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Generare o abortire – i Down


Isher

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25 minutes ago, nowhere said:

Si, non volevo infatti mettere la cosa in maniera semplicistica ed ovviamente bisognerebbe parlare di disabilità e disabilità e bisognerebbe tener in considerazione anche il punto di vista degli interessati.
Ma sul punto di vista degli interessati subentra la medesima questione, poiché probabilmente anche al loro interno troverai le due medesime posizioni opposte.

E si ritorna quindi al punto di origine, secondo il quale non è una questione di "quale categoria di persone può decidere al riguardo?" ma appunto è quella di prendere atto del fatto che ogni caso si gestisce secondo i criteri di chi lo vive ed è il motivo per cui, come da me già detto, non ci vedo alcun tipo di "questione" in base a quei dati.

 

Infatti non si fa un piacere al feto, si prende una decisione in potenza riguardo all'individuo che ne verrà fuori.
Quindi non ci vedo contraddizione nel pormi la questione del mettere al mondo una persona che avrà triliardi di difficoltà e sofferenze a cui io umanamente non posso neanche porre rimedio così come non può farlo la scienza.

Appunto.
Qui non stiamo parlando infatti di abortire se non ti nasce un figlio con delle caratteristiche fisiche che vuoi tu.
Qui stiamo parlando di aborti dovuti a problematiche di salute e qualità della vita.
Certo, rimane il fatto che c'è la preoccupazione che si voglia "eliminare" la categoria e che quindi si voglia delegittimare la categoria.
E' una paura legittima ed è per questo che approvo quando dici che dovremo ascoltare anche la campana dei diretti interessati.
Ma sinceramente io non credo che dare una libertà di scelta del genere implichi il non prendersi cura di chi è già al mondo o il non sostenere chi vuole comunque portare avanti la gravidanza.

Io non la voglio porre in quei termini perché voglio una cultura della vergogna sull'aborto.
Io la pongo in quei termini semplicemente per far presente che si sta parlando di decisioni estremamente personali che non si prendono una mattina alzandoti e dicendo "bom dai, oggi abortisco"  come se dicessi "bom dai, oggi per colazione cornetto al cioccolato".
Poi sicuramente ci sarà anche gente che ragiona in quel modo eh, ma non trattiamo la scelta dell'aborto da parte di una donna come la possibilità di andare al supermercato a scegliersi il nascituro e riportare in dietro quello "difettato".

Non so dividere i quote in pezzi, quindi mi tocca usare gli elenchi numerati, eventualmente mi fareste sapere come si fa? Grazie.

1) Infatti volevo solo porre l'attenzione sul fatto che limitando il discorso a una categoria specifica, per giunta da esterni, si sfocia nella sovradeterminazione e questa è una cosa da evitare. Poi sul fatto che procreare sia arbitrario in generale e che non tutti gradiscono la propria esistenza non si discute: è sicuramente così.

2) Ora, questa è la mia opinione, ma io credo che stia più "intellettualmente onesto" e meno problematico limitarsi a dire che noi come potenziali genitori non ci sentiamo pronti o adeguati ad affrontare il problema piuttosto che assumere il punto di vista del nascituro. Sul lato pratico questo non cambia nulla, ma ritengo che assumere il punto di vista di una persona che non siamo noi e che per giunta è solo ipotetica sia un qualcosa di cui si può fare tranquillamente a meno, in primo luogo perché non è assolutamente vero che chi ammette questo (cioè: di non sentirsela, quindi mantenendo il focus su di sé) sia una persona peggiore chi non lo fa: ecco semmai secondo me è più proficuo combattere l'idea per cui ci sia bisogno di questa giustificazione alla radice.

3) Ma in realtà io non credo che gli aborti selettivi verso una categoria implichino una delegittimazione della categoria, semmai a delegittimare la categoria è il fatto che non venga interpellata; ho detto quello che ho detto semplicemente perché mi da fastidio la sovradeterminazione in generale. Per rendere la questione più chiara, dopo aver ascoltato un tot di persone con Sindrome di Down dirsi felici di vivere, rimarresti comunque legittimato a scegliere l'aborto, non è che cambierebbe qualcosa. Cambierebbe solo che non sarebbero persone esterne a stabilire quanto valga la pena vivere la loro vita che è una cosa antipatica di per sé. Quantomeno a me darebbe fastidio perché non mi piace quando altre persone prendono la parola al posto mio e credo che questo fastidio sia comune a tutti. Quindi anche alle persone con Sindrome di Down.

4) Credo che il punto della discussione in ambito femminista sia proprio che non si dovrebbe dare per scontato che la scelta debba implicare per forza sofferenza, e devo dire che in quanto uteromunito sono d'accordo in generale. Io ad esempio sicuramente usufruirei di questo diritto se ne capitasse l'occasione e preferirei non dover vivere con inutili sensi di colpa per tutta la vita o cose del genere visto che appunto si tratta di una scelta legittima. Non sono sicuro che sia per tutti una scelta traumatica almeno a leggere le discussioni a riguardo.

Edited by Hazel226
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1 hour ago, schopy said:

Io credo che quel che infastidisce i cattolici che si spingono a parlare impropriamente di "eradicamento dei down" 

Guarda che ti sbagli. Io non so cosa dicono i cattolici al riguardo. Ma il termine «eradicamento» (che avevo citato tra virgolette nel mio post d'entrata) è utilizzato proprio da Agenzie e Associazioni di ricerca sul genoma assolutamente laiche, come, per quanto riguarda l'Islanda (da lì lo avevo tratto), la Decode Genetics, sulla quale puoi trovare un articolo in inglese su wikipedia.

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2 hours ago, Hazel226 said:

Non so dividere i quote in pezzi, quindi mi tocca usare gli elenchi numerati, eventualmente mi fareste sapere come si fa? Grazie.

Usi computer o cellulare?

Comunque in teoria se selezioni il testo (col mouse o col dito) della persona che vuoi quotare, ti viene automaticamente un menù che ti chiede se vuoi quotare la parte.

2 hours ago, Hazel226 said:

Ora, questa è la mia opinione, ma io credo che stia più "intellettualmente onesto" e meno problematico limitarsi a dire che noi come potenziali genitori non ci sentiamo pronti o adeguati ad affrontare il problema piuttosto che assumere il punto di vista del nascituro.

Per molte realtà, specialmente in Italia, non sono solo i genitori a non essere pronti od adeguati.
Perché sennò cadi nella trappola di chi dice "e allora partoriscilo e poi non tenerlo", alla quale poi tocca rispondere sia che portarsi avanti una passeggiata non è come il famoso cornetto al cioccolato a colazione né tanto meno si può risolvere la questione credendo che "qualcuno se ne occuperà".
Quando sappiamo che non è proprio così e non credo ci sia bisogno già di citare dalle base che ad esempio con il coronavirus ci son stati casini con le scuole e gli insegnati di sostegno, tanto per dirne una.

Io personalmente non avrei problemi a dire che non ne sarei in grado eh, però non limitiamoci a dare la colpa solo ai genitori che "non sono in grado" come se appunto determinate problematiche son solo frutto della mancanza dei genitori e non problematiche oggettive de facto che possono risolvere lo stato od altri per lui che con uno schiocco di dita si prendono a carico la q

2 hours ago, Hazel226 said:

 Cambierebbe solo che non sarebbero persone esterne a stabilire quanto valga la pena vivere la loro vita che è una cosa antipatica di per sé. Quantomeno a me darebbe fastidio perché non mi piace quando altre persone prendono la parola al posto mio e credo che questo fastidio sia comune a tutti. Quindi anche alle persone con Sindrome di Down.

Questo è verissimo.
Ma c'è anche da farsi quella domanda che un po' tutti i genitori si fanno terrorizzati o che non si fanno per evitare di finire terrorizzati.
Una volta che non ci sono più i genitori o che diventano anziani, che succede?
Inoltre, la sindrome appunto può portare con sé altre problematiche più o meno gravi ed essere più o meno invalidante.
Non voglio essere catastrofica eh, ribadisco che la mia posizione verte sulla libertà personale in un contesto del genere.

2 hours ago, Hazel226 said:

Credo che il punto della discussione in ambito femminista sia proprio che non si dovrebbe dare per scontato che la scelta debba implicare per forza sofferenza, e devo dire che in quanto uteromunito sono d'accordo in generale. Io ad esempio sicuramente usufruirei di questo diritto se ne capitasse l'occasione e preferirei non dover vivere con inutili sensi di colpa per tutta la vita o cose del genere visto che appunto si tratta di una scelta legittima. Non sono sicuro che sia per tutti una scelta traumatica almeno a leggere le discussioni a riguardo.

Checché ne possa dire l'ambito femminista, non possono neanche convincere le donne che non devono provare sofferenza.
C'è una netta differenza fra il dire che la società ti vuole imporre il fatto che tu debba provare sofferenza e quella che eventualmente può provare una donna in generale per l'evento.
Come tu hai detto che usufruiresti del diritto e non avresti inutili sensi di colpa, io alla stessa maniera potrei sicuramente usufruire del diritto ma a me il pensiero tocca in maniera diversa.
E non perché sono credente (visto che non lo sono, anzi) o perché sentirei la vergogna e lo stigma sociale, ma solo perché nella mia testa partirebbe un "what if" enorme che neanche c'entra nulla sul ritenere o meno il feto già un essere umano.
Però ecco, sono d'accordo sul fatto che questi pensieri e queste considerazioni debbano essere mie e non imposte dalla società che deve dirmi come devo sentirmi al riguardo.
E manco è compito delle femministe.
Non so se sono riuscita a spiegarmi.
Questo intendevo dire di evitare di pontificare sulla facilità con cui una donna potrebbe andare ad abortire o discorsi sulla possibilità di selezione delle caratteristiche per il figlio.

3 hours ago, Hazel226 said:

Non sono sicuro che sia per tutti una scelta traumatica almeno a leggere le discussioni a riguardo.

Posso dire che ho sentito testimonianze diverse.
Ma pure lì, tu hai le tue, io ho le mie.

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3 minutes ago, nowhere said:

Comunque in teoria se selezioni il testo (col mouse o col dito) della persona che vuoi quotare, ti viene automaticamente un menù che ti chiede se vuoi quotare la parte.

Ok ti ringrazio

4 minutes ago, nowhere said:

però non limitiamoci a dare la colpa solo ai genitori che "non sono in grado" come se appunto determinate problematiche son solo frutto della mancanza dei genitori e non problematiche oggettive de facto

Ma secondo me non è una colpa il non sentirsi o il essere in grado, anzi: sarà il fatto che io considero il compito di genitore come in assoluto il più difficile che uno possa assumersi nella vita, non ci trovo proprio nulla di disdicevole nel considerarlo superiore alle proprie forze. E comunque il non essere in grado può essere determinato da tanti fattori, siano essi individuali (es. non ho un carattere abbastanza forte) o esterni (es. sono consapevole che non riceverei sufficienti incentivi statali e non credo che da solo me la saprei cavare) poco cambia alla fine: l'ammissione "non penso di essere in grado" può benissimo essere una semplice, legittimissima e rispettabile, constatazione, senza alcun giudizio di fondo. Anzi, ti dirò di più, a livello personale stimo molto di più chi ammette questo rispetto a chi, ad esempio, si ritiene in grado e poi si comporta da cattivo genitore

 

14 minutes ago, nowhere said:

Non so se sono riuscita a spiegarmi.

Ti sei spiegata, ma infatti non credo che lo scopo di quel dibattito sia convincere le persone che c'è un unico modo giusto di sentirsi; ma solo scardinare la retorica della sofferenza come pena da pagare per giustificare di fronte al mondo la scelta dell'aborto; perché capita in effetti spesso di cadere in questo tranello, ad esempio quando ci si trova di fronte a chi è anti-abortista: facilmente si finisce con l'usare questo argomento "non hai idea di quanto stiano male le persone che fanno questa scelta" apposta per suscitare l'empatia dell'anti-abortista; oppure, ad esempio, di tirare fuori l'argomento "ma se avesse subito uno stupro..." per la stessa ragione. Quando magari non è affatto detto che la persona che abortisce ci stia così male, né tantomeno che abbia subito uno stupro; ma in fondo noi sappiamo che l'anti-abortista non accetterebbe mai che una persona abortisca senza provare profondi sensi di colpa, o perché semplicemente è stata cogliona con gli altri sistemi contraccettivi; non lo accetterebbe perché è immersa in un modo di pensare troppo moralista per farlo; solo che queste risposte che diamo, restano all'interno di quello stesso modo di pensare moralista senza scardinarlo.

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13 minutes ago, Hazel226 said:

non credo che lo scopo di quel dibattito sia convincere le persone che c'è un unico modo giusto di sentirsi; ma solo scardinare la retorica della sofferenza come pena da pagare per giustificare di fronte al mondo la scelta dell'aborto

Certo; comunque credo che le persone che su questo forum parlano di sofferenza connessa all'aborto lo facciano per esperienza diretta, perché qualcuno a loro vicino ha preso questa decisione. Mentre di fatto non ho mai conosciuto ragazze che abbiano abortito tra quelle che giustamente  scendono in piazza in difesa della 194, ma probabilmente è solo un caso.

3 hours ago, Isher said:

Guarda che ti sbagli. Io non so cosa dicono i cattolici al riguardo. Ma il termine «eradicamento» (che avevo citato tra virgolette nel mio post d'entrata) è utilizzato proprio da Agenzie e Associazioni di ricerca sul genoma assolutamente laiche

Ti ringrazio per la segnalazione, io l'avevo trovato appunto su un articolo dell'Avvenire.

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On 10/3/2020 at 9:12 PM, Hazel226 said:

E poi spiegami dove sarebbe il guadagno dal passare da un tizio che ti obbliga a fare una cosa a un altro tizio che ti obbliga a farne un'altra... solo perché uno ti chiama signor Khan e l'altro si chiama Stato Italiano

certo che alcune frasi me le aspetterei da un liberista spinto e attualmente lo Stato italiano ti obbliga  a fare molte cose, anche in tema di interruzione di gravidanza

comunque l'aborto è lo scalino più basso e rozzo della bioetica, il problema che ci offre veramente è il numero di medici obiettori più che il rischio dell'estinzione dei down

favorire lo screening e consentire alle coppie che lo desiderano di avere una progenie sana è un valore positivo e realizza un diritto del genitore

questo non toglie che la selezione sulla base del sesso in  paesi arretrati non sia un problema

che certo non si può risolvere togliendo l'aborto, visto che il problema si aggraverebbe con ripercussioni sulle madri

aggiungo un ultimo punto

è evidente che far dipendere l'acquisto della capacità giuridica dalla nascita è una mera convenzione, una finzione del diritto

ed è pure vero che il feto è oggetto di tutela, che si esprime nelle limitazioni contenute nella legge sull'aborto

e non si può fingere che non sia così solo perchè non ti piace

e non si può neanche dire che, siccome il feto non è una persona, non c'è motivo di porsi problemi etici

semplicemente da qualsiasi prospettiva si guardi la questione, è meno dannoso lasciare alla donna la decisione, nell'ambito delle regole poste

 

 

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8 minutes ago, Demò said:

certo che alcune frasi me le aspetterei da un liberista spinto

🤔 

Be', ad essere fiscali, non ci conosciamo quindi non avresti dotuto aspettarti alcunché sul profilo del mio orientamento politico

Ma secondo me era comunque abbastanza ovvio che io potessi virare verso l'autodeterminazione totale del corpo 

O sbaglio

38 minutes ago, Demò said:

e non si può fingere che non sia così solo perchè non ti piace

Mi sono limitato a leggere la legge e a trarre delle conclusioni in base a quello che c'era scritto; non ha molto senso parlare di finzione visto che chiunque può andare a leggerla e ribattere "no, vedi i punti qui e qui" per eventualmente discuterne insieme

49 minutes ago, Demò said:

e non si può neanche dire che, siccome il feto non è una persona, non c'è motivo di porsi problemi etici

 :dontknow:

Sono sette pagine che ci poniamo il problema etico mi sembra...

Ma comunque... Che uno ritenga il feto nelle prime settimane dal concepimento una persona o meno, al di là del punto di vista giuridico (quindi in senso etico, filosofico, spirituale o quello che vuoi) bè, direi che è affar suo e la cosa non dovrebbe preoccupare nessuno. A me ad esempio non importa niente del pensiero religioso di altre persone, fintantoché non limita il mio diritto, ognuno può pensare anche che il feto sia una persona sin dal momento in cui l'ovulo si impianta, o addirittura da prima; la cosa non mi tange, ma credo di poterla pensare anche in modo diverso. Questo per ribattere al "non si può dire che"

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8 hours ago, Hazel226 said:

non ha molto senso parlare di finzione

Se ti riferisci alla finzione giuridica,  ne ha eccome.  È importante decidere da che momento la legge ti considera una persona, ma rimane il fatto che il criterio è arbitrario. 2 giorni prima della nascita non lo sei e 2 giorni dopo lo sei (giuridicamente capace).

È una finzione giuridica che ereditiamo dal diritto romano, il quale comunque ritiene che il concepito, non nato, sia capace di ereditare...

8 hours ago, Hazel226 said:

l'autodeterminazione totale del corpo 

L'autodeterminazione è delle persone, non dei corpi, altrimenti un feto sarebbe un corpo soggetto alle determinazioni di un altro corpo..

8 hours ago, Hazel226 said:

ritenga il feto nelle prime settimane dal concepimento una persona o meno

No, non una persona, ma un qualcosa oggetto di tutela, come dice la legge.

Giusto o sbagliato,  puoi criticarla e sostenere che dopo i 90 giorni una donna potrebbe abortire a sua discrezionalità,  ma non è così, attualmente 

 

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44 minutes ago, Demò said:

Se ti riferisci alla finzione giuridica

No mi riferivo al modo polemico in cui tu hai usato il verbo fingere riferito a me

44 minutes ago, Demò said:

L'autodeterminazione è delle persone

Sì vabbè non ho scritto "del corpo" come complemento di specificazione possessiva intendendo che il corpo da solo si autodetermina come fosse un'entità autocosciente ma ok se era sul serio questo che avevi capito hai fatto bene a farlo notare

44 minutes ago, Demò said:

Giusto o sbagliato,  puoi criticarla e sostenere che dopo i 90 giorni una donna potrebbe abortire a sua discrezionalità

Nessuno tipo ne ha parlato, nessuno ha discusso di questo tema, ma se avevi capito questo hai fatto bene a chiedere chiarimenti: parlavamo dell'aborto nelle prime settimane

Edited by Hazel226
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Per chi fosse interessato vi metto il link al commento a questa sentenza delle sezioni unite della Cassazione ( che per certi versi io neanche condivido sotto il profilo di una esigenza pratica di giustizia )

Le conclusioni in breve sarebbero queste

La Corte, negando quindi che nel nostro ordinamento esista un diritto a non nascere se non sani, richiama anche alcune sentenze statunitensi che hanno negato il diritto al risarcimento da cd. wrongful life.

Secondo la Cassazione verrebbe meno anche il fondamento della tesi basata sul cd. dovere di protezione di cui sarebbe beneficiario il nascituro.

Diversamente opinando, a parere delle SS.UU., vi è il concreto rischio di una reificazione dell’uomo, la cui vita verrebbe ad essere apprezzabile soltanto in ragione dell’integrità psico-fisica con una chiara deriva eugenica.

https://www.filodiritto.com/esiste-un-diritto-non-nascere-se-non-sani

 

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Paedicator1987
On 10/1/2020 at 7:09 PM, Isher said:

la sindrome di Down è compatibile con una vita accettabile.

Dipende da come la vedi l'accettabilità.

Anche per uno cui devono essere amputate entrambe le gambe per incidente o malattia si può parlare di vita accettabile, specialmente da parte di quelli che le hanno entrambe...

Chiaro che per una persona adulta e responsabile la scelta è sua, ma per un feto la scelta non può che essere dei genitori o di chi per loro e  allora non puoi evitare di considerare che vita avrebbe una volta nato un bambino senza entrambe le gambe in un mondo costruito dagli uomini ma anche dall'evoluzione naturale per chi di gambe ne ha due.

 

 

On 10/2/2020 at 10:54 AM, Almadel said:

Il punto non è abortire o meno i malati, vengono aborti quotidianamente tantissimi feti SANI.

O decidiamo di indignarci anche per quelli o decidiamo di non inidignarci per nessun aborto.

Giusto!

2 hours ago, Demò said:

È importante decidere da che momento la legge ti considera una persona, ma rimane il fatto che il criterio è arbitrario. 2 giorni prima della nascita non lo sei e 2 giorni dopo lo sei (giuridicamente capace).

Dovrebbe essere la scienza a stabilire quando il feto può essere considerato una vita autonoma, ma credo che anche la scienza dovrebbe dipenderebbe da un criterio non scientifico ma etico-filosofico per stabilire che cosa sia <vita>.

Alla fine le soluzioni estreme sono quelle più semplici o vita dall'inizio del concepimento - che è la soluzione religiosa dei cattolici - o vita dopo il parto perché prima è un'escrescenza della madre.

Le soluzioni intermedie sono arbitrarie.

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12 hours ago, Hazel226 said:

Sì vabbè non ho scritto "del corpo" 

devi capire che ho conoscenti molto ideologicamente orientati, che mi inducono esasperazione. Al tuo ennesimo "gianpeople" e "gatekeeping"ho creduto di scorgere un significato molto preciso nel concetto di autodeterminazione dei corpi

11 hours ago, Hinzelmann said:

Diversamente opinando, a parere delle SS.UU., vi è il concreto rischio di una reificazione dell’uomo, la cui vita verrebbe ad essere apprezzabile soltanto in ragione dell’integrità psico-fisica con una chiara deriva eugenica.

a me sembra interessante questo:

"Né può essere sottaciuto, da ultimo, il dubbio che l'affermazione di una responsabilità del medico verso il nato aprirebbe, per coerenza, la strada ad un'analoga responsabilità della stessa madre, che nelle circostanze contemplate dall'art. 6 legge 194/1978, benché correttamente informata, abbia portato a termine la gravidanza: dato che riconoscere il diritto di non nascere malati comporterebbe, quale simmetrico termine del rapporto giuridico, l'obbligo della madre di abortire"

 

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2 minutes ago, Demò said:

devi capire che ho conoscenti molto ideologicamente orientati, che mi inducono esasperazione. Al tuo ennesimo "gianpeople" e "gatekeeping" ho creduto di scorgere un significato molto preciso nel concetto di autodeterminazione dei corpi

Probabilmente se ci conoscessimo considereresti anche me molto ideologicamente orientato, ma you know possiamo evitarcelo :sisi:

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Per fortuna :sisi: Per me la possibilità di entrare in contatto con determinati gruppi è stata una salvezza a dir poco :sisi: condizionamenti accolti con grandissimo sollievo :sisi: ma su non andiamo troppo ot

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non ho mai dubitato che la dinamica fosse quella

e che bel brodo di cultura ne salta fuori

fortuna che parlate in una lingua mezza inventata e che è un mondo autoreferenziale

sicchè nessun esterno capisce e il problema è abbastanza tenue

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6 hours ago, Demò said:

fortuna che parlate in una lingua mezza inventata

Il "gatekeeping" è la trafila psicologica e burocratica per accedere alla terapia ormonale,

qui il termine è usato come sinonimo di processo per decidere se si ha il permesso o meno di abortire.

 

"Gianpeople" mi è un po' oscuro. Credo però significhi: maschio cis-sessuale transfobico.

Dico "maschio" perché non l'ho mai sentito usare verso le TERF (femministe transfobiche).

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Io manco sapevo che si stanno inventando nuovi termini per dire le stesse cose solo per legittimare la propria categoria tramite uno slang.

Si vede proprio la mia palese allergia alla fuffa da salotto virtuale. 

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12 minutes ago, nowhere said:

Io manco sapevo che si stanno inventando nuovi termini per dire le stesse cose solo per legittimare la propria categoria tramite uno slang.

Si vede proprio la mia palese allergia alla fuffa da salotto virtuale. 

Sei solo VECCHIA e non conosci i termini dei giovani LGBT. :D

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5 hours ago, Almadel said:

Dico "maschio" perché non l'ho mai sentito usare verso le TERF (femministe transfobiche).

Esiste "Karen"

P.s. non credevo di aver bisogno di "legittimarmi" eh

Continuo a preferire uno slang inventato a gente che usa termini noti ma in modo sbagliato

 

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4 minutes ago, Hazel226 said:

Continuo a preferire uno slang inventato a gente che usa termini noti ma in modo sbagliato

Beh, la prossima volta prova a mettere la traduzione

perché non tutti seguono le stesse pagine facebook 🙂

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28 minutes ago, Almadel said:

Beh, la prossima volta prova a mettere la traduzione

perché non tutti seguono le stesse pagine facebook 🙂

Super diplomatico LOL comunque mi sa che ho usato solo gianpeople in un post non serio... che secondo me ha un'accezione leggermente diversa da maschio cis sessuale transfobico perché sta proprio per "persona media" che non ha alcuna aspirazione ad andare oltre i propri pregiudizi, di solito impregnata di stereotipi, sessista, omofobica, transfobica, eccetera. Per questo Gian–, perché è comunissimo incontrare una persona che ha un nome con prefisso Gian–, e mediamente le persone che incontri sono così (e dal nome proprio diffuso derivi il nome del gruppo, come accadde con "Jacquerie") quindi sì insomma, gianpeople è un po' come un'espressione di disprezzo verso la maggior parte delle persone che incontri ed è per questo che mi piace, perché è misantropo

Ah per la precisione gianpeople è il collettivo ma gli individui li puoi chiamare in tanti modi per esempio Giancoso, Giantizio o Cischiara

Edited by Hazel226
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Vabbè questo lessico SJW alla fine è come il lessico redpill, grottesco e confinato ad alcune nicchie del web 

Basta essere consapevoli che usarlo fuori da queste fa passare per disadattati 

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1 hour ago, Almadel said:

Sei solo VECCHIA e non conosci i termini dei giovani LGBT. :D

Ohhhh ma nun t'hanno insegnato a non dà della vecchia alle gentil donzelle così impunemente (anche se è vero)? :asd:

1 hour ago, Almadel said:

perché non tutti seguono le stesse pagine facebook 🙂

Diciamo che è più questa la mia motivazione e cioè che salto a piedi pari tale fenomeno, cioè...

20 minutes ago, Uncanny said:

Vabbè questo lessico SJW alla fine è come il lessico redpill, grottesco e confinato ad alcune nicchie del web 

... quindi mi sono aggiornata solo alle cose utili, come usare SJW e Snowflake che sono effettivamente fenomeni recenti, reali e diffusi su larga scala.

Mentre trovare il termine numero 2309248042 per definire sempre le solite categorie come i transfobici&co, lo trovo semplicemente molto radical chic internettiano.

Lo comprendo perché come già detto, è un bisogno delle piccole e neo-nate categorie per darsi un'identità tramite il linguaggio, ma è come se utilizzassi i temini da gamer nella vita reale con gente totalmente estranea.

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Sì ma 

Potreste anche tipo non fracassarmi i coglioni per uno slang eh

Signori bearottermuscletwinkfrocialbutch femmetomboytopbottompowerbottom sissyfrociarolavelatosfranta ecc ecc

Anche basta

 

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