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Un racconto per noi...


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Volevo raccontarvi una storia che riguarda un ragazzo come noi. Semplice e romantico ( se ho sbagliato sezione scusatemi).

 

Nella sua infanzia questo bambino è vissuto,come la maggior parte dei bambini, felicemente con i suoi genitori. Vedeva le partite di calcio seduto sulle ginocchia di suo padre. Il genitore contento indicava tutti i giocatori della sua squadra preferita, promettendogli di iscriverlo quando avrebbe avuto l’età giusta a calcetto. Felice della promessa il nostro amico giocava con i suoi amichetti. Man mano che cresceva arrivava per lui l’età per l’iscrizione al calcetto. Il padre orgoglioso lo vestì con la divisa della squadra che amava di più e lo affidò all’allenatore. Durante gli allenamenti cercava sempre di divertirsi e fare nuove amicizie. Nel suo gruppetto c’erano dei ragazzi “monelli” che alla prima occasione cercavano di fare i dispetti alle ragazzine che assistevano sugli spalti, composte. Gli allenamenti avvenivano ogni domenica mattina dopo la liturgia, quindi come d’usanza nel paesino del nostro amichetto, si indossavano le gonne per le femminucce e i pantaloni classici per i maschietti. Agli allenamenti allora era facile sbirciare le mutandine delle ragazzine per quei bambini monelli. Il nostro amichetto, per l’impeto e la voglia di fare amicizie, li seguiva sempre e mentre i suoi amichetti di nascosto passavano sotto agli spalti per sbirciare le intimità delle bambine, lui rimaneva in disparte a guardare come i suoi amici si divertivano. In compenso, quando usciva con gli amichetti in campagna, sbirciava sempre i compagni mentre facevano pipì. Di nascosto si appostava dietro un albero e,forse per curiosità, si pensava, al tempo, sbirciava i suoi compagni. Tornato a casa rifiutava però a una partita di calcio, per giocare con le bambole delle amichette e per cantare a squarcia gola la sigla dei cartoni animati. Presto imparò a memoria la sigla di Sailor Moon. Crescendo cambiò alcune cose di se..lasciò calcetto e si iscrisse a pallavolo, continuò a cantare le sigle dei cartoni animati aiutato da sua sorella e a giocare con le bamboline. Si iscrisse anche a un corso di danza. Da questo momento suo padre inizia a cambiare atteggiamento nei suoi confronti..lo ridicolizza davanti agli occhi della madre che comunque lo difende a spada tratta e inizia ad allontanarsi da lui issando un muro..ora invisibile ma che successivamente sarà invalicabile. Il nostro amico soffre molto la scelta del padre ma non si ferma nel suo percorso di vita. Scopre all’inizio della sua adolescenza di essere “diverso”. Non fisicamente ma più sentimentalmente. A differenza dei suoi compagni, lui ha sempre amato ciò che è sensibile e romantico. Piangeva con le sue amiche per un film, piangeva per le cose belle della vita, piangeva per un’amicizia bellissima, piangeva perché non capiva cosa gli accadeva. Guardava i ragazzi della sua classe con occhi diversi..sentiva un trasporto automatico verso di loro e tutto ciò che li rendeva “speciali”. Le ragazze le vedeva come amiche fidate, tranne la solita pettegola isterica, e anche rivali…tutto questo andò avanti per tutte le scuole medie. Quando iniziò a frequentare le scuole superiori fuori dal suo paesino circoscritto iniziò a capire tutto ciò che egli provava…e cosa significasse. Anche perché in questo periodo sopraggiunse la sua prima cotta..ma non era una cotta comune…si era innamorato di un suo compagno di classe. Molto bello e atletico, biondo e occhi verdi,simpatico e giocherellone..non sapeva come poter esprimere il suo amore perché i suoi amici parlavano delle persone come lui di “esseri” disgustosi, mostri che non dovrebbero esistere sulla terra. E lui si ritrovava la sera dopo aver fatto i compiti a piangere per il suo amore impossibile e a riempire quaderni interi di frasi e confidenze che solo la carte poteva ascoltare…Decise però a un certo punto del suo cammino di parlarne con la madre…non riusciva a dirglielo direttamente e allora scrisse una lettera a sua madre…la madre premurosa capì la situazione e non cambiò il proprio bene verso il figlio anche se il suo desiderio di avere nipotini è immenso…Di parlarne con il padre non se ne parla perché ormai il muro è troppo alto da poterlo abbattere..attualmente il nostro amico è arrivato alla maggiore età, ma vive la sua esperienza con un ragazzo che ama più di se stesso anche se in famiglia ormai tutto è rovinato…

 

Questa storia potrebbe essere spunto di riflessione su vari argomenti. Che ne pensate? Vi ritrovare in questo racconto oppure avete avuto esperienze diverse..più complicate..o più facili? Magari successivamente vi racconto altri pezzi della vita di questo ragazzo.

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https://www.gay-forum.it/topic/5790-un-racconto-per-noi/
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Sono giovane e sicuramente esistono persone più mature che sanno argomentare in miglior modo o cogliere particolari a me sfuggiti e dire cose assai diverse ma ci tenevo comunque ad esporre una mia idea.I padri hanno sempre più difficoltà a comprendere dati fatti e l'omosessualità è tra i prima...secondo me, forse è un pregiudizio ma penso siano pochi ad accettare la cosa.Il padre non lo sa ma sospetta fortemente e quindi ha deciso di chiudersi nei confronti del figlio...seppur non sia una cosa felice è comprensibile anche se fino a un certo punto.Si può dire che sia stato anche fortunato, c'è sicuramente di peggio.Se la madre l'ha accettato è già a metà della strada e poi "dare tempo altempo" è la cosa migliore in certi casi.Forse al momento il rapporto non è dei migliori ma credo che con volontà si possano cambiare molte cose.Penso che ognuno sulla propria strada trovi delle barriere, chi più chi meno, chi è omosessuole e bisex deve vivere trovandosi di fronte una barriera sociologica che fortunatamente non tutti hanno!! L'importante è camminare a testa alta e abbassarla quando è giusto che sia così.Spero che questo tuo amico non si faccia influenzare troppo dall'allontanamento del padre ma che piuttosto usi le sue energie per cambiare le cose.Alla fine trovo che non sia importante ciò che si diventa ma che ci sia orgoglio, fierezza e felicità in ciò che compone una persona. Non sempre è facile ma è essenziale per noi stessi, per il nostro mondo e per le nostre relazioni.Non so se sono stato inerente al topic ma queste sono le parole che mi sono uscite pensando alla storia di questo ragazzo e alla tua domanda. Nel caso io abbia toppato, mi scuso.

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Guest Lover_Of_Darkness

per molti aspetti questa storia assomiglia vagamente alla mia...beh mio padre non mi ha mai istigato al calcetto :roll: giocavo si con le bambole....però a dire la verità le bruciavo...ero un piccolo piromane...Mio padre è sempre stato assente nella mia vita, ha sempre pensato al lavoro, e quando c'era un giorno in cui stava in famiglia...non mi cagava di striscio...quindi questo muro con mio padre ce l'ho pure io...e bello alto e solido direi...ma la cosa non mi frega piu di tanto...Mi basta avere mia madre che mi accetta almeno....sempre meglio che niente...

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Ciao Poe! :salut:Negli ultimi giorni abbiamo parlato molto in privato. Nel tuo racconto ci sono tante delle cose che ci siamo raccontati. Tu e chi ha letto la presentazione di mia mamma sa che ho la fortuna immensa di avere una situazione famigliare più che serena e tranquilla. Accettato senza drammi,capito e sostenuto. Il rovescio della medaglia lo vivo di riflesso per la situazione del mio ragazzo. Soffre per essere stato rifiutato in toto dai suoi gentori. Dalle persone che in teoria dovrebbero essergli più vicine,e io ci sto male di riflesso.So che in questi giorni stai attraversando degli alti e bassi,anche a causa di un probabile confronto con tua mamma. Anche se ci conosciamo solo via chat,sento di poterti dire che sei una persona speciale e tengo anche a dirti questo: non smettere di credere in te stesso,continua a volerti bene e affronta tutto a testa alta!Un grosso bacioClaudio

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Guest T h a i r o

Purtroppo papà è stato presente nella mia vita solo per i primi anni..poi il lavoro l'ha portato fuori e questo lo ha allontanato tantissimo..fino ad arrivare ad ora..quasi non ci parliamo, figuriamoci se riuscissi a dirgli di me..ne parlavo proprio l'altro giorno nel mio diario..Il protagonista della storia mi rispecchia pienamente..e come lui, anch'io ho intenzione di dirlo a mamma attraverso una lettera,che le darò solo quando andrò fuori,per cercare di realizzare il mio sogno...

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Caro Poe,il tuo racconto mi fa venire in mente una poesia tratta dal “Profeta” di Kahlil Gibran: l’ha messa nella sua firma una mia “amica di forum” (non questo) che ha due figli entrambi omosessuali:I vostri figli non sono figli vostriSono i figli e le figlie dell'ardore che la Vita ha per se stessa.Essi vengono attraverso voi, ma non da voi,E benché vivano con voi non vi appartengono.Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri,Poiché essi hanno i loro propri pensieri. Potete dar dimora ai loro corpi ma non alle loro anime,Poiché le loro anime vivono nella casa del domani, che neppure in sogno vi è concesso visitare.Potete sforzarvi di essere simili a loro, ma non cercate di rendere essi simili a voi. Poiché la vita non va mai indietro e non indugia con l'ieri.Voi siete gli archi da cui i figli come frecce vive sono scoccate.Bisognerebbe far sottoscrivere in anticipo questa poesia a tutti quelli che vogliono fare dei figli :ok: Perché i genitori dovrebbero mettere in conto che facendo dei figli si potrebbero trovare di fronte a tanti imprevisti:che non vogliano fare il dentista o l’allevatore o il geometra come loroche non vogliano fare a loro volta figliche vogliano trasferirsi all’esteroche non tifino per la stessa loro squadra di calcioche non abbiano le loro stesse idee politicheche siano omosessuali…Può anche essere che qualche genitore trovi negli imprevisti un motivo per maturare, non è mai troppo tardi, come si dice… Quindi non è detto che in famiglia “ormai tutto è rovinato” per sempre, per fortuna anche i genitori talvolta fanno il loro cammino ed evolvono.Ma Claudio-Shark ha detto benissimo nella sua conclusione ciò che è davvero importante: che il protagonista del racconto (o Poe stesso :ok:) si voglia bene e vada a testa alta, qualunque cosa pensino i genitori o gli amici, poverini…Un abbraccio,clara

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Bellissima la poesia,Clara. Quando è nato Claudio mia sorella me l'ha regalata.Tornando in tema,una parte di quegli alti e bassi di Poe di cui parla Claudio si sono sistemati.Poe,sono felice che tu stia pian piano mettendo ordine nella tua vita.Continua così e sii sempre orgoglioso di te stesso!Bacione!

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