Isher Posted November 29, 2007 Share Posted November 29, 2007 La scrittrice americana Jane Rule, autrice di «Desert of the Hearth» («Cuori nel deserto»), romanzo di contenuto lesbico divenuto un bestseller, è morta all'età di 76 anni per un tumore al fegato nella sua casa nell'isola di Galiano in Canada. Dal suo romanzo nel 1985 fu tratto il film «Desert Hearts» della regista Donna Deitch, interpretato da Helen Shaver e Patricia Charbonneau. Jane Rule ha anche ricoperto un ruolo molto attivo nel movimento civile internazionale a favore del riconoscimento dei diritti degli omosessuali. Tuttavia recentemente Jane Rule si era espressa contro il matrimonio lesbico e gay, affermando che esso riconduce i rapporti lesbici e gay nella corrente dominante: «Entrare nella gabbia eterosessuale dell'accoppiamento non è un passo avanti ma un passo indietro verso le definizioni dei rapporti imposte dallo Stato», aveva dichiarato al «Globe and Mail» in una intervista nel giugno 2005. Nessuno nasce imparato. Nessuno è esonerato dal fare i conti con la Storia, con la propria storia, e soprattutto con la storia di chi ha 50, 40, 30, 20 anni meno di te. Da notare l'estrema povertà, concettuale e del lessico, della dichiarazione riportata. Davvero un passo indietro - rispetto al presente. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted November 29, 2007 Share Posted November 29, 2007 Io di primo acchito aggiungerei al titolo "...ma molti muoiono "rincoglioniti" nel senso che dice delle cose che per un libertario hanno un senso, ma sono vecchie, esprimono la posizione di una persona che ha smesso di pensare da un po' ( quantomeno per la incapacità di distinguere fra legge e scelta personale ) anche perchè mi pare un atteggiamento poco propositivo, per assurdo allora avrebbe potuto proporre l'abolizione del matrimonio per tutti. Vabbè la vecchiaia è una brutta bestia, non mi pare il caso di infierire Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Isher Posted November 29, 2007 Author Share Posted November 29, 2007 Infatti il titolo che ho dato al topic nasceva dal desiderio di non infierire. Certo una cosa del genere solleva un interrogativo più generale: perché tanta gente, mediocre o di genio, sente il bisogno di elevare un altare al proprio passato? Pensare per tutta la vita ciò che si è pensato a 20 anni? E che è poco più di uno slogan, in questo caso... Il titolo alternativo che mi era venuto in mente era: Quant'è bello cambiare! Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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