cosa della mancanza di uno dei due genitori era più un cruccio mio che suo,già i figli è difficile crescerli in coppia e da soli è più difficile ancora. Comunque,con mio figlio ho sempre parlato tanto (forse troppo,ogni tanto mi dice che sono logorroica e ha ragione :salut:). Una volta scherzando ho provato a chiedergli cosa c'era di tanto interessante sul balcone e se per caso si era innamorato del ragazzo che abitava di fronte. Mi ha risposto che mi sognavo (queste mamme visionarie!). Nell'anno e mezzo successivo lui ha fatto il suo percorso e io il mio.Volevo fosse abbastanza grande da capire che l'essere omosessuale non è una colpa nè un difetto: c'è chi nasce biondo e chi moro e c'è chi nasce etero e chi nasce gay. Che l'essere accettato in famiglia non vuol dire essere accettato da tutti e che bisogna anche tenere conto che c'è anche chi non condivide il tuo modo di essere. Un'altra cosa che mi premeva era che avesse abbastanza testa da capire un bel discorsone sul sesso sicuro. Come sono andate le cose l'hai letto,a quasi 16 anni ha deciso che era il momento e ha cominciato a spargere suggerimenti per casa. Il rapporto è diventato più confidenziale,non che prima non ci fosse confidenza,però se prima non mi diceva che gli piaceva il compagno di scuola dopo lo faceva senza farsi tanti problemi. Era più lui ad avere il dubbio che cambiasse,una volta mi ha chiesto se gli volevo bene come prima. Io sono rimasta un po' spiazzata e mi sono precipitata a rassicurarlo che non c'era ragione per cui dovessi volergliene meno. Poi ho voluto sapere se aveva motivo di credere il contrario,ma mi ha detto di no che era solo una sua curiosità. Un'altra cosa che mi ha chiesto è se mi avesse fatto conoscere il suo ragazzo cosa avrei fattto. Risposta: se mi piace te lo dico,se non mi piace te lo dico lo stesso ma non ti arrabbiare. Tempo un mese mi ha fatto conoscere Federico. Claudio è molto pianificatore nelle sue cose,in tutto. Prima si informa poi agisce di conseguenza,a differenza di me che sono impulsiva al massimo. E' naturale che come madre vorrei evitargli esperienze negative,ma le esperienze fanno crescere ed è giusto che ognuno faccia le sue.Fine della seconda puntata!Chiunque abbia domande.richieste commenti sono qui! :)A presto!Laura

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A parte i complimenti, che già tanti ti hanno rivolto, direi che è molto interessante il punto sul dubbio della mancanza della figura paterna. In primo luogo perchè sottolinea come pure nel caso di un genitore ben preparato e ben disposto è inevitabile che come madre ti sia interrogata al riguardo e tuttavia già hai distinto ( guarda i coetanei o persone più adulte...) cioè l'interrogazione pur se formatasi sulla base di un cruccio personale, aveva un suo senso, perchè esprimeva una reale e concreta esigenza di conoscenza della persona, che era ed è tuo figlio.Molti genitori, a causa del loro atteggiamento di chiusura, spingono i figli a vivere una adolescenza gay del tutto riservata, segreta, col risultato che nei rapporti genitori figli, anche dopo il C.O., rimane questa zona d'ombra, perchè ciò che eventualmente si può ricostruire dopo, da adulti, non può sostituire tutto ciò che nel frattempo si è perso. In questo senso la tua esperienza è doppiamente preziosa.In secondo luogo è interessante anche la parte relativa ai dubbi di tuo figlio. Nonostante avesse una mamma decisamente incoraggiante e che lanciava segnali di apertura, ha dovuto prendersi i suoi tempi e nel percorso di autoaccettazione, ha inevitabilmente proiettato i suoi crucci su di te . Tu non avevi fatto nulla per avvalorare la sua ipotesi di volergli meno bene, ma siccome lui anche incosapevolmente si è voluto meno bene, magari in una certa fase, ha proiettato su di te il suo cruccio ( come hai fatto tu per la figura paterna )L'importante è che in questo percorso parallelo vi siate trovati e possiate vivervi un rapporto madre figlio, vero e completo :salut:

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Grazie davvero Hinzelmann!Hai centrato in pieno il punto sulle domande che ci si fa quando si decide di mettere al mondo un bambino che già in partenza ha un genitore in meno. A conti fatti,mi sento di dire che forse non sarebbe stata questa gran figura determinante visto che in 19 anni di vita di mio figlio (e suo-essendo che i bambini si concepiscono in due-) non si è mai degnato di sapere che faccia abbia o se stia bene o male. Il "matrimonio riparatore" che tanto voleva mia mamma sarebbe servito a cosa? A sentirmi rinfacciare che l'avevo incastrato? No,grazie. E' difficile fare la mamma single,depressi sì o no,stanchi sì o no ti devi tirar su le maniche e andare avanti che c'è un'altra persona che dipende da te. Ci sono anche tante soddisfazioni però,e se tornassi indietro lo rifarei. Ho fatto del mio meglio per essere più presente che potevo,non volevo un figlio pacco postale da palleggiare tra asilo-scuola-colonia estiva-tv. Per 3 anni ho lavorato da casa,poi a mezza giornata finchè Claudio non ha finito le medie. D'altro canto non volevo neanche che venisse su "mammone" che alla prima difficoltà se non c'è la mamma dietro non sa dove sbattere la testa.Visto il risultato posso dire di essermela cavata bene: è equilibrato e si gestisce bene,ma sa che per qualsiasi cosa io ci sono.E' molto interessante la tua riflessione sull'essersi voluto meno bene inconsciamente,ma visto che Claudio mi ha promesso che si sarebbe iscritto a questo vorrei che ti rispondesse lui se ne ha voglia.Grazie ancora e un caro saluto! :salut:

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L'accettazione dell'omosessualità prima di sapere di Claudio è venuta da un mio ex collega gay che aveva in casa una situazione orrenda. Buttato fuori casa,i suoi che andavano in giro a testa bassa per la vergogna finchè il padre è stato male quindi si è sentito dire che era colpa sua. Io stavo ad ascoltarlo e mi chiedevo come si potesse arrivare a tanto.
Grazie, Laura, per tutto quello che hai raccontato.Riguardo al racconto della vicenda del tuo collega: anche nella mia famiglia è successa un po' la stessa cosa con un amico che ha fatto CO dopo vari mesi di frequentazione; l'amicizia con lui ha fatto riflettere e maturare (ovviamente in modi diversi a seconda delle nostre età e personalità) sia me che mio marito che i nostri figli... Tempo fa il maggiore mi ha detto scherzosamente ma non tanto: "ho la ragionevole certezza di essere eterossessuale ma so che in qualsiasi caso per voi non sarebbe stato un problema..." :)Purtroppo però insegnando in una scuola superiore mi rendo conto che non sono molti i genitori dotati di una mente aperta...
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Forse diro' una cosa banale, ma credo sia importante vivere il piu' possibile apertamente e liberamente, non solo nel proprio privato, ma anche in circostanze in cui non possiamo avere completamente il controllo, come al lavoro. Come i miei colleghi parlano delle loro famiglie, io parlo del mio compagno. Mi mostro per quello che sono, e persone che una volta facevano battute stronze sui gay o addirittura sostenevano che i gay fossero malati, col tempo sono cambiati, perche' il pregiudizio si abbatte con la conoscenza. Certo, e impensabile che tutti cambino idea, ma alla fine chi ha mantenuto il pregiudizio ha almeno il buon gusto di evitare, almeno in mia presenza, quel dissenso maleducato e volgare.Siamo proprio noi gay che dobbiamo imparare a vivere sempre piu' apertamente e tranquillamente perche', se siamo coerenti e se davvero pensiamo che la nostra vita non sia diversa da quella degli altri, allora facciamolo, tutti i giorni, nelle piccole cose, nei piccoli eventi quotidiani.

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Guest Paulie

Sono d'accordo con Dago, penso che il cambiamento nel pensiero delle persone dipenda soprattutto dal modo in cui noi ci poniamo verso essi. Dobbiamo essere noi i primi a dimostrare che in ciò che siamo non c'è niente di male, che anzi, siamo persone come altre e dobbiamo dare modo alle persone che probabilmente parlano solo per sentito dire che in realtà si sbagliano, che è solo con la conoscenza che si possono distruggere certi tabu e pregiudizi.E' bellissimo vedere la testimonianza di due madri così aperte e in gamba. Complimenti veramente.

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rileggendomi mi sono accorto che il mio discorso potrebbe sembrare sconnesso a quanto le due mamme si raccontavano, in realta' pensavo al fatto che entrambe in qualche modo avevano gia' gli "occhi aperti" sull'argomento, vuoi perche' avevano conosciuto dei gay in passato, vuoi per una curiosita' naturale che porta ad essere attenti e a coprendere certe questioni mediamente prima di altri. Molti genitori pero' sono sempre e troppo spesso impreparati, ma se avessero degli amici, dei colleghi, o il proprio dottore (giusto per fare i primi esempi che mi vengono in mente) che vivono apertamente la propria omosessualita', il tutto diventerebbe meno "straordinario", una cosa come un'altra, piu' "normale" (anche se non mi piace usare questo termine).Quindi siamo noi, gay adulti (adolescenti di un tempo) che non dobbiamo dimenticare il percorso fatto, e dobbiamo continuare a crescere, non accontentandoci di vivere nella penombra.

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rileggendomi mi sono accorto che il mio discorso potrebbe sembrare sconnesso a quanto le due mamme si raccontavano[...]Quindi siamo noi, gay adulti (adolescenti di un tempo) che non dobbiamo dimenticare il percorso fatto, e dobbiamo continuare a crescere, non accontentandoci di vivere nella penombra.
Dago, il tuo discorso non era affatto sconnesso rispetto alle nostre chiacchiere :), quello che hai detto tu era proprio quello che avevo in mente... :sisi: Noi eterosessuali abbiamo molto bisogno di essere aiutati a crescere ;) e il fatto di incontrare dei gay adulti che accettano il rischio di non vivere nella penombra o nell'ombra ci può fare molto bene...
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cambiapelle

mi e' piaciuto molto il racconto di laura, tanto che mi sono un po commosso.E' terribile che mi semri strano che una madre possa accettare il proprio figlio omosessuale... eppure e' cosi'.Io faccio parte di quei pochi figli gay privilegiati, con dei genitori a mio fianco incomparabili... talvolta non mi sembra vero di stare a tavola con i miei genitori e mio marito (si si sono solo pacsato ma per me e' mio marito ok?? :sisi:)La gioia per questi piccoli momenti in famiglia un ragazzo etero difficilmente li apprezzera'..non ti faro' i complimenti...non fraintendere, ti stimo moltissimo... ma secondo me il fatto di avere un buon rapporto col proprio figlio omosessuale (o meno) dovrebbe essere la cosa piu' naturale del mondo... e invece quando penso all'infanzia del mio compagno mi accorgo che cosi' non e'.... buttato fuori di casa a 17 anni :cry:un bacio forte

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Dago è chiarissimo il tuo discorso. Sai cosa mi succede di notare a volte? E aggiungo purtroppo,che tante persone sono di larghe vedute solo a parole. Finchè si tratta del vicino di casa,delparrucchiere o di chi incontrano sull'autobus va tutto bene quando scoprono che il collega ol'amico sono omosessuali tutta la loro apertura mentale finisce nella frase "non mi danno fastidio ma stiano nel loro brodo". Come dici tu giustamente,non si può pretendere che tutti cambino idea ma quantomeno avere il buongusto di non scadere nell'ipocrisia becera. Preferisco allora che mi si dica in faccia da subito"mi dispiace,è una cosa che non accetto" allora rispetto l'altrui pensiero ma non tollero i commenti dietro alle spalle o i sorrisi di compatimento. Indubbiamente le cose stanno un pochino migliorando rispetto agli anni passati,ma c'è ancora tanto da fare!Che dire? Non perdiamoci d'animo e mettiamocela tutta! :sisi:

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Con qualche giorno di ritardo rispondo,spero di fare una discorso comprensibile. Mi riesce meglio parlare che scrivere (un po' logorroico lo sono anch'io: tale madre tale figlio!)@Hinzelmann Non so dirti se senza rendermene conto mi sia voluto meno bene,ma a istinto sapevo che dovevo mettere ordine nella confusione che avevo in testa. Prima di tutto capire se era "normale" guardare i ragazzini invece delle ragazzine come facevano i miei compagni di scuola. Quello che per un periodo mi ha messo più confusione era l'essere in mezzo a due persone con atteggiamenti diversissimi una dall'altra. Da una parte mia mamma che mi chiedeva se mi piaceva il ragazzo di fronte (ero proprio innamorato  ;)) e dall'altra mia nonna che prima e dopo i pasti mi chiedeva "ma allora ce l'hai la ragazzina?" come se da questo dipendesse il futuro del mondo. Io rispondevo che non mi interessava perchè le antennine percepivano che non sarebbe stata molto soddisfatta di una risposta sincera. Non metto in dubbio che la sua era assoluta buona fede,ma a me cominciavano a venire più dubbi che certezze. Di mamma sapevo che non avrebbe fatto problemi ma avevo paura che finissero per litigare tra di loro a causa mia. E' stata questa paura che mi ha fatto tornare indietro,volevo dirlo ma quando arrivava il momento saltava fuori il tarlo del "e se poi litigano"? Se mia mamma non mi avesse messo il libro in camera probabilmente non mi sarei mai deciso.Quindi,per l'ennesima volta (ma non saranno mai abbastanza) grazie mamma!  :sisi:@cambiapelleQuelli come te e me che in famiglia sono stati accettati non riescono a capire come si possa rifiutare un figlio omosessuale. Tu hai l'esempio del tuo compagno io quello del mio ragazzo. Da quando ha fatto coming out in famiglia è diventato l'uomo invisibile. Non l'hanno buttato fuori casa ma non gli parlano se non per far notare che tutto quello che dice è sbagliato,che tutto quello che fa non va bene e che tutti i gay finiscono a battere. Purtroppo finchè non trova un lavoro fisso che gli permetta di andarsene,lì deve stare. Gli dicono che meno si fa vedere meglio è,quando si incrociano per caso comincia l'interrogatorio del dove vai-con chi vai-cosa fai-quando torni. Beata coerenza!Claudio          

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