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Timidezza? Asocialità? Mancanza del senso di comunità?


Bloodstar

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Just now, Rocco88 said:

Io ho avuto una certa fortuna sui treni, devo dire

nel senso che facevi la locomotiva?

:whistle:

-questa me l'hai proprio servita facile però, eh!-

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11 minutes ago, freedog said:

eh, le care vecchie file di ore alle poste, in banca o alla segreteria dell'uni, dove ci si raccontava praticamente tutta la vita in attesa del proprio turno....

a forza di fà tutto on line state a perde l'antica arte del chiacchiericcio fine a se stesso con perfetti sconosciuti.

ottima per superà certe spigolosità/timidezze

Nel mio caso tendo a essere più scoglionato del normale quando faccio code in posti dove *se le cose andassero come dovrebbero* non dovrei farne.

Senza contare che in una fila di una posta random è più difficile trovare persone con almeno un argomento comune (che non sia mandare accidenti all'impiegato), mentre all'uni tra code alle macchinette o tempi morti tra una lezione e l'altra mi è capitato di scambiare due chiacchere con praticamente metà dei colleghi del mio corso.

Senza dimenticare che le mascherine rendono questo tipo di socialità ancora più difficile, non potendo contare sull'interpretazione delle espressioni altrui.

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16 minutes ago, Skeletor said:

Senza dimenticare che le mascherine rendono questo tipo di socialità ancora più difficile, non potendo contare sull'interpretazione delle espressioni altrui.

giusta osservazione, questa

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Cristo, freedog. Puoi scordare un attimo di essere un vecchio e non far deragliare la discussione sul tema: attaccare bottone a caso con quello che sta davanti a noi nella fila della posta il primo del mese?

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1 minute ago, Sipsa said:

E come fa a scordarse d'essere vecchio che se vede ogni mattina allo specchio?

famme capì: pure se vorresti esse la versione invertita di aspis, hai deciso di restà trollone cacacazzi come lui?

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13 hours ago, Bloodstar said:

Cioè, per carità, mi vergogno moltissimi delle cose che mi piacciono.

Beh... questo già dice qualcosa. Magari non lede la tua sedicente assente virilità, ma da come lo dici sembra che leda la tua autostima, non so.

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5 hours ago, Bloodstar said:

Di solito è una sensazione di forte, fortissimo disagio.

I pensieri son quelli che ho scritto: una lista amplificata di tutte le possibili rimostranze di buon senso che si potrebbero fare. 

"Disagio" è un termine generico per indicare una attivazione negativa. Le emozioni negative sono: paura, imbarazzo, tristezza, rabbia e disgusto. Tutte le emozioni negative possono essere ricondotte a uno di questi insiemi principali.

Non sono sicuro cosa tu intenda per "rimostranze di buon senso", ma ognuno vive le cose in modo diverso. A parità di evento, i pensieri, le emozioni e la reazione finale possono essere drasticamente diverse. Non esiste un "buon senso" psicologico.

Edited by wwspr
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9 minutes ago, wwspr said:

Le emozioni negative sono: paura, imbarazzo, tristezza, rabbia e disgusto.

Imbarazzo, con una punta di paura e disgusto (a Las Vegas)

 

9 minutes ago, wwspr said:

Non sono sicuro cosa tu intenda per "rimostranze di buon senso"

Intendo pensieri del tipo: starò disturbando, che gli parlo a fare, meglio che evito, non ha senso chiedergli questa cosa, è inopportuno, a me non andrebbe essere disturbato così etc.

Penso siano pensieri che chiunque non può non fare. Però magari uno poi si butta lo stesso. 

29 minutes ago, MARIO8530 said:

Magari non lede la tua sedicente assente virilità, ma da come lo dici sembra che leda la tua autostima

L'autostima non è altassima. Ma un po' recito pure.

Edited by Bloodstar
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18 minutes ago, Bloodstar said:

Intendo pensieri del tipo: starò disturbando, che gli parlo a fare, meglio che evito

Eh, questo lo devi capire tu... 

Caso mai dovessi disturbare, assicurati prima (!) che quelle persone che hai adirato con tale comportamento non vogliano attaccarti ad un carro con due muli, e trascinarti per le vie di Roma, esposto al pubblico ludibrio  :aha:

Edited by MARIO8530
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2 hours ago, Bloodstar said:

Intendo pensieri del tipo: starò disturbando, che gli parlo a fare, meglio che evito, non ha senso chiedergli questa cosa, è inopportuno, a me non andrebbe essere disturbato così etc.

Penso siano pensieri che chiunque non può non fare. Però magari uno poi si butta lo stesso. 

Detta così sembra che tu stia proiettando sugli altri cose che hai pensato tu stesso in passato quando l'interruzione è stata inopportuna.

Secondo me già solo il fatto di porsi questi problemi ti renderebbe iper-ricettivo a segnali che le confermerebbero, e quindi se davvero disturbassi lo capiresti in tempo.

Bisogna stare attenti però a non interpretare come ostili anche i segnali che non lo sono.

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On 9/3/2021 at 11:12 PM, Bloodstar said:

Anni fa, sull'autobus, un tizio stava leggendo un libro piuttosto sconosciuto ma che io apprezzo molto. Avrei voluto sapere cosa ne pensasse, visto che non ho mai trovato qualcuno che lo avesse letto, ma ovviamente non glielo ho chiesto. 

Onestamente credo siano proprio poche le persone che non si fanno problemi ad attaccare discorso con una persona sconosciuta che sta leggendo

On 9/3/2021 at 11:12 PM, Bloodstar said:

Secondo voi è una questione di timidezza o di scarsissima socievolezza?

Nessuno degli episodi che hai descritto mi sembrano "strani". Anche una persona mediamente socievole può farsi problemi con persone che non conosce, o a inserirsi in una dinamica dal niente.

On 9/3/2021 at 11:12 PM, Bloodstar said:

Anche a voi capita? Avete dei rimpianti in questo senso?

Mi capita continuamente

Ad esempio in sala d'aspetto 

"Dai... Forza... Saluta questa persona seduta davanti a te... È palesemente qui per lo stesso motivo per cui ci sei tu... Hai un sacco di spunti di conversazione... Forza... Potreste diventare amici... Che aspetti?... Basta un "ciao quali sono i tuoi pronomi", che ci vuole... Ok ora lo faccio... Sto per farlo ... Dai... DAI C***O... Ok niente è il mio turno addio"

On 9/3/2021 at 11:12 PM, Bloodstar said:

Come reagite se uno sconosciuto vi vuole parlare sulla base di qualcosa di particolare che state facendo/vedendo/leggendo.

Dipende, non sempre mi va di parlare, devo essere onesto

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On 9/3/2021 at 11:12 PM, Bloodstar said:

Come reagite se uno sconosciuto vi vuole parlare sulla base di qualcosa di particolare che state facendo/vedendo/leggendo.

 non così:

On 9/4/2021 at 10:27 PM, Bloodstar said:

pensieri del tipo: starò disturbando, che gli parlo a fare, meglio che evito, non ha senso chiedergli questa cosa, è inopportuno, a me non andrebbe essere disturbato

la premessa è che a me non me ne frega niente di rompere le scatole alla gente: prima di tutto è un problema loro, e poi comunque basta sintonizzarsi un momento sulla situazione e si capisce subito se l'interlocutore preferisce fare altro che parlare con me (insomma, meglio non attaccare pezze). Se mi capita di tacere e pentirmene di solito è perché ho paura di dire gigantesche stronzate e fare la figura dell'idiota

detto questo non ricordo che mi sia mai capitato di attaccare bottone con uno sconosciuto sui mezzi pubblici e mettermi a parlare di presunti interessi comuni. Non mi darebbe fastidio se qualcuno si avvicinasse a me, però purtroppo io sui mezzi o dormo oppure faccio cose non interessanti tipo il futoshiki sul cellu. In treno poi è una bastardata perché se l'altro/a davvero vuole starsene in pace non ha nemmeno modo di uscire dalla situazione serenamente

Molto diverso però è l'esempio della serata erasmus che ci hai proposto

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37 minutes ago, blaabaer said:

detto questo non ricordo che mi sia mai capitato di attaccare bottone con uno sconosciuto sui mezzi pubblici e mettermi a parlare di presunti interessi comuni.

No vabbe', quello dell'autobus è stato un caso isolato. L'ho citato soprattutto perché Almadel aveva parlato di "libro preferito" e dunque mi era venuto in mente. 

La maggior parte delle situazioni a cui mi riferisco (che non sono poi tante, eh,, non è che voglia sempre parlare con qualcuno sulla base di qualche appiglio) si rifanno più al modello della serata Erasmus. 

14 hours ago, Renton said:

Onestamente credo siano proprio poche le persone che non si fanno problemi ad attaccare discorso con una persona sconosciuta che sta leggendo

Dici che sopravvaluto il mio dispiacere per non aver osato degli approcci in determinati contesti?

Me lo chiedo spesso anche io.

Edited by Bloodstar
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14 minutes ago, Bloodstar said:

Dici che sopravvaluto il mio dispiacere per non aver osato degli approcci in determinati contesti?

Sì lo sopravvaluti, però non ci sono molte soluzioni, se non quella di buttarsi la prossima volta che se ne presenterà l'occasione. Poi se va male puoi tornare alla modalità asociale.

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26 minutes ago, Bloodstar said:

Dici che sopravvaluto il mio dispiacere per non aver osato degli approcci in determinati contesti?

Me lo chiedo spesso anche io.

Non saprei. È che il contesto secondo me lascia intendere che non sia un buon momento per attaccare bottone: la persona sta leggendo, appunto. Vuol dire che è concentrata su altro. Se le parli, la interrompi. Altre situazioni simili: quando sta parlando al telefono, quando ha gli auricolari, quando sta scrivendo al portatile. Perché dovrebbe avere più senso interrompere una persona che sta leggendo un libro piuttosto che una che sta scrivendo al portatile? 

Una situazione favorevole è invece quando non sta facendo niente e incrocia lo sguardo con te. Meglio ancora se sorride cordialmente.

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17 minutes ago, Renton said:

È che il contesto secondo me lascia intendere che non sia un buon momento per attaccare bottone: la persona sta leggendo

Certamente. In quella singola occasione mi passò per la testa il pensiero di disturbarlo perché stava leggendo un libro veramente astruso (e di difficile reperibilità) e ho pensato che sarebbe stato bello sapere se pure lui lo avesse scoperto nel modo intricato con cui lo avevo scoperto io.

Di solito non mi balena proprio per il cervello di distrubare la gente che legge. Per un mese andando all'università ho incontrato spesso sul tram 3 una ragazza che leggeva Infinite Jest. Per me è un libro di riferimento, ma è pure una cosa mezza famosa e che trovi alla Feltrinelli senza problemi, quindi perché parlare con lei?

Anche in conservatorio, non è che voglio rompere le palle a chiunque sta facendo una prova. Però è capitato che 2-3 volte avrei voluto chiedere cosa stessero suonando. 

21 minutes ago, Renton said:

Una situazione favorevole è invece quando non sta facendo niente e incrocia lo sguardo con te. Meglio ancora se sorride cordialmente.

Ma qui mi mancherebbe il motivo di parlargli. 

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3 minutes ago, Bloodstar said:

non è che voglio rompere le palle a chiunque sta facendo una prova.

se e quando puoi, aspetta che finiscano poi chiedi!

ps Infinite jest è comunque un'impresa. Cioè non è che te lo porti sull'autobus perché lo hai trovato alla feltrinelli come fosse It o I pilastri della terra...

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15 minutes ago, Bloodstar said:

In quella singola occasione mi passò per la testa il pensiero di disturbarlo perché stava leggendo un libro veramente astruso (e di difficile reperibilità) e ho pensato che sarebbe stato bello sapere se pure lui lo avesse scoperto nel modo intricato con cui lo avevo scoperto io.

Boh penso, per come sono fatto io, che la cosa migliore sia aspettare che la persona chiuda il libro e alzi lo sguardo. Se lo fa, si può approfittare del momento, se non lo fa, amen.

16 minutes ago, Bloodstar said:

Anche in conservatorio, non è che voglio rompere le palle a chiunque sta facendo una prova. Però è capitato che 2-3 volte avrei voluto chiedere cosa stessero suonando. 

Anche qua forse l'ideale sarebbe stato chiedere dopo le prove, se conoscevi qualcuno dentro.

Insomma quel che voglio dire è che secondo me ti sei fatto scrupoli sensati negli episodi che hai detto. Niente da cui poter inferire che tu abbia un problema di asocialità, timidezza o misantropia.

Poi non metto in dubbio che tu possa esserlo comunque (timido, asociale e misantropo) solo che magari viene fuori di più in altre occasioni

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ciao @Bloodstar scusa se mi permetto di scriverti 4 righe di corsa, sono in coda in posta per ritirare la pensione in contanti.. 

approfitta della tua odierna capacità di autoanalisi x darti una mossa e cercare, con ogni mezzo, di comunicare col mondo che ti circonda bello spigliato sorridente e assertivo,

tanto per evitare di essere, tra dieci anni, individuato come quello "strano" chiuso diffidente e scontroso;

star bene con se stessi e > con gli altri inizia da una bella colazione e la cura mattutina dell'aspetto e della divisa, con cui affrontare a schiena dritta gli impegni e gli incontri con conoscenti e sconosciuti.

Altro che temere di disturbare chi legge un libro, o non entrare dove fanno musica...

giù dalle brande  ;)

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33 minutes ago, Capricorno57 said:

star bene con se stessi e > con gli altri inizia da una bella colazione e la cura mattutina dell'aspetto e della divisa,

Ah be', se iniziamo da qui sto a posto. Per me la mattina presto significa caffè senza zucchero e meditazioni sulla morte.

Edited by Bloodstar
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44 minutes ago, Bloodstar said:

Ah be', se iniziamo da qui sto a posto. Per me la mattina presto significa caffè senza zucchero e meditazioni sulla morte.

A che pro? 😅 

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2 hours ago, Bloodstar said:

Per me la mattina presto significa caffè senza zucchero e meditazioni sulla morte.

Il caffè senza zucchero è molto meglio di quello edulcorato, ma le riflessioni sulla morte non è meglio farle quando ti accorgi che sono finiti i biscotti per la colazione e ti sei dimenticato di ricomprarli?

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9 minutes ago, Eirene said:

ma le riflessioni sulla morte non è meglio farle quando ti accorgi che sono finiti i biscotti per la colazione e ti sei dimenticato di ricomprarli?

Di base sarei pure d'accordo con te (anche per la storia del caffè). Il fatto è che non uso biscotti. 

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Magari è perché sono un gelido nordico, ma attaccare bottone con gli estranei è proprio una cosa che non capisco. 
La risposta standard che si riceve se si prova a trovare pretesti per ciciarare è “scusi, la conosco?”

Mi aveva fatto pensare questa cosa, mentre andavo al pride praticamente tutto il vagone della metro aveva addosso qualcosa di arcobaleno, ma nessuno parlava con gente al di fuori del suo gruppetto

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