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Classica


Guest Jess81

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Tieni conto che il primo movimento della quinta è una marcia funebre

Ma io ho l'impressione che, a parte 1°, 4° e 8°, tutti i primi tempi delle sinfonie di Mahler siano marce funebri (sì, dai, pure la 9).

Concordo con l'aggettivo "decadente", comunque.

 

@Metamorphoseon: Canti deI bambinI mortI, semmai. O forse sarebbe meglio Canti sulla morte dei bambini?

E non è che voleva essere tetro, se a uno gli muoiono i figli che deve fare? ;)

 

Comunque tranquillo, noi di organo non siamo mai sazi. E chi vuole capire capisca.

 

 

E per la serie "Canali di Youtube":

http://www.youtube.com/user/civileso (barocco)

http://www.youtube.com/user/margotlorena (barocco/classico)

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Penso anche io che un modo per approcciarsi alle sinfonie di Mahler non debba necessariamente essere quello di ascoltarle nella loro interezza.

Non mi stupirei se qualcuno a digiuno di Mahler scappasse di fronte alla seconda, terza od ottava sinfonia, ciascuna lunga più di un'ora!

 

Si può partire da alcuni movimenti, come feci io. E poi, da essi, espandere l'ascolto fino a riunire il tutto. Dopo un percorso del genere, la sinfonia di Mahler appare ancora più come la scalata ad una montagna: varie bellezze lungo il cammino ma un'emozionante visione di insieme quando si giunge alla vetta.

 

Quali movimenti? I gusti personali potrebbero dare risposte diverse, io sento di consigliare questi (in ordine sparso):

 

  • Terzo movimento della Nona sinfonia (Rondò-Burlesca). Energico, forte, una continua rincorsa tra i vari strumenti musicali;
  • Quarto movimento della Settima sinfonia. Un bellissimo notturno che si carica più volte di pathos per poi distendersi sulle note affidate all'insolito duo chitarra-mandolino;
  • Terzo movimento della Settima sinfonia. Uno scherzo dal carattere spettrale a tratti tenebroso, a tratti demoniaco. Il tema principale incede sommessamente per tutta la durata del brano;
  • Quarto movimento della Quinta sinfonia. Il celebre Adagietto dal tema sognante, calmo e poetico;
  • Quarto e quinto movimento della Terza sinfonia. Li suggerisco in coppia perché brevi e tanto contrastanti quanto complementari. Il primo è basato su un canto misterioso e sommesso del soprano mentre l'altro è un festoso coro con voci bianche (molto "Natalizio" ;)).

 

Ma senza fretta. Per apprezzare la bellezza di una cosa molto vasta non è sufficiente una sola occhiata.

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Metamorphoseon90

Hai ragione quint, purtroppo non so il tedesco ;) Grazie della precisazione. :eek:

 

Anche io d'organo non sono mai sazio, ma mai mai eh, cioè dalla mattina quando mi sveglio alla notte quando mi corico... oh, peggio di una droga! ;)

 

Quindi beccati questo Tournemire - Improvisation su Victimae Paschali sempre trascritta da Duruflé

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ciascuna lunga più di un'ora!

Guarda che mi sa che durano tutte più di un'ora, a parte la prima. °°

 

Ottima scelta dei movimenti, comunque. Io ci avrei messo anche la prima, che anche un novizio può ascoltare tutta insieme viste le sue dimensioni non così titaniche come il titolo lascerebbe presagire.

 

Se volete ascoltare l'Adagietto fatto come si deve, cercatene una registrazione che non duri un quarto d'ora (tipo quella di Morte a Venezia): non era così nelle intenzioni di Mahler. Quel movimento dovrebbe durare sugli 8 minuti, ma lo fanno tutti troppo lento. L'unico che ci si avvicina è Abbado:

http://www.youtube.com/watch?v=EwUO8iibrPU

 

@Metamorphoseon: scusa, ma quest'improvvisazione è brutta forte, hai linkato cose migliori. XD

Oddio, anche quella del post precedente mi sembrava solo Adeste Fideles al pedale con un bordello ai manuali, ma almeno aveva un senso. Questa qui, invece... ;)

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Sonnenblume91

Si ascoltarsi tutta una sinfonia di Mahler senza conoscerlo un po' può essere un po' traumatico; ma dopo che lo conosci non puoi che non apprezzarlo! Io mi sono avvicinato alla sua musica ascoltando gli adagi delle sue sinfonie! Non credo ci siano parole per definirli  ;) Ma poi pensandoci bene, non saprei dire se c'è qualcosa che non mi piace della sua musica! Ecco forse l'Ottava è quella che preferisco meno.

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Guarda che mi sa che durano tutte più di un'ora, a parte la prima. °°

Ho controllato, hai ragione ;)

 

Ero indeciso anche io sulla prima sinfonia, stavo per consigliare il suo terzo movimento ma poi ho pensato che per iniziare quelli indicati fin lì erano sufficienti :eek:

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Le mie preferite di Mahler restano la Prima, la Terza, la Quinta, la Sesta, che sono anche quelle

che conosco meglio. Per ultima ho conosciuto la Nona.

 

Ricordo l'enorme impressione provata quando molti anni fa Sinopoli diresse, qui a Roma, il

primo tempo della Decima. Aveva l'enorme capacità di dare un corpo sonoro grandissimo e

assolutamente vivo (vorrei dire vivente, perché lo faceva sentire nel suo divenire, come

una sorta di respiro cosmico, immanente, che sorge dal puro suono, dall'Essere della musica)

alle partiture mahleriane e in special modo a quella che 20/25 anni fa praticamente non si

conosceva, non si era udita in concerti. Aveva anche la capacità di slentare il tempo

proprio per produrre questo senso di scavo in profondo, e inoltre un senso di attesa

fortissimo. La sua morte a 55 anni mi ha colpito come un'enorme ingiustizia.

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Ho avuto varie conferme a quello che molto probabilmente alcuni di voi sapranno già:

cioè che Luciano Pavarotti non sapeva leggere la musica.

 

Chi riesce a fare un commento intelligente e non acido su questa cosa, quasi

incredibile a credersi?

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L'ho capito che andava ad orecchio! Ti sembra un commento tanto geniale?  :D

 

E tuo padre ha cantato il repertorio lirico di tenore in tutti i teatri del mondo,

con i più grandi direttori d'orchestra, nei messimi teatri, nelle produzioni più importanti,

con il successo mondiale di Pavarotti?  :muro:

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Io mi domandavo se l'essere ignaro di scrittura musicale avesse giovato alla sua istintiva musicalità, se

ci fosse un nesso tra il rifiuto di una acculturazione tecnica e la sua propria espressività. Non riesco a

capire come in tanti anni non abbia imparato: è incredibile a credersi. Mi sono domandato allora se

non fosse voluto.

 

Non pretendo però che questo commento sia intelligente  :muro:

Dico solo che la cosa è incredibile, e dev'esserci una spiegazione, credo.

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L'unica categoria per cui non è mai stato richiesto il diploma di conservatorio come titolo d'accesso ai concorsi è proprio il canto lirico. Ancora oggi per cantare sia come solista che come coro non c'è bisogno del diploma, e in generale vedo proprio che gli studenti di canto studiano il solfeggio e le altre materie complementari, che già gli sono facilitate nei programmi ministeriali, decisamente controvoglia.

il loro metodo di studio è basato sull'imparare a memoria e basta, e questo li rende in generale dei grandi ignorantoni, una tacca sotto ai musicisti anche se poi in realtà loro vengono apprezzati di più, perché la lirica è lirica, e si sentono dei grandi solisti.

 

Pavarotti aveva in ogni caso una grande individualità ed espressività che non gli si può negare. adesso non conosco aneddoti sul suo lavoro per cui non so se fosse un tipo sveglio, se creasse problemi, ma nei tempi d'oro il risultato era comunque eccellente e a me è sempre piaciuto. La mancanza di un percorso accademico comunque si nota in alcuni piccoli difetti che lui ha sfruttato rendendoli invece peculiarità della sua voce, tipo il continuo appoggiarsi sulla N per salire... il celebre "all'alba vi NEE ceeeeeeeeeeròòòòòòòòòòòòòò!!!"  per intenderci

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Sì, ma la cosa che mi ha colpito è non che non avesse il Diploma di Conservatorio, ma che proprio non sapesse

leggere la musica! Che non sia richiesto un Diploma per l'accesso ai concorsi non mi stupisce ed è giusto. Che

gli allievi cantanti abbiano un percorso facilitato nelle materie complementari pure lo so. Che non abbiano

molta voglia di studiare me lo dici tu e ti credo. Ma consentirai con me che è alla soglia dell'incredibile che

Pavarotti, dico Pavarotti, non conoscesse quel minimo di musica necessario per leggere una partitura da

cantante. Anche se non aveva studiato da giovane, perché non l'ha fatto in seguito?

 

Va bene, non ha senso domandarsi se Ella Fitzgerald conoscesse o meno il Setticlavio  :muro: quindi non ce lo

chiederemo neppure per Lucianone. Ma è pur vero che la divina Ella non doveva eseguire un testo scritto

e quindi forse per lei rimanere estranea al mondo delle note stampate era non solo facoltativo ma, per qualche

misteriosa ragione, propizio alla sua spontanea istintività musicale. Ma per un cantante lirico non me lo so

spiegare.

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non lo so se è vero o se è una delle solite leggende. in ogni caso non sarebbe inverosimile, nei teatri ci sono i pianisti corripetitori che fanno studiare la parte ai cantanti proprio come lavoro

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"From the street" è il titolo di tutta la sonata, mentre "Presentimento" e "Morte" sono i due movimenti che la compongono.

Ah, non lo sapevo, grazie :muro:

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non lo so se è vero

 

 

Avendolo sentito dire da varie persone, mi son fatto l'idea che sia vero. Forse una vaga idea

di lettura musicale ce l'avrà avuta, perché è troppo incredibile che non l'avesse. Del resto basta

vedere un suo Masterclass per appurare che non ha niente, assolutamente niente, da dire su

qualunque aria d'opera (lo dico amando la voce di Pavarotti, non come un suo detrattore).

Il che comunque non significa nulla rispetto alla sua bravura vocale e anche d'interprete.

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Anche se nn sapeva leggere il pentagramma nn mi pare che stonasse. L'importante é la musica che cantava...

Comunque secondo me poteva andare a orecchio anche se credo che a quei livelli sapesse leggere le note

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Del resto basta vedere un suo Masterclass per appurare che non ha niente, assolutamente niente, da dire su

qualunque aria d'opera

 

lo sospettavo. L'ermeneutica del '900 è questa, una critica inesistente e l'interpretazione basata su un gusto assolutamente personale e basta... oppure che segue una determinata scuola, ma senza particolare cognizione di causa.  Per fortuna ci stiamo raffinando (aggiungo, grazie all'impulso dato a suo tempo dai pionieri della filologia, harnoncourt e company)

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No, Debussy, non è il caso di scomodare parole come "ermeneutica"  :muro:

E' che Pavarotti è assolutamente incolto, e non sa dire niente, né di musicale,

né di emozionale, né di scenico, nemmeno a livello istintuale, o di esperienza

di palcoscenico e teatro. Non parliamo poi di tecnica vocale: lui ce l'aveva, ma

non è in grado di trasmetterla nemmeno a cenni (molta parte dell'insegnamento

canoro si fa tramite mimesi).

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ma isher lo sai quanti ce ne stanno come lui che insegnano in conservatorio? suonano come gli capita, più o meno ancora come 50 anni fa e fanno soltanto danni

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Metamorphoseon90

Non parliamo poi di tecnica vocale: lui ce l'aveva, ma non è in grado di trasmetterla nemmeno a cenni (molta parte dell'insegnamento canoro si fa tramite mimesi).

Il mio direttore mi faceva proprio questo esempio (non con Pavarotti) quando si è rifiutato di spiegarmi come cantare... diceva che grandi cantanti spesso hanno rovinato la voce dei loro allievi perchè non sapevano proprio trasmettere quello che loro riuscivano a fare.

 

Ma io mi stupisco anche all'interno del Conservatori di quello che mi dice il Maestro: quando suono un qualsiasi brano solitamente prima faccio l'analisi armonica e formale (anche scritta), questo mi aiuta soprattutto nelle composizioni prettamente contrappuntistiche nel fraseggio e nell'avere coscienza delle varie linee... Eppure il Maestro mi ha detto "Sei l'unico che lo fa"... e vedo che non ha poi tutti i torti! Chiedo ai miei compagni (di altri strumenti) se riconoscono le entrate in una fuga, il tema nella voce interna e spesso ti rispondono "Eh? :D Ma che senso ha fare l'analisi se posso comprami un lbro che lo fa per me?" ....

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Non vedo di che stupirsi, il 90% dei cantanti non sa leggere la musica, né sa insegnare.

La cosa che può stupire, semmai, è che Pavarotti - non uno qualsiasi, Pavarotti!, acclamato dai semplici appassionati e dai critici di professione, dalìi musicisti e dalle casalinghe - Pavarotti apparteneva a questo 90%.

Purtroppo la realtà è questa.

Noi lo ricordiamo

.

 

@Metamorphoseon: la maggior parte degli strumentisti (ma qui superiamo il 90%) non è assolutamente in grado di leggere una partitura che non sia in un'edizione interpretativa. Ho visto pianisti diplomati (!) spalancare gli occhi dall'orrore di fronte ad un urtext del Clavicembalo ben temperato ed esclamare "ma non ci sono le legature!!!" (con tre punti esclamativi).

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Metamorphoseon90

@Metamorphoseon: la maggior parte degli strumentisti (ma qui superiamo il 90%) non è assolutamente in grado di leggere una partitura che non sia in un'edizione interpretativa.

Ma perchè??? :D Se tu prendi un'edizione interpretativa ti basi su quello che un altro ha deciso di farti fare, se invece hai un'edizione bianca (urtext :D) pensi tu a quello che vuoi e ti sembra "giusto" fare... Se poi analizzi il brano sei più addentro ad esso!

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Perché non sono interpreti, sono esecutori. Si limitano a fare quello che c'è scritto sulla partitura.

E lo fanno perché sono i loro stessi insegnanti che hanno "studiato" così e così trasmettono le loro "conoscenze" agli allievi.

Il massimo che si può pretendere è qualche sottile variazione rispetto all'edizione interpretativa di riferimento; variazione che in genere non è mai spontanea, ma suggerita dal Maestro, il quale probabilmente l'avrà imparata dal suo Maestro che l'ha appresa dal suo Maestro che l'ha sentita in concerto 90 anni fa dal Tal dei Tali.

Ovviamente non è un discorso generale, e forse la mia percentuale dell'oltro 90% è esagerata; ma questa è la realtà più diffusa.

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