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La Verità


Guest Mystical Lord

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La verità è un sentimento. Tutti hanno il diritto di farsene portavoce. Ma nessuno può permettersi di considerare la propria come l’unica possibile.

Non esiste un solo cammino, una sola idea, una sola fede. Ad ognuno la libertà di vivere secondo se stessi, di fare dei propri sogni la partenza ed il ritorno.

Ad ognuno il diritto di non vergognarsi di un idea, di una fede o di un cammino. Perché  rispettare il prossimo è rispettare la verità, comunque essa si manifesti.

C’era un prato una volta, che forse non ci sarà più.

Le colline scendevano a baciare il mare, e dall’orizzonte i primi raggi dell’alba andavano a svegliare un mondo assopito.

Una donna stava raccogliendo le prime mandragore mature, e nel frattempo,  immersa nel silenzio della natura, poteva ammirare i primi germogli di vita crescere.

I suoi capelli neri scivolavano tra le fronde, mentre i suoi stracci sfioravano il suo corpo quasi a formare un opera d’arte senza precedenti.

E lei intanto ballava, come nessuno aveva mai fatto.

Ballava sulle note di una brezza leggera, tra le campane di un paese vicino che suonavano a festa, tra i sussurri della natura che si levava a guardare il cielo insieme ai suoi occhi.

Ogni giorno, dall’alto di quella collina che dava sul mare, accadeva qualcosa che la maggior parte delle persone difficilmente riescono a comprendere..

 

La giovane donna non era famosa, ne ricca. I suoi stracci, e la sua piccola abitazione erano tutto ciò che possedeva. Eppure, nel piccolo paese, tutti parlavano di lei, di ciò che faceva durante il giorno.  Si alzavano voci silenziose,  che si perdevano nel vuoto del nulla.

Era conosciuta come la guaritrice.

Le sue erbe avevano aiutato molti abitanti del paese,e lei non aveva mai negato la sua arte a nessuno. Perché la giovane donna amava lenire le sofferenze delle persone, portare sollievo ovunque i suoi passi la conducessero.

E tra i sapori delle fragole mature, tra i colori del grano che ondeggiano nel vento, trascorreva le sue giornate a vivere il sentimento che l’accendeva, la follia che la rendeva libera. Gli sguardi degli uomini si riempivano di passione, di un eros che mai avevano provato prima. Ma lei non apparteneva a nessuno, e ruvide carezze mai erano riuscite a sfiorare il suo viso. Era libera, come la più libera di questa terra.

E tra la folla, solo una bambina se n’era accorta.

Nascosta dietro un albero, osservava sempre la Dama dei prati danzare tra i fiori.

Ed era come se la natura si rianimasse davanti a questi passi :

Il sole diveniva più caldo, e la brezza iniziava a portare con se quei sapori di luoghi lontani.

Di fronte a tanta bellezza, la vita si accendeva in effimeri sguardi, in orizzonti lontani ed in sogni che andavano oltre lo spazio più lontano.

 

Avvenne che un giorno, la donna si accorse della piccola fanciulla…

Allora, con un sorriso sulle labbra, si avvicinò a quell’albero che la nascondeva.

-          Vorresti ballare con me? –

-          non ne sono capace – disse timidamente la bambina.

 

La giovane donna prese la mano della bambina, ed insieme iniziarono a muovere i primi passi. Lentamente, tutto ciò che era il mondo, iniziò a perdersi.

Come se non ci fosse altro che quella danza antica come il tempo.

I passi si fecero spontanei, come le lacrime che cadevano sul prato in fiore. Immerse nella bellezza del tutto, ballarono senza mai fermarsi..

E furono il centro dell’universo.

Poi i passi si fecero più lenti, ed il mondo ritrovò il suo tempo.

La bambina aveva provato un calore che nessuno mai era riuscita a mostrargli.

Figlia di una madre che mai l’aveva riscaldata nelle notti fredde d’inverno,                 

figlia di un padre che aveva venduto la sua innocenza per un profitto senza valore,

per la prima volta, al fianco della giovane donna, si senti viva.

E le uniche parole che riuscì a pronunciare furono un semplice.. Grazie.

 

-          Adesso va, tra poco farà buio – disse dolcemente la donna.

 

Cosi dicendo, prese una violetta, e la mise sulla testa della fanciulla.

Il vento iniziò a soffiare, portando via con se tutte le ombre del passato; con occhi che brillavano, la bambina tornò al piccolo paese.

Passarono mesi, e le foglie stanche iniziarono a cadere a terra.

La terra si preparava ad un lungo sonno, in attesa che una nuova alba sorgesse a raccogliere i semi della rinascita.

E la bambina aveva ballato con la donna altre volte, e aveva imparato a riconoscere il volto femminile di Dio, a comprendere la lingua delle piante.

Aveva riconosciuto il sussurro nel vento, e aveva cantato con lui, e con la donna, le antiche litanie del tempo.

 

Ma nel frattempo, una madre che mai era stata tale, aveva compreso di aver perso una figlia. Aveva capito  che in quella donna, silenziosa e solenne al tempo stesso, la fanciulla aveva trovato ciò che in lei non era mai fiorito.

Ferita più nell’orgoglio che nel sentimento, decise di vendicarsi.

In un piccolo paese che dava sul mare, era facile far scorrere parole attraverso le vie, e rendere note le menzogne dettate dall’odio. 

Il sole iniziava a tramontare, e l’aria, tersa di rosso come il fuoco della passione, si fece più fievole.

C’era una prato, che forse non ci sarà più.

Una donna, ed una bambina, stavano guardando il mare tingersi dei mille colori della vita, e silenziosamente, ringraziavano la vita per un tale spettacolo.

La fanciulla ormai apparteneva a quel mondo, fatto di sogni e di sguardi verso l’assoluto, fatto di una follia che rende liberi.

 

Insieme, immerse nell’emozione del tutto, recitarono una preghiera..

 

” Lasciatemi essere un fiume..

di quelli senza argini, senza limiti..

che inondi di vita ogni luogo.. ogni sentiero..

Una montagna innevata..

di quelle alte e solenni

che osservi silenziosamente la vita.. i sogni..

Lasciatemi essere una farfalla..

di quelle che volano effimere nel vento,

sussurrando dolci pensieri, confidandoli ai fiori..

Una cascata..

di quelle non si fermano mai..

che si rigetti nel mare divenendo parte del tutto..

Portando con se ogni foglia stanca di volare..

E infine.. lasciatemi essere vita..

di quelle che non si spengono mai..

di quelle che brillano ovunque..

anche quando il buio, dolce sentiero nascosto..

troverà in me, una silenziosa compagna di viaggio..”

 

Le prime fiaccole iniziarono a levarsi dal piccolo paese. Una processione di fantasmi si diresse verso il prato senza tempo.

 

-          Adesso va, torna al paese – disse la Dama del prato

 

La giovane fanciulla sapeva che nessuna parola o gesto, avrebbe portato via la donna da quel prato. Perché ci sono speranze che non possono fuggire, passi che mai potranno condurre lontano dai propri sogni.

La Dama sapeva, era cosciente che stavano preparando gli atti del suo processo.

Ma niente al mondo l’avrebbe portata via. Perché lei era libera, come la più libera di questa terra.

Accarezzò il viso della fanciulla, e dolcemente le sussurrò – ti insegno la lotta che esige rispetto, ti mostro l’orgoglio di vivere liberi –

Cosi facendo, la incalzò ad allontanarsi.

 

Rimasta sola, la giovane donna iniziò a muovere i suoi passi a tempo di fata.

Un ultimo ballo, per ricordare che certe emozioni non si possono cancellare con il fuoco dell’incertezza.

 

E nessuno ebbe il coraggio di fermare tanta bellezza. 

 

Una strega cammina…

Scalza, stracciona, derisa da una folla che la strattona per le vie del paese.

Ma lei ancora sorride, ricordando il sapore delle fragole sulle sue labbra, ricordando il ritmo della libertà librarsi sotto i suoi piedi.

Sorride di un mondo che ha visto l’infinito, e non s’è n’è accorto, di un sogno che era il divino.. e che verrà realizzato.

Perché c’è una bambina dietro un albero, che ha saputo guardare con lei il sentimento che porta alla verità.

Ora potranno sfigurarla, torturarla a grazia tra le mura di una fredda prigione.

Potranno dirle che non esiste nulla, che è tutto menzogna.

Abuseranno di lei, strappandole le ali di fata.

Ma lei sarà già lontana, oltre le parole, oltre gli sguardi.

Perché ora c’è un sogno che vibra dentro al cuore di una piccola fanciulla.

E lei potrà danzare ancora, immersa nell’immensità del tutto.

C’è un prato, che forse non ci sarà più.

In lontananza si vede il fumo di un fuoco fatuo disperdersi nel vuoto del nulla.

E mentre le campane del silenzio suonano a festa, c’è una bambina che corre nel prato.

I suoi capelli neri scivolano tra le fronde, e i suoi stracci sfiorano il suo corpo quasi a formare un opera d’arte senza precedenti.

Con le lacrime agli occhi, inizia a pregare..

 

“Grande Madre

Incalzami con i tuoi sussurri..

Disperdimi ai quattro angoli della terra..

Fammi danzare su monti mai visti, rendimi pioniera dell'eterno istante..

Cercami, come si cerca il tesoro più raro su questa terra.. e non darmi valore..

Rendimi ricca dei tuoi gesti, preziosa delle tue parole..

Mostrami i sentieri innevati della vita, le valli scoscese della morte.. fammi rinascere dal tuo grembo, cullami fra le tue braccia.. e non chiedermi di esserne mai sazia..

Lasciami viaggiatrice, di quelle silenziose che siedono su una roccia.. Rendimi stracciona, mendicante, e proclamami come la più ricca di questa terra.. la regina dell'assoluto..

Regalami un sogno, una meta, e dimmi che non deve esserci altro..

E tra i sapori delle fragole mature, dell'ambrosia che scivola sulle nostre labbra, rendimi padrona dell'istante, serva dell'eterno..

Tieni stretta la mia mano, quando i miei passi si perderanno tra le fronde buie della paura, della solitudine..

Che il tuo spirito colori di vita la mia anima, disegnando vaghi sentieri, effimeri sguardi..

Dimmi che non ci sarà fine, e che solo i sogni, ovunque ci conducano, rendono la vita degna di essere vissuta..

Ed io ti sarò sorella , nell'anima, nei respiri, nei sentieri lontani della vita.. e non dovrà esserci altro.. “

 

Un vento iniziò a soffiare..

 

I passi si fecero leggeri sull’erba, e di un sogno si fece una danza.

E tra i fiori che andavano schiudendosi davanti ad una nuova alba, la bambina si addormentò tra le braccia di una quercia.

Ed il suo sonno fu un inno silenzioso alla vita.

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