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L'energia nucleare


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Ma dalle mie parti convivono benissimo entrambe le realtà. C'è il mercato con le bancarelle in legno al centro e l'ipermercato in periferia ma non dimentichiamoci che l'innventore del supermercato prima vendeva nelle bancarelle e che appena possibile non ci ha pensato due volte a comprare energia ed ingrandirsi

 

 

 

[modbreak=yrian]Non occorre quotare il post precedente.[/modbreak]

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StraccinoBello

che c'è gente ambiziosa e gente senza contegno si sa. quasi tutti sperano di far parte della fetta di arricchiti. sta nel buon senso comune capire quando il momento di fermarsi. il punto è proprio questo qui. c'è veramente il BISOGNO dell'energia nucleare? di tutte le cose che devono consumare quella energia? Sono ESSENZIALI? A me non sembra....certo, resta il fatto che non si può imporre a nessuno di limitarsi. però per come vanno le cose il futuro mi rattrista e mi preoccupa, non so voi....io resto nostalgico.

Straccino il problema è che durante periodo che tu rimpiangi i 2/3 della popolazione italiana era occupata nell'agricoltura e riusciva a sfamarsi a malapena, era molto sensibile alle carestie, la mortalità infantile era altissima e la donna era schiava della casa. Con l'energia un trattore sostituisce 100 braccianti, il problema delle carestie è stato fortemente minimizzato, non si muore più per malattie oggi banali e la dona grazie alla lavatrice, alla lavastoviglie, al ferro da stiro ed al frigorifero ha potuto prendere coscienza di se stessa e dei suoi diritti e raggiungere la parità, i bambini possono andare a scuola (impensabile senza l'energia) e di fatto neanche i gay potrebbero ottenere i loro diritti senza l'energia. A mio modo di vedere l'energia serve. Sempre a mio modo di vedere l'umanità è tale perchè sa controllare l'energia: la scoperta del fuoco è avvenuta prima della scrittura e prima della creazione di un linguaggio complesso.

 

Se siamo umani è perché sappiamo controllare l'energia

Però una produzione di inquinamento dovuto alla necessità di energia diminuisce i vantaggi che tu citi (teoria di Coase che ci ha anche vinto un Nobel su questa teoria). Il livello di energia ottimo per la società è più basso di quello attuale.

StraccinoBello

 

Se siamo umani è perché sappiamo controllare l'energia

 

mi rattrista questa frase. è vera, non dico che sbagli, però è tristissima.

ciò che mi sembri sostenere è che il progresso morale della società è inseparabile dal progresso tecnologico. giusto? che l'uomo senza il cellulare che ti fa anche il caffè torna automaticamente all'età della pietra. (tra parentesi io non ho nostalgia di tempi così lontani come quelli da te descritti. sei andato troppo indietro. io pensavo al minimo agli anni cinquanta). cmq, aldilà del fatto che sia veritiero o meno questo che dici, per me è folle buttare giù tonnellate di cemento e scindere pericolosamente l'uranio per alimentare veri e propri sprechi!! prima sarebbe da rivedere tutto. trovare l'energia altrove. risparmiarla. o anche toglierla del tutto a cose che usiamo e che veramente non SERVONO (ciò senza si vive benissimo). tanto per dirne uno, l'aria condizionata....i condizionatori si sono sparsi in giro peggio della peste e nei fatti non servono. noi in italia abbiamo un clima perfetto! non troppo freddo, non troppo caldo. io sono del sud e senza condizionatore vivo beatamente. se penso che c'è chi lo accende perchè non gli piace sudare :love: mi viene male. e intanto la nostra terra si riscalda ancora di più. io insisto, tutta quell'energia non ci serve.

 

non ha senso distruggere la terra per andare sulla luna nella paura che un giorno sarà invivibile. è un contro senso.  il troppo stroppia!! e secondo me stiamo per stroppiarci alla grande.

(ho quasi paura del futuro per questa ingordigia sfrenata che si diffonde sempre più).

non ha senso distruggere la terra per andare sulla luna nella paura che un giorno sarà invivibile. è un contro senso.  il troppo stroppia!! e secondo me stiamo per stroppiarci alla grande.

 

Io sono d'accordo con te: non credere che io sia uno che ha il condizionatore a casa (oddio ho tante altre cose energivore ma non il condizionatore) tuttavia anche negli anni 50 c'era molta povertà. Io vivo in una città dove è in construzione una centrale a carbone quindi sensibile alla questione energia, sprechi e rinnovabili. Se con le rinnovabili non si riesce a mantenere l'intera domanda di energia tra carbone e nucleare preferisco il nucleare. Tutto qua

StraccinoBello

anche ai giorni nostri c'è molta povertà. e temo ci sarà anche in futuro.

 

non si riesce a mantenere l'intera domanda di energia

 

mantenere. è nella parola mantenere che cova il problema. tra le alternative darsi al carbone e darsi al nucleare, manca l'alternativa darsi un freno! è come continuare ad ingozzare un obeso. più lo si accontenta, più gli si dilata lo stomaco, più avrà fame. così non va. questo atteggiamento è irresponsabile. preoccupante. :love:

[Totalmente e definitivamente OT, se c'è da dividere dividete, ma non posso farne a meno XD]

 

 

la dona grazie alla lavatrice, alla lavastoviglie, al ferro da stiro ed al frigorifero ha potuto prendere coscienza di se stessa e dei suoi diritti e raggiungere la parità

 

No, ma dai... ora le donne hanno conquistato la parità dei sessi e hanno preso coscienza di se stesse grazie agli elettrodomestici? Cioè, altrimenti la donna deve stare a casa a lavare e il marito fa quello che vuole, così invece ha più tempo per pensare e capire che non è una schiava, che magari ha il diritto di votare, di abortire, di divorziare...?

E le lotte del femminismo? (parliamo della metà dell'800 eh? ora che mi risulti  ferri da stiro esistevano da un botto di tempo, lavastoviglie e microonde proprio no, che son roba del nostri di secolo... e il frigorifero è stato inventato sempre in quel periodo, per cui dubito fortemente che le donne francesi lo avessero già in casa, anzi, dirò di più, la diffusione del frigorifero in casa è una cosa relativamente recentissima nella storia dell'uomo, chè prima i frigoriferi servivano solo per il trasporto merci...).

 

Allora basta inventare un altro paio di elettrodomestici e la parità cadrà addosso anche a noi omosessuali?

E alle minoranze etniche?

E agli immigrati?

E alle minoranze religiose?

E ai birmani che tipo di energia o di elettrodomestico servono per fare un passo verso la libertà?

E al terzo mondo verso la ricchezza?

 

Non servono l'elettricità e un ammasso di circuiti che funzioni grazie ad essa, o ad un blocco di ghiaccio, per raggiungere le parità che mancano nel mondo (o per aver raggiunto quelle che mancavano), ci vuole solo tanta determinazione, un po' di buona volontà e di amor proprio, nochè una discreta dose di sale in zucca XD

Stavo per rispondere male io a Sugar, che è stato tanto indelicato verso noi donne. :gha:

 

Per fortuna Saint Just mi ha preceduto, così per una volta non sarò io a rendermi antipatico.

 

Il post è OT ma costituisce anche una precisazione doverosa. Del resto ho sufficiente stima di Sugar (tanto intelligente e tanto :love:) per supporre che ha peccato semmai di leggerezza ma non certo di cattiveria.

 

Diritto di replica a quest'ultimo, poi decidiamo se:

 

- lasciare tutto com'è, compresa la puntualizzazione di Saint Just;

- oppure far modificare a Sugar la frase incriminata e quindi cancellare i post OT;

- oppure ancora (e meglio ancora) riprendere la discussione nel topic sulla condizione femminile:

- oppure infine (la mia preferita) flammare qui a oltranza.

 

Fammi sapere, Sugar! :love:

Ragazzi partiamo dal fatto che senza energia non si possono costruire scuole ed ospedali (vi rendete conto quanta energia spreca uno studente?) quindi non si poteva neanche prendere coscienza dei propri diritti e poi nessuno si mette a scendere in piazza per reclamare se non ha il tempo materiale per farlo (infatti il grosso della partecipazione politica e degli intellettuali sono di origine borghese e non operaia). Una volta l'uomo andava nei campi e la donna stava a casa: era una gabbia sociale che oggi noi consideriamo un ingiustizia ma che una volta aveva un senso. Ovviamente non è l'energia che ha liberato la donna ma è stata una condizione necessaria e non sufficiente per la sua liberazione.

 

Provate a pensare per un attimo ad una società senza più petrolio: credete veramente che sia possibile permettersi certi diritti?

Mi viene da chidermi qual'è l'invenzione che ha fatto prendere al maschio coscienza di se, allora, la clava? :love:

Credo che sugar sia fermo nelle sue opinioni, così come io lo sono sulle mie, di litigare proprio con lui non mi va neanche un poco. Resto, comunque, convinta che un elettrodomestico non influenzi minimamente la presa di coscienza della propria condizione da parte di un gruppo, né tantomeno che dia la possibilità a quel gruppo di muoversi, o fare o protestare.

Da che mondo e mondo le donne (in questo caso) hanno sempre trovato, comunque, del tempo da dedicare a loro stesse (il 90% della mia famiglia è d'origine contadina, eccetto mia madre nessuna donna della mia famiglia lavora o ha lavorato, quindi so di cosa parlo) e la maggior parte di quelli che lottano, realmente, per qualcosa in cui credono rubano il tempo che serve da quello che dedicherebbero a loro stessi.

Semmai col marito non più contadino e fuori dalle scatole tutto il giorno le donne hanno avuto la possibilità di fare, cosa che probabilmente non avrebbero avuto vista la visione patriarcale e maschilista dei secoli scorsi.

(che fai o tu donna!?!? cerchi di pensare?!?!? :love:)

 

Le scuole e gli ospedali non servono a prendere coscienza dei propri diritti, non son cultura e sanità che forniscono all'essere umano la spinta per capire che la sua condizione è ingiusta, o iniqua, semmai la cultura contribuisce a fornire i giusti mezzi per combattere le proprie guerre. Tra l'altro le scuole c'erano anche all'età della pietra, e da che mi risulta loro avevano solo il fuoco, che con l'energia nel senso materiale e moderno della parola non c'azzecca nulla.

 

Insomma, le rivoluzioni si fanno con le idee e l'anima, non certo con gli elettrodomestici, altrimenti l'uomo non sarebbe evoluto di un passo fino all'800 inoltrato, e ora si che saremo, davvero, un bel po' indietro XD.

L'industrializzazione è servita certamente a far progredire l'essere umano in una direzione, ma non certo a permettere ad alcuni ceti o gruppi di emanciparsi o di ritrovarsi a trattare con gli altri da pari a pari.

 

Insomma, se fossi femminista ti registrerei di diritto nel libro nero delle cose da fare, ma fortunatamente non lo sono, anche se credo, comunque, che la tua uscita abbia calpestato un bel po' di cadaveri di femministe del passato XD

Io vivo in una città dove è in construzione una centrale a carbone quindi sensibile alla questione energia, sprechi e rinnovabili

Argh!! O________________________O

Ti riferisci alla centrale PCC che stan costruendo a Civitavecchia immagino...

Fosse stata una IGCC (Integrated Gassification Combined Cycle) potrei forse forse evitare di bacchettarti, ma qua ti mazzuolo proprio ^^

PCC = pulverized coal combustion, leggasi la maniera più sporca e meno efficiente di produrre energia elettrica. Tra l'altro la CEE lo sa benissimo e si prevedono multazze in arrivo se davvero sto sciagurato progetto prende vita (e la prenderà molto probabilmente, visto che in effetti... la stan costruendo!).

Il tutto ricordando che comunque in Italia il carbone non ce l'abbiamo, e quindi si tratta sempre di andare a comprare combustibile all'estero e trasportarlo fino a Civitavecchia (per mare? per terra?) visto che i carbondotti non esistono.

D'altra parte dal 2003 lo stato finanzia il PCC (evvai! che culo! spazio all'archeo-energia! mica le centrali termodinamiche di Rubbia!), mi sembra giusto che qualcuno voglia farci su un po' di soldi costuendo delle paleo-centrali che producono più polveri sottili che elettricità.

 

Come al solito l'ignoranza e il magna magna (più quest'ultimo a dire il vero) della nostra casta politica si traduce in danni diretti sulla pelle dei cittadini.

secpndp me il nucleare è essenziale  è anni che comperiamo dalla francia .... ha abitato per anni in provincia di cuneo a poche decine di km da una centrale francese ..... bisogna svilupppare e costruire ogni forma di energia

Argh!! O________________________O

Ti riferisci alla centrale PCC che stan costruendo a Civitavecchia immagino...

Fosse stata una IGCC (Integrated Gassification Combined Cycle) potrei forse forse evitare di bacchettarti, ma qua ti mazzuolo proprio ^^

PCC = pulverized coal combustion, leggasi la maniera più sporca e meno efficiente di produrre energia elettrica. Tra l'altro la CEE lo sa benissimo e si prevedono multazze in arrivo se davvero sto sciagurato progetto prende vita (e la prenderà molto probabilmente, visto che in effetti... la stan costruendo!).

Il tutto ricordando che comunque in Italia il carbone non ce l'abbiamo, e quindi si tratta sempre di andare a comprare combustibile all'estero e trasportarlo fino a Civitavecchia (per mare? per terra?) visto che i carbondotti non esistono.

D'altra parte dal 2003 lo stato finanzia il PCC (evvai! che culo! spazio all'archeo-energia! mica le centrali termodinamiche di Rubbia!), mi sembra giusto che qualcuno voglia farci su un po' di soldi costuendo delle paleo-centrali che producono più polveri sottili che elettricità.

 

Come al solito l'ignoranza e il magna magna (più quest'ultimo a dire il vero) della nostra casta politica si traduce in danni diretti sulla pelle dei cittadini.

 

Ho riletto il messaggio dopo giorni e non ho ancora capito perchè mi vuoi bacchettare  :rotfl:

Sono assolutamente contrario, l'energia nucleare può essere la scelta solo di una società che non ha un minimo di lungimeranza delle proprie azioni.

 

Piuttosto che sprecare denaro per aprire centrali per e assassinare l'ambiente e noi stessi, sarebbe molto meglio spenderli per la ricerca e il miglioramento nell'utilizzo di fonti di energia alternative e rinnovabili

  • 3 years later...

Riesumiamo questo argomento che salta sempre fuori!  :eh: 

Al di fuori della nuova pubblicità malvagia e manipolatrice mandata in onda dallo stato in queste ultime settimane, io penso che il nucleare sia assolutamente da accettare, ma non in Italia, non adesso. La classe politica, l'opinione pubblica, i costi che lieviterebbero appena messa giù la prima pietra sono tutti fattori che mi danno da pensare che in Italia un'idea del genere non è assolutamente attuabile. Il massimo che il nostro stato potrebbe produrre è un macinino da caffé pronto a inquinare qualche migliaio di km circostanti. Se ci sarà una svolta nella politica nei prossimi decenni, forse avremo i mezzi economici e tecnologici per cambiare un paio di cosette, in queste condizioni proprio No.

Contrario per diversi motivi:

 

-Il nucleare attuale è una tenologia vecchia, noi costruiremmo centrali di terza generazione che sono già oggi centrali piuttosto vecchie e quando finalmente saranno costruire ed operative saremo in procinto di poter costruire quelle di quarta generazione(su cui oggi si sta investendo in ricerca e i cui progetti sono veramente innovativi e cercano di dare soluzioni definitive a problemi come quello delle scorie) per cui ci troveremmo con centrali appena costruire ma già vecchie(senza contare i passi da gigante che avranno fatto le energie rinnovabili).

 

-Il nucleare non è il futuro e non ha una prospettiva di lungo periodo perché il nucleare funziona grazie all'uranio e l'uranio non è infinito.

Per cui negli anni a venire l'uranio andrà sempre più diminuendo per cui i costi del minerale quindi dell'energia finale prodotta andranno sempre più aumentando, inoltre quando l'uranio sarà terminato dovremmo in ogni caso passare alle rinnovabili che sono energie infinite, per cui meglio investire e partire da subito visto che quelle sono le energie del futuro.

 

-Gli investimenti per il nucleare sottraggono le già limitate risorse ad altri settori come le energie rinnovabili, gli investimenti per rendere la rete più efficiente ed abbattere gli sprechi o l'investimenti sul nucleare del futuro cioè quello di quarta generazione o ancora meglio la fusione nucleare.

 

-Sul nucleare non si è ancora data una risposta al problema delle scorie, non esiste un luogo di stoccaggio geologico cioè un luogo che sia sicuro per migliaia di anni, il problema è all'ordine del giorno in America che ha l'estensione di un continente figuriamoci da noi che siamo una striscia di terra densamente abitata e ricca di luoghi turistici e zone agricole con prodotti di alta qualità.

Mi pare una scelta irresponsabile avviare una tale tecnologia senza avere una risposta in questo senso.

 

-Le centrali nucleari, a differenza delle centrali ad energia rinnovabile che in poco tempo possono essere costruite e messe in funzione, hanno delle tempistiche che possono essere di 10 o anche più anni(visto che siamo in Italia) per cui in tutti questi anni l'Italia avrebbe solo spese e nessun vantaggio.

 

-Le centrtali nucleari a differenza delle rinnovabili hanno grandi costi di smantellamento, cioè una centrale ad energia rinnvoabile può essere facilmente rimossa in breve tempo e senza danni mentre una centrale nuclare no, si pensi solo alle scorie che devono essere stoccate e custodite per chissà quanto tempo e si pensi solo a titolo di esempio al fatto che noi stiamo ancora oggi spendendo soldi per smantellare le centrali dopo il referendum del 1987.

Stiamo parlando di nucleare vs alternative in genere o di nucleare in Italia?

 

Sul primo può nascere una discussione che, se mantenuta entro i binari dell'oggettività, della Scienza scevra da spinte ideologiche/interessi personali, porta a conclusioni non lontane dalla parità e con un'incertezza abbastanza ampia da non conoscere con esattezza chi ne esce vincitore.

Più vogliamo ridurre tale incertezza, più pesante diventa il bagaglio di conoscenze formali e di pubblicazioni da citare necessario a non far uscire il discorso dai suddetti binari. Va da sé che ammettendo la mia ignoranza preferisco starmene zitto.

 

Sul secondo basta un minimo di raziocinio per essere contrari, indipendentemente dalla propria posizione sul nucleare.

Per togliere ogni dubbio, basta ignorare per un attimo la "questione nucleare" e trattare l'argomento come una qualsiasi altra grande opera.

Io sono poco informato nel senso che non so se veramente il nucleare produca in un anno una quantità di scorie grande quanto un essere umano come dice qualcuno o se ne produce una quantità immensa come dice qualcun altro. Non so se l'energia rinnovabile basti a compensare come dice qualcuno o non basti come dice qualcun altro. Insomma è difficile informarsi! Anche in rete trovi informazioni contrastanti. Comunque credo che dovremmo prendere ad esempio paesi come la Svezia più che la Francia e cercare di staccarci da petrolio e simili per passare alle rinnovabili.

AndrejMolov89

Ritengo che il nucleare in italia sia inattuabile per diverse ragioni:

 

a) L'italia è geologicamente una fogna. Terremoti, vulcani, In italia ci sono tutti gli ambienti geodinamici esistenti. Quindi, logicamente , non c'è spazio per le scorie, questo significa che bisogna esportarle (l'uranio è estremamente solubile in ambienti ossidanti, logicamente l'acqua proveniente dal cielo, non è riducente...)

:love: L'italia non ha giacimenti uraniniferi importanti, mi pare che ce ne fosse uno  a traversella, quindi bisognerebbe importarlo.

 

Già da queste considerazioni, risulta evidente che non si migliora l'indipendenza energetica italiana. La si peggiora.

Senza contare che è impossibile trovare un luogo sicuro nel territorio dove mettere le scorie. Le rocce italiane sono cubetti fagliati, fessurati e fratturati.

 

Oltre a queste considerazioni, che mi fanno proprendere per il no al nucleare, ci sarebbero le considerazioni inerenti alle reazioni di decadimento, a diciamo ad un tratto specificatamente fisico nucleare, di cui sinceramente non sono informato tanto e quindi non ne parlo.

 

Bisogna costruire le centrali nucleari, bisogna importare, esportare. I giacimenti d'uranio sono molto rari, non ci sono giacimenti aventi concentrazioni sfruttabili, statisticamente parlando ha la stessa importanza di un ago nel deserto del sahara. Le spese per il mantenimento sono sicuramente maggiori di una centrale a combustibili fossili. I costi per mantenere in sicurezza sono sicuramente gravosi sulle casse dello stato. Mi pare che non sia così conveniente. Inoltre, come se non bastasse, dove cazzo possiamo mettere delle centrali nel nostro territorio il cui rischio geologico, idrogeologico è il più alto d'europa?

 

Non ci vuole un genio per vedere quanto sia sconveniente e quanto sia assurda una mossa del genere.

Poi, sinceramente, vi immaginate una centrale perfettamente a norma in italia? Dove la corruzione è talmente alta che ormai la disonestà è diventata onestà?

 

:love:

Allora se si mettesse a paragone energia rinnovabile e energia nucleare, ovviamente opterei per quella, anche se in italia essendo un paese a mio parere povero, non può permettersi l'energia rinnnovabile.

Per quanto riguarda invece la sola domanda, siete favorevoli al nucleare, mi sorge una riflessione in mente. E' verissimo che l'uomo non pò manipolare a suo piacimento l'evolversi e la natura delle cose, ma almeno può provarci. Qualche anno fa, era scoppiato l'allarme del cern. Era scoppiata questa insensata paura che potesse fallire l'esperimento e quindi ricreare cazzi e mazzi e che avrebbe recato gravissimi danni. Parlando qualche tempo dopo con un "amico" che ci ha lavorato, mi ha spiegato quali potevano essere i rischi di un fallimento e sicuramente non erano le cose che si sentivano in giro (addirittura avevano parlato di buchi neri O.O quando la scienza non sa ancora cosa siano per esattezza)

Partendo da questa premessa, non credo che in italia si possa rischiare in modo così esagerato, quindi ogni volta che un politico decide che si potrebbe parlare di nucleare in una zona ovviamente ha fatto già diversi studi. L'esempio lampante è quello di cota (si lo so, non è che abbia testa quell'uomo ma ogni tanto delle cose giuste le dice) quando si parlava di creare una centrale nucleare in piemonte si era parlato di stabilimenti nelle valli vicino biella. Effettivamente gli studi ci sono stati e quindi la centrale era assolutamente sicura nello spazio studiato. Oltre ciò non credo che se si decide di creare una centrale nucleare la gente inizi a far le cose a caso, perchè è vero che l'idea potrà nascare da una politica specifica, ma chi lavora all'interno delle industrie sicuramente lascia da parte la politica ma pensa a far lavorare meglio la centrale. Detto ciò, sperando nella ragione delle persone che lavorino all'interno del sistema nucleare (anche smaltimento) sono d'accordo al nucleare. Così come d'accordo a QUALSIASI energia alternativa a quella sfruttata attualmente.

Allora la mia opinione:

 

Per quelli che si lamentano di possibili scoppi, emissioni, ... ricordo che l'Italia è circondata da centrali nucleari di altri stati ( come la Francia che sono costruite quasi sul confine ). Non a caso la nube di Cernobil arrivò fino a noi e ci sono danni anche qua. Qualcuno si è mai chiesto perchè il Bellunese ha il più alto numero di tumori di tutta Italia?

 

D'altro canto ho letto anche che per ora che finiscono di costruire una centrale atomica ( che richiede un bel po di tempo ), l'uranio sarà già finiro e quindi mi pare inutile.

 

A Greed ricordo che il giappone ha terremoto molto frequenti eppure usano il nucleara da una vita :love: Il tutto dipende da come costruirebbero gli impianti ( che in Italia è tutto dire ... )  :love:

AndrejMolov89
PROGRAMMA NUCLEARE IN GIAPPONE

del 9 agosto 2004

 

Il Giappone possiede 52 centrali nucleari che soddisfano circa il 25% del fabbisogno energetico del paese. Il governo nipponico ha recentemente puntato al rilancio dell'energia nucleare mediante la progettazione di nuove centrali.

 

Il piano governativo del premier nipponico Koizumi prevede di giungere al 50% di copertura del fabbisogno nazionale tramite l'energia nucleare ma non sono poche le voci di protesta. Ovunque si cerchi di costruire nuove centrali atomiche sorgono dal nulla referendum popolari locali e proteste da parte dei cittadini. Ed i recenti incidenti alle centrali nucleari nipponiche non contribuiscono a ricreare un clima di fiducia tra i cittadini.

 

Nel Paese del Sol Levante sono infatti stati registrati frequenti incidenti nelle centrali nucleari, fortunatamente tutti di piccola entità. L'ultimo nel 1999, dalla centrale di Tokaimura fuoriuscì vapore radioattivo ed investì almeno 200 persone causando due morti accertate. Ed anche di recente sembrano essere avvenuti incidenti alle centrali nucleari nipponiche nel silenzio dei media e delle autorità, così si apprende da alcune notizie pubblicate a seguito dell'incidente del 9 agosto 2004.

 

"Secondo la rete tv pubblica 'Nhk', poi, un altro incidente piuttosto serio, con fuoriuscita di acqua di raffreddamento radioattiva, era avvenuto in un reattore della centrale nucleare di Shimane il 24 luglio scorso, ma è stato reso noto solo ieri sera dalla società di gestione 'Chugoku Electric Power'. Proprio ieri sera nella stessa centrale era scoppiato un incendio, presto domato, nel deposito di scorie nucleari a basso livello di radioattività." (LaStampa.it)

 

Il problema della sicurezza del nucleare resta ed è evidente che non può essere garantita in qualsiasi attività umana. Nel caso del nucleare le conseguenze possono però essere gravi e irreversibili per le popolazioni di interi continenti.

 

 

da : http://www.ecoage.it/programma-nucleare-giappone.htm

14 incidenti dal 1952 al 2007 ( qua finisce la lista del sito ).

 

Non mi paiono molti e non di gravissima entità. Come tutte le cose vanno gestite e gli incidenti possono capitare...

 

Comunque gli incidenti ( tranne quello del 2007 ) non sono dovuti a problemi geologici ( come affermavo io ) ma a problemi tecnici dell'impianto.

 

da: http://rubicondo.blogspot.com/2008/07/quarto-incidente-nucleare-negli-ultimi.html

 

Ormai che ci sono aggiungo anche la mappa delle centrali nucleari in europa ( notale la Francia come dicevo :love: )

 

1.jpg

Ma secondo me non è tanto un problema di sicurezza.

 

Certo c'è anche l'aspetto sicurezza perchè cmq ci può sempre essere l'imprevisto non calcolato, l'errore umano, l'attentato terrotistico o chessò io e quando si parla di nucleare i rischi sono potenzialmente enormi e ogni centrale in più che costruisci questi rischi aumentano.

 

Però al di là di quell'aspetto secondo me è una scelta proprio poco lungimirante, perchè ci andiamo ad infilare in una tecnologia che cmq esattamente come le centrali ad energia fossile cioè quella  carone/petrolio/gas si basa su una fonte che è limitata cioè l'uranio per cui sappiamo già a priori che quando l'uranio finirà questa tecnologia sarà in goni caso da abbandonare e anche quando l'uranio sarà in quantità limitate il costo salirà e allora dovremo cmq abbandonare il nucleare perchè i costi saranno troppo elevanti e quindi sconvenienti.

 

Meglio puntare da subito sulle rinnovabili che si basano su fonti che sono per loro natura infinite come il vento, il mare o l'energia solare per cui sull'eolico, il fotovoltaico, il termodinamico, l'idroelettrico, il geotermico, ec...

Se queste non bastano c'è cmq ci sono sempre le centrali termoelettriche che producono energia dal gas e tra tutte le centrali ad energia fossile sono le meno inquinanti.

 

Poi al problema delle scorie mi pare che nessuno abbia ad oggi ancora saputo dare una risposta per uno stoccaggio di tipo geologico, cioè ad oggi non esiste un posto che sia sicuro per custodire delle scorie per centinaia di miglia di anni.

Vi sembra normale avviare una tecnologia del genere senza aver dato una risposta a questo problema? a me sembra da incoscienti.

 

Questo problema per noi non sarebbe per altro un problema di poco conto perchè noi siamo una striscia di terra densamente popolata e ricca di produzioni alimentari di alta qualità.

Dove lo troviamo il posto per centrali nucleari e per luoghi di stoccaggio delle scorie.

Anche perchè se si vuole fare una certa percentuale sostanziosa di nucleare sul 30% vuol dire costruire che non è che si fa una centrale e abasta ma saranno qualcosa come una ventina di centrali circa.

A questo punto mi pare di capire che, giocoforza, l'uranio si importa e le scorie si esportano. Rispetto al termoelettrico da combustibili fossili s'importerebbe da stati più stabili politicamente (e.g., Australia, Canada, ...), andando però incontro a costi di produzione più alti.

Non so se sono da considerare fra i pro le minori emissioni di CO2, perché non ho ancora capito se nell'istante del parallelo delle nuove centrali saranno spente delle termoelettriche tradizionali, oppure se il termonucleare andrà a sommarsi a quanto si produce già.

 

Ora, diventa veramente più conveniente "avere" le centrali che importare direttamente energia elettrica dall'estero?

Questa dipendenza viene sempre descritta in termini negativi, quando è un meccanismo che funziona (import del surplus notturno, accumulo idroelettrico, consumo diurno e export per coprire i picchi altrui) e che di certo non è la colpa dell'alto costo all'utente finale (dove obsolescenza dell'infrastruttura, uso parziale delle centrali e -soprattutto- sistema della borsa elettrica hanno un peso ben maggiore).

 

Non è che dietro questa voglia di "autarchia elettrica" si cela un gran desiderio di speculazione? Cosa cambia a un produttore di energia elettrica avere la centrale in Italia, piuttosto che in altri stati che già usano il nucleare (come accade già), oppure addirittura "in mezzo al nulla" (e qui entrano in gioco anche eolico e solare estensivo in zone desertiche)?

È la rete di trasmissione che pesa così tanto sui costi o c'è una netta convenienza per "altri motivi" a costruire in casa?

Assolutamente favorevole alla reintroduzione del nucleare (anche per ragioni personali, ma queste non fanno testo  :salut: )

 

Favorevole non significa orientare unicamente la produzione energetica su questa fonte, significa invece ridistribuire l'attuale produzione energetica appoggiandosi maggiormente sulla tecnologia nucleare

 

L'intero pianeta, attualmente, si trova di fronte ad una crisi energetica globale (con un incremento stimato della richiesta energetica da qua al 2020 da 12000 a 18000 Mtep, quindi di un ulteriore 50%), che deve essere necessariamente soddisfatta, e non può venir affrontata in uno scenario "business as usual", ossia puntando sul mix di tecnologie attualmente in vigore: la dipendenza dai combustibili fossili è troppo elevata, poichè questi hanno già raggiunto il cosiddetto "picco di Hubbert" (sono cioè sempre meno disponibili e sempre più costosi) e poiché i si rendono responsabili di emissioni di gas climalteranti, in misura sufficientemente rilevante da alterare in maniera drammatica il fragile ecosistema terrestre

 

Motivo per cui le strade da percorrere sono 2:

- modificazione del mix di produzione energetica

- riduzione dei consumi

 

La strada della riduzione dei consumi viene battuta  e incentivata (basti pensare ai meccanismi come quello dei certificati bianchi in Italia), ma ha una ridotta percentuale di incidenza sul problema, almeno a breve termine

 

PEr questo motivo, bisogna puntare sulla ridistribuzione del mix produttivo, e questo passa a sua volta per altre 2 strade:

- incentivazione della produzione da nucleare

- incentivazione della produzione da fonti rinnovabili

 

Il nucleare è fondamentale e va reintrodotto perché è l'UNICA tecnologia che in questo momento rappresenta una alternativa credibile al monopolio delle centrali termonucleari alimentate da combustibili fossili, per ragioni di:

- potenza installata

- produzione elettrica lorda

- investimento economico

- riduzione delle emissioni climalteranti

 

Purtroppo del nucleare e delle FER (fonti energetiche rinnovabili) si straparla troppo spesso senza cognizione di causa e con considerazioni più retoriche che manageriali o scientifiche: le FER hanno moltissimi problemi, hanno impatti ambientali non banali (non sono così "pulite" come sembra), ma, soprattutto, rappresentano solo una piccola goccia nel mare della richiesta energetica: questo non significa che vadano buttate a mare, ma semplicemente che attualmente rappresentano una soluzione che -da sola- non è assolutamente in grado di rispondere alla problematica di cui stiamo parlando.

 

E' per questo motivo che bisogna incentivare necessariamente la tecnologia nucleare; ho letto diverse obiezioni al riguardo; rispondo per punti:

- sul discorso della disponibilità del combustibile fissile, questo intanto è SIGNIFICATIVAMENTE più disponibile di quanto non siano invece i combustibili fossili convenzionali. Inoltre: la tecnologia di sfruttamento si è implementata, con il tempo, e le nuove centrali di 3° e 4° generazione sono cosiddette "fast brider", riutilizzano il combustibile depleto per ulteriori cicli di produzione: in questa maniera si stima che il cosidetto "picco di hubbert" (cioè il momento in cui il combustibile comincia ad esaurirsi) del combustibile nucleare in genere (uranio e plutonio su tutti) sarà toccato tra quasi 10000 anni..di tempo ce n'è

 

- sul discorso dell'impatto ambientale (il discorso scorie lo affronto dopo), le centrali nucleari non ne hanno, nel senso che le uniche emissioni sono quelle di vapore acqueo da parte dei condensatori della centrale: ergo, si evita di emettere in atmosfera enormi quantità di CO2 , che sarebbero invece rilasciate dalle centrali termonucleari convenzionali

 

- in termini economici, il costo del KWh prodotto da nucleare è assolutamente analogo a quello prodotto convenzionalmente (anzi, nel momento in cui il sistema di produzione arriva a regime è addirittura inferiore, basti vedere i costi energetici francesi) ; il costo di una centrale nucleare è anche analogo a quello di una centrale convenzionale, solo differentemente ripartito. Basta con le frottole dei costi spropositati delle centrali nucleari: le centrali termonucleari costano di più come infrastrutture, ma meno come combustibile, rispetto alle centrali convenzionali.

 

- in termini di tempo, quello che occorre per realizzare una centrale termonucleare è analogo a quello richiesto per realizzare una centrale idroelettrica.

 

- in termini di sicurezza le attuali centrali hanno parametri assolutamente superiori a quelli degli impianti convenzionali, strutture come quella di Chernobyl fanno parte di un passato ormai remoto

 

- il problema delle scorie sussiste, è vero, ma basterebbe affrontarlo in maniera seria e senza pregiudizi, come si è fatto in Francia: posto che le nuove tecnologie consentono di riutilizzare il combustibile per più cicli di lavoro, in modo tale da allungarne la vita e ridurne l'impatto ambientale, la soluzione al problema viene dai trattamenti di vetrificazione al plasma delle scorie stesse, come avviene nel sito di Cadarash, dove i rifiuti trattati assumono una conformazione tale da poter essere trattati quasi alla stregua di rifiuti convenzionali

 

[ - il nucleare, per un paese come l'Italia, rappresenterebbe anche la soluzione al problema della dipendenza energetica dall'esterno, visto che consentirebbe di ridurre il famigerato parametro "energia importata", che attualmente è al livello di nazioni da terzo mondo, e che si rende responsabile della nostra SIDERALE bolletta energetica ]

 

Il nucleare è una soluzione NECESSARIA al problema posto dall'attuale crisi energetica, e sarebbe anche il caso di rendersene conto confrontandosi sul tema -anche a livello politico- in maniera ragionata e costruttiva, non per "talebanismi" di partito

Ohlà finalmente Wolf ha risposto a sto topic! Dopo tre anni di esistenza dello stesso, si vede proprio che aspettava il titolo di laurea in modo da parlare ex-cathedra e annichilire gli antagonisti :salut:

 

Vi dirò, riguardo al ritorno al nucleare, la questione che attualmente più mi fa dubitare è di diverso tipo rispetto a quelle sollevate fin'ora e, anzi, mi piacerebbe che qualcuno che se ne intende in materia di diritto mi delucidasse.

Tutti ricorderanno benissimo che l'italia è priva di centrali nucleari in seguito al risultato del famoso referendum.

Ora... è normale che il governo agisca in maniera diametralmente opposta al risultato di un referendum? Ciò è costituzionalmente consentito? I referendum non sono vincolanti? (o non lo era quello?)

O hanno una "data di scadenza"? Non bisognerebbe come minimo indirne un altro per verificare che sia diciamo una "volontà condivisa" il ritornare sulla decisione presa con il precedente?

No perchè ci sono un tot di altri referendum che sono pilastri portanti della struttura democratica della nostra repubblica... un giorno "scadranno" anche quelli?

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