Le parole giuste

[Aquil4blu]

Volevo condividere con voi una cosa che mi sta capitando in questi giorni.Ho fatto amicizia in chat con 2 fratelli napoletani trasferitisi a Pescara,il più giovane ha solo 18 anni,e 4 giorni fa è stato investito da una uto pirata e ora si ritrova in carrozzina non sapendo se potrà camminare di nuovo.Il fratello più anziano che ha 38 anni nei giorni in cui era in ospedale,si disperava,anzi si incavolava di brutto per quello che era successo,un misto tra dolore,rabbia e tutti i sentimenti correlati in questi casi.Io e le persone del mio canale chat gli abbiamo fatto sentire subito il nostro affetto,un signiore di Napoli che fa l'assicuratore gli ha dato tutte le indicazioni per essere risarcito,siamo diventati una famiglia,condividendo sia le gioie che questa terribile cosa con loro.Ieri sera entrambi i fratelli sono entrati in chat,e quello che ha fatto l'incidente mi ha chiesto:"ma si può vivere così"?Io da parte mia gli ho risposto che la sua vita non è finita solo perchè non potrà più camminare,è ovvio che per un ragazzo di quell'età,abituato a stare sempre fuori,ora sembri di stare in una prigione,ma al giorno d'oggi la medicina fa grandi passi avanti e con le nuove tecnologie come la chat,i cellulari le persone si sentono meno sole.So che questa non è una  consolazione,ma voi cosa gli rispondereste al mio posto?Il fratello,che lo adora ieri sera gliene ha dette di tutti i colori perchè ovviamente prova dolore nel vederlo ridotto in quel modo e anche lui mi ha fatto una domanda a cui vorrei deste una risposta:"Cosa devo fare,dimmelo tu"?Io non sono un medico e penso che gli psicologi in certi casi facciano più danni che altro,meglio il supporto di un buon amico.Se volete altri dettagli sulla storia per capire meglio sarò lieta di darveli,nel frattempo grazie per i consigli che vorrete darmi.

[clara]

Premetto che nella storia del tuo amico c'è qualcosa che non mi torna... Non mi pare tecnicamente possibile che a quattro giorni dall'incidente, un ragazzo possa essere già tornato a casa dall'ospedale con la diagnosi di non poter più camminare (se ho capito bene, mi baso sul fatto che riferisci di avergli detto in chat "che la sua vita non è finita solo perché non potrà più camminare").

 

Bene, primo consiglio: cerca di capire bene cosa gli hanno detto i medici e quali sono le sue reali prospettive ed eventualmente usa la frase "se anche non potrà più camminare"...

 

Secondo. Se davvero non potrà più camminare, potrà vivere lo stesso... ma non solo perché grazie alle nuove tecnologie potrà comunicare con gli altri pur restando confinato in casa!!! Oggi una persona che non può camminare, può comunque fare sport, guidare la macchina, avere una propria autonomia di vita, lavorare, studiare, avere una vita sessuale... Tutto dipende dalla riabilitazione e dal fatto di imparare a fare le cose in un modo diverso, usando tutto quanto la tecnologia può mettere a disposizione per dare le stesse possibilità anche a chi ha delle limitazioni di movimento.

 

Terzo. Cosa fare? Appunto quel che dicevo un attimo fa: fare in modo che il tuo amico possa davvero accedere a tutte le possibilità che ha diritto di avere: quindi assistenza sanitaria, assistenza psicologica, riabilitazione, ausili, sussidi e tutto quello che gli spetta di diritto. Purtroppo le situazioni possono essere molto diverse a seconda delle varie regioni o delle diverse aziende sanitarie locali... può anche essere difficile avere le informazioni "giuste". Esistono però associazioni che possono far conoscere quali sono i diritti di una persona con disabilità: contattare una di queste associazioni potrebbe essere una cosa da fare...