Bloodstar Posted August 11, 2021 Share Posted August 11, 2021 Qualche sera fa ho visto Girl. Volevo vedere tutt'altro, ma poi mi son detto: diamogli una chance, ha pure vinto la Queer palm e un premio nella selezione Un certain regard. L'ho trovato un film veramente brutto. Ma veramente tanto. Spoiler Per tre quarti della durata è solo un po' noioso. E' il racconto molto minuzioso di questa transizione e dei problemi che ne derivano. Ci stava. Non mi dilungo perché non c'è una vera trama, è stato scelto di dare spazio soprattutto alla protagonista e dunque tutto ruota intorno a lei e al rapporto conflittuale che lei ha col suo corpo. Ripeto, ci sta anche se non ci sono grandi guizzi. Ho apprezzato moltissimo che non ci fosse nessuna scena patetica o smaccata. La ragazza, pur con moltissimi problemi, sembra star bene e sembra che il film dia un'immagine molto solare e positiva. Spoiler Il disastro arriva verso la fine. La protagonista non riesce a portare avanti gli studi di danza, morde troppo il freno per accelerare la transizione e, insomma, le cose sembrano prendere una piega peggiore di quanto si poteva immaginare. Invece di approfondire questo disagio, invece di spiegarlo, invece di far capire cosa si è rotto, il film diventa lacunoso. Quetso crea un grosso sbilanciamento, secondo me. Perché si nota una disparità fra una parte "serena" narrata con pure troppa dovizia di particolari e una parte "tormentata" invece buttata via un po' come viene. Verso la fine, però, arriva la scena disastrosa, quella che temevo fin dall'inizio. La ragazza, da adolescente mtf in cerca di un suo equilibrio con i suoi tanti problemi, diventa una matta. Una pazza da cliché sui travestiti. Spoiler E cosa fa la matta stereotipata? Cerca di evirarsi e forse ci riesce pure... non si sa, il film in queste ultime battute diventa incasinato e ancora più pieno di buchi. La penultima scena è lei in ospedale col padre. Nell'ultima, invece, si scende proprio nel cattivo gusto. Si vede lei dentro la metro e, sullo sfondo si sente un quartetto d'archi che suona "Ombra mai fu". Ora, qualsiasi manualetto di storia della musica ti dirà che "Ombra mai fu" è un'aria che viene dall'opera Serse di Handel, che è del 1738, e che fu scritta per un soprano castrato. Secondo me è una cosa di un grottesco imbarazzante, però ditemi se sono io troppo spocchioso e supponente, eh. Spoiler Partito abbastanza bene, cade nel finale lasciando l'amaro in bocca. La queer palm del 2018 anticipa degnamente quella orrenda del 2019, insomma. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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