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Ci avete detto " studiate"!


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26 minutes ago, PiNKs said:

Nel senso che difficilmente un professore sano di mente consiglierà a un classicista, o ad uno studente di altri tipi di scuola superiore con 3 ore di materie scientifiche a settimana,  di suicidarsi e di andare a fare ingegneria o buttarsi su materie scientifiche. 

Io invece sapevo che gli ingegneri escono proprio dal classico perché il classico abitua a studiare moli immense di roba e dunque predispone bene a sopportare gli esami monstre.

D'altronde non si può sperare che gli ingegneri meccanici, ad esempio, escano dagli istitui tecnici a indirizzo meccanico visto il livello miserevole di questi ultimi.

P.S. Io vengo dall'istituto tecnico e poi ho fatto lettere (storia contemporanea, per la precisione) quindi mi sento abbastanza titolato a parlare di queste cose.

23 minutes ago, freedog said:

c'è però pure un rovescio della medaglia:

mettiamo che tu sia un appassionato di storia dell'arte ma i tuoi ti obblighino a prendere chimica, perchè è una delle poche facoltà che cmq a fine corso può garantirti uno stipendio sicuro o quasi.

E però tu odi quella materia.

quante possibilità ci sono che ti ritroverai a pascolare in facoltà per decenni senza concludere niente, diventando un fuori corso cronico?

Come dicevo, non esistono 5 discipline tecnico-scientifiche, ma centinaia. Basta trovare quella che suscita più curiosità e intraprendere il percorso in modo propositivo. Le passioni non sono innate ma si sviluppano con la competenza, e questo la gente proprio non lo capisce. Fra le due è molto meglio provare un percorso di quel tipo e soltanto dopo aver provato ripiegare verso latinorum e DAMS vari. Poi è ovvio che se si parte da presupposti romantici del tipo "odio tutte le scienze perché sono fredde e insensibili e io sono un inimitabile fiocco di neve" non si va da nessuna parte e il tipo di educazione scientifica anemica e nozionista che si fa a scuola non aiuta in tal senso.

C'è poi anche una certa irrequietezza narcisistica in molti post-adolescenti che sognano in grande senza avere una idea concreta di quanto siano magre le speranze di successo. Penso che mio fratello debba ringraziare i miei di averlo convinto a non andare a studiare scienze della comunicazione a suo tempo.

Edited by wwspr
5 minutes ago, wwspr said:

Le passioni non sono innate ma si sviluppano con la competenza, e questo la gente proprio non lo capisce. 

non sempre e non tutte: esistono anche le capacità che ognuno ha di default.

io per esempio sono totalmente negato per il disegno in qsi sua forma & declinazione, da sempre.

Ergo, tutto avrei potuto fare nella vita tranne che architettura

3 hours ago, Bloodstar said:

 

 

Con l'attuale tassazione è sempre più difficile che una cosa del genere accada. I fuori corso biblici si stanno estinguendo. 

 

 

Le tasse universitarie in Italia adesso sono alte? Che peccato, l’istruzione dovrebbe essere accessibile a tutti.

3 hours ago, freedog said:

Ergo, tutto avrei potuto fare nella vita tranne che architettura

Tra tutti i miei compagni di corso chi sapeva disegnare erano veramente una piccola minoranza. Ora poi ad architettura non prendi più una matita in mano durante tutto il corso. 

Secondo me anche basare la scelta sulle sole passioni non è necessariamente la scelta vincente. Le passioni cambiano nel corso del tempo...

29 minutes ago, Bullfighter4 said:

Le tasse universitarie in Italia adesso sono alte? Che peccato, l’istruzione dovrebbe essere accessibile a tutti.

È vero dovrebbe essere accessibile a tutti ma metterci 15 anni per finire il dams non va nemmeno bene. Bisognerebbe in qualche modo limitare le storture di un'istruzione praticamente gratis.

Con questo non voglio dire che bisogna fare come in US, qua il costo dell'educazione e' solo fonte di problemi. 

MicFrequentFlyer

Secondo me il problema fondamentale è che in Italia l'università è troppo improntata su uno studio della teoria della disciplina, con attenzione vicina allo zero per le transferrable skills che si possono apprendere durante un corso universitario. Se ci fosse più innovazione pedagogica (o anche solo un minimo avvicinamento agli standard del mondo anglosassone), allora si potrebbe dire di scegliere sulla base delle proprie passioni. Perché se a fine corso uno studente non riuscisse a trovare qualcosa di immediatamente inerente ai propri studi, avrebbe comunque un bagaglio spendibile sul mercato del lavoro. Ovviamente c'è anche il problema del mondo del lavoro, che ritiene i giovani dei vasi vuoti buoni per la gavetta più che come portatori sani di idee nuove. 

E comunque anche l'idea delle discipline umanistiche come contemplative è ormai obsoleta. Digitalizzatione e metodi di ricerca quantitativa si applicano ormai alla maggior parte delle discipline, comprese quelle umanistiche. Se lo studio universitario fosse più vicino al mondo della ricerca si potrebbe anche smettere di denigrare materie che sono in realtà fondamentali.

AndrejMolov89
said:

c'è però pure un rovescio della medaglia:

mettiamo che tu sia un appassionato di storia dell'arte ma i tuoi ti obblighino a prendere chimica, perchè è una delle poche facoltà che cmq a fine corso può garantirti uno stipendio sicuro o quasi.

E però tu odi quella materia.

quante possibilità ci sono che ti ritroverai a pascolare in facoltà per decenni senza concludere niente, diventando un fuori corso cronico?

FreeDog, ti risponderei che esiste anche chimica per i beni culturali, che ti dá capacitá trasferibili in campo edile - oltre che abilitarti all´insegnamento della storia dell´arte - i.e. una mia carissima amica si é dottorata in geoscienze partendo da questo corso.

In generale, si puo´ fare anche un corso in discipline umanistiche, ma per la bontá del cielo si inizi a fare anche percorsi che permettano una certa discrezionalitá nella scelta dei corsi. Per esempio garantire l´accesso dei corsi di economia/informatica/scientifici permetterebbe di dargli piu´ capacitá. Il punto non é tanto scegliere qualcosa che sia necessariamente scientifico, ma quello di essere meno passivi possibile. Gli studenti sono inseriti all´interno delle universitá in maniera passiva, e non riescono minimamente a rappresentare decentemente il proprio futuro professionale. Vivono come bacchetti di giunco al vento. La prendono sottogamba. Io ho fatto lo stesso errore perseguendo geologia generale, se avessi fatto geologia tecnica avrei piu´ capacitá trasferibili nel mondo del lavoro vero. D´altro canto ho fatto un percorso di numerical modelling ed sono una figura ibrida.

MicFrequentFlyer

Quoto totalmente @AndrejMolov89

Oggi c'è quantitative history, quantitative linguistics, approcci di AI alla comunicazione, approcci quantitativi allo studio della letteratura, uso di AI per lo studio delle arti, oltre a tutto il settore della digitalizzazione della conoscenza umanistica, che richiederebbe competenze tecniche sia in ambito informatico che in ambito letterario, storico, ecc. Ma finché lo studio di una disciplina rimane fissato agli anni Cinquanta non ci si può stupire che poi sia difficilmente applicabile nel 2021. Ma la colpa non è della disciplina. E in più l'università dovrebbe insegnare tante competenze (scrivere essays, report tecnici, summaries, fare presentazioni, impostare e gestire progetti, team working, competenze tecnico-informatiche, procedimenti di peer review, ...) che sono poi utili nel mondo del lavoro, anche se ci si allontana dal proprio campo di studi. E queste competenze dovrebbero distinguere qualitativamente una persona che ha ricevuto un'educazione universitaria da una persona che si è fermata prima. 

 

1 hour ago, Micioch said:

 

È vero dovrebbe essere accessibile a tutti ma metterci 15 anni per finire il dams non va nemmeno bene. Bisognerebbe in qualche modo limitare le storture di un'istruzione praticamente gratis.

Con questo non voglio dire che bisogna fare come in US, qua il costo dell'educazione e' solo fonte di problemi. 

Tasse bassissime se si rimane in corso, poco più alte se si sfora di un anno, e poi aumentate esponenzialmente.

Comunque almeno nei city colleges di alcune città americane ( CUNY e SUNY in nyc e City College in San Francisco), le tasse universitarie per i residenti  sono quasi nulla da un paio di anni.

26 minutes ago, Bullfighter4 said:

Tasse bassissime se si rimane in corso, poco più alte se si sfora di un anno, e poi aumentate esponenzialmente.

Comunque almeno nei city colleges di alcune città americane ( CUNY e SUNY in nyc e City College in San Francisco), le tasse universitarie per i residenti  sono quasi nulla da un paio di anni.

Vado a Cuny da un anno, è vero che rispetto alle università le tasse sono la metà o anche un terzo, ma in un anno ho speso di più che in 7 in Italia.

1 minute ago, Micioch said:

Vado a Cuny da un anno, è vero che rispetto alle università le tasse sono la metà o anche un terzo, ma in un anno ho speso di più che in 7 in Italia.

Mmm, a sto punto sono un po’ perso in tutto questo. 
Per le famiglie che guadagnano meno di 125,000 all’anno, le tasse sono zero se:

sei residente per almeno 12 mesi prima di iscriverti al programma

essere iscritto ad un corso che si conclude con un 2 o 4 anni degree

essere studente a tempo pieno.

In media un anno di università al CUNY costa per un residente che non ha la free tuition sui $7,000 all’anno per un corso di 4 anni, e sui 5,000 per i corsi di due anni. 
 

Non so quale sia la tua situazione finanziaria, ma se come nucleo familiare guadagnate più di $125,000 l’anno, 7 mila dollari di università non mi sembrano una grossa cifra. Qui una famiglia che guadagna più di 125,000 l’anno non guadagna poi così tanto, in Italia sono un sacco di soldi.

 

Pago sui 6000 più o meno per sessione per 12 crediti/4 corsi, quindi tempo pieno. Ho frequentato anche la sessione estiva e sono residente da più di un anno. Per i costi dell'università statunitense mi va grassa....

Non so che percentuale di studenti riesca veramente a pagare quasi zero ma credo che si possa paragonare a chi paga zero anche in Italia forse. Poi se parliamo di Cuny a Manhattan è un conto e un altro è nel Bronx.

7 minutes ago, Micioch said:

Pago sui 6000 più o meno per sessione per 12 crediti/4 corsi, quindi tempo pieno. Ho frequentato anche la sessione estiva e sono residente da più di un anno. Per i costi dell'università statunitense mi va grassa....

Non so che percentuale di studenti riesca veramente a pagare quasi zero ma credo che si possa paragonare a chi paga zero anche in Italia forse. Poi se parliamo di Cuny a Manhattan è un conto e un altro è nel Bronx.

Dovrebbe essere per tutto lo stato, non solo per la città.

Cosa studi, se ti va di dirlo?

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