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Ha senso fare coming out?


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10 hours ago, paraspera said:

In realtà è una valvola di sfogo perché non posso confidarmi con nessuno e far finta di stare bene sta diventando sempre più difficile. 
Ma se vi infastidisco puoi chiudere 

A me non da fastidio lo sfogo anzi mi urta "il far finta di star bene" :sisi: anche tu sai che non stai bene però sembra che accetti questa situation... 

On 9/28/2021 at 1:12 PM, paraspera said:

In realtà è una valvola di sfogo perché non posso confidarmi con nessuno e far finta di stare bene sta diventando sempre più difficile. 
Ma se vi infastidisco puoi chiudere 

Mi ricordi altezza e peso?

Magari possiamo fissare uno standard per renderti degno di scrivere qui.

 

Nel rispondere alla tua domanda, voglio richiamare la mia personale esperienza circa la questione che hai sollevato. È ormai un anno e mezzo che ho fatto coming out sia con gli amici sia con i miei genitori e devo ammettere che è stata per me una bella prova di coraggio. Allo stesso tempo, però, mi rendo conto che ero molto più felice prima di dichiarare la mia omosessualità. Tempo fa, infatti, mi concedevo ancora la possibilità di sognare: mi immaginavo che, dopo il coming out, avrei finalmente potuto dividere la mia vita con un ragazzo, fare esperienze assieme, condividere interessi, sentirmi meno solo. Tutto questo mi dava grandi speranze e mi faceva sorridere. Tuttavia, le mie aspettative si sono ben presto infrante perché ho capito che trovare un ragazzo gay è un'impresa per me molto difficile: oltre agli scogli della timidezza e della paura del rifiuto, presenti anche negli approcci eterosessuali, si aggiunge anche il costante dubbio che quel ragazzo sia gay. Il dubbio cresce sempre di più perché mi sono reso conto che i giovani omosessuali paiono esseri rarissimi, circoscritti ad alcuni pochi e ristretti locali Lgbt o alle app di incontri; queste ultime, in particolare, si sono rivelate solamente un ambiente tossico che ha accresciuto le mie insicurezze fisiche. Ogni giorno ho sempre meno speranze di incontrare qualcuno adatto a me. Ho commesso l'errore di credere che, se si fosse saputo in giro che sono gay, allora qualcuno sarebbe sicuramente venuto a cercarmi, ma non sono nessuno di speciale. Purtroppo l'ho capito troppo tardi e ho preferito fare coming out, annientando la mia identità e diventando «quello gay» oppure l'amico a cui piace fare shopping, dare consigli di moda e ascoltare musica pop. In sintesi, quindi, penso che l'ingenuità precedente il coming out mi rendesse molto più felice della rassegnazione e del dolore in cui mi trovo ora. Preferivo essere speranzoso ma felice che consapevole ma disperato. Mi dispiace per il cinismo contenuto nella mia risposta, ma è ciò che costituisce sinceramente la mia personale esperienza.

16 minutes ago, timothy said:

Nel rispondere alla tua domanda, voglio richiamare la mia personale esperienza circa la questione che hai sollevato. È ormai un anno e mezzo che ho fatto coming out sia con gli amici sia con i miei genitori e devo ammettere che è stata per me una bella prova di coraggio. Allo stesso tempo, però, mi rendo conto che ero molto più felice prima di dichiarare la mia omosessualità. Tempo fa, infatti, mi concedevo ancora la possibilità di sognare: mi immaginavo che, dopo il coming out, avrei finalmente potuto dividere la mia vita con un ragazzo, fare esperienze assieme, condividere interessi, sentirmi meno solo. Tutto questo mi dava grandi speranze e mi faceva sorridere. Tuttavia, le mie aspettative si sono ben presto infrante perché ho capito che trovare un ragazzo gay è un'impresa per me molto difficile: oltre agli scogli della timidezza e della paura del rifiuto, presenti anche negli approcci eterosessuali, si aggiunge anche il costante dubbio che quel ragazzo sia gay. Il dubbio cresce sempre di più perché mi sono reso conto che i giovani omosessuali paiono esseri rarissimi, circoscritti ad alcuni pochi e ristretti locali Lgbt o alle app di incontri; queste ultime, in particolare, si sono rivelate solamente un ambiente tossico che ha accresciuto le mie insicurezze fisiche. Ogni giorno ho sempre meno speranze di incontrare qualcuno adatto a me. Ho commesso l'errore di credere che, se si fosse saputo in giro che sono gay, allora qualcuno sarebbe sicuramente venuto a cercarmi, ma non sono nessuno di speciale. Purtroppo l'ho capito troppo tardi e ho preferito fare coming out, annientando la mia identità e diventando «quello gay» oppure l'amico a cui piace fare shopping, dare consigli di moda e ascoltare musica pop. In sintesi, quindi, penso che l'ingenuità precedente il coming out mi rendesse molto più felice della rassegnazione e del dolore in cui mi trovo ora. Preferivo essere speranzoso ma felice che consapevole ma disperato. Mi dispiace per il cinismo contenuto nella mia risposta, ma è ciò che costituisce sinceramente la mia personale esperienza.

Il tuo non e' cinismo, ma l'amarezza tipica del ragazzo che si sente "the only gay @ the village";

e pero' sottovaluti un dettaglio: appurato che il principe azzurro non potra' pioverti dal cielo per volere divino, dovrai darti da fare, se vorrai trovarlo.

Insomma, devi cominciare a bazzicare quei postacci brutti, sporchi & (c)attivi in cui quegli schifosi dei gay usano incontrarsi.

Nessuno ti garantisce che lo beccherai al primo colpo di fulmine, pero' intanto avrai un po' di amici in piu' con cui potrai essere te stesso, nel bene e (soprattutto) nel male

23 minutes ago, freedog said:

Insomma, devi cominciare a bazzicare quei postacci brutti, sporchi & (c)attivi in cui quegli schifosi dei gay usano incontrarsi.

Sono rimasto piuttosto ferito dai luoghi - online - frequentati da gay. Non credo, per il momento, di voler ritentare in luoghi di aggregazione fisici. Sto accantonando il dilemma dell'amore impossibile concentrandomi su altri campi - lo studio e l'amicizia - che hanno sempre dimostrato di darmi soddisfazioni. L'amore e il sesso non sono tutto nella vita, lo sto capendo poco a poco. Spero che le mie parole possano essere d'aiuto a qualcuno nella mia stessa situazione.

Edited by timothy
20 minutes ago, timothy said:

Sono rimasto piuttosto ferito dai luoghi - online - frequentati da gay. Non credo, per il momento, di voler ritentare in luoghi di aggregazione fisici

E questo e' il difetto brutto che avete voi millenials -o giu' di li'-:

non riuscite a scindere il mondo reale dal virtuale, quasi si vivesse tutti in un eterno Second life.

Peccato pero' che cosi' non vi rendete nemmeno conto che se la gente la vedi, la tocchi, la annusi eccetera (insomma, la vivi in 3D), l'impatto, l'approccio, il tipo di relazione -anche- non verbale sono totalmente diversi da quelli possibili da un device o da un computer, che sono strumenti che appiattiscono qsi interazione.

Devo capir bene poi perche' pensi di poter essere utile agli altri, quando tu per primo hai molto bisogno di aiuto per sbloccarti,

 ma forse e' un problema mio...

Edited by freedog
7 hours ago, freedog said:

Devo capir bene poi perche' pensi di poter essere utile agli altri, quando tu per primo hai molto bisogno di aiuto per sbloccarti,

Non ho voluto rispondere in modo chiaro, ma in modo che la risposta fosse contenuta nel mio racconto. Ciò che intendevo comunicare è che non bisogna farsi false aspettative sul coming out perché non sempre è l'evento che svolterà la nostra vita, ma potrebbe lasciarci delusi. In più, consiglio di scegliere molto bene le persone con cui dichiararsi per evitare di venire identificato con il proprio orientamento sessuale e non con la persona che si è. Questo è quello che volevo consigliare attraverso la mia esperienza, per rendere tutto più concreto. È in questo modo che pensavo di essere utile. E sì, sono un ragazzo problematico e io stesso ho bisogno di aiuto, ma non per questo non penso di poter essere utile a qualcun'altro quando si tratta di eventi che ho vissuto.

1 hour ago, timothy said:

Ciò che intendevo comunicare è che non bisogna farsi false aspettative sul coming out perché non sempre è l'evento che svolterà la nostra vita, ma potrebbe lasciarci delusi.

Diciamo che semplicemente lo scopo del coming-out non si riduce a trovarsi un ragazzo.

10 minutes ago, Almadel said:

Diciamo che semplicemente lo scopo del coming-out non si riduce a trovarsi un ragazzo.

Per quanto mi riguarda, come ho già scritto, non mi ha dato un senso di maggiore libertà, quanto di incatenamento ad un'etichetta che solo in parte definisce la mia identità. Le persone con cui scegliete di dichiararvi possono essere, a parole, le più aperte mentalmente ed accertarvi, ma con i fatti possono dimostrarsi piuttosto offensive ed antiquate. Spero si capisca il discorso, che ammetto essere un po' intricato.

3 minutes ago, timothy said:

quanto di incatenamento ad un'etichetta

Be', sta a te non passare da gay stereotipato se non ti senti a tua agio come gay stereotipato.

4 minutes ago, timothy said:

ma con i fatti possono dimostrarsi piuttosto offensive ed antiquate

E questo è un problema delle persone che hai attorno e non tuo.

Tu dici che nel campo delle amicizie hai avuto delle soddisfazioni. Io ti chiedo: i tuoi amici soddisfacenti sono quelle stesse persone che si comportano (involontatiamente, forse) in maniera antiquata e offensiva?

8 minutes ago, Bloodstar said:

Tu dici che nel campo delle amicizie hai avuto delle soddisfazioni. Io ti chiedo: i tuoi amici soddisfacenti sono quelle stesse persone che si comportano (involontatiamente, forse) in maniera antiquata e offensiva?

In alcuni casi, alcuni di loro sì. Ma mi hanno dato tanto sotto altri punti di vista.

Bttmfrancis9
11 hours ago, timothy said:

 l'amico a cui piace fare shopping, dare consigli di moda 

Questo però dipende da te. Gli etero vanno educati. Io me li mangio vivi se mi chiedono consigli di moda, anche perché non ci capisco una mazza

10 hours ago, freedog said:

E questo e' il difetto brutto che avete voi millenials -o giu' di li'-:

non riuscite a scindere il mondo reale dal virtuale, quasi si vivesse tutti in un eterno Second life.

Peccato pero' che cosi' non vi rendete nemmeno conto che se la gente la vedi, la tocchi, la annusi eccetera (insomma, la vivi in 3D), l'impatto, l'approccio, il tipo di relazione -anche- non verbale sono totalmente diversi da quelli possibili da un device o da un computer, che sono strumenti che appiattiscono qsi interazione.

Devo capir bene poi perche' pensi di poter essere utile agli altri, quando tu per primo hai molto bisogno di aiuto per sbloccarti,

 ma forse e' un problema mio...

Penso che gran parte del disagio provenga dalla mancanza di una vita sentimentale (il sesso è bello, ma tutta la fatica che fai per rimorchiare qualcuno e poi dopo un oretta torni solo come prima). 

Ecco che poi saltano fuori le pippe sul peso, sul carattere ecc

1 hour ago, timothy said:

non mi ha dato un senso di maggiore libertà, quanto di incatenamento ad un'etichetta che solo in parte definisce la mia identità.

Questo è inevitabile quando si viva in una cultura ambiente che sia sostanzialmente omofoba o perché annovera l'omoerotismo tra le innaturalità morbose o perché lo svilisce ad immoralità stravagante:

la via per evitare sia la Cariddi dell'occultamento crudele od almeno della reticenza ambigua d'una parte di sé sia la Scilla d'un disvelamento che costringe in una corazza soffocante è angusta e forse impercorribile finché non muti radicalmente la cultura ambiente.

11 hours ago, timothy said:

consiglio di scegliere molto bene le persone con cui dichiararsi per evitare di venire identificato con il proprio orientamento sessuale e non con la persona che si è

ovviamente, l'omosessualità non è tutta la tua/nostra personalità.

ma nemmeno un aspetto irrilevante o trascurabile, soprattutto quando non ci si convive serenamente; non credi?

On 9/30/2021 at 11:13 PM, timothy said:

Ho commesso l'errore di credere che, se si fosse saputo in giro che sono gay, allora qualcuno sarebbe sicuramente venuto a cercarmi, ma non sono nessuno di speciale.

Quindi è questo l'errore specifico - la credenza specifica - che ti fa stare male, sia prima sia dopo il CO. Ne sei consapevole però non vuoi cambiare. Come un fumatore che dice "di qualcosa si dovrà pur morire", tu dici che devi morire della sindrome di Raperonzolo chiusa nella cella più remota della torre più remota del castello più remoto. Sarà anche il caso di mobilitare un po' di energie su questo fronte?

Io tiferei per un "Raperonzolo 2: avventura giù in città". Trama: Raperonzolo acquista coscienza di classe sociale gay, scardina le cerniere dei battenti dell'ingresso della cella con un cacciavite ricavato dalle bacchette del sushi rubate in refettorio dopo aver studiato la tecnica in un episodio di McGyver, distrae le guardie spaccando l'impianto di climatizzazione con una bomboletta di deodorante al borotalco e l'asticella destra di un paio di occhiali da sole avendone avuto ispirazione da Prisonbreak e fugge nei bassifondi del villaggio dove si unisce ad una compagnia di circensi girovaghi che la coinvolgono in una travolgente tournée internazionale per tenerla nascosta ai suoi carcerieri.

On 9/30/2021 at 11:13 PM, timothy said:

Tempo fa, infatti, mi concedevo ancora la possibilità di sognare: mi immaginavo che, dopo il coming out, avrei finalmente potuto dividere la mia vita con un ragazzo, fare esperienze assieme, condividere interessi, sentirmi meno solo. Tutto questo mi dava grandi speranze e mi faceva sorridere. Tuttavia, le mie aspettative si sono ben presto infrante perché ho capito che trovare un ragazzo gay è un'impresa per me molto difficile: oltre agli scogli della timidezza e della paura del rifiuto, presenti anche negli approcci eterosessuali, si aggiunge anche il costante dubbio che quel ragazzo sia gay.

 Ma dove hai letto che il coming out ti avrebbe aperto le porte del mondo gay? In primis, se vivi a Sant'Andrea del Pizzone o a Purchiano sul Naviglio puoi anche mettere i manifesti glitterati dello Zio Sam con il tuo nome, il massimo del gay che troverai sarà un sessantenne che accudisce la madre novantenne allettata che vuole lavorare solo di mano per paura delle malattie veneree.

Purtroppo quando si fa parte di una minoranza, e noi lo siamo, se non si ha una base di partenza bisogna cercarsela nelle grandi città. In questo il coming out è assolutamente irrilevante, io da anni vivo una vita gay normalissima, nel bene e nel male e non ho fatto coming out con i miei.

Il Co è una cosa più profonda, che incide non tanto materialmente nelle cose che fai ma psicologicamente, putroppo i giovani sopravvalutano il CO come soluzione ai loro problemi o come se una volta fatto la società ti aiutasse ma cosi non è.

Detto ciò esci dal guscio e datti da fare!

1 hour ago, Iron84 said:

putroppo i giovani sopravvalutano il CO come soluzione ai loro problemi o come se una volta fatto la società ti aiutasse ma cosi non è.

La società non ti regala nulla e non si deve sperare in miracoli strepitosi in paeselli dimenticati da dio, questo è ovvio. 

Però non tutti possono trasferirsi nella grande città e non tutti possono affrancarsi, a una certa, dalla famiglia. 

1 hour ago, Iron84 said:

Ma dove hai letto che il coming out ti avrebbe aperto le porte del mondo gay?

Non l'ho letto da nessuna parte: si è trattata, appunto, dell'ingenuità di un ragazzino di diciotto anni che ha esplorato la propria sessualità con video pornografici e l'ha condivisa solo con persone virtuali su forum e siti d'incontri e con i personaggi di "Call me by your name". È stato solo dopo aver fatto coming out - decisione che ho preso senza mai prima essermi confrontato con altri ragazzi omosessuali - che ho capito che la mia vita non sarebbe cambiata; ho raccontato dunque la mia esperienza per evitare che il ragazzo che ha aperto il topic commettesse i miei stessi errori, costruendosi forse false aspettative e rimanendo deluso da sé stesso e delle persone a lui care.

1 hour ago, Iron84 said:

putroppo i giovani sopravvalutano il CO come soluzione ai loro problemi o come se una volta fatto la società ti aiutasse ma cosi non è.

Era questo l'intento del mio post: portare alla realtà chi, come me prima del coming out, si fa "viaggi mentali" troppo speranzosi. Ho ritenuto che potesse essere utile per il mio coetaneo che cercava consigli.

Oh per me invece il coming out è stato l'inizio di un percorso meraviglioso,

fatto di sesso sfrenato, amici fantastici e una relazione che dura da sedici anni

(Oggi è il nostro secondo anniversario di matrimonio! Tanti auguri a noi!)

 

Da quando mi sono dichiarato in famiglia (1997)

a quando mi sono fidanzato con mio marito (2005)

sono passati appena OTTO ANNI.

 

E voi già frignate se dopo esservi dichiarati

in poche settimane non siete ancora convolati a giuste nozze :D

Ma scopate un po' in giro, per Dio!

E divertitevi, che in un batter d'occhio vi ritrovate sull'altare!

 

Si profila all’orizzonte un altro problema, che per fortuna si manifesterà tra qualche settimana. Come forse avrete capito, io vorrei un aspetto femminile o androgino. Il problema (o meglio i problemi) sono i miei, meraviglioso esempio di “non ho niente contro i gay, ma”. 
Sto già pensando a come fare per nascondere ai miei lo smalto, ma non posso passare la vita con l’acetone nella borsa.
i miei sono i paladini della rispettabilità, che per loro consiste nel vestirsi da prete. Io finora ho faticosamente sopportato le loro imposizioni, ma devono anche capire che loro figlio non è né seminarista nè un boscaiolo

4 minutes ago, Almadel said:

E convinti i genitori: quando lo metterebbe?

Quando esce per portare a spasso il cane 🤔 oppure andata e ritorno uni (se è studente) o al supermercato 🤔 

Non penso sia chiuso in casa tra 4 mure. Capisco le difficoltà che vive ma na boccata d'aria la prende ogni tanto infatti ha pure scritto che esce con l'acetone. 

Se vogliamo ridurre l'estetica fem per il mero sex da chat, o locali gay lo sai tu, lo so io e lo sa para le difficoltà che vive... Almeno è un primo passo (che possa smuovere qualcosa) 

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