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L'angolo della poesia


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per tornare a Trilussa... ecco "La Maschera"Vent'anni fa m'ammascherai pur'io!E ancora tengo er grugno de cartoneche servì p'annisconne quello mio.Sta da vent'anni sopra un credenzonequela maschera buffa, ch'è restatasempre co' la medesima espressione,sempre co' la medesima risata.Una vorta je chiesi: - E come faia conservà lo stesso bonumorepuro ne li momenti der dolore,puro quanno me trovo fra li guai?Felice te, che nun te cambi mai!Felice te, che vivi senza core!-La Maschera rispose: E tu che piagniche ce guadagni? Gnente! Ce guadagniche la gente dirà: Povero diavolo,te compatisco...me dispiace assai...Ma, in fonno, credi, nun j'importa un cavolo!Fa' invece come me, ch'ho sempre riso:e se te pija la malinconiacoprete er viso co' la faccia miacosì la gente nun se scoccerà...-D'allora in poi nasconno li doloride dietro a un'allegria de cartapistae passo per un celebre egoistache se ne frega de l'umanità.

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funeralblues

L'ultima passeggiataio ti farò cucù e curuccuccù, ragazzina lavandarina, se mi bacia il tuo bacioa chi vuoi tu: ti farò reverenza e penitenza, questa in giù, quella in su,suppergiù: e tra i tonfi dei miei gonfi fazzoletti poveretti, ti farò, con le mie pene,cantilene e cantilene: e ti farò cracrà, crai e poscrai, in questa eternitàdel nostro mai, e poscrigna e posquacchera, da corvo bianco, e stanco, e sordoe torvo:ma tu, prepara qui, al mio picchio, la nicchia del tuo nicchio: di più,prepara, al mio domani, i cani nani delle tue umane mani, le viti dei tuoi ditimignolini, le microsecchie delle tue orecchie, le arance delle tue guance, il mini-vaso del tuo naso, l'albicocca della tua bocca, i corbezzoli dei tuoi capezzoli:e con entrambe quelle tue gambe strambe, preparami anche le anche stanche tue, qui,per noi due: per me, vecchio parecchio, prepara, nei tuoi occhi, uno spicchio di specchio:io ti farò così, lo sai, lo so, vedrai, lì per lì, il mio cocoricò e chiricchicchì:"Sanguineti"

Guest Raindrops88

Linton Quella che hai tratto da Spoon River è assolutamente splendida, l'avrei postata io se non la trovavo, invece ne metto un'altra, la prima che ho imparato a memoria:HAVE you seen walking through the village A man with downcast eyes and haggard face? That is my husband who, by secret cruelty Never to be told, robbed me of my youth and my beauty; Till at last, wrinkled and with yellow teethAnd with broken pride and shameful humility, I sank into the grave. But what think you gnaws at my husband’s heart? The face of what I was, the face of what he made me! These are driving him to the place where I lie. In death, therefore, I am avenged. :salut:

O tu, che come un coltello sei penetrata nel mio cuore gemente: o tu, che come un branco di demoni, venisti, folle e ornatissima, a fare del mio spirito umiliato il tuo letto e il tuo regno - infame cui sono legato come il forzato alla catena, come il giocatore testardo al gioco, come l'ubbriaco alla bottiglia, come i vermi alla carogna - maledetta, sii tu maledetta! Ho chiesto alla veloce lama di farmi riconquistare la libertà, ho detto al perfido veleno di venire in soccorso della mia vigliaccheria. Ahimè, che il veleno e la lama m'hanno disdegnato, e m'hanno detto: "Tu non sei degno di venir sottratto alla tua maledetta schiavitù, imbecille! Se i nostri sforzi ti liberassero, i tuoi baci risusciterebbero il cadavere del tuo vampiro." Charles Baudelaire Questa è una delle mie preferite in assoluto *ç*

Mabel OsborneI tuoi rossi fiori tra le foglie verdivan cadendo, o geranio.ma tu non chiedi acqua.Tu non puoi parlare! Non hai bisogno di parlare -tutti sanno che tu stai morendo di sete,eppure non ti danno dell'acqua!Passan oltre, dicendo:"Il geranio ha bisogno d'acqua".E io, che avevo felicità da condivideree volevo condividere la tua;io che ti amavo, Spoon River,e anelavo al tuo amore,ti appassii sotto gli occhi, Spoon River -assetata, assetata,resa muta dal pudore dell'anima nel chiedere amorea te, che sapevi e mi vedevi morire a te innanzi,come questo geranio che qualcuno piantò su di me,e lo lascia morire.scusate...ma sono un pò fissato con l'Antologia di Spoon River :gha:

Guest Raindrops88

Macchè scusate, è una gran cosa :gha: :gha: :rotfl:Allora cito due delle mie stanze preferite di WordsworthI wandered lonely as a cloudThat floats on high o'er vales and hills,When all at once I saw a crowd,A host, of golden daffodils;Beside the lake, beneath the trees,Fluttering and dancing in the breeze.eI traveled among unknown men,In lands beyond the sea;Nor, England! did I know till thenWhat love I bore to thee.che mi ricorda molto il caro Catullo.

Nino Quincampoix

mi spiace di non aver ancora contribuito a questo topic...lo faccio subito This Is Just To Say I have eatenthe plumsthat were inthe iceboxand whichyou were probablysavingfor breakfastForgive methey were deliciousso sweetand so cold di William Carlos Williams (io la trovo splendida: un momento di quotidianità, una specie di nota sopra al frigorifero che ti proietta direttamente nella calda intimità di una coppia, che potrebbe essere una qualsiasi coppia...)

funeralblues

Il pomeriggio d'amore di due tartarugheChe violenta, sorda, cozzante pazienzaquella della tartaruga maschio, dalpiccolo guscio verde e marrone, cheper tutto il pomeriggio ha stretto al murodella cunetta nel giardino latartaruga femmina, compagnaben più grande di lui, quieta, pacatamente ritrosa.Con la sua testa vischiosa, retrattileavanzava e le mordeva lezampe anteriori, poiquelle posteriori - e chi può direla dolcezza del mordere d'amoredi una tartaruga - le sollevavail guscio, le si infilavasotto, veloce e determinato più di quantogli consentisse la sua natura.Faticando, ma irriducibile, preciso,tra brevi, ripetuti cozzi, sordi comedi scaglie di pietra, di cavità che siincontrano, la stringeva al muro e lamordeva, e se lei provava a fuggire, la seguiva con un suo breve scatto azig-zag.Poi d'improvviso alzava le sue zampeanteriori sul guscio di lei, cercava comeun suo equilibrio nello spingere,brutale ma elastico e di una sua impensabile tormentata leggerezza.Lei emetteva un gridodi paura, mai sentito da tartarughe, tantoche abbiamo creduto subito che fossequello di un uccello feritocaduto o sotto l'abete o tra le rose del giardino; e Baffo il caneda caccia correva qua e là senza degnarela scena di uno sguardo.Così sino al tramonto hanno giocatole tartarughe, animali buffi ma capacidi questo inesauribile cercarsi, di faticheimmani, di movimenti di avvicinamentetortuosi e minerali.Quei gusci, e il loro battere, rintoccare,pietre impazzite, pietre d'amore, equel contatto caldo, invisibile, e per il qualenessuna, neppure la più aggirante manovraera superflua. Infine hanno raggiunto ilpiacere.Noi dobbiamo parlare per cercarci, diventaresguardi, e se fuggiamo insieme forse è pertentare di morire senza toccarci: carezzareè difficile per chicrede di avere un'anima, e baciareè difficile, o di una tenerezzatroppo facile, troppo raggiungibileforse.(Giuseppe Conte)

funeralblues

PreludioIo, con le gambe incrociate alla luce del giorno, guardo I pugni variegati di nuvole che si raccolgono sopra Gli sgraziati lineamenti di questa mia isola prona. Intanto i piroscafi che dividono orizzonti dichiarano Noi perduti; Trovati solo In opuscoli turistici, dietro ardenti binocoli; Trovati nel riflesso blu di occhi Che hanno conosciuto metropoli e ci credono felici, qui. Il tempo striscia sui pazienti che da troppo sono pazienti, Così io, che ho fatto una scelta, Scopro che la mia fanciullezza se n’è andata. E la mia vita, troppo presto, certo, per la profonda sigaretta, La maniglia girata, il coltello che rigira Nelle viscere delle ore, non deve essere resa pubblica Finché non ho imparato a soffrire In accurati giambi. Vado, certo, attraverso tutti gli atti isolati, Faccio di situazioni una vacanza, Mi aggiusto la cravatta e fisso mascelle importanti, E noto le vive immagini Di carne che passeggiano per l’occhio. Finché da tutto mi allontano per pensare come, Nel mezzo del cammin della mia vita, Oh come giunsi a incontrare te, mio Riluttante leopardo dai lenti occhi. (Derek Walcott)

  • 3 months later...

il mio messaggio ti dice così:

maggiore di due punti, meno parentesi aperta (>:-():

tu mi rispondi, invece:

due punti meno di (che è di maiuscola) (:-D):

io ti replico, allora:

due punti e un asterisco: e chiudo la parentesi (:*)): e poi, due punti

e apostrofo, meno parentesi aperta (:‘-():

ma tu ti correggi, finalmente, un po’,

con due punti, meno parentesi aperta (:-():

dopo due punti, ormai, sono una sbarra

obliqua, e metto, in mezzo, un meno (:-/):

e adesso, CIAO: non ti internetto,

non ti chatto più (ripeto: CIAO e CIAO): GRIDO IL SILENZIO, MUTO:

 

 

E. Sanguineti

Les Aveugles

 

Contemple-les, mon âme ; ils sont vraiment affreux !

Pareils aux mannequins ; vaguement ridicules ;

Terribles, singuliers comme les somnambules ;

Dardant on ne sait où leurs globes ténébreux.

 

Leurs yeux, d'où la divine étincelle est partie,

Comme s'ils regardaient au loin, restent levés

Au ciel ; on ne les voit jamais vers les pavés

Pencher rêveusement leur tête appesantie.

 

Ils traversent ainsi le noir illimité,

Ce frère du silence éternel. O cité !

Pendant qu'autour de nous tu chantes, ris et beugles,

 

Eprise du plaisir jusqu'à l'atrocité,

Vois ! je me traîne aussi ! mais, plus qu'eux hébété,

Je dis : Que cherchent-ils au Ciel, tous ces aveugles ?

 

Charles Baudelaire, Les Fleurs du Mal

  • 2 weeks later...

Dolcemente Eros mi ha portato in sogno sotto il lenzuolo

un ragazzo di diciott'anni dal sorriso soave

che vestiva ancora il mantello.

E io, stringendo al mio petto il corpo delicatissimo,

nutrivo in me attese vane. Anche adesso

mi scalda il desiderio della memoria; ancora ho negli occhi

il sonno che dà la caccia a quella visione alata.

Anima infelice in amore, cessa di riscaldarti

anche nel sogno di fronte alle immagini mute della bellezza.

 

 

Meleagro,

in Antologia Palatina XII 125.

  • 3 months later...
  • 1 month later...

Forse la mia poesia preferita in assoluto..sorry se è un bel po' triste, però è un capolavoro pazzesco  :rotfl:  Di Percy Bysshe Shelley.

 

~ On a faded violet ~

 

The colour from the flower is gone,

which like thy sweet eyes smiled on me;

the odour from the flower is flown,

which breathed of thee and only thee.

 

A withered, lifeless, vacant form,

it lies on my abandoned breast,

and mocks the heart which yet is warm

with cold and silent rest.

 

I weep - my tears revive it not,

I sigh - it breathes no more on me.

Its mute and uncomplaining lot

is such as mine should be.

  • 2 weeks later...

Tre fiammiferi accesi uno per uno nella notte

Il primo per vederti tutto il viso

Il secondo per vederti gli occhi

L'ultimo per vedere la tua bocca

E tutto il buio per ricordarmi queste cose

Mentre ti stringo fra le braccia.

 

JACQUES PREVERT -Paris at night

 

Spero vi piaccia :sisi:

Scusatemi per questo capolavoro ASSOLUTO di Maria Teresa Palma, dalla raccolta "Io so che l'anima sa dove andare a parare". Il titolo è "Birra".

 

~Birra~

 

Sei venuto

alla fine

dell'inizio

di un altro incubo

o follia

ma io non ce la faccio

a finire questa birra

anche se è tanto buona

per favore

finiscila tu.

dolcepensiero

Verso le Terme di Caracalla

Vanno verso le Terme di Caracalla

giovani amici, a cavalcioni

di Rumi o Ducati, con maschile

pudore e maschile impudicizia,

nelle pieghe calde dei calzoni

nascondendo indifferenti, o scoprendo,

il segreto delle loro erezioni...

Con la testa ondulata, il giovanile

colore dei maglioni, essi fendono

la notte, in un carosello

sconclusionato, invadono la notte,

splendidi padroni della notte...

 

Va verso le Terme di Caracalla,

eretto il busto, come sulle natie

chine appenniniche, fra tratturi

che sanno di bestia secolare e pie

ceneri di berberi paesi - già impuro

sotto il gaglioffo basco impolverato,

e le mani in saccoccia - il pastore

migrato

undicenne, e ora qui, malandrino e

giulivo

nel romano riso, caldo ancora

di salvia rossa, di fico e d'ulivo...

 

Va verso le Terme di Caracalla,

il vecchio padre di famiglia, disoccupato,

che il feroce Frascati ha ridotto

a una bestia cretina, a un beato,

con nello chassì i ferrivecchi

del suo corpo scassato, a pezzi,

rantolanti: i panni, un sacco,

che contiene una schiena un po' gobba,

due cosce certo piene di croste,

i calzonacci che gli svolazzano sotto

le saccocce della giacca pese

di lordi cartocci. La faccia

ride: sotto le ganasce, gli ossi

masticano parole, scrocchiando:

parla da solo, poi si ferma,

e arrotola il vecchio mozzicone,

carcassa dove tutta la giovinezza,

resta, in fiore, come un focaraccio

dentro una còfana o un catino:

non muore chi non è mai nato.

 

Vanno verso le Terme di Caracalla

  • 5 weeks later...

Ti amo come se mangiassi il pane spruzzandolo di sale

come se alzandomi la notte bruciante di febbre

bevessi l'acqua con le labbra sul rubinetto

ti amo come guardo il pesante sacco della posta

non so che cosa contenga e da chi

pieno di gioia pieno di sospetto agitato

ti amo come se sorvolassi il mare per la prima volta in aereo

ti amo come qualche cosa che si muove in me

quando il crepuscolo scende su Istanbul poco a poco

ti amo come se dicessi Dio sia lodato son vivo.

 

Hikmet Nazim

È una curiosa creatura il passato

Ed a guardarlo in viso

Si può approdare all'estasi

O alla disperazione.

 

Se qualcuno l'incontra disarmato,

Presto, gli grido, fuggi!

Quelle sue munizioni arrugginite

Possono ancora uccidere!

 

Emily Dickinson,  "Il passato"

Posso scrivere i versi più tristi stanotte.

Scrivere, per esempio. "La notte è stellata,

e tremano, azzurri, gli astri in lontananza".

 

E il vento della notte gira nel cielo e canta.

 

Posso scrivere i versi più tristi stanotte.

Io l’ho amata e a volte anche lei mi amava.

 

In notti come questa l’ho tenuta tra le braccia.

L’ho baciata tante volte sotto il cielo infinito.

 

Lei mi ha amato e a volte anch’io l’amavo.

Come non amare i suoi grandi occhi fissi.

 

Posso scrivere i versi più tristi stanotte.

Pensare che non l’ho più. Sentire che l’ho persa.

 

Sentire la notte immensa, ancor più immensa senza di lei.

E il verso scende sull’anima come la rugiada sul prato.

 

Poco importa che il mio amore non abbia saputo fermarla.

La notte è stellata e lei non è con me.

 

Questo è tutto. Lontano, qualcuno canta.

Lontano.

La mia anima non si rassegna d’averla persa.

 

Come per avvicinarla, il mio sguardo la cerca.

Il mio cuore la cerca, e lei non è con me.

 

La stessa notte che sbianca gli stessi alberi.

Noi, quelli d’allora, già non siamo gli stessi.

 

Io non l’amo più, è vero, ma quanto l’ho amata.

La mia voce cercava il vento per arrivare alle sue orecchie.

 

D’un altro. Sarà d’un altro. Come prima dei miei baci.

La sua voce, il suo corpo chiaro. I suoi occhi infiniti.

 

Ormai non l’amo più, è vero, ma forse l’amo ancora.

E’ così breve l’amore e così lungo l’oblio.

 

E siccome in notti come questa l’ho tenuta tra le braccia,

la mia anima non si rassegna d’averla persa.

 

Benchè questo sia l’ultimo dolore che lei mi causa,

e questi gli ultimi versi che io le scrivo.

 

Posso scrivere i versi più tristi stanotte - Pablo Neruda.

IL MORTO ALLEGRO

 

In una terra grassa e piena di lumache

voglio scavare io stesso una fossa profonda

dove a mio agio stendere le mie vecchie ossa

e nell'oblio dormire come nell'onda uno squalo.

 

Odio qualunque tomba e odio i testamenti;

piuttosto che implorare una lacrima dal mondo,

preferirei da vivo invitare i corvi allo scempio

d'ogni brandello della mia carcassa immonda.

 

O vermi, neri compagni senza orecchi e senz'occhi,

vedete a voi venire un morto libero e contento;

figli della putredine, filosofi gaudenti,

 

per la mia distruzione passate senza rimorsi,

e ditemi se esiste qualche altro tormento

per un vecchio corpo senz'anima, morto tra i morti!

(Charles Baudelaire - da "I fiori del male")

  • 2 weeks later...

Meravigliosa poesia di Max Ehrmann, una delle più semplici, vere e ispiranti che abbia mai letto. Per chi capisce l'inglese, però, vi PREGO di non perdervi la parodia di Tony Hendra qui: http://monster-island.org/tinashumor/humor/deterior.html  :(

 

Procedi con calma tra il frastuono e la fretta e ricorda quale pace possa esservi nel silenzio.

Per quanto puoi, senza cedimenti, mantieniti in buoni rapporti con tutti.

Esponi la tua opinione con tranquilla chiarezza e ascolta gli altri: pur se noiosi e incolti, hanno anch’essi una loro storia.

Evita le persone volgari e prepotenti: costituiscono un tormento per lo spirito.

Se insisti nel confrontarti con gli altri rischi di diventare borioso e amaro, perché sempre esisteranno individui migliori e peggiori di te.

Godi dei tuoi successi e anche dei tuoi progetti.

Mantieni interesse per la tua professione, per quanto umile: essa costituisce un vero patrimonio nella mutevole fortuna del tempo.

Usa prudenza nei tuoi affari, perché il mondo è pieno d’inganno.

Ma questo non ti renda cieco a quanto vi è di virtù: molti sono coloro che perseguono alti ideali e dovunque la vita è colma di eroismo.

Sii te stesso. Soprattutto non fingere negli affetti.

Non ostentare cinismo verso l’amore, perché, pur di fronte a qualsiasi delusione e aridità, esso resta perenne come il sempreverde.

Accetta docile la saggezza dell’età, lasciando con serenità le cose della giovinezza.

Coltiva la forza la forza d’animo, per difenderti nelle calamità improvvise. Ma non tormentarti con delle fantasie: molte paure nascono da stanchezza e solitudine.

Al di là di una sana disciplina, sii tollerante con te stesso.

Tu sei figlio dell’universo non meno degli alberi e delle stelle, ed hai pieno diritto d’esistere.E, convinto o non convinto che tu ne sia, non v’è dubbio che l’universo si stia evolvendo a dovere.

Perciò sta’ in pace con Dio, qualunque sia il concetto che hai di Lui.

E quali che siano i tuoi affanni e aspirazioni, nella chiassosa confusione dell’esistenza, mantieniti in pace col tuo spirito.

Nonostante i suoi inganni, travagli e sogni infranti, questo è pur sempre un mondo meraviglioso.

Sii prudente.

Sforzati d’essere felice.

Tutta nuda

 

Te, nuda dinanzi la lampada rosa,

e gli avori, gli argenti, le madreperle,

pieni di riflessi

della tua carne dolcemente luminosa.

 

Un brivido nello spogliatoio di seta,

un mormorio sulla finestra socchiusa,

un filo d'odore, venuto

dalla notte delle acacie aperte,

e una grande farfalla che ignora

che intorno a te

non si bruciano le ali,

ma l'anima.

 

Luciano Folgore

Ormai non sarà

ormai no

non vivremo uniti

non alleverò tuo figlio

non cucirò i tuoi vestiti

non ti possederò di notte

non ti bacerò prima di uscire.

Non saprai mai chi sono stata

perchè altri mi amarono.

Non riuscirò mai a sapere perché né come

né se era vero

quello che dicesti che era

né chi sei stato

né cosa sono stata per te

né come sarebbe stato

vivere uniti

amarci

aspettarci

rimanere.

Ormai non sono altro che io

per sempre e tu ormai

per me non sarai che tu. Ormai non sei

in un giorno futuro

non saprò dove vivi

con chi

né se ti ricordi.

Non mi abbraccerai mai

come questa notte

mai.

Non potrò più toccarti.

Non ti vedrò morire.

 

Idea Vilariño - Ormai no

  • 2 weeks later...
GlassOnion

Al lettore

 

La stoltezza, la brama, l'errore, la ferita

ci possiedono al punto che ne siamo stremati:

ci attacchiamo ai rimorsi da noi alimentati

come fa il mendicante col verme parassita.

 

Peccatori testardi, dai pentimenti vaghi,

vendiamo a caro prezzo i nostri bei propositi,

poi torniamo leggeri sui sentieri fangosi

credendo un pianto vile nostre colpe dismaghi.

 

Satana Trismegisto sul cuscino del male

cullandoci lo spirito ci tiene in suo potere

e quel raro metallo che è il nostro volere

con sapiente alchimia a vapor rende eguale.

 

Regge il diavolo i fili di queste marionette!

Il fascino avvertiamo d'ogni oggetto più basso

e ogni giorno all'Inferno discendiamo d'un passo

senza orrore avanzando dentro tenebre infette.

 

Come un vizioso povero che sbaciucchia e divora

d'una sfatta puttana il seno martoriato

vogliam prendere al volo un piacere celato

e forte lo spremiamo com'arancia insapora.

 

Formicolante e fitta come vermi in fermento

nella testa ci danza un'orda di demòni,

e quando respiriamo, la Morte nei polmoni

scende, invisibil fiume, con un fioco lamento.

 

Se lo stupro il veleno l'incendio il furore

non hanno ancora impresso ricami variopinti

nella sdrucita tela dei nostri giorni stinti

è perchè non abbiamo ancora troppo ardire.

 

In mezzo ad avvoltoi basilischi scorpioni

vipere linci scimmie sciacalli, in mezzo a mostri

che grugniscono latrano s'avventano con rostri,

nell'infame serraglio di vizi e di passioni,

 

uno ce n'è più basso più maligno più immondo

che volentieri senza gesto alcuno nè chiasso

della terra farebbe un immenso sconquasso

e in un solo sbadiglio ingoierebbe il mondo:

 

la Noia. Un pigro pianto per oscuro fardello,

sfumacchia il narghilè sopra morti e patiboli.

Di quel mostro impalpabile tu sai, lettore, i triboli,

ipocrita lettore, mio simile, fratello.

 

Charles Baudelaire

  • 2 weeks later...

I ragazzi che si amano

 

I ragazzi che si amano si baciano in piedi

Contro le porte della notte

E i passanti che passano li segnano a dito

Ma i ragazzi che si amano

Non ci sono per nessuno

Ed è la loro ombra soltanto

Che trema nella notte

Stimolando la rabbia dei passanti

La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia

I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno

Essi sono altrove molto più lontano della notte

Molto più in alto del giorno

Nell'abbagliante splendore del loro primo amore

 

Jacques Prèvert

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