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The boys in the band


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The boys in the band, già spettacolo teatrale portato in scena a Broadway alla fine dei '60, da cui poi Friedkin ha tratto il film omonimo (distribuito in Italia come Festa per il compleanno del caro amico Harold), nel 2018 è stato reinterpretato a teatro da un gruppo di attori apertamente gay (tra cui Jim Parson, Matt Bomer, Zachary Quinto) che ora hanno preso parte al remake cinematografico prodotto da Ryan Murphy per Netflix (ringrazio @Almadel per avermelo segnalato).

Vi si racconta di un gruppo di amici omosessuali newyorkesi nei tardi anni '60 che, riunitisi per festeggiare il caro amico Harold, finiscono per ingaggiare un feroce gioco al massacro teso a svelare le reciproche debolezze e a far esporre fragilità e nevrosi più o meno conclamate. 

Non avevo visto il film originale, così oggi, dopo aver visto quello appena uscito, sono andato a ricercarne qualche spezzone in streaming; ipotizzo sia tutto molto fedele alla rappresentazione teatrale, perché le scene sono praticamente identiche, anche nel taglio delle inquadrature, e quasi tutte le battute vengono riprese pari pari (alcune un po' attualizzate nel lessico).

E' interessante notare che, complice il doppiaggio italiano del vecchio film e del nuovo, ci si trova di fronte a caratteri piuttosto diversi. Nel primo film, girato nel '70, i protagonisti risultavano realmente sgradevoli; quelli del 2020, molto più attraenti, ci appaino tutto sommato carini (ed in questo senso il crescendo di violenze psicologiche cui poi si sottopongono pare ancora più assurdo); solo Harold appare artificioso, in questo film più che nell'originale, mentre il velato che nel primo film ci appariva aitante e distinto, in quello del 2020 è insopportabilmente disonesto. Lodevole che Murphy abbia scelto solo attori out per il suo cast, eppure si ha l'impressione che non tutti riescano a trasferire al proprio personaggio quell'amarezza, quella disillusione, quella fatica esistenziale che l'autore dell'opera aveva loro assegnato; mi chiedo se non si tratti appunto di una differenza rilevabile solo nel doppiaggio (un doppiaggio di soli doppiatori gay avrebbe giovato?), se invece sia l'orientamento sessuale di attori e regista ad avere un peso rilevante nella messa in scena dello stesso materiale, o se tutto quel che rendeva i gay protagonisti di vite difficili cinquant'anni fa non sia fortunatamente dimenticato per sempre. 

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Anch'io non avevo visto l'originale - ma da quello che ho colto da qualche spezzone -  è veramente una trasposizione fedele.

Mi ha colpito il fatto che non si tratti del solito film a tematica in cui si parli di amore, AIDS od omofobia;

ma proprio di come doveva essere l'omosessualità prima dell'emancipazione pur in una emancipata New York

che avrebbe visto la rivolta di Stonewall solo l'anno successivo (essendo ambientato nel 1968).

 

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è un testo da sempre molto dibattutto nel mondo gayo: o lo si ama o lo si detesta, per l'alto tasso di ferocia/acidità (poco) repressa dei personaggi.

In molti non ci si riconoscono e strepitano che il mondo gayo non è AZZOLUTAMENTE così, altri non negano che ci siano anche bei personaggini del genere.

Sinceramente non ho visto l'ultimo remake, ma ricordo bene quanto tutta la crudeltà esibita della versione del 68 mi lasciò amareggiato/scioccobasito.

Al netto degli interpreti, braverrimi, ancora oggi non saprei dire se quel film mi piacque o meno.

Chissà, se rimedio il remake, magari mi farò un'idea più chiara di come la penso

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Anche io li ho visti entrambi e ho già parlato sul forum del fatto che da ragazzino - a 15 anni circa-  la visione dell'originale mi lasciò amareggiato

Penso che sia lodevole l'idea in sé di rivisitare dei capisaldi della cultura gay, riproponendoli alle nuove generazioni

Spero che le nuove generazioni possano essere interessate e mi fermo qui per non cadere nel cliché di "Hinzelmann che litiga con mezzo forum"

 

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Che piaccia o no, il film originale era, e rimane, un film da vedere ( secondo me).

L’unica cosa che non mi è piaciuta della nuova versione è che appunto e’ stato rifatto praticamente uguale, scena per scena. Forse perché i nuovi spettatori ( intesi come età, non chi lo guarda per la prima volta) non amano films vecchi?
A me non dispiacciono i remakes, ma solo se aggiungono qualcosa, o se la trasposizione della storia ai nostri giorni da nuovi spunti di riflessione. 

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52 minutes ago, Bullfighter4 said:

L’unica cosa che non mi è piaciuta della nuova versione è che appunto e’ stato rifatto praticamente uguale, scena per scena. Forse perché i nuovi spettatori ( intesi come età, non chi lo guarda per la prima volta) non amano films vecchi?

Credo che l'idea fosse proprio quella di riproporlo con attori oggi famosi (e belli e dichiarati)

per invogliare i giovani spettatori ad avvicinarsi ai classici.

Anche se un ragazzino di oggi non credo che avrebbe una reazione tanto diversa

da quella che Hinzelmann ha avuto a quindici anni.

Ai miei contatti su Facebook più giovani non è piaciuto, ad esempio (anche se per motivi stupidi).

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55 minutes ago, Bullfighter4 said:

L’unica cosa che non mi è piaciuta della nuova versione è che appunto e’ stato rifatto praticamente uguale

Già, con la differenza che l'originale era più verosimile; non so esattamente perché, ma nel nuovo film sono tutti così carini che non riesci davvero a credere alla messinscena. 

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18 minutes ago, Almadel said:

Credo che l'idea fosse proprio quella di riproporlo con attori oggi famosi (e belli e dichiarati)

per invogliare i giovani spettatori ad avvicinarsi ai classici.

Anche se un ragazzino di oggi non credo che avrebbe una reazione tanto diversa

da quella che Hinzelmann ha avuto a quindici anni.

Ai miei contatti su Facebook più giovani non è piaciuto, ad esempio (anche se per motivi stupidi).

Spero tu abbia ragione, ma dubito che il motivo sia invogliare i giovani ad avvicinarsi ai classici. 
Comunque preferisco una reazione negativa ad un film, ma che faccia pensare un po’, piuttosto che un filmetto che dimentichi dopo una settimana.

Se ti va di condividere, quali sono stati i motivi stupidi per i quali il film non è piaciuto?

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49 minutes ago, Almadel said:

Ai miei contatti bisex militanti è sembrato troppo gay e non c'è neanche un personaggio trans :D

Vedi! Non ha nemmeno più senso un film così! Quelli si aspettano la serie televisiva in cui è rappresentata ciascuna categoria sociale, possibilmente con ugual numero di scene, e sia mai che il personaggio che appartiene alla minoranza più misconosciuta non sia sufficientemente simpatico. Ragionano in termini così "orizzontali" che non mi ci raccapezzo. A 16 anni quando ho visto per la prima volta "Morte a Venezia" ho provato una fortissima malinconia, immaginandomi già come l'anziano musicista che pedina il preadolescente e muore di crepacuore guardandolo dalla spiaggia finché un rivolo di tintura per capelli gli cola da sotto al panama...penso che se lo mostrassimo ad un millennial qualsiasi faticherebbe anche a capire che si tratta di un film sulla pedofilia.

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https://www.gay-forum.it/topic/57404-the-boys-in-the-band/#findComment-1144290
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31 minutes ago, schopy said:

penso che se lo mostrassimo ad un millennial qualsiasi faticherebbe anche a capire che si tratta di un film sulla pedofilia.

Oppure lo decontestualizzerebbe completamente considerandolo solo e soltanto una detestabile apologia della pedofilia. Senza cogliere né il senso, ma quello ci sta pure, né il valore artistico del film, e questo non ci sta per nulla.

Edited by Bloodstar
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Un personaggio bisex c'è ed è Hank

Non mi sembra che venga rappresentato in modo antipatico

Vero è che l'attore che lo interpreta è gay e non bisex dichiarato, nel film originale era etero e mi pare uno dei pochi sopravvissuti ( all'AIDS ) del cast

 

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57 minutes ago, Bloodstar said:

Oppure lo decontestualizzerebbe completamente considerandolo solo e soltanto una detestabile apologia della pedofilia. 

Già, la tendenza a dar letture comunque decontestualizzate delle produzioni artistiche è la norma. Ma non riesco nemmeno a colpevolizzare del tutto i ragazzi di oggi...citando Gloria Swanson in Viale del Tramonto, "è il cinema che è diventato piccolo". I blockbuster americani sui supereroi, saldamente in testa alle classifiche dei film di maggiore incasso da almeno un decennio, hanno imbastardito tutto, e la distribuzione on demand sulle piattaforme digitali altera ulteriormente il rapporto dello spettatore con l'opera. Mi sento anziano.

31 minutes ago, Hinzelmann said:

Un personaggio bisex c'è ed è Hank

Ipotizzo che i bisex militanti volessero il bisex che rivendica la propria bisessualità di fronte allo scherno degli amici gay...

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44 minutes ago, Hinzelmann said:

Un personaggio bisex c'è ed è Hank

Non viene rappresentato nel modo in cui un ragazzo bisex di oggi vuole venire rappresentato

(ovvero un velato che lascia moglie e figli perchè si innamora di un ragazzo più giovane);

quanto piuttosto - come dice @schopy - un eroe che combatte contro il binarismo di una comunità gay che lo invisibilizza

o in ogni caso in un modo più "in linea" all'idea che loro vogliono dare di loro stessi.

Il senso però non è quello, perché neppure i gay vengono rappresentati per "coccolare" la categoria.

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11 minutes ago, schopy said:

Ma non riesco nemmeno a colpevolizzare del tutto i ragazzi di oggi...

Io non volevo minimamente essere giudicante, mi limitavo giusto a fare una constatazione. Però dobbiamo anche riconoscere che stiamo parlando di fenomeni non assimilabili: Morte a Venezia è prodotto di nicchia e non può essere altro che quello mentre un film di Netflix nasce con tutt'altre premesse.

Comunque, io il vecchio The boys in the band lo avevo visto anni fa e mi era abbastanza piaciuto. Avevo trovato quel mondo gay talmente diverso dal mio che non l'ho considerato un film LGBT (forse è per quello che in fondo l'ho apprezzato?). L'ho visto col medesimo distacco con cui leggo Pasolini o Isherwood, diciamo.

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5 hours ago, schopy said:

non so esattamente perché, ma nel nuovo film sono tutti così carini che non riesci davvero a credere alla messinscena

A me non da nessun fastidio vedere attori gay carini; la credibilità non ne viene intaccata (se così fosse DiCaprio o Pitt avrebbero dovuto cambiare carriera).

 

2 hours ago, schopy said:

I blockbuster americani sui supereroi,

Sei ingiusto con questo genere, a parte che non sono mai mancati nella storia del cinema film ampiamente commerciali... per chi è un vero nerd è un genere recente che ha reso giustizia ai nostri sogni e ha prodotto cose anche interessanti... vabbeh dai.

 

2 hours ago, Bloodstar said:

Però dobbiamo anche riconoscere che stiamo parlando di fenomeni non assimilabili: Morte a Venezia è prodotto di nicchia e non può essere altro che quello mentre un film di Netflix nasce con tutt'altre premesse.

Ma non è affatto vero. Netflix è una piattaforma enorme e come tale produce una varietà di prodotti, tra cui, anche cinema d’autore con spiccate ambizioni artistiche - come Roma di Cuaron, per dire, perché per avere abbonamenti gli conviene avere un’offerta ampia, e quindi sono film che si possono tranquillamente paragonare a Morte a Venezia.

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34 minutes ago, Krad77 said:

Ma non è affatto vero. Netflix è una piattaforma enorme e come tale produce una varietà di prodotti, tra cui, anche cinema d’autore con spiccate ambizioni artistiche - come Roma di Cuaron, per dire, perché per avere abbonamenti gli conviene avere un’offerta ampia, e quindi sono film che si possono tranquillamente paragonare a Morte a Venezia.

Hai ragione e Netflix ha in pancia anche The irishman, per dirla proprio tutta.

Però questo di cui stiamo parlando non è né Quaron né Scorsese, su. Non l'ho visto e non penso sia un'opera di basso livello, anzi, ma resta il fatto che da quanto ho letto (e da quanto voi avete detto) si tratta di un remake molto pedissequo attualizzato solo dalla presenza di attori gay dichiarati.  Non mi pare un film con enormi ambizioni, ecco. 

37 minutes ago, Almadel said:

Jim Parsons e Zachary Quinto non sono "carini".

Parsons io lo trovo di una bruttezza veramente rara. Quinto invece mi fa quasi sangue, sì.

39 minutes ago, marce84 said:

In che senso sulla pedofilia? 

Von Aschenbach era un pedofilo anche per i canoni del 1912.

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