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Anime Special 1: Samurai d'acciaio. I robot giganti


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Anime Special 1: Samurai d'acciaio - I robot giganti degli anime (prima parte)

 

Se pensate che i samurai, gli antichi tuerrieri nipponici in armatura, fossero scomparsi alla fine del XIX secolo con la modernizzazione del Giappone, vi sbagliate. Non solo il loro ricordo viene perpetuato da cinema, letteratura e fumetto, ma si sono anche reincarnati in guerrieri del futuro, in giganteschi robot da combattimento che difendono il suolo giapponese proprio come i loro antenati umani facevano secoli prima.

Ovviamente sto parlando dei robot giganti, dei vari Mazinger, Goldorak, Gundam, Daitarn 3. Osservateli bene: i caschi dotati di corna, le lance e le spade quali armi, il corpo protetto da corazze, i robot giganti che negli anni 70 esplosero in Giappne, e in seguito in Italia, non sono che una visione futuristica e gigantesca dei samurai. A spingere i loro creatori in questa direzione forse non è stata neanche un'azione volontaria, ma semplicemente un impulso del subcoscente. I samurai sono così radicati nella cultura nipponica che al momento di tratteggiare con la propria matita i giganteschi robot del futuro, gli animatori vi hanno involontariamente trasferito alcune delle caratteristiche degli antichi combattenti . Talvolta il richiamo non è solo estetico, ma anche filosofico: i robot giganti e i loro piloti mostrano una determinazione, uno spirito di sacrificio e un senso dell'onore che erano propri dei samurai. Tra gli autori che maggiormente si sono rifatti a questa interpretazione vi è Go Nagai. Altri invece, soprattutto i più moderni, se ne sono staccati. In questa sede,

pur non volendo analizzare tutti i robot giganti che in oltre trent'anni hanno

affollato i palinsesti televisivi e le sale cinematografiche nipponiche (rimandandovi per questo al bel volume "Anime d'acciaio", edito da Kappa Edizioni), cercherò di fornire un quadro cronologico dell'evoluzione di questo genere.

 

 

Le Origini.

 

Il primo robot ad apparire nel mondo dei manga è probabilmente Tanku Tankuru, creato nel 1934 da Cajo Sakamoto. Il titolo è un gioco di parole sul termine inglese tank, e si ricollega allo strano aspetto del personaggio, dal corpo sferico, in grado di volare e pieno di fori da cui estrae di volta in volta nuovi armamenti. Nel 1951 Osamu Tezuka, detto il "dio dei manga", scrive e disegna Tetsuwan Atom ("Atom dal braccio di ferro"), conosciuto da noi come Astroboy. Il manga mostra un mondo ipertecnologico popolato anche da robot, come il piccolo Atom, creato da uno scienziato per sopperire alla morte del figlio. Nonostante Atom venga spesso discriminato e addirittura abbandonato dal "padre", non ha alcun dubbio sulla parte da cui schierarsi: il bene, in difesa degli esseri umani. Inoltre, nel 1963, Atom diventa protagonista della prima

serie animata giapponese per la TV. I robot in questione sono ancora a dimensione umana e praticamente autonomi, non hanno cioè piloti al loro interno.

 

 

Le dimensioni contano!.

 

Il primo esempio di "gigantismo" è datato 1958. Il protagonista di Tetsujin 28 Go ("Uomo di ferro 28") è un enorme robot antropomorfo guidato tramite telecomando, costruito come macchina da guerra dal Giappone ma usato in seguito solo per scopi pacifici. Il manga di Mitsutero Yokohama diventa nel 1963 un anime televisivo: si tratta dle primo cartone animato (ancora in bianco e nero) con un robot gigante. Nel

1972 è la volta di Astroganger (in Italia Astroganga). Le caratteristiche del genere, però, non sono ancora ben definite, e a dettarle definitivamente sarò poco dopo Go Nagai.

 

 

Go Nagai.

 

E' il settembre 1972. Il fumetto di MazingerZ inizia a essere pubblicato su ShonenJump, noto settimanale di manga. La serie televisiva lo segue immediatamente dopo. MazingerZ è un gigante di metallo, alto 18 metri e pesante 20 tonnellate, una dimostrazione di potenza mai vista prima nella storia di manga e degli anime. Neanche gli unici due esempi precedenti di gigantismo, Tetujin 28 e Astroganger, possono competere con la sua forza e la sua furia. Seppur dotato di sofisticate armi, MazingerZ usa abbondantemente la forza bruta, non disdegnando gli scontri diretti con gli avversari: i robot giganti del Dr.Hell, intenzionato a conquistare la Terra. Visto il clamoroso successo conseguito, MazingerZ dà il via a una serie di successori sempre più forti. Nel 1974 arriva Great Mazinger (Il grande Mazinga), ideale seguito in chiave più moderna di

MazingerZ. Nel 1975 è la volta di Ufo Robot Grendizer (Goldrake, oppure Atlas Ufo Robot). Tra l'altro queste serie formano una trilogia strettamente collegata, con il personaggio di Koji Kabuto presente in tutte anche se in una veste differente (solo in MazingerZ è il pilota del robot). Di tutte esiste anche una versione manga, e in taluni casi anche più d'una, dato che Nagai delega spesso ai suoi collaboratori la realizzazione dei manga per ragazzi e preferisce invece disegnare personalmente le

versioni più adulte e brevi degli stessi. Per questo motivo i manga più conosciuti della trilogia sono firmati da Gosaku Ota. Inoltre, tra il 1973 e il 1976 Nagai realizza anche sei mediometraggi (Il Grande Mazinga contro Getta Robot, Il Grande Mazinga contro il Generale Nero, Ufo Robot Goldrake contro il Grande MAzinga, ecc.) in cui le sue creature, robotiche e non, si incontrano, dimostrando di far parte del medesimo universo narrativo.

 

 

Ha la mente di Tetsuya, ma...

 

Altra "regola" che Nagai detta al genere robottoni è il rapporto simbiotico

uomo/macchina, per cui l'immedesimazione tra pilota e mezzo è totale, tanto che colpi diretti al robot portano a espressioni di sofferenza del suo occupante, quasi che a essere colpito dal mostruoso avversario si turno sia lui e non il mezzo che sta guidando. Graficaemnte la cosa viene evidenziata mostrando spesso il volto del personaggio alla guida, o addirittura sovrapponendo l'immagine del robot a quella dell'uomo. Aperta la strada al genere, i robot dilagano. Lo stesso Nagai ne realizza molti altri e spesso torna sui propri passi riproponendo versioni differenti, sempre

più moderne e potenti, dei vecchi Mazinger. Lo ha fatto per esempio disegnando una versione a colori completamente nuova del manga di Mazinga per il mercato americano (e solo recentemente giunta anche in Giappone), così come ne ha immaginata una versione più esoterica in Mazinsaga, poi trasformata anche in anime. In quest'ultimo caso Koji

Kabuto si trasforma letteralmente in MazingerZ, indossando un antico casco fatto di super materia spirituale Z , che formerà istantaneamente un'armatura (ancora una volta simile a quella tipica da samurai) attorno al suo corpo rendendolo fortissimo, quasi onnipotente. Il mito della forza, unito alla tradizione dei samurai, trionfa ancora una volta.

 

Malinconia e umorismo.

 

Sul modello nagaiano i robot si moltiplicano e mutano, divengono componibili e trasformabili, da uno passano a tre o a cinque. Ma a prescindere dalle trovate tecniche, lo schema narrativo è pressochè identico: la Terra è minacciata da un pericolo (un'invasione aliena, malvagie creature provenienti dal sottosuolo, scienziati pazzi, ecc) e gli eroici giganti di metallo devono difenderla a colpi di missili e pugni volanti.Tra i tanti serial che spopolano in Giappone negli anni 70 vale almeno la pena di citare Wakusei Robot Danguard Ace ("Danguard Ace il robot planetario"), Muteki Kojin Daitarn 3 ("Daitarn 3 l'invincibile uomo d'acciaio") e Muteki Robot Trider G7 ("L'invincibile robot Trider G7"). Nel primo caso a firmare la serie troviamo una superstar della "fantascienza malinconica", Leiji Matsumoto (autore tra gli altri di "Capitan Harlock" e "Galaxy Express 999"), mentre negli altri due si fa largo nel filone un ingrediente nuovo: l'ironia.

Danguard si dimostra innovativo poichè rinuncia alla struttura tradizionale delle puntate che impone che ogni episodio ruoti attorno allo scontro tra robot giganti: Takuma Ichimonji deve sì combattere contro le forze aliene del consigliere Doppler che ha dichiarato guerra alla Terra, ma per farlo deve prima addestrarsi alla guida del robot gigante Danguard, tra l'altro trasformabile in un enorme caccia, cosa mai vista prima. In Daitarn 3, il pilota Haran Banjo combatte il marziano Cyborg Don Zauker e i suoi Meganoidi che, seppure feroci per la maggior parte del tempo, assumono a volte caratteristiche ironiche, atteggiamenti clowneschi. In Trider G7 Watta Takeo, ancora bambino, deve sostituire il padre deceduto alla guida del Trider G7, robot della scalcinata ditta Takeo General Company, spesso ingaggiata per ostacolare le azioni piratesche di società spaziali senza scrupoli. Le avventure oscillano quindi tra il quotidiano di Watta e i combattimenti spaziali, con il vice presidente intento a risparmiare missili perchè costano troppo.

In queste serie non cambia la sostanza di quanto visto in precedenza, ovvero permangono, anche se talvolta modificati e migliorati, gli stereotipi e i meccanismi narrativi decodificati da Nagai. A subire un netto cambiamento è piuttosto il modo di narrare, che può assumere sfumature molto differenti (- continua -)

 

IMMAGINI:

 

01. Tanku Tankuru:

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02. Tetsuwan Atom:

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03. Tetsujin 28 Go:

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04. Astroganger:

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05. Go Nagai:

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06. MazingerZ:

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07. Great Mazinger:

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08. Ufo Robot Grendizer:

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09. Wakusei Robot Danguard Ace:

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10. Muteki Kojin Daitarn 3:

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11. Muteki Robot Trider G7:

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Anime Special 1: Samurai d'acciaio - I robot giganti degli anime (seconda parte)

 

 

Eserciti in conflitto.

 

Sfruttato all'inverosimile, il filone robotico attendenuova linfa, e questa arriva nel 1979 con Kido Senshi Gundam ("Mobile Suit Gundam") conosciuto in Italia semplicemente come Gundam. Con questa serie, il concetto i robot gigante viene ribaltato: non più macchina semidivina, ma comune mezzo meccanico prodotto in serie, estremamente realistico, distruttibile e sostituibile, affidato a piloti addestrati entro ranghi militari. Differente anche la visione del pilota e delle parti in conflitto: non più una netta divisione bene/male, ma uno scontro più sfumato. Niente invasori alieni cattivi quindi, ma una più banale e tuttavia più realistica e cruda guerra civile. Ambientata nell'anno 0079 del'era spaziale, la serie porta in scena la guerra tra la Federazione Terrestre e la colonia spaziale autonominatasi Principato di Zion. Il giovane Amuro Rei si trova alla guida di un Mobile Suit (un robot da combattimento) sperimentale, il Gundam RX78, e da quel momento deve affrontare gli orrori della guerra. L'autore, Yoshiyuki Tomino, punta in particolare modo su due aspetti: i robot come mezzi meccanici e il dramma dei personaggi. Nel primo caso porta sullo schermo televisivo imponenti schieramente di truppe fatte di robot, caccia e astronavi di ogni genere che funizonano secondo una logica militare. Nel secondo caso è molto attento alla caratterizzazione di ogni singolo personaggio, per questo motivo Amuro Rei è solo uno dei tantissimi protagonisti che costellano l'anime.

 

 

Un successo Macros(s)scopico.

 

Gundam fa scuola come a suo tempo l'ha fatta MazingerZ e le imitazioni, spesso ottime, si moltiplicano. Molte sono addirittura sequel e serie parallele dello stesso Gundam, realizzate da Tomino come da altri autori. Sulla stessa lunghezza d'onda nasce Chojiku yosai Macross ("La fortezza superspazio-temporale Macross"), in cui la guerra torna ad essere combattuta tra terrestri e alieni ma tenendo conto delle innovazioni apportate da Tomino. Nell'anno 1999 una gigantesca nave aliena precipita sulla Terra, i governi di tutto il mondo, timorosi di un attacco futuro decidono di allearsi e di riparare la gigantesca nave trasformabile in una sorta di robot, destinata a diventare l'ammiraglia di una flotta unita di difesa. Quando gli alieni Zentradi attaccano la Terra la nave ribattezzata SDF-1, abbreviazione di Super Dimensional Fortress 1, è pronta al combattimento, così come i caccia spaziali Valkyrie Fighter contenuti al suo interno e anch'essi trasformabili in robot da battaglia. Seguendo l'esempio di Gundam, il robot non è più uno solo, ma un comune mezzo prodotto in serie e facente parte di un'organizzazione che funziona secondo logiche militari decisamente più realistiche.

 

 

Poliziotti giganti.

 

Il realismo applicato ai robot giganti porta a un ulteriore sviluppo: arruolare i colossi di metallo nelle polizia del futuro prossimo. Scritto e disegnato da Masami Yuki, il manga robotico Patlabor nasce nel 1988. La serie fa parte di un progetto multimediale teso a creare un'opera complessa e moderna che si differenzi dagli anime robotici tradizionali. Il progetto dà quindi vita a parecchi anime. Nel 1988 a una prima serie di OAV (7 in tutto), nel 1989 alla serie televisiva (48 episodi) e al lungometraggio per il cinema Patlabor: the movie. Seguono quindi una nuova serie di 16 OAV, nel 1993 il secondo film (Mobile Suit Patlabor) e nel 2002 il terzo (WXIII Patlabor the Movie III). Nel manga come negli anime, vengono portate sotto i riflettori le avventure di uno speciale corpo di polizia, denominato "Sezione Patlabor" poichè utilizza proprio i Patlabor (contrazione di "patrol labor"), robot antropomorfi. Aumentandone ancora una volta il realismo, la saga di Patlabor (che prosegue ancora oggi) ha trasformato i robot giganti da enormi e onnipotenti fantocci metallici in mezzi a dimensione (quasi) umana, che è possibile vedere al lavoro nei cantieri o mentre pattugliano particolari zone a rischio di Tokyo. In questo modo si è perso molto del sapore epico delle prime serie, così come il "contatto" con la figura tradizionale del samurai, ma si sono fatti enormi passi avanti in direzione delle credibilità. Dando al tutto una connotazione più seria si è attirato anche un pubblico leggermente differente, nonchè recuperato gli spettatori delle vecchie serie che, diventati adulti, desiderano vedere anime più realistici e complessi.

 

 

Le nuove generazioni.

 

Per incontrare una novità eclatante nel genere robotico dobbiamo arrivare al 1995, quando Neon Genesis Evangelion conquista nuovamente il pubblico televisivo. Nell'anno 2000 un meteorite ad altissima densità si schianta sull'Antartide, sciogliendo la calotta polare: è il più grande cataclisma che la storia umana ricordi, il second impact. Sono passati quindici anni da allora, e proprio mentre il pianeta inizia a intravedere la luce della ricostruzione, l'umanità è chiamata ad affrontare una nuova prova, esseri dalle origini sconosciute che attaccano l'uno dopo l'altro. Per contrastare la loro venuta gli uomini hanno costruito le macchine umanoidi multifunzionale Evangelion. Realizzato dallo Studio Gainax, Evangelion porta sulla scena un nuovo modello di robot gigante, dall'aspetto allo stesso tempo esile e aggressivo, nervosamente "muscolare", a cui il pilota è collegato tramite un'interfaccia neurale. I robot giganti diventano insomma sempre più realistici e scientifici, lontani anni luce dai goffi colossi cilindrici degli esordi. Cambia anche l'approccio narrativo: il regista Hideaki Anno dà infatti vita a una storia piena di citazioni bibliche, misteri e tensioni emotive, tanto da farla definire "claustrofobica". Anche se lo scopo degli Evangelion è sempre quello di difendere la Terra, le atmosfere non sono più quelle solari di una volta e im ezzi usati per raggiungere l'obiettivo possono essere discutibili. I robot giganti sono insomma diventati un po' più cupi, esattamente come il tempo in cui sono saati partoriti, ricco di perplessità etiche e scientifiche.

 

 

I figli di Eva.

 

Ed Evangelion fa scuola: lo seguono infatti serie come Brain Powered, con i suoi robot biometallici (altra innovazione tecnologica) o l'affascinante Rahxephon. Nel primo caso la Terra del futuro è sconvolta da catastrofi naturali e tale situazione sembra in qualche modo essere connessa con la misteriosa organizzazione Orphan. Yu Isami e sua sorella Kanan, alla guida di robot biometallici detti Brain Powered, intendono indagare su quanto sta accadendo, ma nel farlo si trovano ad affrontare potenti nemici. Una misteriosa ragnatela sembra collegare ogni cosa, mentre i ragazzi rischiano la propria vita in un crescendo di colpi di scena. Rahxephon è invece un concentrato di robot giganti, associazioni segrete, adolescenti inquieti, misteri di portata interplanetaria. Questa serie narra infatti di come il diciassettenne Ayato Kamina si ritrovi improvvisamente coinvolto nello scontro tra l'Unione Terreste e il misterioso Mu. In grado di controllare il gigantesco Rahxephon, colosso a metà tra la macchina e la divinità, Ayato potrebbe essere l'unico in grado di salvare il pianeta, ma presto si rende conto che le cose non sono semplici come sembrano e che forse non sono i terrestri "buoni".

 

Il domani robotico.

 

A prescindere dalle trame, insomma, la via intrapresa dai nuovi serial sembra allontanarsi dalla vecchia visione del robot gigante visto come samurai del futuro, I cambiamenti non sono solo grafici, esteriori, come la progressiva sparizione di spade e lanche, elmi e corna, ma soprattutto contenutistiche: la difficoltà nell'individuare chi sia il vero nemico, la tecnologia che si fa più sempre più potente ma anche sempre meno comprensibile. Robot e piloti giganti mantengono spesso la determinazione e lo spirito di sacrificio degli antichi samurai, ma sembra quasi che cominci a mancargli il retroterra. In altre parole non sanno più se possono fidarsi dei loro simili e di chi li comanda. Fedeltà e onore erano i fondamenti degli antichi guerrieri nipponici, ma se i nuovi samurai non possono fidarsi di nessuno in un mondo che pare impazzito, come potranno portarne avanti la missione?

 

IMMAGINI:

 

01.Kido Senshi Gundam:

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02.Chojiku yosai Macross:

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03.Patlabor:

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04.Neon Genesis Evangelion:

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05.Brain Powered:

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06.Rahxephon: art040hl.jpg

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Bellissimo articolo!! Per di piu' un argomento che mi interessa molto!!! :)

 

ihihihi! lo sapevo che tu avresti risposto! :)

comunque, come avevo anticipato qui e là, questo è il primo di una serie di articoli che posterò aperiodicamente e in cui affronterò i diversi generi della produzione manga e anime, e gli adattamenti italiani... insomma.. voglio animare un po' la sezione manga e anime! :)

Anime Robotici - Cronologia essenziale:

 

  • 1963 - Tetsujin28 Go (96 episodi)[/list:u]

  • 1972 - Astroganger (26 episodi)[/list:u]

  • 1972 - MazingerZ (92 episodi)[/list:u]

  • 1974 - Getter Robot (51 episodi)[/list:u]

  • 1974 - Great Mazinger (56 episodi)[/list:u]

  • 1975 - Getter Robot G (39 episodi)[/list:u]

  • 1975 - Yusha Rydeen (50 episodi)[/list:u]

  • 1975 - Kotetsu Jeeg (48 episodi)[/list:u]

  • 1975 - Ufo Robot Grendizer (74 episodi)[/list:u]

  • 1976 - Daiku Maryu Gaiking (44 episodi)[/list:u]

  • 1977 - Robot Danguard Ace (56 episodi)[/list:u]

  • 1977 - Muteki Chojin Zanbot 3 (23 episodi)[/list:u]

  • 1978 - Uchu Majin Daikengo (26 episodi)[/list:u]

  • 1978 - Muteki Kojin Daitarn 3 (40 episodi)[/list:u]

  • 1979 - Kido Senshi Gundam (43 episodi)[/list:u]

  • 1979 - Mirai Robot Daltanias (47 episodi)[/list:u]

  • 1980 - Muteki Robot Trider G7 (50 episodi)[/list:u]

  • 1981 - Sengoku Majin Goshogun (26 episodi)[/list:u]

  • 1983 - Sokokihei Votoms (52 episodi)[/list:u]

  • 1988 - Kido Keisatsu Patlabor (7 OAV)[/list:u]

  • 1992 - Giant Robot (7 OAV)[/list:u]

  • 1993 - Kishin Heidan (7 OAV)[/list:u]

  • 1995 - Neon Genesis Evangelion (26 episodi)[/list:u]

  • 1996 - Tenku No Esaflowne (26 episodi)[/list:u]

  • 1997 - Dangaion (3 OAV)[/list:u]

  • 1998 - Brain Powerd (26 episodi)[/list:u]

  • 1998 - Gasaraki (25 episodi)[/list:u]

  • 2000 - Argento Soma (25 episodi)[/list:u]

  • 2001 - Rahxephon (26 episodi)[/list:u]

Bene bene pregusto i prossimi articoli!

 

 

Tra l'altro Tetsujin28 go è stato il protagonista di un remake anni' 80 che vorse molti conoscono, ovvero " Super Robot 28"!

 

Per chi è interessato ad andare " un po piu' in la'" esistono 2 libri, il primo intitolato Mazinga Nostalgia e parla perlappunto dell'animazione dagli anni 70 ad oggi, e l'altro e' Anime d'Acciaio, impuntato pero' sul collezionismo robotico ( cosa di cui mi occupo io). :)

  • 4 years later...

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