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Diplomazia omoerotica.


Mario1944

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Articolo di Laura Leonelli sul Sole24Ore odierno:

“Perché la Danimarca è un passo avanti

A colloquio con Anders C. Damsgaard, l’ambasciatore danese in Italia, sposato dal 1994 con il proprio compagno, racconta come la sua nazione ha riconosciuto i diritti degli omosessuali

All’avanguardia.  L’ambasciatore danese a Roma, Anders Carsten Damsgaard 

Se fossimo un giornale danese, se parlassimo alla società che quest’anno organizza il WorldPride dal 12 al 22 agosto e negli stessi giorni riceve gli ambasciatori di tutto il mondo per la conferenza annuale a Copenaghen, forse non scriveremmo quest’articolo. Non perché a latitudini nordiche sia di scarso interesse parlare di omosessualità, ma perché più radicalmente sarebbe un non-issue, un non-problema. Ma siamo più a sud, in Italia, e la testimonianza di Anders Carsten Damsgaard, Ambasciatore danese a Roma, sessantacinque anni, già ambasciatore in Cina, Giappone, Afghanistan, Israele, e ora in Italia, omosessuale, sposato da ventisette anni con Esben Karmark, professore associato alla Copenaghen Business School, è, nella sua elegante pacatezza, una voce importante.

Un sunto di quella cultura inclusiva - e il tema della manifestazione Copenaghen 2021 è #YouAreIncluded - che ha fatto e fa della Danimarca un Paese di straordinaria civiltà. Nella splendida residenza privata dell’Ambasciatore ai Parioli, la conversazione prende il via dall’origine di tale apertura, e cioè il rispetto della libertà di ogni individuo. Una data segna l’inizio di questo processo, il 1933, quando in Danimarca viene decriminalizzata l’omosessualità, «e la mia impressione - spiega Anders Carsten Damsgaard – è che questa legge, inserita in un quadro più ampio rivolto al maggiore riconoscimento dei diritti delle donne, sia stata fondamentale per decriminalizzare ogni relazione al di là delle classiche interazioni sessuali e che quindi abbia sancito la non interferenza di giudizio nella vita delle persone. Del resto è in una direzione di maggiore individualità, essere “master of our life”, che va gradualmente la storia del XX secolo».

Una direzione che lo Stato danese ha potuto sostenere anche grazie al suo particolare rapporto con la chiesa. «La chiesa danese è protestante e dal 1849, anno della nostra Costituzione, è chiesa di Stato e quindi parte dello sviluppo dello Stato - prosegue l’Ambasciatore -. Diciamo che da più di un secolo e mezzo non abbiamo una chiesa indipendente, e diciamo anche che il giudizio morale contro l’omosessualità, visibile ancora oggi nella chiesa cattolica e ortodossa, sarebbe impossibile in Danimarca». Eppure quando nel 1989 il parlamento danese adotta la prima legge al mondo che sancisce l’unione tra partner dello stesso sesso, non forza la mano. «La chiesa non era pronta e per questo il Folketinget non ha utilizzato il termine matrimonio, ma ha scelto l’espressione same sex partnership, pari al matrimonio in tutti gli aspetti legali con due eccezioni: le coppie non potevano sposarsi in chiesa e non potevano adottare un bambino».

Ventitré anni dopo, nel 2012, il parlamento approvava la gender neutral law marriage. E che sia matrimonio, e che sia felicemente per tutti. E che si ricordi, comunque, che «non è mai facile dichiarare la propria omosessualità e dichiararsi fuori dalla normalità eterosessuale - precisa l’Ambasciatore -. Certo, da studente vivevo già in quel clima di libertà conquistato nel ’68 dal movimento per la liberazione delle donne e da quello per i diritti degli omosessuali. Non ho mai dovuto nascondermi, neppure quando portavo a casa un mio ragazzo. I miei genitori non ne facevano un dramma, erano neutri, dicevano: “Non consideriamo le tue scelte finché non sono una cosa seria”. Forse non sono stati di grande aiuto, ma ci sono altre storie, altre famiglie molte più difficili della mia». E ci sono parti di mondo dove ancora oggi l’omofobia detta legge, «e quando l’intolleranza, ma sarebbe più corretto dire la paura verso chi si ritiene diverso, entra in un contesto politico, così come il razzismo e l’antisemitismo, allora la situazione diventa pericolosa. Per questo sono importanti manifestazioni globali come il WorldPride e gli EuroGames, che si giocano contemporaneamente in Svezia», conclude Anders Carsten Damsgaard.

Anders Carsten Damsgaard ed Esben Karmark si sono sposati nel 1994, rispettivamente a trentotto e a ventisei anni, sono stati la prima coppia omosessuale formalmente sposata nel Servizio Diplomatico Danese, «e dal primo giorno il ministero degli Esteri ci ha trattato esattamente come qualunque altra coppia sposata, mio marito ha il passaporto diplomatico, e come qualunque coppia siamo stati mandati all’estero. L’unica sede dove sono andato solo è l’Afghanistan, ma questa è una scelta comprensibile per qualunque famiglia”, continua l’Ambasciatore.

Ed è comprensibile anche che Anders Carsten Damsgaard non voglia essere conosciuto «come l’ambasciatore gay ma come l’Ambasciatore della Danimarca, che svolge bene il suo lavoro e che fra le altre cose è gay ed è sposato a un uomo». Neppure da ragazzo Anders Carsten Damsgaard è stato un attivista, un provocatore, nessuna manifestazione né parata. Non era, dice, il suo stile, «ma oggi il mio contributo per fare la differenza è il modo in cui vivo la mia vita e credo che la mia vita possa servire da esempio per altre famiglie, per altri amici. Se un ambasciatore, se un uomo che porta nel mondo il nome del proprio Paese, può fare questo, evidentemente non c’è niente che non va nell’essere omosessuale». Viene da dire, c’è del giusto in Danimarca.”.

E' il caso di osservare:

festina lente, sed scite.

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Eh troppo facile così! All'epoca del 1968 avevi undici anni - ambasciatore mio bello -

e già da trenta l'omosessualità non era più reato in Danimarca.

Il tuo Paese si è fatto tre anni di guerre civili per ammazzare tutti i Cattolici

e quelli rimasti li ha perseguitati per altri tre secoli:

e ora ha una religione sottoposta all'autorità governativa,

alla faccia della "Libera Chiesa in libero Stato"

ci credo che non hai avuto bisogno di fare attivismo 🙂

 

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2 hours ago, Almadel said:

e già da trenta l'omosessualità non era più reato in Danimarca.

Be', sai che dal non essere comportamento penalmente illecito all'essere comportamento eticamente lecito ce ne passa tuttavia!

2 hours ago, Almadel said:

e ora ha una religione sottoposta all'autorità governativa,

alla faccia della "Libera Chiesa in libero Stato"

L'omofobia fu peraltro comunicata per due millenni dalla dottrina cristiana generalmente, non specificamente da quella cattolica e d'altronde anche la sottoposizione della Chiesa luterana danese all'autorità civile non pare  essere stata granché determinante:

infatti l'ambasciatore, riferendosi all'approvazione nel 1989 della legge sull'unione civile tra persone del medesimo sesso, osserva:

"La chiesa non era pronta e per questo il Folketinget non ha utilizzato il termine matrimonio, ma ha scelto l’espressione same sex partnership, pari al matrimonio in tutti gli aspetti legali con due eccezioni: le coppie non potevano sposarsi in chiesa e non potevano adottare un bambino".

A dispetto dell'autorità civile, Dio non volle anche in Danimarca!   😉

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Non è nemmeno un problema di nord o sud Europa né di religione, perché nella Spagna cattolica il matrimonio egualitario c'è dal 2005, e non solo quello, dato che hanno appena approvato una legge sull'eutanasia. 

 Il problema è l'ingerenza del Vaticano, che da decenni ci ha imposto di rimanere indietro rispetto a qualsiasi criterio di modernità. 

Mi fa piacere vedere forze anticlericali, anche a livello sovranazionale e certo che sì che è necessario manifestare contro lo strapotere di una tale istituzione omofoba, così come non è accettabile lasciarci rintuzzare nelle fogne da chi ancora parla del pride come carnevalata controproducente, confondendolo forse con i festeggiamenti per la vittoria dell'Italia nel campionato di calcio, dove sì che bisognerebbe imporre di andare INGIACCAECRAVATTA.

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10 hours ago, Mario1944 said:

"La chiesa non era pronta e per questo il Folketinget non ha utilizzato il termine matrimonio, ma ha scelto l’espressione same sex partnership, pari al matrimonio in tutti gli aspetti legali con due eccezioni: le coppie non potevano sposarsi in chiesa e non potevano adottare un bambino".

Appellarsi a questo per raffrontare la situazione danese con quella italiana è un po' come paragonare i miei allenamenti con quelli di Marcell Jacobs...

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4 hours ago, schopy said:

Appellarsi a questo per raffrontare la situazione danese con quella italiana è un po' come paragonare i miei allenamenti con quelli di Marcell Jacobs...

vabbè, ormai dovresti conoscere Mario; ancora ti stupisci de ste cose?

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12 hours ago, schopy said:

Appellarsi a questo per raffrontare la situazione danese con quella italiana è un po' come paragonare i miei allenamenti con quelli di Marcell Jacobs...

Il punto è che quando il Parlamento Danese li ha chiamati matrimoni,

la Chiesa Danese in un mese li ha regolarizzati anche per il rito religioso.

Da noi Stato e Chiesa sono due entità distinte, in Scandinavia e in Gran Bretagna no:

perché la seconda è sottoposta al primo.

Per questo hanno gli atei ma non gli anticlericali e la bestemmia non esiste.

(Non esiste più: fino al Rinascimento esisteva eccome e veniva sanzionata,

poi hanno tolto le sanzioni perché di fatto il "reato" era svanito).

 

Invece noi purtroppo stiamo sempre in trincea contro questa manica di parassiti:

non dico sgozzarli come hanno fatto i Danesi o ghigliottinarli come hanno fatto i Francesi,

ma almeno quattro calci in culo e mandarli a lavorare come hanno fatto Russi e Cinesi si poteva fare, no?

Pazienza: noi ci siamo beccati Controriforma, Inquisizione, quel sant'uomo della Provvidenza di Mussolini e i Patti Lateranensi.

E pure il rinnovo degli stessi da parte di Craxi, giusto per ribadire che solo gli assassini e i ladri mandiamo a trattare con quella cricca maledetta.

 

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Mussolini e Craxi? Credo per paura dei Comunisti.

C'è da dire che Mussolini ci è arrivato manganellando gli oppositori

e Craxi intascandosi una enormità di mazzette.

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La religione ostacola e poi, quando non è più possibile farlo, si adatta, ha sempre fatto cosi e sempre farà cosi, ed è proprio questa la sua forza.
È impossibile liberarsi delle religioni, impossibile.

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1 hour ago, Oscuro said:

La religione ostacola e poi, quando non è più possibile farlo, si adatta, ha sempre fatto cosi e sempre farà cosi, ed è proprio questa la sua forza.
È impossibile liberarsi delle religioni, impossibile.

Dalle religioni è impossibile, dal clericalismo è possibile.

Un conto è se nel tuo Paese ci sono sparuti gruppi di NoVax, Terrapiattisti o paranoici delle scie chimiche.

Questi esisteranno sempre: la superstizione non si sradicherà mai.

 

Un altro conto è se questa gente guida una multinazionale millenaria, ricca di immobili di pregio,

che insegna le sue teorie assurde ai bambini a spese dei contribuenti.

Perché questa è la situazione dell'Italia e non è la situazione della Danimarca.

 

E vale per tutte le religioni.

Un conto è se l'Islam è un insieme di pratiche assurde di gente che a Berlino va in moschea ogni venerdì.

Un altro conto è invece stare in Iran, dove il clero sciita sceglie i membri della Corte Costituzionale.

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9 hours ago, Almadel said:

Il punto è che quando il Parlamento Danese li ha chiamati matrimoni,

la Chiesa Danese in un mese li ha regolarizzati anche per il rito religioso.

Ma dalla narrazione dell'ambasciatore non pare che le cose siano andate così facilmente;   egli riferisce infatti:

"La chiesa non era pronta e per questo il Folketinget non ha utilizzato il termine matrimonio, ma ha scelto l’espressione same sex partnership, pari al matrimonio in tutti gli aspetti legali con due eccezioni: le coppie non potevano sposarsi in chiesa".

Forse la "regolarizzazione anche per il rito religioso" cui ti riferisci escludeva appunto il nome matrimoniale ed era una semplice benedizione di una convivenza.

Peraltro le Chiese luterane nel 1989 non penso siano state in generale già tolleranti teologicamente in materia d'omoerotismo:

le aperture a favore della rimozione della peccaminosità della sodomia dovrebbero essere del primo decennio di questo secolo e peraltro furono molto contrastate.

11 hours ago, Almadel said:

Da noi Stato e Chiesa sono due entità distinte, in Scandinavia e in Gran Bretagna no:

perché la seconda è sottoposta al primo.

Per questo hanno gli atei ma non gli anticlericali e la bestemmia non esiste.

Ma che vai farneticando? 😉:

la sottoposizione della Chiesa ed in genere dei sacerdoti allo Stato non ha mai coonestate le offese alle divinità pubbliche, anzi, le ha fatte più gravi, perché oltre alla maestà divina si lede anche quella umana che ne è la diretta manifestazione terrena.

Quanto agli anticlericali, è ovvio che essi hanno ragion d'essere dove esista un clero, se non soggetto ad un'autorità religiosa altra che quella statuale come quello cattolico, almeno notevolmente autonomo;   ma un tale clero, guarda caso, è molto diffuso nei Paesi di nome cristiano, anche se d'obbedienza luterana od ortodossa ed ancor più anglicana:

ricordiamo che l'avversione al matrimonio di Edoardo VIII d'Inghilterra fu soprattutto della Chiesa anglicana, che disapprovava fortemente le seconde nozze dei divorziati e che poté opporsi ai desiderata del re benché questi fosse il capo della Chiesa.

A ben considerare la tanto celebrata, e spesso artatamente esagerata, laicità dello Stato moderno è proprio l'effetto della duplicazione dell'autorità in laica e profana, occorsa nell'impero romano formalmente dopo la rinunzia al pontificato massimo fatta da Graziano  intorno al 380, titolo che infatti fu assunto dai vescovi cristiani di Roma, e sostanzialmente dopo il venir meno del potere dell'imperatore romano d'Oriente sul Lazio intorno al VII secolo.

11 hours ago, Almadel said:

Pazienza: noi ci siamo beccati Controriforma, Inquisizione, quel sant'uomo della Provvidenza di Mussolini e i Patti Lateranensi.

Ma anche il Rinascimento, il Barocco, il Neoclassico, la conservazione della letteratura e della cultura greca e romana:

non aveva tutti i torti Nietzsche:

"Non dimentichiamo infine che cos’è una Chiesa, soprattutto in contrapposizione a ogni “Stato”: una Chiesa è soprattutto una struttura di dominio che assicura ai religiosi il rango supremo e crede tanto al potere della spiritualità da proibirsi ogni strumento di potere più rozzo: questo basta a fare della Chiesa, comunque sia, un’istituzione  più nobile dello Stato.".

 

 

 

4 hours ago, Almadel said:

Dalle religioni è impossibile, dal clericalismo è possibile.

Puoi cumulare la potestà sacra e quella profana, come accadeva anticamente ed ancora accade nelle culture extra europee;   ma che muta?:

se un'idea è ingiusta a tuo giudizio, rimane ingiusta; se giusta, rimane giusta.

 

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