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[culturagaia] Glossario LGBT


ForbiddenLove

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Io ho una domanda a cui spero Sweet mi possa rispondere, dato che qui l'esperta pare essere lei :ok:

 

Navigando su siti anglofili ho trovato la parola "boi". Credo abbia a che fare con la mascolinità o i ragazzi effeminati, ma non sono riuscito a trovare una definizione soddisfacente.

Qualcuno sa chiarirmi il mio dubbio?  :salut:

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Boi è nato come termine per descrivere, nella comunità lesbica, una ragazza che si veste e si comporta come un ragazzo. Dico ragazza/o perchè è un termine utilizzato unicamente per persone giovani.

Il significato del termine si è ampliato e ormai riguarda anche l'identità di genere, e implica che la suddetta persona non si identifichi, o si identifichi solo parzialmente, come donna.

Praticamente lascia porte aperte a tutte le possibilità e combinazioni, ed è per questa sua "malleabilità" che viene sempre più adottato da diverse comunità, continuando ad allargare il suo significato, e diventando sempre di più un termine poco preciso che in sostanza indica tutto ma non indica niente.

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  • 3 weeks later...

alla fine tutti gli ftm mooolto giovani possono passare come ragazzino al posto di ragazzina senza interventi...quando hai 30 anni l'estetica non basta, perchè si vede che non sei un uomo trentenne

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  • 3 months later...

Ciao a tutti.

 

Ho letto un paio di post di questa discussione e ho cercato di scollegare le psinapsi al fine che il mio cervello non esplodesse. Ho letto fino alla pagina quattro perchè poi le nozioni erano veramente troppo confuse. Dunque l'orientamento sessuale racchiude solo tre tipi di concetti:

 

Eteresosseualità : Persona attratta da persona di SESSO opposto.

Omosessuale : Persona attratta da persona di STESSO SESSO

Bisessuale: Persona attratta da persone di Stesso sesso e Sesso opposto.

 

Il transegenderismo e il transessualismo non rientrano nella sfera dell'orientamento sessuale perchè effettivamente una persona transessuale o transgender può essere benissimamente eterosessuale, omosessuale o bisessuale. Il transessualismo rientrantra nella sgera di identità di genere così come il transgenderismo:

 

Transessuale: Persona che attraverso interventi chirurgici decide di cambiare il proprio sesso biologico (totalmente o parzialmente)

Transgender: Persona che non si identifica nel proprio genre d'appartenenza, quindi una donna transgender si sentirà uomo e viceversa.

 

Il Travestitismo, che è una cosa totalmente diversa dal transessualismo e il transgenderismo e dalle drag queen/king è un semplice piacere personale, infatti le persone che si definiscono travestiti provano piacere nell'ìindossare abiti di sesso opposto.

La drag Queen/king a differenza è quella persona che per spettacolo e/o per soldi si traveste, esaltando i difetti del sesso opposto. Per le Drag seno pronunciato, trucco esagerato ecc....per i drag fabbi o barba enorme, pancia sproporzionata ecc..

Tutte e due queste categorie non hanno nessun punto di congiunzione con l'orientamento sessuale, difatti una persona travestita o una drag puà essere anche eterosessuale, omosessualo o bisessuale.

 

Il termine queer non è come hanno detto i più ovvero la trasfrizzione inglese di checca, ma bensì è una teoria sociologica degli anni '60.

Il queer inanzitutto NON è Etero, però non si identifica come omosessuale e nemmeno come bisessuale. E' una persona che fa del proprio di essere una filosofia di vita ovvero non s'interessa alle etichette, per questa persona non hanno nessun significanto tanto da evitare di idintificarsi come uomo/donna.

Per paradosso, un queer NON si riconoscerà mai nel termine queer che lo descrive perfettamente.

 

Oltre questi termini ne esistono altri che aggiungo per far capire molto meglio:

 

Intrasessuale: O anche chiamato ermafrodita è quella persona che possiede tutte e due gli apparati sessuali (solo uno dei due sessi per risulta funzionante)

Intragender: Persona che nel proprio intimo si sente a fasi alterne Uomo o Donna, per calibrare la sua confusione, in base a come si sente indossa abiti femminili o maschili.

Metrosessuale: Uomo non necessariamente gay che predilige vestirsi alla moda, truccarsi, molto curato e improfumato.

 

 

Bene questo è una descrizione molto frettolosa ma semplice e necessaria per comprendere alcuni termini. Da considerare MOLTO flessibili in quanto sia l'or sex, il genere e l'identità sessuale sono molto labili!!!

 

Un grosso bacio!

 

AlX

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Lunaville, perdonami ma queer significa anche checca in inglese, ed è stato utilizzato in tal modo come termine molto prima di apparire in qualsivoglia studio di sociologia, essendo che la parola in origine significava 'strano, bizzarro', ed essendo quindi applicata ad una stranezza molto sentita e molto osteggiata per un periodo, sul suolo britannico, cioè l'omosessualità.

 

Al giorno d'oggi queer ha un altro significato ancora per quel che ho visto/letto io personalmente (e non parlo di grandi studi, parlo di 90% di conoscenze negli USA e in minor parte, UK), diverso da questo e in parte da quello che descrivi tu, in quanto c'è un gruppo militante queer (che spesso è composto da elementi che non hanno paura di definirsi gay, lesbiche o bisex oltre a queer, che è accettato in pieno come 'etichetta'), di appunto non-eterosessuali. Abbraccia anche il genere e non solo l'orientamento sessuale, ne prendono parte i moltissimi genderqueer, fenomeno simile a quello che definisci intragender, ma in realtà spesso sono persone che escono dal codice binario di genere, sentendosi anche neutre o entrambe le cose.

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Si si per il termine queer è così. Nei paesi angosassoni viene utilizzato anche come insulto, ma il queer effettivamente è colui che non è eterosessuale. Poi certo molte parole anche in italiano passano come offese quando invece non lo sono, come la parola ignorante, a parer mio non dovrebbe essere visto come un insulto, in quando il suo significato è ignorare il significato del concetto. (basti pensare alla serie televisiva Queer as folk)

 

Per il resto ci tengo a precisare che tutti i termini devono essere presi sempre con le pinze anche perchè allora a questo punto dovremmo chiamare tutti gli eterosessuali cisgender!!!

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Nei paesi angosassoni viene utilizzato anche come insulto

No.

 

Scusate il monoriga ma non c'era veramente altro modo di rispondere.

 

Per il resto ci tengo a precisare che tutti i termini devono essere presi sempre con le pinze anche perché allora a questo punto dovremmo chiamare tutti gli eterosessuali cisgender!!!

Veramente, neanche questo è esatto (visto, ho trovato il modo di non fare un monoriga).

 

Se stai considerando un gruppo di persone in base al loro orientamento sessuale allora li classifichi come eterosessuali.

Se li stai considerando dal punto di vista dell'identità di genere allora li classifichi come cisgender.

Peccato però che non tutti gli eterosessuali sono cisgender, e non tutti i cisgender sono eterosessuali.

Io per esempio sono 100% cisgender dal punto di vista dell'identità di genere... peccato che sono lesbica.

Non confondere le idee alla gente che magari legge questo post e pensa che quello che hai scritto sia corretto solo perché lo stai dicendo con molta convinzione.

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No.

 

Scusate il monoriga ma non c'era veramente altro modo di rispondere.

Veramente, neanche questo è esatto (visto, ho trovato il modo di non fare un monoriga).

 

Se stai considerando un gruppo di persone in base al loro orientamento sessuale allora li classifichi come eterosessuali.

Se li stai considerando dal punto di vista dell'identità di genere allora li classifichi come cisgender.

Peccato però che non tutti gli eterosessuali sono cisgender, e non tutti i cisgender sono eterosessuali.

Io per esempio sono 100% cisgender dal punto di vista dell'identità di genere... peccato che sono lesbica.

Non confondere le idee alla gente che magari legge questo post e pensa che quello che hai scritto sia corretto solo perché lo stai dicendo con molta convinzione.

 

Per la tua monoriga iniziale. Come insulto intendo la traduzione italiana di checca. Mi spiace ho vissuto per un po a londra ti posso assicurare che viene utilizzato anche in questo modo.

 

Per la tua seconda affermazione, il mio era un paradosso per dire che i termini come omosessuale, eterosessuale eccetera devono essere considerati molto flessibili infatti tu hai dimostrato il fatto che non posso essere considerati rigidi, spero tu abbia capito il senso della mia frase. Spero che le mie parole non vengano fraintese.

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Per la tua monoriga iniziale. Come insulto intendo la traduzione italiana di checca. Mi spiace ho vissuto per un po a londra ti posso assicurare che viene utilizzato anche in questo modo.

Scusa se continuo a contraddire, ma non è così. Queer non è usato come termine offensivo da qualche decennio, a meno che a dirlo non sia un'anziana signora posh per cui gay è una parola talmente sporca che non riesce a dirla e usa queer. Quindi a meno che tu non frequentassi molte 60enni posh, quello che hai detto è scorretto, e basta.

 

*se ne va rimuginando*

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  • 4 weeks later...
RebisRebus

La parola pangender non è un neologismo assoluto in quanto già usata in altre nazioni. Alcune definizioni date al termine si trovano, ad esempio, nella versione USA di Wikipedia La differenza più sostanziale rispetto a queste definizioni già esistenti, per quanto riguarda Crisalide PanGender, sta proprio nella specificazione “Identità di Genere” piuttosto che “Genere”.

 

Teoricamente, si sarebbe potuto usare – con maggiore precisione – il termine pangender identity, o panidentitàdigenere, ma la parola sarebbe stata poco comprensibile, mentre identità pangender avrebbe avuto un sapore identificativo di una specifica condizione. Cosa che assolutamente non è e non vuole essere Crisalide.

 

Wikipedia internazionale, quindi, definisce la parola pangender con due diversi significati.

 

Il primo – relativo ad una specifica condizione individuale – si riferisce a quelle persone che sentono di appartenere ad entrambi i generi (maschile + femminile) in senso sommatorio oppure in senso intermedio (un "punto" fra gli estremi “maschio e femmina”). C’è però da dire che per queste condizioni esistono già altri termini più conosciuti, quali Two Spirits (Due Anime) mediato dall’antica tradizione Lakota e il più moderno Genderqueer. Utilizzare il termine pangender con questa accezione non fa al caso nostro.

 

Il secondo significato dato da Wikipedia, invece, definisce una condizione generale. In questo caso pangender significa “tutti (pan) i generi (gender)”. Non a caso il “rimando” cui invia Wikipedia, è il sito dei Radical Fairies che – nella sintesi estrema – definiscono pangender come: tutti i sessi, i generi e orientamenti (sessuali. Ndt).

 

Cosa differenzia la nostra visione da quella dei Radical Fairies?

Per capirlo meglio è utile spiegare le differenze fra alcuni termini che useremo spesso: "sesso", "genere", "identità di genere", "ruolo di genere", "stereotipo di genere" e "orientamento sessuale". Vediamoli uno ad uno, criticamente:

 

o Sesso: si divide in “maschile”, “femminile” e “intersessuato” (più raro e sempre rimosso nelle leggi anagrafiche). Il sesso è considerato fondamentalmente in base alla combinazione che assumono i cromosomi “x” e “y” del nostro cariotipo (parte del genoma). La combinazione “xx” produce, di norma, una "femmina biologica", la combinazione “xy”, di norma, un "maschio biologico". Altre combinazioni possibili sia cariotipiche (ad esempio: “xxy”) sia d’altra origine (quindi con cariotipo “xy” o “xx”) danno luogo a diverse condizioni di intersessualità, che – in breve - generalmente presenta caratteri sessuali misti fra i due “sessi principali”.

 

I cromosomi sono quindi responsabili – con alcune eccezioni intersessuali - delle differenze tra il fenotipo maschile e quello femminile, sia per quanto attiene i caratteri sessuali primari (gonadi differenziate in testicoli e ovaie), sia per altre caratteristiche fisiche, metaboliche, ormonali, e di predisposizioni caratteriali.

 

L’aspetto psicologico dell’appartenenza ad uno dei due sessi non è sempre correlabile al solo cariotipo in quanto altre dinamiche fisiche e psicologiche intervengono a modellarlo (vedi sviluppo endocrinologico/ormonale, memoria cellulare, epigenetica, formazione cerebrale pre e post natale, esperienze di vita e, forse, anche genetica extra cariotipica). Per questa ragione, il sesso differisce soprattutto per modificazioni fisiche ed ormonali ed in particolar modo per l’aspetto procreativo. Esistono differenziazioni attitudinali anche di tipo psicologico date dalle diverse attività degli ormoni maschili e femminili che però, come detto, sono particolarmente influenzabili da molti altri fattori. Se il sesso definisce in maniera netta il dimorfismo fisico, rappresenta solo in una piccola percentuale il sesso psicologico. Questa è la ragione per cui, oggi, si tende sempre di più a parlare di “Genere” ed è anche la ragione per cui, l’indicazione del sesso come dato anagrafico, è sempre più messa in discussione per ogni aspetto che non riguardi la riproduttività.

 

o Genere: rappresenta, quindi, l’aspetto sommatorio e di sintesi fra “sesso fisico” e “sesso psicologico”. Secondo una parte del movimento femminista, il Genere subisce anche influenze derivanti dalla cultura perché l’essere uomo o donna può risultare differente cambiando tempi e culture. Per questa scuola di pensiero, anche il genere, pur includendo e dando maggiore importanza al “sesso psicologico” della persona piuttosto che alla mera “sommatoria cariotipica”, tende a separare dualmente i generi in “maschile” e “femminile”. Secondo il movimento transgender ed un’altra parte del movimento femminista, invece, il Genere rappresenta un “continuum identitario” ai cui estremi opposti vi sono la figura del cosiddetto maschio identitario e della cosiddetta femmina identitaria. Proprio per questa ragione, l’influenza di fattori culturali non è ritenuta significativa per definire il gender di una persona. Ciò non significa ignorarne l’influenza (determinante, talvolta, per alcuni differenti “ruoli e comportamenti” attribuiti a maschi e femmine in una data società), ma - per evitare confusioni tra l’aspetto “identitario” e quello “culturale” - quest’ultimo viene diversamente definito con il termine “ruolo di genere”.

Se quindi il Genere è quindi un “continuum”, il posizionamento individuale al suo interno è definito con il termine “Identità di Genere”.

 

o Identità di Genere: rappresenta la corrispondenza o la non corrispondenza fra sesso e genere. Quindi è la rappresentazione di sé, in un punto qualsiasi del continuum citato, a prescindere dal sesso biologico di appartenenza. Nella prassi comune, però, con “identità di genere” si è sempre più intesa esclusivamente la distonia totale tra sesso e genere delle persone dette transessuali o transgender, fino a diventarne sinonimo.

Questa definizione restrittiva è molto diffusa e differisce sostanzialmente nella visione pangender.

L’Identità di Genere si riferisce all’aspetto identitario individuale ed “autoriferito” (ci si sente donne pur avendo corpo maschile, ci si sente uomini pur avendo corpo femminile, ci si sente uomini e si è sessualmente maschi, ci si sente donne e si è cariotipicamente femmine, ecc.). Come già detto il termine viene applicato quasi esclusivamente per indicare la persona “transessuale”. A sua volta la condizione transessuale (totale o comunque prevalente distonia fra sesso e genere) è considerata ufficialmente un disturbo psichiatrico che porta il nome di “Disforia di Genere (ICD 10 OMS) o “Disturbo dell’Identità di Genere” (DSM IV), equivalenti nella sostanza diagnostica.

L’Identità di Genere, in realtà, dovrebbe rappresentare il singolo posizionamento all’interno del “continuum” citato (inclusi gli estremi culturali di “maschio” e “femmina”), valido per chiunque. Una verità che il movimento transgender “proclama da più di 20 anni”, ma che solo recentemente è stata presa in considerazione, anche a causa dei continui riscontri scientifici che la teoria riscontra, in particolar modo nelle “neuroscienze” e nella PNI (PsicoNeuroImmunologia). Crisalide Pangender intende quindi con il termine “Identità di Genere” uno status personale di tutti e chiunque… con molteplici possibili “posizionamenti”, alcuni dei quali, nel tempo, hanno acquisito anche “termini propri” aggiuntivi a “uomo, donna, transgender”.

La definizione del “sentirsi” donna piuttosto che uomo, non può non fare i conti con il Ruolo di Genere

 

o Ruolo di Genere: rappresenta – secondo il movimento transgender - quel che per una parte del movimento femminista è contenuto nel termine “Gender”, ovvero l’aspetto culturale, storico, antropologico derivante dalla separazione binaria dei sessi e dei generi. Tutto ciò che in una società ed in un dato tempo, viene definito con espressioni tipo “cose da uomini” o “cose da donne”, riferito ad attività o comportamenti o modalità espressive, di vestiario, ecc. è un ruolo di genere. Il Ruolo di Genere è quindi l’unico fattore che può cambiare anche drasticamente, secondo l’ambito storico, antropologico, etnologico in cui vive la persona. Il Ruolo di Genere talvolta trova appoggi più o meno sensati in alcune predisposizioni dovute all’azione ormonale sessuale; ad esempio, affidare agli uomini lavori più “pesanti” trova una sua motivazione nella maggior concentrazione di “massa magra” (muscoli) e ad una più elevata “soglia del dolore”, dovuta all’azione del testosterone. Così come una maggior predisposizione a lavori di media fatica ma di maggior dedizione e pazienza è riferita prevalentemente alle donne, per via della maggior resistenza all’impegno ed alla maggior sopportazione del dolore (nonostante la soglia sia più bassa) dovuta all’azione dell’estradiolo. Queste predisposizioni sono però relative. Nella realtà esistono donne con molta più massa muscolare di alcuni uomini e uomini con una maggior resistenza al dolore rispetto ad alcune donne. Per questa relatività culturale ma anche oggettiva, il “Ruolo di Genere” è stato talvolta messo in discussione. L’esempio storico più vicino a noi e calzante è rappresentato dal potere maschilista presente e dominante in tutte le società umane di ogni tempo, per via della maggior relativa aggressività e forza maschile. Dal ‘900 in poi, dove queste due caratteristiche hanno perso importanza rispetto ad altre come la resistenza lavorativa, l’intelligenza, l’intuizione, questo potere millenario è stato messo per la prima volta in discussione - in termini di “massa” - dal femminismo.

Se quindi i Ruoli di Genere trovano un “appiglio” in alcune predisposizioni relative, totalmente diverso è il discorso per quanto attiene gli Stereotipi di Genere.

 

o Stereotipo di Genere: porta all’estremo le attribuzioni di “ruolo” riferite ai sessi e le regola secondo canoni estremamente rigidi e separati. Lo Stereotipo di Genere altro non è che il Ruolo di Genere usato in forma costrittiva, ammantato di moralismo, cui viene attribuito un senso etico e che viene spesso imposto, anche con la forza.

 

o Orientamento sessuale: sebbene molti passi avanti siano stati fatti a riguardo del Genere e dell’Identità di Genere, l’orientamento sessuale è rimasto come “sordo” ai cambiamenti. Mutano i Generi ma non la binarietà dell’Orientamento Sessuale: “eterosessuale” e “omosessuale” (cui si aggiunge la “bisessualità” che non rappresenta un terzo polo ma la sommatoria, parziale, prevalente, o omogenea, degli orientamenti “etero” e “omo”).

Ogni altra variazione (riferendosi sempre e comunque a sessualità consensuale adulta) è considerata una “parafilia”, termine asettico per indicare le perversioni. L’Orientamento Sessuale dovrebbe essere considerato superato - inteso negli attuali termini - dalla nascita dei “gender studies” (studi sul genere) in poi, che, come detto, non individuano più esclusivamente le polarità “maschio/femmina” ma una serie di posizionamenti intermedi individuali (Identità di Genere). Così però non è stato, almeno fino ad ora, in Italia, ma non solo. Se esistono le persone transgender e genderqueer e sono, come le altre, persone sessuate e con capacità affettive, è evidente che l’uomo o la donna che inizieranno a preferire la persona transgender e/o genderqueer non dovrebbero essere identificati dagli orientamenti sessuali attualmente ammessi. Ulteriori sfumature esistono anche nell’alveo delle binarietà etero e omosessuale. Una lesbica mascolina (autodefinita butch) che desidera esclusivamente donne estremamente femminili (autodefinite: lipstick) non ha - secondo il concetto di genere e identità di genere - un “orientamento” identico ad un’altra donna mascolina che si innamora esclusivamente di donne altrettanto mascoline. Nella natura binaria dei sessi tutte le sfumature si perdono e tutto viene forzatamente incluso nei due orientamenti sessuali riferiti addirittura al sesso cariotipico. L’orientamento sessuale quindi è restato impermeabile alle novità portate dal movimento femminista e transgender, nonostante le Associazioni gay e lesbiche si definiscano parte di un movimento anche di Gender (LGBT, dove T è appunto TransGender). La stragrande maggioranza delle persone - incluse quelle di orientamento omosessuale - considerano, quindi, un uomo che si innamora o desidera sessualmente una transgender come “omosessuale represso” o “eterosessuale alla ricerca dell’esotico”, a seconda della formazione culturale di chi osserva. L’esistenza di uomini che, pur preferendo la persona transgender, mai si accoppierebbero agli uomini (piuttosto alle donne), è invece evidente a chiunque conosca la realtà oggettiva delle relazioni interpersonali fra “trans” e uomini (o donne).

Esistono donne che desiderano persone transgender MtF o genderqueer … Sono etero o lesbiche? E se desiderano un transgender FtM ? E la lesbica butch che cerca donne lipstick vs/ quella che cerca una donna butch come lei? E il gay “macho” che desidera l’uomo effeminato o quello che desidera un suo omologo? Esistono oggi persone che desiderano esclusivamente persone transgender mtf. Quale orientamento sessuale hanno tutte queste persone? Come farle rientrare, se non a forza, nella visione duale “omo/etero”? Semplificando la realtà al punto di falsificarla.

Gli Orientamenti Sessuali sono in realtà tanti quante sono le Identità di Genere delle persone e volendo, si può dare un nome ad ognuno di essi.

 

Tutte le “definizioni commentate” sopra esposte sono utili a capire la natura del Pangender. L’interpretazione restrittiva date ai termini “Genere” (maschile o femminile), “Identità di Genere” (esclusivamente la condizione “trans”) e “Orientamento Sessuale” (esclusivamente etero od omo) non produce una fotografia reale delle identità personali in ambito di genere e orientamento delle persone.

Né le sommatorie tentate dal movimento Lesbico, Gay, Bisessuale, Transgender (LGBT) sono riuscite a trovare un reale terreno comune tra le persone e le loro diverse tipologie identitarie. Le incomprensioni tra le singole “realtà” rappresentate dalla sigla sono ancora piuttosto evidenti, con non pochi casi di discriminazioni fra le diverse soggettività – talvolta anche all’interno di singole componenti (i "gay non effeminati" contro i "gay effeminati", ad esempio, colpevoli di non “integrarsi” a sufficienza per poter ottenere diritti). Ricordiamo che – nonostante i Pride commemorino un evento (la rivolta di Stonewall) nel quale le persone “travestite e transgender” ebbero una parte fondamentale, per molti anni, gli stessi Pride escludevano la componente trans dalle proprie marce. Infine, queste “associazioni sommatoria” mal si rapportano all’eterosessualità, se non in termini rivendicativi, rispetto ai diritti civili.

 

Crisalide PanGender è convinta che la forma “sommatoria” (L+G+B+T ed eventuali code Q e I, di Queer e Intersessuali) di questo movimento abbia raggiunto il massimo delle sue potenzialità, spesso attraverso forzature non realistiche da parte dei vertici associativi nei confronti delle loro stesse categorie di riferimento (nessun vertice di associazione gay o lesbica o transgender dichiara pregiudizi verso le altre “categorie”, ma le basi reali, le/gli iscritti, le/i simpatizzanti se ne portano spesso dietro a decine). Al di là dei pregiudizi, è quasi sempre l’impostazione culturale della propria condizione a rendere anche i vertici incapaci di comprendere le altre realtà appartenenti alla sigla-sommatoria.

 

Quei rari casi di capacità di “immedesimazione” rispetto alle altre realtà interne al movimento, appartengono quasi sempre a singol* o piccole associazioni che già, nei fatti, affrontano la propria ragione d’essere in una prospettiva “pangender”, anche inconsapevolmente.

 

Paradossalmente più ci si rifiuta di vedere e definire le quasi infinite possibilità identitarie e dei relativi diversi e “moltiplicati” orientamenti sessuali e più le persone fanno fatica a riconoscere un reale comune denominatore che le faccia sentire in piena legittimità di essere e facenti parte di una realtà con mille differenze.

 

Tanto più si accettano le molteplicità di genere e di orientamento sessuale e tanto più le coscienze si avvicinano (persino in ambito “etero”, difficilmente raggiunto dal movimento L+G+B+T, se non in termini di solidarietà esterna). Il termine pangender inizia ad acquisire un suo senso e consistenza.

 

E’ un falso, per Crisalide PanGender, il fatto che aumentando le definizioni di sé, dando un nome ad ogni cosa che differisca dalle altre, si generi un frazionamento che produce isolamento e frammentarietà identitaria. Nella visione Pangender, “i nomi” dati alle differenze, servono a meglio definire ma non a separare, proprio perché il Pangender vede in queste differenze esclusivamente un dato conoscitivo di sé, senza alcuna valenza etica qualitativa o classifica di migliore e peggiore ed inoltre vede il denominatore comune che abbraccia ogni Identità di Genere ed ogni Orientamento Sessuale.

Si moltiplicano Generi e Orientamenti perché ogni persona trovi liberamente il proprio posto ed eventualmente la propria “definizione” nella logica di un molteplice continuum. Non più una sommatoria di condizioni diverse ma un’appartenenza comune nel riconoscimento delle differenze.

 

Perché “Pangender” prima che “Pansessuale”? Perché è dal Genere che deriva l’Orientamento Sessuale, che preferiamo definire “Orientamento Affettivo e Sensuale”.

Se prima non sai chi sei, come puoi definire chi ti piace? Non a caso capita soprattutto alle persone transessuali/transgender, prima di iniziare la transizione, di vivere – a volte per molti anni - senza alcun tipo di rapporto sessuale e affettivo. Davide Tolu, intellettuale transgender, scrittore e regista, una volta, in una conferenza ebbe, sostanzialmente, a dire che se non senti di avere un corpo (identitario) è difficile pensare di avere rapporti con un “altro” corpo? Se manca (l’accettazione de) il proprio corpo, come può esistere un rapporto sessuale? La parola “rapporto” indica la relazione tra due (o più) elementi.

Per questo per noi il “pangender” è il terreno più fertile in cui potere trovare il un denominatore comune identitario, realmente aperto a tutt*.

 

Per la coscienza “pangender”, la differenza fra la persona nata maschio che transiziona a donna e l’uomo con ruoli di genere attribuiti al femminile (uncinetto?) è fondamentalmente quantitativa.

Sono diversi posizionamenti della STESSA SCALA identitaria. Talvolta anche riferita al solo “ruolo di genere”. Una prova di quanto detto la si può pensare nelle reazioni medie che si potrebbero incontrare in una immaginaria “candid camera” nella quale prima si vedono le reazioni della gente ad un uomo in giacca e cravatta, su un bus, che fa l’uncinetto e, successivamente, quelle di fronte ad una transgender con tratti somatici mascolini visibili. Quello che cambia, nella reazione della gente – ne abbiamo fatte esperienze simili, tutt* - è la quantità di stigma, di presa in giro, di discriminazione, non la qualità.

Non crediamo che ad un colloquio di lavoro un uomo in sala d’attesa con l’uncinetto avrebbe molte più chance di essere scelto rispetto ad una transgender molto femminile e riassegnata anagraficamente. E’ l’allontanamento dalle forme binarie di sesso e ruolo a determinare lo stigma.

 

Ciò detto, è altrettanto evidente che, comunque, anche la “quantità” abbia un proprio “peso” anche nella qualità delle reazioni negative di una società maschilista, sessista, eterosessista e genderista.

Ciò obbliga Crisalide PanGender a definire una scala di interventi (non di valori) in base alla maggiore o minore urgenza e carenza di diritti.

Per le persone Transgender, Intersessuali, Genderqueer, Omosessuali è evidente che manchino significativi interventi legislativi al fine di raggiungere l’equiparazione di diritti e doveri con il resto della popolazione. Altre “variazioni di identità di genere” o di “ruolo di genere” hanno più bisogno di un intervento culturale e di vigilanza sull’applicazione di norme esistenti.

Infine esistono regole che andrebbero cambiate per tutt*. L’anagrafe, ad esempio, assolutamente dimentica delle persone Intersessuate (quindi né “maschi” né “femmine”) che vengono brutalmente normalizzate attraverso interventi chirurgici invasivi sui genitali nei primi mesi di vita, per riportarle ad una appartenenza arbitraria ad uno o l’altro “sesso anagrafico”, e dimentica anche delle persone “Transgender” di ogni posizionamento possibile, che non hanno alcuna collocazione, se non, di nuovo, attraverso una “normalizzazione” genitale che si adatti agli unici due sessi “ammessi”.

 

Crisalide PanGender dovrà quindi farsi carico (in quantità) delle diverse reazioni alle diverse “singolarità” rappresentate, in ragione del diverso peso dello stigma sociale riversato sulle modalità e quantità di disubbidienza alla binarietà sessuale e di genere.

 

Lo scopo del Pangender è quello di promuovere la libertà di espressione di tutte le Identità di Genere, di tutti i “gusti” che differiscono dagli Stereotipi di Genere riferiti alle appartenenze sessuali e agli Orientamenti Affettivi e Sensuali (tra adulti consenzienti) e quindi riguarda chiunque – a prescindere dal proprio posizionamento identitario – ritenga di essere parte di un disegno più ampio rispetto alle libertà di espressione individuale. Non è questione d’essere transgender, gay, lesbica, bisessuale, eterosessuale, uomo, donna, ecc., ma di una coscienza di sé integrata all’interno di una complessità più vasta di quella “dominante” e che non discrimina tra identità lecite ed illecite, o con maggiori o minori diritti di cui godere.

 

per Crisalide PanGender

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  • 5 weeks later...

gli orientamenti sessuali per l'OMS sono due

omosessuale ed eterosessuale.

persino "bisessuale" viene considerato comportamento e non orientamento.

 

tutto il resto sono pratiche, varianti, feticismi, e in alcuni casi...permettetemelo...perversioni

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gli orientamenti sessuali per l'OMS sono due

omosessuale ed eterosessuale.

persino "bisessuale" viene considerato comportamento e non orientamento.

 

tutto il resto sono pratiche, varianti, feticismi, e in alcuni casi...permettetemelo...perversioni

 

...però è bello il tuo articolo su il pangenderismo e l'associazione Crisalide Pangender (con cui condivido tutto tranne le'essere femminista  ...per quanto utile in passato, ritengo che il femminismo ora possa solo che alimentare il razzismo di genere) perchè è molto liberale e finalmente si parla di identità di genere a quello di orientamento sessuale (la sessualità) come di due cose legate tra loro.

 

...cmq quel che dice l'oms è irrilevante, poichè la questione cardine non è l'orientamento sessuale, ma la libertà sessuale in genere....  e la vera libertà l'avremo quando ci sarà il rispetto verso ogni forma e tipologia di sessualità...  quindi basta con il concetto denigratorio di perversione, ogni pratica sessuale, anche la più originale (chissà qual'è  ...bisognerebbe fare subito un'indagine) e la più scabrosa hanno comunque dignità e meritano, alla pari del coito alla missionario, rispetto.

 

...quindi pure io merito rispetto....  :love:

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I post relativi a pratiche sessuali sono stati eliminati in quanto queste tematiche possono essere discusse solo nella sezione apposita, alla quale Sissy non ha al momento accesso.

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I post relativi a pratiche sessuali sono stati eliminati in quanto queste tematiche possono essere discusse solo nella sezione apposita, alla quale Sissy non ha al momento accesso.

 

:love: ...eliminati...  noooooo!  :D

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Mi dispiace, il forum ha un regolamento e una sezione apposita per i discorsi dettagliati su pratiche sessuali.

Se e quando otterrai accesso a quella sezione vedremo se ripristinare i messaggi come parte di un topic in quella sezione.

Allo stesso tempo ti faccio presente che un'altra cosa vietata dal regolamento sono i post mono-riga come quello qui sopra.

 

Ti consiglio caldamente di rileggere il Regolamento (che hai accettato all'atto dell'iscrizione) se vuoi evitare di ricevere questi continui richiami. Avresti dovuto farlo prima di iniziare a postare in realtà.

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  • 8 months later...

 

Intragender: Persona che nel proprio intimo si sente a fasi alterne Uomo o Donna, per calibrare la sua confusione, in base a come si sente indossa abiti femminili o maschili.

 

 

 

 

Ogni giorno scopro una nuova parola su come vengo definito. Io conoscevo sia gender fluid che BIGENDER, che è il termine che più comunemente viene usato negli States, ma intragender ti giuro, non l'avevo mai sentito nominare.

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  • 3 months later...

Vorrei dire qualche altra cosa sui queer.

Contrariamente a quanto afferma Wikpediai (en), sicurmante i queer non sono heteronormative ma ciò non implica che siano sempre e necessariamente NON heterosexual.

Nel momento in cui si rendono fluidi l'orientamento sessuale o l'identità di genere, non si può escludere l'opzione etero, mi sembra ovvio. Magari un queer può avere un rapporto sessuale attivo con un etero, travestito da donna ma con un corpo assolutamente maschile. Per questo non è semplicemente bisessuale o travestito. O semplicemente un queer può avere un rapporto con un etero assumendo un ruolo passivo senza rinunciare alla sua identità biologica, in un contesto di "omosessualità mediterranea"

Trovo la voce dedicata a queer su Wikipedia un po' ambigua. Queer non è semplicisiticamente un ombrello per raccogliere tutto quello che non è etero nelle minoranze sessuali.

Il queer, oltre a rifiutare un'identità sessuale fissa (etero quanto omo), è anche un'identità politica: l'avanguardia rivoluzionaria del movimento glbtq (dove la "q" sta per "queer", fondamentalmente). Al queer non sono estranee pratiche come il crossdressing (da non confodere con il travestitismo saltuario delle trav hobbyste, che ha un fine esclusivamente sessuale, a prescindere se la prestazione sia gratuita o in cambio di denaro) o il bdsm.

Nel queer c'è anche una componente freak.

Per avere un'idea più concreta di certi aspetti dell'essere queer (che non è semplicemente una "non identità sessuale fissa"), consiglio di leggere il romanzetto Queer di William Burroughs.

Per scoprire che il queer non ha nulla a che vedere con la checca, anche se in italiano il titolo dell'opera di Burroughs è stato tradotto con il termine inadeguato di "Checca".

Ovviamente il discorso queer nel caso di Burroughs è da inquadrare bucando il filtro letterario e tenendo presente le condizioni storiche, geografiche e sociali in cui l'opera fu scritta. Dal punto di vista sociologico si può apprendere così qualcosa di interessante.

Dal punto di vista psicologico, il queer è semplicemente la singolarità sessuale libera dalla triangolazione edipica e dalla nevrosi fallocentrica.

Il queer infatti mette continuamente in discussione il significante dispotico del Fallo, che esso sia presente o assente, tanto sul piano immaginario e simbolico, quanto su quello materiale.

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  • 3 weeks later...

Molto spesso si tende a fare confusione riguardo i vari orientamenti sessuali con relative sottocategorie e quindi ho pensato di aprire questo topic in modo che si possa fare una sorta di classificazione dei diversi tipi di orientamento sessuale. I termini che conosco sono:

 

-Eterosessuale

-Omosessuale (gay/lesbica)

-Bisessuale

-Transessuale/Transgender

 

ce ne sono tanti altri che non riesco a collocare...

 

-travestito

-Queer

-Butch

-Checca

ecc.

 

se qualcuno mi da delle delucidazioni magari citando anche altri termini cjhe non ho nominato...

 

Credo che hai dimenticato la pedofilia che è una variante della sessualità (spesso i gay lo dimenticano...)

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  • 1 month later...

Allora. Vorrei porre un quesito e credo questo sia il topic migliore. Non so se è il caso di aprirne uno nuovo.

 

Sto leggendo una raccolta di strisce a fumetti che si intitola Dykes e parla della vita di un gruppo di lesbiche. E' un fumetto americano. Lo sto leggendo tradotto in italiano.

 

Il titolo di una striscia è stato tradotto con Bulle e Pupe e nella nota del traduttore è stato spiegato che bulle in inglese si dice butch e pupe si traduce femme. Ecco. A parte sottolineare che se il traduttore avesse lasciato i termini come stavano io avrei capito benissimo il senso del titolo senza che ci mettesse una nota per spiegare cosa sono le femme e le butch vorrei capire se il termine bulla e pupa esistono in italiano nella cultura lesbica o se il traduttore se l'è inventate di sana pianta.

 

Grazie se qualcuno sapesse darmi un chiarimento.

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"Butch" in Italiano si traduce gergalmente in "camioniste",

ma non esiste un termine per le lesbiche femminili

(analogamente non esiste un termine per i gay maschili).

Termini come femme o lipstick non vengono tradotti;

ma posso interrogare la mia esperta in materia.

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Grazie Almadel. Infatti anche io l'unico corrispettivo in italiano che conosco è quello camionista per dire butch.

In ogni caso non mi interessa solo sapere i termini per butch e femme in italiano.

Sono anche molto interessata a sapere se il traduttore si è inventato il termine bulla e pupa o se invece esistono.

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Sono anche molto interessata a sapere se il traduttore si è inventato il termine bulla e pupa o se invece esistono.

 

Mi sembra solo un modo anni '50 di tradurre due termini dell'inglese corrente, con un intento ironico che nel titolo originale non c'è. :salut:

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  • 1 month later...

Stando alle vostre definizioni, io sono una persona omosessuale intragender/bigender/genderfluid, ogni tanto crossdresser e non so che altro. Inizio ad essere confusa xD

P.S.: io sapevo che le persone a cui piacciono le persone transessuali si chiamassero simpaticamente "trannychasers"

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Non è molto simpatico come termine, è anzi considerato piuttosto offensivo...Penso che solo nella comunità orsa sia poco offensivo identificarsi come chaser - infatti anche chubby chaser è piuttosto negativo come termine.

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Il chaser in sé no, ma (parlo per esperienze personali, chiaramente) molte ragazze 'chubby' non apprezzano di essere perseguite solo per questa caratteristica (in genere il termine è applicato a maschi eterosessuali); e tranny è un insulto odioso e considerato irripetibile, quindi chi è attratto genuinamente dai transessuali e non ha semplicemente un feticcio oggettificante, si distanzia da questo termine.

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Sì infatti è quello che avevo pensato anche io, però cercando su internet pare ci siano addirittura gruppi di persone che si definiscono così! Sarà come quei pochi omosessuali che usano con fierezza la parola "frocio" riferita a sé stessi

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