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gap generazionali & politically correctness


freedog

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11 minutes ago, Almadel said:

A me un amico gay che mi chiama "frocio" dà meno fastidio di un amico gay che mi chiami al femminile,

Be' è ovvio, perché l'asserita femminilità nega il  tuo stato fisico e psichico attuale od almeno l'opinione che tu ne hai, mentre l'asserita frocezza lo riconosce pienamente sia pure giudicandolo male secondo l'etica ambiente.

1 minute ago, blaabaer said:

Dài, su, di cosa stiamo parlando.

Delle parole, del loro significato e della relazione tra il proferirle e l'ascoltarle.

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4 minutes ago, blaabaer said:

Dài, su, di cosa stiamo parlando. Possiamo inventarci qualsiasi conversazione fantasiosa e irrealistica a caso, ma (oh mi ripeto in questo forum) non siamo qui a cercare i loophole nelle regole di un gioco da tavola.

Riesci a sintetizzarmi la questione in modo preciso, in modo che io possa risponderti con precisione?

Io sostengo semplicemente che sia SEMPRE l'intenzione a contare e MAI la parola usata.

Non mi viene in mente nemmeno un'occasione in cui io abbia fatto caso a una parola considerata offensiva in un contesto amichevole

e abbia apprezzato una parola politicamente corretta in un contesto ostile. Dal ché deduco che della parola in sé mi importi poco.

Tu dici - se ho capito bene - che in un contesto neutrale una parola offensiva rende offensivo tutto un discorso.

Io fatico a immaginarmi un contesto neutrale.

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Sì: non è la parola usata in sé che conta, come da mio precedente post.
Ma non è nemmeno solo l'intenzione. Ma perché il contesto non è solo
"di cosa sto parlando e cosa voglio dire"
ma anche
"le ragioni di chi ascolta"
"come può essere interpretato quello che dico"
"lo spazio reale o virtuale in cui mi esprimo"
eccetera.

Se io guido l'auto ubriaco e ti investo, il problema chiaramente non sta nell'auto. Ma non sta neanche nell'intenzione: è un incidente, e non lo faccio di proposito. Solo che tu la gamba rotta te la ritrovi lo stesso. Allora forse è meglio stabilire delle regole, magari da ubriaco la macchina la guido solo nel giardino di casa mia, e in uno spazio pubblico stiamo tutti attenti a guidare sobri

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1 hour ago, Almadel said:

A me un amico gay che mi chiama "frocio" dà meno fastidio di un amico gay che mi chiami al femminile,

infatti non avrei nessun problema a chiamare "frocio" te o Schopy o Metalheart, ma al femminile non vi chiamerei mai.

 

Be' allora non ti chiamerei mai al femminile, a prescindere dalle ragioni per le quali ciò ti urta, per semplice umanità e buon gusto, però se sta tutto nelle intenzioni, non nelle parole, ed educare le persone in merito al linguaggio è inutile, e siccome la mia intenzione quando chiamo un uomo gay al femminile è buona, e sulle intenzioni altrui è difficile sindacare, potremmo trovare la cosa forzata,  cederei a qualcosa che definirei <<poltically correct>>. Non è politicamente corretto limitare la propria libertà ed evitare di chiamare una persona gay al femminile solo perché lo urta? Credo che se lo chiedessimo a qualcuno che "odia" il politically correct (Nino Spirlì, Feltri, freed... scherzo), ti direbbe proprio di sì, che evitare di chiamare Almadel al femminile lo è.

Non lo so, l'utenza di questo forum manda messaggi contrastanti. Quando si parla di altre minoranze e delle loro pretese, purtroppo bisogna scuotere la testa e ricordare che la lingua serve per fluidificare il discorso, che servono dei codici condivisi, eccetera; quando si parla di quello che interessa a noi, conta solo l'intenzione, non la parola, si cercano loophole... 

"frocio" è un insulto, non opinabile come "le intenzioni". Personalmente se mi chiami "frocio" nonostante tu abbia sicuramente buone intenzioni lo trovo di cattivo gusto e ti invito a non chiamarmi così. Io non chiamo nessuno "frocio" o "rottoinculo" personalmente in quanto gay, spesso però, anche sul forum, scrivo in generale dei "froci", e lì la mia intenzione è chiarissima, perché si sposa benissimo con il significato del termine, come è giusto che sia. 

Però posso benissimo cominciare da questo istante a rivolgermi a ogni utente con "frocio", "rottoinculo", "finocchio", tanto sta tutto nelle intenzioni, ed è difficile provare che io non lo faccia per "cameratismo", scherzo o qualunque cosa sia, anziché per omofobia.

Edited by metalheart
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52 minutes ago, Mario1944 said:

Habet....

D'altronde è anche vero che le parole non possiamo proferire senza riferirci ad un significato comunemente condiviso, pena il non poter affatto comunicare come fossimo muti con sordi, anche se poi è necessario considerare che le nostre parole possono essere malamente percepite da chi nella propria vita sociale od affettiva abbia sperimentati eventi molto diversi dai nostri.

Del resto c'è una figura retorica molto usata, l'ironia, che inverte addirittura il significato corrente delle parole e delle locuzioni, ma che può non essere percepita dall'ascoltatore proprio in virtù della sua diversità affettiva o sociale o perfino fisica rispetto al parlante.

 

 

 

Esatto! Purtroppo i messaggi secondari della comunicazione non sempre vengono ben trasmessi o ben interpretati. La metacomunicazione non ha significati comunemente condivisi. Poi esiste anche la superficialità di chi sottovaluta e minimizza il significato delle parole. Secondo me ogni parola va pesata in base alla fonte e al contesto.

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1 minute ago, metalheart said:

siccome la mia intenzione quando chiamo un uomo gay al femminile è buona, e sulle intenzioni altrui è difficile sindacare, potremmo trovare la cosa forzata, 

Lo dice anche il proverbio: non si fa il processo alle intenzioni

Quel che conta è sempre il contesto sociale in cui le parole si pronunciano, mai le intenzioni soggettive che corrono nella testa di chi parla

I due termini non solo non sono intercambiabili fra di loro, ma sono proprio contrapposti

Se nel contesto di un locale gay mi apostrofano al femminile in modo irriverente. posso anche provare fastidio soggettivamente ma la "messa alla prova" a cui sono sottoposto non è di per suo bullismo perchè è un modo per includermi nel gruppo, mentre i compagni di scuola che hanno capito che sono gay prima di me e sanno che non sarò in grado di difendermi, apostrofandomi al femminile mi vessano e mi escludono da loro gruppo

Dubito però che qualcuno non possa capire realmente la differenza fra le due cose

 

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Io penso che in alcuni casi il problema non sia il termine ma proprio il significato del termine che è usato a sproposito

Questo non vale nel caso in cui usi "frocio" in luogo di "omosessuale" visto che sono sinonimi, e ciò che cambia è appunto l'intento potenzialmente offensivo del primo termine 

Ma può valere in altri casi ad esempio se uso "pervertito" in luogo di "omosessuale". 

Se io appello le persone omosessuali come "perverite" ciò che è sbagliato è proprio il significato che sto veicolando

Perché l'omosessualità non è una perversione

Quindi: non è che devo evitare il termine "pervertito" perché "non devo urtare i delicati sentimenti degli omosessuali"

Lo devo evitare perché è sbagliato

Leggasi: in alcuni casi ridurre tutto a una questione di sindrome dei sentimenti offesi è fuorviante 

Ponendo la questione in quei termini, l'omofobo convinto che i gay siano pervertiti, continuerà a pensare che siano pervertiti ma che il politically correct gli impone di non usare quella parola perché altrimenti poverini si offendono se sentono dire le cose come stanno 

E non arriverà mai a capire che sta semplicemente veicolando una nozione erronea del punto di vista scientifico

Edited by Renton
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14 minutes ago, Philosxcx said:

Secondo me ogni parola va pesata in base alla fonte e al contesto.

Cosa difficile tuttavia per la gran parte delle persone, forse non solo e non tanto perché non abbiano sufficiente cultura, ma perché non hanno sufficiente attenzione:

esaminare la fonte ed il contesto implica non solo strumenti culturali, ma anche tempo e volontà di comprendere.

Peraltro il passaggio della parola da proferita a prevalentemente scritta ha tolti quei potenti co-significanti che sono i gesti del corpo ed in particolare del volto:

non per nulla il succitato Demostene considerava l'actio l'essenza dell'arte oratoria.

 

9 minutes ago, Renton said:

Se io appello le persone omosessuali come "perverite" ciò che è sbagliato è proprio il significato che sto veicolando

Perché l'omosessualità non è una perversione

Non è vero se non usi il termine omosessualità in senso strettamente biologico:

eticamente può benissimo essere considerata perversione senza contraddizione col senso biologico.

12 minutes ago, Renton said:

E non arriverà mai a capire che sta semplicemente veicolando una nozione erronea del punto di vista scientifico

Ma eticamente corretta secondo la sua ideologia di riferimento.

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Io, quattordicenne confuso sulla sessualità - mia e altrui. Non confuso nel senso "non so se sono carne o pesce" ma proprio "ho idee piuttosto vaghe su cosa voglia dire essere gay".

Attività extrascolastiche in un gruppo di persone di età diverse. Conversazione generale.

Un ragazzo più grande di me: "Tizio Caio lo vedo sempre insieme a Gina Vagina, stanno mica insieme?"

Un altro ragazzo suo coetaneo: "no ma cosa stai dicendo, Tizio Caio è culattone. Ghe piase el buso maron"*. Risate, si passa ad altro.

A posteriori posso immaginare che la conversazione fosse stata piuttosto innocente, che probabilmente Tizio Caio fosse dichiarato e comunque un loro amico, e che nessuno avesse intenzioni cattive verso di lui - anche perché in seguito ho conosciuto le idee politiche dei ragazzi in questione. Però a nessuno venne in mente che ci potessero essere altri ragazzi gay o ragazze lesbiche nel gruppo, e che questi e queste potessero sentirsi a disagio.

Infatti, conoscendo la parola come insulto, al momento io interpretai lo scambio di battute diversamente. In seguito, scopertomi gay, non ho immediatamente considerato l'ambiente come uno spazio sicuro in cui fare coming out.

Riassunto: le intenzioni non erano cattive, le parole sì. Il contesto non era "neutrale": è un aggettivo che in questo caso non vuol dire niente, un po' come "blu", "nuvoloso" o "croccante". Il contesto era "una conversazione tra persone in rapporti di conoscenza e amicizia di diverso grado; l'orientamento sessuale dei partecipanti non è noto ma è preso come eterosessuale di default; le posizioni di apertura o ostilità verso le persone lgbt non sono note; lo scambio di battute è casuale in un breve momento di pausa e non c'è possibilità di approfondire o elaborare".

*lett. "gli piace il buco marrone"

Edited by blaabaer
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@Mario1944 Intendevo perversione nell'accezione con cui in passato era inteso questo termine in ambito psichiatrico

La psichiatria ha stabilito che l'omosessualità non è classificabile come perversione

Quindi se uno stesse veicolando questo concetto starebbe proprio in contrasto con il pensiero scientifico

Ed era solo un esempio, non mi importa ora di mettermi a discutere della perversione intesa in senso morale come accadeva ai tempi in cui tu eri bambino e i predicatori cattolici arrivavano nelle piazze a cavallo

Edited by Renton
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3 minutes ago, Saramandasama said:

Il buco vaginale invece di che colore è, rosso?

Sarebbe stata un'ottima occasione per chiederlo. Per quanto ne so, può essere blu a pois gialli con una scritta verde "sono affari miei" in comic sans 🙂

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9 minutes ago, Renton said:

Intendevo perversione nell'accezione con cui in passato era inteso questo termine in ambito psichiatrico

Guarda che in passato perversione fu usato sempre in senso etico, non psichiatrico, se non altro perché la psichiatria è disciplina abbastanza recente....

9 minutes ago, Renton said:

Quindi se uno stesse veicolando questo concetto starebbe proprio in contrasto con il pensiero scientifico

Se....  Ma potrebbe essere che lo veicoli in senso etico e non necessariamente scientifico, cosa che del resto è molto probabile, perché se uno pensa alla scienza probabilmente parla di attività contronatura e non d'inclinazione perversa.

9 minutes ago, Renton said:

non mi importa ora di mettermi a discutere della perversione intesa in senso morale ai tempi in cui tu eri bambinoe i predicatori cattolici arrivavano nelle piazze a cavallo

Come preferisci, ma io i predicatori a cavallo non li ho mai visti né cattolici né d'altre fedi....

Edited by Mario1944
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22 minutes ago, metalheart said:

Be' allora non ti chiamerei mai al femminile, a prescindere dalle ragioni per le quali ciò ti urta, per semplice umanità e buon gusto, però se sta tutto nelle intenzioni, non nelle parole, ed educare le persone in merito al linguaggio è inutile, e siccome la mia intenzione quando chiamo un uomo gay al femminile è buona, e sulle intenzioni altrui è difficile sindacare, potremmo trovare la cosa forzata,  cederei a qualcosa che definirei <<poltically correct>>. Non è politicamente corretto limitare la propria libertà ed evitare di chiamare una persona gay al femminile solo perché lo urta? Credo che se lo chiedessimo a qualcuno che "odia" il politically correct (Nino Spirlì, Feltri, freed... scherzo), ti direbbe proprio di sì, che evitare di chiamare Almadel al femminile lo è.

Come ho detto se mi chiami al femminile io farò finta che la cosa non mi dia fastidio,

perché so che non lo stai dicendo con cattiveria. E mi offendo anche se Feltri mi chiama "gay".

Non posso farci nulla se "Almadella" mi dà più fastidio di "rottinculo", tante reagirò nello stesso modo;

magari in un caso farò finta che non mi offenda (perché non voglio offendere la cultura camp di molti gay)

e nell'altro dirò comunque che non mi offende perché è vero (perché non voglio offendere i passivi rivendicando di essere attivo di fronte a un omofobo).

29 minutes ago, metalheart said:

Però posso benissimo cominciare da questo istante a rivolgermi a ogni utente con "frocio", "rottoinculo", "finocchio", tanto sta tutto nelle intenzioni, ed è difficile provare che io non lo faccia per "cameratismo", scherzo o qualunque cosa sia, anziché per omofobia.

Ti consiglio di farlo solo con chi esplicitamente ti dice che non si offende.

Io non ho apprezzato la canzone di Immanuel Casto dedicata all'accettazione degli adolescenti gay,

intitolata "Da grande sarai frocio" in cui li chiama "Busoni".

Perché è una consapevolezza che deve arrivare dall'esperienza e non venire imposta dal resto della comunità.

Quindi io - a differenza di Freedog - non chiamo "frocio" i ragazzi appena arrivati nel forum

con la scusa che a me non dà fastidio. Preferisco usare il termine per me stesso,

nella speranza che anche loro riescano a sdoganarlo quando parlano di loro.

23 minutes ago, Hinzelmann said:

Se nel contesto di un locale gay mi apostrofano al femminile in modo irriverente. posso anche provare fastidio soggettivamente ma la "messa alla prova" a cui sono sottoposto non è di per suo bullismo perchè è un modo per includermi nel gruppo

Questo per me è precisamente bullismo: mettere alla prova il novizio per vedere se può entrare nel gruppo dei pari.

Anche gli etero si danno del "frocio" tra di loro per vedere se hai una reazione da "etero".

In entrambi i casi - nel locale gay o con gli amici etero - "devi ridere", perché "se non stai allo scherzo" sei fuori.

Quando nella compagnia etero ti dicono che sei "frocio" devi rispondere: "Ti piacerebbe, eh?" e magari strizzargli le palle.

E quando nel locale gay ti dicono "Ecco la nuova troia!" devi rispondere: "Non sono una troia, io sono la regina delle troie".

Risposte diverse da queste di mettono fuori dal gruppo, perché - come dicono i bulli - "non sai stare allo scherzo".

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15 minutes ago, Almadel said:

Io non ho apprezzato la canzone di Immanuel Casto dedicata all'accettazione degli adolescenti gay,

intitolata "Da grande sarai frocio" in cui li chiama "Busoni".

Perché è una consapevolezza che deve arrivare dall'esperienza e non venire imposta dal resto della comunità.

[OT] Nemmeno io! Pensavo di essere l'unico; il testo poi è problematico sotto altri punti di vista (come altri testi di canzoni sue).

Edited by blaabaer
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30 minutes ago, Almadel said:

magari in un caso farò finta che non mi offenda (perché non voglio offendere la cultura camp di molti gay)

Ti propongo una soluzione a questo impasse

Se qualcuno ti appella al femminile e ti chiama Almadella, girati cattivo

E digli "Come osi, con tutta la fatica che ho fatto per ottenere il cambio anagrafico" – poi gli assesti un cazzotto in faccia – "transfobico di merda"

O se ad esempio ti dà dell'isterica: "Brutto stronzo", gli dici, "guarda che me lo sono fatto togliere l'utero" – e gli dai ginocchiata nei testicoli – "e ora tu dovrai farti rimuovere le palle"

Così otterrai che ti diano del maschile e non avrai offeso la cultura camp.

Non serve che mi ringrazi.

Edited by Renton
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31 minutes ago, blaabaer said:

Riassunto: le intenzioni non erano cattive, le parole sì. Il contesto non era "neutrale": è un aggettivo che in questo caso non vuol dire niente, un po' come "blu", "nuvoloso" o "croccante". Il contesto era "una conversazione tra persone in rapporti di conoscenza e amicizia di diverso grado; l'orientamento sessuale dei partecipanti non è noto ma è preso come eterosessuale di default; le posizioni di apertura o ostilità verso le persone lgbt non sono note; lo scambio di battute è casuale in un breve momento di pausa e non c'è possibilità di approfondire o elaborare".

Il tuo mi pare un ottimo esempio di contesto nel quale fare attenzione:

un contesto nel quale l'ascoltatore casuale non può valutare l'intenzione.

Si tratta però di un contesto omofobo generalizzato e di una persona come te al momento senza difese.

Forse la cosa ti avrebbe turbato qualunque termine avessero usato.

Anche se avessero chiesto se TizioCaio stesse con Leone Pisellone

e avessero risposto: "Ma no! A eo ghe piase ea fajana*" (*A lui piace la fagiana = vagina).

A me da ragazzino turbava anche la coppia di giornalai gay del campeggio.

Qualunque accenno all'omosessualità mi suggestionava.

Ovviamente però mi fido se mi dici che se avessero detto "omosessuale" invece di "culattone"

o "ano rosato" invece di "buso maròn" tu ne saresti stato meno turbato.

4 minutes ago, Renton said:

E digli "Come osi, con tutta la fatica che ho fatto per ottenere il cambio anagrafico" – poi gli assesti un cazzotto in faccia – "transfobico di merda"

Non scherzare che l'ho fatto davvero.

Per far sentire in colpa i compagni queer del centro sociale occupato Atlantide che mi chiamavano sempre al femminile,

li ho guardati preoccupati e gli ho chiesto se non fosse indelicato chiamare tutti i gay al femminile senza sapere se fossero FtM.

E' stata l'unica strategia che ha funzionato. 🙂

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31 minutes ago, Almadel said:

Ovviamente però mi fido se mi dici che se avessero detto "omosessuale" invece di "culattone"

o "ano rosato" invece di "buso maròn" tu ne saresti stato meno turbato.

@blaabaer ha sentito certe locuzioni utilizzate nei confronti di terzi, mentre a me cantavano tutta la canzone (sulle note di Popeye the sailor man) :

"Giuseppe l'è cueaton / ghe piase el buso maròn / Giuseppe l'è ghei / ghe piase i osei / Giuseppe l'è cueatooon"

Se ci ripenso mi stupisco di come io sia sopravvissuto alla scuola media relativamente sano, e di quanto ciechi dovessero essere gli adulti attorno a me...una volta perfino una supplente d'italiano ha scherzato sul fatto che non volessi chiudere la porta dell'aula per veder attraversare il corridoio da un ragazzo considerato particolarmente bello dalle mie compagne di classe (in effetti no, non avevo capito mi avesse chiesto di chiudere la porta) e, estremamente infastidito dall'allusione alla mia possibile omosessualità, le risposi che probabilmente lei voleva rifarsi gli occhi sui suoi domestici filippini (una prof. cretina, per quale motivo dovresti tirartela con i tuoi alunni raccontando che hai i domestici filippini a servizio? Ma tant'è, li aveva davvero)...mi fu risposto che per questo genere di insolenze potevo essere sospeso; non ci fu alcuna conseguenza ovviamente, e tuttora tutto sommato mi piaccio se ripenso a quanto potevo essere arrogante con chi mi infastidiva 🙂 il mio guaio semmai è che non riesco a tenere il punto a lungo...perché se qualcuno mi provoca posso diventare spiacevolissimo, ma poi esagero e se sento che sto realmente ferendo l'altro mi dispiaccio.

Comunque, ho raccontato questo aneddoto per esemplificare come talvolta un'allusione, specie se proviene da qualcuno di insospettabile, può essere più malevola di una canzonatura esplicita.

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1 hour ago, Almadel said:

Questo per me è precisamente bullismo: mettere alla prova il novizio per vedere se può entrare nel gruppo dei pari.

E' una tua personale definizione di bullismo, ma non è così

Non siamo ancora in grado di dare una definizione legale di bullismo ( per tagliare la testa al toro...) ma se ne sta dibattendo in Parlamento e per quanto magari i mass media non abbiano dato grande risalto alla notizia il dibattito è anche piuttosto avanzato.

L'orientamento prevalente sarebbe di ampliare il delitto di atti persecutori alle condotte di reiterata minaccia e molestia che pongano la vittima in una condizione di emarginazione

Quindi la soglia del rilievo penale è la persecuzione, estesa alla minaccia e molestia, certo non possiamo escludere che la persona che ti apostrofa al femminile perchè gay, esca dal locale, ti perseguiti per strada e ponga in essere comportamenti vessatori generalizzati, solo per il fatto di essere anch'essa omosessuale e quindi parimenti esposta allo stesso pericolo di emarginazione.

Giustamente la legge non escluderà questa possibilità, non tanto per il caso di scuola appena formulato, che a dire il vero appare poco plausibile, quanto soprattutto per i casi di cyberbullismo in cui l'autore del crimine potrebbe essere un gay che nasconde la propria identità al riparo dell'anonimato, che internet gli garantisce

 

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2 minutes ago, schopy said:

Giuseppe l'è cueaton / ghe piase el buso maròn / Giuseppe l'è ghei / ghe piase i osei /

Io avrei apprezzato questa profonda equiparazione omofoba tra attivi e passivi 🙂

Scherzi a parte il problema non è il cosa ti dicono, ma il quando te lo dicono.

Alle medie neanche Super Gay ha gli strumenti per reagire.

Se a diciassette anni dicono ad Almadel che è frocio, lui con quattro parole li fa piangere;

ma se glielo dicono a dodici... cavoli a dodici anni cosa vuoi fare? Come si fa a reagire?

Io posso anche dire "Fatevi una corazza e passate all'attacco", ma nel frattempo che si fa?

E anche se ti conoscessi quando hai vent'anni, che consigli posso darti

per annullare il bullismo che hai ricevuto alle medie? Nessuno.

 

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5 minutes ago, Hinzelmann said:

Non siamo ancora in grado di dare una definizione legale di bullismo ( per tagliare la testa al toro...) ma se ne sta dibattendo in Parlamento e per quanto magari i mass media non abbiano dato grande risalto alla notizia il dibattito è anche piuttosto avanzato.

Direi che nel mio caso si possa parlare di bullismo senza dubbio, c'è chi si è ammazzato per molto meno.

5 minutes ago, Almadel said:

Io avrei apprezzato questa profonda equiparazione omofoba tra attivi e passivi 🙂

Temevo ti avrebbe divertito :D comunque, se ripenso alla canzoncina non me la prendo neanche troppo (erano ragazzini grezzi, peggio era il gruppo di quelli più grandi che mi lanciavano i sassi), mentre se ripenso alla prof. che soltanto allude al fatto che io sia finocchio no, m'incazzo ancora, porca vacca, come si è permessa? L'unico insegnamento tratto da tutte queste esperienze faticose è che la sensibilità è merce rara...e che talvolta a far l'insegnante finiscono individui psicologicamente poco adatti.

2 minutes ago, Saramandasama said:

Ipnosi regressiva, psicoterapia e l’aiuto di xanax!

Grazie, un paio di gocce di Xanax le ho prese realmente dopo aver scritto il post più sopra.

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2 hours ago, Mario1944 said:

Cosa difficile tuttavia per la gran parte delle persone, forse non solo e non tanto perché non abbiano sufficiente cultura, ma perché non hanno sufficiente attenzione:

esaminare la fonte ed il contesto implica non solo strumenti culturali, ma anche tempo e volontà di comprendere.

Peraltro il passaggio della parola da proferita a prevalentemente scritta ha tolti quei potenti co-significanti che sono i gesti del corpo ed in particolare del volto:

non per nulla il succitato Demostene considerava l'actio l'essenza dell'arte oratoria.

 

Concordo! Purtroppo il mondo virtuale toglie la parte pragmatica della comunicazione, la comunicazione non verbale rafforzativa della comunicazione verbale. Forse pure più importante, poiché da senso al discorso. 

7 minutes ago, Saramandasama said:

Ipnosi regressiva, psicoterapia e l’aiuto di xanax!

Eeehhh che misura drastica ahahahah!

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4 minutes ago, Hinzelmann said:

E' una tua personale definizione di bullismo, ma non è così

Non credo che cercare di virare la definizione nella giurisprudenza

ti permetterà di schivare il problema sociologico che ho sottolineato.

Magari per te è stato più facile definirti "regina delle troie" agli amici gay

mentre per me è stato più facile dire "Ti piacerebbe?" agli amici etero:

ma davvero non credo che sia questo a fare la differenza.

Cazzo, io avrei voluto saper fare altrettanto bene entrambe le cose 🙂

 

Mi pesa di più il bullismo subito dalle "froce" che quello subito dalla "compagnia dei bro"

perché avevo molta più urgenza di piacere ai gay che agli etero

e anche perché per piacere ai primi dovevo dimostrarmi sessualmente performante

mentre per piacere ai secondi mi bastava avere occhio nel valutare la qualità dell'erba. :)

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3 minutes ago, Almadel said:

Mi pesa di più il bullismo subito dalle "froce" che quello subito dalla "compagnia dei bro"

perché avevo molta più urgenza di piacere ai gay che agli etero

e anche perché per piacere ai primi dovevo dimostrarmi sessualmente performante

mentre per piacere ai secondi mi bastava avere occhio nel valutare la qualità dell'erba. :)

Condivido, è pure più infimo. Essendo soprattutto legato non solo alla performance sessuale, ma anche legato al fattore estetico. 

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15 minutes ago, Almadel said:

Non credo che cercare di virare la definizione nella giurisprudenza

ti permetterà di schivare il problema sociologico che ho sottolineato.

Io non vedo nessun problema ed ho già spiegato il motivo, ti conosco e so già che non cambierai idea quale che sia la legge o la spiegazione che io possa fornirti😃

Però non posso schivarti, faccio come sempre riduzione del danno fornendo informazioni alternative

24 minutes ago, schopy said:

Direi che nel mio caso si possa parlare di bullismo senza dubbio, c'è chi si è ammazzato per molto meno.

Direi di sì, in primo luogo nello spirito della nuova legislazione i dirigenti scolastici non dovrebbero neanche aspettare che si arrivi alla soglia di rilevanza penale, ma invece di far finta che niente stia succedendo, perchè il bullismo è un rito iniziatico di crescita utile ai più anche se pagato dal capro espiatorio di turno, dovrebbero porre in essere interventi preventivi convocando le famiglie e in casi limite attivando i servizi sociali ( beninteso i nuovi strumenti previsti nel caso di soglia penale superata sarebbero pur sempre quelli rieducativi previsti dal rito penale minorile...)

Sarebbe stato meglio se di una legge non ci fosse stato bisogno, perchè in effetti culturalmente un educatore non avrebbe dovuto neanche averne bisogno, ma il tuo caso ci dice che invece era necessaria e poi ci aggiungerei che le reazioni delle famiglie destinatarie dei provvedimenti, ovviamente con insegnanti complici il problema neanche si pone, potrebbero sconsigliare l'insegnante dall'intervenire, senza le spalle coperte da una legge.

 

 

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1 hour ago, schopy said:

a me cantavano tutta la canzone (sulle note di Popeye the sailor man) :

😕

pro tip: date ai vostri figli nomi sdruccioli, tre quarti di questi componimenti non funzionano con "Stèfano", "Àngelo" o "Giàcomo"

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15 minutes ago, Hinzelmann said:

Direi di sì, in primo luogo nello spirito della nuova legislazione i dirigenti scolastici non dovrebbero neanche aspettare che si arrivi alla soglia di rilevanza penale

A me tutto questo lascia perplesso, perché non avrei mai realmente desiderato che i miei bulli dodicenni subissero delle conseguenze penali 😅 mi sarebbe bastato un'insegnante che non facesse battute alludendo alla mia omosessualità e che magari mettesse un po' al loro posto o bulli.

Edited by schopy
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Non lo metto in dubbio, tutti i bullizzati non lo desiderano spesso anzi provano sensi di colpa del tutto immotivati

Comunque si prevederebbe di attivare in prima istanza delle misure in cooperazione con la famiglia del bullo, che più o meno suppongo corrispondano a quel che tu hai desiderato in seconda istanza misure coercitive di carattere non penale

 

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21 minutes ago, Hinzelmann said:

Non lo metto in dubbio, tutti i bullizzati non lo desiderano 

Esatto, non avevo sete di giustizia verso i compagni di classe; mentre invece se avessero sanzionato in qualche modo la prof per le sue allusioni offensive un po' di soddisfazione l'avrei provata...e poi dai, l'italiano lo conoscevo già meglio di lei 😂

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Il problema del bullismo specialmente a scuola è che se anche non c'è un individuo specifico che ti perseguita o ti minaccia

Se collettivamente tutti o buona parte dei tuoi compagni ti prendono di mira con parole e gesti, ad esempio a causa della tua omosessualità vera o presunta, spalleggiandosi vicendevolmente

Anche se magari il comportamento di nessuno di loro preso singolarmente si configura con quei termini (persecuzione, minaccia, reiterazione)

L'effetto complessivo è comunque persecutorio, e conduce comunque all'emarginazione

Sono convinto che buona parte degli adolescenti che sono caduti in depressione e hanno tentato il suicidio a causa del bullismo non  avessero necessariamente dei nomi da fare nello specifico da indicare come i propri personali persecutori

Per dar luogo a queste situazioni è già sufficiente che qualcuno di ignoto decida di mettere in giro una voce su di te, o ti affibbi un nomignolo umiliante, e tutti nel complesso gli vadano dietro per spirito cameratesco. In breve puoi diventare un paria

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