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Omosessuale e Cristiano, Scelta possibile


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non credi sia ingiusto?

 

certo che lo è, io non riuscirei a far parte di una comunità che manifesta idee del tutto inconciliabili con le mie, poi immagino che ci siano le migliori intenzioni nel volere i cambiamenti, però la chiesa ha le sue idee ed uno decide di farne parte o meno in base a queste, perchè comunque la propria fede non è qualcosa che impone tutto un modo di pensare come pretendono i vari personaggi del vaticano.

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Akira86, guarda che noi pensiamo sia ingiusto.

 

Per me tu sei come un ragazzo

che sta con un uomo che lo maltratta.

 

"Lui è la mia famiglia",

"Anche se mi tratta male, io lo cambierò"

"Alcune volte è molto dolce con me"

"Sbaglia a maltrattarmi, ma se ho bisogno di lui mi aiuta"

 

E i gay atei fanno la stesso figura degli amici del maltrattato:

"E' inutile, tanto non cambierà mai"

"Non puoi farti trattare in questo modo"

"Ma lascialo, non vedi che è un ipocrita?"

 

Almadel io ho deciso di non voltare le spalle alla comunità cattolica proprio perchè ho trovato persone "diverse" che mi hanno accettato e non hanno avanzato nessun problema!

 

coeranos, noi dobbiamo far capire alla gente che non è peccato essere omosessuali

 

 

Suppongo che questo tu debba farlo capire non alla «gente», che non ragiona in termini di «peccato»,

ma ai «credenti» e agli «ecclesiastici». Ora gli ecclesiastici ritengono che sia un peccato e non sarai tu a fare

cambiare loro idea. Ti restano i credenti, ma solo i più evoluti, quelli che hanno sufficiente cultura classica e

storica per capire che le 6 o 7 espressioni contro la sodomia presenti nell'AT non equivalgono affatto a una

condanna dell'omosessualità, e quanto sia grottesco che la chiesa affronti e la condanna e il misurarsi con

un orientamento sessuale che appartiene a milioni di persone sulla base di 6 riferimenti esecranti la sodomia

(tutti da interpretare, peraltro) laddove il concetto stesso di omosessualità

non era neppure ancora nato e sarebbe sorto dopo 1800 anni.

 

e soprattutto dobbiamo far capire a tutti che la nostra NON e' una scelta!

 

 

Perché se la tua fosse una scelta allora sarebbe condannabile? L'etero che vuole fare sesso gay dovrebbe essere condannato?

L'etero che sceglie di diventare gay (uno dei miei più cari amici lo ha fatto) dovrebbe essere condannato?

 

 

Isher, io comincio dalla "gente" perchè è con loro che io vivo tutti i giorni ed è con loro che condivido il mio pensiero crisitiano.

La Chiesa, fra l'altro, non sono gli "ecclesiastici": la vera Chiesa sono tutti coloro che hanno deciso di far parte della comunità ed è per questo che limitare tutto al Vaticano e al suo modo di vivere la religione cristiana mi sembra alquanto restrittivo.

Per quanto riguarda il tuo amico, scusa se te lo dico, ma mi sembra strano che fosse etero...nessuno sceglie di essere gay...

 

Isher, io comincio dalla "gente" perchè è con loro che io vivo tutti i giorni ed è con loro che condivido il mio pensiero crisitiano.

La Chiesa, fra l'altro, non sono gli "ecclesiastici": la vera Chiesa sono tutti coloro che hanno deciso di far parte della comunità ed è per questo che limitare tutto al Vaticano e al suo modo di vivere la religione cristiana mi sembra alquanto restrittivo.

Per quanto riguarda il tuo amico, scusa se te lo dico, ma mi sembra strano che fosse etero...nessuno sceglie di essere gay...

 

Ma la «gente» cui vuoi far capire che l'omosessualità non è un «peccato» ritiene che l'omosessualità è un «peccato»? Se è così

fai benissimo, ma renditi conto che essa ricade allora nei «credenti», nei «fedeli», di cui ti parlavo io.

 

Quanto al mio amico che ne sai tu per dire che non è vero quanto dico? Ha avuto una ventina di donne in vita sua, è stato etero

per 24 anni, e ha scelto di diventare gay e da 15 anni sta con un uomo. Il mondo è più complesso di quanto (ti) può sembrare.

 

In ogni caso non hai risposto alla mia domanda:

è solo perché non si è scelto di essere omosessuali, è solo perché è una cosa che ti è toccata in sorte (magari sventurata sorte?),

che l'omosessualità non è condannabile?

 

Te lo dico semplicemente perché tu aggiorni la tua linea di difesa e cerchi di spremerti il cervello per dire qualcosa di...più.

 

Poi, ma questo è un altro ragionamento, se tu pensi che nessuno sceglie di essere gay non ti puoi spiegare la tua stessa vita

perché tu stai scegliendo di essere gay.

 

Circa la Chiesa, poi, io sapevo che ci sono tre chiese: la chiesa come istituzione, la chiesa come «Popolo di Dio», e poi un'altra

che non mi ricordo. Ma anche se i miei ricordi sono imprecisi, ci sono sempre almeno due chiese, non una, come, un po' troppo sbrigativamente,

dici tu. Comunque non è la tua scelta di rimanere nella chiesa che io sto contestando, te ne rendi conto, spero: nei miei posts

sto parlando di altro.

Akira86, te lo ripeto un'altra volta.

Quando tu dici: "...ma ho trovato persone diverse che mi hanno capito"

io sento la moglie maltrattata che mi dice:

"... ma mi ha regalato un fiore per l'anniversario"

 

Io mi trovo a disagio anche i gruppi

in cui c'è qualcuno che è intollerante:

non mi immagino cose sia stare in un gruppo

dove ci sia una minoranza tollerante.

 

Chi ti critica magari ne fa un problema di "fede"

("Se credi ok, ma perché non diventi Valdese?"),

ma è ovvio che la Chiesa per te è altro:

sono i tuoi amici e il tuo impegno scout.

Paradossalmente continueresti a frequentarla

anche se domani tu perdessi completamente la fede.

 

La questione sull''omosessualità innata

- ha cercato di dirlo anche Isher -

è solamente un falso problema.

L'omosessualità non è peccato perché è innocua

non perchè è o non è una "scelta".

Un po' come la masturbazione... :roll:

Ma questo è "umanesimo" e non "religione".

 

Nessuno di noi limita la Chiesa al Vaticano.

E' però vero che tu vieni aiutato di nascosto,

nessuno dei tuoi amici prenderebbe le tue difese

davanti al vostro Vescovo, né il tuo Vescovo di fronte al Papa.

Quando le Gerarchie fanno i "bulli" e ti insultano,

i tuoi "compagni" ti consolano di nascosto.

@ Isher: quando dico che l'omosessualità (ma come anche la transessualità e la bisessualità) non è una scelta, intendo dire che essendo essa una caratteristica innata dell'essere umano non è giusto condannarla.

Io non scelgo di essere gay, lo sono e basta. Sinceramente mi risulta difficile considerare qualcosa di naturale una scelta.

Mangiare è una scelta? No, è un esigenza.

Ugualmente amare una persona è un'esigenza, non una scelta.

E' necessario dire questo perchè se la considerassimo una scelta potremmo giudicarla o giusta o sbagliata.

 

E' necessario dire questo perchè se la considerassimo una scelta potremmo giudicarla o giusta o sbagliata.

 

Akira, questo l'avevo capito fin da prima che tu me lo dicessi!  :roll:

 

A. Ora, poiché m'interessa sapere come sei fatto e come ragioni, immagina che sia una scelta.

 

1. Tu come la considereresti, giusta o sbagliata? E inoltre:

2. ritieni che di fronte a una scelta o a una qualunque azione (morale o meno) ci sia un'etica a due valori, buono/cattivo, giusto/ingiusto,

o un'etica a tre valori: buono/cattivo/indifferente?

 

B. Tu dici: io non scelgo di essere gay, lo sono e basta, ma non è così. Tu sei gay, e bada dico "tu", perché hai scelto di esserlo.

Credi che non ci si possa negare? che non ci si possa dimenticare di sé? molti lo fanno, e per la massima parte degli/delle omosessuali

un periodo della vita lo si passa proprio così. E' perché si sceglie di essere gay che si è gay (e lo si rimane).

Una scelta comporta delle conseguenze che possono essere buone o cattive. Io personalmente quando devo fare un scelta importante non ci penso due volte ma cento volte, questo perchè devo valutare tutte le possibili ripercussioni, il bene e il male che ne posso ricavare.

 

Comunque se la considerassi una scelta la riterrei giustissima. Questo perchè è folle reprimere noi stessi.

Mi verrebbe da replicare...che se qualcuno può scegliere di fare il caposcout

dell'agesci, evidentemente l'uomo è capace di qualunque scelta :roll:

 

Purtroppo molti gay pare che scelgano di fare i capi scout, è una cosa

che onestamente ho sempre fatto fatica a capire, ma che ho sempre

collegato poco all'aspetto spirituale della religione. Lo scoutismo di per

sè può essere cattolico, ma certo non è religioso. Credo che ci sia il

bisogno di sentirsi parte di una comunità maschile alternativa a quella gay.

 

Io intendevo riferirmi all'aspetto più spirituale e cultuale della pratica

religiosa. Ad esempio il discorso: mi comunico, ma non mi confesso...

Le attività sociali della comunità cattolica non so quanto siano riferibili

a fede religiosa.

Hinzelman, la tua opinione sullo scoutismo agesci deriva da una qualche espierienza fatta in associazione? Mi sembra che tu abbia delle idee un pò contorte sull'argomento...

Io comunque ho citato il fatto di essere capo scout agesci semplicemente per dire che io spesso mi trovo a confrontarmi con cattolici...nulla di più....

No, la mia opinione personale è molto semplice e lapidaria:

 

I boy scout? Sono bambini vestiti da cretini che seguono un cretino vestito da bambino.

 

Credo che niente possa esprimere meglio il mio pensiero sull'argomento scoutismo :roll:

 

Solo che io a differenza dell'Autore sono meno caustico e più dialogante

Non è vecchia è un "Classico"

c'è una bella differenza  :roll:

 

E corrisponde a ciò che veramente penso

dello scoutismo in generale.

 

Comunque qui si parla di religione di fede, di sacramenti.

Lo scoutismo di per sè non coinvolge il sentimento religioso

Non lo vedo obiettivamente come un problema di coscienza

stringente. E' solo un fatto di frequentazioni equivoche...

perché accogli della Chiesa la dottrina che Ti condanna, ma ne repelli quella che T'assolve ?

 

Ma io l'accolgo, il fatto è che mi manca il coraggio perchè temo la reazione del sacerdote o che mi neghi l'assoluzione :roll:

 

Cado spesso in depressione perchè vorrei cercare l'amore ma c'è sempre un blocco interiore che mi fa gettare all'aria tante occasioni, ma alla fine mi sento realizzato e forse è così che deve andare!

 

Dai sono pronto, aggreditemi  :gh: :gh:

Ciao, io non ti voglio aggredire :eh:, però vorrei capire: nel momento in cui incontrerai un ragazzo del quale ti innamorerai, credo che per te, da cattolico credente, le cose non potranno che complicarsi ultieriormente. Il catechismo della Chiesa Cattolica presenta chiaramente "le relazioni omosessuali come gravi depravazioni" (CCC, 2357). Continuerai a dirti ancora cattolico? Come pensi di comportarti?

 

Guarda non è un problema da dire al futuro, ma direi che è già presente perchè provo difficoltà a intrecciare una relazione ma solo amicizie. Ho chi mi viene dietro e anche chi mi piace ma c'è quella molla che mi blocca, che dice: è sbagliato!...sono un grande enigma e mistero per me stesso guarda! :ok:

 

 

Se credi è ovvio che c'è bisogno della Chiesa o della comunione...

 

io non vedo questa ovvietà, se sei credente non hai bisogno di far parte di una comunità, semplicemente credi e basta.

 

La confessione cattolica si poggia sulla vita comunitaria al contrario dei protestanti che sono molto più individualisti, ecco perchè è ovvia...esempio: la messa non puoi dirtela mica a casa :gh:

Non è vecchia è un "Classico"

c'è una bella differenza  :gh:

 

E corrisponde a ciò che veramente penso

dello scoutismo in generale.

 

Comunque qui si parla di religione di fede, di sacramenti.

Lo scoutismo di per sè non coinvolge il sentimento religioso

Non lo vedo obiettivamente come un problema di coscienza

stringente. E' solo un fatto di frequentazioni equivoche...

 

Hinzelmann, se vogliamo fare battute sugli scout io non ho nessun problema, ma ti pregherei di non avanzare argomentazioni senza essere preparato sulla questione.

Nel caso tu ne voglia parlare puoi riesumare il topic sullo scoutismo (mi sembra che ne esisteva uno) e ne potremo discutere ampiamente!

:roll:

Qui dentro tendete a considerare la religione Cattolica come una serie di dogmi da accettare a blocco unico, il che è infatti una interpretazione condivisa, quella del papa per intenderci. Però l'essere Cristiano, Cattolico, Ortodosso è ben altro, e il fatto che condividete la stessa opinione di papaRatzy vi ci dovrebbe far riflettere su! :roll:

 

Posso capire il pensiero di Akira.

Rimettiamo i pezzi in ordine:

Essere credente vuol dire avere fede in Cristo nato morto sepolto e resuscitato.

Cristo investe come capo spirituale sulla terra Pietro uno degli apostoli.

Pietro fonda la Chiesa di Roma e da allora proprio per il "primatus Petri" il vescovo di Roma è il capo della Chiesa diffusa sulla terra, è il successore di pietro regente della comunità, simbolo vivente dell'unità dei cristiani.

 

Anni di Secolarizzazione e la Chiesa si trasforma in qualcosa di profondamente diverso dalla sua connotazione originaria di Comunità, che però i vangeli, testi volutamente molto accessibili, continuano a testimoniare

 

La comunità fondata da Cristo è ora corrotta. Ma è pur sempre la comunità da Cristo fondata. Stando agli insegnamenti che ritrova nelle scritture il fedele deve emigrare verso altri lidi (scelta di Lutero) o dovrebbe giorno per giorno sbattersi per riuscire nel suo piccolo a far tornare le cose, per quanto più possibile, vicino al modello di Pietro (scelta di Francesco)?

 

Se poi vogliamo parlare di come essere Cattolici e gay nel 2010 sia un comportamento autolesionista, sfondate un portone.

L'idea che la comunità cristiana delle origini fosse meno omofoba di quella

di oggi è una tesi storica sostenuta da intellettuali gay cattolici e quindi

è una tesi sicuramente legittima. Ovviamente è una tesi rigettata dalla

chiesa cattolica e contestata da diversi storici ( c'è il problema di S. Paolo )

 

Ovviamente il "modello di Pietro" è una contraddizione in termini rispetto all'hp.

comunitaria...

 

La chiesa comunitaria di cui voi parlate, se è esistita, è greco-orientale e

pre-imperiale. Il Primato di Pietro su cui si fonda il cristianesimo cattolico

è esattamente il modello che ha distrutto la chiesa delle origini e ha negato

la stuttura diocesana-comunitaria acefala.

 

Quindi non credo possa esistere un modello di Pietro da salvare o resuscitare

questo in base agli studi delle persone preparate...sulla questione

Io sono un gay cattolico.

 

Negli anni passati non è stato facile riuscire a conciliare la mia omosessualità con la mia fede.

Purtroppo so di appartenere ad una comunità ipocrita e benpensante che la maggior parte delle volte si dimentica di cosa significhi veramente vivere la cristianità.

Vi è certamente un'omofobia molto radicata all'interno della comunità cattolica eppure so che delle persone diverse ci sono, e sono loro che mi spingono a credere che prima o poi avverrà un cambiamento.

Tempo fa ho confessato al mio parroco di essere omosessuale, lui è stato molto gentile con me, mi ha detto di non abbandonare la mia fede e di non allontanarmi dalla comunità.

Io sono capo scout agesci (associazione guide e scout cattolici italiani) e il mio parroco mi ha convinto a non abbandonare questa mia passione,anzi mi ha sottolineato che all'interno dell'associzione vi sono persone che dovrebbero essere allontanate molto più di me.

Quello che penso è che ci sono all'interno della comunità cattolica persone che la pensano in maniera differente, che ci appoggiano e ci accettano lo stesso. Molti miei amici scout non hanno avuto nessun problema ad accettare la mia omosessualtà e ll'interno della mia zona ci sono molti gruppi in cui ci sono capi omosessuali.

Perchè non dovremmo credere in un cambiamento? Perchè non dovremmo agire all'interno della cominutà e far proseliti?

Sono nato in questa comunità, ci sono cresciuto e non trovo giusto che io ne debba star fuori unicamente perchè sono omosessuale: io voglio credere che prima o poi la chiesa cattolica cambierà le proprie posizioni sull'omosessualità e che finalmente l'espressione "gay cattolico" non semberà più qualcosa di ridicolo.

 

 

Gian!!Conosco perfettamente la tua situazione e se vorrai,visto che abbiamo modo di farlo,potremo parlarne in ogni modo e momento...

Quello che dici è sacrosanto...ma,se mi è concesso dirtelo,ignora un particolare...

Se ti riferisci alla questione di fede,i tuoi valori e la tua identità sono in linea con la parola di Cristo(che sempre professava amore e RISPETTO per tutti)ma se fai riferimento al cattolicesimo e quindi alla religione che fa riferimento più alla chiesa cattolica che alla figura di Cristo,allora comprendi bene,che secondo la chiesa cattolica tu sei "contronatura",non sei in grado di provare amore e se proprio ti si deve accettare lo si fa per "misericordia"...ora,non tutti la pensano cosi ma la stragrande maggior parte si...

 

io ho una mia grandissima amica cattolica,di famiglia cattolica,e durante il mio coming out mi sono stati tutti molto vicino...sono stati la mia salvezza e,con i loro pregi e difetti,li considero delle gemme rarissime all interno della comunità cattolica,specie nel mio quartiere...

il punto è questo,che secondo me,seguendo proprio i concetti chiave che determinano la differenza tra Cattolicesimo e Cristianesimo,credo che si faccia confusione...poichè tutti coloro che sono aperti e progressisti nei confronti dell omosessualità,guarda caso sono più vicino alla figura di Cristo e al concetto di amore,che alle regole imposte dalla chiesa cattolica...possiamo quindi definirli cattolici....o forse cristiani??

 

Ciao Giammy!! :roll:

Guarda non è un problema da dire al futuro, ma direi che è già presente perchè provo difficoltà a intrecciare una relazione ma solo amicizie. Ho chi mi viene dietro e anche chi mi piace ma c'è quella molla che mi blocca, che dice: è sbagliato!...sono un grande enigma e mistero per me stesso guarda! :roll:

Be', questo mistero in particolare di misterioso ha poco: quella molla che ti blocca è il senso di colpa, che deriva dalla convinzione di essere nel "peccato".

D'altra parte te lo dice la Chiesa...

 

E' già stato detto, essere omosessuali e cattolici è da autolesionisti, e io concordo.

Scegliere, da fedele e rimanendo tale, cosa ci piace oppure no della dottrina cattolica non mi pare nemmeno una soluzione praticabile e coerente (a meno che non siamo dei novelli San Francesco... :gh:). Quando durante la messa si recita il "credo", di fatto stai dichiarando la tua aderenza a questa Chiesa, e quindi alla sua dottrina ("Credo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica.").

Almeno io la vedo così. :gh:

Peccati e rifiuti.

 

E' opportuno tuttavia distinguere tra il commettere peccato, sia pur ripetutamente, ed il negare, contro la dottrina del magistero Cattolico, che un atto sia peccato:

nel primo caso, il peccatore rimane non di meno in comunione con santa madre Chiesa e può ripetutamente purgarsi dalla colpa, ripetutamente pentendosi;

nel secondo caso, il peccatore in tanto, in quanto ripugna al magistero divino e si fa contumace contro l'autorità sacra, ripudia la comunione di santa madre Chiesa e non può neppure più propriamente essere definito Cattolico Romano.   

 

Il fallo grave, in somma, non sta in ciò, che alcuno pecca, disobbedendo, perché pecca, al precetto sacro;  ma in ciò, ch'egli non si reputa peccatore, rifiutando, perché nega il peccato, l'autorità del magistero sacerdotale.

 

Anakreon.

Mi rendo conto che il discorso che ho fatto nel primo post possa sembrare assurdo e concordo pienamente con chi dice che essere gay e cattolici sia un comportamento autolesionista.

A me da un pò di tempo gira per la testa una riflessione: la società, almeno quella occidentale, sta cambiando molto radicalmente, e questo è un dato di fatto. Fino a pochi decenni fa, tematiche come l'omosessualità erano un tabù, e sono sicuro che fino a 40 anni fa le persone che facevano CO con i genitori erano veramente poche.

Credete che la Chiesa Cattolica continuerà ancora per molto a giudicare gli omosessuali dei peccatori?

Io non ne sarei così sicuro...

Più mi guardo intorno e più mi rendo conto che la mentalità comune si sta evolvendo, che la gente si sta sempre più allontanando dalla Chiesa.

Non so quanto essa sia ancora in grado di contrastare tutto quello che sta accandendo.

Noi tutti spesso ci lamentiamo perchè lo Stato si ostina a vietare le unioni civili e diciamo sempre (compreso io) che l'Italia è un paese del cavolo perchè non ci accetta per come vogliamo. Ma quanti cambiamenti sono avvenuti negli ultimi decenni? Pochi, senza dubbio, ma ci sono stati! Basta pensare che se un ragazzo fa CO alla scuola superiore non è più un grande problema: mio cugino ha 16 anni e va al liceo, e lui conosce ben 3 ragazzi gay nella sua scuola.

Quello che vorrei dire è che i cambiamenti non vengono dall'oggi al domani, ci vorranno un sacco di anni prima che tutto si stabilizzi, ma prima o poi  arriveranno.

La Chiesa si trova a confrontarsi con una società che corre molto velocemente e che con il passare del tempo si sta aprendo a nuovi orizzonti.

Ripeto, magari ci vorranno decenni, ma perchè non sperarci?

Poi mi chiedo: allontanandomi risolverei davvero qualcosa? non saprei. Per ora voglio cambiare nel piccolo la mentalità di certe persone che mi giudicano un peccatore. :roll:

 

Io sono "gay e omosessuale" e non mi sento autolesionista... :roll:

 

Però certamente non si può dare per scontato che un gay

cattolico si comporti in modo autolesionistico, bisogna vedere

come vive la cosa e come si comporta. Nel caso viva male la

propria omosessualità certo è bene che si allontani, ma non

si può dare per scontato. Nel caso la viva bene certamente

può rimanere. Bisogna vedere come incide sul suo essere gay

il giudizio formulato dalla religione in cui teoricamente dovrebbe

credere.

 

A vedere da questo Papa direi che un cambiamento non si

produrrà a breve, se non in negativo. In futuro chissà...

 

Il rischio per il fedele gay invece è quello di scambiare un

accomodamento con un cambiamento o una speranza di

cambiamento e di pagare un prezzo di cui è poco consapevole

ma c'è.

Fondamenta e dottrine.

 

Caro Gianmarco,

 

domandi:

"credete che la Chiesa Cattolica continuerà ancora per molto a giudicare gli omosessuali dei peccatori?

Io non ne sarei così sicuro...".

Considera che la condanna dell'amor greco, formulata dal magistero della Chiesa Romana, è parte d'un giudizio più ampio, col quale si esamina non solo la causa ed il fine degli atti venerei che possono essere compiuti da un uomo, ma anche la causa ed il fine e dell'uomo e del corpo e dell'animo umano:

una condanna, dunque, che procede direttamente e necessariamente dalle fondamenta stesse della dottrina Cristiana Cattolica e dall'interpretazione che fin dal principio i presuli di Cristo offrirono ai seguaci, circa la natura e le proprietà del dio, del genere umano, delle cose, dell'universo intero.

 

Non si tratta, cioè, di qualche accidente che può essere opportunamento adattato all'occasione, secondo il secolo ed il popolo da educare; ma si tratta della sostanza universale e perpetua dell'insegnamento morale Cristiano Cattolico.

 

Dubito che il magistero Romano concederà mai che siano  everse le fondamenta stesse su cui,  due mila anni innanzi, fu costruito l’edificio della sua autorità e della sua potestà sacre e profane e, a mio giudizio, se lo concedesse, sarebbe temeramente incauto. 

 

Anakreon.

@ Anacreonte

Tuttavia altre confessioni si sono evolute sotto il profilo di cui parla Akira, mi riferisco ad alcune chiese protestanti, dai Valdesi agli Anglicani. Questi ultimi inoltre sotto il profilo dottrinale sono la confessione più vicina alla Cattolica: Su quali basi poggia il loro pensiero?

Distinzioni e magisteri.

 

Dici il vero, caro e vecchio Ragazzo.

 

Tuttavia penso si debba distinguere tra il magistero Cristiano Cattolico e gli altri magisteri Cristiani.

 

In primo luogo, la Chiesa Romana fonda la sua dottrina non solo sui libri sacri, ma anche, se non massimamente, sulla sua stessa interpretazione di quelli e sulla tradizione dei padri antichi; 

di contro altre chiese Cristiane e, singolarmente, quelle riformate concedono, al meno di principio, maggior autorità alle scritture sacre ed all'interpretazione che ciascun seguace di Cristo, leggendole, vuole dare di quelle.   

 

In secondo luogo, il magistero Romano stima infallibile la propria dottrina morale, in grazia dell'autorità che Pietro ricevette, quale primo pontefice della Chiesa, da Cristo stesso e che trasmise poi ai suoi successori:

le altre chiese Cristiane, ripudiando tale  trasmissione d'autorità, hanno vincoli più lassi verso la tradizione. 

 

In terzo luogo, la Chiesa Romana si gloria, per altro non senza ragione, avere un numero immensamente maggiore di fedeli, che quello che abbiano, singolarmente considerate, le altre chiese Cristiane, le quali paiono anche essere in difficoltà più gravi e quanto all'autorità e quanto alla  potenza, che sia quella Cattolica:

è possibile, quindi, che queste chiese minori perciò siano più inclini a cedere sul rigore della dottrina, perché vogliano evitare il dispetto d'alcuni seguaci, che sono pochi in rispetto del numero dei fedeli della Chiesa Cattolica, ma molti in rispetto dei numeri loro.

 

In quarto luogo, in Africa ed in Asia, con il culto di Maometto concorre, alla conquista dell'anima dei popoli, piuttosto la Chiesa Romana, che le altre chiese Cristiane:

dubito che a Roma convenga offrire al nemico l'arma potentissima dell'accusa di voler coonestare atti che sono contrarii alla natura ed all'ordine divino e che perciò furono ripetutamente abominati dagli autori di quei libri sacri Giudaici, i quali anche i Maomettani confessano essere verbo del dio, che essi hanno comune con Cristiani ed Ebrei.

 

In somma, quando il castello è assediato, è pericoloso diffondere tra i difensorii dubbii circa l'autorità del duce ed è ancor più pericoloso far loro sospettare che gli assedianti abbiano un duce più vigoroso di mano e più fermo di cuore, che sia quello degli assediati.

 

Anakreon. 

 

 

 

   

se la religione è una fede e/o uno stile di vita che caratterizza l'individuo e un insieme di individui che la pensano allo stesso modo...credo che debba essere personale e spontanea,e non una legge "dettata dall'alto"che ci ricorda come la dobbiamo pensare,cosa dobbiamo fare,senza obiettare nè porci domande,o che ci circonda di dogmi,ci condanna all'inferno,ci delegittima della naturale libertà di espressione di noi stessi...

 

indubbiamente l'uomo compie molti errori,spesso fatali,nella vita,ma credo che ciò che ci dovrebbe portare avanti,ossia l'Amore,unisca tutti i credo, le filosofie e le religioni,e che a guidarci debba essere la Coscienza(che tutti possediamo,ma che non tutti riusciamo ad esercitare...)

 

inoltre,trovo ridicolo(e perdonatemi l'aggettivo)che un uomo debba seguire inebetito ed impaurito una religione che già dalla prima ora di vita di un neonato,ci definisce peccatori(peccato originale)solo perchè,figli di Adamo ed Eva,e soggetti inclini per genetica,all'errore... :ok:

 

 

In quarto luogo, in Africa ed in Asia, con il culto di Maometto concorre, alla conquista dell'anima dei popoli, piuttosto la Chiesa Romana, che le altre chiese Cristiane:

dubito che a Roma convenga offrire al nemico l'arma potentissima dell'accusa di voler coonestare atti che sono contrarii alla natura ed all'ordine divino e che perciò furono ripetutamente abominati dagli autori di quei libri sacri Giudaici, i quali anche i Maomettani confessano essere verbo del dio, che essi hanno comune con Cristiani ed Ebrei.

 

 

Anancreonte, questo pensiero che esponi mi colpisce molto più degli altri.

Il rapporto con l'Islam e con la comunità ebraica è un argomento molto delicato e controverso. Stavo leggendo qualche sera fa le leggi che sono applicate in Iran nei confronti delle persone omosessuali e mi sono sentito veramente malissimo.

Se per caso la Chiesa Apostolica Romana dovesse mai cambiare le sue posizioni nei confronti dell'omosessualità, i mussulmani e gli ebrei non resterebbero a guardare, di questo ne sono certo, ed è la cosa che mi angoscia di più.

 

Per quanto riguarda tutto il resto, credo che la tradizione e il numero di fedeli, di cui  la Chiesa si fa gloria, siano fattori secondari. Dico questo perchè vedo il processo di secolarizzazione più potente di tali motivazioni.

 

Fabrizio...

le tue parole sono molto belle e mi piace molto il tuo modo di vedere la cristianità, ma il punto sul quale non sono molto daccordo è ila tua visione personale dellla fede. Mi spiego meglio: io non disdegno la visione comunitaria della fede, anzi penso che sia molto importante confrontarsi con altre persone e porsi insieme degli obiettivi come per esempio divulgare la parola di Cristo.

Chiesa Romana e tradizione veneranda.

 

 

Caro Gianmarco,

 

il duce d'un esercito non solo deve attentamente considerare la fedeltà e la potenza dei militi suoi, ma anche quella dei militi nemici:

non raramente la sconfitta è causata piuttosto dalla negligenza della forza altrui, che dalla debolezza propria.

 

Non di meno, a mio giudizio, il magistero Cattolico Romano dà molto maggior peso alla fedeltà verso la tradizione, che ne dia al timore di perdere fedeli ad opera dei sacerdoti d'altri numi e d'altri culti del medesimo nume, non perché esso stimi cosa lieve disperdere i seguaci, ma perché è persuaso, forse non a torto, che l'autorità veneranda d'una tradizione antichissima, se tenacemente conservata, corrobori anche l'autorità di chi tenacemente la conservi:

si potrebbe riferire, alla Chiesa Romana ed alla tradizione ch'essa custodisce, quello che un tempo si diceva del Colosseo e di Roma:  "simvl stabvnt, simvl cadent", cioè "insieme staranno, insieme cadranno".

 

D'altronde, quale credito possiamo razionalmente concedere a favole circa vergini partorienti, numi incarnati, famiglie di numi, pane e vino che perpetuamente divengono carne e sangue d'uomini vissuti venti secoli innanzi, uomini crocifissi che, risorti, sono assunti in cielo e via allucinando ?:

nullo affatto.

 

Ma, se illustriamo le favole con lo splendido decoro d'una tradizione tanto più veneranda, quanto più vetusta, allora il credito diviene debito, la ragione cede alla fiducia, la verità soccombe all'autorità:

e Voi sperate che la Chiesa ripudii la sua tradizione o al meno n'estingua lo splendore, ne deturpi il decoro ?;

che cosa rimarrebbe ?:

favole ridicole ed inani.

 

Anakreon.

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