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Ragazzi che indossano la borsetta.


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Ma infatti. Io manifesto il mio snobismo col comprare solo roba poco costosa per la vita di tutti i giorni( magliette a pochi dollari, scarpe di qualità ma non gli ultimi modelli, etc) per poter sfottere gli amici che spendono cifre assurde per Marche alla moda. Già di mio preferisco la praticità allo stile, ma sono sempre scelte ponderate, non a caso. E non conosco NESSUNO che compri cose completamente senza un motivo preciso di “apparenza”.

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30 minutes ago, Almadel said:

io dico (o aggiungo) che c'è sempre anche una scelta dettata dal modo in cui vogliamo essere visti.

Necessariamente!

Le sole eccezioni sono coloro che ricevono gli abiti da altri perché non possono acquistarli o sceglierli da sé per povertà o per subordinazione o per simili cause.

Per il resto, se c'è una scelta, c'è una ragione per cui uno scelga.

Edited by Mario1944
1 hour ago, Almadel said:

E "casualmente" al ragazzo gay di 20 anni piace la pelliccia rosa sintetica e non la giacca di tweed.

It's not me :D a 20 anni indossavo le giacche di velluto, quella di tweed l'ho acquistata un po' dopo

1 hour ago, marco7 said:

Alcuni miei vestiti che metto sono peggio di quelle delle bancarelle dell‘usato. Questo perche‘ io compro vestiti nuovi ma poi li porto finche‘ sono distrutti dall‘usura del portarli.

Su Marco, non t'intestardire, siamo ragazzi semplici.

1 hour ago, Bullfighter4 said:

E non conosco NESSUNO che compri cose completamente senza un motivo preciso di “apparenza”.

Non mi dedico molto allo shopping, ma faccio parecchio caso a quello che acquisto, quando lo acquisto; scelgo solo certi tessuti, scarto alcuni colori, scarto quel che non è sufficientemente comodo, abbino i pezzi di modo che nell'insieme quello che indosso non mi faccia sembrare troppo basso o troppo tozzo; ma è la composizione dell'immagine quello che mi interessa, è come si trattasse di fare un collage o un'ikebana. Se questo significa comprare cose per motivi precisi di "apparenza" allora sì, sono del club, ma non mi accade quasi mai di chiedermi cosa gli altri penseranno di me vedendomi così abbigliato.

A 17 anni ho acquistato qualche indumento di marchi conosciuti e costosi, ma ho smesso di indossarli quasi subito perché temevo di passare per cafone...perciò forse sono il tipo che per motivi precisi di "apparenza" NON COMPRA determinate cose :D 

2 hours ago, schopy said:

It's not me :D a 20 anni indossavo le giacche di velluto, quella di tweed l'ho acquistata un po' dopo

Su Marco, non t'intestardire, siamo ragazzi semplici.

Non mi dedico molto allo shopping, ma faccio parecchio caso a quello che acquisto, quando lo acquisto; scelgo solo certi tessuti, scarto alcuni colori, scarto quel che non è sufficientemente comodo, abbino i pezzi di modo che nell'insieme quello che indosso non mi faccia sembrare troppo basso o troppo tozzo; ma è la composizione dell'immagine quello che mi interessa, è come si trattasse di fare un collage o un'ikebana. Se questo significa comprare cose per motivi precisi di "apparenza" allora sì, sono del club, ma non mi accade quasi mai di chiedermi cosa gli altri penseranno di me vedendomi così abbigliato.

A 17 anni ho acquistato qualche indumento di marchi conosciuti e costosi, ma ho smesso di indossarli quasi subito perché temevo di passare per cafone...perciò forse sono il tipo che per motivi precisi di "apparenza" NON COMPRA determinate cose :D 

Con appartenenza intendevo che puoi anche appartenere ad un club esclusivo composto solo da te. Ma non è una cosa casuale. E non c’è nulla di male. 
 

1 hour ago, Almadel said:

E "casualmente" al ragazzo gay di 20 anni piace la pelliccia rosa sintetica e non la giacca di tweed.

tu invece cosa vuoi trasmettere quando dici che 

9 hours ago, Almadel said:

Era utile sembrare gay in mezzo agli etero, per piacere alle ragazze e incuriosire gli etero;

ma sembrare gay in mezzo ai gay è inutile e anche un po' stupido.

 

soprattutto quando leggiamo anche che sei il primo a criticare il fetish tossico di certi passivi per gli attivi superdotati, mascolini e straight looking troppo ossessionati coi criteri di mascolinità che discriminerebbero gli attivi che non riescono a incasellarsi in questo prototipo ma non fai altro che adeguarti alla direzione dove tira la banderuola che ti fa più comodo e alimentare lo stesso fetish... 🤖

1 hour ago, MyleneFarmer said:

soprattutto quando leggiamo anche che sei il primo a criticare il fetish tossico di certi passivi per gli attivi superdotati, mascolini e straight looking troppo ossessionati coi criteri di mascolinità che discriminerebbero gli attivi che non riescono a incasellarsi in questo prototipo ma non fai altro che adeguarti alla direzione dove tira la banderuola che ti fa più comodo e alimentare lo stesso fetish... 🤖

Sì esatto.

Parlo di questa cosa proprio per questo motivo.

Se non l'avessi vissuta sulla mia pelle, come farei a esprimermi con cognizione di causa?

Mica sono come te, che parli dei problemi dei gay molisani da Bologna.

 

Nell'ambiente gay essere "straight looking" paga, soprattutto se sei attivo.

Per questo dico che un gay con la borsetta o è passivo o è stupido.

 

Quando ho visto che il mio stile genderfluid da etero aperto mentalmente era frainteso dai gay con cui volevo relazionarmi

(che hanno codici diversi dall'ambiente alternativo degli etero), l'ho dovuto cambiare.

In una discoteca gay non solo non avevo più bisogno di sembrare queer,

ma anzi meno sembravo queer e più rimorchiavo ragazzi che mi piacevano.

(Mio marito mi ha conosciuto nel momento di maggiore eccesso in questo senso,

al punto che all'inizio era un po' scettico sul mettersi insieme perché mi credeva un neonazista 🙂 )

 

Ormai da anni sono un gay serenamente casual e trascurato, libero dalle pressioni sociali.

Dovessi tornare a rimorchiare in un ambiente gay

punterei decisamente sui naked party o sui dibattiti culturali,

dove posso esibire le uniche parti del corpo che la palestra non allena.

essere se stessi perciò non paga tra i gay? E dire che come simbolo ci siamo scelti un arcobaleno pieno di colori. 

la pelliccia rosa però credo sia trasversalmente odiata sia dai modaioli e più effeminati sia soprattutto da quelli più maschili, forse a una serata di carnevale o halloween... ma nemmeno

Edited by MyleneFarmer

 

29 minutes ago, MyleneFarmer said:

essere se stessi perciò non paga tra i gay? 

Dipende da quanto è equilibrato il rapporto tra ciò che ti piace essere/indossare e ciò che mediamente piace al tuo target. C'è chi è meno disposto al compromesso, quando c'è un certo sfasamento tra i due livelli, e accetta di rimorchiare meno pur di essere/indossare quella cosa lì e non quell'altra, e chi invece (come me) ritiene più importante assecondare, entro certi limiti, le aspettative degli individui che compongono il target a cui si punta (perché banalmente voglio trombare chi mi piace). A ognuno il suo.

 

Edited by Cesco00
54 minutes ago, MyleneFarmer said:

essere se stessi perciò non paga tra i gay? E dire che come simbolo ci siamo scelti un arcobaleno pieno di colori

Dimmi che non hai capito un cazzo senza dirmi che non hai capito un cazzo. Esempio pratico.

L'ennesimo

13 hours ago, Cesco00 said:

Credo che quasi sempre siamo convinti di operare scelte libere solo sulla base di ciò che ci piace, mentre in realtà siamo guidati in larga misura dal "significato sociale" che le caratteristiche  degli oggetti che acquistiamo hanno. Credo sia banale dire che se uno compra una LV tarocca non è tanto perché la trova irresistibile, ma perché ha LV stampato sopra. Io alla storia che facciamo le cose "per noi stessi" non ho mai creduto: l'identità stessa di ogni essere umano si forgia sulla base di chi e cosa ha intorno, figuriamoci se ci vestiamo o pettiniamo o trucchiamo in un certo modo per noi stessi. 

Dentro a quel "mi piace" logicamente è inclusa l'idea che ogni persona è inserita in un contesto (culturale, pubblicitario...) che influenza le sue scelte. 

Ma quando l'ho scritto volevo:

1) confutare l'idea che la borsa viene indossata perché "da donna"

2) spiegare che non esiste più il tabù e lo spartiacque uomo/donna, in quanto maschi millennial e gen Z, oggi, non si fanno problemi a indossare borsetta, crop top, smalto e quello che più piace, perché a loro piace, e non perché è da donna, ma perché prima esisteva un tabu' che non consentiva loro di acquistarlo e indossarlo.

Borse---> oggi un ragazzo non ha bisogno di ricevere le rassicurazioni di una casa di moda che se metterà quella tracolla e quel marsupio marrone può stare traquillo e che non verrà chiamato ricchione o visto come effeminato e quindi sgradevole in un contesto gay (come spiegava l'utente Almadel riferendosi agli "stupidi" che indossano borse in contesti gay)...... ma compra la borsa che vuole, della forma che vuole, della marca che vuole, la abbina al crop top con una spruzzatina di "Signorina" di Salvatore Ferragamo sapendo che così risulterà estremamente attraente.

L'esempio calzante che fa capire tutto sono sempre i profumi. Ci sono studi che dimostrano che le fragranze maschili e femminili sono una bufala: gli esperimenti dimostrano che maschi e femmine messi di fronte a fragranze anonime scelgono senza seguire alcun pattern. Come non esistono cibi da uomini o da donne, non esistono profumi da uomini o da donne.

Per cui è tutta un'invenzione del marketing che racchiude quel liquido all'interno di una scatola che è presentata per essere destinata all'uomo o alla donna, e alla donna che compra il profumo al suo uomo, che dovrà essere diverso dal suo, e che ti fa credere che con un certo profumo tu possa diventare un maschione o un puttanone, un figone tipo quello della pubblicità che rimorchia tutti e tutte...

 Il marketing gioca su questo perché nel secolo scorso aveva un senso e funzionava... ma oggi i millennial e gen z (i gay in primis, perché più avanti e meno oppressi da un certo conformismo) hanno capito che è un bluff e comprano indistintamente, a prescindere dal reparto, quello che PIACE.

In profumeria sono stata giusto due giorni fa, e ormai, nonostante le profumerie abbiano sempre i due reparti ben distinti e nonostante siano frequentate, specie in provincia o in periferia, da molti che ancora ragionano come Almadel, ho notato che un 30% di gender neutral c'è.

Secondo me tempo qualche anno e non ci sarà più nessuna distinzione. Saranno quasi tutti gender neutral e li divideranno per marca e fine della storia, senza reparto uomo e reparto donna, come già avviene in alcune aziende.

Edited by Vivacia3But
1 hour ago, MyleneFarmer said:

essere se stessi perciò non paga tra i gay?

Se mi citi i gay è perché vuoi fare un confronto con gli etero?

Beh, perché se il confronto è con gli etero, bisogna dire che per loro è molto peggio.

Un passivo peloso rimorchia più di una etero pelosa e un attivo povero rimorchia più di un etero povero.

Sotto ogni punto di visto essere gay è meglio di essere etero.

 

Se però intendi dire che - in generale - bisogna assecondare (come dice @Cesco00 ) le aspettative del proprio target, allora sì.

Questa cosa è assolutamente vera per tutte le persone che vogliono una vita sessuale vivace.

Nessuno però ti obbliga ad avere una vita sessuale vivace.

Sei liberissimo di essere un metallaro sedicenne che odia lavarsi e puntare solo alle donne manager vestite Chanel: chi te lo vieta?

Solo che - se nessuna ti si fila - o stai sbagliando look o stai sbagliando target.

 

La stessa cosa vale per i gay.

Se punti al twink 18enne effeminato e ti vesti come Moira Orfei , scoperai una volta l'anno.

Se vuoi scopare due volte alla settimana, ti consiglio vivamente di toglierti la parrucca e le unghie finte.

Se sei passivo importa davvero poco: un cazzo in culo te lo mettono sia se sembri Kenshiro, sia se sembri Memole.

Se sei attivo un minimo devi provare ad adeguarti alla legge della domanda e dell'offerta.

In generale però vale per tutti - a prescindere dal ruolo - tutto dipende da quanti partner vuoi avere e quanto ampio è il tuo target.

 

28 minutes ago, Vivacia3But said:

 

Borse---> oggi un ragazzo non ha bisogno di ricevere le rassicurazioni di una casa di moda che se metterà quella tracolla e quel marsupio marrone può stare traquillo e che non verrà chiamato ricchione o visto come effeminato e quindi sgradevole in un contesto gay (come spiegava l'utente Almadel riferendosi agli "stupidi" che indossano borse in contesti gay)......

Probabilmente per un diciottenne che vive in centro a Milano è così, ma non è assolutamente la norma, anzi. È senz'altro così nelle bolle social e probabilmente in limitati contesti reali. Con gli adolescenti ci lavoro (e ho avuto modo di vedere contesti molto diversi, dal centro alla periferia di Roma, dalla realtà del centro-Sud alla provincia del Nord Est) e ciò che tu descrivi mi sembra di gran lunga l'eccezione. In media gli adolescenti maschi cercano ancora disperatamente rassicurazioni circa la propria mascolinità, codificata in ruoli, atteggiamenti, linguaggio e vestiario piuttosto definiti. Poi certo, su TikTok sembra tutt'altra cosa.

28 minutes ago, Vivacia3But said:

 

 Il marketing gioca su questo perché nel secolo scorso aveva un senso e funzionava... ma oggi i millennial e gen z (i gay in primis, perché più avanti e meno oppressi da un certo conformismo) hanno capito che è un bluff e comprano indistintamente, a prescindere dal reparto, quello che PIACE.

 

Una differenziazione del vestiario sulla base del genere (cose "da uomini" e cose "da donne") è sempre esistita. Ha mutato forme e contenuti, ma c'è sempre stata ed è ben più antica del marketing moderno (senz'altro abilissimo a manipolare, ci mancherebbe). Poi che un capo non sia intrinsecamente, ontologicamente "da maschio", ma che sia tale solo perché vige una certa norma sociale, è banalissimo e non è certo una scoperta dei millennial o della gen Z.

(Tra l'altro anche io sono di diritto un millennial, e che la polarizzazione uomo-donna sia ormai relittuale, tra i miei coetanei, mi sembra davvero insostenibile).

Edited by Cesco00
15 minutes ago, Cesco00 said:

Poi che un capo non sia intrinsecamente, ontologicamente "da maschio", ma che sia tale solo perché vige una certa norma sociale, è banalissimo e non è certo una scoperta dei millennial o della gen Z.

E' da mezzo secolo che le icone di stile - da David Bowie a Damiano dei Maneskin, passando ovviamente per Almadel -

si mettono quello che vogliono e camminano tra ali adoranti di ragazzine.

La questione - se sei gay - non è mai stata "piacere alle ragazze", ma piacere agli altri gay.

 

E' da almeno vent'anni che voglio somigliare a Russel Crowe per scoparti

e non mi importa nulla di sembrare Billy Kaulitz.

Gli etero fanno benissimo a "comprare indistintamente a prescindere dal reparto":

ma noi gay assolutamente non ce lo possiamo permettere.

 

Il problema non sono "quelli che ragionano come Almadel"

il problema sono "quelli che ragionano come Cesco00";

il quale non mi darebbe mai il suo culo se io fossi una checca profumata che gira con la borsetta.

(Scusa se ti cito in modo scortese, è solo per rendere l'idea).

 

Quello che penso io è totalmente irrilevante.

A me serviva un look che mi consentisse di buttarlo in culo

sia al militare palestrato afroamericano sia al parrucchiere asiatico anoressico.

E che - al tempo stesso, per quanto possibile - mi tenesse lontani gli altri attivi.

Se amassi da morire le calze a rete (che fortunatamente mi fanno cagare),

in tutti questi anni mi sarei ammazzato di seghe.

 

Ogni tanto bisogna anche essere realisti.

Io ho smesso di vestirmi in modo queer quando ho smesso di scopare con le donne.

E la generazione Z non si comporterà diversamente: sarà come Damiano dei Maneskin fin quando sarà etero

e diventerà come Tiziano Ferro quando vorrà trovare altri gay con cui scopare.

 

49 minutes ago, Vivacia3But said:

crop top

il crop top andava di moda negli anni 80/inizio 90 per i maschi, non in Italia ovviamente, poi col tempo è diventato solo femminile. Credo che dalla fine degli anni 90 agli inizi del 2000 il crop top è diventato solo femminile (quel periodo dove andava di moda pure il piercing all'ombelico per le ragazze). Poi bisogna avere il fisico per portarlo... il crop top con la pancia pare brutto. 

A history of men wearing crop tops

15 hours ago, Cesco00 said:

C'è chi è meno disposto al compromesso, quando c'è un certo sfasamento tra i due livelli, e accetta di rimorchiare meno pur di essere/indossare quella cosa lì e non quell'altra, e chi invece (come me) ritiene più importante assecondare, entro certi limiti, le aspettative degli individui che compongono il target a cui si punta

Forse sono troppo anziano per questi ragionamenti...ma a girare con anfibi e pantaloni militari mi scapperebbe da ridere (magari potrei farlo per una serata in un locale una tantum), così come mi troverei ridicolo con tatuaggi e piercing. Non che questi accessori e orpelli mi sembrino ridicoli sugli altri, anzi, è che mi sembrano proprio inadatti a me.

Poi, posto che sono tendenzialmente sobrio, se mi dovessi sforzare per avere un certo aspetto/un certo look non credo vorrei somigliare a tutti gli altri...sono sufficientemente pieno di me stesso da pensare di poter fare tendenza anziché seguirla 😂

Se penso invece che qualcuno potrebbe avermi scartato perché non gli piaceva il mio modo di vestire mi dico pure che non dev'essere stata una gran perdita...se sbavi per me solo se mi vedi conciato in un certo modo e non in un altro direi che COMUNQUE non c'è futuro per noi 😊

On 12/25/2022 at 11:51 PM, MyleneFarmer said:

essere se stessi perciò non paga tra i gay?

Beh Alma ragiona solo attraverso gli scopi delle persone... non si fanno le cose perché se ne ha voglia, ma per otterenere qualcosa. Questa è la sua visuale del mondo.

Esistono anche altri punti di vista. Al mondo esistono milioni di persone che si vestono per seguire un gusto personale, per assecondare una loro voglia, senza avere di fatto un obiettivo specifico.

Nella bellissima scena del maglioncino blu navy ne Il diavolo veste Prada, la cosa buffa è che Miranda probabilmente si sbaglia. La sua analisi magari è impeccabile e sapendo la storia della moda, sa davvero quello di cui parla. Ma non tiene conto che quando la giovane protagonista indossa il maglione, è anche probabile che non lo indossi per segnalare ciò che lei ottiene quando lo vede (ossia: sono troppo intelligente per seguire i dettami della moda e vado a comprare ai grandi magazzini). Il fatto che andara ai grandi magazzini sia ciò che lei ha fatto non significa proprio che lo ha comprato per segnalare di essere intelligente. Il fatto che lo abbia messo quel giorno può essere anche dovuto al fatto che le piace particolarmente il blu. O che in quella giornata le andava di mettere qualcosa di blu. Potrebbe perfino averlo scelto per fare colpo su un ragazzo a cui piace il blu, o perché una volta la madre le ha detto che le sta bene il blu e oggi le va di sentirsi carina. Tutta la conoscenza di Miranda dei percorsi della moda è inutile se non sa interpretare il motivo per cui la gente sceglie un certo tipo di vestiario. Che cosa la gente sta comunicando senza volerlo non conta niente: conta solo quello che sta comunicando intenzionalmente. Un po' come l'esempio del nostro Alma che vuole comunicare di essere un attivo macho ma rischia di trasmettere un'appartenenza politica sbagliata perfino al futuro marito.

5 hours ago, Krad77 said:

Al mondo esistono milioni di persone che si vestono per seguire un gusto personale, per assecondare una loro voglia, senza avere di fatto un obiettivo specifico.

mmhhh... non sempre è così però.

per esempio, cosa avrà voluto comunicare l'anno scorso in sto video Blanco, oltre a strizzare l'occhio all'ormonella ingrifata delle teen agers co sta mutanda fuori moda?

 

8 hours ago, Krad77 said:

Beh Alma ragiona solo attraverso gli scopi delle persone... non si fanno le cose perché se ne ha voglia, ma per otterenere qualcosa. Questa è la sua visuale del mondo.

Esistono anche altri punti di vista. Al mondo esistono milioni di persone che si vestono per seguire un gusto personale, per assecondare una loro voglia, senza avere di fatto un obiettivo specifico.

Non è quello che intendevo.

Anche coloro che non hanno un obiettivo specifico creano un effetto specifico.

A volte tale effetto è in contraddizione con le proprie aspettative sociali.

Tipo quando ti vesti da ballerina per andare a vedere la Lazio allo stadio.

 

A un certo punto ovviamente la tua "aspettativa sociale"

sarà semplicemente "non attirare l'attenzione".

E non ti interesserà più sembrare alternativo, macho, gay o elegante.

Per questo gli anziani che non lavorino nello spettacolo si vestono tutti nello stesso modo:

quando non devi più fare colpo perdi interesse verso l'abbigliamento.

Esistono le "tendenze giovanili", non ci sono le "tendenze senili".

 

11 hours ago, Krad77 said:

Alma ragiona solo attraverso gli scopi delle persone... non si fanno le cose perché se ne ha voglia, ma per otterenere qualcosa.

"Ottenere qualcosa" è una locuzione ambigua, perché potrebbe sottintendere che si voglia conseguire un beneficio materiale, ma intesa ampliamente è veridica e, soprattutto, non è contraddittoria coll'affermazione "fare le cose perché se ne ha voglia", essendo inoppugnabile che il fare, secondo la propria o l'altrui voglia, implica necessariamente un risultato che si vuol conseguire.

Edited by Mario1944
3 hours ago, Almadel said:

Anche coloro che non hanno un obiettivo specifico creano un effetto specifico

ma si fa in continuazione
oh si è messo quello allora lui vuole comunicare che...
oh lei ha la bosetta così, allora manda il messaggio che...

non si tiene in considerazione né che dietro un look ci possono essere "significati" multipli, né che quello che stai vedendo possa non essere affatto un messaggio lanciato volontariamente

19 minutes ago, Krad77 said:

ma si fa in continuazione
oh si è messo quello allora lui vuole comunicare che...
oh lei ha la bosetta così, allora manda il messaggio che...

non si tiene in considerazione né che dietro un look ci possono essere "significati" multipli, né che quello che stai vedendo possa non essere affatto un messaggio lanciato volontariamente

come quando i gay negli anni 80 giravano colla bandana nella tasca dei jeans: se la portavi a sn eri top, a ds bottom. Poi c'era tutta la diatriba sul significato del colore della bandana (rossa, verde, bianca..) che vi risparmio perchè era qsa di surreale (ebbene sì, pure all'epoca se 3 gay discutevano, nel migliore dei casi avevano 5 o 6 opinioni diverse su qsi argomento...)

Edited by freedog
  • 3 months later...
Vivacia3But
On 10/5/2022 at 2:16 PM, Almadel said:

L'idea che essere gay o etero non abbia NESSUN impatto sulla scelta di una borsetta di Gucci o su un leggins leopardato

è - nella migliore delle ipotesi - miope e ingenua e nella peggiore semplice omofobia interiorizzata.

....quarant'anni fa.

11 hours ago, Vivacia3But said:

....quarant'anni fa.

Magari vent'anni fa gli emo eterosessuali avevano i leggins a scacchi,

quarant'anni fa i goth e i punk etero si truccavano gli occhi e si mettevano lo smalto nero.

Pure io 25 anni fa ero molto più friccicarello di adesso, poi le mode sono cambiate assai.

Tu sei una donna e io un gay: come puoi pensare di saperne di moda maschile più di me?

Sarebbe come se un criceto volesse dare lezioni di volo a un pipistrello.

Praticamente siamo noi gay che decretiamo cosa sia "maschile" o "femminile" nella moda,

tu al massimo potrai ammirare qualche diva che un gay ha vestito.

 

Se ti dico che un leggins leopardato o una borsetta di Gucci

ti mette in testa una sirena che fa "PASSIVOOO" lontano un chilometro,

non puoi fare altro che fidarti.

 

Renato Zero - che è più vecchio di mio padre - poteva fare l'etero eccentrico;

poi ha capito da solo che le mode erano cambiate e che se si veste da gay lo prendono per gay.

E ha cominciato a vestirsi come un prete e a dire di essere "di tutt'altra pasta" quando gli parlano di omosessualità.

Io a 17 anni potevo anche mettermi il rossetto e il mascara e trovarmi una ragazza,

se lo facessi adesso mi dedicherebbero un articolo su TheVision.

 

Scusami se sono aggressivo: ma sono gay, ho almeno dieci anni più di te

e sono cresciuto in una famiglia che vive di moda da generazioni. 

Mio nonno fondò "Moda Giovane Boesso" (è il mio cognome) che il padre di Tommaso Zorzi neanche era nato

e mia madre cominciò a lavorare nel pret-a-porter di lusso che era il 1969.

 

Se tu sei figlia di pescivendoli, io non vengo a insegnarti a squamare le triglie.

Nel caso: io sono Miranda Priestley, ma tu non sei Andrea Sachs, tu sei quella che lava le scale

e che crede di interdersene di moda solo perché vorrebbe essere ricca come le nostre clienti.

Quindi taci, per Dio; ché mi fai fumare tutti i cromosomi. 🙂

 

 

1 hour ago, Almadel said:

Praticamente siamo noi gay che decretiamo cosa sia "maschile" o "femminile" nella moda

Quest'osservazione mi ricorda una risposta che diedi ad un mio fornitore alcuni decenni fa, penso intorno agli anni '80.

Quand'ero giovane tenevo i capelli assai più lunghi, che fosse l'uso maschile anche giovanile di quei tempi, almeno fino al 1968 quando i capelli lunghi si diffusero tra i giovani contestatori:

essi mi coprivano il colletto della camicia.

Verso i quarant'anni, un po' prima che conoscessi il mio ragazzo, incominciai a lasciarli crescere un po' più lunghi, sì che mi giungessero fino agli omeri.

Quando mi vide dopo il prolungamento, il mio fornitore, con cui avevo una certa confidenza, accennando alla mia chioma domandò:

"ha i capelli lunghi come le donne?",

al che risposi:

"no!:   sono le donne che hanno i capelli lunghi come me!".

 

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